sabato 17 novembre 2012
Probabilità, valore atteso e code grasse
Oggi viviamo in un mondo di "loss an island effect", le medie sono inservibili e la matematica è inutilizzabile, è da buttare e il fatto che i crimini siano diminuiti è irrilevante, a meno che con si voglia confondere probabilità e valore atteso, rischio e incertezza. Come si fa a prendere sul serio le serie storiche quando il contesto è così profondamente mutato: ieri avevamo le mazze, offi i missili nucleari li compriamo al supermercato. Questo se non vogliamo parlare di psicologia della persona.
http://www.fooledbyrandomness.com/longpeace.pdf
http://stevenpinker.com/pinker/files/comments_on_taleb_by_s_pinker.pdf
http://www.prospectmagazine.co.uk/magazine/john-gray-steven-pinker-violence-review/
venerdì 16 novembre 2012
Slow food
giovedì 15 novembre 2012
I bambini sono razzisti?
mercoledì 14 novembre 2012
Violenza domestica sugli uomini
E per completare: http://archerave111.blogspot.it/2012/08/erin-e-le-altre.html
Istruzione: finti dubbi e strategie
Perché nelle aule universitarie dove si tengono prestigiose lezioni, pur essendo l' accesso praticamente libero, entrano solo gli iscritti intenzionati a dare l' esame finale?
Perché ci si preoccupa tanto quando appena prima dell' esame emerge una nostra lacuna mentre, ad anni di distanza, ci è abbastanza indifferente constatare che ci siamo dimenticati alcune nozioni apprese a suo tempo sui banchi?
Perché superato l' ultimo esame nessuno dice mai: "ok, puo' bastare", e ci si incaponisce invece nel fare la tesi e conseguire il diploma di laurea?
Perché se l' "istruzione è un investimento fantastico" gli studenti non finanziano i propri studi attraverso mutui privati?
Perché paghiamo volentieri per chiudere un buon affare ma troviamo seccante far fronte alla retta scolastico-universitaria?
Perché gli insegnanti prendono laboriose contromisure per ostacolare la copiatura dei compiti mentre la cosa non sembra preoccupare molto gli interessati (che anzi si dedicano in modo massiccio a questa attività appena se la possono permettere)?
Perché se si propone di valutare gli insegnanti diversificandone gli stipendi si assiste a un' unanime levata di scudi? In teoria i migliori dovrebbero essere favorevoli e i peggiori contrari. Di unanime c' è solo l' avversione al rischio e una reazione tanto compatta si spiega solo se la valutazione è vissuta come una lotteria. Non è che forse è davvero così?
Perché lo studente che non copia è considerato "onesto" anziché un semplice "egoista" impegnato a coltivare il proprio orticello?
Preferireste buttarvi nel mondo del lavoro con una laurea 110/110 alla Bocconi avendo una preparazione da 90/110 a Urbino oppure con una laurea 90/110 conseguita a Urbino avendo una preparazione da 110/110 alla Bocconi?
Perché se possiamo prendere 30 (o 9) studiando meno finisce sempre che studiamo meno?
Perché molte delle nostre conoscenze ci derivano dall' ambiente in cui abbiamo studiato? Togliete dal valore degli studi quello delle relazioni a cui vi fanno accedere e valutate pure quel che resta.
Perché l' affaire Giannino è passato tanto in sordina? Giannino non millantava lauree estranee alla sua attività. Non millantava titoli per attirare qualche vecchietta sprovveduta (come fanno certi falsi dentisti): millantava titoli inerenti alla sua opera quotidiana che svolgeva in pubblico e fianco a fianco con esperti riconosciuti del settore. Millantava la forma esibendo la sostanza. Viene da chiedersi perché, di fronte a questi scandali sui titoli, non ci si indigni contro le università all' apparenza tanto inutili.
Perché dire che bisognerebbe investire sulla scuola scatena regolarmente l' applauso anche di coloro che, una volta interrogati, dimostrano di non avere alcuna idea di quanto si stia già investendo?
Perché quando ci comunicano che c' è un' "ora buca" reagiamo con sollievo se non con felicità?
Quante nozioni apprese nel corso degli studi utilizzate regolarmente oggi?
Perché tra lo scetticismo degli psicologi si sottolinea tanto spesso che la scuola "insegna a pensare", oppure, come variante, che la scuola non deve "riempire" le teste ma "costruirle"?
Perché le imprese preferiscono assumere un lavoratore competente anziché uno incompetente? In fondo potrebbero optare per il secondo pagandolo meno. Sembrerebbe che le discriminazioni sulla base delle capacità deprimano il candidato, diversamente da quelle sul titolo di studio. E quindi?
Non serve rispondere per esteso. Serve invece mettersi una pulce nell' orecchio circa il reale contributo di scuola e università nella formazione del capitale umano. Non vi sembra che la vulgata per cui "l' istruzione è un investimento fantastico" faccia acqua da tutte le parti?
2. Qualche strategia.
Gli insegnanti lamentano spesso l' esiguità dello stipendio che ricevono e in effetti oggi come oggi il loro impegno sembra più che altro un progetto di volontariato per donne con mariti destinati a portare a casa la pagnotta.
Come cambiare le cose? Ci si puo' lamentare a oltranza, viviamo in un Paese dove questa (prima) strategia paga.
In alternativa si puo' studiare la legge della domanda e dell' offerta cercando di agire in conformità ad essa. Inutile allora enfatizzare quanto sia preziosa l' opera dell' insegnante: anche l' acqua è un bene prezioso, eppure, contrariamente agli inutili diamanti, costa poco o niente.
Vado oltre, la "rispettabilità" che la società riconosce all' insegnante e al suo ruolo puo' nuocere al conquibus visto che porta con sé una qual forma di prestigio sociale. Lo sanno bene le prostitute che accumulano ricchezze proprio facendo leva sul disgusto che suscita la loro attività.
Un parallelo meno provocatorio potrebbero offrirlo gli idraulici: privi di laurea, master e specializzazioni varie si fanno guardare facilmente dall' alto in basso monetizzando questa "umiliazione" tramite corrispettivi che l' insegnante si sogna la notte.
Semplice: meno prestigio, meno concorrenza, più corrispettivo.
Ma ho l' impressione che l' insegnante sia un tipo ambizioso, difficilmente lo si puo' indirizzare verso la (seconda) strategia dell' umiltà, lui pretende sia prestigio che stipendio congruo, ci scommetto.
In questo caso non resta che guardare a notai, dentisti, commercialisti e compagnia cantante, si tratta di categorie che fanno soldi sbarrando gli "ingressi" nel novero dei fortunati; la legge (che si sono fatti fare) glielo consente e loro la sfruttano. Meno concorsi, meno assunzioni, meno insegnanti, più soldi a parità di prestigio.
La terza strategia è però condannata se non elude un ostacolo evidente: il Sindacato. Un sindacato politicamente potente vuole tanti iscritti per manovrare tanti voti, ma tanti insegnanti significa stipendi bassi. Presumibilmente da noi gli stipendi sono più bassi che altrove proprio perché il nostro sindacato è uno dei più politicizzati (talmente politicizzato che organizza persino manifestazioni per la Palestina pur di non occuparsi degli stipendi degli iscritti!).
Se non si possono aumentare gli stipendi di tutti si possono pur sempre aumentare gli stipendi di qualcuno (quarta strategia). Pensate solo a un mondo con "education on-line": esisterebbero pochi insegnanti superstar pagati quanto Ronaldo o Messi.
Ma restiamo con i piedi per terra affrontando la dura realtà. Problema: come individuare i meritevoli?
L' intuito ci dice che alcuni insegnanti sono meglio di altri, peccato che non esistano dati oggettivi in grado di confortarci sul punto in modo inequivocabile. Puoi controllare per razza, genere, titoli, esperienza senza incontrare mai differenze apprezzabili. La cosa è piuttosto frustrante, la qualità di un insegnante sembra essere allora qualcosa di "personale", una specie di fascino. E si capisce, in fondo l' insegnante è chiamato per lo più a motivare i ragazzi su materie noiose, e deve farlo senza barare, ovvero senza rendere meno noiosa e ostica la materia che insegna: siamo a scuola, mica al festival della matematica o della biologia. Si potrebbe allora misurare quanto il docente conosca cio' di cui parla: la preparazione è segno di passione e avere passione è un prerequisito per comunicarla e motivare il discente.
Da qualsiasi parte la si prenda la strada delle "misurazioni della qualità" è impervia, non per niente si chiamano "qualità"; stentiamo a definire le condizioni "necessarie", figuriamoci quando affronteremo le "sufficienti".
Sarà per tutto questo che va alla grande la quinta strategia: trovarsi un coniuge solvibile e/o un secondo lavoro.
- Frequentare l' università non serve ad accumulare capitale umano e nemmeno a segnalare uno status bensì a segnalare conformismo.
- Perché non l' intelligenza o la volontà? Perché quella puo' essere testata velocemente e in modo affidabile, specie l' intelligenza.
- Servono davvero tanti anni per segnalare conformismo? Certo, essere conformisti per sei mesi son capaci tutti. Cio' non toglie che ci sia uno spreco a tutto vantaggio di chi nella scuola ci campa.
- Se è uno spreco di risorse presto avremo alternative più economiche: non stanno mai per molto 1000 euro sul marciapiede.
- Difficile pensare ad alternative, guarda al fallimento dell' education onlineo: e.o. non segnala conformismo, anzi, attrae (adverse selection) gli anti-conformisti essendo un' alternativa più veloce e meno costosa dell' università tradizionale con tutti i suoi rituali.
- Ma gli imprenditori non hanno alternative a cui rivolgersi? L' università sussidiata puo' permettersi percorsi lunghi e tortuosi, è chiaro che gli imprenditori scelgono al vertice, indipendentemente dal fatto che un vertice tanto elevato non sia "efficiente", tanto non pagano loro.
- La soluzione? Non viene dall' online ma dal taglio dei sussidi.
- Analogia: la coda degli uccelli del paradiso: segnala prestanza ma causava molte vittime cosicché gli uccelli decisero di tagliarsela di venti cm ciascuno: il potere segnaletico restò intatto ma gli sprechi furono spazzati via.
- Cosa c' è che non va nella teoria dello status? Lì sì che non c' è motivo affinché un' alternativa si affermi.
- La teoria del signalling (cosa dicono i vicini?) ossifica la situazione, del resto il conformismo è anche augurabile (vedi distinzione uomo/animale). Come risolvere? Grazie al mercato, le alternative si impongono quando sono molto convenienti.
- Teoria della scuola: 20% capitale umano, 10% status e 70% signalling.
Politiche anti-cicliche: la classifica
1. politiche monetarie convenzionali (tassi d' interesse).
2. politiche monetarie non convenzionali (quando i tassi sono a zero).
3. politiche fiscali centrate sugli sgravi all' investimento privato.
4. politiche fiscali keynesiane.
Le politiche monetarie sono da privilegiare: basta assumere che il livello della spesa pubblica sia già ottimo e i motivi sono auto evidenti.
L' investimento è da privilegiare: il consumo è a breve periodo e incentivarlo rischia di distorcere l' apparato produttivo visto che quel genere di domanda non è destinato a riproporsi. L' investimento invece è a lungo termine e viene individuato tenendo conto degli scenari post crisi.
la politica monetaria incentrata sugli investimenti significa: prestare ai prestatori.
Giudicare le politiche anti-cicliche in base ai moltiplicatori è sconsigliabile: non tengono conto della composizione del PIL.
Il miglior modo per attuare 3? Uno sgravio contributivo. Ma, per quanto detto prima, limitato alla quota a carico dell' impresa!
Da notare che non esistono motivi per andare oltre 2. Una politica monetaria non convenzionale basta e avanza per perseguire tutti gli obiettivi occupazionali. Tanto è vero che gli autori dicono prudentemente "qualora per qualsiasi motivo 2 non si possa attuare..."
http://www.themoneyillusion.com/?p=9254
http://scholar.harvard.edu/mankiw/files/exploration_of_optimal.pdf
Speculando sulla malattia mentale
Oltretutto i matti non sembrano mancare di coerenza, tanto è vero che i coerenti ci sembrano talvolta dei matti in preda ad ossessioni.
Certo, i matti ci appaiono come gente che sbaglia. Il fatto è che il mondo è pieno di gente che sbaglia sistematicamente.
E che dire di chi classifica il matto come affetto da tare genetiche? Che la sua osservazione è poco utile: dal panzone a chi vota a sinistra, tutti noi siamo pesantemente condizionati dalla nostra struttura genetica.
Nemmeno è utile definire la follia come una malattia mentale. Se il brain scanner è rosso anziché blu, perché mai devo parlare di malattia o salute? E questo accantonando il cosiddetto problema endogeno: sono gli stati del cervello la causa dei comportamenti insani o è la decisione di tenere certi comportamenti a causare taluni particolari "brain state"? Le correlazioni non sono una causa, ma c' è di più, accettando la prima teoria che fine fa la nostra libertà? Sì perché noi tutti abbiamo preferenze specifiche.
Ecco allora che l' economista soccorre: il malato mentale è un tizio con preferenze (come tutti noi) estreme e soggetto a vincoli (come tutti noi).
http://econfaculty.gmu.edu/bcaplan/inecon.htm
***************
Singolare teoria sulla depressione: la depressione è un modo per ottenere tanto dando poco. Una specie di sciopero che minaccia chi non puo' fare a meno di noi. Il più delle volte funziona.
Ma il suicidio? Resta inspiegato (contrariamente al tentato suicidio).
ma il depresso non si sente affatto nelle vesti di un uomo d' affari? a sant' iddio, è così difficile capire che noi attuiamo gran parte delle nostre strategie evolutive inconsciamente. La stessa mancanza di coscienza è totalmente funzionale all' obiettivo!
http://econlog.econlib.org/archives/2006/09/an_evolutionary.html
bargaining model
Medicine salvavita: le pistole
A study by Gary Kleck and Marc Gertz found that Americans use guns in perceived self-defense nearly 2.5 million times per year. This same study found that nearly 400,000 Americans believe gun ownership saved their lives. Of course, these Americans might be exaggerating the danger they faced, and they might be mistaken in believing that a gun was necessary to save their lives. However, suppose just 1 out of 10 of these Americans were correct. Under that assumption, the number of lives saved by private gun ownership each year exceeds the number of lives lost
http://econlog.econlib.org/archives/2012/11/brennans_libert.html#
martedì 13 novembre 2012
Perché chi s' indigna per il condono poi non s' indigna per la patrimoniale?
Punto primo: lo Stato, dopo non aver potuto prendere la sua parte, promette vita dura all' evasore.
Poi lo "perdona" attraverso ripetuti condoni venendo meno alla parola data.
E' forse questo uno Stato credibile? Secondo molti no.
http://youtu.be/0mD7TazUCjc?t=52s
Punto secondo: lo Stato, dopo aver preso la sua parte, promette al contribuente un reddito disponibile.
Poi, qualora il contribuente non si liberi immediatamente di tali ricchezze (magari al casinò) torna a "spennarlo" attraverso una patrimoniale, venendo così meno alla parola data.
E' forse questo uno Stato credibile? Secondo molti sì.
http://youtu.be/TPwzQ_t9bbM?t=11s
Ecco, chi ha guardato i video sa già che deve rispondere a una domanda: cosa pensa quando i "molti" di cui al primo punto coincidono coni "molti" di cui al secondo?
Questa pipa non è una pipa
C' è un solo modo per uscire dalla crisi: i tedeschi devono pagare per noi. Poiché sembrano riluttanti (ma come si permettono!) bisogna che lo facciano senza accorgersene. Insomma, serve una parolina per dire "questa pipa non è una pipa", non dovrebbe essere un problema per noi "meridionali".
http://www.radio24.ilsole24ore.com/main.php?dirprog=Nove%20in%20punto%2C%20la%20versione%20di%20Oscar
http://www.radio24.ilsole24ore.com/player/player.php?filename=121112-
EMH e Eugene Fama
As the market efficiency ideas took shape, itdawned on me that the reason the trading rules I’ddeveloped earlier didn’t work out of sample wasbecause price changes were random, which at thatpoint was what people thought an efficient marketmeant. We know now it doesn’t. Market efficiencymeans that deviations from equilibrium expectedreturns are unpredictable based on currently available information. But equilibrium expected returnscan vary through time in a predictable way, whichmeans price changes need not be entirely random...
: I think the global crisis was first a problem of political pressure to encourage the financing of subprime mortgages... . I don’t think the crisis was a problem with markets.
The worst thing to come out of thatexperience, in my view, is the concept of “too bigto fail.” Basically, the institutions that are considered to be too big to fail have their debt pricedas if it’s riskless, which gives them a low cost ofcapital and makes it very easy for them to expandand become an even bigger problem. Plus, everybody now accepts the assertion that they are toobig to fail, which creates a terrible moral hazardfor the management of these financial institutions.
The simplest solution would be to raise the capitalrequirements of banks. A nice place to start wouldbe a 25% equity capital ratio, and if that doesn’twork, raise it more. The equity capital ratio needsto be high enough that a too-big-to-fail financialinstitution’s debt is riskless,
is ex post storytelling and doesn’tgenerate new testable hypotheses It’s not ascience. In Daniel Kahneman’s book Thinking, Fastand Slow, he states that our brains have two sides:One is rational, and one is impulsive and irrational.What behavior can’t be explained by that model?
Simple. Balance the budget. I heard avery prominent person say in private that we couldbalance the budget by going back to the level ofgovernment expenditures in 2007. The economyis currently about the size it was then. If you justrolled expenditures back to that point, I think itwould come close to balancing the budget.
here is something I never would have expected. The failure of LTCM, a firm founded and run on the premise that the EMH was wrong, actually shows that . . . the EMH is wrong!
Eppure:
The efficient market hypothesis implies that it should be very difficult to beat the markets, as asset prices should already reflect all publicly available information. Many people found this hard to accept; surely really smart people are better investors than the average schmuck! Not surprisingly, the very smartest people of all, including not one but two Nobel Prize-winning finance professors, gave in to temptation and joined a hedge fund that was set up to find market anomalies and to make investments that took advantage of the market’s inefficiencies. That hedge fund was called “Long Term Capital Management.” Of course anyone who has read ancient Greek tragedies knows what happened next...
E qui ci sta a fagiolo l' aneddoto con Fama:
You have to be impressed by the resourcefulness of the anti-EMH, crowd. If LTCM and its merry band of Nobel-Prize winning economists had actually beat the market, if they had used market anomalies to get rich, well then it would have been the death knell of the EMH. Every time Fama said “if you’re so smart how come you’re not rich,” people would have responded that Scholes and Merton did get rich by spotting market inefficiencies. Instead they failed miserably, and this shows . . . it show that markets are inefficient because the market can stay irrational longer than you can stay solvent.
La cosa non vi ricorda qualcosa?
It reminds me of people who see monopoly everywhere. High prices? Clearly monopolistic exploitation. Low prices? Ah, that’s predatory pricing. The same price as your competitor? Obviously price fixing.http://www.themoneyillusion.com/?p=4121
Dallo stato alla società
1. E' più importante la "velocità" o la "maniera"?
2. il burocrate non sa "calcolare", e non è solo questione di mega pc, le informazioni sono disperse ed ineffabili non sono "dati". Di più, a volte si formano contestualmente all' azione (lezione Mises/Hayek).
3. Il burocrate manca d' incentivi (lezione Friedman/Buchanan).
4. distinguiamo tra privatizzazione e esternalizzazione: nel secondo caso manca la concorrenza. Se una funzione statale è dannosa, conseguirla in modo efficiente peggiora le cose: l' esternalizzazione delle prigioni ha consentito di persistere nel perseguimento dei victimless crime. Per l' autentica privatizzazione ci manca la parola, che ne dite di "devolution"?
5. come effettuare le privatizzazioni? In ordine preferenziale: 1. vendere e abbassare le tasse con il ricavato; 2. dare azioni a tutti 3. dare azioni ai lavoratori dell' impresa privatizzata
6. Non tutto è privatizzabile come auspicato. Vedi solo il caso delle strade.
http://www.cato-unbound.org/2012/10/01/sheldon-richman/from-state-to-society/
lunedì 12 novembre 2012
La sete di governo dei libertari
In passato andava di moda una lezione chiara. più il governo lavora male, meno domanda di governo ci sarà presso i cittadini.
Logico no? Peccato che le evidenza non confermino: a chiedere più governo sono proprio i cittadini che vivono in paesi con governi molto difettosi (l' Italia, per esempio). Come spiegarlo?
Forse chi abita in un paese retto da governi corrotti non auspica una drastica riduzione ma una moralizzazione. D' altro canto laddove il governo è più competente si accorgerà presto che una qualche forma di "privatizzazione" è auspicabile.
D' altro canto è bene che i libertari s' innamorino del governo: diverranno più esperti di politica e la cosa volgerà a loro vantaggio allorché proporranno le riforme. Una privatizzazione dilettantesca rischio di rinfocolare lo statalismo.
La narrativa passata dei libertari ha un rischio evidente: divide tra buoni (imprenditori) e cattivi (burocrati). Nessuna persona smaliziata crederà mai a nulla del genere. E anche gli ingenui non constateranno mai come i cattivi stiano solo da una parte.
L' urlo di battaglia si trasforma così da "tagliare" a "competenza"!
Qualcuno evidenzia un paradosso libertario: la libertà produce ricchezza e la sempre maggiore ricchezza produce domanda di governo. Ancora più chiaro chi formula in questo modo: la libertà produce innovazione e l' innovazione rende meno costosa la centralizzazione del potere.
I due dogmi libertari ("la libertà è bella" e "il governo è cattivo") andrebbero differenziati: il primo è molto più importante. A volte ci si è talmente spinti oltre su questa strada fino a fare l' apologia delle libertà positive, francamente il tutto suona come un rinnegamento dei principi libertari, senza contare che molti temi che mettono in imbarazzo i libertari (riscaldamento globale, proprietà intellettuale) possono rivelarsi inaspettatamente proficui alla causa. Non a caso uno dei massimi pensatori libertari fu Julian Simon, uno studioso che si dedicò anima e corpo proprio a queste tematiche "imbarazzanti".
LETTURE:
http://reason.com/archives/2010/01/13/five-reasons-why-libertarians/print
http://econlog.econlib.org/archives/2010/02/five_responses.html
http://econlog.econlib.org/archives/2010/02/why_arent_the_i.html
http://www.economics.harvard.edu/faculty/shleifer/files/NBER_Regulation%20and%20Distrust.pdf
http://www.cato-unbound.org/2007/03/11/tyler-cowen/the-paradox-of-libertarianism/
http://econlog.econlib.org/archives/2007/03/worst_advice_to.html
Market Monetarism
Ecco allora la ricetta Keynesiana: pompaggio di moneta e politica fiscale.
Ma la scuola chicagoana delle aspettative opina: pompare moneta genera un inflazione anticipata dagli operatori, questo vanifica i tentativi di ripristino: i prezzi reali non si abbassano. La stagflazione degli anni 70 fu un grande successo predittivo di questa scuola.
La politica fiscale senza regole, poi, autorizza i politici a fare deficit e distorcere l' apparato produttivo. Qui l' apporto dei virginiani fu decisivo per costruire una critica coerente.
Eppure la disoccupazione esiste ed esistono anche buone teorie per spiegare la rigidità dei prezzi verso il basso. I neo keynesiani, per esempio, puntano il dito sulle difficoltà di coordinamento: "abbassa prima tu", "no, prima tu"... Abbassare i prezzi produce esternalità positive nei confronti delle altre aziende e questo semplice fatto rende difficoltoso coordinarsi.
I market monetarism coniugano neo classici e neo keynesiani. Ma come?
Dei keynesiani respingono l' ossessione sui tassi d' interesse: non sono un buon segnale per capire se una politica monetaria sia o meno abbastanza espansiva, anche da questo errore scaturisce l' ingiustificato scetticismo dei keynesiani verso le politiche monetarie che, stando ai MM possono e devono fare di più.
Dei monetaristi si respinge l' idea di mantenere costante l' inflazione. E perché mai? L' inflazione è l' unico strumento in nostro possesso per generare tassi negativi. Se ha senso abbassare i tassi, quando i tassi sono a zero ha senso renderli negativi.
E' vero, l' inflazione anticipata non abbatte i prezzi reali ma spinge all' uscita dalla trappola della liquidità. Quand' anche la rigidità dei prezzi sia solo verso il basso, ha senso produrre una certa dose di inflazione.
I Market monetarist hanno un padre nobile: Milton Friedman. Specialmente il MF che additò la politica monetaria restrittiva del 1932 come causa principale della Grande Depressione. Non condividono però con MF l' esistenza di un "long and variable lag" della politica monetaria. No, tutto è anticipato dal mercato e quasi tutto ha un effetto immediato. Qui, è chiaro, si professa il Vangelo di Lucas.
Il target della banca centrale diventa l' NGNP: in caso di shock sul lato dell' offerta non si esacerbano i problemi, al limite si sopporta un breve periodo di inflazione, nel caso di shock della domanda l' uscita dalla "trappola" è pressoché garantita.
Come targetizzare NGNP? Tramite un mercato dei future e relativa speculocrazia.
Alternative all' inflazione: penale (tasse) sulle riserve bancarie, a partire, ovviamente, dalle riserve presso la banca centrale..
da leggere:
http://en.wikipedia.org/wiki/Market_monetarism
http://www.econlib.org/library/Enc/NewKeynesianEconomics.html
http://econfaculty.gmu.edu/bcaplan/macro.doc