E' il momento buono... di fermare l' auto e fare due passi nella neve... per un attimo (ma brevissimo e fuggevole) sento di non devermi più difendere dall' aggressione del tempo libero non organizzato e dal marchio d' infamia che imprime ogni volta che ti raggiunge...
Marc Ribot
P.S. naturalmente, mentre io mi dedicavo al microscopico Winterrise, se n' è andato in saldo il paio di scarpe a cui facevo la posta già prima di Natale...
Te le ricordi quando tirava quello strano vento che tutto scompiglia suscitando euforia e smarrimento insieme? ... e pensare che adesso sembrano tante regine inappuntabili e ferme nel loro marmo...
... doppio omaggio al Maesto oggi. E' perchè, per puro caso, ho saputo del suo compleanno.
Ecco, in molti si mettono di buzzo buono e da scienziati tentano di rispondere alla prima domanda. Ma poi - vuoi per attrarre meglio l' attenzione di un più vasto pubblico, vuoi per una certa nostalgia di questioni più cruciali - grazie ad un gioco delle tre carte, smettono l' abito della scienza per indossare quello della matafisica e cominciano, senza variare tono in modo percettibile, a rispondere alla seconda.
Certe coppie stanno in equilibrio solo mentre viaggiano: in autostrada, per esempio. O in aereo. La sosta accumula tensioni. Stando fermi hanno come l' impressione di perdere terreno, di subire un distacco. Non si sa da chi, non si sa da cosa. Inutile far domande, dovrebbero viaggiare di più finchè sono in tempo. Lanciati al massimo della velocità, la meta è secondaria, si daranno complici la mano ricomponendo i dissidi che ogni fermata accumula implacabile. E non sono voli pindarici, parlo di cose che conosco.
Cubetti di ghiaccio e propano... erano l' equipaggiamento essenziale per i globetrotter dei camper americani negli anni 60/70. la cicogna fece cadere il piccolo Erik in una famiglia con questa fissa, ben presto lo risucchiarono con loro nel ritorto nodo delle highway. Ora, a distanza di anni, dal suo violoncello riaffiora la sublime reminiscenza di tutti i fuggevoli incontri procurati da quello strano nomadismo dell' infanzia.
Il dolce dramma della fantasticheria facile. E poi la battaglia con la musica... sempre portatrice di nuovi inneschi. Eccola che arriva di nuovo, aiuto...
Uno sta "elaborando" così bene, poi, sovrapensiero, capita di mettere il disco sbagliato... e tutto va a ramengo.
... ciao miriamina... eri piccola ma piena fino all' orlo... chissà dove stai zampettando frenetica... di sicuro non hai tempo da perdere per fermarti ad ascoltare una serenata...
DDAA, l' onda sonora che surgela qualsiasi cosa incontri: specie i nervi acustici. Poi li risale fino a sfociare nel cervello pacificandolo e facendone un' immota tundra. 30 anni passati felicemente invano per questi pezzi scritti nel 1979 affinchè l' orecchio del 2009 potesse essere formato in tempo per l' ascolto. Ma è ancora presto, mi sembra chiaro.
Dopo la fisica, e la metafisica, Bobby Henderson si cimenta nella fotografia artistica.
Così si esprime la critica:
"You are the Orson Welles of the taco photography world and this is your Citizen Kane." -Daniel
"You're photography really taps into new symbolic realms." - JW
"The taco. Upon it's side, clinging to life. Awaiting inevitable digestion. Such grand metaphorical scale can only be described as genius" - Dr. Gonzo
Per promuovere la sua Tacografia ha già individuato una nicchia di mercato di grande interesse, che in questo grafico è rappresentata dall'intersezione tra gli amanti dell'arte e quelli dei tacos. "I have no doubt it is spurring all sorts of academic discussions" - dichiara Henderson sul suo blog.
... e con il solito Trovesi che rilegge la nostra tradizione operistica da Monteverdi a Rossini, facendoci sentire profumo di Violette...
... e con i soliti stranieri che s' inc... tentando l' imitazione avvalendosi di una lirica stridula infarcita di rabbie tenute su con i nervi anzichè con il cuore, allungandosi in rilassatezze ma sempre con la sveglia puntata. Niente bollino per loro finchè insisteranno a battere quel tamburo barbarico... ma non sentono come l' onda pecuote lo scoglio italico con ben altri languori?!
Hanno preso in giro i vostri occhi come hanno voluto: vi hanno fatto vedere la profondità nel piattume, le luci che venvano dall' interno dei corpi. Ora siamo al movimento nell' immobilità assoluta (Ingrandisci e scrolla, anzi, vai qui e lasciati cadere in altre 14 trappole per gli occhi).
E non credere che i tuoi orecchi siano in salvo. Infilati una cuffia e inizia il viaggetto.
Per la subliminale deformazione visiva rinvio all' esmpio di Jonas Wood. Per lo sbilenco in veste acustica c' è invece il pop microtonale delle due giapponesine qua sotto.