lunedì 6 aprile 2009

Aria di famiglia

Favorire il vegetarianesimo anche mediante l' intervento pubblico.



Simpatizzare e sponsorizzare una cultura tesa ad un riconoscimento crescente dei diritti degli animali.



Dare centralità alle questioni relative alla salute pubblica. Determinazione senza riserve nella lotta contro il cancro, contro il fumo e contro i liquori.



Sollecitare la massima attenzione alla qualità del cibo con particolare cura per il "biologico". Il cibo non è una questione privata.



Sicurezza!: sicurezza sociale, sicurezza economica, sicurezza dalla globalizzazione... sicurezza per tutti i cittadini. Ora, subito!



Combattere con tutti imezzi l' avidità dei singoli e l' istinto profittatore degli operatori economici specie se di grandi dimensioni.



Instillare il culto per la legalità statuale, unica e vera garanzia dell' unità sociale.



Concepire la politica come lo strumento ultimativo per trattare i temi sociali: sappiate che dove si presenta un problema, esiste sempre anche una legge da adottare il più presto possibile che è in grado di fronteggiarlo attenuandolo.



la biologia oggi ci consente di scegliere, selezionare e controllare le nascite e la demografia: sfruttiamola!



Normalizzare l' omossessualità e valorizzarla come pratica rigeneratrice dello spirito libero sull' esempio dell' antichità.



Lotta alle religioni tradizionali - Cristianesimi come bersaglio privilegiato - e alle loro zavorra moraleggiante.



Contare sull' esistenza di un' avanguardia illuminata e lucida in grado di trainare il grezzo corpo sociale privo di strumenti su un sentiero sicuro e auspicabile.



Il miglior bambino è quello più distaccato dai genitori e più attaccato alla comunità. Fare in mlodo che la scuola realizzi questo trapasso.



Attacco ai segni "religiosi" ancora presenti negli spazi pubblici (preghiera a scuola, crocifissi ecc...).



L' èlite ricorra senza riserve all' arma "soreliana" della nobile bugia, o politically correct, per trascinare con sè le masse con minori difficoltà.



Lotta senza quartiere contro coloro che si oppongono all' interesse generale destabilizzando la comunità. In particolare gli usurai e i criminali finanziari.



Lotta senza quartiere al lavoro minorile.



Favorire un robusto potere centrale in grado di coordinare tutte le attività nella nazione.



Controllo e al limite nazionalizzazione dei grandi monopoli.



Partecipazione dei lavoratori al governo dell' impresa multinazionale.



Lotta contro la privatizzazione dell' esercito e contro le truppe "mercenarie".



Il governo deve esprimere la volontà popolare, l' unica legittimata a tutelare il bene pubblico e ad indirizzare la comunità.



Il lavoro del cittadino per la comunità è un dovere sia civico che morale.



Lo Stato ha il diritto/dovere di detenere il monopolio delle armi regolando con severità la loro circolazione.



Sfruttare i concetti di "razza", "genere" ecc. per produrre legislazione ad hoc in modo da favorire taluni gruppi sociali.



Ogni reddito a cui non corrisponde un merito deve essere opinato e al limite espropriato.



Affiancare e sostenere le lotte che coinvolgono le masse e la piazza.



Ripristinare l' ideale romantico della "speranza" e del "futuro".



Lotta alle diseguaglianze sociali e diritto per la popolazione a standard di vita sempre più eleveti.



La scuola deve essere in prima linea nella formazione del cittadino come uomo nuovo e rotellina lubrificata del meccanismo sociale.



Cura maniacale per l' efficienza dell' apparato pubblico.



Lotta ai pregiudizi borghesi e alla cultura espressa da questa classe sociale.



Controllo della politica sui settori strategici dell' economia.



Proporre soluzioni alternative alla famiglia e ai suoi valori quando la si giudica inidonea a far fronte a certi problemi che superano le sue limitate capacità.



Affrontare le questioni sessuali con particolare attenzione alla gratificazione delle persone coinvolte.



Promuovere l' ambientalismo e l' ecologia come valori centrali nella visione del mondo.



Stabilizzare e addomesticare il mercato mediane adeguata architettura regolativa.



Allentare i vincoli bioetici che inceppano la libera ricerca scientifica. Di fronte alle questioni bioetiche privilegiare la via che presenti una chiara "convenienza sociale".



Incoraggiare le visioni olistiche del mondo e della società.



"... la cosa migliore è lasciare che il cristianesimo agonizzi con i suoi valori e muoia di morte naturale. L' avanzata della scienza contribuirà a questo processo poichè la religione sarà costretta a sempre maggiori concessioni. Gradualmente i suoi miti cadranno in sfacelo. Cio' sarà la prova che i confini posti da queste superstizioni non hanno motivo di esistere..."



"La razza XXX è il vero cancro della Storia. Ora che lo sappiamo dobbiamo combatterla con ogni mezzo..."




Nelle affermazioni che precedono ho cercato di catturare l' essenza più profonda del Partito Nazista partendo anche dal suo propgramma così come lo vergò Adolf Hitler nel 1920. Sentite aria di famiglia? E' solo la normale arietta che spira laddove esiste un' attitudine "totalitaria" e si pretende che la politica si infili anche nel cibo e nelle sigarette.



Il fatto è che molti conoscono a menadito la Schiavitù ma ignorano del tutto "La via della schiavitù".



P.S. Come era facile indovinare, la prima citazione è di Adolf, la seconda di Susan Sontag.
P.S. XXX sta per... conta poco ma ve lo dico: "Bianca".

Avidità o stupidità?

Per alcuni l' attuale crisi segna la fine di un sistema che non funziona e non puo' funzionare, almeno in assenza di una forte moralizzazione.

Per altri si tratta di normali inconvenienti a cui va incontro chi si avventura su territori incogniti. Prima o poi bisogna aspettarselo.

Quando i due filoni teorici viaggiano in incognito si fronteggiano presentandosi con questa alternativa: avidità o stupidità? . Ognuno prenda posizione.

L' utile idiota scova l' evasore

Il matematico de Finetti, dopo una serie di calcoli, arrivò a considerare il Lotto una tassa sugli imbecilli. Solo una scelta irrazionale ci spinge a giocare (e a pagare).

Purtroppo grava prevalentemente sui poveri (le statistiche sono univoche). Il bello è che in questi anni si è pensato di girare gli introiti verso le "attività culturali", ovvero verso un servizio fruito prevalentemente dai ceti abbienti (le statistiche sono univoche).

Così alla tassa sugli imbecilli assommiamo la ridistribuzione più imbecille che ci sia: quella che trasferisce verso i ricchi le risorse dei poveri.

Tanta irrazionalità potrebbe essere perlomeno sfruttata per la lotta all' evasione facendo di ogni scontrino un biglietto della lotteria. Il montepremi sarebbe pari ad una quota delle tasse raccolte. A Taiwan hanno già cominciato.

Funziona? I dubbi sarebbero fugati se il metodo fosse sostitutivo anzichè integrativo, ma per fare cio' bisognerebbe licenziare una quota dei controllori battuti dall' efficienza ritrovata.

Particolari nell' articolo di Massarenti sul 24 ore.

Secolarizzazione a stelle e strisce

Il ponte tra biologia e aborto

Sentite questa:



Why do so many people on the pro-choice end of the abortion argument insist that life does not begin until after birth and that a fetus is not a human? I mean, you can say that an embryo is not a human because it has no cognitive abilities. You can use science to show that it has no cognitive abilities too, but you cannot use science to prove that cognitive abilities are the defining attribute of a person.



As a matter of fact, don’t scientists identify organisms as members of their respective species based on their unique genetic signature? Human beings have a genetic signature of their own. Every human has it and no other species shares it with us. So, scientifically the fetus is a human, it’s only when we put religious sentiment into the mix that we can define it as anything else than a member of our species.



The life argument is more effective... except that biologically there’s no significance to the instant of birth.




Semmai fossi un militante pro-choice questa obiezione non mi farebbe un baffo.



Nel sostenere la mia tesi circa la mancata identificazione tra feto ed essere umano saprei benissimo di fare un' affermazione di tipo "etico" che non necessita e non puo' essere sostenuta con gli argomenti della biologia. Essere Umano non significa appartenere alla famiglia animale degli uomini.



Eppure, se penso ai pro-choice in circolazione e al loro modo di incastrare scienza e fede puntando tutto sulla prima, capisco che possano ricevere una randellata dalle parole di cui sopra. E gliel' ammollo volentieri.



P.S. con questo non voglio dire che la biologia sia irrilevante su queste questioni (se non mi arruolo tra i pro-choice è proprio perchè il quadro che ci fornisce la biologia conta), dico che non è decisiva dovendo esprimere un giudizio morale. E la scienza non ha mai implicazioni morali.

La Pace e il Benessere come arte della sottomissione

Caplan legge il fumetto di Sacco sulla Palestina e nota come manchi, tra le altre, una domanda decisiva da rivolgere ai palestinesi:



"... You're too weak to beat the Israelis. Why don't you just submit? (And if they responded, "Would you?," I'd say "I already do. I think taxation is theft, but I also have the wisdom to realize that the IRS will make my life a living hell if I resist..."



In effetti, se il conflitto israelopalestinese fosse un "affare tra loro", questa conclusione probabilmente si sarebbe già imposta. Ma bisognerebbe tornare ad una concezione pre-napoleonica della guerra.

sabato 4 aprile 2009

I bei colori della menzogna


... la luna arriva da lontano su non sellati dorsi d' ebano. Solo per per il gusto di fissare tutto il tempo la pupilla dilatata di noi sognatori... finchè l' alba uscirà dai mari...

... intanto la terra sorride accarezzata dalle piante inquiete dei nostri piedi scalpitanti che ripensano di continuo la direzione...

... poi, al segno della giusta misura, con un grido colmeremo il mondo...

... ma per ora chiudi forte gli occhi e ascolta come spacca l' aria il raggio della ruota che ci porta lontano...

... il vento soffia proprio così su fili e antenne...

e vince in noi l' assalto di quel sonno pesante che abbatte tutte le teste dei vecchi all' indietro...

e asciuga preservandoli i bei colori della menzogna con cui proprio ieri abbiamo sgominato il vero quando avanzava la sua inaccoglibile pretesa...

venerdì 3 aprile 2009

Capogiri a Santiago

Ma perchè la "sinistra mondiale" riunita a Santiago sembra in crisi di idee proprio quando nel mondo imperversa una recessione che dovrebbe portare invece acqua al suo mulino?



Il "Sistema" sembra battere in testa e gli "alternativi" dovrebbero essere galvanizzati perchè la gente si guarda intorno in cerca di soluzioni.



Mentre i "radicali" ripropongono ricette già giustiziate dalla storia, i moderati litigano tra loro su dove debba passare la solita fantomatica Terza Via.



E intanto Tremonti pontifica.



Michele Salvati ha tentato una risposta. La Sinistra è stata presa in contropiede dalla Storia, si era appena convertita a nuovi valori quando è già ora di fare marcia indietro. E' normale che venga un po' di mal di testa.



Ma Salvati è ottimista, il suo resoconto assomiglia più a "Oggi Le Comiche" che a un vero travaglio ideologico, con la soluzione che non viene mai centrata ma che è lì ad un palmo dal naso. Secondo me le dinamiche che descrive sottovalutano la crisi in corso. E non parlo della sua gravità, parlo della sua complessità.



E' veramente il "nemico" della sinistra ad essere andato in crisi per cui basta intervenire con la tecnica della spallata?



Le migliori menti del movimento progressista, forse anche in seguito alle numerosi "conversioni" di fine millennio, hanno capito che le rivolte piazzaiole non possono essere cavalcate: si limitano a segnalare una cieca disperazione che procede a tentoni quando non sono l' alternativa trendy della gita a Gardaland.



La crisi si è manifestata nella finanza ma la soluzione non puo' essere: meno finanza. Per il semplice fatto che la finanza, la storia insegna, è il principale motore dell' emancipazione delle classi meno agiate (solo una finanza sviluppata fa arrivare soldi a chi non ce li ha).



Aaahh... se fossero fallite tante Enron sì che sarebbe una pacchia.



Purtroppo, bisogna dirlo a bassa voce, ad essere fallito è essenzialmente "il capitalismo del buon samaritano" che consiste nel dare prestiti a chi non è affidabile (i meno abbienti).



Anche l' enfasi sulle "regole" non puo' essere urlata nelle piazze in modo stentoreo perchè le regole più sensate assottiglierebbero per prudenza il flusso di denaro che scorre verso le classi più deboli (altro che Paradisi Fiscali). in altri termini, molti di noi non avrebbero più il problema di pagare il mutuo per il semplice fatto che un mutuo non ci verrebbe più concesso.



Ma che la crisi non possa essere interpretata semplicemente come una crisi del Capitalismo lo dimostra il "villain" che è stato prescelto per sfogare gli istinti e fornire un palinsesto adeguato a Santoro. Parlo della rivolta anti-CEO.



Ma come? Da che mondo e mondo il bersaglio degli antagonisti è sempre stato il "Padrone". Oggi invece lo si accusa di non aver vigilato con cura sui suoi interessi elargendo compensi troppo elevati al tirapiedi che l' ha fatto chiudere!



Sì perchè, il CEO non è certo preso di mira per essere stato uno spietato esecutore di ordini, quanto piuttosto per aver fregato il suo mandante! Il Padrone avrebbe dovuto fare il Padrone e rimpiangiamo il misto di arguzia e avidità dei bei Tycoon di vecchio stampo.



Siamo al paradosso: il Padrone dovrebbe curare di più i suoi interessi e quindi pagare meno i manager inefficienti. Ma se fosse tutto lì, non esiste sistema migliore che quello capitalista per stimolare la bramosia personale. Qualcosa non quadra.



Questo accenno ai capri espiatori l' ho fatto spigolando nella cronaca, infatti le retribuzioni dei CEO, per quanto scandalose, contano ben poco nel casino montato. Ma la rivolta contro di loro in nome di "un altro mondo possibile" fa capire come le bussole siano impazzite. E forse sono impazzite per far quadrare i conti dell' ideologia.



Una volta tanto non riesco a compatire i rappresentanti dell' Ulivo mondiale che annaspano riuniti a Santiago. Il mare in cui nuotano è solcato da procelle tanto irregolari da richiedere uno stile natatorio per cui riderei volentieri se non fossi così impegnato a tenermi a galla.



P.S. la mia posizione sul cataclisma finanziario.

Definire Dio

Prova ontologica: nella logica modale cio' che è possibile è anche necessario (prima o poi si realizza), altrimenti sarebbe impossibile. In un mondo dove vige il principio della ragione sufficiente, la definizione di Dio come ragione prima non presenta contraddizioni. Quindi l' esistenza di Dio è possibile; quindi è anche necessaria (Dio creatore).

Prova cosmologica: guardati intorno! L' universo ha un suo ordine e una sua direzione. Dove c' è un ordine c' è un ordinatore (Dio architetto).

Prova etica: ci sono alcuni comandi morali dalla verità indubitabile nel tempo e nello spazio. Chiamo Dio il fondamento di tali verità.

Sono argomenti facili e naturali che in genere non servono a conquistae la fede. Ma servono a mantenerla e a pregare.

mercoledì 1 aprile 2009

Cimatti riabilita Dio, e lo manda allo Zoo

Tra i conduttori di Fahrenheit, il filosofo Cimatti è quello a cui ho più voglia di pensare.



Con la sua partigianeria indissimulabile rivela al meglio quanto l' idea di una Radio Pubblica sfoci senza rimedio in forme di indebita colonizazione culturale.



Quel "senza rimedio" mi serve per mondarlo da ogni colpa.



E per rimpinguare il suo medagliere dirò ancora che per "colonizzare" culturalmente bisogna avere una "cultura". Cosa abbastanza evidente in Cimatti, meno nell' esangue apporto dei suoi colleghi più specializzati negli estetismi della letteratura.



La cultura diffusa da Cimatti è quella dell' ateismo materialista (variante esistenzialista). Benchè lo declini in modo più sofisticato rispetto a Star come Odifreddi, Dawkins, Dennet.



E sotto l' egida di Wittgenstein, è proprio contro costoro che osa prendersela, innanzitutto accusandoli di essere dei "creduloni".



Wittgenstein è un filosofo noto per non prendere mai sul serio l' interlocutore.



Prendiamo il caso della Preghiera: "... non c' è nessuno qui, e tuttavia parlo, ringrazio e chiedo... ma questo parlare è veramente un errore?".



L' ateo tradizionale, quello che ti prende sul serio, non avrebbe dubbi: se parli a NESSUNO sei pazzo o giù di lì. Ma Wittgenstein, lui no. Secondo lui tu stai invece facendo qualcos' altro, qualcosa di sensatissimo che l' ateo ingenuo non riesce a cogliere.



I vari Dawkins non sono altro che creduloni bloccati in superficie. Una proposizione puo' apparire assurda e l' assurdità della superficie essere inghiottita nella profondità.



Cio' che rende profonda una Preghiera è l' applicazione: la vita che conduce colui che vi crede. Un pensiero apparentemente assurdo che ci fa agire per il meglio perde qualsiasi assurdità. In questo senso, per Cimatti, anche l' ateo prega.



D' altronde se alcuni cervelli necessitano di particolari scosse con particolari voltaggi, perchè biasimarli quando le scovano da qualche parte e vi si sottopongono? Nel dolore la Preghiera puo' essere necessaria e difficilmente qualcuno potrebbe giudicare "sbagliata" una parola "necessaria".



In questo mondo popolato unicamente di bisogni, istinti e molecole, lo si sarà notato, la Verità non trova posto se non come arnese. Gli atei ingenui sbagliano nel considerare la Religione come un tentativo pre-scientifico di "Spiegazione". In realtà la religione nasce allorchè si rinuncia a "spiegare". Il senso del Sacro, che appartiene anche all' ateo, è la reazione animalesca allo stupore, ad un sentimento che permane anche dopo la spiegazione (fate pure con voi stessi l' esempio del fuoco).



Ma per quanto sofisticato, Cimatti rivendica il suo ateismo e si sente chiamato a puntellarlo dopo aver messo alla berlina quello altrui. L' affare è arduo: tutti noi poniamo dei discrimini e facciamo distinzioni in modo che riteniamo fondato. Poichè Dio assomiglia tanto a questo fondamento, è difficile negarne l' esistenza.



Ma i filosofi del linguaggio hanno un metodo tutto loro per negare l' esistenza di qualcosa (va bene per qualsiasi cosa): basta postulare che tutto sia linguaggio. Non sorprende che con questa premessa Dio diventi soltanto una parola e nulla più (Dio = "Dio"). E vai con l' impossibilità di uscire dal linguaggio... e vai con Godel di qua e Godel di là...



[... già Godel, ancora lui... proprio quel tale che dell' esistenza di Dio aveva fornito una dimostrazione rigorosa che considerava il suo capolavoro...]



Questa costante puo' essere ripetuta stancamente negli epigono soltanto se infiorettata da una terminologia originale, meglio se semi-esoterica. Anche Cimatti esibisce la sua Mossa del Cavallo, per lui il "discorso" non è un "edificio" che ha bisogno di fondamenta. E' piuttosto "l' ambiente biologico in cui vive l' uomo".



E qui comincia a parlare difficile e lo perdo. Quando smette di parlare difficile gira con l' aria di chi ha già dimostrato tutto.



Linguaggio come sfera biologica... non si impara a vivere in quella sfera, l' uomo è quella sfera... essere o non essere biologicamente significativi... insieme della sfera ambientale e insiemi esterni alla sfera ambientale... linguaggio come riflesso...



Un corvo gracchia sulla cima del cedro. Avrà detto la verità? Domanda tanto assurda quanto è naturale cio' che gli sentiamo fare.



Ma per Cimatti, l' uomo non è che una variante della cornacchia, e quando parla di Dio sta solo emettendo il suo armonioso versaccio. E quel verso è proprio il suo. Cio' delegittima lo scandalo teatrale messo in scena dai vari Odifreddi. Magari non sarà gradevole, ma cosa c' è di più normale di un porco che grufola nel suo stazzo?



Siamo in una botte di ferro: non appena apriamo bocca non possiamo che emettere il nostro verso, è la natura che ci guida e non ci fa toppare mai. Impermeabili ad ogni sberleffo del sarcasmo altrui, procediamo nella nostra invidiabile condizione. Tutti vivono immersi nella loro "biologia", anche chi raglia "Dio-dio-dio...". E i nostalgici del giudizio, se proprio hanno voglia di esercitare quella che credono essere una loro facoltà, che giudichino piuttosto gli effetti di questo concerto.



Già, bravo Cimatti. Ma se ci hai appena tolto ogni metro (fondamento) di giudizio, come cavolo possiamo "giudicare" la bontà della meta verso cui procediamo? Molto meglio che i "nostalgici del giudizio" si astengano: sono gli unici a cui viene riservato il dubbio privilegio di parlare in modo insensato.



Io qualche giudizio avrei voglia di darlo, ma poichè non ho nessun diritto di essere "preso sul serio", poichè la mia unica prerogativa è quella di essere sezionato come un insetto, poichè la mia professione d' amore è pari al frinire della cicala e la dimostrazione del teorema equivale al bramito del cervo, preferisco tacere. Divento così uno stranissimo animale taciturno.



Con quel sacramento di Odifreddi perlomeno, bisogna ammetterlo, la voglia di turpiloquio tipica di noi bestiaccie veniva soddisfatta.



P.S. 1 Il link del libro.



P.S. 2 La mia posizione: credo che Dio esista. Sebbene non lo si possa toccare, la sua esistenza puo' essere dimostrata logicamente, ma ci sono anche parecchie prove emipiriche. Credo che chi dice "Dio esiste" non sia in preda ad uno sfogo ma voglia affermare semplicemente che "Dio esiste" (sono portato a prenderlo sul serio). Credo anche che costui affermi una Verità.

Ferita Dilettosa


O amor, devino amore,
amor, che non se' amato

Amor, la tua amicizia
riempie de letizia:
lo cor che t'ha assaiato.

O amore amativo,
amor consumativo,
amor conservativo del cor che t'ha albergato!

O ferita ioiosa,
ferita delettosa,
ferita gaudiosa, chi de te è vulnerato!

Amor, donne intrasti,
che sì occulto passasti?

Nullo signo mustrasti
donne tu fossi entrato.

O amore amabele,
amore delettabele,
amore encogetabele sopr'onne cogitato!

Amor, divino foco,
amor de riso e ioco,
amor, non dài a poco,
ch'ei ricco esmesurato.

Chi te crede tenere
per la sua scïenza avere,
nel cor non pò sentire
che sia lo tuo gustato.

Amor, tuo magisterio
enforma 'l desiderio,
ensegna l'evangelio
col breve tuo ensegnato.

Amor, la tua larghezza,
Amor, la gentelezza,
Amor la tua recchezza
sopr'onne emmageriato.

Amore grazïoso,
amore delettoso,
amore suavetoso,
che 'l core hai sazïato!

Amor, fedel compagno,
amor che mal n'è' a cagno,
de pianto me fai bagno,
che pianga el mio peccato.

Amor dolce e suave,
de cielo, amor, se' clave:
a porto mene nave,
e campa el tempestato.

Luce luminativa,
luce demustrativa,
non vene all'amativa
chi non è en te luminato.

Amor, lo tuo effetto
dà lume a lo 'ntelletto,
demostrali l'obietto
de l'amativo amato.

Amor, vita secura,
ricchezza senza cura
più che 'n etterno dura
ell'ultrasmesurato.

Amor, che dai[e] forma
ad onnïia che ha forma,
la forma tua reforma
l'omo ch'è deformato.

Amore puro e mondo,
amor saio e iocondo,
amore alto e profondo
al cur che te s'è dato!

Amor largo e cortese,
amor con larghe spese,
Amor, con mense stese

O lengua scottïante,
como si' stata usante
de farte tanto ennante
parlar de tale stato?

Or pensa che n'hai detto
de l'amor benedetto:
onne lengua è 'n defetto,
che de lui ha parlato.

Non te posso obedire,
c'amor degga tacere;
l'amor voglio bandire,
fin che mo m'esce 'l fiato.

Non è condezïone
che vada per rascione,
che passi la stascione
c'amor non sia clamato.

Clama lengua e core:
«Amore, amore, amore!»
Chi tace el tuo dolzore,
lo cor glie sia crepato.



Voglia di chiudere tutti i quadrati


... sto qui, dove il pugno della vecchia è irretito da rosari...

... tra istante e istante ho vissuto molto nel sonno...

... la stalattite di cera mi guarda mentre misura il tempo...

... al responsorio non riesco ancora a liberare la parola dal glutine della saliva...

... finalmente benedetto uscirò incontro al merlo che si avvicina con il suo passetto confidente nonostante tutto...

... alla rugosa quercia che perfeziona con l' aprile il modo di stampare al suolo l' ombra delle foglie...

... con l' attenzione rubata subito da voi nuvole, che anche oggi montate la vostra guardia sul mondo.

Perchè è dal vostro parto che sguscierà il logoteta a lubrificare l' anchilosato alfabeto che ci fa tartagliare, l' architetto ad indicarci il gradiente per chiudere finalmente il nostro quadrato...

martedì 31 marzo 2009

Disordine e mercati

Un mercato senza regole non puo' funzionare.

La prossima volta che sentite una simile banalità non mancate di ricordare che il mercato è innanzitutto una macchina per produrre regole. Se proprio lo si vuole giudicare, lo si giudichi come tale.

Se poi vale la pena di perdere tempo e volete dilungarvi, è d' uopo prendere a prestito queste parole.

Piccolo incoraggiamento per piedi stanchi


... il dondolio autunnale dei grandi alberi quando dal loro parco ti dicono di sì...

... le capriole di quell' acqua che oggi nasce e già domani laverà i piedi stanchi dei viaggiatori che traslocano per avvicinarsi di un altro passo al loro bene...

... quel vento che cammina e si diverte serpeggiando tra le nuvole mentre chiede di essere imitato...

... hai capito o no che è ora di ripartire?

Selfish Reasons to Have More Kids

Ripasso...

Legalize drugs to stop violence

L' opinone degli accademici...

Fuori dalle tenebre dell' eufemismo

Oggi sul Corriere il solito Battista propone il "caso Barbagli" (il link ve lo trovate voi). Gli serve per illuminare le tare che ancora oggi affliggono il pensiero intellettualoide della sinistra in Italia e la condannano all' arretratezza culturale in cui versa. Non che altrove si riscontrino analisi granchè raffinate - e spesso il meglio è dato proprio dai "convertiti" -, ma tra la rozzezza e la cecità c' è ancora una bella differenza. Nel seguente stralcio è ben descritto cosa vede il militante quando apre gli occhi dopo una vita talpesca passata nelle tenebre dell' eufemismo pc.

Nell’intervista rilasciata a Francesco Alberti per il Corriere, Barbagli racconta di una formidabile lotta tra i suoi «schematismi» culturali e i dati della realtà che lo hanno costretto, sul tema della criminalità connessa all’immigrazione, a rivedere drasticamente le proprie «ipotesi di partenza».

«Non volevo vedere », confessa con cristallina onestà intellettuale Barbagli, «c’era qualcosa in me che si rifiutava di esaminare in maniera oggettiva i dati sull’incidenza dell’immigrazione rispetto alla criminalità. Ero condizionato dalle mie posizioni di uomo di sinistra. E quando finalmente ho cominciato a prendere atto della realtà e a scrivere che l’ondata migratoria ha avuto una pesante ricaduta sull’aumento di certi reati, alcuni colleghi mi hanno tolto il saluto». Il racconto di Barbagli riassume con grande pathos espressivo il senso di un percorso sofferto: «ho fatto il possibile per ingannare me stesso»; «era come se avessi un blocco mentale ».

Fino alla conclusione catartica, ma malinconica e solitaria: «sono finalmente riuscito a tenere distinti i due piani: il ricercatore e l’uomo di sinistra. Ora sono un ricercatore. E nient’altro». La conclusione di Barbagli segna il dramma della sinistra italiana che si strazia nel vortice delle ripetute sconfitte. Il suo bagno nella realtà, il suo immergersi nei dati empirici per capire che cosa si muove nella società italiana senza essere percepito dagli occhiali deformanti del politicamente corretto, sanciscono un divorzio tragico tra il «ricercatore» e «l’uomo di sinistra». La sinistra lamenta ritualmente il proprio distacco dalla realtà, il proprio ripiegarsi autoreferenziale in una retorica incomprensibile al «vissuto » della società come realmente è e pensa

lunedì 30 marzo 2009

Incipit

Il dibattito sulle cellule staminali ha un fascino tutto particolare. La sua radicalità lo rende una premessa al dibattito sull' aborto e non solo. Chi non ha tmpo da perdere bazzicando materie affini, che si limiti a questa diatriba. Se mai i nodi etici che implica venissero dipanati, cio' avvierebbe a soluzione molte altre questioni bioetiche.



L' embrione con un' ora di vita è già una persona con dei diritti?



In realtà il diritto di cui si parla è uno solo e coincide con quello fondamentale di non essere massacrati. Quindi, chi ridicolizza la posizione dei pro-life dicendo che considerano queste poche cellule alla stregua di una donna di quarant' anni, fa solo della propaganda trascurabile.



Ma esistono anche parecchie obiezioni che meritano considerazione. Io le ho sintetizzate nei sei punti che trascrivo imbastendo di seguito una breve replica.



  1. Diverse religioni, diverse conclusioni circa il momento in cui l' essere umano viene al mondo. Assumendo le indicazioni di San Tommaso anche molti aborti sarebbero sdoganati. Cio' conferma la soggettività della questione, e di fronte a problemi con soluzioni soggetive la libertà di scelta s' impone.



    Le conclusioni dell' ebraismo e dell' Islam derivano dalla lettura pedissequa dei testi (fondamentalismo). Anche San Tommaso si rifaceva alle conoscenze dell' epoca. E allora si noti quello che a chi viene assordato dalla moltitudine degli agit-prop sembrerà un paradosso: i Cattolici, per esempio, hanno assunto posizioni più "rigoriste" proprio perchè meno ancorate a interpretazioni letterali dei testi sacri e più attente invece agli sviluppi della scienza nel nostro tempo.




  2. L' embrione di pochi giorni (blastocisti) non è una "persona distinta". Infatti da una blastocisti possono originare due persone (gemelli). Così come da due blastocisti puo' originare un' unica persona (chimera).



    "Gemelli": è secondario se ad essere "distinta" sia la singola vita o una pluralità di vite. "Chimera": il fatto che possano anche realizzarsi non pregiudica il giudizio sulle potenzialità della blastocisti.




  3. Per giudicare la morte di un uomo ci rimettiamo al funzionamento del suo cervello. Perchè non fare altrettanto per la nascita: nella blastocisti il cervello non si è ancora formato. Quindi...



    Tante cose non si sono ancora formate nella blastocisti come nel bambino. Esiste però la potenzialità che, in un contesto adeguato, un cervello venga a formarsi spontaneamente. Nel "morto", per esempio, non esistono potenzialità che la vita cerebrale riprenda.




  4. Se creo in laboratorio una blastocisti destinata sicuramente a morire, il prelievo delle cellule staminali assomiglia ad una donazione d' organi.



    Devo ammettere che l' argomento mi sembra ben congegnato. Ma ci sono dei problemi: 1) esiste in concreto questa possibilità? 2) si tratterebbe di una donazione molto particolare, ovvero senza consenso esplicito di nessuno. Puo' esistere una donazione senza un donante?




  5. Eppure il 70% degli embrioni concepiti vengono "distrutti" naturalmente nei cicli mestruali. Cosa pensare di questo? Nessuno sembra farci caso, eppure, se ci accordiamo a certe sensibilità, questa dovrebbe essere la più grande tragedia dell' umanità. Altro che campi di concentramento.



    Esiste una differenza tra "male" e "ingiustizia". Il primo va in qualche modo accettato ma contro la seconda si puo' e si deve intervenire.




  6. Le tecniche di clonazione sono ormai potentissime: una cellula adulta contiene già un completo corredo genetico. Chi tratta l' embrione come una persona solo perchè diventerà una persona, deve sapere che ciascuna delle nostre cellule potrebbe diventare una persona se esposta al giusto ambiente.



    Gli ineterventi sul DNA a cui deve essere sottoposta una cellula adulta per diventare totipotente e quindi poter evolvere in una "persona", sono di natura "attiva" e prevedono comunque l' impianto del nucleo in un ovulo. Non possiamo parlare di semplice "esposizione ambientale". Al contrario, all' ovulo fertilizzato basta essere accolto in un ambiente uterino per evolvere in un feto.




Mi riservo una sola osservazione finale.



Per difendere almeno il diritto fondamentale all' embrione ad esistere ho dovuto introdurre il concetto problematico di "intervento attivo" da contrapporre a quello di "processo spontaneo". Dove c' è intervento attivo dell' uomo cessa la spontaneità del processo naturale e questa distinzione diventa cruciale nei giudizio morale e giuridico.



Purtroppo molti difensori dell' embrione non sono in altri campi tanto sensibili alla differenza qui decisiva tra "intervento attivo" e "processo spontaneo". Pensiamo alla distinzione tra "uccidere" e "lasciar morire". Il secondo, pur essendo un processo spontaneo, viene equiparato in tutto al primo.

venerdì 27 marzo 2009

Perchè sto con la Chiesa

Le questioni di bioetica non mi appassionano poi così tanto.



Spesso sono estremamente complesse e io prediligo temi lineari dove poter vedere più chiaro. Anche per questo l' attualità e la sua baraonda mi respinge.



Inoltre, in molti casi la mia visione non collima con quella proposta dal Magistero. In questo senso sono un Cattolico maldestro e ho ancora tanta strada da fare per rendermi minimamente accettabile.



Se le prese di posizione contro l' aborto e contro l' uso delle cellule staminali le trovo ragionevoli, in altri casi sento una distanza.



Valga per tutti il caso del testamento biologico. Ma voglio andare oltre, anche l' eutanasia in certe forme e con le dovute garanzie riesco a digerirla. Ho lo stomaco forte, io. Perfino di fronte alla clonazione il mio primo moto è quello di dire: e il crimine, dov' è?



Eppure io mi sento dalla parte della Chiesa Cattolica. Perchè?



Perchè sul fronte opposto, quello che spesso, a rigore, dovrei frequentare, ci stanno i nipotini di Gramsci. Già, Gramsci.



Un tale che ragionava in questo modo: per prendere il potere politico bisogna prima impadronirsi di quello culturale.



Gramsci (e il suo nipotino pure) auspicava un cambio di paradigma culturale: il Nuovo Sistema avrebbe potuto funzionare solo con l' Uomo Nuovo. La Nuova Cultura avrebbe dovuto provvedere alla sua formazione. Inutile dire che la Vecchia Cultura, ossia quella tradizionale che aveva condotto l' Occidente dove si trovava allora, si identificava perlopiù con quella cristiana.



Al Sistema di Gramsci non ci crede più nessuno ma al suo Metodo, alla Prassi, i nipotini sono rimasti fedeli. Anche perchè in questo G. aveva le sue ragioni a cui rendo omaggio senza problemi.



Cio' cosa significa? Significa che molti di coloro che sponsorizzano aborto, eutanasia, uso delle cellule staminali, "scienza libera" ecc... non sono poi così interessati all' aborto libero, alla libera eutanasia, all' uso delle cellule staminali e alla "scienza libera", bensì ad una manovra più ampia: a distruggere quel paradigma culturale che la Chiesa Cattolica difende e che rappresenta la "Tradizione".



Esempio, andate un po' a controllare come le prime sentenze della Corte Suprema Statunitense sdoganavano l' aborto. Forse facendo appello alla "libera scelta"? Macchè! La Corte liberal degli anni '60 si ergevano invece a baluardo contro l' interferenza di idee di origine religiose in ambito civile. Come se il bando dell' omicidio o del furto non origini anch' esso da "idee religiose".



Ora si dà il caso che la Chiesa Cattolica possa anche difendere soluzioni specifiche che io valuto in modo differente. Se però, come ho premesso, esiste una "battaglia culturale", trovo che la Chiesa Cattolica stia dalla parte giusta.



Il paradigma che difende mi piace, trovo che sia all' origine della nostra civiltà occidentale, della nostra libertà, dei nostri diritti. Trovo che l' idea cristiana abbia contribuito in modo decisivo alla produzione di questi beni inestimabili e che quindi non sia un caso se le sue gerarchie siano in prima linea per proteggerli contro chi li attacca in nome di nuove religioni laiciste.



Forse la storia annovera parecchi errori commessi dalla Chiesa ma per tutte le volte che questa istituzione è stata attaccata al fine di estirpare la cultura che promuoveva (Rivoluzione Francese, Napoleone, Fascismo, Nazismo, Comunismo...) accendiamo un cero che abbia tenuto botta in qualche modo.



Ma non è escluso che la storia si ripeta con nuovi culti che si presentano con la faccia accattivante del modernismo, ovvero con la stessa maschera suadente indossata dai "nemici" elencati più sopra.



Il fatto è che considero la nostra Civiltà come... ma sì, non sprechiamo tempo, come la migliore.



Se non mi piace vedere l' adultera lapidata significa che mi piacerebbe "convertire" l' altro ai miei valori solo che cio' fosse possibile con un mutuo vantaggio.



E la considero migliore non solo nello spazio ma anche rispetto a quelle che qui da noi hanno tentato di rimpiazzarla: parlo delle varie declinazioni novecentesche della religione socialista.



Ora traggo una morale da quanto ho cercato di dire: se la posta in gioco non è solo la sorte delle cellule staminali o la voglia di crepare di Tizio e Caio, allora sarà bene procedere con i piedi di piombo prima di schierarsi.

Incoerenze morali

SCENA PRIMA: Giovanni ha una grande idea che frutterà parecchio in termini di denaro, la propone a Pietro, CEO di una grande multinazionale. C' è un inconveniente: la realizzazione dell' idea comporta gravi forme di inquinamento per l' ambiente. Ecco la reazione di Pietro: dell' ambiente non mi frega niente, passiamo pure all' azione.



SCENA SECONDA: Giovanni ha una grande idea che frutterà parecchio in termini di denaro, la propone a Pietro, CEO di una grande multinazionale. Oltretutto la realizzazione del progetto avrà ricadute positive sull' ambiente. Ecco la reazione di Pietro: dell' ambiente non mi frega niente, si passi immediatamente all' azione.



Chi assiste alla prima scena giudicherà Pietro un delinquente ambientale. Eppure, con una strana asimmetria di giudizio, assistendo alla seconda scena difficilmente sarà disposto ad assegnargli la palma di eroe dell' ecologismo.



Per delinquente intendo colui che compie un crimine in modo doloso, al contrario, eroe è chi aglisce in modo intenzionale per il bene.



Che le cose andranno così è facilmente prevedibile ed è già stato anche dimostrato. E' un classico errore di giudizio morale.



Si realizza in molte situazioni, per esempio: la multinazionale che alza i prezzi per scaricare sui consumatori l' aumento dei costi viene giudicata "avida". Ma, giustamente, quando li abbassa per riflettere una diminuzione dei costi, non viene certo giudicata "generosa".



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