mercoledì 30 ottobre 2019

SPAGHETTI

SPAGHETTI
Il Prodigioso Spaghetto Volante viene spesso utilizzato per deridere i credenti, s'ispira ad un nobile precedente, la teiera volante di Bertrand Russell. Ma il significato di questa creatura sfugge ai più poiché non realizza una caricatura del dio dei credenti bensì il suo contrario: mentre il primo è un essere intelligente la cui presenza viene ipotizzata per giustificare l'ordine razionale del mondo, lo Spaghetto simboleggia invece l'arbitrio folle e la causalità.
Questa stranezza è confermata dal fatto che mai in passato l'ateismo - prima del XX secolo quasi sempre di matrice idealista - si era sognato di escogitare creature paragonabili per mettere in luce le debolezze della fede monoteista. Come mai?
Per Kevin Vallier il rapsodico Spaghetto Volante ha il potere di impressionare solo una mentalità materialista propensa a vedere l'universo come una specie di caos insensato e del tutto casuale. Ci puo' stare. Francamente, non capisco perché poi Vallier tiri in ballo il neo-platonismo, quasi che l'elemento cruciale fosse quello soprannaturale. Certo, il materialismo non concepisce realtà non materiali ma qui penso che la contrapposizione fondamentale sia quella tra ordine e caos, e in questo senso il dio aristotelico non è meno "ordinato" di quello platonico.

KEVINVALLIER.COM
One interesting feature of recent debates about God’s existence is the use of the Flying Spaghetti Monster to deride the rationality of theistic belief (a colorful spin on Russell’s teapot case). What I’m interested in is why anyone was ever impressed with it. Lately I’ve been studying the h...
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martedì 29 ottobre 2019

ORIGINI DELL'UOMO

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ORIGINI DELL'UOMO
Meditando la Genesi ho voluto conoscere meglio le ipotesi oggi più accreditate sull'origine dell'uomo, e per andare un passettino oltre Wikipedia mi sono rivolto al mio uomo di fiducia: Razib Kahan.
L'homo sapiens - o uomo moderno - emerge 200.000 anni fa privo di un corredo genetico suo proprio, non si stacca con nettezza dalle precedenti "versioni", il suo lignaggio lo deriva da diversi ominidi arcaici che non sappiamo neanche bene se fossero tutti uomini (diritti umani o zoo?). Due esempi di questi brutti ceffi sono il Denisovano e il Neanderthal. Ma c'è di peggio.
Il vecchio dibattito vedeva contrapposta la teoria multi-regionalista (MR) e la teoria "out of Africa" (OOA), una diatriba di solito presentata come "continuità" verso "rottura". Oggi la seconda sembra prevalere poiché pare proprio che i nostri antenati discendano da una piccola popolazione africana. Ma se restiamo all'interno dell'Africa le cose cambiano di molto e MR conserva delle chances. Qui, però, neanche la genetica moderna riesce a sbrogliare la matassa.
L'ipotesi OOA vede l'evoluzione umana crescere in modo classico, come un albero con vari rami, alla fine il nostro ramo africano è prevalso conquistando il mondo mentre e gli altri si sono disseccati. L'ipotesi MR vede invece l'evoluzione crescere in un continuo armonioso con scambi genetici tra popolazioni regionali e una frontiera evolutiva che avanza uniforme fino a noi. Poiché il Neanderhal e altri ominidi sono emigrati dall'Africa cio' significa che il Sapiens è probabilmente emerso anche fuori dall'Africa, non necessariamente migrato da lì. La teoria MR esaltà l'ubiquità e il mescolamento genetico, la teoria OOA la separatezza e l'irradiamento.
Razib Kahan prende atto che fuori dall'Africa l'origine omogenea della popolazione umana sopravvissuta accredita OOA ma all'interno dell' Africa il calderone genetico è tale che l'ipotesi da privilegiare, secondo lui, è MR.
Se questo è vero non ha senso cercare la collocazione geografica dell' Eden, come per esempio fa l'ultimo studio - che Razib demolisce - pubblicato su Nature identificandolo con il Botswana. Questo perché non esiste un luogo circoscrivibile bensì un luogo diffuso: l'intera Africa.

GNXP.COM
For many years I have been arguing that there isn’t a specific genetic variant associated with “modern humanity.” If most selection is on standing…

LI DISPREZZO COME PADRE DELL'ODIO

LI DISPREZZO COME PADRE DELL'ODIO
Papa Francesco in conclusione del Sinodo:
"C’è sempre un gruppo di cristiani, di élite, ai quali piace porre come se fosse universale questo tipo di diagnosi, molto piccola, questo tipo di risoluzioni più disciplinari. No, abbiamo vinto tutti con la diagnosi fatta e noi continuiamo ad andare avanti nelle questioni pastorali e interecclesiastiche”.
Domanda: ma perché il Papa disprezza i suoi critici e si appella a loro come ad un' "élite"? Perché afferma che hanno preoccupazioni molto "piccole"?
I suoi critici fanno altrettanto con lui? Alcuni direi di sì ma molti no. Molti sono animati da serie preoccupazioni.
Con questo atteggiamento il papa si rende odioso. Sembra quasi che lo cerchi, l'odio.

PERCHE’ IL DISCORSO POLITICO SUI SOCIAL E’ UNA RISSA CONTINUA?

PERCHE’ IL DISCORSO POLITICO SUI SOCIAL E’ UNA RISSA CONTINUA?
Nella vulgata comune perché ci sono “gli odiatori”.
Preferisco la tesi alternativa: perché ci sono i “disprezzatori”.
Il “disprezzatore” ha pulsioni moraliste, è perennemente indignato e tende a liquidare chi non la pensa come lui quasi fosse una specie di criminale. Gli piace essere il "migliore" e costringere l’altro non a riflettere ma a vergognarsi.
Trump, Salvini e Renzi mi sembrano essere al momento i politici più “disprezzati” sulla nostra scena. Non saranno delle cime ma meritano più rispetto (rispetto? il “disprezzatore” trova persino ridicolo rispettare, che ne so, un Salvini). Naturalmente i protagonisti non soffrono di questo trattamento, anzi, ne traggono profitto. A soffrire potrebbero sono alcuni dei loro simpatizzanti, che spesso, specie in certi contesti, si vedono costretti all’ auto-censura o alla falsificazione delle preferenze.
Naturalmente, è bello avere una causa sociale in cui credere, ma il “moralista indignato” usa la sua come un bastone da dare in testa all’ avversario o come uno specchio in cui farsi bello e sentirsi superiore. La sua sferza lo rende popolare nel suo gruppo. E’ chiaro che parliamo di un antagonista di natura, di un narcisista di professione intento a pompare la sua reputazione. Quando c’è lui di mezzo si finisce sempre a male parole, è lui la miccia del conflitto, è lui l’innesco dell’odio, è lui che rende tossica ogni discussione.
Questo tizio alberga in ognuno di noi. Sia chiaro.

Informazioni su questo sito web
BLOGS.SCIENTIFICAMERICAN.COM
New research suggests that moral grandstanding may be a major source of conflict in the world today.

L'INCENTIVO SPUNTATO.

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L'INCENTIVO SPUNTATO.
Torno di nuovo sull'articolo di ieri apparso sul NYT a cura dei due neo-Nobel. In esso si fa notare come gli incentivi finanziari possano non essere così efficaci: tasse più alte non fanno lavorare meno i ricchi, un welfare più esteso non impigrisce i poveri, un limite ai compensi non diminuisce l'impegno degli atleti, meno opportunità lavorative in una regione non spinge all'emigrazione. Da queste premesse, il loro consiglio ai politici: tassate i ricchi e date senza porre tante condizioni.
Se non sono i soldi a motivarci cosa svolge questo ruolo? Secondo i due: la ricerca di un riconoscimento, la voglia di dignità e di buone relazioni sociali. Un atleta, per esempio, vuole vincere, vuole essere il migliore, vuole essere ammirato. Lo stesso un top manager.
Ma c'è chi ha espresso riserve a questa tesi. Consideriamo prima la cosa da un punto di vista globale: se non installo l'allarme in casa mia il 99.9999% delle persone continuerà a non svaligiarmi, ma una persona potrebbe anche cambiare il suo comportamento in seguito alla mia scelta, e per me sarebbe la fine. Quindi, attenzione: la tesi per cui "la maggior parte delle persone non risponde agli incentivi finanziari" è compatibile con la tesi per cui "gli incentivi finanziari muovono il mondo".
Altra cosa: l'incentivo finanziario puo' non operare nel breve, ma essere decisivo nel lungo. Pensate alla musica "rubata" su internet. Preso atto che le sanzioni erano inapplicabili, tutti noi abbiamo arraffato a man bassa, eppure continuiamo a considerare orribile rubare un CD in negozio! Allo stesso modo i poveri incassano continuando a cercare lavoro, ma siamo sicuri che una volta preso atto di questa situazione persisteranno nel loro comportamento insensibile agli incentivi? Da noi ci sono intere regioni che sembrano aver fatto scelte più razionali. In Sierra Leone la corruzione riguarda l'85% dei cittadini, in Giappone l'1%. Senz'altro il disonore pesaa ma il Giappone si guarda bene dal togliere le sanzioni contro la corruzione. Come mai? Probabilmente il senso di dignità discende anche dalla presenza di sanzioni certe.
Altra cosa: se il comportamento dei ricchi non è sensibile a tasse più alte, la stessa cosa dovrebbe valere al contrario: perché limitare l'elusione o sanzionare l'evasione dei ricchi vista questa loro insensibilità a tasse e multe?
Altra cosa: se fosse vero che siamo motivati dal riconoscimento sociale, ovvero dal conformismo, allora l'incentivo finanziario sarebbe un buon riequilibratore, premierebbe cioè chi si stacca dai comportamenti socialmente approvati e innova. Una start-up non partirebbe mai per la paura del titolare di apparire "strano".

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NYTIMES.COM
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