giovedì 15 giugno 2017

Diritto all'acqua

L’acqua, la vita, il diritto di Serena Sileoni.  - I beni comuni oltre i luoghi comuni (Policy) (Italian Edition) Eugenio Somaini
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Prendendo per buone le stime dell’ONU, i polsi tremano. Solo il 3% dell’acqua del pianeta è acqua dolce, i 3/4 della quale è ghiaccio. Meno dell’1% è ciò che resta per l’uso domestico.{159} 748 milioni di persone non hanno accesso garantito all’acqua potabile e 2,5 miliardi non usano servizi sanitari.
Note:SCARSITÀ. I NUMERI
Per renderlo effettivo non bastano le dichiarazioni, né quelle universali con la “d” maiuscola, né quelle di principio, che riempiono ormai gli archivi delle organizzazioni internazionali e degli Stati sovrani. Solo tra il 2000 e il 2009, circa 200 Stati al mondo si sono pronunciati in favore del diritto all’acqua.{162} L’Assemblea generale delle Nazioni Unite lo ha fatto nel luglio del 2010.{163} Non stupirà che la delibera sia stata votata all’unanimità:
Note:IL DIRITTO ALL'ACQUA
dire acqua come diritto non vuol dire scavare pozzi, costruire acquedotti, gestire la fornitura domestica, purificare l’acqua, controllarne la salubrità.
Note:FARE
L’acqua come bene comune: una critica descrittiva
Ma di chi è, l’acqua? Genericamente parlando, negli ordinamenti contemporanei l’acqua non è proprietà privata. In altri termini, non è ammessa l’ipotesi che un soggetto privato ne abbia l’uso integrale e il godimento esclusivo.
Note:MAI PROPRIETÀ PRIVATA
Il fatto che l’acqua non possa essere proprietà di qualcuno non esclude, tuttavia, che possa essere gestita come un bene economicamente rilevante, seppur peculiare. In sostanza, il fatto che
Note:GESTIONE PRIVATA
Anche l’aria “funziona” allo stesso modo. L’aria è di tutti e di nessuno, eppure dall’approvazione del protocollo di Kyoto le emissioni di anidride carbonica possono essere scambiate singolarmente come beni economici.
Note:ARIA
La riconduzione della gestione dell’acqua a una questione (anche) economica ha, come noto, allarmato una vasta rete di intellettuali e movimenti sociali che vi vedono tanto il tradimento del concetto di diritto universale e fondamentale all’acqua… Tale movimento di opinione pubblica, variamente esteso in tutto il mondo, ritiene l’acqua uno dei beni comuni: un elemento naturale ed essenziale alla vita, aperto all’accesso ma scarsoUna gestione decentralizzata e una proprietà democratica che la sottragga alle «burocrazie dominanti», come le chiama Vandana Shiva, sarebbe quindi l’unico modo di rendere l’uso di tale bene efficiente, sostenibile ed equo….
Note:ACQUA BENE COMUNE
I diritti di proprietà non sono praticamente mai assoluti, tanto che gli Stati non riconoscono mai la proprietà privata come un diritto inviolabile. Quale sia dunque il quid pluris della nozione di bene comune che salvaguarderebbe la perpetuità e l’accesso alle risorse della Terra pare, almeno a chi scrive, poco chiaro.
Note:LA PROPRIETÀ PRIVATA NON È MAI CHIUSA
È proprio la gestione, anzi, piuttosto che la titolarità dei diritti di proprietà, a fare la differenza: una gestione che, nel rispetto del diritto di accesso, deve dimostrarsi non escludente, partecipata e sottratta tanto al monopolio capitalistico quanto al monopolio pubblico.
Note:GESTIONE E PROPRIETÀ
Ritenere che, in quanto superiore alle dinamiche economiche, il diritto all’acqua non possa essere garantito da una gestione anche privata della risorsa equivale a ritenere che, per garantire il diritto alla libertà di espressione, non dovrebbero esistere editori e librai.
Note:ANALOGIA CON LA LIBERTÀ D'ESPRESSIONE
Acqua e bene comune: gli effetti giuridici di una categoria giuridicamente inesistente. Il caso italiano
Nell’ordinamento italiano, la proprietà, dice la Costituzione, è pubblica o privata. Essa non è un diritto assoluto, ma un diritto economico, limitato dalla sua funzione sociale.
Note:PROPRIETÀ IN COSTITUZIONE
La legislazione vigente in materia ambientale ribadisce che tutte le acque superficiali e sotterranee, ancorché non estratte dal sottosuolo, appartengono al demanio dello Stato (art. 144, c. 1, d.lgs. n. 152/2006).
Note:ACQUA BENE DEMANIALE
Ciò non impedisce, in linea teorica, che la gestione del servizio idrico possa essere affidata a operatori di mercato, fermo restando il controllo pubblico e i limiti di operatività che garantiscano l’accesso all’acqua.
Note:GESTIONE PRIVATA
La proposta di legge prevedeva l’inserimento nel codice civile della categoria dei beni comuni, accanto a quelli pubblici e privati, definendoli come «le cose che esprimono utilità funzionali all’esercizio dei diritti fondamentali nonché al libero sviluppo della persona».
Note:COMMISSIONE RODOTÀ. PRIMO TENTATIVO DI DEFINIRE IL BENE COMUNE. DIGNITÀ E SVILUPPO DELLA PERSONALITÀ
«i fiumi, i torrenti e le loro sorgenti; i laghi e le altre acque; l’aria; i parchi come definiti dalla legge, le foreste e le zone boschive; le zone montane di alta quota, i ghiacciai e le nevi perenni; i lidi e i tratti di costa dichiarati riserva ambientale; la fauna selvatica e la flora tutelata; i beni archeologici, culturali, ambientali e le altre zone paesaggistiche tutelate».
Note:ELENCO
Perché, in altri termini, debbano rientrare tra i beni comuni i beni artistici e culturali e non l’accesso alle cure?
Note:MISTERI
Il referendum italiano sull’acqua: le parole contano
All’origine del referendum del 2011 sta la confusione tra proprietà dell’acqua e gestione dell’acqua, che non è tipica solo del dibattito italiano, se anche nell’ultima enciclica Laudato si’ si legge che «in alcuni luoghi avanza la tendenza a privatizzare questa risorsa scarsa» [30]. In realtà, non è l’acqua che si tende a privatizzare, ma – al più – la sua gestione.
Note:LA CONFUSIONE... ANCHE DEL PAPA
Gli effetti giuridici del referendum sull’acqua
è la distinzione tra beni comuni e beni pubblici che a fatica si può prendere sul serio. Il caso dell’acqua, in Italia, è proprio il caso emblematico.
Note:UNA DISTINZIONE PROBLEMATICA
se idealmente i beni comuni appartengono alla comunità e lo Stato ne è il gestore fiduciario, nella pratica questo non può che implicare un ritorno alla gestione pubblica, quale detentrice, sempre idealmente, dell’interesse comune, essendo impraticabile una gestione autenticamente collettiva, come insegnano Buchanan e Tullock.
Note:QUAL È L' ALTERNATIVA A PRIVATIZZAZIONE E NAZIONALIZZAZIONE?
«politiche pubbliche locali in grado di interpretare, a tutela dei soggetti più deboli e indifesi, la trasformazione dello Stato sociale»
Note:L'ALTERNATIVA DI LUCARELLI: IL LOCALISMO
ha utilizzato lo slogan dell’acqua come bene comune per ottenere non un risultato à la Ostrom, ma, più radicalmente, la ripubblicizzazione della gestione del servizio idrico.
Note:IL REFERENDUM SULL'ACQUA
la campagna referendaria si è giocata interamente su una duplice, ambigua sovrapposizione di concetti: quella tra comune e pubblico, e quella tra risorsa e gestione della risorsa.
Note:UNA CAMPAGNA TRUFFALDINA
Certo i promotori prospettano «un nuovo modello di pubblico», basato sulla «democrazia partecipativa, il controllo democratico e la partecipazione diretta dei lavoratori, dei cittadini e delle comunità locali», ma al di là delle belle parole e delle belle intenzioni l’effetto del referendum sarebbe stato, ed è stato, l’obbligo di ripubblicizzazione della gestione
Note:DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA
Il valore dell’acqua come bene comune è servito, di fatto e di diritto, non a spingere per una gestione comune, dacché non esiste, ma a evitare le procedure a evidenza pubblica per la gestione dell’acqua e, nelle intenzioni dei promotori, a consentire il ritorno a una gestione pubblica del servizio idrico (e non solo di quello, ma questo è, lo si è appena detto, un altro inganno del referendum estraneo a questo discorso).
Note:DI FATTO RINAZIONALIZZAZIONE
La nuova organizzazione e configurazione della società pubblica di gestione del servizio idrico di Napoli, voluta all’indomani del referendum dall’allora assessore ai beni comuni (sic) Lucarelli, ne è il prototipo esemplare: la precedente Spa pubblica è stata trasformata in un’azienda pubblica, il cui elemento “partecipativo” si riduce a due componenti scelti tra le associazioni ambientaliste. In compenso l’azienda dovrebbe preoccuparsi di modulare le tariffe su criteri di reddito e di usare gli utili solo per migliorare le infrastrutture, ma dal 2007 al 2014 le tariffe sono cresciute del 20% e la dispersione è aumentata del 11%.
Note:DUE AMBIENTALISTI NEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE… E LE TARIFFE AUMENTANO
Acqua e bene comune: gli effetti economici di una questione culturale
Un sondaggio Demos svolto nel luglio 2011, subito dopo il referendum, mostrava che nel linguaggio degli italiani la parola individualismo fosse tra quelle impopolari, mentre bene comune fosse una espressione di successo.{169}
Note:LA PORTATA CULTURALE DEL REFERENDUM
impossibilità fattuale di una gestione autenticamente collettiva di questi beni
Note:IMPOSSIBILITÀ
se privatizzata, la (gestione dell’) acqua renderà i poveri sempre più poveri e assetati.
Note:LA PREOCCUPAZIONE DEI BENICOMUNISTI
l’abrogazione della remunerazione del capitale investito dal gestore fino a un massimo del 7%, cercando in tal modo di azzerare il profitto del gestore.
Note:UNA RICHIESTA DEI BENICOMUNISTI
Lasciando da parte la sciocchezza ideologica del profitto come qualcosa di ripugnante, l’abrogazione non rischia tanto di sacrificare questo, quanto, molto più gravemente per la qualità del servizio idrico, la capacità di investimento dei gestori o, più verosimilmente, la capacità tributaria dei cittadini. Dovendo le spese per investimento essere fatte per mantenere un certo standard di servizio, è evidente che il costo, se non può finire in bolletta, finisce nella fiscalità generale. Una visione certo inconsueta di bene comune.
Note:RISCHIO SOTTESO
ci sono milioni di persone che quel diritto non ce l’hanno. A questo punto, passando alla considerazione statistica, bisogna provare a chiedersi perché. Non ce l’hanno perché i loro sistemi giuridici non riconoscono l’acqua come bene comune?
Note:IL DIRITTO ALL'ACQUA
La gestione di un servizio idrico costa. E molto. Costruire acquedotti, mantenerli dal punto di vista igienico-sanitario e dell’efficienza, garantire la somministrazione dell’acqua h24, monitorarne la qualità e la quantità, individuare nuovi modi per rendere efficiente il servizio e consentire un approvvigionamento dell’acqua di giorno in giorno migliore (si pensi solo alla ricerca sulla desalinizzazione dell’acqua marina) sono operazioni straordinariamente ingenti, e non basta dire “diritto” o “bene comune” perché si trovino i mezzi per affrontarle.
Note:L'ACQUA NON COSTA NULLA MA IL SERVIZIO SÌ...
Dovremmo escludere, per principio, l’opzione di fare debiti pubblici che ricadono sulle generazioni future, dal momento che le teorie dei beni comuni sono teorie basate proprio sulla responsabilità intergenerazionale,
Note:COME REPERIRE LE RISORSE?
Le stesse Nazioni Unite mettono in guarda dalle tariffe basse. Se esse – si legge nel rapporto Water for a Sustainable World del 2015 – sono motivate dalla incapacità delle persone povere di pagare, «possono avere l’effetto di limitare la portata dei servizi e di escludere le categorie a basso reddito dai servizi idrici. Questa contraddizione è in parte dovuta al sotto-costo che impedisce l’estensione della rete e quindi mantiene le iniquità storiche
Note:L'ONU METTE IN GUARDIA DALLE TARIFFE BASSE. HO DETTO TUTTO
Il numero di persone che non hanno servizi sanitari né acqua potabile è impressionante. L’ho detto all’inizio. Quello che non ho ancora detto è che è un numero in riduzione. Negli ultimi due decenni, 2,3 miliardi di persone hanno avuto accesso all’acqua potabile, di cui 1,6 all’acqua corrente. Nello stesso periodo, 1,9 miliardi di persone hanno avuto accesso ai servizi igienici.
Note:I SENZA ACQUA SONO IN FORTE CALO NEL MONDO
Nel dibattito contemporaneo i beni comuni sono strettamente intrecciati alla nostalgia di un ideale mondo premoderno, dove la popolazione aveva accesso comune alle foreste, ai pascoli e alle altre risorse, e il livello di soddisfacimento era talmente basso da non creare un problema di scarsità, al punto da rendere la teoria dei beni comuni «una contro-narrazione della narrazione della modernità».{171}
Note:BENI COMUNI E MONDO PREMODERNO
Vandana Shiva rappresenta bene il collegamento esistente tra benicomunismo, ecologismo e decrescita felice, laddove sostiene che «i presupposti del mercato non vedono i limiti ecologici imposti dal ciclo dell’acqua […]»
Note:DECRESCITA FELICE
L’educazione è importante, certo, ma se la crisi idrica è così drammatica, c’è solo un modo per affrontarla: sfruttare meglio e con miglior efficienza quello che si ha. E quindi progredire e innovare. Il miglioramento degli ultimi decenni sull’accesso all’acqua, sul potenziamento delle reti fognarie e degli acquedotti, la ricerca per il controllo e l’uso efficiente delle risorse idriche, di cui si è detto, sono lì a provarlo.
Note:EFFICIENZA E INNOVAZIONE UNCHE ARMI. GUARDARE INDIETRO NN SERVE
Dal bene comune ai beni comuni: per andare dove?
Nell’opinione pubblica i beni comuni rappresentano un repertorio di immagini e significati di forte impatto emotivo. Nel caso italiano del referendum sull’acqua, tale riscontro emozionale e valoriale ha dissimulato l’unico reale effetto della battaglia per l’acqua bene comune: il tentativo di ripubblicizzazione della gestione dei servizi pubblici locali
BENI COMUNI NELL' IMMAGINARIO

mercoledì 14 giugno 2017

D.A.C.

Making Markets Work Better: Dominant Assurance Contracts and Some Other Helpful Ideas  By Alex Tabarrok

Public goods are one of the big challenges to markets.[1] Indeed, it was long thought that the free rider problem prevented public goods from being provided voluntarily. David Hume (1739), for example, wrote that such provision was impossible… “Two neighbours may agree to drain a meadow, which they possess in common: because it is easy for them to know each other’s mind; and each must perceive, that the immediate consequence of his failing in his part, is the abandoning of the whole project. But it is very difficult, and indeed impossible, that a thousand persons should agree in any such action; it being difficult for them to concert so complicated a design, and still more difficult for them to execute it; while each seeks a pretext to free himself of the trouble and expense, and would lay the whole burden on others. Political society easily remedies both these inconveniences…Thus, bridges are built, harbours opened, ramparts raised, canals formed, fleets equipped, and armies disciplined, everywhere, by the care of government… “
CLASSICO LIMITE DEL MERCATO? 1 - LA PRODUZIONE DI BENI PUBBLICI
In a standard crowdfunding contract, entrepreneurs seek voluntary donations, but they commit to use those donations if and only if the total meets or exceeds a critical threshold. If total donations are less than the threshold, the donor’s funds are returned. Billions of dollars have been raised using crowdfunding contracts, but much more may be possible…
TENTATIVI DI SUPERARLO: IL CROWDFUNDING
The dominant assurance contract adds a simple twist to the crowdfunding contract. An entrepreneur commits to produce a valuable public good if and only if enough people donate, but if not enough donate, the entrepreneur commits not just to return the donor’s funds but to give each donor a refund bonus. To see how this solves the public good problem consider the simplest case.
Suppose that there is a public good worth $100 to each of 10 people. The cost of the public good is $800. If each person paid $80, they all would be better off. Each person, however, may choose not to donate, perhaps because they think others will not donate, or perhaps because they think that they can free ride… Now consider a dominant assurance contract. An entrepreneur agrees to produce the public good if and only if each of 10 people pay $80. If fewer than 10 people donate, the contract is said to fail and the entrepreneur agrees to give a refund bonus of $5 to each of the donors. Now imagine that potential donor A thinks that potential donor B will not donate. In that case, it makes sense for A to donate, because by doing so he will earn $5 at no cost. Thus any donor who thinks that the contract will fail has an incentive to donate. Doing so earns free money. As a result, it cannot be an equilibrium for more than one person to fail to donate.
We have only one more point to consider. What if donor A thinks that every other donor will donate? In this case, A knows that if he donates he won’t get the refund bonus, since the contract will succeed. But he also knows that if he doesn’t donate he won’t get anything, but if does donate he will pay $80 and get a public good which is worth $100 to him, for a net gain of $20. Thus, A always has an incentive to donate. If others do not donate, he earns free money. If others do donate, he gets the value of the public good. Thus donating is a win-win, and the public good problem is solved…
SOLUZIONE D.A.C.: DOMINANT ASSURANCE CONTRACT
Cason and Zubrickas (2017) recently tested dominant assurance contracts in an experiment and found that they do increase the provision of public goods.
SPERIMENTAZIONE DAC
there are advantages to the private method of provision over “political society.” Political society avoids the problem of free riders at the expense of creating forced riders, people who are forced to pay for a public good that they value at less than their cost. More generally, how do we know that a bridge is truly worth more than its cost? Hume takes the value of the bridge as given, but we need a discovery process for public goods just as for other goods.
VANTAGGI RISPETTO ALLA SOLUZIONE POLITICA
Dominant assurance contracts open the provision of public goods to entrepreneurship, innovation, and the market discovery process.
INNOVAZIONE FAVORITA
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t’s long been thought, for example, that unemployment insurance can’t be provided privately because of the risk of adverse selection and moral hazard. But although it may be difficult to create an unemployment insurance contract that pays out when you are unemployed, what about one that pays out only when you are unemployed and there is unusually high national unemployment, or unusually high unemployment in your industry or city? Conditioning payouts at least partially on things that the worker does not control could alleviate problems of asymmetric information and still allow the market provision of unemployment insurance.
SUSSIDIO (PRIVATO) DI DISOCCUPAZIONE
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Cochrane’s Time Consistent Insurance (1995, 2009) improves the market provision of health insurance (see also Tabarrok 1994, 2002b for “Gene Insurance”, an early precursor). Similarly, Robert Schiller’s (2003) macro markets in housing and GDP reduce the risk from housing bubbles and business cycles.[3] The better the market can insure against risk, the less will be the demand for coercive solutions.
ASSICURAZIONE SANITARIA
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New technologies such as smart contracts and the rise of ubiquitous and massive computing power, including all manner of sensors and location technologies, may make these ideas implementable at lower cost and in better ways than ever before
PROBLEMI DI ASIMMETRIA INFORMATIVA

Governi open source

Making Liberty Happen By Tom W. Bell

Your next government might thus resemble a city-sized corporation, with you and other residents buying shares, electing the board of directors, and so forth. Think of it as residential co-op, upgraded for the big leagues.
GOVERNO COME IMPRESA
Commercial corporate codes aim at protecting shareholder rights–not residents’ liberties. How can private governments best protect individual rights?
RESTA IL PROBLEMA DEI DIRITTI INDIVIDUALI
In double democracy, owners manage the community on a one share/vote basis while residents enjoy the power to veto select laws or officers on a one person/vote basis. Owners construct; residents correct.
IL RIMEDIO DELLA DOPPIA DEMOCRAZIA
And where will the law of private governments come from? Not from any one flag, but entirely from private, non-governmental sources. Not owned by anyone, but free to all, like GNU/Linux open source computer operating software. Hence Ulex, the open source legal operating system
DA DOVE VIENE L’IDEA DI UN GOVERNO PRIVATO? SEMPLICE, DALL’IDEA DI OPEN SOURCE

Benicomunismo

I beni comuni oltre i luoghi comuni (Policy) (Italian Edition)
Eugenio Somaini
Il tema dei beni comuni è stato portato al centro del dibattito politico e teorico dalla pubblicazione nel 2008 del rapporto della Commissione per la modifica delle norme del codice civile in materia di beni pubblici, nota come Commissione Rodotà... La Commissione portava l’impronta politica di tre figure tra loro profondamente diverse: quella di Prodi, capo del governo che l’aveva istituita, quella di Mastella, ministro della giustizia, cui direttamente faceva capo, e quella di Rodotà, che ne era il presidente.
Note: CHI INAUGURA IL DIBATTITO
il compito assegnato di esaminare in termini sistematici e razionali l’alternativa tra proprietà privata e proprietà pubblica... veniva affrontato e risolto con l’introduzione di una terza e nuova categoria, quella dei beni comuni che superano la logica proprietaria, sia quella privata sia quella pubblica....
Note:TERZA VIA
la piattaforma teorica per la successiva battaglia referendaria sull’acqua e in generale consentiva di fornire una giustificazione teorica di alto tenore a una gamma disparata di rivendicazioni da parte di gruppi desiderosi di ottenere o di conservare privilegi e posizioni di rendita.
Note:BASE TEORICA PER IL REFERENDUM SULL'ACQUA
condizione sufficiente{3} per la qualifica di un bene come comune è l’attitudine a soddisfare bisogni essenziali, definiti in termini assai ampi e indefinitamente estendibili sulla base di generici principi costituzionali come quelli di dignità umana, di sviluppo della personalità, di uguaglianza o di partecipazione democratica.
Note:CONDIZIONE SUFFICIENTE. DIGNITÀ UMANA. SVILUPPO DELLA PERSONALITÀ
beni che per loro natura sono aperti all’uso di una pluralità di soggetti e che sono esposti al rischio di esaurimento o di degrado dovuto a utilizzi o sfruttamenti incontrollati, fenomeno che è noto come tragedy of the commons.
Note:ALTRE CATEGORIA RIENTRANTE TRA I BENI COMUNI
diversi studi, in particolare quelli di Elinor Ostrom, hanno mostrato che le soluzioni classiche della privatizzazione o della nazionalizzazione non sono le sole possibili alla tragedy e che a fianco di esse ve ne sono anche altre che in senso lato possiamo definire comunitarie.
Note:GLI STUDI DELLA OSTROM
i) la qualifica come bisogni essenziali di interessi percepiti da gruppi facilmente organizzabili e mobilitabili; ii) l’effettiva mobilitazione e organizzazione politica degli stessi; iii) il ricorso privilegiato all’azione giudiziaria, in ultima analisi a livello costituzionale, eventualmente passando attraverso il livello della giustizia ordinaria; iv) l’immediata esecutività dei pronunciamenti giudiziari, direttamente nei confronti delle parti interessate, attraverso l’azione amministrativa del governo ed eventualmente anche chiamando il parlamento a tradurre in legislazione positiva la sostanza dei pronunciamenti della magistratura costituzionale.
Note:STRATEGIE BENICOMUNISTE: I GIUDICI PROTAGONISTI
Il contenuto della categoria dei beni comuni, così come viene intesa dagli autori benicomunisti, si presta a determinazioni arbitrarie e ampiamente discrezionali da parte di giudici politicamente motivati.
Note:CATEGORIE VAGHE E MAGISTRATI POLITICIZZATI
È significativo che il carattere in ultima analisi comunista del benicomunismo escluda non solo il ricorso a mezzi coercitivi ma anche qualsiasi forma di collettivizzazione della produzione, circostanze che lo rendono immune dal discredito che ha ormai irrimediabilmente colpito le forme classiche del comunismo...
Note:IMPERATIVO: EVITARE IL DISCREDITO
la nozione che gli autori benicomunisti hanno dei beni comuni non è riconducibile a nessuna delle quattro classi fondamentali e che pertanto la stessa è vuota di contenuto economico
Note:NELLA MATRICE ESCLUSIONE/RIVALITÀ LA CONCEZIONE DI BENE COMUNE NON TROVA POSTO
corrisponde invece semplicemente a una diversa distribuzione di beni che in quanto tali non sono comuni, o comunque qualificabili con un aggettivo che faccia riferimento alla loro libera accessibilità e fruibilità.
Note:SI FINISCE NEL MERO REDISTRIBUZIONISMO
«avanza la tendenza a privatizzare questa risorsa scarsa [l’acqua], trasformata in merce soggetta alla legge del mercato. In realtà l’accesso all’acqua potabile e sicura è un diritto umano essenziale, fondamentale e universale perché determina la sopravvivenza personale, e per questo motivo è condizione per l’esercizio degli altri diritti umani».{8} Questo passo potrebbe essere uscito dalla penna di Rodotà ed essere sintetizzato dalla formula “acqua bene comune” (qualifica facilmente estendibile ad altri casi contemplati dall’Enciclica), e si accompagna a un generale atteggiamento critico nei confronti del sistema della proprietà privata e dei mercati
Note:TIPICO PASSO DELLA LAUDATO SÌ
Secondo il pensiero del Papa, e in generale secondo la dottrina cattolica, il carattere comune dei beni (in primo luogo, ma non solo, di quelli essenziali) deriva dal fatto di appartenere a un ordine, quello del creato, che abbraccia tutte le creature e lo stesso mondo inanimato e deve essere rispettato in quanto voluto e amato da Dio... Da ciò deriva che le prassi richieste per rendere operativo il carattere comune dei beni implicano, secondo l’Enciclica, un generale riorientamento morale degli uomini (di tutti, anche se in primo luogo di quelli investiti di responsabilità e di potere) e non passano attraverso la combinazione di azioni rivendicative e di mobilitazioni...
Note:LA DIFFERENZA TRA IL PAPA E I BENICOMUNISTI
Questioni terminologiche
Note:tttttt
l’approccio economico qualifica (mediante aggettivi) i beni sulla base di due caratteristiche fondamentali: a) la loro accessibilità o escludibilità (e cioè la possibilità per chi li controlla di impedire l’accesso a terzi); b) la rivalità o non-rivalità nell’uso, consistente quest’ultima nel fatto che l’uso discrezionale che un soggetto ne fa non ostacola o limita per gli altri la possibilità di fare altrettanto.
Note:ESCLUDIBILITÀ-RIVALITÀ
La commedia dei beni comuni – di Gustavo Cevolani e Roberto Festa
Secondo la visione convenzionale, ampiamente influenzata dall’ormai classico articolo di Garrett Hardin sulla tragedia dei beni comuni,{96} la gestione di un bene comune affidato alla cooperazione spontanea dei membri di una comunità sarebbe inesorabilmente condannata all’inefficienza così da determinare, in molti casi, la distruzione del bene.
Note:TRAGEDIA ANNUNCIATA
Di solito, la teoria economica descrive un mondo presieduto da un governo (non, guarda caso, da diversi governi) e osserva questo mondo attraverso gli occhi del governo. Suppone così che il governo abbia la responsabilità, la volontà e il potere di ristrutturare la società in modo da massimizzare il benessere sociale; come la cavalleria in un buon film western, il governo è pronto a correre in soccorso ogni volta che il mercato “fallisce” e il compito dell’economista è consigliargli quando e come farlo. Viceversa, la teoria prevede che i singoli individui non siano minimamente in grado di risolvere problemi collettivi interagendo fra di loro. Ciò produce una visione distorta di alcune importanti questioni, sia economiche sia politiche.
Note:ROBERT SUDGEN: NIRVANA FALLACY
La proposta di sottrarre la gestione dei beni comuni al controllo degli individui, per affidarla a quello del governo, è stata decisamente avversata da una minoranza di studiosi che, a partire da Ronald Coase,{98} hanno proposto la privatizzazione integrale
Note:RONALD COASE E LA PRIVATIZZAZIONE
Per quanto ancora ampiamente adottata, la dicotomia “beni privati / beni pubblici” ha sollevato molte perplessità. In particolare si è osservato che essa appare del tutto inadeguata per l’analisi della grande varietà di ordinamenti e istituzioni che regolano la gestione dei beni comuni.
UNA DICOTOMIA CHE NON DESCRIVE LA REALTÀ
Il lavoro di Elinor Ostrom è il più rappresentativo di un intero filone di ricerca che, nel corso degli ultimi decenni, ha affiancato all’analisi teorica della gestione dei beni comuni altre forme di indagine, quali la ricerca storica e sul campo, l’uso sistematico di esperimenti economici in laboratorio e la simulazione computerizzata delle cosiddette società artificiali.

Note:ELINOR OSTROM
Tali teorie si fondano, almeno nella loro versione classica, su quello che Herbert Simon ha chiamato “modello olimpico” della razionalità,{100} per cui la società è popolata da individui dotati di capacità cognitive sovraumane e, per di più, totalmente egoisti.
Note:TEORIA DELLA SCELTA RAZIONALE
L’approccio convenzionale alla gestione dei beni comuni - Cosa sono i beni comuni
Le nozioni di rivalità ed escludibilità sono alla base della tradizionale dicotomia “beni privati / beni pubblici”. Infatti i beni privati – come un panino, un vestito, un posto auto in un parcheggio o un’ora di massaggio – sono rivali ed escludibili.
Note:BENI PRIVATI
Esempi tipici di beni pubblici sono i parchi, l’illuminazione stradale, i servizi di polizia locale e quelli di difesa nazionale.
Note:ESEMPIO BENE NÈ RIVALE NÈ ESCLUDIBILE
il fatto che un bene sia o meno escludibile o rivale è una questione di grado più che di genere: per esempio, una strada può essere non-rivale finché è poco trafficata, ma accresce il suo grado di rivalità man mano che il traffico aumenta.
Note:QUESTIONE DI GRADO
beni “a pedaggio “ (toll o club good),{110} cioè dei beni – come un’autostrada, un campo da golf, la televisione a pagamento o un programma per computer – che possono essere facilmente offerti a diversi individui contemporaneamente (sono a bassa rivalità, come i beni pubblici) escludendo allo stesso tempo chi non è disposto a pagare per usufruirne (sono ad alta escludibilità, come i beni privati).
Note:BENI A PEDAGGIO: ESCLUDIBILI E NON RIVALI
Esempi spesso citati di beni comuni sono i pascoli, le zone di pesca, quelle da foraggio o da legname, le acque, i sistemi di irrigazione, le riserve petrolifere e l’accesso alla “rete”.{111}
Note:BENI RIVALE E NON ESCLUDIBILI. I BENI COMUNI
La tragedia dei beni comuni
Consideriamo, infatti, un gruppo di potenziali utenti di un dato bene comune, per esempio un gruppo di pastori che usufruisce, ognuno col proprio gregge, di un pascolo aperto. Il pascolo può sostenere solo un numero limitato di animali: se viene sfruttato in modo eccessivo, tende a deteriorasi
Note:CASO CLASSICO: PASTORI E PASCOLI
Hardin sottolinea con toni enfatici l’ineluttabilità di questo esito disastroso, che secondo la sua analisi è futile cercare di evitare, se si ammettono alcuni presupposti riguardo al comportamento razionale degli individui.
Note:HARDIN E LA SUA TRAGEDIA
La gestione spontanea dei beni comuni
la reazione più comune alla tragedia dei beni comuni è stata quella di invocare l’intervento dello Stato.
Note:STATALIZZAZIONE
La posizione opposta (e minoritaria) propone invece di risolvere la tragedia privatizzando i beni comuni, cioè affidandone la gestione agli scambi fra individui in una cornice di diritti di proprietà
Note:PRIVATIZZAZIONE
Reputazione, fiducia, reciprocità
cooperazione spontanea dei membri di una determinata comunità nella gestione delle risorse.
Note:TERZA SOLUZIONE: SPONTANEISMO
Quando il gruppo di potenziali utenti di una certa risorsa è “amorfo” – nel senso che gli individui sono anonimi, non si conoscono e non possono comunicare fra loro – non c’è modo di sviluppare una reputazione individuale né un minimo di fiducia reciproca, e nemmeno di stabilire regole condivise e di controllarne l’applicazione... Nei casi di questo genere, la tragedia dei beni comuni è sempre in agguato: in laboratorio gli individui ottengono risultati sistematicamente inferiori a quelli ottimali;...
Note:QUANDO LA SOLUZIONE SPONTANEA FALLISCE… STUDI IN LABORATORIO
È però sufficiente che alcune delle suddette condizioni non valgano perché la trappola venga disinnescata. Nelle comunità i cui membri si conoscono, possono comunicare fra loro, accordarsi su piani a medio o lungo termine e stringere patti vincolanti, è probabile che emergano spontaneamente regole di comportamento e sanzioni che accrescono notevolmente la probabilità di evitare la tragedia dei beni comuni. I fattori cruciali per il successo della gestione spontanea di un bene comune sembrano essere quelli che favoriscono l’emergere della reputazione individuale, della fiducia e di comportamenti basati sulla reciprocità.
Note:CONDIZIONI DI SUCCESSO PER LA SOLUZIONE SPONTANEISTA: FIDUCIA E REPUTAZIONE
la ripetizione e la frequenza dei contatti e delle interazioni fra gli individui della comunità; il livello di conoscenza locale relativa alla disponibilità, allo stato di deterioramento, all’utilizzabilità e ad altri aspetti della risorsa; la facilità con cui le informazioni sull’utilizzo della risorsa e sulle conseguenze del comportamento dei singoli circolano all’interno della comunità; la presenza di regole consuetudinarie, usi e costumi di carattere tacito o locale, spesso ignorati, quando non esplicitamente “denigrati”,{117} dalla teoria tradizionale.
Note:ALTRI FATTORI CHE FAVORISCONO LA GESTIONE SPONTANEA
gli esperimenti hanno messo in luce con particolare chiarezza un fenomeno ben noto anche dagli studi sul campo: la possibilità di comunicare, di analizzare assieme la situazione e le strategie più convenienti, o anche solo di “fare due chiacchiere” per capire che genere di persone sono gli altri membri del gruppo, fa aumentare sensibilmente i livelli di cooperazione e migliora i risultati ottenuti da tutti gli individui coinvolti nell’interazione. La comunicazione faccia a faccia tende infatti ad aumentare la fiducia reciproca e la capacità di collaborare, permettendo di regola agli individui di sfuggire alla trappola della razionalità descritta da Hardin.
Note:CHEAP TALK
Le preferenze degli individui non sono solo autointeressate, ma anche “eterointeressate” (o “sociali”); ciò significa che esse non sono determinate solo dal tornaconto personale ma anche da quello degli altri individui, dal loro tipo umano e, più in generale, dal contesto sociale dell’interazione.
Note:PREFERENZE ETEROINTERESSATE
COMMENTO PERSONALE
La soluzione Ostrom è seducente ma per avere successo richiede una relazione quasi-personale tra i protagonisti, il che è possibile in piccole comunità quali quelle dei villaggi svizzeri di montagna. Ma nelle grandi società anonime della contemporaneità? Difficile rinunciare agli enormi benefici che garantiscono queste ultime.  Ad ogni modo, utile la sintesi della teoria dei beni pubblici: il bene non/escludibile e senza rivalità è bene pubblico puro (esempio difesa). La produzione di un bene non-rivale si espone a rischi di monopolio: lo stato è tenuto a regolare l’infrastruttura (esempio strade). Un bene non escludibile si espone a rischio “tragedia”, lo stato è chiamato a regolare le modalità di utilizzo (esempio pascolo).

martedì 13 giugno 2017

L'angelo del cherosene HL

Tutte le poesie: 1949-2004 (Collezione di poesia Vol. 423) (Italian Edition) by Giovanni Raboni
Giovanni Raboni (Milano, 22 gennaio 1932Fontanellato, 16 settembre 2004) è stato un poeta, scrittore e giornalista italiano appartenente alla "generazione degli anni Trenta", insieme ad alcuni dei più conosciuti nomi della letteratura italiana.
***
Giocavano al pallone, alla guerra, agli indiani. Forse dovrei dire: giocavamo; mi sembra molto probabile di aver partecipato a quei giochi, ma non ne ho nessun ricordo preciso. Quello che ricordo, invece, è di aver guardato altri ragazzi giocare. Erano giochi deliziosi. Quella finestra è, sicuramente, uno dei luoghi, o meglio delle situazioni, che mi hanno spinto a voler essere un poeta, a voler scrivere delle poesie. Per molto tempo ho pensato che una poesia dovesse essere come quella finestra. Mi sembrava che una poesia fosse un vetro attraverso il quale si potevano vedere molte cose – forse, tutte le cose; però un vetro, e il fatto che il vetro fosse trasparente non era piú importante del fatto che il vetro stesse in mezzo, che mi isolasse, mi difendesse. I giochi erano al di là del vetro, mentre io ero al di qua. Credo che non riuscirò mai a far capire la straordinaria delizia di questa situazione.
Note:PERCHÈ SONO UN POETA
un osservatorio difesissimo e trasparente… per guardare la vita – cioè, forse, per non viverla….
Note:LA POESIA PER ME
dilemma fra responsabilità e irresponsabilità della poesia di fronte alla vita
Note:DILEMMA
L’ascensore non c’era. C’era spazio da vendere per pianerottoli e scale.
Note:VECCHIA CASA. CENTRO MILANO.
sogno di felice autoemarginazione
Note:IN BOLLA
Volevamo arrivare io con la mia vista da talpa, tu simulando una zoppaggine lieve e tetra, alla spianata dove suona la banda. Sí, sapevo «soltanto marce militari»
Note:VECCHIE SOLE LA DOMENICA A MILANO
non c’è bisogno d’ombrello quando nevica dicevi togliendo con le dita manciate di neve dal colletto
Note:INVERNO MILANESE
quei nemici cosí facili da perdonare
Note:I RICCHI VISTI DA VICINO IN CENTRO A MILANO
sui loro reciproci regali da quattro soldi sulla squisita avarizia lombarda del loro pranzo del 25/12 per organo e ossi, flauto e digiuno
Note:MEDITAZIONE SUL RICCO LOMBARDO
quando l’angelo del cherosene sbatte lo sportello di mica,
Note:VERSO L'UNA DI NOTTE NELLE CASE VECCHIE DI MILANO
Fu allora (c’è chi ancora se ne pente, chi ci ricama, incosciente, stemmi di catene) che insieme, tremando, cominciammo a dubitare sediziosamente del verbo del questore.
Note:LOTTA CONTINUA
a nessuno venga piú in mente di mettersi a strillare che a bruciare il Reichstag non sono stati i comunisti.
Note:PASSARE ALL'AZIONE. SUBITO!
La tenerezza del guscio d’uovo dolcemente svuotato con la bocca
Note:OGGETTI FRAGILI
Oh fossi morto prima, nel deserto, come muoiono i cammelli che si fidano troppo del proprio gozzo!
Note:LAMENTO DEL BATTISTA
«tutto quello che posso dire della mia religiosità è che sono un non-ateo»
CREDI?
André Gide, ha detto che una delle poche prove, per lui, dell’esistenza di Dio e della divinità, della realtà del divino, stava proprio nella «insuperabile bellezza» del Vangelo, una bellezza che «non si può spiegare in termini umani».
Note:L’ESISTENZA DI DIO DIMOSTRATA: SESTA VIA
andavo a scuola, poi mi ammalavo o fingevo di ammalarmi o credevo di ammalarmi.
Note:UNO STUDENTE IRREGOLARE
Qui, diceva mio padre, conveniva venirci col coltello…
Note:NAVIGLIO PRIMA CHE LO COPRISSERO
Ma quello che hanno fatto, distruggere le case, distruggere quartieri, qui e altrove, a cosa serve? Il male non era lí dentro, nelle scale, nei cortili, nei ballatoi,
Note:MILANO BOMBARDATA
Nasce da un rimuginare mentale perlopiú. A volte è un’immagine che si insegue, a volte è un suono, un fantasma sonoro… la poesia è qualcosa che si impone a noi, non qualcosa che noi imponiamo a noi stessi o alla realtà.
Note:COME NASCE UNA POESIA?
Sparire era piú lento e facile quando tu sei sparita.
Note:IN MORTE DELLA MADRE
le spoglie del futuro
Note:IL TEMA PREFERITO
quando alle mie carezze smetterai di bagnarti,
Note:FINE DI UN AMORE
Un giorno o l’altro ti lascio, un giorno dopo l’altro ti lascio, anima mia.
Note:LUI LA MOLLA
Però sto fermo, intanto, come sta fermo un ramo su cui sta fermo un passero, m’incanto…
Note:INCANTO
Meglio che tu non sappia con che preghiere m’addormento, quali parole borbottando nel quarto muto della gola
Note:SEGRETI
Ti muovi nel sonno. Non girarti, non vedermi vicino e senza luce! Occhio per occhio, parola per parola, sto ripassando la parte della vita.
Note:UN ATTIMO PRIMA DI TORNARE A VIVERE
Un mio grande e intelligentissimo amico, Piergiorgio Bellocchio, ha dato addirittura un’interpretazione sociologica di questa mia insistenza sul tema della morte, dicendo che è il mio modo di mascherare, interpretare la cattiva coscienza della borghesia
Note:LA MORTE
Preghiere per i morti – tutta qui la mia fede? So solo che ogni sera, cosí rispondo, aguzzo la mia povera vista nel buio per scoprire chi piú m’aspetta,
Note:I MORTI
Non piú della perenta pelle in cui vive, da cui sguscerà per vivere la serpe è questo niente che ci separa, aria da foglie, gente che aspetta pallidamente di qua e di là d’una lapide, i non morti ancora dai non ancora risorti10.
Note:ETERNO RIPOSO
anche Piazza Fontana con le sue quattro piante stente e il suo perimetro sfuggente come se ormai nessuna geometria fosse non dico praticabile ma neanche concepibile piú che una piazza vera e propria è il rimpianto o il rimorso d’una piazza
Note:PIAZZA FONTANA OGGI
l’acquazzone tipicamente lombardo-prealpino del pomeriggio di Ferragosto
Note:FESTA DELL'ASSUNTA AL SACRO MONTE
I sei regolamentari barriti della sirena,
Note:ALLARME
una veglia assai piú allegramente insensata che angosciosa.
Note:GIÙ AL RIFUGIO
i gesti furiosamente immobili… piccoli, monumentali teatrini di misericordia…
Note:SCENE DI CAPPELLA
Il viaggio assurdo e rischioso che mio padre affrontava ogni sera e ogni mattina
LA TRATTA VERESE-MILANO FERROVIE NORD 1943

Né stato, né mercato: l'alpeggio svizzero e quello gapponese

COMMUNAL TENURE IN HIGH MOUNTAIN MEADOWS AND FORESTS -- Governing the Commons: The Evolution of Institutions for Collective Action (Canto Classics) by Elinor Ostrom
Törbel, Switzerland
Törbel, Switzerland, a village of about 600 people located in the Vispertal trench of the upper Valais canton,
Note:IL POSTO
For centuries, Törbel peasants have planted their privately owned plots with bread grains, garden vegetables, fruit trees, and hay for winter fodder. Cheese produced by a small group of herdsmen, who tend village cattle pastured on the communally owned alpine meadows during the summer months, has been an important part of the local economy.
Note:ECONOMIA: AGRICOLTURA PRIVATA. ALLEVAMENTO SU PASCOLI COMUNI
five types of communally owned property: the alpine grazing meadows, the forests, the “waste” lands, the irrigation systems, and the paths and roads connecting privately and communally owned properties.
Note:5 TERRENI, 5 DIRITTI
The law specifically forbade a foreigner (Fremde) who bought or otherwise occupied land in Törbel from acquiring any right in the communal alp, common lands, or grazing places, or permission to fell timber. Ownership of a piece of land did not automatically confer any communal right (genossenschaftliches Recht). The inhabitants currently possessing land and water rights reserved the power to decide whether an outsider should be admitted to community membership. (Netting 1976, p. 139)… Access to well-defined common property was strictly limited to citizens, who were specifically extended communal rights.
Note:DOCUMENTI DEL 1400: BANDITO LO STRANIERO
“no citizen could send more cows to the alp than he could feed during the winter” (Netting 1976, p. 139).
Note:QUANTE VACCHE ALL'ALPEGGIO?
Adherence to this “wintering” rule was administered by a local official (Gewalthaber) who was authorized to levy fines on those who exceeded their quotas and to keep one-half of the fines for himself.
Note:INCENTIVI ALL'ESATTORE
This and other forms of cow rights are relatively easy to monitor and enforce.
Note:FACILE APPLICAZIONE
the number of cows each family sends is the basis for determining the amount of cheese the family will receive at the annual distribution.
Note:IL NUMERO DI BESTIE È ANCHE LA BASE PER RIPARTIRE IL FORMAGGIO
The village statutes are voted on by all citizens and provide the general legal authority for an alp association to manage the alp. This association includes all local citizens owning cattle. The association has annual meetings to discuss general rules and policies and elect officials. The officials hire the alp staff, impose fines for misuse of the common property, arrange for distribution of manure on the summer pastures, and organize the annual maintenance work,
Note:L'ASSOCIAZIONE ALLEVATORI
Private rights to land are well developed in Torbel and other Swiss villages. Most of the meadows, gardens, grainfields, and vineyards are owned by various individuals, and complex condominium-type
Note:DIFFUSA ANCHE LA PROPRIETÀ PRIVATA
The inheritance system in Törbel ensures that all legitimate offspring share equally in the division of the private holdings of their parents and consequently in access to the commons, but family property is not divided until surviving siblings are relatively mature (Netting 1972).
Note:EREDITÀ A DILAZIONE
for at least five centuries these Swiss villagers have been intimately familiar with the advantages and disadvantages of both private and communal tenure systems and have carefully matched particular types of land tenure
Note:ISTITUZIONI EMERSE DA UN TRIAL AND ERROR
(1) the value of production per unit of land is low, (2) the frequency or dependability of use or yield is low, (3) the possibility of improvement or intensification is low, (4) a large territory is needed for effective use, and (5) relatively large groups are required for capital-investment activities.
Note:QUANDO È INDICATA LA PROPRIETÀ COMUNE? LE CINQUE CONDIZIONI
Switzerland, farmers use private property for agricultural pursuits and a form of common property for the summer meadows, forests, and stony waste lands near their private holdings. Four-fifths of the alpine territory is owned by some form of common property: by local villages (Gemeinden), by corporations, or by cooperatives. The remaining alpine territory belongs either to the cantons or to private owners or groups of co-owners (Picht 1987, p. 4).
Note:IL SISTEMA TORBEL È ABBASTANZA DIFFUSO… 4/5
(1) the number of animals that can be fed over the winter,5 (2) the amount of meadowland owned by a farmer, (3) the actual amount of hay produced by a farmer, (4) the value of the land owned in the valley, or (5) the number of shares owned in a cooperative. A few villages allow all citizens to send equal numbers of animals to the summer alp (Picht 1987, p. 13).
Note:LA REGOLA PROPORZIONALE SUI DIRITTI
Overuse of alpine meadows is rarely reported.
Note:EVITATA LA TRAGEDIA DEI BENI COMUNI
All of the Swiss institutions used to govern commonly owned alpine meadows have one obvious similarity – the appropriators themselves make all major decisions about the use of the CPR. The users/owners are the main decision making unit.
Note:CHI DECIDE LE REGOLE? CHI USA. NON IL CITTADINO
Many of the rules they use, however, keep their monitoring and other transactions costs relatively low and reduce the potential for conflict.
Note:IMPORTANZA DELLA REGOLA SEMPLICE. NON C'È UNA SORVEGLIANZA PROFESSIONALE
The first step is that the village forester marks the trees ready to be harvested. The second step is that the households eligible to receive timber form work teams and equally divide the work of cutting the trees, hauling the logs, and piling the logs into approximately equal stacks. A lottery is then used to assign particular stacks to the eligible households. No harvesting of trees is authorized at any other time of the year.
Note:LA PROCEDURA PER IL TAGLIO DEGLI ALBERI
Combining work days or days of reckoning (where the summer’s cheese is distributed and assessments are made to cover the costs of the summer’s work) with festivities is another method for reducing some of the costs associated with communal management.
Note:LA FESTA. NEI GIORNI DI DISTRIBUZIONE DEL PRODOTTO, DEI DIRITTI O DI LOTTERIA.
In recent times, the value of labor has risen significantly, thus representing an exogenous change for many Swiss villages. Common-property institutions are also changing to reflect differences in relative factor inputs. Villages that rely on unanimity rules for changing their common-property institutions are not adjusting as rapidly as are those villages that rely on less inclusive rules
Note:CAMBIAMENTI: L'OSTACOLO DELL' UNANIMITÀ
Hirano, Nagaike, and Yamanoka villages in Japan
Margaret A. McKean (1986) estimates that about 12 million hectares of forests and uncultivated mountain meadows were held and managed in common by thousands of rural villages during the Tokugawa period (1600–1867)
Note:QUANTIFICARE LA PROPRIETÀ COMUNE IN GIAPPONE
The villages are established on steep mountains where many microclimates can be distinguished. Peasants cultivate their own private lands, raising rice, garden vegetables, and horses.
Note:I TRE VILLAGGI GIAPPONESI. MOLTO SIMILI A TORBEL
The basis for political rights differed from one village to another. Rights were variously based on cultivation rights in land, taxpaying obligations, or ownership rights in land.
Note:IL PARAMETRO PER DISTRIBUIRE I DIRITTI VARIA
In traditional Japanese villages, the household was the smallest unit of account, but the kumi, composed of several households, was frequently used as an accounting and distributional unit related to the commons….Consequently, households with many members had no advantage, and considerable disadvantages, in their access to the commons. Population growth was extremely low (0.025% for the period 1721–1846),…
Note:FAMIGLIA UNITÀ DI BASE. DISINCENTIVO DEMOGRAFICO
The rules used in these villages, like those in the Swiss villages, were tailored to the specific environment, to the particular economic roles that various forest products played in the local economy, and to the need to minimize the costs of monitoring labor inputs, resource-unit outputs, and compliance with the rules.
Note:CRITERI GUIDA DELLA REGOLAZIONE
A village headman usually was responsible for determining the date when the harvesting of a given product could begin.
Note:FISSARE LA DATA INIZIO LAVORI
... each kumi was assigned a zone according to an annual rotation scheme, and each household had to send one, but only one adult. On the appointed day, each representative reported to the appropriate kumi zone in the winter fodder commons and waited for the temple bell as the signal to begin cutting. However, this grass was cut with large sickles, and since it would be dangerous to have people distributed unevenly around their kumi zone swinging sickles in all directions, the individuals in each kumi lined up together at one end of their zone and advanced to the other end, whacking in step with each other like a great agricultural drill team. The grass was left to dry ... and then two representatives from each house-hold entered the fodder commons to tie the grass up into equal bundles. The haul for each kumi was grouped together and then divided evenly into one cluster per household. Each household was then assigned its cluster by lottery. (McKean 1986, pp. 556–7)
Note:ESEMPIO DI REGOLA PER RACCOGLIERE IL FIENO
There were written rules about the obligation of each household to contribute a share to the collective work to maintain the commons – to conduct the annual burning (which involved cutting nine-foot firebreaks ahead of time, carefully monitoring the blaze, and occasional fire-fighting when the flames jumped the firebreak), to report to harvest on mountain-opening days, or to do a specific cutting of timber or thatch. Accounts were kept about who contributed what to make sure that no household evaded its responsibilities unnoticed. Only illness, family tragedy, or the absence of able-bodied adults whose labor could be spared from routine chores were recognized as excuses for getting out of collective labor.... But, if there was no acceptable excuse, punishment was in order. (McKean 1986, p. 559)
Note:LAVORI COLLETTIVI
Most of the villages hired “detectives” who daily patrolled the commons on horseback in groups of two looking for unauthorized users. In some villages, this position was considered “one of the most prestigious and responsible available to a young man” (McKean 1986, p. 561).
Note:DETECTIVE
One village that did not use formal detectives relied on a form of “citizen’s arrest,” and anyone was authorized to report violations.
Note:CITTADINO PUBBLICO UFFICIALE
“It was considered perfectly appropriate for the detective to demand cash and saké from violators and to use that as their own entertainment cache” (McKean 1986, p. 561). In addition to the fines paid to the detectives, violators were deprived of their contraband harvest, their equipment, and their horses.
Note:SANZIONE
The most serious sanctions that could be and occasionally were imposed involved complete ostracism or ultimately banishment from the village.
Note:PENA DI MORTE... CIVILE
Impatience with waiting for mountain-opening day was one reason.
Note:CAUSA PIÙ COMUNE D'INFRAZIONE
A second reason for rule violation sometimes was genuine disagreement about the management decisions of a village headman.
Note:DISACCORDO SULLE REGOLE
One former detective in Hirano, now a respected village elder, described how he had been patrolling a closed commons one day and came upon not one or two intruders but thirty, including some of the heads of leading households. It was not yet mountain-opening day, but they had entered the commons en masse to cut a particular type of pole used to build trellises to support garden vegetables raised on private plots. If they could not cut the poles soon enough, their entire vegetable crop might be lost, and they believed that the village headman had erred in setting opening day later than these crops required. (McKean 1986, p. 565)
Note:UN ESEMPIO DI VIOLAZIONE MASSIVA
In that instance, fines were imposed, but they involved making a donation to the village school, rather than the usual payment of saké.
SANZIONE PARTICOLARE NEL CASO DI VIOLAZIONI MASSIVE

lunedì 12 giugno 2017

Una difesa dela militanza

The Moral Distinctiveness of ‘Party ID’ By Nancy Rosenblum
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The canonical history of political thought is a record of relentless opposition to parties as institutions and moral disdain for partisans. Parties do have one classic defender, Edmund Burke.
IL PARTITO: ISTITUZIONE ODIATA
On the Side of the Angels: An Appreciation of Parties and Partisanship
UN LIBRO A DIFESA
one is that parties are “unwholesome parts” that disfigure what should be a perfectly unified political community; another accepts political pluralism but sees parties as fatally divisive, magnifiers or creators of cleavage and conflict.
TASSONOMIA DEGLI ANTI PARTITO
Whether the aspirational perspective is subversive Socratic questioning, Humean impartiality, or a transcendent “view from nowhere,” it is the antithesis of a partisan perspective.
LA FILOSOFIA DA SEMPRE CONTO LA MILITANZA
Proponents of democratic deliberation, for example, favor specially created deliberative polls and citizens’ juries removed from conventional political arenas, with participants chosen to represent “lay citizens and nonpartisans.”
UN' ALTERNATIVA
that parties are convenient mechanisms for “reducing the transaction costs” of democracy while still insisting that voters should be nonpartisan.
QUEL CHE SI CONCEDE AL PARTITO
The Luster of Independence
A “no preference” response on a survey of political attitudes is widespread throughout advanced democracies, but the proud self-designation “independent” is unique to the United States. The positive moral resonance of independence here owes to a civic ideal of self-reliance as a virtue in economic and social life.
LA SUPERIORITÀ MORALE DELL' INDIPENDENZA
In Judith Shklar’s formulation: citizens [must] “be independent persons in both their political and civil roles, who give and withdraw their votes from their representatives and political parties as they see fit.”
JUDITH SHKLAR
To be clear: the core of independence as a political identity today is antipartisanship rather than antipartyism.
PARTITI E PARTIGIANI
“Escape from the Deadly Groove”
Progressives introduced the influential view that where the partisan is seduced or bought, the independent is a free agent. The supporters of party organizations were characterized as ignorant, inert, set in some “deadly groove”
L'ORIGINE PROGRESSISTA DEL VALORE DELL'INDIPENDENZA
“Far from being more attentive, interested, and informed, independents tend as a group to have somewhat poorer knowledge of the issues, their image of the candidates is fainter, their interest in the campaign is less, their concern over the outcome is relatively slight.”… “Pure independents” are the least interested in politics, the most politically ignorant, the lightest voters.
L'EVIDENZA: INDIPENDENZA=INDIFFERENZA
Partisans spend more not less time attending to politics and have more hooks for taking in new information. Unanchored, independents’ considerations are more likely to be chaotic and ad hoc than partisans’. They participate less.
UN CONFRONTO SPIETATO
For one, “escape from the deadly groove” does not make the independent bravely Thoreauian… There is no warrant for casting independents as Humean impartial observers, either…
There is no warrant for casting independents as Humean impartial observers, either
Nor is there warrant for viewing independents as peculiarly sensitive to Mill’s “half-truths” and to the dynamic by which every position derives its utility from the deficiencies of the other, so that truth is “a question of the reconciling and combining of opposites… and it has to be made by the rough process of a struggle between combatants fighting under hostile banners.”
LA FUGA DAI PARTITI NON È SUFFICIENTE
independents are cast as the beneficiaries and carriers of the corrections that emerge from the clash of objections by “persons who actually believe them, who defend them in earnest, and do their utmost for them.”
L' INDIPENDENTE COME PARASSITA DEL MILITANTE
Weightlessness
“We partisans” organize and vote with allies, not alone. If Ignazio Silone is right that the crucial political judgment is “the choice of comrades,” independents do not make it. Independents are as detached from one another as they are from parties. They are not sending a coordinated message… Independents do not assume responsibility for the institutions that organize public discussion… Atomism is an overworked metaphor, but it applies to independents:
GLI INDIPENDENTI NON SI COORDINANO E NON HANNO PESO
Teddy Roosevelt warned against “the deification of independence,” and what he called “mere windy anarchy” is the perennial anxiety of those who imagine independents as the hope for democratic reform.
TEDDY ROOSVELT CONTRO GLI INDIPENDENTI
I’ll give the last word on this point to Edmund Burke, who said it first: “In a connexion, the most inconsiderable man, by adding to the weight of the whole, has his value, and his use; out of it, the greatest talents are wholly unserviceable to the publick.”
BURKE SULL'ARGOMENTO
Inclusiveness
At its most basic, partisanship is identification with Democrats from Florida to California and with political competition at every level of government. No other political identity is shared by so many segments of the population as measured by socioeconomic status or religion, and partisans are not clumped tightly together on an ideological spectrum.
LA MILITANZA TI IDENTIFICA
Comprehensiveness
The second element of an ethic of partisanship and ground for appreciation is attachment to others in a group with responsibility for telling a comprehensive public story about the economic, social, and moral changes of the time, and about national security.
LA MILITANZA TI COORDINA DANDO RILEVANZA AL TUO SFORZO
Inclusiveness and a comprehensive account of what needs to be done are only possible if “we partisans” demonstrate the disposition to compromise. Compromise with fellow partisans acknowledges the larger “we.” We have only to think of political purists to underscore compromisingness as a moral disposition.
LA MILITANZA TI INSEGNA A RINUNCIARE ALLA TUA PUREZZA
The Achievement of Partisanship
drawing the lines of division and shaping the system of conflict that orders democratic deliberation and decision.
IL LAVORO DEL MILITANTE
Creating lines of division is the achievement of partisanship, the heart of introducing “power into the political world.” Politically salient positions are unlikely to be cast as Mill’s “serious conflict of opposing reasons” unless partisans do the work of articulating lines of division and advocating on the side of the angels.
GREAT DIVIDE
“the clash of political beliefs, and of the interests and attitudes that are likely to influence them,” which Rawls and other political philosophers concede is “a normal condition of human life,”
MOLTI TEORICI MINIMIZZANO LA COSTRUZIONE DEL GREAT DIVIDE
parties crystallize, coagulate, synthesize, smooth down, and mold. Creativity in politics is rarely a subject of political theory, and then it is identified with founding moments or constitutional design, higher law-making or transformative social movements, and not with “normal politics.”
MAURICE DUVERGER SU QUESTO PUNTO
The Moral Distinctiveness of ‘Party ID’
While thinking they should speak to everyone, partisans do not imagine they speak for the whole or that their victory is anything but partial and temporary.
IL MILITANTE HA COSCIENZA DI ESSERE PARTE
Skeptics of my appreciation of partisanship can be forgiven today. For several decades, party leaders often appear to want to destroy one another as an effective and legitimate opposition— even to the extent of trying to criminalize political differences.
LA CRIMINALIZZAZIONE DELL’AVVERSARIO POLITICO GIUSTIFICA IL DISPREZZO VERSO I PARTITI
What we need is not independence or bipartisanship or post-partisanship but better partisanship.
DI COSA ABBIAMO BISOGNO
Responses on Political Theory, Idealism, and Extremism - Partisanship and Political Theory
democratic politics cannot be carried on by men and women who take the independent or impartial standpoint democratic theorists typically invoke as most likely to produce good public reasoning and fair outcomes.
DIFENDERE I PARTITI È DIFENDERE LA DEMOCRAZIA. POCHE ALTERNATIVE
the dominant strands: deliberative theory, neo-republicanism, and “epistemic democracy.”… If they allow that parties are a practical necessity for organizing elections and legislatures, partisan citizens are not.
TRE CONCEZIONI CONTEMPORANEE. NESSUNA METTE AL CENTRO IL PARTITO
One of the main thrusts of Angels is the intersection between partisanship and deliberation— an absolutely crucial question in a “mixed regime.” I argue that parties themselves are arenas for deliberation; the internal workings of parties require it… Consider a moderate position that democratic theorists might take. If we understand the value of parties in the Millian sense of shaping lines of political division and staging “trial by discussion” (where does this fit in Fishkin’s typology?), we could assign partisans a modest role….
LA MILITANZA SI SPOSA BENE CON LA DEMOCRAZIA DELIBERATIVA
As Nadia Urbinati emphasizes in an earlier response to Angels, ideally parties are stable institutions that create ongoing connections between partisans and representatives.
I PARTITI FACILITANO LA COMUNICAZIONE
Leave aside my view that all politics is partisan whether or not there is a formal party system. Leave aside my view that wherever we have pluralism we will have partisanship, again, even if we do not have parties.
LA PARTIGIANERIA È INESTIGUIBILE
democratic theory today has little to do with political organization or action. It has little to do with the day-to-day business of building political associations, setting political agendas, choosing comrades, or influencing electoral and policy outcomes.
LE TEORIE CONTEMPORAMEE NON CRITICANO IL PARTITO. LO TRASCURANO
respondents have picked up on my juxtaposition of partisanship and independence. In addition, I create another division: between partisanship and other forms of political association— social movements, interest groups, “public-interest” advocacy groups, and voluntary associations in civil society that episodically enter politics.
A COSA CONTRAPPORRE IL PARTITO?
Partisans take sides on comprehensive matters of national interest. Many partisans are also advocates of particular issues, but as partisans they are more. So zealousness on behalf of a party is different from uncompromising zeal on behalf of guns or consumer protection.
MA IL PARTITO RESTA UNIVERSALISTA
One of the important aspects of parties in comparison with other forms of political association is that they are relatively open and changeable:
IL PARTITO È CONTENDIBILE
Lindsey believes that partisanship has evolved from concrete, personal political loyalty toward an affiliation based on ideology, and he judges this an improvement.
LA DEGENERAZIONE DEI PARTITI E’ INNEGABILE
After all, the origin of important European parties (socialists, Christian Democrats) was quite different; as a generalization, European parties began as ideological parties and are converging increasingly on American-style umbrella parties.
AMERICANIZZAZIONE O EUROPEIZZAZIONE? PARITO PRAGMATICO O IDEOLOGICO?
Good Enough vs. Ideal Citizens and Partisans
he echoes the disparagement of partisans on the basis of bias, ignorance, and inattention to the public interest. I’ll address the question of zeal or extremism in the next section. But how many responses from contributors address partisanship specifically, rather than citizens in general who have run amok and are selfish, inattentive to the public interest, lazy, ignorant, or biased?… It is not hard to build up a discouraging list of negatives, summed up by Larry Bartels as “unenlightened self-interest.”
L'OBIEZIONE DI LINDSAY
The comparative question is whether partisans are better or worse than others on the score of ignorance, bias, and falling off from virtue. Empirical studies suggest that on every dimension they are better than nonpartisans.
LA VERA QUESTIONE… E LA RISPOSTA EMPIRICA
The common thrust is that attitudes do shape party id, and that changing political attitudes alter political orientation. Partisanship is active, alive to the connection between preferences or attitudes and party positions. Revisionists have absolved partisans of the arbitrariness of the claim that “partisans are partisan because they think they are partisan.” Whatever deficiencies political scientists uncover, the appeal of revisionism is to tie party id to reflection on experience and responsiveness to events and therefore to undercut “blind partisanship.”
UNA VERSIONE RIVEDUTA E CORRETTA DEL PARTIGIANO: IL PARTIGIANO È SINCERO E INTERESSATO
Partisans do absorb information and revise opinions and don’t reflexively view party leaders or programs in a positive light. The “biased learning” hypothesis is rejected by Green, Palmquist, and Schickler.
IN FONDO ANCHE UN MILITANTE IMPARA. ANCHE IL MILITANTE, DENTRO DI SE’, SA QUALI SONO I SUOI PUNTI DEBOLI
“we can expect a disjuncture between what voters think of parties and the degree to which they identify with partisan groups.” As some readers will doubtless recognize from their own experience, partisan hearts and minds are not always in sync.
CUORE E TESTA DEL MILITANTE
“I believe there is an inverse relationship today between one’s commitment to both the truth and the public interest and one’s commitment to partisanship.”
OBIEZIONE: IL PARTIGIANO NON È MAI PARTIGIANO DELLA VERITÀ
Understanding Extremism
Lindsey also brings up zealousness— always a simmering element of anti-partisanship.
L'ACCUSA: PARTIGIANI=> ESTREMISTI
We should not allow this concern to trump our concern for the more widespread, enduring, and dangerous phenomenon of apathy and disengagement.
ATTENZIONE: TERZISTI=>APATICI
One example of this mindset is the faith often seen in the ability of random citizens in nonpolitical contexts to arrive at policy decisions in the public interest.
UNA FEDE INGENUA
Extremism, I argue, is a deviation from the three elements of my ethics of partisanship. Specifically, extremism refers to failure to take responsibility for mobilizing voters.
L'ESTREMISMO IN REALTA’ È UNA VIOLAZIONE DELL ETICA MILITANTE
the values or positions that partisan extremists advance are not necessarily outside the mainstream or off-center, as the spatial model would suggest. Extremism is a matter of modality. “Extremism” says that values and programs are advanced in a temper, at a register, and in a mode that is unyielding.
L’ESTREMISMO E’ SOLO UNA MODALITA’. ESISTE ANCHE L’ESTREMISMO QUALUNQUISTA
COMMENTO PERSONALE
Non so se accogliere la contrapposizione proposta “partigiano/indifferente”. Mi sembra più naturale il confronto tra modalità diverse di affrontare la politica, in questo senso chi non partecipa sta fuori. Inoltre, ci sono molti modi di impegnarsi nella vita civile, l’impegno politico è solo uno tra i tanti possibili. Per la gran parte di noi è auspicabile un impegno civile alternativo: per esempio arricchirsi facendo bene il proprio lavoro.  Detto questo, anche “creare un interesse” puo’ essere un valore. Io stesso, se mi guardo indietro, registro il fatto che la passione nasce spesso da una militanza, per quanti errori possa portarsi dietro un atteggiamento fazioso. Esempio: uno si avvicina al calcio grazie al tifo, e poi magari diventa un vero intenditore. Diciamo allora che occorre distinguere tre gradi di relazione con la politica: 1) indifferenza 2) militanza 3) indipendenza. Il terzo grado è il più nobile e – nel mondo ideale – il più diffuso. Ma per giungervi bisogna passare quasi sempre per il secondo.