"... Edward Wilson, così come Steven Pinker, crede che, poichè la religione puo' essere analizzata e spiegata come un prodotto dell' evoluzione cerebrale, ecco che si prosciuga ogni sua autorità morale. Ma a Wilson sembra sfuggire che la scienza stessa è un prodotto delle forze evolutive sul cervello e per essa vale esattamente lo stesso discorso che si tiene per "far fuori" la religione. In questo caso lo sforzo di delegittimazione fallisce da un punto di vista meramente logico prima ancora di iniziare..."
Kenneth Miller - Finding Darwin' s God - p.284
venerdì 30 aprile 2010
giovedì 29 aprile 2010
Homo Hypocritus
Nel fare unici e 730 mi corrono tra le mani montagne di fatture mediche e scontrini farmaceutici. Montagne.
Pare che alcune persone passino dal medico un giorno sì ed uno no, la farmacia è per molti adulti quello che per i bambini è il negozio dei giocattoli. C' è chi ama cazzeggiare davanti al PC e chi lo fa in ambulatorio. E' chiaro che tutto cio' ha ben poco a che fare con la salute.
Lo scollamento tra spesa sanitaria e salute ha nella mia vita molteplici conferme.
Vi faccio sentire la nostra ginecologa solo qualche giorno fa: "... forse sarebbe meglio fare anche gli esami X e Y... più che altro per non avere nessun senso di colpa qualora dovesse succedere che...".
Capito? Gran parte degli esami verrebbero prescritti per una questione psicologica, e proprio per una questione psicologica io, se devo essere sincero, non mi sento di declinarli. Ringrazio dio di aver incontrato un medico che parla chiaro.
Le forbici di Tremonti sono in cerca di qualcosa da "tagliare". Cavolo, consiglio vivamente di guardare alla spesa sanitaria, si potrebbe dimezzare se solo la psicologia cedesse spazio alla razionalità.
Ma se non spendiamo per curarci per cosa spendiamo?
Robin Hanson dice che spendiamo per segnalare (a noi e agli altri) la cura che abbiamo di noi stessi: siamo diligenti nella cura della nostra persona, ci piace dirlo e dircelo.
I veri motivi non li so, per ora mi basta sapere che non spendiamo (molto) per curarci.
Ma il giochino del rovesciamento motivazionale non si limità alla "salute".
C' è chi spiega la società mettendo al centro l' egoismo dell' uomo (parlo degli economisti).
C' è chi punta tutto sull' invidia.
Che non sia invece l' ipocrisia il sole attorno al quale orbitano tutti i pianeti?
Le cose si fanno e non si dicono, i più allenati riescono a non dirle neanche a se stessi. Siamo degli ipocriti che inseguono X per catturare Y; se tra noi c' è un uomo rosso anzichè blu, meglio non farne parola, chi sa tacere presto riuscirà anche a non vedere, l' evoluzione spesso premia questo genere d' ipocrisia.
Davide direbbe "in base a quale diritto parli delle intenzioni altrui"?
La risposta sarebbe facile: in base al diritto di avere delle idee.
In fondo però concordo con lui: si risulta antipatici non prendendo sul serio le motivazioni altrui.
Allora non resta che affrontare la questione empiricamente, e quella montagna di coriandoli che esce dalle farmacie e che ci tocca sommare meticolosamente in questo periodo è già una piccolissima prova.
Pare che alcune persone passino dal medico un giorno sì ed uno no, la farmacia è per molti adulti quello che per i bambini è il negozio dei giocattoli. C' è chi ama cazzeggiare davanti al PC e chi lo fa in ambulatorio. E' chiaro che tutto cio' ha ben poco a che fare con la salute.
Lo scollamento tra spesa sanitaria e salute ha nella mia vita molteplici conferme.
Vi faccio sentire la nostra ginecologa solo qualche giorno fa: "... forse sarebbe meglio fare anche gli esami X e Y... più che altro per non avere nessun senso di colpa qualora dovesse succedere che...".
Capito? Gran parte degli esami verrebbero prescritti per una questione psicologica, e proprio per una questione psicologica io, se devo essere sincero, non mi sento di declinarli. Ringrazio dio di aver incontrato un medico che parla chiaro.
Le forbici di Tremonti sono in cerca di qualcosa da "tagliare". Cavolo, consiglio vivamente di guardare alla spesa sanitaria, si potrebbe dimezzare se solo la psicologia cedesse spazio alla razionalità.
Ma se non spendiamo per curarci per cosa spendiamo?
Robin Hanson dice che spendiamo per segnalare (a noi e agli altri) la cura che abbiamo di noi stessi: siamo diligenti nella cura della nostra persona, ci piace dirlo e dircelo.
I veri motivi non li so, per ora mi basta sapere che non spendiamo (molto) per curarci.
Ma il giochino del rovesciamento motivazionale non si limità alla "salute".
C' è chi spiega la società mettendo al centro l' egoismo dell' uomo (parlo degli economisti).
C' è chi punta tutto sull' invidia.
Che non sia invece l' ipocrisia il sole attorno al quale orbitano tutti i pianeti?
Le cose si fanno e non si dicono, i più allenati riescono a non dirle neanche a se stessi. Siamo degli ipocriti che inseguono X per catturare Y; se tra noi c' è un uomo rosso anzichè blu, meglio non farne parola, chi sa tacere presto riuscirà anche a non vedere, l' evoluzione spesso premia questo genere d' ipocrisia.
Davide direbbe "in base a quale diritto parli delle intenzioni altrui"?
La risposta sarebbe facile: in base al diritto di avere delle idee.
In fondo però concordo con lui: si risulta antipatici non prendendo sul serio le motivazioni altrui.
Allora non resta che affrontare la questione empiricamente, e quella montagna di coriandoli che esce dalle farmacie e che ci tocca sommare meticolosamente in questo periodo è già una piccolissima prova.
Tutto quel che resta...
1%.
E' la percentuale di PIL che oggi spendiamo per la Difesa.
2%.
E' quella spesa per l' Ordine Pubblico.
Adamo (Smith), il padre di tutti gli economisti moderati, dovrebbe chetarsi: per lui la spesa pubblica ha senso e serve a salvaguardare le proprietà dei cittadini.
Vogliamo poi prendere ai ricchi per dare ai poveri... vogliamo essere generosi? Allora concediamoci un grasso 2%, purchè lì dentro ci stiano anche le spese dei burocrati.
Vogliamo poi scialare, quando invece ci sono ampi margini per ridimensionare? Siccome vogliamo sprecare con abbondanza, raddoppiamo! Arriviamo ad un 10%.
Mi sembra che non ci sia altro da sistemare con le tasse.
1+2+2+5(sprechi).
Ecco, immagino un mondo in cui due partiti contendono appassionatamente: moderati e radicali. Solo i primi ritengono necessarie le spese di cui sopra. Avranno ragione? Ah, saperlo.
E tutto il resto? Tutto cio' che non sta nè con i radicali nè con i moderati? Tutto il resto è... fascio-socialismo.
P.S. 1+2+2+5... oggi si viaggia intorno al 50%.
P.S. link (p.12).
http://www.aldobattista.it/spesa/spesa.htm
E' la percentuale di PIL che oggi spendiamo per la Difesa.
2%.
E' quella spesa per l' Ordine Pubblico.
Adamo (Smith), il padre di tutti gli economisti moderati, dovrebbe chetarsi: per lui la spesa pubblica ha senso e serve a salvaguardare le proprietà dei cittadini.
Vogliamo poi prendere ai ricchi per dare ai poveri... vogliamo essere generosi? Allora concediamoci un grasso 2%, purchè lì dentro ci stiano anche le spese dei burocrati.
Vogliamo poi scialare, quando invece ci sono ampi margini per ridimensionare? Siccome vogliamo sprecare con abbondanza, raddoppiamo! Arriviamo ad un 10%.
Mi sembra che non ci sia altro da sistemare con le tasse.
1+2+2+5(sprechi).
Ecco, immagino un mondo in cui due partiti contendono appassionatamente: moderati e radicali. Solo i primi ritengono necessarie le spese di cui sopra. Avranno ragione? Ah, saperlo.
E tutto il resto? Tutto cio' che non sta nè con i radicali nè con i moderati? Tutto il resto è... fascio-socialismo.
P.S. 1+2+2+5... oggi si viaggia intorno al 50%.
P.S. link (p.12).
http://www.aldobattista.it/spesa/spesa.htm
add. vedi anche questo contributo: http://www.libertiamo.it/2011/06/16/tagliare-la-spesa-pubblica-dando-1000-euro-ai-piu-poveri/
Aspettando il casco dei ciclisti
Davanti alle Sezioni Unite la Cassazione, in seguito a un esposto dell'associazione 'Amici dei bambini', ha affermato che le coppie intenzionate a chiedere in adozione uno o più bambini non possono dirsi indisponibili a ricevere bimbi di pelle nera o di etnia non europea. No, quindi, alla discriminazione razziale.
Un' altra mandata per bloccare meglio il gabbio, un' altra graffetta per sigillare meglio il plico.
Slogan: il proibizionismo non paga.
Pro memoria: libertà di discriminare = libertà di scegliere.
Lezione: e c' è pure chi si ostina a confondere "liberal" e "liberali". Un esempio del genere ci evita persino di studiare la Storia delle ideologie.
Un' altra mandata per bloccare meglio il gabbio, un' altra graffetta per sigillare meglio il plico.
Slogan: il proibizionismo non paga.
Pro memoria: libertà di discriminare = libertà di scegliere.
Lezione: e c' è pure chi si ostina a confondere "liberal" e "liberali". Un esempio del genere ci evita persino di studiare la Storia delle ideologie.
NYC "graffettata"
Malattie metaforiche
"... è importante considerare che i legislatori non scoprono i "crimini": li creano in quanto vietano condotte ritenute indesiderabili. Allo stesso modo gli psichiatri non scoprono le "malattie mentali": le creano individuando condotte riprovevoli. Costoro, attribuendo denominazioni di patologie a condotte riprovevoli, fungono da legislatori, non da scienziati. Furono legislatori quando classificarono come malattia la masturbazione o la schizofrenia, l' omosessualità o il bipolarismo. Purtroppo nessuna diagnosi di malattia mentale è o potrebbe essere dettata da una patologia, tutte le diagnosi in questo campo sono (e non possono essere altro) che dettate da incentivi non medici bensì economici, personali, politici, sociali. Le diagnosi psichiatriche non indicano lesioni anatomiche o fisiologiche, non fanno riferimento ad agenti patogeni bensì alludono a comportamenti umani e a problemi umani, problemi che hanno a che fare con i dilemmi che paziente, parenti e psichiatra sono chiamati ad affrontare e di cui ciascuno tenta di approfittare a suo modo. La mia critica concettuale alla psichiatria consiste essenzialmente nella trascurata distinzione tra l' uso letterale e l' uso metaforico del termine "malattia mentale", una distinzione mai chiarita e sulla quale si gioca molto..."
Thomas Szasz - Il mito della malattia mentale -
In epoca di scientismo, biologismo e determinismo spinto, chi crede nel libero arbitrio rivaluta le tesi del "matto responsabile": se lui è davvero "incapace" anche noi rischiamo, se con lui fanno una frittata anche noi potremmo essere "sbattuti".
Thomas Szasz - Il mito della malattia mentale -
In epoca di scientismo, biologismo e determinismo spinto, chi crede nel libero arbitrio rivaluta le tesi del "matto responsabile": se lui è davvero "incapace" anche noi rischiamo, se con lui fanno una frittata anche noi potremmo essere "sbattuti".
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mercoledì 28 aprile 2010
Dipingere la Tv e suonare la voce
I’m inspired by television and movies from my childhood. It’s funny how you watch some of those things today and wonder why you were so obsessed with them at the time. I remember the Fonz being SO much cooler than he actually was. My paintings are basically just placards screaming ‘Childhood! It was amazing! I want it forever, please!’ I paint mainly in my pajamas, watching the Muppet Show and eating cereal. I’d like to think it shows. James Hance.
***
Siccome nel combo svizzero venne a mancare il basso, John Wolf Brennan decise di sopperire alla lacuna ospitando Bruno Amstad, uno che però sa suonare solo la sua voce... Tutto bene quel che finisce bene.
***
Siccome nel combo svizzero venne a mancare il basso, John Wolf Brennan decise di sopperire alla lacuna ospitando Bruno Amstad, uno che però sa suonare solo la sua voce... Tutto bene quel che finisce bene.
Dove scoccare la freccia
"... molto meglio per il liberale non fissarsi nell' opposizione ad ogni redistribuzione che garantisca un "minimo" sociale; se ha davvero a cuore la sua causa, che si dedichi piuttosto a monitorare lo sfondamento dei quel "minimo", visto che prima o poi verrà travolto nell' indifferenza generale. Nulla di più facile che snocciolare esempi: se una legge impone al distributore di servizi telefonici di garantire ovunque una copertura minima, ecco che all' introduzione di nuove e più avanzate tecnologie in quel settore costui presto sarà tenuto a consentirne ovunque l' accesso, cosicchè una diminuzione nei costi produttivi non si traduce mai, guardacaso, in una diminuzione dei sussidi impliciti. Persino inutile a questo proposito avanzare il caso preclaro della Sanità, settore dove presto anche la cura più avanzata deve essere universalizzata..."
Richard Epstein - Priciples for a free society, p.221.
Ottimo punto che fa il paio con l' altro. Ed ecco allora fissata l' agenda liberale.
Richard Epstein - Priciples for a free society, p.221.
Ottimo punto che fa il paio con l' altro. Ed ecco allora fissata l' agenda liberale.
La Santa Alleanza
"Concentrarsi sulle differenze tra diritto naturale e utilitarismo tende ad oscurare le forti relazioni tra le due scuole. Il punto chiave è che, mentre esiste una differenza metodologica, è evidente per contro uno stretto collegamento degli esiti. Entrambe le visioni danno un ruolo centrale alla proprietà, entrambe si preoccuopano dell' aggressione fisica e della frode. E' una sfida intellettuale di prim' ordine rintracciare sostanziali differenze tra Loche e Hume, tra Bentham e Blackstone, perlomeno se poi confrontiamo questi autori con l' impostazione marxista o socialista o comunitaria o femminista o positivista.
Non penso che questo stretto legame sia una mera coincidenza. Piuttosto si fonda su una non riconosciuta convergenza che rischia di passare inosservata forse perchè molti esponenti coinvolti sui due fronti impegnano gran parte del tempo a farsi una poco interessante guerra filosofica. Ma se andiamo all' origine le affinità erano già patenti ascoltando la voce dei padri del diritto naturale, molti dei quali erano fieri di far notare il benessere sociale che comportava l' applicazione di alcune regole di fondo. Per questi pensatori solo la volontà divina poteva dare forza di legge ad un comando, ma era la "manifesta utilità" di quel comando che certificava la saggezza divina e l' autentica origine della regola. Anche se nei tempi moderni si è più sospettosi sull' origine divina, il rifiuto di un simile fondamento non comporta il rifiuto di un simile approccio e di simili regole; si dirà piuttosto che l' "utilità" passa dall' essere un segnale della presenza divina all' essere un criterio autosufficiente per giudicare particolari regole".
Richard Epstein - Priciples for a free society, p.58
Dopo premesse di tal fatta, Epstein si dedica allo smantellamento sistematico di cio' che resta del "positivismo giuridico". Come bersaglio di riferimento sceglie Hart e il suo tentativo di rianimare il cadavere eccellente.
Non penso che questo stretto legame sia una mera coincidenza. Piuttosto si fonda su una non riconosciuta convergenza che rischia di passare inosservata forse perchè molti esponenti coinvolti sui due fronti impegnano gran parte del tempo a farsi una poco interessante guerra filosofica. Ma se andiamo all' origine le affinità erano già patenti ascoltando la voce dei padri del diritto naturale, molti dei quali erano fieri di far notare il benessere sociale che comportava l' applicazione di alcune regole di fondo. Per questi pensatori solo la volontà divina poteva dare forza di legge ad un comando, ma era la "manifesta utilità" di quel comando che certificava la saggezza divina e l' autentica origine della regola. Anche se nei tempi moderni si è più sospettosi sull' origine divina, il rifiuto di un simile fondamento non comporta il rifiuto di un simile approccio e di simili regole; si dirà piuttosto che l' "utilità" passa dall' essere un segnale della presenza divina all' essere un criterio autosufficiente per giudicare particolari regole".
Richard Epstein - Priciples for a free society, p.58
Dopo premesse di tal fatta, Epstein si dedica allo smantellamento sistematico di cio' che resta del "positivismo giuridico". Come bersaglio di riferimento sceglie Hart e il suo tentativo di rianimare il cadavere eccellente.
martedì 27 aprile 2010
lunedì 26 aprile 2010
Non più di venti, mi raccomando!
Prendi un uomo a caso. Fallo fuori e con i suoi organi salva 5 persone.
Cos' è quella faccia? Qualcosa non ti quadra?
Vabbè, anzichè 5 salvane 10.
Ancora quel muso poco convinto?! E allora saliamo a 20.
Attenzione a prolungare oltre le tua perplessità, 20 è un numero importante.
Se dici ancora "no" allora di fatto sei un pacifista chiamato ad opporsi a praticamente tutte le guerre. Non parliamo poi se si arriva a 30... 50... 100!
Niente di speciale, ma scommetto che a qualcuno ripugna essere definito "pacifista", e magari scopre solo ora di esserlo. Meglio tardi che mai.
Bottom line: la guerra la fanno i soldati, se la facessero i poliziotti finirebbero tutti in galera poichè il nostro diritto (e quello di tutti i paesi) consente solo ai soldati di mietere vittime innocenti senza risponderne.
Cos' è quella faccia? Qualcosa non ti quadra?
Vabbè, anzichè 5 salvane 10.
Ancora quel muso poco convinto?! E allora saliamo a 20.
Attenzione a prolungare oltre le tua perplessità, 20 è un numero importante.
Se dici ancora "no" allora di fatto sei un pacifista chiamato ad opporsi a praticamente tutte le guerre. Non parliamo poi se si arriva a 30... 50... 100!
Niente di speciale, ma scommetto che a qualcuno ripugna essere definito "pacifista", e magari scopre solo ora di esserlo. Meglio tardi che mai.
Bottom line: la guerra la fanno i soldati, se la facessero i poliziotti finirebbero tutti in galera poichè il nostro diritto (e quello di tutti i paesi) consente solo ai soldati di mietere vittime innocenti senza risponderne.
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Sainkho Namtchylak
sabato 24 aprile 2010
Scienziati credenti. Finalmente i numeri.
Esce un nuovo libro
In the first systematic study of what scientists actually think and feel about religion, Elaine Howard Ecklund investigates the assumption that science and religion are irreconcilable. In her research, Ecklund surveyed nearly 1,700 scientists and interviewed 275 of them. She finds that most of what we believe about the faith lives of elite scientists is wrong. Nearly 50 percent of them are religious. Many others are what she calls "spiritual entrepreneurs," seeking creative ways to work with the tensions between science and faith outside the constraints of traditional religion. No one has produced a study as deep and broad as Ecklund's, perhaps its most surprising finding is that nearly a quarter of the atheists and agnostics describe themselves as "spiritual"... only a small minority are actively hostile to religion... Ecklund reveals how scientists—believers and skeptics alike—are struggling to engage the increasing number of religious students in their classrooms and argues that many scientists are searching for "boundary pioneers" to cross the picket lines separating science and religion.
In the first systematic study of what scientists actually think and feel about religion, Elaine Howard Ecklund investigates the assumption that science and religion are irreconcilable. In her research, Ecklund surveyed nearly 1,700 scientists and interviewed 275 of them. She finds that most of what we believe about the faith lives of elite scientists is wrong. Nearly 50 percent of them are religious. Many others are what she calls "spiritual entrepreneurs," seeking creative ways to work with the tensions between science and faith outside the constraints of traditional religion. No one has produced a study as deep and broad as Ecklund's, perhaps its most surprising finding is that nearly a quarter of the atheists and agnostics describe themselves as "spiritual"... only a small minority are actively hostile to religion... Ecklund reveals how scientists—believers and skeptics alike—are struggling to engage the increasing number of religious students in their classrooms and argues that many scientists are searching for "boundary pioneers" to cross the picket lines separating science and religion.
venerdì 23 aprile 2010
Peana rischiosi?
Lo gradisco per quanto reputi Zaia un semi-pericolo pubblico!
Lo so, è una contraddizione... ma con Langone è inevitabile.
Consola veder esaltato il lato anti proibizionista del governatore... e (quasi) nascosto tutto il resto.
Lo so, è una contraddizione... ma con Langone è inevitabile.
Consola veder esaltato il lato anti proibizionista del governatore... e (quasi) nascosto tutto il resto.
giovedì 22 aprile 2010
Premi eugenetici
Quando mi veniva voglia dello scrittore "di razza", un tempo compulsavo la lista dei premi Nobel. Oggi forse non è il modo più efficace per reperirli, meglio prestare attenzione a quelle figure di contorno in "perenne attesa" e destinate a non essere mai premiate, i nomi pressapoco si sanno: se ieri c' era Josè Louis Borges, oggi ci sono Philip Roth, Margaret Atwood...
Ecco, Margaret Atwood.
Ho letto deliziato i suoi racconti, e ora capisco un po' meglio perchè il Nobel dovuto non le verrà conferito: purtroppo le sue donnine la notte non prendono sonno facilmente; e si capisce, per nessuna di loro la felicità è possibile. Crollato il sistema di valori che le garantiva almeno in parte, tutte navigano a vista in una società che le espone a rischi e scelte di ogni sorta. Poverine, impacciate e spigolose cercano di arrangiarsi come possono ricorrendo ad espedienti vari sempre sul filo del rasoio. Sono tristi al pensiero che devono offendersi qualora ricevano l' agognato aiuto che quindi nessuno darà loro. Quando le incontri dopo anni la loro faccia è smunta e segnata, il loro corpo è come se si fosse ridotto, chiacchierano meno di una volta e se le abbracci non vogliono mai essere trattenute a lungo; vorresti anche baciarle ma non ti sembra mai il momento giusto. Il mondo patriarcale, con il suo codice inflessibile di regole, aveva capito l' impossibilità della libertà totale ma "come in un haiku giapponese dalla forma rigida ne offriva al suo interno una stupefacente quantità".
Il freddo canadese non sembra proprio assomigliare a quello scandinavo e la Atwood non sembra omologarsi agli standard eugenetici tanto cari ai giudici svedesi.
Ecco, Margaret Atwood.
Ho letto deliziato i suoi racconti, e ora capisco un po' meglio perchè il Nobel dovuto non le verrà conferito: purtroppo le sue donnine la notte non prendono sonno facilmente; e si capisce, per nessuna di loro la felicità è possibile. Crollato il sistema di valori che le garantiva almeno in parte, tutte navigano a vista in una società che le espone a rischi e scelte di ogni sorta. Poverine, impacciate e spigolose cercano di arrangiarsi come possono ricorrendo ad espedienti vari sempre sul filo del rasoio. Sono tristi al pensiero che devono offendersi qualora ricevano l' agognato aiuto che quindi nessuno darà loro. Quando le incontri dopo anni la loro faccia è smunta e segnata, il loro corpo è come se si fosse ridotto, chiacchierano meno di una volta e se le abbracci non vogliono mai essere trattenute a lungo; vorresti anche baciarle ma non ti sembra mai il momento giusto. Il mondo patriarcale, con il suo codice inflessibile di regole, aveva capito l' impossibilità della libertà totale ma "come in un haiku giapponese dalla forma rigida ne offriva al suo interno una stupefacente quantità".
Il freddo canadese non sembra proprio assomigliare a quello scandinavo e la Atwood non sembra omologarsi agli standard eugenetici tanto cari ai giudici svedesi.
mercoledì 21 aprile 2010
Stucco
Allulli pensa che esistano metodi validi per dare una valutazione quantitativa alle prestazione dello studente.
Israel si oppone con la consueta "serenità e pacatezza" di chi è stato morsicato da strani rettili.
C' è un gran sfoggio di ricerche e studi, approfittatene per approfondire.
La cosa che meglio si capisce, comunque, è l' utilità di una battaglia contro la scuola unica.
Beato il giorno in cui Israel e Allulli potranno trovare soddisfazione iscrivendo i loro figli nella scuola che risponde meglio alle loro esigenze.
Visto il tenore dello scontro non pare proprio che sia la stessa.
Concentrandosi sulla salvezza dei loro figli e trascurando quella degli altri bambini, sicuramente eviteranno battibecchi; inoltre, sottoponendo la rispettiva prole a sperimetazione differenti con esito visibile a tutti, contribuiranno in modo più pacifico e fattivo al dibattito.
Chiamatela pure virtù dell' egoismo, una virtù tanto rara in un tempo dove s' intensifica la circolazione dei "salvatori del mondo".
Israel si oppone con la consueta "serenità e pacatezza" di chi è stato morsicato da strani rettili.
C' è un gran sfoggio di ricerche e studi, approfittatene per approfondire.
La cosa che meglio si capisce, comunque, è l' utilità di una battaglia contro la scuola unica.
Beato il giorno in cui Israel e Allulli potranno trovare soddisfazione iscrivendo i loro figli nella scuola che risponde meglio alle loro esigenze.
Visto il tenore dello scontro non pare proprio che sia la stessa.
Concentrandosi sulla salvezza dei loro figli e trascurando quella degli altri bambini, sicuramente eviteranno battibecchi; inoltre, sottoponendo la rispettiva prole a sperimetazione differenti con esito visibile a tutti, contribuiranno in modo più pacifico e fattivo al dibattito.
Chiamatela pure virtù dell' egoismo, una virtù tanto rara in un tempo dove s' intensifica la circolazione dei "salvatori del mondo".
Sono tra noi
Inutile strizzare gli occhi per individuare i pixel che comprovino l' inesistente fotomontaggio, i quadri di Alexa Mead si aggirano veramente nel mondo degli uomini.
Ed ora, qualcosa di completamente diverso...
Solo negli anni zero del terzo millennio l' invenzione del microfono verrà veramente valorizzata, ci si accorse finalmente che la musica è più vicina a noi del nostro deodorante, ci si accorse che c' è un canto latente anche nell' intimo bisbiglio, nel sussurro semi-disarticolato, che si possono intessere raffinati contrappunti con fiati e singulti abortiti. Un giorno il bucolico Ethan Rose rapì nei suoi studi la folksinger Laura Gibson e se la lavorò facendo da apripista.
Ed ora, qualcosa di completamente diverso...
Solo negli anni zero del terzo millennio l' invenzione del microfono verrà veramente valorizzata, ci si accorse finalmente che la musica è più vicina a noi del nostro deodorante, ci si accorse che c' è un canto latente anche nell' intimo bisbiglio, nel sussurro semi-disarticolato, che si possono intessere raffinati contrappunti con fiati e singulti abortiti. Un giorno il bucolico Ethan Rose rapì nei suoi studi la folksinger Laura Gibson e se la lavorò facendo da apripista.
martedì 20 aprile 2010
Nossa Senhora
L' improvvisazione dei portoghesi Sao Paulo Undergrond (tromba, chitarra elettrica, elettronica low fi) è irta di aculei pungenti e non sembra assomigliare certo ad una compunta preghiera. Non escludo comunque che nella scala mistica, oltre una certa soglia di penetrazione spirituale, alla ciacolatoria mnemonica subentri, prima di sboccare nell' abbandono finale della visione, una specie di orazione compulsiva, improvvisata e rapsodica.
Per chi comunque predilige l' orazione da salotto e non vuole rinunciare al glamour, sempre dal Portogallo arrivano cristalli devozionali di pregevole fattura, ecco l' austera Vergine
Per chi comunque predilige l' orazione da salotto e non vuole rinunciare al glamour, sempre dal Portogallo arrivano cristalli devozionali di pregevole fattura, ecco l' austera Vergine
lunedì 19 aprile 2010
L' arte di non porgere l' altra guancia
Jean Moreau piange tutte le sue lacrime per la morte del marito, ma noi in quel momento di legittima debolezza non la vediamo.
La vediamo solo dopo, quando ormai di lacrime non ne ha più, e nella parte della donna disidratata è davvero speciale.
Sì, abbiamo visionato questo film per fare un parallelo con Kill Bill.
La vendicatrice americana c' incanta per il senso della missione e per la tecnica sopraffina con cui la porta a termine, una tecnica esaltata dal valore delle vittime che semina dietro di sè.
La vendicatrice francese c' incanta per il senso della missione e per la fredda crudeltà con cui la porta a termine, una crudeltà esaltata dal disvalore delle vittime: gente che sarebbe stato giusto graziare.
La sposa di Tarantino lotta per vivere (con sua figlia), la sposa di Truffaut lotta per morire (pacificata). La prima è un' atleta, la seconda una kamikaze; alla prima sposa si addicono le tutine gialle, solo la seconda puo' invece ben dirsi una... "Sposa in nero".
La vediamo solo dopo, quando ormai di lacrime non ne ha più, e nella parte della donna disidratata è davvero speciale.
Sì, abbiamo visionato questo film per fare un parallelo con Kill Bill.
La vendicatrice americana c' incanta per il senso della missione e per la tecnica sopraffina con cui la porta a termine, una tecnica esaltata dal valore delle vittime che semina dietro di sè.
La vendicatrice francese c' incanta per il senso della missione e per la fredda crudeltà con cui la porta a termine, una crudeltà esaltata dal disvalore delle vittime: gente che sarebbe stato giusto graziare.
La sposa di Tarantino lotta per vivere (con sua figlia), la sposa di Truffaut lotta per morire (pacificata). La prima è un' atleta, la seconda una kamikaze; alla prima sposa si addicono le tutine gialle, solo la seconda puo' invece ben dirsi una... "Sposa in nero".
venerdì 16 aprile 2010
Suonatori di giradischi
Filippetto Paolini è tra i nostri migliori turntablist; beato lui, alloggiato nel suo mondo virtuale, da buon parassita sonoro puo' permettersi di mettere in piedi un' orchestra composta unicamente dai suoi idoli (che sono in gran parte anche i miei, sigh).
Se non piace fa niente: con un piccolo file manager, manipolando il manipolatore, si tirano fuori delle originali sonerie d' autore per il cellulare!
Purtroppo esce solo in vinile e io non ho voglia di rispolverare tutto l' ambaradan per lui. L' alternativa è l' mp3 che davvero in questo caso non rende (non sono certo un fissato!); solo l' ascolto con i media adatti (la cuffia è il minimo) lo fa saltar fuori dal pc come merita.
un suo dj set, tanto per gradire...
Se non piace fa niente: con un piccolo file manager, manipolando il manipolatore, si tirano fuori delle originali sonerie d' autore per il cellulare!
Purtroppo esce solo in vinile e io non ho voglia di rispolverare tutto l' ambaradan per lui. L' alternativa è l' mp3 che davvero in questo caso non rende (non sono certo un fissato!); solo l' ascolto con i media adatti (la cuffia è il minimo) lo fa saltar fuori dal pc come merita.
un suo dj set, tanto per gradire...
giovedì 15 aprile 2010
Ssshhhh: cose che non si possono dire
Problema: le donne dell' Ottocento vivevano in un mondo più libero di quello d' oggi?
Prima di rispondere è bene tenere a mente che "ricchezza" e "libertà" sono concetti da non mischiare indebitamente.
E' d' uopo, poi, appuntarsi anche questo:
1. prima: meno tasse;
2. prima: meno regole;
3. prima: no voto. Ok, ma forse è irrilevante: il voto serve per liberarsi, se le donne erano più libere prima cio' significa che il diritto di voto sarà anche un valore, ma non serve la causa della libertà.
4. prima: marito capo-famiglia. Anche questo forse è irrilevante: il matrimonio era pur sempre volontario e il patriarcato solo un default; un default deve pur esserci.
Cosa resta da aggiungere? Ah, sì: parecchie leggi all' apparenza oppressive a quanto pare non opprimevano granchè vista la loro difficile applicazione; per lo stesso motivo parecchie leggi permissive di oggi non permettono un granchè.
Ricordo solo che proibire cio' che non farei non limita di molto la mia libertà.
formalizziamo queste ultime considerazioni attaccandoci il punto cinque:
5. Le leggi irrilevanti non contano.
E la pressione del giudizio sociale, dove la mettiamo? La buttiamo via: avere un' idea sulle cose non diminuisce il grado di libertà sociale. La "mentalità" non conta in questa sede (vedi bottom line).
Sembrerebbe proprio che le donnine di Sex and the City stiano giocando in una gabbietta più angusta rispetto a quella che limitava l' agire delle loro trisavole.
Vale anche la pena di ricordare che il mondo delle trisavole ha prodotto il mondo di "S&C", mentre il mondo di "S&C" ha prodotto... vedremo.
link dei link
Bottom line: ... the idea that we should discount voluntary choices in other cultures more than in ours because of their supposed cultural brainwashing is pretty arrogant...
Veramente concludere come ho concluso è piuttosto azzardato ma della conclusione, sorpresa!, in questo caso non m' interessa granchè, il mio vero obiettivo era un altro: non sopporto chi fa della libertà uno stendardo da alzare a priori. Questa voglia di essere dalla parte della libertà inquina la discussione!
C' è addirittura chi si dipinge un "mondo perfetto", una "situazione ideale", per poi concludere: "ecco, quello è un mondo libero".
Per costoro la libertà coincide con il "bene a prescindere" e per definirla devono raffigurarsi per l' appunto codesto "bene".
All' apparenza litigano tra loro per stabilire cosa sia la "libertà", non si accorgono che invece stanno litigando solo per definire cosa sia il "bene".
Il buon senso, in questi casi, indicherebbe come preferibile il percorso esattamente opposto: prima definisci la "libertà", caro mio, e poi giudica se per te è un "bene" e fino a che punto.
In questo modo, per esempio, sarebbe legittimo dire che le donne dell' Ottocento erano più libere ma, siccome la libertà stressa, la situazione attuale è di gran lunga più rilassante per tutti.
Scommetto che l' orecchio di molti in un' affermazione del genere percepirebbe una nota stonata al di là di ogni merito.
Prima di rispondere è bene tenere a mente che "ricchezza" e "libertà" sono concetti da non mischiare indebitamente.
E' d' uopo, poi, appuntarsi anche questo:
1. prima: meno tasse;
2. prima: meno regole;
3. prima: no voto. Ok, ma forse è irrilevante: il voto serve per liberarsi, se le donne erano più libere prima cio' significa che il diritto di voto sarà anche un valore, ma non serve la causa della libertà.
4. prima: marito capo-famiglia. Anche questo forse è irrilevante: il matrimonio era pur sempre volontario e il patriarcato solo un default; un default deve pur esserci.
Cosa resta da aggiungere? Ah, sì: parecchie leggi all' apparenza oppressive a quanto pare non opprimevano granchè vista la loro difficile applicazione; per lo stesso motivo parecchie leggi permissive di oggi non permettono un granchè.
Ricordo solo che proibire cio' che non farei non limita di molto la mia libertà.
formalizziamo queste ultime considerazioni attaccandoci il punto cinque:
5. Le leggi irrilevanti non contano.
E la pressione del giudizio sociale, dove la mettiamo? La buttiamo via: avere un' idea sulle cose non diminuisce il grado di libertà sociale. La "mentalità" non conta in questa sede (vedi bottom line).
Sembrerebbe proprio che le donnine di Sex and the City stiano giocando in una gabbietta più angusta rispetto a quella che limitava l' agire delle loro trisavole.
Vale anche la pena di ricordare che il mondo delle trisavole ha prodotto il mondo di "S&C", mentre il mondo di "S&C" ha prodotto... vedremo.
link dei link
Bottom line: ... the idea that we should discount voluntary choices in other cultures more than in ours because of their supposed cultural brainwashing is pretty arrogant...
Veramente concludere come ho concluso è piuttosto azzardato ma della conclusione, sorpresa!, in questo caso non m' interessa granchè, il mio vero obiettivo era un altro: non sopporto chi fa della libertà uno stendardo da alzare a priori. Questa voglia di essere dalla parte della libertà inquina la discussione!
C' è addirittura chi si dipinge un "mondo perfetto", una "situazione ideale", per poi concludere: "ecco, quello è un mondo libero".
Per costoro la libertà coincide con il "bene a prescindere" e per definirla devono raffigurarsi per l' appunto codesto "bene".
All' apparenza litigano tra loro per stabilire cosa sia la "libertà", non si accorgono che invece stanno litigando solo per definire cosa sia il "bene".
Il buon senso, in questi casi, indicherebbe come preferibile il percorso esattamente opposto: prima definisci la "libertà", caro mio, e poi giudica se per te è un "bene" e fino a che punto.
In questo modo, per esempio, sarebbe legittimo dire che le donne dell' Ottocento erano più libere ma, siccome la libertà stressa, la situazione attuale è di gran lunga più rilassante per tutti.
Scommetto che l' orecchio di molti in un' affermazione del genere percepirebbe una nota stonata al di là di ogni merito.
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