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lunedì 18 gennaio 2016

http://www.uccronline.it/2016/01/18/leta-e-le-dimensioni-delluniverso-non-sono-unobiezione-a-dio-anzi/

mercoledì 9 aprile 2014

Il saltello arbitrario

All' inzio c' era il logos e il logos era presso Dio...

Una variazione possibile: all' inizio era il salto quantico.

Sì, alcuni fisici, per la gioia dei filosofi materialistici (che in genere sono loro stessi), spiegano l' inizio dell' universo con il fenomeno del salto quantico. Il più insigne tra questi personaggi è Stephen Hawkins.

La scienza ormai accetta che nel mondo minuscolo delle micro particelle esistano fenomeni fisici incausati (indeterminati).

Dapprima questa ammissione è stata problematica per i materialisti contrari ad inserire un "fantasma nel marchingegno della natura". Per loro tutto poteva e doveva essere spiegato ricorrendo a cause (materiali) ed effetti.

Ora però alcuni di loro ammettono. Ammettono perché in fondo possono riutilizzare il concetto altrove. In particolare per spiegarsi l' inizio dell' universo. Non avere una causa fisica, infatti, equivale pressapoco ad "essere causati dal nulla". Una creazione dal nulla senza ricorso ad enti metafisici.

Qui però c' è un problema: noi sappiamo che il salto quantico non è determinato fisicamente ma è comunque facilmente prevedibile poiché si realizza in modo strettamente correlato con altri fenomeni fisici.

Questa correlazione è del tutto casuale? Non è detto: in fondo l' assenza di cause fisiche non si traduce necessariamente nella creazione dal nulla ma anche nella possibile presenza di cause metafisiche.

Direi di più: se ci ripugna pensare ad una correlazione tanto stretta come a qualcosa di completamente casuale è molto più semplice assumere cause metafisiche!

Il primo salto quantico ipotizzato come "inizio del tutto" non sarebbe quindi uguale agli altri poiché non correlato ad altri fenomeni fisici; per soddisfare l' ateismo dei materialisti, dovrebbe, diversamente da quelli che osserviamo in natura, essere non correlato e quindi completamente arbitrario. Mi sembra che questa considerazione possa segnalare una difficoltà della teoria, almeno dal punto di vista filosofico.

stephen hawkins e il salto quantistico:  secondo i critici, Hawking non spiegherebbe come possa esistere una legge di gravità senza gravi, così come non spiega come sia concepibile una legge di meccanica quantistica che preceda l'universo dato che in realtà lo presuppone. Hawking risponde a queste obiezioni che non c'è bisogno di un Creatore per creare le leggi fisiche, in quanto semplicemente esistono intrinsecamente alla materia/energia (che altrimenti potrebbe non esistere), sempre esistente sotto qualche forma oppure apparsa dal nulla prima di tutto, ma non esistendo allora lo spaziotempo si può dire che essa deriva da un istante senza tempo, un eterno presente, come quello dell'orizzonte degli eventi. Inoltre afferma che probabilmente, seguendo la mentalità scientifica, non esiste l'aldilà, manifestando un'opinione razionalista.

Il modo migliore di uscire da queste obiezioni consiste nel postulare molti mondi, di cui il nostro sarebbe una costola. Non a caso H. simpatizza con l'ipotesi many worlds. Senonche si tratta di un'ipotesi speculativa oltreché più complicata (postula l'esistenza di più oggetti inosservabile) rispetto a quella teista. 

martedì 25 marzo 2014

L' inflazione cosmologica è una teoria scientifica?

Altro che inflazione! Le obiezioni di uno scettico - Le Scienze: "'inflazione è disponibile in così tante versioni diverse che può darti “tutto quello che vuoi”. In altre parole, non può essere falsificata, e quindi - come la psicoanalisi, il marxismo e altre ipotesi eccessivamente flessibili - non è una teoria realmente scientifica."



'via Blog this'

altro link

http://marginalrevolution.com/marginalrevolution/2014/03/the-multiverse-is-looking-more-likely.html

Matt Strassler has a good post on what this experiment means, assuming the data will be verified and is correctly interpreted: http://profmattstrassler.com/2014/03/18/if-its-holds-up-what-might-bicep2s-discovery-mean/
He also addresses Linde’s multiverse claims in the comments, concluding he may be stretching the evidence a bit further than experiment justifies:
“It is true that both Linde and Guth see it as difficult to have inflation without having a hugely complex universe with huge separated regions, which is what one may call a “multiverse” in this context. They are great scientists and one has to take them seriously. But this is something we only know about from theoretical considerations; there’s no experimental evidence for it as of now. My own understanding of the theoretical considerations involved is too weak for me to have a strong opinion, and at this point I’m inclined to take the view that the issue is not settled yet, though a “multiverse” of this type is a possibility. I plan to write about this soon.”
- See more at: http://marginalrevolution.com/marginalrevolution/2014/03/the-multiverse-is-looking-more-likely.html#sthash.Z3wY47Fd.dpuf

JN March 25, 2014 at 5:16 am
Good point. That post by Matt Strassler is very good at explaining the tremendous implications that the observations by the BICEP 2 experiment would have if confirmed to be correct.
That sentence of his about the multiverse is also very accurate. Linde is an immensely good scientist but he is know among the cosmology community for pushing his ideas very strongly; one should always take his bold statements with a grain of salt. Even if the results of this experiment are correct, the multiverse idea would still be considered speculative by most cosmologists
- See more at: http://marginalrevolution.com/marginalrevolution/2014/03/the-multiverse-is-looking-more-likely.html#sthash.Z3wY47Fd.dpuf

sabato 1 ottobre 2011

Un venditore onesto

William Lane Craig – On guard

Lo so, un cristiano con la spada sguainata e sempre in posizione di “guardia” non fa una bella impressione dalle nostre parti. Un evangelico tutto sillogismi, Bibbia e amido, non è certo fatto per accattivarsi le scettiche platee accademiche. Quando, invitato controvoglia, mette piede negli atenei europei, il suo sorriso smagliante da venditore d’ auto usate, non attira certo l’ approvazione dei grandi miopi nostrani.

Alla fin fine però bisogna ammetterlo, pochi filosofi combattono con il coltello tra i denti come William Lane Craig.

Povero cristo, gira le Università di mezzo mondo per difendere con verve nientemeno che la “causa di Dio”.

Sono dibattiti impegnativi quelli che vertono su fede e ragione, soprattutto perché non ho in mente uno spazio pieno di tonache come il Cortile dei Gentili del rassicurante ravasi, ho in mente Università secolarizzate con il ddt (praticamente il tempio del Demonio).

Soprattutto in questi tempi di new-atheism irridente, ci vuole un bel coraggio per non tirarsi indietro. Ma con il cow-boy William Lane Craig questo rischio non si corre: quando fiuta la presenza dell’ ateo-razionalista si illumina e comincia a zompettare tutto intorno come un’ unità cinofila in cerca del manicotto.

Si corre piuttosto il rischio contrario, ovvero che lo “smart” di turno declini e non si presenti.

Forte di un’ esperienza decennale, Craig, nella sua vecchiaia di quarantenne, ha ora scritto un’ apologetica per parare i colpi dell’ infedele. Ma perché farlo? perché impegnarsi così a fondo in una difesa razionale di Dio?

Innanzitutto, parole sue, è un impegno che rafforza la fede; poi, contribuisce a creare un ambiente culturale in cui il cristiano possa sentirsi a suo agio. Oggi i cristiani si aggirano per le università con la circospezione di chi ha appena strozzato il proprio gatto, e non hanno certo bisogno che il gallo canti per rinnegare solennemente la loro appartenenza; di sicuro è così in Europa, e nelle università è ancora più vero.

Da ultimo serve come opera di conversione. D’ istinto si dubita sul potere della ragione nelle scelte di fede, ma basta guardare alla storia per capire che la cosa puo’ succedere. C. S. Lewis era un ateo e si è convertito al cristianesimo “ragionando” su Dio. Considerata la potenza dei servigi successivamente resi alla causa, basterebbe anche solo quell’ unico caso. Basterebbe per beatificare chi ha “ragionato” nei modi opportuni con lui di Dio.

Insomma… dal cervello, grandi ali…

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Dopo i concisi preliminari, Craig attacca la solfa chiedendosi se un mondo senza Dio sarebbe differente.

Certo che lo sarebbe, si risponde. Sarebbe un mondo assurdo. Un mondo in cui siamo autorizzati a ogni misfatto.

Il matematico russo Andrei Grib disse che la passione religiosa post-muro dei suoi connazionali era dovuta al fatto che avevano vissuto sulla loro pelle una “dimostrazione per assurdo” dell’ esistenza di Dio.

Cerchiamo di non equivocare, nessuno vuole dire che l’ ateo sia un delinquente che vive “al di là del bene e del male”, si vuole solo dire che quando non lo fa è incoerente.

Molti, poi, non si sentono minimamente toccati da un simile rilievo, ma un ateo sedicente razionalista potrebbe anche esserlo.

Sartre e Camus erano dei buoni atei, infatti credevano che “vivere” fosse assurdo. Per loro il “suicidio” era la questione centrale della filosofia.

Anche Nietzsche, togliendo ogni valenza ai comandi morali, si dimostrò un fulgido esempio per l’ aspirante ateo.

Oggi molti atei ci appaiono come noiosi moralisti, l’ immoralità ostentata, a quanto pare, non giova alla causa, meglio allora sacrificarla sull’ altare della coerenza.

Meglio per il “mondo”, ma peggio per il loro pensiero (e per i dibattiti che dovranno affrontare con il dott. Craig che li aspetta al varco).

Fin qui solo preamboli, nei capitoli successivi si passa al piatto forte. Il dott. Craig, infatti, ha un debole per la prova cosmologica dell’ esistenza di Dio, specie nella versione Leibniziana. Ricordate? L’ esistenza di ogni cosa o è necessaria o si spiega con una causa; poiché l’ esistenza dell’ universo non è necessaria dobbiamo spiegarla con una causa necessaria (che ovviamente chiamiamo Dio).

Ottimo, senonché dopo qualche secolo qualcuno ha obiettato a sorpresa che l’ esistenza dell’ universo potesse essere necessaria. “Necessaria”, che linguaggio “antico” e incomprensibile. Per capirci meglio potremmo dire che l’ universo è lì da sempre, non ha una “causa”, non è mai stato creato.

Sono appena stato al bar e posso dire che proprio oggi esce il libro di Roger Penrose in cui l’ insigne matematico sostiene una teoria ciclica dell’ universo. Trattasi di teorie eterodosse, ma è solo un caso tra i tanti di universo pensato come “eterno”.

Ma contro l’ “universo eterno” Craig assesta la sua stoccata, ovvero l’ argomento di Kalam. E’ un prestito richiesto ai mussulmani dell’ antichità (in questo frangente vige una “Santa alleanza” contro l’ infedele).

In effetti “Dio”, come spiegazione, potrebbe essere accantonato e sostituito con una serie di cause che, “regredendo all’ infinito”, rendano eterno l’ universo (ciclico o non ciclico poco importa). Pensare il concetto di “infinito” non crea problemi, cosa c’ è di più semplice? Anche pensare una serie infinita di numeri è facile (ricordo che giocavamo con questi concetti a 10 anni). Invece, pensare una collezione infinita di oggetti materiali è un gran casino. Ma l’ universo infinito ed eterno è proprio quello: una collezione infinita di oggetti materiali.

A prima vista ci si chiede dove siano tutti questi problemi. Eppure ci sono, e possiamo dare loro il nome di paradossi.

Un modo per illustrarli velocemente è quello di pensare all’ Hotel di Hilbert: un Hotel con un numero infinito di camere (correte pure su wikipedia). Ammettiamo che sia “completo” e voi piombate alla reception chiedendo una camera. Vi verrà cortesemente risposto che l’ Hotel è pieno e che quindi verrà subito il ragazzo ad accompagnarvi nella stanza 1, che è libera. Non preoccupatevi, tutto è sotto controllo, nel mondo degli oggetti infiniti funziona così. Per liberare una camera basterà infatti spostare nella 2 l’ ospite della 1 e via così per tutti gli altri ospiti. Facile.

E’ paradossale che ci siano camere libere in un Hotel “completo”, invece ce n’ è a iosa, non solo per voi ma anche per i vostri amici. E non conta se ne avete un’ infinità!

Attenzione, cio’ che è paradossale non è impossibile. Queste storielle non “dimostrano” che immaginare un universo infinito sia impossibile o contraddittorio, dimostrano solo che è problematico poiché i paradossi spuntano da ogni parte: portando all’ attenzione il caso dell’ hotel di Hilbert abbiamo solo iniziato a enumerarli.

Quindi? quindi chiediamoci: a parità di contenuto veritativo, meglio una spiegazione piana (come quella offerta dal concetto di “Dio”) o una spiegazione che genera paradossi a go go (come quella offerta dal concetto di “universo infinito”)?

Craig consiglia caldamente di non fare i cretini e prendere esempio dagli scienziati i quali, in casi analoghi, optano per la soluzione più semplice.

Quel che segue non è farina del sacco/Craig, ma è sempre un buon ripasso.

Si passa infatti alla prova teleologica, il filosofo di riferimento è l’ ateo John Leslie. Come mai esiste questo universo e non un altro? Necessità, coincidenza o disegno?

Pensare di aver vinto la lotteria puo’ essere una spiegazione ma, ammettiamolo, ci lascia decisamente insoddisfatti. La “necessità”, d’ altro canto, richiede di ipotizzare che esistano infiniti i “many worlds”: se i mondi sono infiniti è necessario che esista anche il nostro. Il fatto è che l’ ipotesi “many worlds” puzza terribilmente di ipotesi fatta ad hoc. Non resta che il Disegno.

E’ qui che mette becco Dawkins chiedendo: chi ha disegnato il disegnatore (The God Delusion)?

Craig glielo chiude facendo notare che per individuare la spiegazione migliore non ha senso pretendere la spiegazione della spiegazione, in caso contrario non conosceremo mai niente.

[… se degli archeologi rinvengono dei manufatti ipotizzano una presenza umana piuttosto che una particolare sedimentazione… e questo a prescindere dall’ esistenza o meno di argomenti validi a giustificare quella presenza in quel posto…]

“Dio” oltretutto è un concetto semplice: essendo una mente senza corpo non consiste nemmeno in parti che si articolano tra loro. E quindi è anche una spiegazione semplice. E’ sempre un affare produttivo spiegare qualcosa di complesso con qualcosa di semplice. E pensare che Dawkins ritenva Dio qualcosa di “complicatissimo”. Evidentemente confondeva la mente con i suoi pensieri. In questo genere di considerazioni affidatevi al filosofo oxionense Richard Swinbourne.

Si passa all’ argomento morale: no-dio / no-morale / no-party.

Ma non è detto che i senza dio debbano rinunciare al party, delle alternative ci sono: il relativismo (la morale è una mera convenzione) e il naturalismo (i valori sono plasmati dall’ evoluzione).

Ma ci sono anche le confutazioni, e qui si sguinzagliano due rabbiosi cani da caccia.

Nel 1985 David Stove ha premiato l’ argomento alla base del relativismo come “Worst Argument in the World” (un po’ l’ IG Nobel della filosofia). In quell’ occasione si è esibito in… “satiriche confutazioni” poiché non riteneva molto professionale restare seri.

Della seconda alternativa si occupa invece il meticoloso Alvin Plantinga nel devastante Naturalism defeated. E noi non abbiamo niente da aggiungere.

A questo punto Craig comincia a parlare di Gesù, del perché e del percome sia lui il vero Dio, ma io scendo qui. Penso che la ragione ci ha portato già lontano, meglio non abusarne.

giovedì 2 giugno 2011

Kalam Cosmological Argument

E’ possibile che nel mondo reale esista una catena infinita di eventi?

La domanda non è peregrina perché il concetto di “catena infinita di eventi” è utilizzato per esempio come alternativa al concetto di Dio nell’ argomento cosmologico.

Dobbiamo a George Cantor quanto sappiamo sugli infiniti.

William Lane Craig ha notato che applicando alcuni teoremi cantoriani alla realtà naturale otteniamo risultati paradossali. Per esempio, procedendo all’ infinito indietro nel tempo costateremmo che gli anni sono più numerosi dei giorni:

  Suppose we imagine the column of past years stretching away from our left eye infinitely far into the distance, and parallel to it, stretching away from our right eye, the column of past days, also receding infinitely far. The two columns should be aligned at the near end, starting at the present, and the members of the two columns should be matched against each other one to one. I can now explain the sense in which the column of past days is not larger than the column of past years: it will not stick out beyond the far end of the other column, since neither column has a far end

Siamo nel cuore del Kalam Cosmological Argument

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mercoledì 9 febbraio 2011

Il pesce dello spirito

Se c' è un uomo che mette in imbarazzo i "New Atheist", questi è Francis Collins.

FC è un "leading scientist" del nostro tempo, uno che le scoperte le fa davvero (recentemente ha mappato il genoma umano). In più si occupa di DNA ed evoluzione umana - i devoti all' ateismo stravedono per questa disciplina.

Solo che FC è anche un fervente religioso sul confine del bigottismo. Non crede solo in Dio ma anche in un Dio buono che ama le sue creatura, crede nella Legge Morale, nei Miracoli e in tutto il resto.

FC non si limita a dominare la sua disciplina, non insegna l' evoluzionismo da una cattedra come Dawkins, lui l' evoluzionismo lo affronta in campo aperto, costruendo e scoprendo oggi cio' che verrà insegnato domani. Insomma, parliamo di uno scienziato, non di Dawkins o Odifreddi.

Con il suo libro: "The language of God" è sceso in campo per difendere le ragioni della sua fede.

E' un libro in cui FC vuole spiegare come uno studioso di genetica possa diventare credente.

Vuole soprattutto prevenire l' ipotesi che molti a questo punto fanno per spiegarsi dei casi simili: la fede ricevuta in ambiente familiare è una gabbia che non consente fughe neanche successivamente. FC, infatti, era ateo e la sua conversione è andata in parallelo con la pratica scientifica.

Forse anche per questo, secondo FC, Dio è complementare alla scienza, non solo compatibile.

FC ha rifiutato l' ateismo a causa dei dogmi stringenti insiti in questa posizione. Infatti, poichè Dio è un essere sopranaturale, la scienza non puo' provare o confutare la sua esistenza. Per questa semplice ragione FC considera l' ateismo, con tutto il contorno di pronunciamenti radicali intorno all' esistenza di Dio, una "fede cieca".

L' agnosticismo poi, almeno nella sua versione "forte", è una rinuncia alla ricerca, qualcosa di disumano e sterile. Chi cerca, infatti, deve in qualche modo "credere" nell' esistenza di cio' che cerca, altrimenti la sua ricerca sarebbe insensata.

Per FC l' evoluzione è semplicemente il modo che Dio ha scelto per creare il corpo dell' uomo e le altre creature. L' evoluzionismo non è altro che il linguaggio divino, Dio è all' origine della creazione e ad essa dà senso.

E il caso? Dio vede il mondo stando fuori dal tempo e dallo spazio, lui del mondo conosce ogni dettaglio, dal suo punto di vista non esiste il caso. La presenza del caso incita invece l' uomo alla ricerca e al miglioramento delle proprie conoscenze.

Con FC abbiamo l' occasione di farci una cavalcata dall' astronomia alle particelle fino alla biologia passando per il principio antropico. Per la parte teologica si ispira soprattutto ad un geniale divulgatore come C.S. Lewis, il che è una garanzia.

Mi è sembrata un' esposizione semplice e chiara su argomenti involuti e complessi. Direi che se uno volesse limitarsi ad acquistare il libro di un contemporaneo che lo introduca alle relazioni tra fede e scienza, io consiglierei questo.

Lo spirito che lo pervade è ben racchiuso in questa citazione dell' astronomo Arthur Eddington:

... uno scienziato si apprestò a studiare la vita negli abissi marini, lo fece approntando una gabbia lunga mezzo metro da calare a quelle remote profondità... con un complesso marchingegno potè attuare il suo progetto e fu in grado di recuperare strane e meravigliose creature che vivevano in un ambiente tanto ostile. Nel redigere il suo rapporto ebbe cura di precisare che negli abissi non nuotano pesci più lunghi di mezzo metro... ebbene, se indaghiamo la realtà avvalendoci della "gabbia scientifica" non facciamo poi passare come "conclusione razionale" il fatto che non abbiamo riscontrato l' esistenza del "pesce spirituale"...


giovedì 3 febbraio 2011

Io sono qua

Il principio antropico ci mette di fronte tre opzioni, scegli:

1. Esistono infiniti universi; noi siamo qui e ci siamo necessariamente visto che da qualche parte dobbiamo pur stare.

2. Siamo il frutto di una coincidenza sorprendente, una taratura delle costanti fisiche compatibile con la vita, infatti, è altamente improbabile.

3. All' inizio c' è lo zampino di un Dio.

Il contenuto veritativo delle tre speculazioni è paritetico e una scelta rigorosa è impossibile visto che incombe una logica circolare. Dobbiamo privilegiare quindi la spiegazione più semplice.

La prima opzione è davvero cervellotica: perchè inventarsi infiniti universi quando ne sperimentiamo solo uno?

La seconda spiegazione è insoddiscacente come tutte le spiegazioni imperniate su una "coincidenza sorprendente".*

la terza spiegazione risulta quindi la più ragionevole per la sua semplicità. In fondo Dio per l' uomo è una vecchia conoscenza - pensa solo alla Legge Morale - e trovarlo anche qui non ci sorprende, anzi, ci rassicura.

* ricordiamo che l' origine dell' universo è una "singolarità" e ad esso non si applica la logica dei grandi numeri tipica dell' evoluzione.

martedì 3 agosto 2010

La scelta

La mia fede è una decisione che prendo applicando certi criteri: guardacaso sono gli stessi criteri che adottiamo per eleggere la miglior teoria scientifica in campo. Tolomeo spiega esattamente cio' che spiega Copernico, ma noi consideriamo la teoria di Copernico vincente in quanto più semplice. La fede in Dio e il materialismo spiegano tutto, ma Dio offre spiegazioni più semplici.

Il materialista crede che la Scienza finirà, o che comunque potrebbe finire: esiste un algoritmo complessissimo ed ignoto che spiegherebbe tutto senza ricorrere ad entità sovraumane. Il credente pensa invece che la Scienza sia una ricerca continua: solo una mente dalle capacità infinite (ovvero sovraumane) conosce tutto e la esaurisce.

Per quanto ne sappiamo entrambi potrebbero avere ragione. E allora, chi privilegiamo?Poniamoci la domanda fatidica: quale tra queste due visioni è la più semplice?

Prendiamo a titolo d' esempio queste due affermazioni.

1) "Conosco (o potrei conoscere) X" (dove X è l' algoritmo complessissimo di cui sopra)

2) "Conosce tutto"

1 è affermazione più complessa di 2. X è già di per sè un concetto estremamente complesso. "Tutto" e "infinito", per contro, sono concetti molto semplici, comprensibili anche dai bambini.

Per le stesse ragioni per cui a Tolomeo preferisco Copernico, faccio prevalere la Fede sul Materialismo.


Richard Swineburne

A me il professore convince.

sabato 24 luglio 2010

Due buone ragioni

Il matematico Antonio Ambrosetti ci parla dei saggi antireligiosi che sono tornati di moda in questi ultimi anni, Odifreddi, Paulos...

Questi autori si definiscono spesso come "matematici", ma la cosa andrebbe controllata.

Prendiamo Paulos, pur insegnando matematica non lo si puo' certo definire un "matematico": ha pubblicato pochissimo (due lavori), con scarsi riscontri e in ambiti diversi da quello matematico.

La sua attività principale consiste nella cura di testi anti-religiosi e nella partecipazione a dibattiti televisivi.

Il caso di Odifreddi non si differenzia granchè.

Ambrosetti prosegue spiegando quando una persona puo' definirsi "matematico": un laureato che insegna al Liceo o all' Università è fuori dal consesso. almeno quanto un laureato in economia che lavora in banca non puo' essere considerato un "economista".

Bisogna invece partecipare attivamente e con risultati di sostanza alla ricerca matematica. Non basta qualche lavoro estemporaneo.

Infine Ambrosetti spiega perchè le dimostrazioni matematiche hanno poco a che vedere con l' esistenza o l' inesistenza di Dio: ogni dimostrazione implica assiomi indimostrati e dipende da quelli. ma ci sono anche ipotesi e definizioni a complicare la faccenda.

Se non siamo tutti atei o tutti credenti non è certo a causa dell' irrazionalità dilagante, manca un accordo unanime su assiomi, ipotesi e definizioni. Per evitare di essere stucchevoli, meglio lasciar perdere le "dimostrazioni".

Da ultimo Ambrosetti spiega perchè il suo lavoro di matematico (vero) lo ha avvicinato alla fede.

I motivi sono essenzialmente due.

1. la ricerca matematica ci fa toccare con mano la finitezza delle nostre conoscenze: solo la mente divina possiede la conoscenza infinita.

2. la ricerca matematica ci fa toccare con mano la non arbitrarietà della nostra conoscenza: solo un Dio puo' star dietro e condividere un significato tanto forte.

Non si tratta di dimostrazioni matematiche, è vero, ma sono comunque DUE BUONE RAGIONI per cui un matematico puo' sentirsi chiamato verso la fede.

Antonio Ambrosetti, Giovanni Prodi, Ennio De Giorgi - e mi fermo qui - sono forse le nostre menti matematiche più creative ed hanno seguito proprio quel richiamo.

Tutto cio' è rassicurante.

Antonio Ambrosetti - la matematica e l' esistenza di Dio - Lindau

giovedì 17 giugno 2010

L' argomento di Mr. Reid: il trionfo del buon senso

Poche rughe, nonostante i secoli. Senz' altro il più solido in circolazione per giustificare la base razionale della credenza religiosa.

Eccolo servito.

Credenziali: tappò la bocca ad Hume. Basta?

venerdì 7 maggio 2010

Quando anche le risate se ne vanno

Dopo le lodi di rito al "brillante divulgatore" de "Il gene egoista", Alister McGrath pesta duro contro il collega Dawkins che nelle vesti di dilettante si è cimentato con la questione religiosa.

Tanto per gradire un passaggio:

"... Mr Dawkins rivolge così la sua attenzione anche a teorie basate sulla filosofia della religione. Non sono certo che la sua sia una mossa saggia, egli chiaramente non è all' altezza della situazione e ottiene ben poco dal suo confronto breve e superficiale con queste dispute infinite... non sembra afferrare la difesa della fede così come la imposta Tommaso, confonde il concetto di "dimostrazione a posteriori" con quello di "prova a priori"... non coglie che dimostrare "giustificata" una credenza non equvale a dimostrarla "provata",... non prende neanche in considerazioni cio' che per la stragrande maggioranza di persone è molto plausibile, ovvero che "il problema di Dio" non si risolve empiricamente microscopio alla mano..."

Persino quando Dawkins coglie nel segno, finisce per farla fuori dal vaso imbrattando anche i muri del cesso. E' il caso di quando denuncia la credenza in un "Dio-tappabuchi":

"... si trattava [l' ipotesi del Dio Tappabuchi] di una mossa inconcludente lentamente abbandonata nel XX secolo... ma D anche qui trova il modo d' indebolire la sua giusta critica: per lui, a causa del "dio tappabuchi", la persona religiosa morde il freno quando si tratta di esplorare le lacune della conoscenza... Il filosofo di Oxford Richard Swinburne, al contrario, argomenta con lucidità come sia proprio la nostra capacità di "capire e spiegare" a richiedere una spiegazione e che il resoconto più economico ed affidabile di questa capacità esplicativa risieda nell' ipotesi di un Dio creatore... per Swinburne non sono le lacune della conoscenza a farci puntare su Dio, quanto piutosto la comprensione del Mondo... proprio tale comprensione viene dunque esaltata dalla fede..."

Un inevitabile terreno di scontro: la mente del cattolico:

"... ancora argomenti stantii... Dio sarebbe un' "invenzione consolatoria"... l' affermazione seduce solo chi non ha bisogno di essere sedotto... ma dov' è la "scienza" in tutto cio'?... se ho sete cio' non significa necessariamente che l' acqua non esiste... purtroppo per D i meccanismi psicologici che stanno alla base del sentimento religioso non sono riducibili ad un unico tratto caratteriale ma sono vari e complessi... d' altronde nelle scienze umane, si sa, le cause multiple sono la norma... la depressione è causata da fattori fisici o sociali? la risposta è "da entrambi"... l' amore romantico è causato da vari fattori tra cui c' è anche l' esistenza dell' amato... ma perchè D non si è confrontato con Freud?, ovvero con colui che tentò un resoconto psicologico del sentimento... lo psicologo belga Antoine Vergote ha messo bene in luce le incoerenze e il fallimento di quel tentativo concludendo come oggi concludono quasi tutti: "la validità della fede religiosa non puo' essere nè sostanziata nè confutata attraverso la psicologia..."

La religione è un male? Argomento scottante su cui D ha dato il meglio.

"... D dice di credere che non vi sia ateo al mondo desideroso di distruggere La Mecca o San Pietro. Purtroppo un' affermazione del genere è frutto della sua personale credulità, non della realtà delle cose... La storia dell' Unione Sovietica è piena di esempi di chiese bruciate o fatte saltare in aria. La sua pretesa che l' ateismo sia immune da ogni forma di violenza è insostenibile... Hitler, Stalin, Pol Pot... tutti sedicenti atei ma non esattamente dei pacifisti toleranti... quanto agli attentati suicidi mi sembra che Richard Pape abbia dimostrato con rigore nel suo volume come la gran parte di essi siano dettati da motivazioni in primo luogo politiche..."

Varie ed eventuali.

"... D nel suo libro sostiene come l' etica di Gesù fosse settaria e si associasse ad un' aperta ostilità verso lo straniero... trasecolo, ci sono punti nei quali l' ignoranza di D in materia di religione cessa di essere solo divertente per inscenare lo spettacolo del ridicolo silente poichè nessuna risata è più in grado di accompagnarlo..."

mercoledì 17 marzo 2010

Ipotesi "Babilonia"

La catena dei "perchè" ti ha portato quaggiù, ora che hai toccato il fondo devi scegliere l' ultimo pensiero da pensare, fai che sia quello vero.

Non lasciarti prendere dal panico e rifletti. La concorrenza tra "pensieri ultimi" in fondo puo' essere limitata a due: Teismo o Materialismo? Cosa buttare dalla torre?

Per scegliere in modo rigoroso e responsabile considera i criteri con cui la Scienza screma le sue teorie, mi sembra un buon benchmark:

1. Capacità predittiva.

2. Semplicità.

3. Coerenza con il resto.

4. Niente di meglio in giro.

Bene, scartiamo subito 3: dovendo selezionare una "teoria ultima e completa", non esiste un "resto" a cui porre attenzione.

Ora scartiamo 4: le due teorie in lizza sono complementari tra loro e "in giro" non resta granchè.

Spazziamo via subito anche 1: entrambe le teorie rivali sono compatibili con la Scienza, vero oracolo del nostro tempo.

Veniamo al sodo, veniamo a 2.

Rasoio di Occam? Ci dice di rinunciare agli enti di cui non abbiamo bisogno. Quindi non ci dice nulla, visto che tutto dipende dalla parolina "bisogno".

Cellule, atomi, protoni, quark, brodo primordiale, costanti cosmiche, coincidenze e chi ne ha più ne metta... più che il "caso" è il "casino", un Gran Casino, potremmo chiamarla l' ipotesi "Babilonia"!

Dio: la perfezione infinita... che semplicità!

L' ipotesi di qualcuno che fa tutto è molto più semplice dell' ipotesi di molte cose che fanno una moltitudine di cose molto strane.

Il limite è più articolato dell' illimitato: richiede di essere isolato tramite concettualizzazioni complesse. La velocità della luce newtoniana era supposta infinita finchè non fu necessario ridurla. Il motivo è chiaro: nella scienza come altrove a parità del resto si privilegia la semplicità.

Obiezione: chissà che cervellone incasinato che c' ha Dio!

Risposta: ma il teismo non considera Dio un cervello! Così come io non sono il mio cervello. Sciocchino!

Obiezione: ma chi ha soluzioni tanto semplici s' impigrisce, non si spreme le meningi per "cercare".

Risposta: chissà che tu abbia ragione, posso anche concedere l' "obiezione psicologica", salvo precisare che è estranea alla valutazione scientifica dei 4 Criteri.



E dire che quasi quasi mi vergognavo della vecchietta ignorante che va in Chiesa e sgrana rosari come pannocchie; ora, in quanto indizio della semplicità divina, la sua esistenza diventa un punto di forza. Perchè dobbiamo correre a psicanalizzarla? Forse, visto che la spiegazione di Tutto è tanto semplice, ha solo "capito". Poverina.

Bene, il setaccio della Scienza ha dunque parlato. Spero qualcuno abbia ascoltato.

Per ascoltarlo meglio consiglio comunque il libro che ho appena finito di leggere. Farsi raccontare quanto ho detto dai piani alti dell' Accademia puo' essere rassicurante di per se'.

mercoledì 3 febbraio 2010

Argumentum ad ignorantiam

Se supponi vera un' affermazione il cui contenuto di verità ti è ignoto, stai costruendo un "argumentum ad ignorantiam", sappilo. Anche perchè ti curo.

Ti curo con scarso costrutto: a meno che sotto non ci sia un vero bluff, si tratta di un caso estremamente raro. Peccato che un' accusa tanto dotta con cui avrei fatto colpo si riveli poi inservibile.

Prendi la scienza. La scienza è quasi sempre incerta, di conseguanza tutti i suoi argomenti fondati su precedenti conclusioni dovrebbero essere "ad ignorantiam". Un disastro.

Fortunatamente le cose stanno altrimenti. La scienza, poichè ragiona in termini probabilistici, ben raramente ci chiede l' astensione. Quandanche un' alternativa sopravanzasse microscopicamente le concorrenti, sarebbe pur sempre razionale preferirla.

E su quasi nulla siamo completamente ignoranti, nemmeno su come cadrà la monetina che lanciamo in aria.

Danno forse fastidio le conclusioni molto imprecise, per non dire sballate? Pazienza, la scienza molto spesso è così: imprecisa&sballata. Nondimeno è scienza.

Una conclusione imprecisa e sballata non testimonia il fatto di essere a-scientifica, testimonia solo il fatto che non ce ne faremo granchè. Serve solo per "conoscere", vuol dire che ci limiteremo a quello.

Ve lo vedete un filosofo tracciare una linea e dire: se l' errore supera questa soglia siamo fuori dal territorio della Scienza!

Sarebbe una macchietta! Perchè? Perchè Scienza & Precisione non sono affatto sorelle. Al limite Cugine.

Ammetto che la conclusione non è immediata. Sarà perchè chi lavora "nel campo" non è molto interessato a diffonderla. Sa bene che il suo status rispettabile dipende dal fatto "che c' azzecca" e non dal fatto che "è uno scienziato".

Confesso, ho scritto tutto avendo ancora in testa il principio antropico.

martedì 2 febbraio 2010

Tutto è fantastico, a posteriori.

Sul fronte più caldo, ancora un anglicano.

Polkinghorne, infatti, sembra oggi l' apologeta più attivo nella difesa della fede dall' attacco scientista. L' uomo è ferrato, non c' è che dire.

Punta molto sul "principio antropico", quello per cui il fatto che ora siamo qui è estremamente improbabile, quindi, se Dio gioca a dadi, gioca perlomeno con dadi truccati. L' universo, per essere cio' che è, richiede una "calibratura" di partenza mica da ridere.

La replica sembra semplice: getta mille volte una monetina, osserva bene la serie che esce. E' fantastico che sia uscita proprio quella! Tutto, a posteriori, è fantastico ed inspiegabile.

Sì, ma se la serie è fatta tutta di "sei" la cosa è fantastica sia a priori che a posteriori, che ne dici?

Forse la "serie" non è fatta solo di "sei", certo che è ben strana. Puoi appurarlo te stesso spendendo 55 euro.

L' universo come lo conosciamo "esce" dai valori di alcune costanti iniziali tra loro indipendenti (probabilmente). Solo una "sorprendente" coincidenza consentirebbe la vita come la conosciamo, ovvero basata sul carbonio.

C' è chi obietta e dice che la vita puo' emergere anche da altri elementi.

Altre forme di vita sono state considerate, eppoi, stando ai fatti, noi conosciamo solo la vita fondata sul carbonio.

John Leslie: il fine tuning è evidenza, evidenza genuina del seguente fatto: Dio è reale/ci sono molti universi differenti.

Polkinghorne dice che il credente puo' abbracciare entrambe le opzioni, anche se personalmente trova la cosa "priva di fascino". Io no.

Ancora... bello il modo con cui liquida i teo/zoo/biologi: non sembrano giudicare problematico da dove giungano i materiali disponibili per la "loro" evoluzione.

Ah, in matematica è un platonico. Bene!

Questo il suo libro che ho letto in treno.

venerdì 22 gennaio 2010

A che punto siamo con la questione di Dio?

Bè, non siamo messi poi neanche tanto male.

ARGOMENTO ONTOLOGICO. Una concezione matematica del multiverso (à la Tegmarks) è in grado di ridurre gli altri argomenti (cosmologico e teleologico) e superare la critica di Gaunilone e Kant.

ARGOMENTO COSMOLOGICO. Con il concetto di "semplicità" alla Swinburne si aggira il rasoio di Occam volgendolo a proprio vantaggio.

ARGOMENTO TELEOLOGICO. Idem come sopra.

EVIDENZA: l' epistemologia di Plantinga elabora la credenza di Dio come "basic belif" razionale.