martedì 13 novembre 2012
Dallo stato alla società
1. E' più importante la "velocità" o la "maniera"?
2. il burocrate non sa "calcolare", e non è solo questione di mega pc, le informazioni sono disperse ed ineffabili non sono "dati". Di più, a volte si formano contestualmente all' azione (lezione Mises/Hayek).
3. Il burocrate manca d' incentivi (lezione Friedman/Buchanan).
4. distinguiamo tra privatizzazione e esternalizzazione: nel secondo caso manca la concorrenza. Se una funzione statale è dannosa, conseguirla in modo efficiente peggiora le cose: l' esternalizzazione delle prigioni ha consentito di persistere nel perseguimento dei victimless crime. Per l' autentica privatizzazione ci manca la parola, che ne dite di "devolution"?
5. come effettuare le privatizzazioni? In ordine preferenziale: 1. vendere e abbassare le tasse con il ricavato; 2. dare azioni a tutti 3. dare azioni ai lavoratori dell' impresa privatizzata
6. Non tutto è privatizzabile come auspicato. Vedi solo il caso delle strade.
http://www.cato-unbound.org/2012/10/01/sheldon-richman/from-state-to-society/
lunedì 12 novembre 2012
La sete di governo dei libertari
In passato andava di moda una lezione chiara. più il governo lavora male, meno domanda di governo ci sarà presso i cittadini.
Logico no? Peccato che le evidenza non confermino: a chiedere più governo sono proprio i cittadini che vivono in paesi con governi molto difettosi (l' Italia, per esempio). Come spiegarlo?
Forse chi abita in un paese retto da governi corrotti non auspica una drastica riduzione ma una moralizzazione. D' altro canto laddove il governo è più competente si accorgerà presto che una qualche forma di "privatizzazione" è auspicabile.
D' altro canto è bene che i libertari s' innamorino del governo: diverranno più esperti di politica e la cosa volgerà a loro vantaggio allorché proporranno le riforme. Una privatizzazione dilettantesca rischio di rinfocolare lo statalismo.
La narrativa passata dei libertari ha un rischio evidente: divide tra buoni (imprenditori) e cattivi (burocrati). Nessuna persona smaliziata crederà mai a nulla del genere. E anche gli ingenui non constateranno mai come i cattivi stiano solo da una parte.
L' urlo di battaglia si trasforma così da "tagliare" a "competenza"!
Qualcuno evidenzia un paradosso libertario: la libertà produce ricchezza e la sempre maggiore ricchezza produce domanda di governo. Ancora più chiaro chi formula in questo modo: la libertà produce innovazione e l' innovazione rende meno costosa la centralizzazione del potere.
I due dogmi libertari ("la libertà è bella" e "il governo è cattivo") andrebbero differenziati: il primo è molto più importante. A volte ci si è talmente spinti oltre su questa strada fino a fare l' apologia delle libertà positive, francamente il tutto suona come un rinnegamento dei principi libertari, senza contare che molti temi che mettono in imbarazzo i libertari (riscaldamento globale, proprietà intellettuale) possono rivelarsi inaspettatamente proficui alla causa. Non a caso uno dei massimi pensatori libertari fu Julian Simon, uno studioso che si dedicò anima e corpo proprio a queste tematiche "imbarazzanti".
LETTURE:
http://reason.com/archives/2010/01/13/five-reasons-why-libertarians/print
http://econlog.econlib.org/archives/2010/02/five_responses.html
http://econlog.econlib.org/archives/2010/02/why_arent_the_i.html
http://www.economics.harvard.edu/faculty/shleifer/files/NBER_Regulation%20and%20Distrust.pdf
http://www.cato-unbound.org/2007/03/11/tyler-cowen/the-paradox-of-libertarianism/
http://econlog.econlib.org/archives/2007/03/worst_advice_to.html
Market Monetarism
Ecco allora la ricetta Keynesiana: pompaggio di moneta e politica fiscale.
Ma la scuola chicagoana delle aspettative opina: pompare moneta genera un inflazione anticipata dagli operatori, questo vanifica i tentativi di ripristino: i prezzi reali non si abbassano. La stagflazione degli anni 70 fu un grande successo predittivo di questa scuola.
La politica fiscale senza regole, poi, autorizza i politici a fare deficit e distorcere l' apparato produttivo. Qui l' apporto dei virginiani fu decisivo per costruire una critica coerente.
Eppure la disoccupazione esiste ed esistono anche buone teorie per spiegare la rigidità dei prezzi verso il basso. I neo keynesiani, per esempio, puntano il dito sulle difficoltà di coordinamento: "abbassa prima tu", "no, prima tu"... Abbassare i prezzi produce esternalità positive nei confronti delle altre aziende e questo semplice fatto rende difficoltoso coordinarsi.
I market monetarism coniugano neo classici e neo keynesiani. Ma come?
Dei keynesiani respingono l' ossessione sui tassi d' interesse: non sono un buon segnale per capire se una politica monetaria sia o meno abbastanza espansiva, anche da questo errore scaturisce l' ingiustificato scetticismo dei keynesiani verso le politiche monetarie che, stando ai MM possono e devono fare di più.
Dei monetaristi si respinge l' idea di mantenere costante l' inflazione. E perché mai? L' inflazione è l' unico strumento in nostro possesso per generare tassi negativi. Se ha senso abbassare i tassi, quando i tassi sono a zero ha senso renderli negativi.
E' vero, l' inflazione anticipata non abbatte i prezzi reali ma spinge all' uscita dalla trappola della liquidità. Quand' anche la rigidità dei prezzi sia solo verso il basso, ha senso produrre una certa dose di inflazione.
I Market monetarist hanno un padre nobile: Milton Friedman. Specialmente il MF che additò la politica monetaria restrittiva del 1932 come causa principale della Grande Depressione. Non condividono però con MF l' esistenza di un "long and variable lag" della politica monetaria. No, tutto è anticipato dal mercato e quasi tutto ha un effetto immediato. Qui, è chiaro, si professa il Vangelo di Lucas.
Il target della banca centrale diventa l' NGNP: in caso di shock sul lato dell' offerta non si esacerbano i problemi, al limite si sopporta un breve periodo di inflazione, nel caso di shock della domanda l' uscita dalla "trappola" è pressoché garantita.
Come targetizzare NGNP? Tramite un mercato dei future e relativa speculocrazia.
Alternative all' inflazione: penale (tasse) sulle riserve bancarie, a partire, ovviamente, dalle riserve presso la banca centrale..
da leggere:
http://en.wikipedia.org/wiki/Market_monetarism
http://www.econlib.org/library/Enc/NewKeynesianEconomics.html
http://econfaculty.gmu.edu/bcaplan/macro.doc
venerdì 9 novembre 2012
Le parole e le cose
LEGGERE
http://tongue-tied2.blogspot.it/2006/05/lakoff-deconstructed-by-john-ray-m.html
mercoledì 7 novembre 2012
martedì 6 novembre 2012
Brucia l' uomo nell' inutile valva di bellezza- Le poesie di Giovanni Testori.
E non dimentichiamo la valenza didattica: un ottimo esempio di realismo non naturalista che offre un' ottima occasione per indagare la differenza (mai capita, a scuola) tra i due concetti.
Qui Testori si commuove ascoltando Leo Ferré che musica una sua poesia.
lunedì 5 novembre 2012
Confiteor
Quale argomento utilizza la Chiesa Cattolica per condannare l' aborto?"solo è feto"- cosa dici?"Solo grumo,gocce unite"- cosa aggiungi adesso,padre?"Caso, bacio:questo è stato.Se t' ho amato..."Gli occhi abbassi tu,madre,e la mano porti quidove cresco, tremo,spero.Stanza scura,letto nero.Chiedi:"e poi?""Se tu vuoi- ti risponde -per me no."Sì, ma è vita -ti verrebbe da gridare,forse solo sussurrare.Sì, son vita.Madre,mamma,a te m' aggrappo!Dillo, su!Apri la bocca!Squarcia l' ombra!Chi ti parla era pur come son io!Digli:e Dio?In silenzio resti lì.Chiedi il sonno,il riposo chiedi al cuore.Ma, l' amore?Digli:e Dio?Dillo, mamma,urla, gridao sussurralo così.Dici solo:"ma è già qui..."Forse basta.Lui t' afferra,il ventre tasta."Qui che cosa?non c' è forma,non c' è ossa,non c' è senso."Ma la manocon la suaappoggi a me.No, non voglio,e neanche te!Notte lunga,su di voi.Notte lunga,su di me.Giovanni Testori (da Factum Est)
Quasi. Ma ricordiamolo: siamo autorizzati a deviare un vagone fuori controllo per evitare la morte di cinque persone sacrificandone una? Forse, infatti deviare un' azione non significa proprio originarla (spero di non aver fatto una considerazione troppo cervellotica). Siamo autorizzati a sacrificare il ciccione che sta al nostro fianco gettandolo sui binari in modo da fermare il vagone fuori controllo e salvando così le cinque persone che sarebbero investite? Sicuramente no visto che "gettare il ciccione" è chiaramente un' azione che viola il principio di "non interferenza" nella vita altrui.
Eppure continuo a credere che "omettendo" ci si possa macchiare di gravi colpe!
Resta pur sempre un' asimmetria fondamentale tra opere e omissioni. Considera:: possiedi cinque dosi di una medicina e di fronte a te stanno sei persone che ne hanno bisogno per sopravvivere. Una delle sei necessita di una dose quintupla. Moralmente parlando puoi lasciarla morire e limitarti a salvare le altre cinque. Da cio' non consegue affatto che puoi uccidere una persona, estrarre i suoi organi e salvare la vita ad altre cinque persone. Per quanto l' esito delle due azioni sia il medesimo (sacrifico una persona per salvarne cinque) i due casi sono completamente diversi proprio in virtù dell' asimmetria tra dovere attivo e dovere passivo.
Ora le cose sono un po' più chiare. Solo un' ultima delucidazione: che c' entra il Confiteor di cui al titolo?
sabato 3 novembre 2012
Andhira incontra Fabrizio De Andrè - "La guerra di Piero
giovedì 1 novembre 2012
Halloween Fright: Five Versions Of That Terrifying Toccata And Fugue
mercoledì 31 ottobre 2012
martedì 30 ottobre 2012
Film visto ieri: Hbemus Papam
lunedì 29 ottobre 2012
Speculocrazia
Il miglior argomento contro la democrazia consiste in una chiacchierata di cinque minuti con l' elettore medio
Winston Churchill
Perché in Italia ci ritroviamo con il cosiddetto "governo tecnico"?
Perché la politica è incapace di affrontare situazioni particolarmente delicate. E non piangiamoci addosso, anche la favolosa Germania, da questo punto di vista, versa nelle stesse condizioni.
Cosa c' è che non va nei sistemi democratici?
Adottano di continuo cattive politiche, ovvero politiche che non conseguono gli obiettivi fissati. E questo nonostante ci sia pieno accordo, almeno tra gli esperti, su quali siano in realtà le vie da seguire.
Perché questo scollamento?
Fondamentalmente perché l' elettore mendio è un ignorante e la sua opinione diverge sistematicamente da quella degli esperti. Metà dell' elettorato crede che l' uomo sia stato creato 10.000 anni fa esattamente com’ è adesso. Metà dell' elettorato crede che il governo nasconda le prove dell' esistenza degli alieni. E via di questo passo. La democrazia chiama questa gente a scegliere su materie molto complesse. Come meravigliarsi dell' esito finale?
Il problema è dunque l' ignoranza?
Non solo. L' elettore medio è anche disonesto quando si tratta di cercare la verità. Quand’ anche qualcosa lo smentisca in modo palese, si girerà dall' altra parte evitando di aggiornare le proprie credenze. Anche se messo al corrente dell' opinione degli esperti è molto riluttante a mutare la propria. Da un elettore ignorante e disonesto non puoi pretendere una grande capacità decisionale.
Non ci restano che gli esperti.
Troppo rischioso. Chi stabilisce chi è abbastanza "esperto" e chi no? Si cade in un ragionamento circolare, il concetto di "competenza" serve a ben poco in questi casi.
Allora, chi puo' salvarci?
Non lo so. Forse lo speculatore.
In che modo?
Con le sue scommesse ha sempre dimostrato grande preveggenza. Maggiore, per esempio, rispetto a quella dei critici cinematografici, quando si è trattato di prevedere i vincitori degli Oscar; maggiore di quella dei critici calcistici, quando si è trattato di prevedere il vincitore del Campionato; maggiore di quella dei vaticanisti, quando si è trattato di prevedere il prossimo Papa. Insomma, lo speculatore di solito batte persino l' esperto.
Già, e le bolle finanziarie?
Lo speculatore non è infallibile, non è in grado di prevedere diverse cose. Ma io non mi preoccupo più di tanto, mi preoccuperei piuttosto se qualcun altro - politica, accademia, esperti... - fosse stato in grado di prevedere cio' che lui non ha previsto. Siccome non è questo il caso, archivio le sue defaillances.
Se non possiamo stabilire in via di principio chi è "esperto" nemmeno possiamo stabilire chi è "speculatore".
Ecco un altro vantaggio che lo speculatore ha rispetto all' esperto. Non c' è bisogno di stabilire chi sia tale, non c' è bisogno di una nomina dall' alto, tutti noi possiamo diventarlo, basta mettere i soldi sul tavolo e scommettere. In fondo la "speculocrazia” è una forma di democrazia, senonché anche l' elettore più ignorante e disonesto mitiga la sua ignoranza e la sua disonestà quando è chiamato a mettere i propri soldi sul tavolo.
Proprio qui volevo arrivare; lo speculatore, diversamente dall' elettore, è informato, ok. Ma sarà anche onesto?
Non c' è nemmeno bisogno che lo sia affinché scelga bene. Basterà che sia sufficientemente egoista. Se questo non è un vantaggio!
Ok, adesso i pregi dello speculatore mi sono più chiari ma possono queste abilità essere messe al servizio della politica.
Ammettiamo che il PD si affidi allo speculatore per scegliere il vincitore delle primarie. Una banca del PD dovrebbe stampare una serie di bigliettini contenenti questa promessa: "pagherò un euro al possessore di questo tagliando se il PD vincerà le elezioni generali [o supererà una certa soglia di voti] avendo per candidato ufficiale Renzi". Un' altra serie conterrà la promessa: "pagherò un euro al possessore di questo tagliando se il PD vincerà le elezioni generali avendo per candidato ufficiale Bersani". Le promesse cartolarizzate verranno messe in vendita e rese negoziabili su una borsa creata ad hoc. Presto si formerà un prezzo di equilibrio. Esempio, se al momento stabilito il primo biglietto è negoziato a 70 centesimi e il secondo a 30, Renzi avrà vinto le primarie. Con un' operazione di call off verrà ritirata la seconda serie di biglietti e si andrà alle elezioni generali. Alla fine delle elezioni generali si pagheranno gli eventuali vincitori.
Chi finanzia pagando le scommesse?
Le scommesse le paga l' organizzatore, così come le incassa. L' organizzatore partecipa ad un gioco equo andando mediamente alla pari. Per semplificare potremmo dire che il gioco si autofinanzia.
L' elettore tradizionale è completamente tagliato fuori da un sistema del genere.
Mi verrebbe da far notare come le categorie di elettore e di speculatore siano in buona parte sovrapposte. Ad ogni modo la soluzione migliore è forse quella intermedia: l' elettore tradizionale con il suo voto tradizionale sceglie i fini e lo speculatore con le sue scommesse sceglie i mezzi.
Ovvero?
Viene eletto un Parlamento il quale stabilisce un obbiettivo ben preciso e quantificabile mettendo altresì in campo politiche alternative tra loro ma tutte volte al conseguimento dell' obiettivo di cui sopra. Lo speculatore a questo punto voterà secondo il metodo che abbiamo visto, le misure prescelte diverranno legge il giorno dopo, le altre verranno tralasciate.
In questo modo le politiche prescelte non saranno quelle gradite alla maggioranza dei cittadini?
In realtà neanche il tradizionale metodo del voto garantisce l' adozione di politiche gradite alla maggioranza (teorema di Arrow). L' inconveniente, nella pratica comune, si supera grazie al fatto che la maggioranza stessa ignora questo semplice fatto. Senza contare che a noi interessano le "buone politiche" prima ancora di quelle favorite dalla maggioranza.
Ma alla gente piace votare, è un modo per crogiolarsi nelle proprie illusioni! Vuoi mettere la soddisfazione!
In effetti se il voto da mezzo si trasforma in fine, allora le “speculocrazia” non è un rimedio utile. Tuttavia occorre sempre ricordare che la partecipazione di tutti è comunque garantita, per quanto coltivare le proprie illusioni diventi più costoso. Chiediamoci poi se la fine d talune illusioni sia necessariamente un male. La risposta sarebbe: sì, ma solo se la fine del giochino inefficiente del voto democratico dovesse creare instabilità sociale.
Non è che la speculocrazia favorisca politiche orientate al mercato?
E perché mai? Il meccanismo puo' tranquillamente indicare la via del socialismo reale come la più efficiente per raggiungere gli obiettivi designati.
Un "cattivone" potrebbe turbare il mercato!
La presenza di un cattivone con obiettivi diversi da quello di far soldi è una manna per gli speculatori, non aspettano altro. Saranno loro ad agire: guadagneranno sulle mosse del cattivone neutralizzando le turbative e quindi, indirettamente, perseguendo il bene pubblico.
Un "super-ricco" farebbe il bello e il cattivo tempo!
Un "super-ricco" "super-informato" farebbe solo il bel tempo. Un "super-ricco" disinformato farà invece la fine del "cattivone" di cui sopra: sbranato dalla iena della speculazione chiamata e premiata per ristabilire gli equilibri turbati da scelte disinformate o con secondi fini.
Si arriverà al punto che le politiche saranno in vendita!
E come? Lo abbiamo già visto per il "cattivone" e per il "riccone": non appena una persona o un gruppo di persone negozia per ragioni indipendenti dalle informazioni possedute diverrà conveniente neutralizzare la loro azione attraverso arbitraggi. Gli speculatori non aspettano altro e in un regime di Speculocrazia sono loro a comandare.
Sei sicuro che gli obiettivi meritevoli siano misurabili?
Bella domanda. Oggi misuriamo la ricchezza in termini di PIL, la diseguaglianza in termini di coefficiente Gini, l' andamento dei prezzi in termini di panieri inflazionistici... Sono fiducioso che esistano molti obiettivi meritevoli che possono essere misurati in modo affidabile da organismi terzi.
Da leggere:
http://hanson.gmu.edu/ifpubs.html#Hanson