Dico cosa conta: geni, famiglia, ambiente non famigliare.
Do' le percentuali: 45-5-50.
Spiego la mia scelta: è quella che meglio si puo' giustificare in base ai fatti, il resto non conta.
Bene, divagando qua e là, sarebbe bene ragionare tenendo per ferma questa premessa.
E il libero arbitrio in tutto cio' non c' entra nulla, mi raccomando.
giovedì 16 luglio 2009
Approfondimenti per il cittadino che ha tempo da perdere
Quando sento dire che bisogna "tagliare gli sprechi" faccio uno sbadiglio e tiro dritto.
Quando leggo libri come "La Casta", giunto a metà della Prefazione la palpebra s' incricca. Mi pervade un senso di inanità per lo sforzo profuso.
Quando sento parlare di "corruzione", di "malagestione", di "malasanità" e cose del genere, sento l' esigenza di andare altrove per impiegare in modo più produttivo il mio tempo.
Sprechi, sprechi, sprechi... a cominciare dal tempo dedicato ad ascoltare le dununce. A cominciare dalla sempre più stanca indignazione di dovere. quella tipica di chi è stato risparmiato dallo studio della Storia.
In molti ci prendono in giro spendendo e spandendo alle nostre spalle mentre gravano sul bilancio della nazione. Maledetti! Ma cosa posso farci? Indignarmi? Ho di meglio da fare. E' sempre andata così e sempre andrà così. Si migliora con i tempi dell' evoluzione. Forse mi basta la goduria di sapere che lo devono fare di nascosto, mi basta la loro vergogna le poche volte che vengono messi con le spalle al muro.
Ad essere seccante invece è quando mi prendo in giro da solo. Quando lo scialo avviene alla luce del sole e con il mio consenso inerziale. Ogni giorno che ho tempo da perdere scopro cose degne di moooolto più tempo da perdere (messaggio per vlad).
Se mi lamento delle tasse troppo elevate, chi mi marca stretto e sa della mia allergia manifestata più sopra per le scorciatoie di prammatica, pensa di avere l' antidoto e me lo inocula:
"E a cosa rinunceresti, forse a spendere per avere una buona Istruzione superiore?". Sì.
"Ah sì? E magari - dimmelo che mi faccio una risata - anche ad una sanità che funziona?"
Beh, forse sì. Il fatto e che prima dovrei capire dei fatti molto strani (ah... se avessi del tempo da perdere mi dedicherei a questi inutili chiarimenti). In particolare dovrei capire come mai negli ultimi 30 anni il terrificante aumento delle spese mediche di cui hanno goduto i paesi più sviluppati ha apportato benefici molto ambigui. Ambigui perchè sembra proprio che non riguardino la salute delle persone.
Quando leggo libri come "La Casta", giunto a metà della Prefazione la palpebra s' incricca. Mi pervade un senso di inanità per lo sforzo profuso.
Quando sento parlare di "corruzione", di "malagestione", di "malasanità" e cose del genere, sento l' esigenza di andare altrove per impiegare in modo più produttivo il mio tempo.
Sprechi, sprechi, sprechi... a cominciare dal tempo dedicato ad ascoltare le dununce. A cominciare dalla sempre più stanca indignazione di dovere. quella tipica di chi è stato risparmiato dallo studio della Storia.
In molti ci prendono in giro spendendo e spandendo alle nostre spalle mentre gravano sul bilancio della nazione. Maledetti! Ma cosa posso farci? Indignarmi? Ho di meglio da fare. E' sempre andata così e sempre andrà così. Si migliora con i tempi dell' evoluzione. Forse mi basta la goduria di sapere che lo devono fare di nascosto, mi basta la loro vergogna le poche volte che vengono messi con le spalle al muro.
Ad essere seccante invece è quando mi prendo in giro da solo. Quando lo scialo avviene alla luce del sole e con il mio consenso inerziale. Ogni giorno che ho tempo da perdere scopro cose degne di moooolto più tempo da perdere (messaggio per vlad).
Se mi lamento delle tasse troppo elevate, chi mi marca stretto e sa della mia allergia manifestata più sopra per le scorciatoie di prammatica, pensa di avere l' antidoto e me lo inocula:
"E a cosa rinunceresti, forse a spendere per avere una buona Istruzione superiore?". Sì.
"Ah sì? E magari - dimmelo che mi faccio una risata - anche ad una sanità che funziona?"
Beh, forse sì. Il fatto e che prima dovrei capire dei fatti molto strani (ah... se avessi del tempo da perdere mi dedicherei a questi inutili chiarimenti). In particolare dovrei capire come mai negli ultimi 30 anni il terrificante aumento delle spese mediche di cui hanno goduto i paesi più sviluppati ha apportato benefici molto ambigui. Ambigui perchè sembra proprio che non riguardino la salute delle persone.
Mestieri facili: il buon genitore.
Da cosa dipende la felicità e il successo dei nostri figli?
Dai loro geni e dalla famiglia in cui crescono.
Calma, parlare di "famiglia" è fuorviante: meglio dire "ambiente". La socializzazione avviene perlopiù a contatto e grazie ai propri "pari". Da un secolo la lente della statistica scruta gemelli, adottati, famiglie monoparentali eccetera. Questa conclusione parrebbe attendibile.
il trattamento ricevuto in famiglia sembra dunque contare meno del previsto, anche se il compito che resta è pur sempre prezioso. Da quanto detto possiamo capire quanto sia importante: abitare nel posto giusto, favorire stimolanti amicizie, scegliere le scuole migliori...
Essere dei buoni genitori non costa dunque molta fatica ed è molto meno impegnativo di quanto credevamo solo un ventennio fa.
D' altronde ci sono poche cose al mondo più appaganti del sorriso del vostro bambino. La cosa è vera oggi, come un ventennio fa, come da sempre.
L' economista fa quattro conti e conclude: fate più figli. Presto, vi conviene!
P.S. Due canzoni per Roberta:
Dai loro geni e dalla famiglia in cui crescono.
Calma, parlare di "famiglia" è fuorviante: meglio dire "ambiente". La socializzazione avviene perlopiù a contatto e grazie ai propri "pari". Da un secolo la lente della statistica scruta gemelli, adottati, famiglie monoparentali eccetera. Questa conclusione parrebbe attendibile.
il trattamento ricevuto in famiglia sembra dunque contare meno del previsto, anche se il compito che resta è pur sempre prezioso. Da quanto detto possiamo capire quanto sia importante: abitare nel posto giusto, favorire stimolanti amicizie, scegliere le scuole migliori...
Essere dei buoni genitori non costa dunque molta fatica ed è molto meno impegnativo di quanto credevamo solo un ventennio fa.
D' altronde ci sono poche cose al mondo più appaganti del sorriso del vostro bambino. La cosa è vera oggi, come un ventennio fa, come da sempre.
L' economista fa quattro conti e conclude: fate più figli. Presto, vi conviene!
P.S. Due canzoni per Roberta:
mercoledì 15 luglio 2009
Prima di parlare di diseguaglianze
- Non concentriamoci sulle diseguaglianze di reddito, guardiamo al tenore di vita e molte cose cambieranno.
- Quando l' ingiustizia produce diseguaglianza il problema è l' ingiustizia non la diseguaglianza.
- Confondere la "società" con la "popolazione interna" sottovaluta il ruolo decisivo che l' immigrazione gioca in questi temi.
- Molti dicono che la diseguaglianza mina la democrazia ma i fatti raccontano un' altra storia. E' più difficile di quanto si pensi trasformare la ricchezza in potere politico.
link
martedì 14 luglio 2009
Uomini vissuti in Pace
L' altro giorno, in qualche solaio, lo zio ha ritrovato il testamento del mio bisnonno materno Albino.
Brenno Useria lì 13 Aprile 1937
Io sottoscritto dichiaro che in caso di morte lascio tutto quanto mi avanza, perchè non sò per l' avvenire come andranno le cose. Il resto di tutto quanto possiedo allora lascio la mia eredità in questo modo: al figlio Redento che convive assieme lascio le Bestie che sono in Stalla perchè quando è venuto con me 2 bestie li a comprati lui di sua borsa. Li lascio anche gli attrezi di campagna. Carro aratro eccetera. Se succede il sinistro della mia morte se già abbiamo lavorato la campagna assieme lascio a lui il raccolto sia grano come il fieno in cascina. La roba di stanza e cucina in parte eguali tanto i Maschi come le Femine. Così pure in parti uguali il Caseggiato e Terreni prato e Bosco.
N.B. Cè poi che il figlio Redento a pagato di sua borsa L. 720 per il prestito redimibile a pagato per tutti e rimborserete a lui la vostra parte che vi spetta. Inoltre cè la Maria e la Carla che non sono sposati la Maria sara a carico delle spese di Redento perchè i soldi li da in famiglia la Carla no secondo accordi fatti in famiglia i soldi me li da a me per i miei vizi quindi sono in dovere per le sue spese siano tolte dal mio patrimonio overo dividerle in parti uguali.
Raccomando poi a tutti voi figli che io non ce lo con nessuno e vi voglio bene a tutti. dopo la mia morte se avete di fare degli accomodamenti sulla divisione fateli da veri fratelli e non fatte delle chiachere inutili. Io ho sempre vissuto in pace. Fate così anche voialtri. Fiducioso che il buon Iddio mi fara la grazia di fare una buona morte. verrà anche questo giorno con la mia fede di raggiungere ancora la mia Cara Enrichetta. Come gia fossi morto io do una stretta a tutti voi cari figli. Ricordatevi di me che io mi ricordo di voi e vi saluto e vi prego di non piangere.
Scritto di mio pugno il giorno 13 aprile 1937 in Brenno Useria in fede mia Mozzanica Albino vostro Padre
Brenno Useria lì 13 Aprile 1937
Io sottoscritto dichiaro che in caso di morte lascio tutto quanto mi avanza, perchè non sò per l' avvenire come andranno le cose. Il resto di tutto quanto possiedo allora lascio la mia eredità in questo modo: al figlio Redento che convive assieme lascio le Bestie che sono in Stalla perchè quando è venuto con me 2 bestie li a comprati lui di sua borsa. Li lascio anche gli attrezi di campagna. Carro aratro eccetera. Se succede il sinistro della mia morte se già abbiamo lavorato la campagna assieme lascio a lui il raccolto sia grano come il fieno in cascina. La roba di stanza e cucina in parte eguali tanto i Maschi come le Femine. Così pure in parti uguali il Caseggiato e Terreni prato e Bosco.
N.B. Cè poi che il figlio Redento a pagato di sua borsa L. 720 per il prestito redimibile a pagato per tutti e rimborserete a lui la vostra parte che vi spetta. Inoltre cè la Maria e la Carla che non sono sposati la Maria sara a carico delle spese di Redento perchè i soldi li da in famiglia la Carla no secondo accordi fatti in famiglia i soldi me li da a me per i miei vizi quindi sono in dovere per le sue spese siano tolte dal mio patrimonio overo dividerle in parti uguali.
Raccomando poi a tutti voi figli che io non ce lo con nessuno e vi voglio bene a tutti. dopo la mia morte se avete di fare degli accomodamenti sulla divisione fateli da veri fratelli e non fatte delle chiachere inutili. Io ho sempre vissuto in pace. Fate così anche voialtri. Fiducioso che il buon Iddio mi fara la grazia di fare una buona morte. verrà anche questo giorno con la mia fede di raggiungere ancora la mia Cara Enrichetta. Come gia fossi morto io do una stretta a tutti voi cari figli. Ricordatevi di me che io mi ricordo di voi e vi saluto e vi prego di non piangere.
Scritto di mio pugno il giorno 13 aprile 1937 in Brenno Useria in fede mia Mozzanica Albino vostro Padre
Laurea insensata
Il fatto che molti proseguano gli studi costituisce uno spreco di energie e di risorse per le nostre società?
Per la maggior parte delle persone il problema non si pone, un solido pregiudizio parla per loro: no! E' semmai vero il contrario.
Qualcuno approfondisce e giunge al "no" canonico con buoni argomenti.
Ma molti cominciano a sussurrare di sì!
Beninteso, parliamo di istruzione superiore: intraprenderla rende allo studente in termini di compensi (college premium)- specie all' estero - ma rende ben poco in termini di produttività. La società non trae vantaggi dalla massa di "laureati". I fatti parlano chiaro, la preparazione di chi lavora difficilmente puo' dirsi un frutto degli anni dedicati allo studio.
Il fatto è che "studiare" serve per farsi un' "immagine" più che per coltivare le proprie competenze. Insomma, frequentare certi corsi "fa figo", come indossare certe griffe. Anche la ditta imbottita di laureati e "masterizzati" strapagati la si spiega solo pensandola intenta a coltivare il proprio look. L' alternativa è che siamo di fronte a degli stupidi che buttano i loro soldi.
Gran parte dei nostri "universitari" potrebbe essere immediatamente dirottata senza danno nel mondo del lavoro. Detto sottovoce: sono anche individuabili abbastanza facilmente e senza grandi costi (a 16 anni IQ e test psicometrici sono ottimi predittori del futuro di questi ragazzi).
La mia esperienza è abbastanza conforme a quanto detto: nella sostanza le mie competenze e la mia intelligenza sarebbero le stesse anche senza nessun studio superiore. Volendo essere meno drastici diciamo che tutto si sarebbe potuto ridurre a qualche mese di frequenza. Eppure sono i miei titoli a garantirmi certe entrate. C' è anche un minimo di deferenza se sciorino il mio curriculum. Mi chiedo solo perchè gli altri abbiano dovuto pagare la mia Università solo per consentirmi oggi di avere un po' più di autostima e di indossare un "abito" più elegante.
P.S. Teorie alternative: Università come agenzia matrimoniale, Università come indottrinamento. Università come marchio.
P.S. link
P.S. contro la "visione romantica" di katz e Goldin.
Per la maggior parte delle persone il problema non si pone, un solido pregiudizio parla per loro: no! E' semmai vero il contrario.
Qualcuno approfondisce e giunge al "no" canonico con buoni argomenti.
Ma molti cominciano a sussurrare di sì!
Beninteso, parliamo di istruzione superiore: intraprenderla rende allo studente in termini di compensi (college premium)- specie all' estero - ma rende ben poco in termini di produttività. La società non trae vantaggi dalla massa di "laureati". I fatti parlano chiaro, la preparazione di chi lavora difficilmente puo' dirsi un frutto degli anni dedicati allo studio.
Il fatto è che "studiare" serve per farsi un' "immagine" più che per coltivare le proprie competenze. Insomma, frequentare certi corsi "fa figo", come indossare certe griffe. Anche la ditta imbottita di laureati e "masterizzati" strapagati la si spiega solo pensandola intenta a coltivare il proprio look. L' alternativa è che siamo di fronte a degli stupidi che buttano i loro soldi.
Gran parte dei nostri "universitari" potrebbe essere immediatamente dirottata senza danno nel mondo del lavoro. Detto sottovoce: sono anche individuabili abbastanza facilmente e senza grandi costi (a 16 anni IQ e test psicometrici sono ottimi predittori del futuro di questi ragazzi).
La mia esperienza è abbastanza conforme a quanto detto: nella sostanza le mie competenze e la mia intelligenza sarebbero le stesse anche senza nessun studio superiore. Volendo essere meno drastici diciamo che tutto si sarebbe potuto ridurre a qualche mese di frequenza. Eppure sono i miei titoli a garantirmi certe entrate. C' è anche un minimo di deferenza se sciorino il mio curriculum. Mi chiedo solo perchè gli altri abbiano dovuto pagare la mia Università solo per consentirmi oggi di avere un po' più di autostima e di indossare un "abito" più elegante.
P.S. Teorie alternative: Università come agenzia matrimoniale, Università come indottrinamento. Università come marchio.
P.S. link
P.S. contro la "visione romantica" di katz e Goldin.
Lo scienziato è un segugio sulle tracce della verità?
Davide mi incalza: continuo a pensare che tu vedi le scienze come mezzo di conquista della Verità.
La scienza come "mezzo di conquista della Verità"?
Poichè non riesco nè ad approvare nè a dissentire, la questione deve essere delicata.
Ciò verso cui avanza la scienza è qualcosa che non puo' dirsi Verità, ma nemmeno è pura Convenzione. D' altronde ho detto chiaramente che la Libertà viene prima. prima della scienza appunto.
A questo proposito il concetto di "prezzo" offre la similitudine più calzante.
Non possiamo dire che il "prezzo" di un bene ne esprima il valore reale e assoluto.
Eppure la determinazione sul libero mercato del prezzo di un bene è il modo più corretto che abbiamo per conoscere quel valore.
La scienza come "mezzo di conquista della Verità"?
Poichè non riesco nè ad approvare nè a dissentire, la questione deve essere delicata.
Ciò verso cui avanza la scienza è qualcosa che non puo' dirsi Verità, ma nemmeno è pura Convenzione. D' altronde ho detto chiaramente che la Libertà viene prima. prima della scienza appunto.
A questo proposito il concetto di "prezzo" offre la similitudine più calzante.
Non possiamo dire che il "prezzo" di un bene ne esprima il valore reale e assoluto.
Eppure la determinazione sul libero mercato del prezzo di un bene è il modo più corretto che abbiamo per conoscere quel valore.
lunedì 13 luglio 2009
Il materialismo frainteso
E. J. Dionne:
"... capitalism is a system rooted in materialist values...".
Anche se il capitalismo migliora la nostra vita materiale, cio' non significa che sia centrato su valori materiali, si tratta solo di un piacevole effetto collaterale.
Il centro del capitalismo è la libera scelta dell' uomo (dimostrazione).
Dirò di più: quale alternativa alla "libera scelta" per esaltare concetti quali quello di "anima" o di "dignità"? Pochi. Nessuno.
"... capitalism is a system rooted in materialist values...".
Anche se il capitalismo migliora la nostra vita materiale, cio' non significa che sia centrato su valori materiali, si tratta solo di un piacevole effetto collaterale.
Il centro del capitalismo è la libera scelta dell' uomo (dimostrazione).
Dirò di più: quale alternativa alla "libera scelta" per esaltare concetti quali quello di "anima" o di "dignità"? Pochi. Nessuno.
Viaggiare
Tra poco intraprenderò qualche viaggetto, sarà una buona occasione per testare una mia ferma credenza:
"il viaggio non insegna nulla sui luoghi visitati, semmai confonde le idee; un' ora in biblioteca rende 50 volte un' ora passata sul posto. La conoscenza che va dalla realtà ai libri progrdisce, quella che segue il percorso inverso si arena".
Magari mi sbaglio ma sono abbastanza sicuro che il punto riceverà ulteriori conferme.
Cio' detto non crediate che io sottovaluti il valore dei viaggi: il viaggio insegna a viaggiare. E saper viaggiare assomiglia molto al saper vivere.
Molto più probabile allora che sminuisca il valore della conoscenza.
"il viaggio non insegna nulla sui luoghi visitati, semmai confonde le idee; un' ora in biblioteca rende 50 volte un' ora passata sul posto. La conoscenza che va dalla realtà ai libri progrdisce, quella che segue il percorso inverso si arena".
Magari mi sbaglio ma sono abbastanza sicuro che il punto riceverà ulteriori conferme.
Cio' detto non crediate che io sottovaluti il valore dei viaggi: il viaggio insegna a viaggiare. E saper viaggiare assomiglia molto al saper vivere.
Molto più probabile allora che sminuisca il valore della conoscenza.
A lume di naso
Davide, spesso ti esprimi in modo scettico nei confronti di studi accademici anche prestigiosi. La tua critica è radicale, non presenti infatti l' alternativa utilizzando il medesimo linguaggio basato sui fatti, dici piuttosto di preferire "il tuo naso" e l' anedottica estemporanea. E' un territorio al riparo da ogni confronto ma quello è un prezzo che sei disposto a pagare.
Il "naso" è importante, ma davvero non si puo' andare oltre parlando di società?
Se qualcuno ti dicesse: ora non lavorerai più e dedicherai i tuoi giorni ad approfondire la questione XXX. Ti finanzio io, il tempo quindi non ti mancherà, puoi andare "oltre il tuo naso".
Che faresti con interi anni a disposizione?
La mia sensazione è che, gira e rigira, finirai per mettere insieme qualcosa che assomiglia molto ai tanto criticati "studi".
Eviterai forse di prendere in considerazione più casi rispetto a quelli in cui ti eri casualmente imbattuto da "dilettante"? Penso proprio di no. Eviterai di rendere omogenei i casi considerati? Penso proprio di no. Eviterai di ordinare scrupolosamente i dati raccolti? Penso proprio di no.
Penso che volendo fare un lavoro onesto, finirai per fare qualcosa di simile a quello che si produce nelle più prestigiose Università. Con tutti i limiti di quei lavori.
Il "naso" è importante, ma davvero non si puo' andare oltre parlando di società?
Se qualcuno ti dicesse: ora non lavorerai più e dedicherai i tuoi giorni ad approfondire la questione XXX. Ti finanzio io, il tempo quindi non ti mancherà, puoi andare "oltre il tuo naso".
Che faresti con interi anni a disposizione?
La mia sensazione è che, gira e rigira, finirai per mettere insieme qualcosa che assomiglia molto ai tanto criticati "studi".
Eviterai forse di prendere in considerazione più casi rispetto a quelli in cui ti eri casualmente imbattuto da "dilettante"? Penso proprio di no. Eviterai di rendere omogenei i casi considerati? Penso proprio di no. Eviterai di ordinare scrupolosamente i dati raccolti? Penso proprio di no.
Penso che volendo fare un lavoro onesto, finirai per fare qualcosa di simile a quello che si produce nelle più prestigiose Università. Con tutti i limiti di quei lavori.
Le idee contano?
Per molti contano ben poco. Ad incidere sarebbe piuttosto il complicato gioco degli interessi, ma io non penso che le cose stiano così e per convincermi mi basterebbe notare quanto tempo si spreca nei forum.
Non voglio svalutare il ruolo degli "interessi", mi sembra di non dover insistere molto per rendere credibile questa avvertenza, eppure sono convinto che l' ideologia sia centrale per capire dove andiamo.
Parchè?
Perchè la gran parte delle decisioni fondamentali vengono prese democraticamente e il nostro voto ha un' incidenza pressochè nulla sull' esito finale: non sarà mai in grado di tutelare o minacciare i nostri interessi. Nemmeno vale la pena di approfondire troppo le questioni o di condurre ragionamenti impeccabili, l' ideologia puo' essere adottata senza particolari prudenze.
Entriamo più concentrati e realisti nel supermercato rispetto a come entriamo nella cabina elettorale: solo nel primo caso pegheremo i nostri errori.
Al supermercato dismettiamo l' ideologia, sarebbe troppo costosa. Ma nel seggio (o su un forum) essere "ideologici" non costa quasi nulla.
Tutto ciò è piuttosto deprimente ma ha un corollario che consola: le idee contano. Eccome se contano!
Non voglio svalutare il ruolo degli "interessi", mi sembra di non dover insistere molto per rendere credibile questa avvertenza, eppure sono convinto che l' ideologia sia centrale per capire dove andiamo.
Parchè?
Perchè la gran parte delle decisioni fondamentali vengono prese democraticamente e il nostro voto ha un' incidenza pressochè nulla sull' esito finale: non sarà mai in grado di tutelare o minacciare i nostri interessi. Nemmeno vale la pena di approfondire troppo le questioni o di condurre ragionamenti impeccabili, l' ideologia puo' essere adottata senza particolari prudenze.
Entriamo più concentrati e realisti nel supermercato rispetto a come entriamo nella cabina elettorale: solo nel primo caso pegheremo i nostri errori.
Al supermercato dismettiamo l' ideologia, sarebbe troppo costosa. Ma nel seggio (o su un forum) essere "ideologici" non costa quasi nulla.
Tutto ciò è piuttosto deprimente ma ha un corollario che consola: le idee contano. Eccome se contano!
Davanti al Dio degli Uomini Liberi
Esempio: da credente rifletto per i cavoli miei sul testamento biologico e giungo a certe conclusioni.
Dopo anni l' argomento diventa di stringente attualità e sul punto si pronunciano anche le massime autorità della Chiesa in senso contrario al mio. Che fare?
Il tema non è tanto la fede e i suoi dogmi, quanto i pronunciamenti della dottrina sociale.
Certo, durante la giovinezza la fattispecie più comune era un' altra: il Magistero affronta e avvia a soluzione questioni a cui non ho mai pensato a fondo. La strada è spianata e mi illudo che con un' autonoma riflessione sarei approdato su quelle stesse sponde.
Ora, è inevitabile, i "contropiede" diventano più frequenti. Che alternative ci sono per chi ragiona con la sua testa e si ritrova spiazzato? Apro un ventaglio incompleto:
1. Obbedisci.
2. Pensa ancora, da qualche parte scoprirai il tuo errore.
3 Rifletti meglio e metti a punto una retorica per smussare gli angoli e smorzare gli attriti.
4. L' indipendenza intellettuale innanzitutto: mantieni le tue posizioni a costo di allontanarti dalla comunità dei fedeli.
5. Battiti dall' interno per cambiare il Magistero. Opinioni inizialmente di minoranza sono già prevalse.
6. Ci si uniformi nei comportamenti evitando un evangelizzazione che sarebbe insincera.
...
N.B. per istinto simpatizzo con 6.
Dopo anni l' argomento diventa di stringente attualità e sul punto si pronunciano anche le massime autorità della Chiesa in senso contrario al mio. Che fare?
Il tema non è tanto la fede e i suoi dogmi, quanto i pronunciamenti della dottrina sociale.
Certo, durante la giovinezza la fattispecie più comune era un' altra: il Magistero affronta e avvia a soluzione questioni a cui non ho mai pensato a fondo. La strada è spianata e mi illudo che con un' autonoma riflessione sarei approdato su quelle stesse sponde.
Ora, è inevitabile, i "contropiede" diventano più frequenti. Che alternative ci sono per chi ragiona con la sua testa e si ritrova spiazzato? Apro un ventaglio incompleto:
1. Obbedisci.
2. Pensa ancora, da qualche parte scoprirai il tuo errore.
3 Rifletti meglio e metti a punto una retorica per smussare gli angoli e smorzare gli attriti.
4. L' indipendenza intellettuale innanzitutto: mantieni le tue posizioni a costo di allontanarti dalla comunità dei fedeli.
5. Battiti dall' interno per cambiare il Magistero. Opinioni inizialmente di minoranza sono già prevalse.
6. Ci si uniformi nei comportamenti evitando un evangelizzazione che sarebbe insincera.
...
N.B. per istinto simpatizzo con 6.
venerdì 10 luglio 2009
Vite di serie B
Tempo fa il Nobel Thomas shelling si era posto la seguente domanda: perchè a volte la società è disposta a spendere milioni per salvare la vita di uno sconosciuto - ad esempio il minatore Thira Abtegiris bloccato in galleria o il piccolo alfredino Rampi - ma rifiuta di spendere molto molto meno per installare un guard rail in autostrada che salverà in media una vita all' anno. Secondo lui cio' accade perchè facciamo una distinzione tra "vita conosciuta" e "vita statistica". Per qualche ragione si suppone che la prima ci stia più a cuore.
Ma la distinzione tra una "vita statistica" e una "vita conosciuta" è illogica, moralmente stupida e impossibile da realizzare.
Ma la distinzione tra una "vita statistica" e una "vita conosciuta" è illogica, moralmente stupida e impossibile da realizzare.
giovedì 9 luglio 2009
Metafore improprie
Come trasmettere la conoscenza al popolo? In modo diretto il popolo non può acquisire nulla, così come non può governarsi direttamente. Occorre ideare delle strutture per la trasmissione e la formazione della conoscenza, così come il potere politico può esercitarsi soltanto con la rappresentanza. L’arte della mediazione e della rappresentanza è il fondamento sia della democrazia che dell’istruzione...Sono stati e sono i regimi totalitari a ritenere che il popolo debba esercitare il potere direttamente (per “democrazia diretta”) e acquisire la conoscenza senza mediazioni.
In questo articolo Giorgio Israel sembra attaccare l' autonomia scolastica. Solo quella "spinta" (anarchia) naturalmente, quella che è un male in sè, un modo per avere ragione a priori.
Per me comunque lo fa prendendo una cantonata sulle metafore.
Perchè mai dovrebbe istituirsi un parallelo con la politica, innanzitutto? Ma poi la parentela tra "autonomia scolastica (spinta)" e "democrazia diretta"?
La "democrazia diretta" è un modo per aggregare le preferenze compatibile anche con sistemi centralizzatissimi, anzi, totalitari!
Se proprio si cercano abbinamenti, l' "autonomia scolastica" andrebbe collegata con il "federalismo". Ma forse la soluzione federale funziona troppo bene e la gaffe sarebbe stata inevitabile.
In questo articolo Giorgio Israel sembra attaccare l' autonomia scolastica. Solo quella "spinta" (anarchia) naturalmente, quella che è un male in sè, un modo per avere ragione a priori.
Per me comunque lo fa prendendo una cantonata sulle metafore.
Perchè mai dovrebbe istituirsi un parallelo con la politica, innanzitutto? Ma poi la parentela tra "autonomia scolastica (spinta)" e "democrazia diretta"?
La "democrazia diretta" è un modo per aggregare le preferenze compatibile anche con sistemi centralizzatissimi, anzi, totalitari!
Se proprio si cercano abbinamenti, l' "autonomia scolastica" andrebbe collegata con il "federalismo". Ma forse la soluzione federale funziona troppo bene e la gaffe sarebbe stata inevitabile.
mercoledì 8 luglio 2009
Il capitalismo collassa e la sinistra tace.
Perchè?
Due ipotesi:
1. Ad essere travolti sono stati soprattutto i "ricconi", ovvero quel materiale umano che piace tanto usare come capro espiatorio. Un effetto collaterale si è visto subito: meno diseguaglianze. Un duro colpo per la retorica di sinistra.
2. I mercati "selvaggi" - hedge fund - hanno avuto un ruolo marginale nel patatrac (24 ore 8.7 p.12). La parte del leone l' hanno giocata istituzioni altamente regolamentate - come le banche - quando non enti semi-statali (Fannie Mae e Freddie Mac). In queste condizioni a che pro lanciare l' urlo di battaglia che la sinistra intona con tanta naturalezza: più burocrazia!
Non resta che il silenzio e le vaghezze obamiane. Prima o poi passerà un altro treno.
Due ipotesi:
1. Ad essere travolti sono stati soprattutto i "ricconi", ovvero quel materiale umano che piace tanto usare come capro espiatorio. Un effetto collaterale si è visto subito: meno diseguaglianze. Un duro colpo per la retorica di sinistra.
2. I mercati "selvaggi" - hedge fund - hanno avuto un ruolo marginale nel patatrac (24 ore 8.7 p.12). La parte del leone l' hanno giocata istituzioni altamente regolamentate - come le banche - quando non enti semi-statali (Fannie Mae e Freddie Mac). In queste condizioni a che pro lanciare l' urlo di battaglia che la sinistra intona con tanta naturalezza: più burocrazia!
Non resta che il silenzio e le vaghezze obamiane. Prima o poi passerà un altro treno.
Etica e Mercato
Nella nuova enciclica papale ci sono tante cose che mi piacciono: innanzitutto c' è un forte richiamo alla Verità, e i relativisti sono serviti.
Manca anche cio' che molti pregustavano: l' anatema contro il "capitalismo globale". Meno male.
Ottimo passaggio: È... da ritenersi errata la visione di quanti pensano che l'economia di mercato abbia strutturalmente bisogno di una quota di povertà e di sottosviluppo per poter funzionare al meglio. La cresta dei teologi della liberazione si abbassa mestamente.
Per il nuovo Papa il mercato non sembra essere un male di per sè, speriamo che su questa base qualcosa in più possa essere costruito.
L' insistenza maggiore è portata sulla necessità che l' etica si affianchi all' economia.
Non riesco mai ad avere le idee chiare su questo punto e su cosa pensa chi lo propone.
Da un lato si propone l' ovvio. Ma dopo che abbiamo detto "fate i bravi" siamo punto e a capo. Che si fa?
Personalmente penso che l' etica "convenga": quindi la prassi migliore per promuoverla è pur sempre l' economia.
Il mercato assolve ad un duplice compito: 1) sviluppa un' efficienza allocativa delle risorse e 2) produce un evoluzione efficiente.
Ci si concentra sempre sulla prima funzione dimenticando la seconda.
Eppure l' evoluzione di cui si parla riguarda anche i sentimenti etici. Dove trovate gli standard etici più elevati? Nelle società di mercato. E qual è la direzione del nesso causale? Prima la ricchezza, poi il pensiero e la sensibilità.
Senza fiducia ed etica il mercato difficilmente funziona. Siccome ha voglia di "funzionare" tende a produrre queste risorse favorendo le società dove un giusto dosaggio della virtù è presente.
Tenere conto della funzione evolutiva ha un vantaggio: risponde alla domanda "che si fa dopo le prediche?". Si smette di predicare e si costruiscono mercati.
Manca anche cio' che molti pregustavano: l' anatema contro il "capitalismo globale". Meno male.
Ottimo passaggio: È... da ritenersi errata la visione di quanti pensano che l'economia di mercato abbia strutturalmente bisogno di una quota di povertà e di sottosviluppo per poter funzionare al meglio. La cresta dei teologi della liberazione si abbassa mestamente.
Per il nuovo Papa il mercato non sembra essere un male di per sè, speriamo che su questa base qualcosa in più possa essere costruito.
L' insistenza maggiore è portata sulla necessità che l' etica si affianchi all' economia.
Non riesco mai ad avere le idee chiare su questo punto e su cosa pensa chi lo propone.
Da un lato si propone l' ovvio. Ma dopo che abbiamo detto "fate i bravi" siamo punto e a capo. Che si fa?
Personalmente penso che l' etica "convenga": quindi la prassi migliore per promuoverla è pur sempre l' economia.
Il mercato assolve ad un duplice compito: 1) sviluppa un' efficienza allocativa delle risorse e 2) produce un evoluzione efficiente.
Ci si concentra sempre sulla prima funzione dimenticando la seconda.
Eppure l' evoluzione di cui si parla riguarda anche i sentimenti etici. Dove trovate gli standard etici più elevati? Nelle società di mercato. E qual è la direzione del nesso causale? Prima la ricchezza, poi il pensiero e la sensibilità.
Senza fiducia ed etica il mercato difficilmente funziona. Siccome ha voglia di "funzionare" tende a produrre queste risorse favorendo le società dove un giusto dosaggio della virtù è presente.
Tenere conto della funzione evolutiva ha un vantaggio: risponde alla domanda "che si fa dopo le prediche?". Si smette di predicare e si costruiscono mercati.
Problemi con il tutor
La festa è finita, sulla mia autostrada (A8) metteranno un Tutor, non si sgarra più: da casello a casello la velocità media non potrà essere superiore a 130 km orari.
Fortunatamente a metà strada faccio colazione e con questa breve sosta ho calcolato che la mia velocità media nella prima parte è circa di 65 km orari (la metà di quella consentita). Nel resto del tragitto posso anche raddoppiarla.
Solo che non ho capito esattamente a quanto posso andare. Mi sa che posso andare anche alla velocità della luce senza conseguenze.
I misteri delle "medie" non li ho mai capiti a fondo.
Fortunatamente a metà strada faccio colazione e con questa breve sosta ho calcolato che la mia velocità media nella prima parte è circa di 65 km orari (la metà di quella consentita). Nel resto del tragitto posso anche raddoppiarla.
Solo che non ho capito esattamente a quanto posso andare. Mi sa che posso andare anche alla velocità della luce senza conseguenze.
I misteri delle "medie" non li ho mai capiti a fondo.
martedì 7 luglio 2009
Iscriviti a:
Post (Atom)