lunedì 23 gennaio 2017

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Liberi!: Perché la scienza non ha confutato il libero arbitrio (Le sfere) (Italian Edition) by Alfred R. Mele
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Decisioni, decisioniRead more at location 46
Note: 1@@@@@@@@@@@@ da finire Edit
Oggi sono essenzialmente due gli argomenti scientifici contro l’esistenza del libero arbitrio. Il primo afferisce alle neuroscienze e sostanzialmente afferma che tutte le nostre decisioni sono prese inconsapevolmente, e quindi non liberamente. L’altro argomento è legato alla psicologia sociale e sostiene che fattori di cui siamo inconsapevoli esercitano su di noi una influenza tale da non lasciare alcuno spazio al libero arbitrio.Read more at location 47
Note: x I DUE ARG VS IL LA Edit
Dovremmo preoccuparci del fatto che le nostre decisioni siano prodotte dal cervello inconsciamente e del fatto che ne siamo consapevoli solo in una fase successiva.Read more at location 77
Note: x DI COSA DEVE PREOCCUPARSI CHI CREDE NEL LA. LA SFIDA DELLE NEUROSV Edit
pare che decidere liberamente dipenda dal decidere coscientemente.Read more at location 79
Note: c Edit
L’altra sfidaRead more at location 83
psicologia sociale.Read more at location 83
Alcuni ricercatori ritengono che il nostro comportamento sia talmente influenzato da fattori di cui non siamo consapevoli da non lasciare alcuno spazio alla libera scelta – o al libero arbitrio.Read more at location 83
Note: x PSICOLOGIA SOC Edit
sono le varie situazioni nelle quali ci troviamo a determinare ciò che facciamoRead more at location 85
Note: c Edit
È stato dimostrato che quando si riduce la fiducia delle persone nell’esistenza del libero arbitrio aumentano i comportamenti negativi.Read more at location 88
Note: x STRAUSS Edit
(Vohs, Schooler, 2008)Read more at location 89
chi legge un brano in cui gli scienziati negano l’esistenza del libero arbitrio ha maggiori probabilità di agire scorrettamente nell’esecuzione di un compito successivamente assegnatogli.Read more at location 89
Note: X ES Edit
(Baumeister, Masicampo, Dewall, 2009),Read more at location 91
alcuni studenti universitari ai quali erano state mostrate frasi che negavano l’esistenza del libero arbitrio hanno cominciato ad assumere comportamenti più aggressivi rispetto ai membri del gruppo di controllo:Read more at location 91
Note: x ES Edit
Quando si inizia a dubitare dell’esistenza del libero arbitrio, la percezione di sé stessi come agenti responsabili delle proprie azioni, o di agenti che possono essere chiamati a risponderne, diminuisce.Read more at location 95
Note: x SPIEGAZIONE Edit
Per il pensiero filosofico, il libero arbitrio è strettamente connesso alla responsabilità morale.Read more at location 111
Note: x FILOSOFIA Edit
Oltre tutto, è stato dimostrato che credere nel libero arbitrio promuove il benessere personale (Dweck, Molden, 2008).Read more at location 116
Note: x BENESSERE XSONALE Edit
Benjamin Libet. Se non ora, quando?Read more at location 119
Note: @@@@@@@@@@@@@ Edit
si dice che Libet abbia dimostrato come ogni nostra decisione sia inconscia e come quindi nulla venga deciso sulla base del libero arbitrio.Read more at location 123
Note: x UNO SC IMP Edit
corso dell’esperimento i soggetti osservavano l’orologio di Libet, un orologio veloce, in cui un puntino gira rapidamente intorno al quadrante in circa due secondi e mezzo. I partecipanti, seduti sulle sedie, dovevano riferire dove ritenevano si trovasse il puntino nel momento in cui si erano resi conto di avere l’intenzione o l’impulso di flettere il polso. Un istante dopo aver piegato il polso, l’orologio si fermava e i partecipanti dovevano fare la loro dichiarazione.Read more at location 130
Note: x L ESP Edit
Con un elettroencefalogramma (EEG) veniva misurata la conducibilità elettrica del cranio.Read more at location 136
Note: c Edit
l’attività cerebrale di una persona aumenta progressivamente prima che questa compia movimenti intenzionali.Read more at location 142
Note: c Edit
i risultati dell’EEG erano paragonabili ai tracciati del potenziale di prontezza, e iniziavano circa 550 millisecondi – poco più di mezzo secondo – prima che il muscolo cominciasse a muoversi (cioè prima dello scatto muscolare). Mediamente, i partecipanti riferivano di aver avvertito lo stimolo, l’intenzione o la decisione di flettere il polso circa 200 millisecondi – un quinto di secondo – prima dello scatto muscolare.Read more at location 146
Note: c Edit
Libet ritenne che questi risultati dimostrassero che la decisione di flettere nell’immediato fosse presa inconsciamente all’incirca mezzo secondo prima che il muscolo del polso si attivasse. Vale a dire circa un terzo di secondo prima che i soggetti diventassero consapevoli della propria decisione. Secondo Libet, affinché il libero arbitrio fosse coinvolto nel processo che genera azioni corporee, le decisioni che causano tali azioni avrebbero dovuto essere prese coscientemente; egli concluse, quindi, che il libero arbitrio non avesse alcun ruolo in questo caso.Read more at location 149
Note: x CONCLUSIONE Edit
C’è però una complicazione. Libet riteneva che una volta che siamo consapevoli della nostra decisione o intenzione di fare qualcosa nell’immediato, abbiamo circa un decimo di secondo per porre un veto; pensava cioè che il libero arbitrio potesse avere un ruolo nel “vietare”.Read more at location 162
Note: x IL VRTO DI LIBET Edit
In primo luogo, perché dovremmo credere che una decisione venga presa quando l’EEG comincia ad aumentare anziché qualche centinaio di millisecondi dopo? Forse quel che accade nel cervello quando l’attività inizia a crescere è un processo che potrebbe – o potrebbe anche non – condurre a una decisione un istante dopo.Read more at location 168
Note: x PRIMO DUBBIO Edit
Se le decisioni non fossero state prese nel momento in cui iniziava l’aumento dell’attività, ma in un momento successivo, allora potrebbero essere state prese consciamente.Read more at location 183
Note: c Edit
Mi sono interrogato sul da farsi e ho individuato una strategia. Ho deciso che mi sarei detto «adesso», avrei flesso il polso rispondendo a quello stimolo proferito in silenzio e poi, qualche istante dopo, avrei provato a stabilire dove si trovasse la lancetta dell’orologio di Libet nel momento in cui avevo detto «adesso»Read more at location 191
Note: x RESOCONTO DI UNA CAVIA Edit
Quando siete davanti allo scaffale delle noccioline non fate altro che prendere uno dei barattoli. Solitamente, non avete motivo di preferire un particolare barattolo agli altri che sono sullo scaffale. Se qualcuno vi chiedesse perché avete preso proprio il barattolo che avete appena messo nel carrello e non un qualsiasi altro barattolo dello scaffale, vi trovereste nella situazione in cui mi trovo io quando mi viene chiesto perché abbia detto «adesso» nel momento in cui l’ho detto.Read more at location 200
Note: x ANALOGIA DEL BARATTOLO. NATURA DELLA SCELTA Edit
esattamente come si sceglie arbitrariamente un barattolo di noccioline per cancellare una voce dalla propria lista della spesa, così quando si partecipa a un esperimento di Libet, si sceglie arbitrariamente un momento per cominciare a flettere il polso al fine di ottemperare alle istruzioni ricevute.Read more at location 212
Note: c Edit
Se si vuole sapere se il ragionamento cosciente svolga un ruolo nel generare decisioni, non ci si dovrebbe limitare ad analizzare situazioni nelle quali le persone ricevono l’istruzione di non pensare a cosa fare.Read more at location 221
Note: x OBIEZIONE Edit
Esattamente come i suoni emessi da qualcuno impiegano del tempo per arrivare alle nostre orecchie, per essere registrati dal nostro cervello e dalla nostra coscienza, anche le nostre decisioni potrebbero impiegare qualche tempo per affiorare alla nostra coscienza.Read more at location 226
Note: x TERZA OB DEL TIME LAG Edit
nel suo esperimento sul divieto, Libet aveva ottenuto dei tracciati EEG – almeno in parte – molto simili a quelli relativi a un altro esperimento, in cui i soggetti avevano ricevuto istruzioni di flettere il polsoRead more at location 252
Note: x ESP DIVIETO Edit
Potrebbe darsi allora che anche nell’altro esperimento buona parte del tracciato EEG di ciascun soggetto – o addirittura l’intero tracciato lungo un secondo – puntasse su qualcosa di diverso da un’intenzione.Read more at location 254
Note: x CONCLUSIONE Edit
Forse l’EEG rileva il prepararsi a fare qualcosa, anche quando il soggetto non ha intenzione di farlaRead more at location 258
Note: c Edit
Il problema dell’interpretazione data da Libet ai tracciati EEG risulta ancora più evidente quando ci si chiede quanto tempo impieghi l’intenzione di flettere subito il polso a determinare lo scatto muscolare.Read more at location 264
Note: X OBIEZ DEL TIME LAG TRA INT E SCATTO Edit
sono necessari circa 200 millisecondi – non 550 millisecondi, come dovrebbe essere se Libet avesse ragioneRead more at location 266
Note: x NUMERI Edit
L’evidenza è data da un test sul tempo di reazione a un segnale di via.Read more at location 267
Note: c Edit
tempo che intercorre tra l’intenzione prossimale e lo scatto muscolare è inferiore a 231 millisecondi. È quindi un ulteriore segno che ciò che accade nel cervello circa mezzo secondo prima dell’attività muscolare, nell’esperimento di Libet, è tutt’al più una fase del processo che conduce alla decisione prossimale di flettere il polso.Read more at location 287
Note: x PROVA DEL FALLIMENTO LIBET Edit
Libero arbitrio e neuroscienze new wave: binomio impossibile?Read more at location 333
Note: @@@@@@@@@@@@@@@@@@ Edit
Ai soggetti che hanno partecipato allo studio è stato richiesto di prendere un numero cospicuo di semplici decisioni mentre la loro attività cerebrale veniva misurata attraverso la fMRI. La scelta consisteva nel premere uno dei due pulsanti a disposizioneRead more at location 348
Note: x NUOVI ESP Edit
Gli scienziati dicono di aver riscontrato che «due aree cerebrali codificavano con elevata accuratezza se il soggetto stesse per scegliere il pulsante di sinistra o quello di destra prima della decisione conscia»Read more at location 351
Note: c Edit
l’accuratezza della codifica è solo del 60 per cento – dove il 50 per cento, naturalmente, equivale alla pura casualità.Read more at location 354
Note: c Edit
Ma cosa misurano o rilevano gli scienziati svariati secondi prima che il pulsante venga premuto? A che cosa è associata quell’attività neurale? Scommetterei su questo: a una moderata propensione inconscia del soggetto a premere un particolare bottone la volta successiva. Forse questa propensione dà al soggetto il 60 per cento di probabilità di premere proprio quel pulsante.Read more at location 359
Note: x DIVERSA INTERPR Edit
Mettetevi nei panni di un soggetto che partecipa a un esperimento. Premete uno dei due pulsanti. Lo fate molte volte, cercando di non ricadere in nessuno schema. Quindi, magari solo in modo vago, cercate di ricordarvi quali pulsanti avete premuto. E tutta quest’attività potrebbe creare in voi una qualche inclinazioneRead more at location 363
Note: c NON RICSDERE IN UNO SCHEMA Edit
questo tipo di scelta non ha niente a che vedere con il libero arbitrio. Ma, anche se l’avesse, sarebbe difficile, sulla base delle scoperte fatte in quest’ambito, arrivare a generalizzazioniRead more at location 370
Note: x ANCORA: TIPO DI SCELTE Edit
Un antico apologo, quello dell’asino di Buridano, è pertinente al nostro discorso. Essendo iper-razionale, questo asino non faceva mai qualcosa se le ragioni per farla non erano migliori di quelle per fare qualsiasi altra cosa. Un giorno in cui era affamato si trovò a dover decidere tra due grandi balle di fieno ugualmente appetitose. Guardò prima a sinistra e poi a destra. Ma non aveva ragioni per preferire una balla all’altra. Per questo rimase lì, e alla fine morì di fame. Povero asino! Nell’esperimento basato sulla fMRI, così come negli esperimenti di Libet, i soggetti sono in una posizione analoga a quella dell’asino. La soluzione è solo scegliere. Se l’asino avesse scelto in modo arbitrario una balla di fieno, la storia avrebbe avuto un lieto fine. I soggetti dello studio basato sulla fMRI hanno scelto arbitrariamente il pulsante da premere – a volte quello di sinistra, a volte quello di destra. Temo però che questo tipo di scelta possa essere alquanto diverso dallo scegliere o decidere in situazioni in cui la scelta o la decisione implica una notevole dose di ponderazione delle ragioniRead more at location 373
Note: X ANALGIA CON BURIDANO. L INCONSCOO PDSA IN QS SCELTE Edit
Se la scelta arbitraria non assomiglia granché alle altre decisioni, sostenere che ciò che accade nel caso di una scelta arbitraria accade anche nel caso di una decisione complicata e accurata è una notevole forzatura.Read more at location 383
Note: x L OB DELLA SC SINTETIZZATA Edit
Un altro problema è che un tasso di accuratezza del 60 per cento nel prevedere quale pulsante sarà premuto da un soggetto non sembra costituire poi questa gran minaccia per il libero arbitrio.Read more at location 385
Note: x 60% Edit
(Fried, Mukamel, Kreiman, 2011).Read more at location 390
Note: ESP CON ELETTRODI Edit
Fried, Mukamel e Kreiman sono stati in grado di fare previsioni con un livello di accuratezza dell’80 per cento.Read more at location 397
Note: x 80% Edit
Ci sono due osservazioni da fare. In primo luogo, dato che le previsioni sono corrette solo nell’80 per cento delle volte, non vi è ragione di chiamare in causa il determinismo.Read more at location 414
Note: x NO DETERMINISMO Edit
In secondo luogo, anche se gli impulsi a premere il tasto sono determinati dall’attività cerebrale inconscia, può sempre dipendere dai partecipanti se assecondare o meno tali impulsi. Libet affermava che alcuni dei soggetti che avevano partecipato ai suoi esperimenti avevano riferito di aver sporadicamente resistito all’impulso di flettere.Read more at location 416
Note: x VETO Edit
Buone intenzioniRead more at location 496
Note: @@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@ Edit
Daniel Wegner ha scritto un libro dal titolo The Illusion of Conscious Will (2002).Read more at location 500
le intenzioni consce non sono mai tra le cause delle azioni corrispondenti.Read more at location 501
Note: x TESI Edit
fa ricorso all’evidenza relativa alle azioni automatiche e a certi tipi di errori connessi alle azioni che le persone tendono a commettere.Read more at location 512
Note: x ARG DEI BIAD Edit
automatografoRead more at location 514
I partecipanti poggiavano la mano sulla lastra di vetro posta sulla parte superiore dello strumento. Ogni minimo movimento del vetro veniva rilevato da un dispositivo di registrazioneRead more at location 514
Note: x AUTOMATOGRAFO Edit
Immaginate di poggiare la vostra mano sull’apparecchio. Se avviassi un metronomo e vi chiedessi di contarne i ticchettii, potreste fare, senza rendervene conto, dei minuscoli movimenti con la mano, andando a tempo con il ritmo.Read more at location 517
Note: x TENERE IL TEMPO INCONSC Edit
La base dell’argomento di Wegner per la tesi che le intenzioni prossimali consce non siano mai tra le cause delle azioni corrispondenti è costituita da evidenze di questo tipo.Read more at location 522
Note: c Edit
Operatori specializzati avevano il compito di aiutare queste persone a toccare i tasti di una tastiera – che i pazienti si sforzavano di utilizzare per scrivere delle frasi. Gli operatori dovevano evitare di controllare i movimenti dei pazienti: la loro funzione era solo quella di aiutarli. E molti di loro intendevano fare proprio questo – e pensavano di fare solo questo. Si scoprì invece che gli operatori controllavano in maniera inconsapevole quali tasti venivano digitati e quindi ciò che veniva scritto. In realtà, a volte le informazioni erano note all’operatore e non al paziente.Read more at location 527
Note: x IL CASO DEGLI INS DI SOSTEGNO Edit
Wegner analizza anche un fenomeno spiritistico, assai popolare nel XIX secolo, noto come “spostamento del tavolo”. La gente si riuniva e appoggiava le mani su un tavolino, sperando che gli spiriti dei defunti lo muovessero. E a volte il tavolo in effetti si muoveva. Naturalmente, erano le persone a muoverlo – apparentemente senza rendersene conto e senza averne coscientemente l’intenzione.Read more at location 533
Note: x SEDUTE SPIRITICHE Edit
In che modo Wegner passa da questo tipo di evidenza alla conclusione che le intenzioni consce non sono mai tra le cause delle azioni corrispondenti? Ha un approccio del tipo: o tutto o niente.Read more at location 542
Note: x FORZATURE Edit
non sono disposto ad accettare che tutte le azioni siano causate nello stesso modo fondamentale.Read more at location 552
Note: x NON TUTTO Edit
ricerche sulle “intenzioni di attuazione”Read more at location 554
In un esperimento, i soggetti erano costituiti da donne intenzionate ad eseguire un’autopalpazione del seno il mese successivo. Le donne erano state divise in due gruppi. C’era una sola differenza nelle istruzioni che avevano ricevuto. A un gruppo era stato chiesto di decidere durante l’esperimento luogo e tempo dell’esame che avrebbero condotto il mese successivo; all’altro gruppo non era stata rivolta quella richiesta. Il primo gruppo scrisse su un foglio la propria decisione prima del termine dell’esperimento, e lo consegnò agli sperimentatori. Ovviamente erano consapevoli di cosa stessero facendo. Avevano intenzioni di attuazione consce. I risultati sono stati impressionanti. Tutte le donne cui erano state date istruzioni circa l’intenzione di attuazione hanno effettuato un esame del seno il mese successivo, e tutte tranne una lo hanno sostanzialmente fatto nella data e nel luogo decisi precedentemente. Invece, solo il 53 per cento delle donne dell’altro gruppo ha effettuato l’esame del seno il mese successivo.Read more at location 556
Note: x ES AUTOPALPAZIONE. SOLO UN SERIO IMPEGNO COST INTENZOONE Edit
benefici derivanti dall’esercizio fisico.Read more at location 564
partecipanti erano tossicodipendentiRead more at location 568
Un review article, pubblicato nel 2006 da Peter Gollwitzer e Paschal Sheeran, riferiva che 94 test indipendentiRead more at location 573
Note: x RASSEGNACDI QS TEST Edit
Le persone che formulano consciamente intenzioni di attuazione relative a determinate azioni hanno una maggiore probabilità di compierle.Read more at location 576
Note: x ESITO Edit
Alcune azioni umane non sono causate, neanche parzialmente, da intenzioni consce (lo stesso vale per i correlati neurali delle intenzioni consce; alcune azioni non sono causate neanche da questi); tutte le azioni umane sono causate essenzialmente nello stesso modo; quindi nessuna azione umana è causata, neanche par-zialmente, da intenzioni consce (e lo stesso vale per i correlati neurali delle intenzioni consce) (da 1 e 2); le persone non hanno il libero arbitrio a meno che le loro intenzioni consce (o i loro correlati neurali) siano a volte tra le cause delle azioni corrispondenti; le persone non hanno quindi il libero arbitrio (da 3 e 4).Read more at location 611
Note: X RIEPILOGO WEGNRR Edit
C’è una bella differenza tra il muovere inconsapevolmente la mano verso un oggetto nascosto o verso la strada alla quale sto pensando e il lasciare intenzionalmente la mia stanza d’albergo alle otto di mattina per arrivare in tempo a un importante appuntamento in una città nella quale non sono mai stato.Read more at location 618
Note: x IDEA ASSURDA Edit
Wegner dice che qualcosa che egli considera necessaria per il libero arbitrio non accade mai. E io dico che questa cosa necessaria a volte accadeRead more at location 624
Note: x DIFFERENZA Edit
Situazioni difficiliRead more at location 634
Note: @@@@@@@@@@ Edit
«Quando proviamo a spiegare le nostre azioni – scri-ve il neuroscienziato Michael Gazzaniga (2011, p. 77, trad. it. p. 81) – ci avvaliamo di spiegazioni post hoc sulla base di osservazioni post hoc, senza aver accesso all’elaborazione inconscia».Read more at location 635
Note: x RAZIONALIZZAZIONI Edit
In breve: se non sappiamo mai perché faremo quello che stiamo per fare, sembrerebbe proprio non dipendere da noi cosa facciamo.Read more at location 638
Note: x RAZ E LA Edit
Quando sono in aereo mi piace avere spazio per stendere le gambe, quindi la prima cosa che faccio, dopo aver acquistato on line un biglietto di classe turistica, è andare sul sito della compagnia aerea alla ricerca di un posto vicino a un’uscita di emergenza, tentando prima tra quelli lato corridoio e poi tra quelli lato finestrino. Se trovo un posto che mi piace, lo prendo subito. Tutto questo lo faccio consciamente (anche se i programmi dei computer lo sanno fare, io non saprei cercare un posto vicino a un’uscita inconsciamente). Lo faccio perché ho una preferenza conscia per i posti che permettono di stendere le gambe su voli a lunga percorrenza, e so – consciamente – come procurarmi spazio extra per le mie gambe senza sborsare più di quanto i miei ospiti sono disposti a pagare. Se qualcuno mi avesse chiesto di spiegare perché avessi scelto il posto che avevo scelto, avrei potuto dare una bella spiegazione in parte basata sulla preferenza conscia che avevo mentre ero intento a scegliermelo. La mia spiegazione si sarebbe basata su fatti relativi a cosa volessi e a cosa pensassi prima e durante la selezione del posto – non su osservazioni fatte dopo averlo scelto.Read more at location 642
Note: x L INTROSP CONFUTA GAZANIGA Edit
Perché Gazzaniga sottovaluta la nostra vita mentale?Read more at location 651
Note: c Edit
Quando scelgo un posto vicino all’uscita di sicurezzaRead more at location 662
Note: x UNA SCELTA BEN DIVERSA DAI PULSANTI DI LIBEY Edit
benché molte persone avessero assistito dalle loro finestre all’accoltellamento di Kitty Genovese nelle prime ore del mattino, nessuna di queste aveva cercato di fermare l’aggressione e addirittura nessuna aveva chiamato la polizia.Read more at location 674
Note: x IL CSSO GENOVESE Edit
Ciascun soggetto era da solo in una stanza e aveva un microfono con cui era convinto di parlare ad altri soggetti. I partecipanti erano stati indotti a credere che vi fosse solo un altro soggetto (gruppo A), che ve ne fossero altri due (gruppo B) o che ve ne fossero altri cinque (gruppo C). In realtà, le voci che i partecipanti sentivano erano registrate. Era stato detto loro che il microfono consentiva di parlare unicamente a una persona per volta. A un certo punto il soggetto sentiva qualcuno – la “vittima” – che diceva di essere sull’orlo di un collasso. La vittima chiedeva aiuto, vaneggiava, diceva di aver paura di morire e così via. Dopo aver parlato per 125 secondi, la voce si interrompeva bruscamente, dopo una serie di suoni strozzati. Le cifre relative alla percentuale di persone uscite dalla cabina per portare aiuto prima che la voce venisse interrotta sono le seguenti: gruppo A, 85 per cento, gruppo B, 62 per cento e gruppo C, 31 per cento.Read more at location 678
Note: x ESP DELLO STTOZZATO Edit
l’esperimento carcerario di Stanford (Haney, Banks, Zimbardo,Read more at location 690
Molte guardie si erano trasformate in aguzzini, e anche quelle che non prendevano parte alle prepotenze le lasciavano continuare. Le prevaricazioni aumentavano di giorno in giorno. La conta dei detenuti all’inizio durava dieci minuti, ma successivamente iniziò a protrarsi per ore, durante le quali i detenuti venivano incoraggiati a denigrarsi l’un l’altro. Con il tempo, l’atteggiamento che i detenuti avevano nei confronti dei compagni finì con il rispecchiare quello delle guardie. Insulti e minacce aumentarono, così come gli ordini di svolgere mansioni prive di senso o degradanti. A volte le guardie obbligavano i detenuti a pulire i gabinetti a mani nude.Read more at location 708
Note: x ZIMBARDO Edit
Note: c Edit
Questo episodio, con il suo sventurato giovane protagonista, sottolinea quanto profondamente i partecipanti si fossero calati nelle loro parti.Read more at location 737
Note: c Edit
celebri studi sull’obbedienza dello psicologo Stanley Milgram,Read more at location 738
Milgram voleva capire perché le persone finissero con l’obbedire a ordini che intimassero loro di compiere azioni terribili, e che di per sé non avrebbero mai fatto.Read more at location 739
Note: x MILGRAM Edit
al partecipante toccava sempre la parte dell’insegnante. Poi gli facevano ascoltare una finta storia e gli mostravano una sedia elettrificata, sulla quale l’allievo si sarebbe dovuto sedere durante l’esperimento. Stando seduto su quella sedia, l’allievo in teoria avrebbe ricevuto una scossa elettrica ogniqualvolta avesse dato una risposta sbagliata. L’insegnante guardava l’allievo mentre veniva legato alla sedia e gli veniva detto che i lacci avrebbero impedito che si muovesse troppo quando avesse ricevuto le scosse elettriche; poi andava in un’altra stanza, dalla quale non poteva più vedere l’allievo. Milgram riferì che, con qualche rara eccezione, i partecipanti credevano che fosse tutto reale (ovviamente non lo era, le scosse non erano vere). Ai partecipanti veniva mostrata una serie di trenta leve, ciascuna delle quali associata a una scossa di diversa intensità. La scossa più lieve era per la prima risposta sbagliata, la seconda più lieve per la seconda risposta sbagliata, e così via. Gruppi di leve – solitamente di quattro – erano contrassegnati da un’etichetta. Più o meno a metà della scala di intensità, l’etichetta diceva “Scossa intensa”, seguita da “Scossa di intensità estrema”, “Pericolo: scossa grave”, e infine “XXX”. L’allievo rispondeva premendo un pulsante. A un certo punto dell’esperimento – dopo aver ricevuto la ventesima scossa – l’allievo picchiava sulla parete e da quel momento in poi non rispondeva più a nessuna domanda. La ventesima scossa veniva trasmessa dalla quarta leva del gruppo contrassegnato dalla dicitura “Scossa intensa”. I livelli della scossa erano contrassegnati anche da numeri che indicavano il voltaggio. Quella leva riportava la scritta: “300 volt”. Prima di dare la scossa all’allievo, l’insegnante doveva riferire il voltaggio della scossa che si apprestava a dare, che andava dai 15 volt iniziali ai 450 volt dell’ultima scossa. All’inizio dell’esperimento, lo scienziato diceva all’insegnante che «anche se le scosse potevano essere molto dolorose, non avrebbero recato alcun danno permanente ai tessuti». Quando i soggetti sollevavano il problema di bloccare l’esperimento, venivano loro date risposte predefinite, da «Continui, per favore» a «Non ha altra scelta, deve continuare». Lo scienziato iniziava dalla semplice richiesta di continuare per poi passare alla risposta: «Non ha scelta» quando il soggetto seguitava a chiedere di interrompere l’esperimento. Ventisei soggetti su quaranta continuarono a somministrare scosseRead more at location 745
Note: c Edit
che cosa ne dobbiamo concludere? Volendo essere pessimisti: che esercitiamo un controllo assai limitato sul nostro comportamento – il comportamento umano è determinato in larga parte dalle situazioni in cui ci troviamoRead more at location 787
Note: x CONCLUSIONI Edit
notizia secondo la quale i passeggeri e l’equipaggio del volo 93 della United Airlines, avendo appreso degli attentati appena verificatisi, avevano cercato di riprendere il controllo del proprio aereo, altrimenti destinato a schiantarsi). Il ruolo del passeggero di un volo di linea è molto ben definito. I passeggeri devono stare seduti, allacciare le cinture di sicurezza e mantenerle allacciate fino a che non sia consentito loro di alzarsi, astenersi dall’arrecare disturbo e in generale seguire le indicazioni dei membri dell’equipaggio.Read more at location 794
Note: x I PASSEGGERI DRLL ATTENTATO Edit
Se avessi avuto la terribile sfortuna di essere a bordo dell’aereo che si è schiantato sul World Trade Center nel 2001, mi sarei probabilmente astenuto dall’intervenire nella speranza che i membri dell’equipaggio riuscissero a riprendere in mano la situazione. Ma alla luce di quello che ho appreso nel frattempo, prevedo che le mie reazioni oggi sarebbero diverse.Read more at location 806
Note: x INTROSP Edit
adesso che sappiamo cos’è “l’effetto spettatore”, la prossima volta che assisteremo in gruppo a una qualche emergenza avremo maggiori probabilità di resistere alla tendenzaRead more at location 820
Note: x IL LATO POS DELLA CONOSC Edit
Quando la causa di un comportamento dannoso sfugge alla portata del proprio radar, c’è poco da fare. Ma quando la causa di un comportamento o di un’omissione dannosa è portata allo scoperto, aumenta anche la speranza di un possibile miglioramento.Read more at location 824
Note: x CONSAPEVOLEZZA Edit
Il lavoro di Milgram era in parte motivato dal desiderio di comprendere come dei normali cittadini tedeschi, una volta trasformati in soldati, avessero finito per commettere delle atrocità. L’obbedienza all’autorità è una parte importante della risposta. La richiesta ufficiale di obbedire all’autorità dovrebbe includere, come sua componente, l’educazione ai limiti legittimi dell’autorità.Read more at location 829
Note: x AUTORITÀ Edit
La grande quantità di lavori sulle intenzioni di attuazione dimostra che l’autocontrollo è possibile e confuta l’idea che le intenzioni consce non abbiano praticamente alcun effetto sulle azioni intenzionali.Read more at location 855
Note: x L AUTOCONTROLLO ESISTE Edit
La chiave per fronteggiare “l’effetto spettatore”, l’obbedienza eccessiva e il potere esercitato dai ruoli è l’istruzione. Talvolta sapere è potere.Read more at location 864
Note: x SAPERE È POTERE Edit
Un comune studente universitario che abbia il potere di farlo può essere tentato di far pulire a qualcuno un gabinetto a mani nude. Ma questa tentazione è irresistibile? Ovviamente le guardie che lo hanno fatto avrebbero dovuto resistere alla tentazione. E perché si dovrebbe negare che avrebbero potuto farlo? Anche se non hanno resistito alla tentazione, magari erano libere di farlo. In questo esperimento, la situazione delle guardie ha reso più semplice la loro decisione di fare cose fuori dei limiti – decisioni sul modo di usare il potere da poco acquisito. Ma non mi sembra che la loro situazione le abbia costrette ad agire nel modo in cui hanno agito. Non erano prive di alternative. Per come la vedo io, dipendeva ancora da loro se mettere in pratica quelle idee disumane.Read more at location 879
Note: x RESP Edit
Qualcuno potrebbe sostenere che tutto quello che facciamo è determinato dalle situazioni in cui ci troviamo, che non esercitiamo alcun controllo su come reagiamo rispetto a queste situazioni, e che quindi le guardie “cattive” non avrebbero potuto agire diversamente. Questa affermazione è però infondata. Se le situazioni determinassero davvero le nostre azioni, allora tutte le persone nella stessa situazione dovrebbero agire nello stesso modo.Read more at location 887
Note: x PESSIMISMO CONF Edit
Non va trascurato un fatto importante: nel caso dei soggetti di Milgram, una figura autorevole e convincente aveva detto loro che sebbene le scosse potessero risultare molto dolorose non avrebbero arrecato alcun danno permanente ai tessuti. Ma siccome i detenuti di Zimbardo sapevano che pugnalare qualcuno avrebbe danneggiato seriamente i tessuti, non credo che si sarebbero spinti a tanto.Read more at location 898
Note: x FIGUARA AUTOREVOLE Edit
Credere che ci siano altre quattro persone pronte a intervenire, evidentemente, rende più difficile prendere la decisione giusta, ma non la rende impossibile.Read more at location 910
Note: x SPETTATORI SENZA LIBERO ARBITRIO O EGOISTI? Edit
Se pensate che per essere dotati di libero arbitrio si debba essere liberi da qualsiasi influenza situazionale, dovreste concludere che il libero arbitrio non esiste.Read more at location 916
Note: x CONDIZ Edit
Sapere è potere.Read more at location 924
Libero arbitrio ed evidenza scientificaRead more at location 925
Note: @@@@@@@ Edit
essere capaci di prendere decisioni razionali e informate – e di agire in base ad esse –, quando non si è fatti oggetto di uso indebito della forza, è sufficiente per avere il libero arbitrio.Read more at location 939
Note: x DEF Edit
libero arbitrio modesto.Read more at location 941
Note: c Edit
la maggior parte di noi sembra avere questa capacità, almeno in qualche occasione.Read more at location 942
Note: x C'È Edit
Anthony Cash-moreRead more at location 1021
devo concludere che il dualismo di Cartesio è vivo e vegeto. Esattamente come Cartesio, in altre parole, crediamo ancora (per quanto facciamo finta che non sia così) che nel comportamento umano vi sia una componente magica»Read more at location 1023
Note: x CARTESIO VIVO E VEGETO Edit
il neuroscienziato Michael Gazzaniga sostiene che il libero arbitrio implica un elemento fantasmatico, o non fisico,Read more at location 1026
Note: x GHOST IN THE MACHINE Edit
Considerato quello che Gazzaniga intende con “libero arbitrio”, non sorprende che, secondo lui, il «libero arbitrio [sia] un concetto mal congegnato, basato su delle convinzioni sociali e psicologiche [...] che non hanno origine dalla conoscenza scientifica moderna sulla natura del no- stro universo, e che sono in disaccordo con essa»Read more at location 1029
Note: x SCETTICISMO Edit
Monroe, Malle, 2010; Mele, 2012; Nahmias, Thompson, 2014).Read more at location 1052
Note: x COSA INTENDE X LIBERO ARBITRIO LA XSONA CFOMUNE Edit
Ecco due esempi di cosa vuol dire avere aspettative elevate: a) per avere il libero arbitrio occorre fare scelte consce che siano del tutto indipendenti dalla precedente attività cerebrale; b) per avere il libero arbitrio occorre essere del tutto svincolati dalla genetica e dall’ambiente (comprese le situazioni in cui ci troviamo). Ora, l’evidenza indica chiaramente che le nostre scelte consce non sono mai del tutto indipendenti dalla attività cerebrale che le precede, e che non siamo mai del tutto scevri da condizionamenti genetici e ambientali.Read more at location 1068
Note: x ASPETTATIVE TROPPO ELEVATE Edit
Un modo efficace per legare la nostra riflessione sul libero arbitrio al mondo reale consiste nel considerare quest’ultimo come qualcosa di cui abbiamo bisogno per meritare il merito o il biasimo morale per le nostre azioni. Se pensiamo al libero arbitrio in questo modo, riterremo plausibile pensare che le persone talvolta esercitino il libero arbitrio nella misura in cui ci sembrerà plausibile pensare che le persone talvolta meritino – sul piano morale – di essere lodate o biasimate.Read more at location 1074
Note: x ALTRO MODO DI PENSARE LA Edit
È interessante osservare come Gazzaniga, pur rifiutando il libero arbitrio in quanto magico e contrario alla scienza, assuma tutt’altro atteggiamento verso responsabilità e imputabilità. «Non c’è una ragione scientifica per non essere considerati individui responsabili» (Gazzaniga, 2011, p. 106, trad. it. p.Read more at location 1079
Note: x ES GAZZA Edit
Dunque il libero arbitrio esiste? Se intendete quello che io chiamo “libero arbitrio modesto”, rispondo di sì, senza esitazione alcuna. Se intendete quello che io chiamo “libero arbitrio ambizioso”, dico che la questione è ancora aperta. Il che riassume bene la tesi fondamentale di questo libro.Read more at location 1101
Note: x RIASSUNTO TSI FOND Edit
MASICAMPORead more at location 1107

In principio era il Logos

Chi spiega la rivoluzione industriale di XVIII secolo in Europa spiega molto dell’uomo perché insieme con l’avvento dell’ homo sapiens e dell’agricoltura si tratta forse del fenomeno più importante nella nostra storia materiale.
Deridre McCloskey ci prova con una ponderosa opera in tre volumi: “Bourgeois Dignity: Why Economics Can't Explain the Modern World”, la tesi è semplice: si è trattato di una rivoluzione linguistica.
Ma leggiamo le sue parole esatte quando descrive il fattore decisivo di cambiamento…
… A big change in the common opinion about markets and innovation, I claim, caused the Industrial Revolution…
La dignità accordata al borghese, alla classe media, alla sua azione innovativa, ha fatto la differenza.
La “dignità” si conferisce grazie alla retorica, al linguaggio
… The cause, in other words, was language, that most human of our accomplishments…
Le cause finora proposte non sembrano tenere…
… The cause was not in the first instance an economic/ material change— not the rise of this or that class, or the flourishing of this or that trade, or the exploitation of this or that group…
D’altronde la storia si è incaricata di confutare i pessimisti che tentarono di infangare l’opera del borghese…
… The outcome has falsified the old prediction from the left that markets and innovation would make the working class miserable, or from the right that the material gains from industrialization would be offset by moral corruption
Una rassegna sulle false credenze intorno all’origine della modernità…
… People believe, for example, that imperialism explains European riches. Or they believe that markets and greed arrived recently. Or they believe that “capitalism” required a new class or a new self-consciousness about one’s class (as against a new rhetoric about what an old class did). Or they believe that economic events must be explained “ultimately,” and every single time, by material interests. Or they believe that it was trade unions and government protections that have elevated the working class. None of these is correct…
Le vittime della tesi proposta hanno nomi e cognomi illustri…
… The book tests the traditional stories against the actually-happened, setting aside the stories that in light of the recent findings of scientific history don’t seem to work very well. A surprisingly large number of the stories don’t. Not Karl Marx and his classes. Not Max Weber and his Protestants. Not Fernand Braudel and his Mafia-style capitalists. Not Douglass North and his institutions. Not the mathematical theories of endogenous growth and its capital accumulation. Not the left-wing’s theory of working-class struggle, or the right-wing’s theory of spiritual decline…
Il capitalismo – ovvero il sistema dell’innovazione – ha vinto quando l’innovatore è stato visto come un figo
… capitalism— or as I prefer to call it, “innovation”— is like Ralph’s Grocery in Garrison Keillor’s self-effacing little Minnesota town of Lake Wobegon: “pretty good.”…
E oggi? Oggi in buona parte di quella storia continua. Chiediamoci per un attimo in quale periodo storico stiamo vivendo…
… The Big Economic Story of our times has not been the Great Recession of 2007– 2009… The Big Economic Story of our own times is that the Chinese in 1978 and then the Indians in 1991 adopted liberal ideas in the economy, and came to attribute a dignity and a liberty to the bourgeoisie formerly denied. And then China and India exploded in economic growth…
No. Non il periodo della grande recessione ma in quello della grande uscita dalla povertà di una fetta imponente dell’umanità.
Per Joel Mokyr le idee sono centrali
… “economic change in all periods depends, more than most economists think, on what people believe.” The Big Story of the past two hundred years is the innovation after 1700 or 1800 around the North Sea, and recently in once poor places like Taiwan or Ireland…
Più importanti dei fattori materiali
… And contrary to the usual declarations of the economists since Adam Smith or Karl Marx, the Biggest Economic Story was not caused by trade or investment or exploitation. It was caused by ideas. The idea of bourgeois dignity and liberty…
Quando le virtù borghesi non prosperano, il capitalismo non decolla, anche in presenza di condizioni materiali favorevoli…
… When bourgeois virtues do not thrive, and especially when they are not admired by other classes and by their governments and by the bourgeoisie itself, the results are sad…
Il caso delle Bahamas: l’imprenditore è visto come un bandito, e lui si comporta come un bandito…
… Virgil Storr and Peter Boettke note about the Bahamas, “Virtually all models of success to be found in the Bahamas’ economic past have to be characterized as piratical,” with the result that entrepreneurs there “pursue ‘rents’ rather than [productive] profits….
L’egoismo non è la chiave per la prosperità: l’uomo è sempre stato egoista…
… Bernard Mandeville and Ivan Boesky got it wrong. Prudence is not the only virtue of an innovative society. People (not to speak of grass and bacteria and rats) have always been prudent, and there have always been greedy people among them unwilling to balance prudence with other virtues…
E l’innovazione ha sempre avuto i suoi “odiatori”: da Thomas Carlyle a Naomi Klein…
… Yet innovation, even in a proper system of the virtues, has continued to be scorned by many of our opinion makers now for a century and a half, from Thomas Carlyle to Naomi Klein…
Gli assunti materialisti incoraggiano quest’odio poiché si coniugano bene con l’efficientismo e lo sfruttamento…
… We will need to abandon the materialist premise that reshuffling and efficiency, or an exploitation of the poor, made the modern world…
Falsa la teoria dell’accumulamento di capitale, falsa la teoria dello sfruttamento del Terzo Mondo, falsa la teoria del commercio estero: molte volte si sono accumulati capitali ingenti, molte volte si è sfruttato il prossimo più debole, molte volte si è commerciato su larga scala… ma la Rivoluzione Industriale non c’è mai stata.
L’uomo è diventato ricco inventando delle cose nuove e ha inventato molto quando l’inventore è stato glorificato e ammirato. Invenzioni:
… cheap steel, electric lights, marine insurance, reinforced concrete, coffee shops, saw mills, newspapers, automatic looms, cheap paper, modern universities, the transistor, cheap porcelain, corporations, rolling mills, liberation for women, railways…
Anche la libertà non è da sopravvalutare. Il caso degli ebrei è un caso di libertà senza dignità, sappiamo come andò a finire…
… The history of the European Jews 1800 to 1945 exhibits the unhappy results of according legal liberty without also the dignity that protects and encourages liberty to innovate…
Non è nemmeno un mutamento nella natura dell’uomo: non sono i suoi occhi a cambiare ma gli occhi di chi lo guarda
… It’s not the “mind of the innovator” or his genes that changed but his (or in more cases than one might think, her) social standing and political liberty…
Eppure, c’è chi insiste molto sui mercati, sulla divisione del lavoro, e vede in questi fattori la fonte delle innovazioni… Sbagliato: sono cose che c’erano anche prima…
… Greg Clark, Jack Goldstone, Joel Mokyr, and I reply that, no, large trades were commonplace in the Mediterranean or the Indian Ocean for centuries before the stirring of Atlantic trade, yet resulted in no sustained industrial revolution… trade, which was routine in the Ottoman Empire, or coal, which was routine in China…
Difficile che chi scrive libri non creda almeno in parte al potere delle idee…
… I write books trying to change people’sminds. If we were consistent materialists we would put down our pens and start offering people large bribes to become liberals…
Obiezione: le idee seguono l’innovazione anziché precederla.
Un esempio del contrario: la Costituzione americana…
… The U.S. Constitution, for example, as the historian Bernard Bailyn argues, was a creative event in the realm of ideas— and its economic origins are easily exaggerated. “The Atlantic democratic revolutions of the later eighteenth century,” writes Jonathan Israel, “stemmed chiefly from a general shift in perceptions, ideas, and attitudes,” a “revolution of the mind…
Altro esempio del contrario: l’abolizione della schiavitù
… The abolition of slavery, a policy once advocated merely by a handful of radical churchmen (and the Baron de Montesquieu), played in the 1820s and 1830s a role in British politics, and later of course a much bigger role in American politics. It had less to do with the North’s material interests than with cheap printing… As Lincoln famously said on being introduced to the author of Uncle Tom’s Cabin (1852), “So you’re the little woman who wrote the book that made this great war!”…
Le idee contano anche in negativo: dalla guerra delle idee alla guerra materiale…
… Books can indeed make big wars; as another example, Erskine Childers’s spy novel, The Riddle of the Sands: A Record of Secret Service (1903), was no minor influence on the Anglo-German naval rivalry…. Various nationalisms had spread across Europe in reaction to Napoleon’s conquests, but then were matured in poetry and songs…
Serve una nuova economia che dia più peso alle idee dell’uomo, alla retorica, al linguaggio e meno agli incentivi materiali…
… humanomists believe that humans are motivated by more than incentives…
L’uomo non massimizza il profitto ma segue una passione.
La razionalità dell’uomo c’è sempre stata ma non ha mai fatto la differenza…
… Greg and I and Mokyr and Goldstone want economic historians, and especially economists, to stop claiming that rationality is new, or that activating it explains the modern world…
La rivoluzione capitalistica: perché in quel momento e in quel luogo?…
… Greg claims that Mokyr and I have “no account for why the Industrial Revolution waited so long.” Oh, yes we do. We say that social ideas changed in a thoroughly liberal direction for the first and only time in history during the seventeenth and eighteenth centuries, first in Holland, then in England and Pennsylvania, and then Massachusetts, Scotland, and the world. They changed for reasons that were sometimes material (London was unusually big and strong when the bumbling Stuarts came to the throne) and sometimes non-material (Voltaire, Montesquieu, Hume, and Smith lived and wrote as they did) and sometimes both (Protestant presses vied with Catholic ones for new readers)…
Perché sorsero nuove idee intorno all’uomo e si diffusero, non esiste una causa materiale, l’uomo è un essere libero: noi storici ed economisti possiamo solo limitarci a descrivere la situazione e a confutare le ipotesi alternative.
Il disappunto materialista è chiaro…
… Greg wants Mokyr and me to have a Deep Explanation for the liberal revolutions. He favors very long-run evolution, even genetics…
Tuttavia, bisogna rassegnarsi: è stato un accidente, un felice accidente.
Qualcuno obbietta: la Cina di oggi sembra priva delle autentiche virtù borghesi, eppure va alla grande come nazione capitalistica. Ma, si noti, anche nell’ Inghilterra dei primordi l’onestà non era moneta corrente…
… Greg Clark says that cheating in China means that the “bourgeois virtues” I touted in the book of the same name (2006) aren’t the ticket. But cheating was rampant in England in the early seventeenth century, as it is in most poor countries…
La letteratura rende bene il fenomeno…
… Look at the Bard’s obsession with dishonesty, in honest, honest Iago, say, or Falstaff’s robbery and exaggerations, or Shylock’s contract and Portia’s quibble…
Fu dopo che le cose cambiarono
… Late in the seventeenth century Quakers and other worthies drove dishonesty underground, and gave us the modern world. The very word “honesty” changed in meaning, from “aristocratically glorious” to “sober and truth-telling.”…
E poi si mantenga la prospettiva corretta: la Cina di oggi si è disincagliata ma la prosperità come la intendiamo noi è ancora lontana…
… To say that China is a counterexample because it “seems set soon to take its place among the developed countries” is strange. At a daily production of $ 13 a head (the United States now is at $ 130 a head), it’s going to be a long, long time before China looks “developed.”…
Inoltre, la Cina copia chi è più avanti di lei. Percorre un sentiero già battuto, in questo senso ha meno bisogno di innovare, la frontiera tecnologica è per lei di là da venire. Facciamo una predizione
… My prediction? Like Japan and Korea and the United States and England, a future China will get very rich when it gives up its rampant culture of “old fashioned greed”…
L’innovazione è cominciata quando gli innovatori, sentendosi ammirati, si appassionavano e discutevano tra loro i loro progetti, la presenza dei caffè è stata più importante della presenza di interessi egoistici…
… economists don’t acknowledge how productive it is to “discuss your creative interests with those around you” and to work so that “society encourages everyone to engage in their own personal process of creative development.”…
Caffè, giornali… e infine Parlamenti: il commercio delle idee espresse con passione conta più di quello delle merci.
L’economista dovrebbe traslare i suoi interessi per passare dal problema allocativo a quello creativo…
… project is to shift attention away from the allocative answers that economists love…towards the creative questions… I call it the Bourgeois Revaluation arising from a new Bourgeois Dignity and liberty, expressed as a change in the Bourgeois Virtues, and resulting in the Great Fact of wider scope for creativity in the Bourgeois Era…
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sabato 21 gennaio 2017

La grande battaglia con il Nulla

Alcuni ancora difendono le teorie della “ricaduta favorevole”, che presuppongono che ogni crescita economica, favorita dal libero mercato, riesce a produrre di per sé una maggiore equità e inclusione sociale nel mondo. Questa opinione, che non è mai stata confermata dai fatti, esprime una fiducia grossolana e ingenua nella bontà di coloro che detengono il potere economico e nei meccanismi sacralizzati del sistema economico imperante. Nel frattempo, gli esclusi continuano ad aspettare
Papa Francesco
No! L’ha fatto ancora. Papa Francesco insiste: l’economia “della ricaduta favorevole” fa danni… di più: uccide.
Ma cos'è questa fantomatica teoria economica "della ricaduta favorevole", altrimenti nota anche come teoria "dello sgocciolamento", altrimenti nota come "trickle down economy"? Cos'è questa cervellotica congettura economica "mai verificata nella storia" che tanto ossessiona il Papa economista improvvisato (in realtà i gesuiti studiano anche economia, ma solo Marx)?
La persona più indicata per rispondere è Thomas Sowell e nel suo saggio " TRICKLE DOWN THEORY AND TAX CUTS FOR THE RICH" lo fa nel modo più diretto: trattasi di una teoria inventata dai suoi oppositori a meri scopi polemici nel fuoco della più bassa battaglia ideologica.
Una risposta talmente facile che Sowell l’ha data dieci anni prima che noi ci ponessimo l’interrogativo ascoltando l’umile vicario di Dio in terra.
Si parte da una considerazione semplice semplice...
... particular individuals have argued that existing tax rates are so high that the government could collect more tax revenues if it lowered those tax rates...
Ma è proprio vero che diminuendo le tasse (in particolare le aliquota più elevate, che di solito colpiscono i ricchi) si possa aumentare il gettito (da poter destinare ai poveri)? In sè si tratta di un'ipotesi perfettamente testabile, anche per questo si tranquillizza temporaneamente l’uditorio affermando che “non è mai stata verificata”...
... This is clearly a testable hypothesis that people might argue for or against, on either empirical or analytical grounds...
Fin qui la discussione sana. Poi comincia lo scontro ideologico di chi si oppone e chiama tutto questo: "tagliare le tasse ai ricchi".
Il trucco adottato dagli oppositori partigiani:...
... the reasons for proposing such tax cuts are often verbally transformed from those of the advocates— namely, changing economic behavior in ways that generate more output, income and resulting higher tax revenues— to a very different theory attributed to the advocates by the opponents, namely “the trickle-down theory.”..
Il tentativo di "cambiare dei comportamenti" attraverso l"incentivo fiscale, viene trasformato nel tentativo di produrre uno "sgocciolamento" della ricchezza dai ricchi ai poveri. Quasi che arricchendo chi è già ricco qualcosa, magari tramite il consumo dei beni di lusso, possa ricadere su chi sta peggio.
Assurdo: una teoria del genere non è mai stata verificata perché non è mai stata formulata...
... No such theory has been found in even the most voluminous and learned histories of economic theories, including J.A. Schumpeter’s monumental 1,260-page History of Economic Analysis...
L'oggetto di accorate denunce è nei fatti una "teoria inesistente". Un nemico piuttosto facile da sconfiggere, quindi.
Ma il Papa, nella sua gaffe ripetuta,  è in buona compagnia, solo che questa compagnia non fa gaffe ma battaglie politiche. Persino ex economisti di vaglia (oggi militanti politici sui giornali) come il Professore Paul Krugman di Princeton e il Professore Peter Corning di Stanford indulgono nell'arte della caricatura per ingrandire il bersaglio.
Eppure, un tempo, anche a sinistra la fantomatica ricetta era seguita: non la si denunciava ma la si praticava...
... While arguments for cuts in high tax rates have often been made by free-market economists or by conservatives in the American sense, such arguments have also sometimes been made by people who were neither, including John Maynard Keynes and Democratic Presidents Woodrow Wilson and John F. Kennedy..
Anche se il vizietto di condannare a parole non è mai scomparso. E in fatto di retorica alata svetta, naturalmente, Obama...
... Barack Obama attacked what he called “the economic philosophy” which “says we should give more and more to those with the most and hope that prosperity trickles down to everyone else.”...
Ma vediamo meglio le conferme fattuali della "teoria mai verificata". Limitandosi all'America, il primo caso è quello del presidente Mellon...
... the series of tax rate reductions advocated by Secretary of the Treasury Andrew Mellon, and enacted into law by Congress during the decade of the 1920s....
Come si giustificò Mellon? Forse con l'argomento dello "sgocciolamento"?
Ovviamente no, parlò invece di paradisi fiscali e titoli esenti
... the actual arguments advocated by Secretary Mellon had nothing to do with a “trickle-down theory.” Mellon pointed out that, under the high income tax rates at the end of the Woodrow Wilson administration in 1921, vast sums of money had been put into tax shelters such as tax-exempt municipal bonds, instead of being invested in the private economy, where this money would create.. more output, incomes and jobs...
Esistevano paradisi fiscali (BOT esenti) a cui bisognava fare concorrenza affinché le ingenti ricchezze lì bloccate fossero investite nell'economia reale.
E l'esito di questa ricetta "mai verificata nella realtà" quale fu? Un successone, naturalmente...
...  What actually followed the cuts in tax rates in the 1920s were rising output, rising employment to produce that output, rising incomes as a result and rising tax revenues for the government because of the rising incomes, even though the tax rates had been lowered.... people in higher income brackets not only paid a larger total amount of taxes, but a higher percentage of all taxes, after what have been called “tax cuts for the rich.”..
Poche teorie economiche hanno ricevuto una verifica sostanziale come quelle che ha ricevuto la “teoria mai verificata”. Le aliquote più elevate crollarono, il gettito aumentò, la disoccupazione diminuì e la quota di tasse pagato dai ricchi sul totale del gettito s'impennò.
Kennedy, Reagan e Bush padre seguirono la stessa via con risultati simili...
... similar results in later years after high tax rates were cut during the John F. Kennedy, Ronald Reagan and George W. Bush administrations...
Qualche numero...
... The facts are unmistakably plain, for those who bother to check the facts. In 1921, when the tax rate on people making over $ 100,000 a year was 73 percent, the federal government collected a little over $ 700 million in income taxes, of which 30 percent was paid by those making over $ 100,000. By 1929, after a series of tax rate reductions had cut the tax rate to 24 percent on those making over $ 100,000, the federal government collected more than a billion dollars in income taxes, of which 65 percent was collected from those making over $ 100,000...
Rivediamo un attimo le reali motivazioni di Mellon...
... Unable to get Congress to end what he called “the evil of tax-exempt securities,” 23 Secretary Mellon sought to reduce the incentives for investors to divert their money from productive investments in the economy to putting it into safe havens in these tax shelters...
E sottolineiamo il crollo della disoccupazione...
... the annual unemployment rate from 1925 through 1928 ranged from a high of 4.2 percent to a low of 1.8 percent...
Non si tratta di far "sgocciolare" sui poveri la ricchezza che elargiamo ai ricchi tagliando loro le tasse (a questa stregua daremmo direttamente ai poveri!). Si tratta di cambiare i comportamenti e le scelte degli operatori, si tratta di  attirare investimenti, di far girare l'economia facendo in modo che la gente intraprenda più facilmente: meno tasse e meno regole per chi rischia. Una cosa di semplice buon senso.
Ma chi contesta, non contesta questa teoria bensì un'invenzione a fini polemici...
... The point here is not simply that the weight of evidence is on one side of the argument rather than the other but, more fundamentally, that there was no serious engagement with the arguments actually advanced but instead an evasion of those arguments...
Si parla di cose diverse, un dialogo a senso unico dove l'accusato non può sentirsi tale. Praticamente una fiction inscenata da chi vuol sentirsi "buono"...
... arguments of the proponents and opponents of tax rate reductions have been arguments about two fundamentally different things. Proponents of tax rate cuts base their arguments on anticipated changes in behavior by investors in response to reduced income tax rates. Opponents of tax cuts attribute to the proponents a desire to see higher income taxpayers have more after-tax income, so that their prosperity will somehow “trickle down” to others... One side is talking about behavioral changes that can change the total output of the economy, while the other side is talking about changing the direction of existing after-tax income flows among people of differing income levels...
Persino l'amministrazione Wilson riconobbe in modo diretto la bontà della teoria...
... Woodrow Wilson, Secretary of the Treasury Carter Glass said of tax rates in 1919 that “the only consequence of any further increase would be to drive possessors of these great incomes more and more to place their wealth in the billions of dollars of wholly exempt securities.”...
Quanto al beniamino dei progressisti, l’adorato Keynes, lui aveva pochi dubbi…
… It was none other than John Maynard Keynes who said, in 1933, that “taxation may be so high as to defeat its object,” that “given sufficient time to gather the fruits, a reduction of taxation will run a better chance, than an increase, of balancing the Budget.”…
Aggiungiamoci poi un’icona come J.F. Kennedy, che passò prepotentemente ai fatti…
… In 1962, Democratic President John F. Kennedy, like both Democratic and Republican Presidents and Secretaries of the Treasury in earlier years, pointed out that “it is a paradoxical truth that tax rates are too high today and tax revenues are too low and the soundest way to raise the revenues in the long run is to cut the rates now.”… Total output and economic growth” were italicized words in the text of John F. Kennedy’s address to Congress in January 1963, urging cuts in tax rates…
Poi c’è Reagan, ma lui è normale…
… Much the same theme was repeated yet again in President Ronald Reagan’s February 1981 address to a joint session of Congress, pointing out that “this is not merely a shift of wealth between different sets of taxpayers.”…
Infine Bush senior
… In 2001, President George W. Bush proposed his tax rate cuts, citing the Kennedy administration and Reagan administration precedents…
Quanto alla definizione di “teoria mai verificata nei fatti”, diciamo che al contrario l’evidenza empirica sembra piuttosto solida
… empirical evidence on what was actually said and done, as well as the actual consequences of tax cuts in four different administrations over a span of more than eighty years have also been largely ignored by those opposed to what they call “tax cuts for the rich.”…
Passiamo ora ai “compagni di gaffe” di Papa Francesco, una compagnia illustre che mescolando le carte a fini politico-ideologici  puo’ aver fatto girare la testa ad un neofita come il Papa. Cominciamo dallo storico Arthur M. Schlesinger jr…
… Confusion between reducing tax rates on individuals and reducing tax revenues received by the government has run through much of these discussions over these many years. Famed historian Arthur M. Schlesinger, Jr., for example, said that although Andrew Mellon advocated balancing the budget and paying off the national debt, he “inconsistently” sought a “reduction of tax rates.”…
Per passare ad un premio Pulitzer come Irwin Unger
… According to the textbook These United States by Pulitzer Prize winner Professor Irwin Unger of New York University, Secretary of the Treasury Andrew Mellon, “a rich Pittsburgh industrialist,” persuaded Congress to “reduce income tax rates at the upper levels while leaving those at the bottom untouched.”…
Naturalmente i nudi dati ci raccontano una storia completamente differente…
… But hard data show that, in fact, both the amount and the proportion of taxes paid by those whose net income was no higher than $ 25,000 went down between 1921 and 1929, while both the amount and the proportion of taxes paid by those whose net incomes were between $ 50,000 and $ 100,000 went up— and the amount and proportion of taxes paid by those whose net incomes were over $ 100,000 went up even more sharply….
la logica è cristallina: se agevoli gli investimenti avrai più lavoro e più ricchezza. Che poi gli investimenti più cospicui li facciano i ricchi, questo va da sè…
… The real effect of tax rate reductions is to make the future prospects of profit look more favorable, leading to more current investments that generate more current economic activity and more jobs…
Difficile dubitare quando logica, senso comune e nudi dati convergono. In questi casi all’oppositore non resta che travisare le parole, affidarsi ad una lingua sciolta e sperare che l’ingenuo o l’ideologizzato abbocchi.
Nemmeno la scuola è stata risparmiata dalla bufala della “trickle down economy”. Prendiamo il manuali di storia “The American Nation” del Professor John Garraty…
… said that Secretary Mellon “opposed lower rates for taxpayers earning less than $ 66,000.”…
Nel best seller “The American Pageant” si sceglievano queste parole…
… “Mellon’s spare-the-rich policies thus shifted much of the tax burden from the wealthy to the middle-income groups.”…
E se ci cadono i manuali di storia, figuriamoci i giornali. Non potevano mancare le gaffe del NYT
… When widely recognized scholars have been so cavalier, it is hardly surprising that the media have followed suit. For example, New York Times columnist Tom Wicker called the Reagan administration’s tax cuts “the old Republican ‘trickle-down’ faith.”…
Il Washington Post segue sempre a ruota…
… Washington Post columnist David S. Broder called these tax cuts “feeding the greed of the rich”… Washington Post columnist, Haynes Johnson, characterized the Reagan tax rate cuts as part of the “help-the-rich-first, and let-the-rest-trickle-down philosophies.”…
Possibile che alla rassegna manchi l’onnipresente John Kenneth Galbraith? Ah no, eccolo qui…
… John Kenneth Galbraith characterized the “trickle-down effect” as parallel to “the horse-and-sparrow metaphor, holding that if the horse is fed enough oats, some will pass through to the road for the sparrows.”…
Vi ricordate come fu maltrattato il piano di tagli fiscali di Bush senior al suo annuncio? No? ve lo ricordo io…
… Responses to later tax cut proposals during the George W. Bush administration included denunciations of “trickle-down” economics from, among others, Arthur M. Schlesinger, Jr., Paul Krugman, and Jonathan Chait…. Washington Post columnist David S. Broder denounced “the financial bonanza that awaits the wealthiest Americans in the Bush plan.”…
E come andò a finire? Alla solita maniera: aliquote più basse, più gettito in assoluto, più gettito in capo ai ricchi, più lavoro…
… Thus, when tax revenues rose in the wake of the tax rate cuts made during the George W. Bush administration, the New York Times reported: “An unexpectedly steep rise in tax revenues from corporations and the wealthy is driving down the projected budget deficit this year.” 57 Expectations, of course, are in the eye of the beholder. However surprising the increases in tax revenues may have been to the New York Times, they are exactly what proponents of reducing high tax rates have been expecting…
Il fatto è che molti, e Papa Francesco tra gli altri, pensano all’economia vivente come ad una sorta di ragioneria, ovvero un gioco a somma zero: se do’ a Tizio, sto togliendo a Caio; se do ai ricchi, sto togliendo ai poveri. Con questa forma mentis che vede i comportamenti fissi, l’unico modo perché arrivi qualcosa ai poveri da una dazione ai ricchi è attraverso un fantomatico quanto risibile “sgocciolamento”…
… Implicit in the approach of both academic and media critics of what they call “tax cuts for the rich” and a “trickle-down theory” is a zerosum conception of the economy, where the benefits of some come at the expense of others…
Ma il Papa è durissimo: dice che si propongono teorie inverosimili e mai verificate, intanto “gli esclusi continuano ad aspettare invano”.
Finora abbiamo visto che si tratta di teorie di semplice buon senso che spesso hanno dato buoni risultati. E allora come mai tanti “esclusi che continuano ad aspettare”? Occupiamoci di loro facendo mente locale e chiedendoci per un attimo in quale periodo storico stiamo vivendo…
… The Big Economic Story of our times has not been the Great Recession of 2007– 2009… The Big Economic Story of our own times is that the Chinese in 1978 and then the Indians in 1991 adopted liberal ideas in the economy, and came to attribute a dignity and a liberty to the bourgeoisie formerly denied. And then China and India exploded in economic growth…
No. Non nel periodo della grande recessione ma in quello della grande uscita dalla povertà di una fetta imponente dell’umanità. Non sembra proprio che gli esclusi stiano aspettando poi così passivamente: chiunque di noi sapendo di nascere “escluso” sceglierebbe senza tentennamenti di nascere nella nostra epoca storica.
***
E oggi? Oggi, una riduzione delle tasse potrebbe funzionare? Dipende tutto dal contesto, che non è mai lo stesso. Una teoria come quella di cui si parla dipende, per esempio, dalla tassazione nei paesi vicini al nostro. Oggi com’è la situazione?..
… A globalized economy makes overseas investments a readily available alternative to buying taxexempt bonds domestically…. Even if the domestic tax rate is not “high” by historic standards, what matters now is whether it is high compared to tax rates in other countries to which large sums of money can be readily sent electronically….
La globalizzazione crea un arcipelago di “paradisi fiscali” (e la delocalizzazione di molte imprese è lì a dimostrarlo). Esattamente quei “paradisi fiscali” che Mellon voleva combattere con il suo primo grande piano di riduzione delle aliquote più elevate.
In conclusione, l’economia non è una scienza, le sue teorie non sono quelle della fisica, né tantomeno sono dei teoremi geometrici (per quanto amino esibire una marea di matematica); il principio che informa il lavoro di ogni economista è dunque il seguente: “a volte le cose vanno in un modo, a volte in un altro”. Molto, quasi tutto, dipende dal contesto, che varia sempreCi si arrabatta e si cerca un minimo di consenso generico: la retorica che s’inventa un nemico inesistente per consentire all’oratore di “urlare”, “denunciare” e “proclamare” così da sentirsi più “buono” e da far sentire più buono l’auditorio, fa solo perdere tempo.
american-pie

venerdì 20 gennaio 2017

Femminicidio, il matrimonio è protezione per la donna http://www.uccronline.it/2017/01/20/femminicidio-il-matrimonio-e-protezione-per-la-donna/