martedì 26 novembre 2019

DAL PATIBOLO

DAL PATIBOLO
Stanotte ho sognato che mi presentavo alle elezioni.
Promettevo prezzi più bassi, drastica riduzione delle diseguaglianze e lotta alla povertà. Lo facevo talmente bene che venivo eletto a furor di popolo. Colgo l'occasione per ringraziare i miei spin doctor.
Una volta entrato nella stanza dei bottoni mantenevo diligentemente le mie promesse. In breve tempo i prezzi sono crollati, la diseguaglianza dimezzata e la povertà diminuita. Tutti però hanno cominciato inspiegabilmente ad odiarmi finché ho subito un colpo di stato che mi ha condotto qui da dove vi parlo, sul patibolo.
Il fatto è che non ho tassato e redistribuito, come molti si aspettavano. Non ho nemmeno calmierato prezzi e tariffe, come nella speranza di molti. No, la mia ricetta è stata quella che propugno sempre (e che in campagna elettorale, seguendo i miei sondaggisti di fiducia, non ho voluto in effetti enfatizzare molto): una bella deregolamentazione abitativa con un generalizzato via libera a costruire.
COSTRUIRE-COSTRUIRE.COSTRUIRE. E se non c'è spazio, costruire sulle costruzioni. Mi attendevo un crollo dei prezzi, una maggiore disponibilità di case e una forte riduzione delle diseguaglianze e della povertà. Non ero certo del buon esito ma è proprio quel che è successo, senonché - i miei sondaggisti non erano mica scemi - tutto cio' è stato considerato comunque negativamente. Lo scenario roseo ha oltraggiato una larga fetta della popolazione, quella più influente. Una "fetta", diciamo così, particolarmente vociferante.
Forse "deregolamentare" suona a molte orecchie come un via libera all'egoismo. Oppure i proprietari si sono fatti quattro conti in tasca percependo una svalutazione della loro ricchezza. Ma molti altri, se mi è consentito dire, si sono avvantaggiati dalla nuova situazione. Alcuni, per esempio, hanno lasciato la loro piccola casa costosa in favore di una casa più grande e più economica. In tanti casi la perdita di valore del primo immobile è stato compensato dall'affarone concluso e un tempo impensabile. Ma c'è di più, in molte famiglie, con soddisfazione generale, i figli grandi (detti bamboccioni) sono andati a vivere per conto loro visto che ora potevano permetterselo.
Certo, una densità più elevata significa più congestione. Ma significa anche migliori opportunità di shopping, divertimento e occupazione. Molti pendolari hanno smesso di fare sacrifici. Il fatto stesso che i prezzi siano più elevati nelle città è un chiaro segno che lì, tutto sommato, si vive meglio. E ora "tutto è città" (un mio slogan non molto apprezzato). Certo, "Milano sarebbe graziosa senza tutte quelle persone" - cerco di parafrasare ironicamente i niei oppositori - ma "senza tutte quelle persone" Milano sarebbe Parabiago", come rispondevo con un altro mio slogan che ho dovuto ritirare dopo la denuncia del sindaco del ridente villaggio calzaturiero.
E poi, dico io, anche il proprietario colpito dalla svalutazione del suo immobile puo' ammortizzare le perdite se è disposto a darsi da fare. Esempio: puoi facilmente ottenere il diritto a suddividere il tuo lotto in tre e costruire tre case, in questo modo anche una riduzione del 50% del valore della casa che possiedi è un prezzo equo da pagare. Oppure: sostituisci la tua casa con un appartamento di 10 piani e intaschi la differenza. insomma, su, caro proprietario di case, potevi darti una mossa invece di frignare contro il governo (ovvero contro di me).
Sono certo che molte famiglie proprietarie ci hanno guadagnato e ne sono consapevoli, i modi per farlo non mancavano. Ma questo non significa che molte altre siano andate in confusione mentale mancando l'occasione, costoro hanno preferito lamentarsi e assalire il palazzo governativo. Un mio ex sondaggista che è venuto a trovarmi in carcere prima dell'esecuzione mi ha rivelato che persino gli affittuari - ovvero coloro che dalla mia riforma avevano solo da guadagnare - si oppongono alla deregolamentazione! Le persone sono matte. Comunque, dal momento che persino gli inquilini sono in confusione mentale sul problema, non mi meraviglia più di tanto che la sindrome NIMBY avesse assalito i proprietari rendendoli così rabbiosi. Anche se i più rabbiosi, ve lo devo confessare perché ho visto da vicino i loro occhi iniettati di sangue e sentito le loro bocche oblique che berciavano insulti, restano pur sempre coloro che percepiscono ogni attivismo e ogni brigare umano come un attentato alla Santa Immobilità, secondo loro unico preservativo all' Instabilissimo Equilibrio che ancora ci tiene tutti in vita ritardando l'apocalisse. C'è un temporale? Colpa di chi ha spostato la mattonella. C'è un terremoto? Colpa tua che ti sei mosso. C'è uno tsunami? Colpa di Tizio che zoppica quando cammina. C'è l'alluvione? Colpa di Caio che suda troppo. Crolla il ponte? Colpa della farfalla che ha sbattuto le ali... Ecco, devo ammettere di averlo scatenato non poco il tanto vituperato "attivismo", cosicché ora - a cose finalmente ricondotte nell'alveo della normalità - l'unico equilibrio instabile è quello del seggiolino su cui sto in piedi con il cappio al collo.
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https://www.econlib.org/deludedly-deeming-deregulation-a-disaster/

RIFORMA FISCALE (SENZA ISEE E NAVIGATOR)

RIFORMA FISCALE (SENZA ISEE E NAVIGATOR)
Viviamo un'epoca in cui la disuguaglianza è elevata e la demonizzazione dei ricchi è popolare, specie presso certi politici che desiderano aumentare la ridistribuzione delle risorse economiche.
Evitiamo il problema se sia giusto o meno, concentriamoci su come sia meglio tassare i ricchi facendo meno danni possibile.
Prima considerazione. Prendiamo due milionari in testa a tutte le classifiche dei redditi. Sono dei privilegiati ma sono anche molto diversi. Il Sig. Mani Bucate spende, spande e se la spassa. Beve vini costosi, guida Ferrari e vola con il suo jet privato per sontuose vacanze. Foraggia la politica sperando di ricavarne qualcosa. L'altro, il Sig. Frugale, guadagna tanto quanto Mani Bucate ma vive modestamente risparmiando la maggior parte dei suoi guadagni e accumulando un considerevole gruzzolo. Invece, investe i suoi soldi in start-up di successo, la sua passione. Ha in programma di lasciare parte della sua ricchezza a figli e nipoti vincolandoli a certi investimenti, ma anche alla sua alma attraverso un programma per i ragazzi di talento meno abbienti.
Domanda: chi dovrebbe pagare di più tra Mani Bucate e Frugale. Forse il secondo dovrebbe essere tassato meno, le sue attività beneficiano tutta la comunità. Ma, tra tutte, la cosa davvero inaccettabile è che venga tassato di più! Eppure questo è ciò che accade nel caso di una patrimoniale, che colpirebbe gli investimenti del sig. Frugale lasciando indenne Mani Bucate.
Esistono modi migliori per ridistribuire, modi che non penalizzano la prudenza e l'investimento sul futuro. Che ne dite di una mega addizionale forfettaria a tappeto sull'IRPEF per poi ridistribuire le entrate sotto forma di reddito universale di base? L'IRPEF c'è già, basterebbe fissare le addizionali. La ridistribuzione, essendo universale, sarebbe facile da amministrare. Insomma, si potrebbe fare tutto domani mattina.
Ma l'idea di un reddito di base universale ha molti critici. Il consiglio è quello di guardare le cose più da vicino. Considerate per esempio questi due piani:
1) Un trasferimento in base all'ISEE di 1.000 al mese per i più bisognosi finalizzato alle reale necessità. L'intero importo va solo ai redditi zero. Il trasferimento sfuma gradualmente quando si comincia a guadagnare fino ad azzerarsi a quota 60.000 euro. Il programma è finanziato con un'addizionale del 20% sui redditi sopra i 60.000 euro.
2) Un reddito universale di base pari a 1.000 al mese finanziato da un'imposta forfettaria del 20% su tutti i redditi.
Preferite il piano A o il piano B?
La maggioranza vede meglio A (è molto meno costoso). Motivazione: concentra l'aiuto su chi ha più bisogno, aumenta meno le imposte e lo fa solo sui ricchi. Il piano B è folle, che senso ha dare un reddito di base a Berlusconi?
Sono argomenti che seducono, ma seducono meno quando si svela che si tratta dello stesso piano espresso in modi diversi.
Basta guardare al netto (tasse meno trasferimenti) per accorgersene. Una persona con reddito zero ottiene 12.000 euro all'anno in entrambi i casi. Una persona con un reddito di 60.000 euro ottiene zero in entrambi i casi (riceve 12.000 e paga 12.000). Una persona con un reddito di 160.000 euro paga il 20% in più in entrambi i casi. Tutti si ritrovano con un'aliquota marginale del 20%.
Due lezioni: 1) se trovi un piano A, ricordati che c'è sempre un piano B equivalente. Molti critici del reddito di base universale non colgono l'equivalenza dei due approcci. Naturalmente il piano B è più facile da implementare (non serve nessun navigator e nessun incasinatissimo ISEE da compilare, tanto per capirsi). 2) E' sempre fuorviante concentrarsi su tasse e trasferimenti separatamente.
Concludo dicendo che il piano B è solo una versione dell'imposta negativa sul reddito che Milton Friedman ha proposto nel suo libro Capitalismo e libertà nel 1962. Sempre sia lodato.
Puo' il Maestro sbagliarsi? Certo che puo'... ma secondo me in questo caso ha ragione.

IL SENSO COMUNE COME BASE DELLA SCIENZA

IL SENSO COMUNE COME BASE DELLA SCIENZA
Tutta la scienza moderna si basa sull'induzione, ovvero su un ragionamento che estrapola informazioni da eventi passati. Supponiamo che io osservi un gran numero di cigni e che tutti siano bianchi. Applicando il ragionamento induttivo concludo che il prossimo cigno che incontrerò sarà probabilmente bianco. L'assunto è che gli oggetti non osservati di un determinato tipo tendono ad essere simili a quelli osservati dello stesso tipo.
Ma perché consideriamo vero questo principio chiave? Di sicuro non grazie alle osservazioni visto che per definizione il principio si applica solo a fenomeni non osservati. Non è nemmeno auto evidente visto che spesso non vale affatto: se al casinò esce il rosso tre volte di fila non è affatto detto che esca ancora. Nemmeno possiamo utilizzare l'induzione per provarlo, visto che cadremmo in un ragionamento circolare: non possiamo provare induttivamente che l'induzione funziona.
Di fronte a questa impotenza molti filosofi hanno rinunciato rassegnandosi allo scetticismo. Parlo di filosofi illustri come Hume e Popper! Ma lo scetticismo sembra una posizione folle: quasi tutte le nostre convinzioni sul mondo che ci circonda dipendono dall'induzione. Per esempio, personalmente penso che il sole sorgerà domani, perché mai dovrei essere scettico? È assurdo dire che credenze come questa siano completamente ingiustificate, si tratta di senso comune.
Fortunatamente, è possibile fornire un buon argomento, lo stesso che utilizziamo per risolvere i paradossi legati al principio di indifferenza (PI), ovvero il principio che ci fa attribuire probabilità uguali (50/50) quando siamo di fronte ad alternative di cui ignoriamo tutto.
Esempio di paradosso legato al PI: qual è la probabilità che ci sia una qualche forma di vita su Titano? Boh! Applichiamo il principio di indifferenza rispondendo 1/2. Ma lo stesso identico problema puo' essere riformulato così: qual è la probabilità che vi sia vita vegetale su Titano? Boh! Ancora una volta, rispondiamo a 1/2. E nessuna vita animale? Boh: 1/2. Ora riprendiamo il quesito iniziale: qual è la probabilità che su Titano non vi sia né vita vegetale né vita animale? Dobbiamo moltiplicare 1/2 per 1/2 e rispondere 1/4. Ciò significa che la probabilità di una qualche forma di vita su Titano è ora salita a 1 - 1/4 = 3/4, contraddicendo la nostra precedente stima di 1/2.
Come si sana questo paradosso? Nello stesso modo con cui si dimostra che l'induzione della scienza è più che giustificata. Ora però il post si è fatto lungo e non vado oltre, forse qualcuno ha qualche idea.
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riassuntino della risposta...  Perchè il sole del sorgere sì e il rosso alla roulette no? Perché i giri di roulette sono indipendenti tra loro (sicuro 100). Per la roulette, quindi, il principio di indifferenza si applica su rosso e nero 50/50. Ma il sorgere del sole domani è indipendente dalle osservazioni passate? Non so: 50/50 (è qui che si applica il PI e non all'evento). Quindi, ricapitoliamo, il sole sorgerà domani? Se l'evento è indipendente dal passato (0.5 per il PI) allora la prob che sorga è 0.5 (come il rosso per la roulette). Prob totale in caso di indipendenza 0.5*0.5=0.25. Se invece è dipendente dal passato (0.5 di prob per il PI) allora sorgerà come in passato, prob 1 (comunque superiore a 0.5). Prob totale che sorga nel caso di dipendenza 1*0.5=0.5 (comunque superiore a 0.25). Prob complessiva dell'evento "il sole sorge": 0.25+0.5=0.75 (cmq supriore a 0.5). Quindi, tra il sorgere e il non sorgere il primo evento è più probabile. La logica induttiva vale.

DISCRIMINARE E' BELLO

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DISCRIMINARE E' BELLO
Il mondo moderno si basa molto sulla divisione del lavoro, per questo viviamo in luoghi diversi, abbiamo stili di vita diversi e frequentiamo persone diverse. Ma anche nel mondo antico c'era una divisione dei compiti, cosicché le persone si formavano delle aspettative sulle altre persone assegnando loro dei "ruoli sociali" sulla base di talune caratteristiche esteriori immediatamente visibili.
Ad esempio, in una società con "ruoli di genere", ci sono aspettative ampiamente condivise riguardo ai tipi di compiti che le donne svolgono rispetto agli uomini. A volte queste aspettative erano così forti che alle donne era impedito fare altro. Ma più comunemente le aspettative potevano essere violate pagando un prezzo. C'erano ruoli sociali ovunque, legati alla famiglia, all'etnia, alla classe, all'età, al corpo, alla personalità e al luogo di nascita.
Quando esiste un modello sperimentato con successo è naturale e conveniente conservarlo per massimizzare l'informazione e rendere più prevedibile la società. Possiamo così sapere in anticipo le persone più adatte per certi compiti. Inoltre, si riducono i costi per programmare la formazione e le affiliazioni delle persone già nella prima fase della loro vita. Un bel guadagno.
E' la competizione tra gruppi a garantirci poi che certi equilibri nella distribuzione dei ruoli sono più efficienti di altri, per alimentare la competizione dovremmo favorire la diversità e il pluralismo.
Lo stereotipo che si forma puo' essere troppo forte o troppo debole. Nel primo caso facciamo eccessivo affidamento sulle aspettative iniziali e sperimentiamo troppo poco con le alternative. Ma con ruoli sociali troppo deboli, non sfruttiamo al meglio informazioni facilmente accessibili.
Ad esempio, consideriamo la variabile clima atmosferico. Se cresci in un clima particolare, la probabilità di vivere in un clima simile quando sarai adulto è elevata, quindi per te ha senso fin dall'inizio adattare le tue abitudini a quel contesto. Quando in seguito si cercherà una persona che viva e lavori al meglio in quel clima, ha senso optare per dei candidati che lo hanno già sperimentato, magari da secoli o millenni in modo tale che abbiano sviluppato un vantaggio sia culturale che genetico. Spesso costoro avranno sviluppato delle caratteristiche esteriori collaterali che faciliteranno la loro individuazione.
Capita che la società possa talvolta restare bloccata in equilibri inefficienti dove l'assegnazione tradizionale dei ruoli ha perso di senso visti i cambiamenti del contesto. Qui - al fine di sbloccare la situazione - le regole "antidiscriminatorie" possono giocare un ruolo al fine di allentare gli stereotipi. Purché si tenga conto che:
1) la libertà di sperimentare gioca un ruolo importante quando si tratta di scoprire nuovi equilibri, di conseguenza è giusto usare con parsimonia la coercizione.
2) Dovremmo attenderci un ruolo limitato nel tempo per qualsiasi regola anti-discriminatoria ricordandoci che noi dobbiamo "scoprire" il nuovo equilibrio efficiente, non cercare di raggiungerne uno di natura ideologica che abbiamo già in testa.
3) Anche quando i ruoli sociali possono cambiare, ci sarà un costo per tali cambiamenti, e quindi sarà spesso più conveniente insistere con la tradizione se il gioco non vale la candela.

FARSI PRENDERE SUL SERIO.

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FARSI PRENDERE SUL SERIO.
I social sono il trionfo del dilettantismo, in questo libro ci si chiede come un semplice appassionato possa dare un contributo originale nell'era dell'iper-specializzazione. Occorre tener presente in quali contesti è più probabile che la comunità degli esperti vada fuori strada in modo da intervenire lì con il giusto tempismo.
Nel famoso racconto di Hans Christian Andersen, "I vestiti nuovi dell'imperatore", un ragazzo sfida la convinzione ortodossa che l'imperatore indossi un bel vestito. Quando il ragazzo grida: "Ma l'imperatore è nudo!", tutti gli altri abbandonano l'ortodossia per seguire la sua ipotesi eretica. E' il classico caso in cui il dilettante rovescia un perverso equilibrio nel consenso degli esperti.
Ma ribaltare l'ortodossia non è così semplice, la reazione normale della gente è invece quella di bollare la sfida del ragazzo come un'opinione non qualificata. L'assenza di credenziali viene percepita come una spiacevole violazione dell'ordine sociale, qualcosa a cui pochi vorrebbero vedersi associati. Molte persone, anche se non hanno alcun interesse personale nelle convinzioni sfidate, resisteranno istintivamente, per esempio, alle credenze economiche eterodosse di un non economista, alle idee mediche eterodosse di un non medico o alle idee di gestione eterodossa di un dipendente di basso livello.
Nel gergo statistico la comunità degli esperti puo' restare bloccata in un "ottimo locale", ovvero in una situazione che per essere migliorata deve sopportare una marcia indietro che a nessun membro della casta conviene fare.
Se la sfida del dilettante si rivela senza basi allora siamo di fronte ad un errore di tipo I. Se invece non riesce o non ha il coraggio di sfidare il sistema, siamo nell'errore di tipo II. Yudkowsky afferma che ci preoccupiamo eccessivamente degli errori di tipo I e, di conseguenza, commettiamo troppi errori di tipo II. Nelle sue parole, il dilettante è troppo "modesto". Le abitudini sono dure a morire e gli individui che sfidano l'ortodossia sono messi a dura prova, questo intimidisce molti di loro. Bisogna coniugare modestia e testardaggine. Pensate a Galileo.
E' difficile coordinarsi per uscire da un cattivo equilibrio, anche se non ci sono problemi di "convenienza". Qui il dilettante puo' fare la differenza. Prendo un esempio dagli anni sessanta. L'omosessualità era vista da tutti come un disturbo psicologico, e il consenso si rifletteva nel Manuale diagnostico e statistico di quell'epoca. Quando questa idea rappresentava l'ortodossia, gli psicologi avevano un incentivo a rimanervi fedeli. Ci si aspettava che offrissero un trattamento al malato e la mancata risposta era vista come poco professionale. Gli stessi omosessuali avevano pochi incentivi per affermare di sentirsi bene così com'erano, per molti di loro la strategia migliore era quella di nascondere il presunto disturbo. Uscire da questo perverso equilibrio è stato duro: se l'omosessuale non cerca di affermare chiaramente che si sente bene così com'è, gli psicologi tenderanno a persistere nel trattare l'omosessualità come un disturbo. Se gli psicologi avessero continuato a considerare l'omosessualità come un disturbo mentale, sarebbe stato difficile per gli omosessuali affermare di essere sani. E' facile in questi casi restare bloccati senza un coordinamento. Occorreva allora una forza esterna alla comunità degli esperti.
Proseguo con gli esempi. La maggior parte delle persone che criticano l'economia tradizionale ha ovviamente torto. Pertanto, quando incontro un critico dell'economia tradizionale, il mio presupposto è che abbia torto. Quando io stesso critico l'economia tradizionale, il presupposto più ragionevole, me ne rendo conto, è che sia in errore. Il dilettante deve essere innanzitutto modesto. Ma molte persone che sfidano le credenze ortodosse sono troppo sicure di sé, motivo per cui la critica finisce per sommergerli. Tuttavia, chi è troppo sensibile alla modestia sbaglia nella direzione opposta e finisce spesso per non trovare nemmeno il coraggio di avanzare la sua critica: le persone intelligenti con poca auto-stima sono molto numerose.
Proseguo con qualche esempio. In economia la maggior parte degli studenti ha grande soggezione degli economisti con eccezionali capacità matematiche. Tuttavia, la sensazione che taluni complessi modelli matematici siano piuttosto sciocchi aleggia in modo evidente ma nessuno apre bocca. Un po' come con l'imperatore nudo. Le cose vanno avanti così da almeno mezzo secolo, oggi forse si registra un maggiore pluralismo metodologico ma la fuoriuscita dalla "palude matematica" è molto lenta.
La medicina è un buon campo dove sfidare il parere ufficiale degli esperti: i medici non conoscono il teorema di Bayes (tradotto: non sanno comporre i dati a loro disposizione) e spesso, in un sistema sovietizzato come il nostro, sono chiamati a svolgere in modo latente anche la funzione di ufficiali pubblici oltre che di controllori della spesa medica. Quando hai bambini piccoli te ne accorgi subito. Qualche esempio? L'ortodossia in pediatria insiste con i genitori per far dormire i neonati sulla schiena. Questo perché un pediatra si è fermamente convinto che ciò avrebbe ridotto i casi di morte improvvisa del bambino (una sindrome che chiamano SIDS). Ma il SIDS è un evento troppo raro per paticare rigorosi test controllati, che infatti non esistono. Si è solo registrato il fatto che il tasso di SIDS risultava più basso dopo che i pediatri hanno iniziato a divulgare questo consiglio. La cosa sembra bastare a molti anche se non sembra certo una prova "pesante" visto che (a) molti altri fattori sono cambiati nel tempo e (b) le cause della morte sono state riportate in modi non sistematici. Nel frattempo, si osserva che molti bambini ora mostrano uno sviluppo ritardato nel gattonare, e più di un pediatra lo attribuisce a disturbi alla schiena, senza accennare ai disturbi del sonno, che potrebbe avere un collegamento con il modo di dormire dei bambini.
Per concludere direi che chiunque coltivi opinioni eretiche su vari temi dovrebbe leggere il libro, farsi prendere sul serio è alquanto arduo per un dilettante e le dritte di di Yudkowsky mi sembrano sensate.

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Inadequate Equilibria: Where and How Civilizations Get Stuck

lunedì 25 novembre 2019

integrazione

Vuoi favorire l'integrazione dell'immigrato? Sposalo!!

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beneficienza internazionale e domestica

Se un CEO che guadagna 100 volte il reddito di un cittadino medio dovrebbe donare di più in beneficenza nazionale, i molti cittadini che guadagnano 100 volte il reddito dei poveri internazionali dovrebbero donare di più in beneficenza internazionale.

Già ma un euro del Berlusca lo danneggia meno rispetto a un euro che sce dal mio portafoglio (rendimento decrescente RD). Vero ma RD implica che il mio euro produce più bene.

E poi: una volta che guadagni 50.000 euro aggiungere qualche euro non fa molta differenza (sempre per RD).

Prendere dal Berlusca è meno produttivo che prendere da me poiché nel primo caso è più probabile che si dirottino risorse da investimenti produttivi.