giovedì 7 febbraio 2008

Una strana domanda

Inclinata positivamente.

Wine, we know, gets better with age - but now it appears it tastes better the more it costs.
Researchers at the California Institute of Technology have shown that a person's enjoyment of wine can be heightened if they are simply told that it is an expensive one.
Twenty-one volunteers were asked to sample different bottles of Cabernet Sauvignon and rate the ones they preferred.
The only information they were given was the price of the wine - but in a number of cases, they were not told the real price. In one case, the volunteers were given two identical red wines to drink and were told that one cost much less than the other.
Most described the "higher priced" wine as much more enjoyable.
Researchers also managed to pass off a $90 (£46) bottle of Cabernet Sauvignon as a $10 bottle and presented a $5 as one worth $45.


Per l' economista esistono sia il Peccato Originale che la Coscienza

Mica è vero alla lettera..eh? Tuttavia:

"...in general, the results point to a few interesting aspects of human nature. One is that most of us, when tempted, are willing to be a little dishonest, regardless of the risks. Another is that even when we have no chance of getting caught, we still don’t become wild liars-our conscience imposes some limits. Finally (and what I find most disturbing), it’s clear that we have an incredible ability to rationalize our dishonesty and that justifying it becomes substantially easier when cheating is one step removed from cash. Nonmonetary exchanges allow people greater psychological latitude to cheat-leading to crimes that go well beyond pilfered pens to backdated stock options, falsified financial reports, and crony deals. Such latitude is the force behind the Enrons of the world..."


mercoledì 6 febbraio 2008

L' obesità è davvero una minaccia?

Grasso...puo' essere bello.

Leggi di mercato: ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più ricchi

Almeno negli USA.

Selezionare l' organigramma di Fahre - utopie/bussola

Criterio facile facile per selezionare l' organigramma direzionale Rai/Cultura. In particolare il personale di Fahre.

  1. Selezionare come pare a voi 200 nomi "papabili" per assumere ruoli d' indirizzo nelle trasmissioni culturali di Radio Rai.


  2. Selezionare 100 fantomatici Provibiri in grado di coprire tutto lo spettro politico.


  3. A ciascuno dei Provibiri deve essere concesso di eliminare un nominativo. I "papabili" resteranno quindi in 100.


  4. Organizzare un mercato delle scommesse. Ciascun titolo sarà costituito dall' abbinamento di un nome con una Parte Politica.


  5. Alla vigilia delle elezioni la borsa-fahre esprimerà delle quotazioni. I nominativi prescelti saranno quelli che minimizzeranno il differenziale delle quotazioni relative ai titoli dove compare il loro nominativo.


  6. Tutti i papabili esprimeranno pubblicamente il loro voto. A quel punto tutte le scommesse verranno pagate e incassate.


  7. La qualità è garantita dal punto 1.


  8. Il radicalismo è scongiurato dal punto 2


  9. L' imparzialità è garantita dal punto 5. Facciamo l' esempio di un fazioso come potrebbe essere Cimatti o Sinibaldi. Quand' anche superino il punto 2. Avranno quote bassissime sui titoli in cui appaiono abbinati al centro-sinistra e altissime sui rimanenti. Con quei differenziali saranno senz' altro scartati.


  10. L' onestà è garantita dal punto 6. Nessuno scommetterà mai su candidati per cui è elevata la probabilità che tengano comportamenti opportunistici.


Ovviamente ci sono diverse cose da mettere a punto: come raffinare il punto 1? Come raffinare il punto 2? Come definire il concetto di parte-politica di cui al punto 4? Come garantire l' esternazione pubblica di cui al punto 6? Eccetera. In ogni caso comincia ad intravedersi un barlume di democrazia economica.

Consenso climatico in allarme

New schoking data.

Malpensa, la soluzione è liberalizzare

Focus IBL.

A Teatro più spazio ai privati

Mercato e cultura.

Fisco e tangenti

Nessi.

Schioppa risana

Ma qualcuno ne dubita.

Addendum. Tra i dubitatori il più radicali non dimentichiamo il FT.

Addendum.

martedì 5 febbraio 2008

1000 modi per barare parlando di bioetica

In materia di bioetica ci sono mille modi per intorpidare la limpidezza di una discussione. Uno a cui in genere non rinunciano nemmeno persone che giudicheremmo intelletualmente oneste consiste nel porre al cento di tutto il concetto di "libera scelta" per poi pomparlo all' inverosimile in modo da esaurire ogni dibattito con la conta dei pro e i contro. "Libera scelta"...suona tanto bene! Passa subito la voglia di opinare.

Considerandomi un libertario, e quindi spesso disposto ad accettare gli inconvenienti anche gravi che comporta la "libera scelta", ritengo di avere le carte in regola per stigmatizzare una pratica talmente scorretta da sottendere quasi sempre malafede.

Se stasera facessi irruzione a casa vostra con trombette e cotillion, desideroso di festeggiare chiassosamente il carnevale, forse voi avreste qualcosa da obiettare. Che senso avrebbe opporre a queste obiezioni che la mia delibera è stata presa nella più cristallina delle ibertà informate, e che ogni ostacolo alla realizzazione delle mie decisioni sarebbe da interpretare come un tentativo di conculcare questi sacri diritti? Ho paura che questo modo di giustificarmi sarebbe accolto con risatine mal trattenute se non con veri e propri scoppi di ilarità. E' ovvio, non ha senso parlare di "libera scelta" quando "in qualche modo rilevante" coinvolgo altri esseri umani recando loro danno.

Eppure, quella risata spontanea, non si sa come mai, a molti non viene più quando non conviene più che venga, magari in materia di bioetica. Alcuni non si scomporrebbero di fronte a simili incongruenze proprio perchè per loro la "convenienza" è bussola suprema dell' agire etico. Ma per altri, ce ne sono ancora, i principi continuano ad avere una qualche importanza.

Eppure chi negherebbe che la donna non coinvolga "qualcuno" in molte delle situazioni che, secondo i più ingenui e/o bari andrebbero risolte con il metodo della "libera scelta"?

Eppure chi negherebbe che "qualcuno" sarebbe coinvolto in modo assolutamente "rilevante". Essere soppressi mi sembra un coinvolgimento abbastanza "rilevante".

Alla prima domanda si puo' anche rispondere di "no". Ma allora la questione è se quel qualcuno, quell' essere umano, esiste in quanto tale. Se quel "qualcuno" è un "qualcosa" si puo' procedere con il metodo della "libera scelta", in caso contrario la "libera scelta", diventa assolutamente irrilevante. Parola di libertario-libertino.

Una certa rilevanza (indiretta) però continua ad averla. Ci consente per esempio di capire a chi piace barare su questioni tanto delicate, chi vuole chiuderle in fretta perchè le reputa scomode e reputa minaccioso ogni uso della ragione.

Ah, naturalmente a Sinibaldi e a Soriga piace barare alla grande e lo hanno fatto per 20 minuti consecutivi. Lo hanno fatto dall' inizio alla fine, come al solito. Lo hanno fatto in coro, come al solito. D' altronde certe posizioni assurde non possono essere sostenute se non in coro, attraverso slogan martellanti e ininterrotti da far echeggiare in ambienti soporiferi per ogni intelligenza.

Scusate lo sfogo ma, essendo un adoratore semi-acritico della "libera scelta", mi tocca difendere un bene tanto prezioso dai tentativi di imbrattarlo da parte di chi lo tira fuori dalla saccoccia quando gli fa comodo dopo aver passato l' esistenza a rinnegarlo.



*** ***

Spero si sia notato come abbia potuto dire tutto quello che ho detto senza che nessuno possa mai inferire alcunchè circa le mie posizioni in materia di aborto, diagnostica pre-impianto eccetera.


***

Ed ora, dopo parole che reputo di buon senso, non resisto alla provocazione introducendo la seconda mossa del baro.



Vorrei infatti considerare un altro modo per distorcere le discussioni, ovvero il tentativo di dare grande peso proprio alla parola a chi è portatore di interessi potentemente in gioco nel merito stesso delle questioni. Come puo' giudicare con sereno distacco chi si trova o potrebbe facilmente trovarsi invischiato nella partita che dovrebbe arbitrare? Eppure spesso si sorvola allegramente su questi macroscopici conflitti d' interesse pur di portare acqua al proprio mulino.



Se Tizio argomenta per una certa soluzione che, guardacaso, è anche quella che più gli conviene, le sue considerazioni saranno molto meno credibili. Questa semplice considerazione vale in tutti i campi del dibattito. Ce lo dice la ragione, ce lo dice la psicologia, ce lo dicono tutti. Cio' non toglie ovviamente che gli alle questioni sollevate da Tizio si debba pur rispondere, ma il sospetto è inevitabile e ragionevole. Chi è disposto a dare grande peso all' opinione della casa farmaceutica circa l' utilità delle medicine?



E allora ecco la provocazione, chi merita a priori ascolto più attento sulle questioni abortive? Una donna o un uomo? I soliti noiosi non giocheranno e correranno a mettersi la fetta di salame rispondendo: "entrambi". Ma chi vuol giocare ha da divertirsi. La Donna ha in ballo interessi molto forti. Anche il misogeno, bisogna dire, ma la sua è una posizione molto meno generalizzabile...

Redditi al palo

Quali?



"...I dati relativi al 2006 dell'indagine sui bilanci familiari della Banca d'Italia confermano quanto era prevedibile: gli indici di disuguaglianza e povertà per le famiglie italiane non hanno subito di recente modifiche di rilievo. Con un rischio di povertà molto superiore per i giovani rispetto agli anziani. Tuttavia, è in corso da tempo una ricomposizione interna ai redditi delle classi medie. Crescono i redditi degli indipendenti, mentre sono praticamente fermi quelli dei dipendenti, soprattutto nel settore privato. E l'euro non c'entra..."


Questa dell' euro che non c' enta niente mica l' ho capita tanto. Molto più lineare la spiegazione del Galimberti sul Sole di qualche giorno fa: poichè l' euro ha causato spinte inflazionistiche, cosa possibile per motivazioni psicologiche abbinate alla scarsa concorrenzialità dei nostri mercati, hanno soccombuto i redditi fissi.


Nei commenti che i media hanno dedicato ai dati pubblicati dalla Banca d’Italia, la responsabilità della redistribuzione a favore degli indipendenti è stata attribuita all’euro. Eppure, se prendiamo sul serio i dati della Banca d’Italia, e consideriamo anche il periodo 1995-2000, è evidente che anche ben prima dell’euro le cose sono andate decisamente meglio per le famiglie degli indipendenti. Certo, l’indagine Banca d’Italia può avere problemi a cogliere con precisione i redditi di alcune categorie, però la tendenza di fondo sembra evidente: la redistribuzione è in corso da tempo, e può essere solo in parte attribuita all’introduzione dell’euro.


Non sembra molto indicativo prendere a base di tutto il cuore dei ruggenti anno novanta. Lo sappiamo che lì si stava gonfiando una bolla mica da ridere.

Prove di sorpasso

Spagna a tutta birra.

"...non ha molto senso angosciarsi per il sorpasso spagnolo quando il vero problema è la tendenza di lungo periodo. E questa mostra chiaramente che il reddito italiano pro capite a parità di potere d'acquisto è costantemente calato nell'ultimo decennio. Sicuramente le cause saranno svariate e complesse, ma investire di più e meglio nell'istruzione potrebbe davvero fare la differenza nel prossimo futuro. Anche perché la Grecia partendo dallo stesso livello dell'Italia, ha adesso una popolazione con circa il 30 per cento in più di anni di scolarizzazione..."

Class action all' italiana

Luci ed ombre.

"...la class action italiana è utile perché abbassa i costi di accesso alla giustizia e attenua le conseguenze sociali derivanti da perdite patrimoniali di masse di piccoli investitori. Per il suo effetto preventivo rappresenta un elemento essenziale per il buon funzionamento dei mercati finanziari. Opinabile la legittimazione ad agire riservata alle associazioni dei consumatori, mentre il percorso per arrivare al risarcimento è comunque lungo. Ma l'incognita maggiore è se la nostra giustizia sarà in grado di governare controversie così complesse e difficili..."


add1. Come correggerla.

La class action sarà presto una realtà anche in Italia; Il testo approvato dal enato rappresenta una minaccia non solo per le imprese, ma anche per la tenuta del sistema giudiziario italiano; In questo Briefing Paper vengono proposte alcune modifiche per rendere migliore il testo del provvedimento; Tra i rincipali difetti dell’emendamento alla Finanziaria, la facoltà di lanciare azioni di classe viene garantita solo a un ristretto numero di soggetti autorizzati; Inoltre, rebbe opportuno ssoggettare la class action a una sorta di valutazione preventiva; otrebbe anche essere tile obbligare le parti a tentare di raggiungere un accordo prima di procedere alla ausa; Probabilmente la soluzione più accettabile arebbe quella di sopprimere interamente l testo e adottare in toto la proposta apezzone-Poretti, che di certo costituisce il progetto di legge più raffinato presentato su questo tema.


Sussidi all' editoria

Ecco dove reperirli.

lunedì 4 febbraio 2008

I 4 obiettivi di una buona politica fiscale

2 per l' efficienza del sistema e 2 per la sua moralità.

Aspettative inflazionistiche in crescita

Tutto come previsto. Una bella tassa nascosta e via.

Ribelli con troppe cause




Non sopporto più che mi si descrivano i sentimenti di indignazione, nausea, repulsa & ribellione, senza che siano prontamente abbinati con il resoconto della tipica ed immancabile immaturità di chi li prova.

Detto questo si buon ben capire come, pur sentendomi empatico alle vicende di tale Holden, mi siano risultate estranee ed intangibili quelle analoghe del clown Hans Schnier; con tutto che abbia un' opinione di riguardo per il Boll romanziere. E che sia disposto a mettere Boll sopra Salinger lo ribadsco a chi non lo ha sentito bene. Perchè sì, perchè se uno riesce a "volare basso" senza dover far ricorso a gerghi, argot, deformazioni sintattiche e sgrammatticature, tanto di cappello. Parlo sul serio. Ma ribadisco anche che "Il giovane Holden" l' ho trovato più riuscito, più leggibile, e meno intaccato dal tempo se paragonato alle "Opinioni di un Clown".

Da Holden non possiamo aspettarci niente se non che ci offra il purissimo spettacolo interiore della sua asociale e sgangherata inquietudine. L' inquietudine così com' è. Ovvero la cattiva consigliera che ti fa uscire dal solco per portarti su piste contorte, le quali, dopo averti prosciugatato ogni energia, ti depositano dove la via maestra ti avrebbe condotto facendo un passo. Una passeggiata che forse ossigena anche il resto della vita...ma beato chi puo' evitarla. Questo girovagare, visto da fuori, è persino divertente. E infatti leggendo Holden ci si diverte.

Tutto sommato Holden rimane un buon personaggio una volta liberato dall' assoluzione (vero galleggiante di piombo) che ne dette il popolo del 6 politico e dei ribelli assistiti, i quali, con l' alibi della purezza, arrivarono ad esaltarne le fughe e l' irresponsabilità(!?). Lui, anima in pena e in cerca solo di condanne.

Dall' amarezza teutonica e dai livori sociali del cattolico Hans invece ti aspetti che spunti fuori all' improvviso una nuova quadrata ortodossia, una nuova religione piena di spigoli. E forse c' è un' intera generazione che ha fatto proprio quel tragitto, lasciando alla sconcertata generazione successiva solo la possibilità di rifluire passivamente.

Il pericolo è quello di abbandonare l' ingiustificabile e magistrale imprecazione per degradare verso un "disagio da privilegiati". Mi sa tanto che Boll fallisca nell' aggirare questo rischio quando mette in scena il suo odio. L' odio per la convenzionale, inconsapevole e ipocrita letizia che permea l' ambiente sociale del protagonista, per l' ottusa dolcezza di una madre, per le rumorose e vitali risate cattoliche. Intorno al suo satirico spillone che vorrebbe tanto pungere finiscono per inanellarsi troppi cliché ormai sbiaditi e poco convincenti.

Il sentimento dell' odio deve instupidire chi lo prova. Quando l' onda morta del rancore si alza nel suo mare nero ed investe il nostro petto, ci lascia dimezzate le già misere facoltà. Se questo non accade allora la realtà non è ben resa. E nel libro di Boll non è resa bene. Se proprio non vogliamo metterci la stupidità mettiamoci almeno una paura instupidente. Ma non c' è nemmeno quella. Ah, se Hans si limitasse a bere e a precipitare invece di rivolgere la sua troppo vigile attenzione verso l' insopportabile vicino! Molta letteratura di lingua tedesca successiva sarà grande nell' esprimere l' astio per il prossimo (Bernhard è un sublime livoroso) ma l' anatomia dell' interiezione che fa Boll mi lascia freddo.

Se il companatico è di dubbio gusto il condimento però è eccelso. Per esempio, l' arte di dipingere l' epidemico degrado delle relazioni sociali che investe l' odiatore incontinente. Il tutto accompagnato da fugaci speranze di recupero e dall' iconcludente tentativo di minimizzare. Quel retrogusto della coscienza falsata, quella ingannevole e costruita sensazione dello "scolaro negligente che si trascina facendosi delle illusioni fino alla consegna delle pagelle". Per tutto cio', non c' è che dire, ho trovato in Boll un cantore ispirato.

sabato 2 febbraio 2008

Cittadinanza negoziabile

Idea bizzarra, al limite del provocatorio. Eppure a sua difesa possono essere protocollati alcuni argomenti.
  1. Facilitare la concessione del voto agli immigrati o garantirlo a tutti gli italiani all' estero? Chi è più interessato alle buone sorti del Bel Paese? Arduo dilemma che cesserà d' importunarci adottando la misura in esame.


  2. Politiche di privilegio sarebbero ostacolate dalle speculazioni inevitabili che si produrrebbero sul titolo della "cittadinanza". Cio' significa poco welfare, poca redistribuzione e, più in generale, maggiore astrattezza delle leggi.


  3. Politiche estese da parte dei governi verranno arginate dalle possibili speculazioni sul titolo della cittadinanza, nonchè dalla inevitabile selezione avversa che verrebbe a prodursi su quei mercati.


  4. Eventuali inconvenienti in materia fiscale sono solo apparenti visto che un sistema fiscale si impernia su concetti quali quello di residenza e di territorialità del reddito.


  5. I rischi alla democrazia potrebbero essere facilmente attenuati impedendo di cumulare titoli di cittadinanza.


  6. La negoziabilità del voto soffre di molti inconvenienti. Piuttosto che rinunciarvi, la negoziabilità della cittadinanza offre un' alternativa allettante. Non dimentichiamoci che nel pacchetto diritti/doveri del cittadino, il diritto di voto è preminente.


  7. Diversamente da quanto si crede, per essere implementata, una politica di tal fatta non richiede "universalità".


  8. Le quotazioni del titolo di cittadinanza offrono un criterio di valutazione della politica utilizzabile in diversi modi come alternativa al voto e alle imperfezioni di questo strumento.


  9. Jus sanguinis o Jus Solis? Altro dilemma che possiamo finalmente tralasciare. La cittadinanza dei figli si uniforma alla "titolarità" dei genitori.


  10. Verrebbe sollecitato un sentimento cosmopolita e pacifista. Il patriottismo più arcigno e retrivo subirebbe un colpo ulteriore. In assenza di "patriottismo coatto" taluni appelli al bene pubblico e al pubblico interesse perderebbero la loro presa. Anche la psicologia vuole la sua parte.
  11. Introdurre diversi gradi di cittadinanza. Un movimento verso l' ottimo paretiano.



Addendum. Variazione sul tema: vendere ai clandestini il diritto di restare.

Privatizzare gli enti locali. Deliri ultraliberisti.

Leggevo questo post tratto dal blog "Lettere ad Oreste". Nell' auto-proclamato "delirio liberista" si tenta di schematizzare una privatizzazione della politica. In realtà non si tratta di deliri, visto che si rifugge da soluzioni irrazionali, quanto piuttosto di utopie più o meno spinte.

"...perchè la privatizzazione degli enti locali funzioni, sarebbero necessarie gigantesche società di capitali in grado di acquistare tutto il territorio dell'ente locale. Il modo più semplice sarebbe offrire quote azionarie ai piccoli proprietari...".

Questa ipotesi non dice ancora niente, si ipotizza una corporation con azioni distribuite tra i cittadini. Il contenuto cruciale sta nella governance di questa impresa. Se ad ogni cittadino si attribuisce un' azione non negoziabile, oppure se ad ogni proprietario di azioni non negoziabili si attribuisce un voto, allora siamo in una semplice democrazia, esattamente come ora. Anzi, molti servizi sarebbero così "nazionalizzati".

Se invece, pur continuando a valere i vincoli del paragrafo precedente, i diritti di cittadinanza vengano riservati ai proprietari, allora siamo come in una democrazia del XIX secolo.

Ma siccome non mi sembra che l' esito auspicato sia quello appena descritto, ammettiamo pure che le azioni siano negoziabili e che la proprietà si concentri in poche mani. La gestione del territorio, si dice, dovrebbe diventare più efficiente. Vengono elencate più ragioni che sono poi tutte riconducibili alla seguente:

"...non si correrebbe alcun rischio di free-riders..."

E' difficile che "forti concentrazioni di proprietà" eliminino comportamenti opportunistici. Semmai è il contrario, ce lo dice la teoria del monopolio. In questa teoria chi offre il servizio è spinto alla notoria inefficienza e alla sottoproduzione del bene di cui è monopolista. Parecchi azionisti di minoranza sarebbero sacrificati.


L' efficienza non è mai garantita dalla semplice "privatizzazione", occorre anche la competizione.
Ben diverso il caso in cui tutte le azioni appartenessero ad un unico soggetto. Allora sarebbe possibile un urbanizzazione efficiente con eventuale rivendita parcellizzata del bene.
Resta il dubbio se la creazione di tanti piccoli sovrani non comporti dei rischi alla sicurezza.