sabato 26 ottobre 2019

IL DE-CONSUMISMO

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IL DE-CONSUMISMO
Siete rimasti agli anatemi contro il consumismo della società moderna? Andrew McAfee offre una provocazione da meditare facendo notare che in realtà capitalismo e progresso tecnologico spingono verso il de-consumismo. Otteniamo sempre di più consumando sempre meno.
Sorpresi?
Se una volta la crescita economica andava di pari passo con il consumo di risorse (era industriale) oggi la relazione è inversa: più ricchi consumando sempre meno beni materiali.
Il motto è: più beni con meno cose.
Esempi di smaterializzazione.
1) Agricoltura. Quanti ettari di terreno sono stati abbandonati dall'agricoltura e restituiti alla natura? Molti, grazie soprattutto a macchine, pesticidi e fertilizzanti.
2) iPhone. Quanta roba ha rimpiazzato il tuo iPhone? Una sfilza: macchina fotografica, calcolatrice, sveglia, radio, telefono, registratore, gps, barometro, altimetro, compasso... Tutto sparito, smaterializzato. Pensa che risparmio in termini di "cose".
3) Pubblicità. Quanto valore aggiunge la pubblicità? Ieri era poco più che informativa, oggi invece forgia il prodotto e talvolta ne raddoppia il prezzo senza muovere una molecola nell'ambiente.
I nostri desideri sono infiniti ma fortunatamente l'economia capitalistica ci ha dimostrato che puo' crescere all'infinito consumando sempre meno risorse. Il pianeta non deve "temere", anzi deve "invocare". E' la ricerca del profitto che consente questo piccolo miracolo: meno risorse, meno costi per il produttore, più profitti. Il consumo del carbone cala grazie al fracking del gas naturale e il consumo di gas naturale calerà con l'utilizzo dell'energia nucleare. E' un percorso che fa bene a noi, fa bene alle imprese e fa bene all'ambiente.
Più profitti, più ricchezza, meno consumi materiali. Sempre di più con sempre meno. Sempre più desideri soddisfatti utilizzando sempre meno molecole. Vogliamo chiamarlo Secondo Illuminismo? McAfee lo chiama così.

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From the coauthor of the New York Times bestseller The Second Machine Age, a compelling argument—masterfully researched and brilliantly articulated—that we have at last learned how to increase human prosperity while treading more lightly on our planet. Throughout history, the only way...

METABOLIZZARE LO SCANDALO

METABOLIZZARE LO SCANDALO
Bach ce lo figuriamo tutti come un rappresentante dell'ortodossia, come un sobrio luterano tutto casa e organo, un fedele servitore dell'autorità ecclesiastica e nobiliare del suo tempo. Uno con un solo obbiettivo fisso nella mente: cantare la Gloria di Dio e dei suoi rappresentanti in terra.
La sua vita reale fu ben diversa, la disponibilità di nuove fonti richiede una revisione profonda del personaggio.
Dobbiamo immaginarcelo piuttosto come un irritante brontolone sempre al limite della dissidenza. Anche i ben informati sulla sua vita sembrano non sapere - o dimenticarsi - che è stato in carcere per aver accoltellato un collega nel corso di una rissa per strada. I suoi exploit da bevitore - con annesso addebito alle casse della curia - sono ormai una certezza (birra, birra e ancora birra). Fu accusato di adulterio per aver ripetutamente invitato donnine nella stanza appartata dietro l'organo. Era anche noto per non rispettare gli impegni presi con le autorità senza fornire spiegazioni. E la sua vita sessuale? Qui non abbiamo notizie certe, ma cosa dovremmo speculare dai suoi venti figli "conosciuti"? Un altro record? E dal secondo matrimonio sprint con una fresca ventenne (quando viaggiava per la quarantina)? Aggiungiamoci i suoi problemi disciplinari e le insolenze verso gli studenti. Nei verbali del Consiglio di Lipsia viene bollato come "incorreggibile" e si fa riferimento al suo continuo turpiloquio. Dalle stesse carte apprendiamo della sua testardaggine e della sua irascibilità.
E la musica? Fu poi così ligia alla tradizione? Fu una mera sistematizzazione del passato? Anche qui, andando alle fonti, esce un'immagine ben diversa. L'ostentato tecnicismo e l'inventiva esasperata disturbava non poco l'austera comunità luterana. Molti i lamenti per le sue interminabili improvvisazioni nel corso del servizio liturgico, a quel tempo apparivano decisamente fuori luogo. Il collega Johann Adolphe Scheibe giudicava le sue partiture ampollose e confuse. Ma lo stesso Bach si spingeva a dire che "il nuovo gusto musicale richiedeva innovazioni profonde...", oppure che "la musica della tradizione non sembra più adatta alle nostre orecchie...". Per i contemporanei la musica del maestro era "offuscata da un eccesso di artisticità" e costipata da "una massa senza fine di metafore e immagini", la si riteneva una musica che ostentava in modo narcisistico una sequela di inutili virtuosismi trapuntati da dissonanti e fastidiose progressioni che rendevano la melodia irriconoscibile mancando così di rispetto a quella necessaria semplicità che facilitava la comprensione dei misteri divini, unico fine della "vera musica sacra". Per i dettagli sulle lamentele rinvio alle "sei pratiche sovversive" contenute nelle partiture bachiane che il musicologo Laurence Dreyfus s'incarica di descrivere con cura.
Se questa fu la reazione di molti contemporanei non stupisce che l'arte del grande maestro fu prontamente accantonata dopo la morte. Il suo recupero coincise con un crescente senso di nazionalismo tedesco e con un risveglio religioso, questi movimenti escogitarono un modo per usare il genio di Bach in modo da far avanzare le proprie agende.
Insomma, la tesi mi sembra chiara: Bach - esattamente come il chitarrista blues Robert Johnson o il compositore ragtime Scott Joplin - è uno scandalo dei suoi tempi che viene recuperato come "leggenda" in un momento successivo allorché la sua eredità puo' essere fatta rientrare in una narrazione accomodante per il potere.
Lo schema di Ted Gioia è noto (i grandi artisti sono tutti sovversivi) e il suo sforzo per avvalorarlo degno di nota. C'è solo una cosa che lo indebolisce: il fatto che nella stessa epoca, specie in Italia, cresce una scuola di musicisti ben più disancorata dalla tradizione rispetto a Bach. Pensiamo solo a Monteverdi. Non sarà forse per questo che il Maestro tedesco viene percepito come un rappresentante della classicità?
Informazioni su questo sito web
LAPHAMSQUARTERLY.ORG
The subversive practice of a canonical composer.

venerdì 25 ottobre 2019

LA GABBIA DELLA SCUOLA

LA GABBIA DELLA SCUOLA

Può un istituto fondato sulla coercizione come la scuola formare cittadini liberi? Secondo Kerry McDonald no. E' auto-evidente, tenere in gabbia un bambinO per 8 ore al giorno non lo libererà mai, l'apprendimento imposto ci rende robottini ubbidienti ma è contrario alla nostra natura profonda.

Prendi l'educazione, togli la libertà e otterrai la scuola. Non puo' funzionare, e infatti non funziona. Questo il pensiero di John Taylor Gatto, insegnante dell'anno. Occorre allora che educazione e scuola vengano separate una volta per tutte.

Fortunatamente il bambino è curioso ed esploratore per natura, non c'è bisogno di insegnaglielo. Vuoi dilapidare questa ricchezza? Mandalo a scuola.

L'idea non è originale, risale già a John Locke, padre di tutti i descolarizzatori. Volendo spendere qualche nome farei quello di A.S. Neill e della sua Summerhill School, oppure quello di John Holt, infine quello di John Gray (il cui bellissimo libro - Free to Learn - ho letto anch'io con profitto, non occorre condividere le tesi più estreme) senza dimenticare il prete cattolico Ivan Illich secondo cui: "la scuola prepara solo al bisogno di ricevere insegnamenti".

Ora che la tecnologia facilita un apprendimento libero e decentrato, ora che sempre più persone ammettono come di fatto la scuola selezioni più che insegnare, ora che passando dall'era industriale all'era innovativa la creatività e l'immaginazione diventano centrali, per i descolarizzatori è un momento d'oro. I descolarizzatori (da non confondere con gli homeshooler) sono un gruppetto agguerrito e interessante, quando parlano t'incantano ma poi torni alla dura realtà e torni a dubitare: mi avranno davvero fatto il lavaggio del cervello o si tratta di discorsi campati in aria? Anche per questo la parte più interessante dell'intervento che allego comincia quando Kerry parla di sua figlia dodicenne Molly (mai messo piede in una scuola) e di come abbia imparato il coreano.

https://www.cato-unbound.org/2019/07/08/kerry-mcdonald/unschooling-shifting-force-freedom-education

MALEDETTE AGENZIE IMMOBILIARI

MALEDETTE AGENZIE IMMOBILIARI
Trovandomici dentro fino al collo ho riletto l'articolo due volte e ancora dubito di averlo capito.
Una cosa è certa, se nel vendere (o comprare) la tua casa riesci ad evitare le agenzie buon per te, ma la massa non ha questa fortuna.
Il mercato delle agenzie immobiliari sembrerebbe non funzionare a causa del compenso fisso (una percentuale sul valore dell'immobile) che lo caratterizza. In una compravendita standard gli agenti sono due (compratore e venditore) e ognuno ha la sua provvigione. Finisce così che il venditore paga anche una quota delle provvigioni dell'agente del compratore (e/o viceversa). Accetta di farlo anche perché sa che, in caso contrario, costui devierebbe la sua attenzione altrove. Probabilmente, pesa anche il fatto che una persona normale fa questi affari una o due volte nella vita, in più si trova in uno stato d'animo per cui - fin che puo' - non bada a spese pur di chiudere.
C'è anche da dire che il surplus formatosi grazie a questa distorsione non va agli agenti, il loro reddito medio resta modesto. D'altronde, operano su un mercato sovraffollato poiché l'entrata è libera, non richiede licenze particolari.
Soluzione: pagare gli agenti a tariffa oraria. Da calcoli informali si ricava che la vendita di una casa assorbe in media una dozzina di ore di lavoro. Pochissimo!! Poco anche con tariffe orarie elevate.
Ma se non vendono/comprano case, che fanno allora gli agenti tutto il giorno? Cercano "l'affare dell'anno", quello che gli risolva l'annata se non la vita. Assomigliano più a cercatori di pepite che a intermediari del commercio. Alla fine dell'anno gli immobili pro-capite venduti/comprati da ogni singolo agente sulla piazza sono pochissimi. La tariffa oraria potrebbe convenire a tutti: alle parti perché pagherebbero meno (un risparmio pari all'arredamento della nuova casa), all'agente perché rischierebbe meno e passerebbe più tempo a fare il suo lavoro anziché a compulsare il PC cercando l'affarone.
Ma in Italia esistono agenti che lavorano a tariffa oraria?
Informazioni su questo sito web
NYTIMES.COM
The economist Justin Wolfers saved a hefty sum by offering an hourly fee instead of a commission, thwarting a system that is often inefficient and uncompetitive.

AIUTIAMOLI A CASA LORO

AIUTIAMOLI A CASA LORO

L'aiuto ai paesi poveri fomenta il conflitto interno. I governi che ricevono aiuti - specie alimentari - si ritrovano a fronteggiare attacchi da parte delle forze ribelli con l'intento di sabotare i programmi in essere.

Ricorda la guerra tra mafie tipica del meridione d'Italia. Il flusso costante di aiuti ha spiazzato l'abilità di produrre in favore dell'abilità di ricevere facendo fuori i possibili rivali. https://scholar.harvard.edu/files/nunn/files/cje_article.pdf

IL MIO INTELLETTUALE PREFERITO

Bella intervista al mio intellettuale preferito, sempre interessante sentirlo. Il suo famoso eclettismo gli consente di toccare parecchi punti.
Meritocrazia. Il dibattito è più che mai opportuno ma ancora non si sentono validi argomenti "contro".
Storia. C'è chi dovrebbe studiarla di più. Per esempio gli economisti.
Viaggiare (dove?). In Europa occidentale. E' accogliente, differente da noi, abbastanza economica e ricca di storia (qui si rivolge ai ventenni americani).
Viaggiare (perché?). Acquisisci una conoscenza intuitiva dei posti dove vai. Nell'era dell'automazione spinta, il pensiero sintetico è particolarmente prezioso.
Successo. L'intelligenza è sopravvalutata, la coscienziosità sfuggente. La dote principale per ottenerlo resta l'energia (stamina).
Progresso. La fede nel progresso è stata l'idea più pericolosa mai concepita nella storia dell'uomo.
Arte. Per conoscerla trovati una guida. Non libri, non internet. Una persona che te la spieghi e ti accompagni. Un mentore.
Arte contemporanea. Non sono apocalittico. E' molto diversificata, trovi di tutto e a buon livello. Non perdere tempo con i discorsi catastrofisti, cerca quello che ti piace e lo troverai.
Hollywood. Il livello è basso, la vedo male. Problemi: 1) tutti si spostano verso la TV, 2) Asia e Cina sono entrate pesantemente (alle belle storie e ai dialoghi arguti antepongono scazzottature ed esplosioni), 3) gli affitti dei cine in centro sono esplosi.
Critica. Prima leggevo critiche curatissime (e anche un po' prolisse) su cose di cui poi ero giocoforza costretto ad interessarmi. Oggi mi interesso a cose e riesco poi a leggere critiche intelligenti sul web, dove si trova tutto. Mi sembra più naturale il secondo percorso.
Città. Auspico si vada verso città densamente popolate e con molti grattacieli ma bisogna trovare un modo per governarle meglio e renderle più belle.
Romanzieri contemporanei. Ferrante e Knausgard
Etica. Penso che la crescita economica resti un buon indicatore, almeno se la si guarda sul lungo periodo e quando non è troppo concentrata.
AI. Non ho mai accolto un consiglio di Amazon, Spotify o Netflix. Il male e il bene del futuro prossimo verranno ancora dall'uomo.
Chiesa Cattolica. E' sottovalutata. Un po' la rimpiango, soprattutto perché constato che il suo posto è preso dalla cattiva politica.
Efficienza dei mercati. E' sottovalutata: "battere" il mercato è molto molto più duro di quanto si creda.
Pensatori del futuro. Saranno di stampo religioso (tipo Jordan Peterson). Le nostre categorie mentali sono religiose (colpa, salvezza, merito...). L'ambientalismo in fondo è un pensiero in buona parte religioso, non lo dico in senso negativo.
Si affrontano poi anche altri temi, esempio: Houllebeq, Godard, Bergman, Parfit, Solaris, 2001 Odissea nell spazio, John Cage, Philip Glass, Godzilla, caffé etiope, abbigliamento, olive, welfare animale, cyberpunk, Ivy League, morte, status...
BROWNPOLITICALREVIEW.ORG
Tyler Cowen is a distinguished professor of economics at George Mason University and noted polymath. He blogs with Alex Tabarrok on Marginal Revolution and interviews on his podcast, Conversations With Tyler, where he is renowned for his eccentric, abrupt, and fast-paced style of interview. Cowen re...