mercoledì 26 settembre 2018

La scuola privata e il crimina

jason brennan

Reading papers today on impact of school choice on crime and risky behavior. Not a huge number of well-designed empirical papers. But the good ones--the ones that examine lottery-based systems (and thus have natural experiments)--find significant reductions in crime, risky behavior, and teen pregnancy. One paper finds that winning the lottery and being sent to the first or second choice school predicts cutting students' expected days incarcerated and the expected social costs of their crimes in half.


https://www.facebook.com/jasonfbrennan/posts/10205427476881999?__xts__[0]=68.ARDWfpAnWgubtveqAIVVhjEI_3lNiLwx9iMSD4pY5_KY0cctTdFwNHxR6X99BFRpbFL7m-eT63x3jTp2o0rHxBYeIeyBsQeC_W_qAYbbRSoucoGIN7Z0q7gac38WnZ_l1t8zPzb5jJ7i_ZHvEv442_mg84LtCh6mWDSQYOwezFSVbYGfbq-a4PI3X6mS-67MG_HzWEZllzeB3Ep84MUvn2eaVyzlUtWOIY0xQeOK&__tn__=-R


Dobbie, Will, and Roland G. Fryer Jr. "The medium-term impacts of high-achieving charter schools." Journal of Political Economy 123.5 (2015): 985-1037.



Deming, David J. "Better schools, less crime?." The Quarterly Journal of Economics 126.4 (2011): 2063-2115.

Gestire


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Jason Brennan Cullen, Julie Berry, Brian A. Jacob, and Steven Levitt. "The effect of school choice on participants: Evidence from randomized lotteries." Econometrica 74.5 (2006): 1191-1230.
APA

ESISTONO LE RAZZE?

ESISTONO LE RAZZE?

Un tempo si pensava di poter liquidare il concetto di “razza” come un costrutto sociale, oggi sappiamo invece che i popoli della terra possono essere distinti su base biologica. Tuttavia, poiché le genti del pianeta si sono mescolate tra loro, alcuni studiosi ritengono che una distinzione del genere abbia perso di “significato”. Ma cosa deve intendersi con questa affermazione?
Puo' essere utile sottoporsi ad un esperimento mentale, pensiamo ad una situazione di questo tipo: in un laboratorio si preleva il DNA a un africano e a un europeo scelti a caso, dopodiché il reperto viene consegnato a un soggetto in grado di mapparlo secondo le tecniche oggi disponibili. Riuscirà costui ad abbinare il DNA nelle sue mani all’individuo corretto? Riuscirà cioè a capire qual è il DNA “africano” e quello “europeo”? No, in assoluto no: cio’ che è tipico degli africani, infatti, puo’ riscontrarsi anche negli europei. Tuttavia, il soggetto di cui sopra, anche in assenza di certezze assolute, potrebbe fare una scommessa ragionevole, talmente ragionevole che scommettere diversamente sarebbe a dir poco... folle, irrazionale, anti-scientifico; una scommessa talmente ragionevole che, in caso di gioco ripetuto con poste adeguate, diventare miliardari sarebbe come rubare le caramelle ad un bambino. Lo stesso dicasi se, avendo a disposizione 100 DNA, fosse chiamato a ripartirli tra i 5 continenti del pianeta: basta organizzare il giochino in forma di scommessa e l’arricchimento del “giocatore” sarebbe garantito. Persino se chiamato a distinguere tra nord Europa e sud Europa la sorte del gioco sarebbe segnata. Magari ci vorrebbe un po’ di più, si registrerebbero più errori ma di certo il banco è destinato a saltare. Diciamo allora che per il giocatore di cui sopra parlare di “razze” potrebbe avere senso. Magari il concetto non è “ben definito” tuttavia alla distinzione su base biologica dei popoli terrestri deve la sua fortuna e il suo arricchimento. Un concetto sfumato, statistico ma tremendamente utile. Ecco, quello che per noi è un esperimento mentale si è realizzato concretamente, senza soldi e senza scommesse, solo con un elaboratore e i risultati sono stati conformi a quanto si diceva. Vi siete fatti un'idea allora di quel che si puo' fare con un DNA?
Ma il concetto di razza è già utile anche in ambiti più concreti che riguardano la vita reale, in medicina per esempio: quando si mette a punto una terapia genetica lo si fa già sapendo che una certa popolazione con certe origini potrà beneficiarne più di un' altra. Talune terapie, poi, sono mirate a priori su alcune “razze” (pardon, gruppi umani con determinate origini). Mi sembra inutile far presente che domani più di oggi le cose sono destinate ad andare in questa direzione man mano che il connubio medicina-genetica si rafforzerà.
Di fronte a questo stato di cose mi chiedo se sia lecito introdurre il concetto di “razze”? Lo chiedo per un semplice motivo: il concetto di “razza” non è chiaro, è qualcosa che spesso viene precisandosi nella discussione, è una scatola vuota che noi utilizziamo spesso senza nemmeno notare quanto sia vuota. Certo, se si riteneva di aver smascherato il concetto di razza come un costrutto sociale, possiamo ben dire che l’operazione sia fallita e che quindi, per dichiarare farlocco un concetto del genere occorre darne una definizione alternativa.

IL POTERE DEL PETTEGOLEZZO

IL POTERE DEL PETTEGOLEZZO
Robin Hanson si esercita sul caso Harvey Weinstein: qual era il reale potere di quest’uomo? Perché si permetteva di ricattare in modo così pesante le sue vittime? In fondo era solo un agente come ne esistono tanti, viene spontaneo pensare che se uno di loro ci fa “proposte indecenti” basta rivolgersi altrove.
A quanto pare questa semplice soluzione non tiene conto del “potere del pettegolezzo”.
OVERCOMINGBIAS.COM
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Io e il mio amico John Maynard Keynes SAGGIO

Io e il mio amico John Maynard Keynes

Siamo nel bel mezzo di una dolorosa crisi economica, è scoppiata una “bolla” da qualche parte – forse in America – e la gente sfiduciata non spende più. Il consiglio che senti in giro è sempre quello: “stai fermo”, “non muoverti”, “mantieni la posizione”, “a’ da passà la nottata…”, “aspetta che la buriana si calmi”. Sta di fatto che la gente mette i soldi nel materasso, la deflazione avanza, le insolvenze si accumulano, i fallimenti si moltiplicano e i disoccupati pullulano. I propagandisti parlano di “fallimento del neoliberismo”, i razzisti proclamano la “colpa dei negri” e anche gli anti-semiti vivono il loro momento d’oro.
L’unico a mantenere la calma è il mio amico Keynes, lui vede chiaro anche in questo nebbione e parla con sicumera di “trappola della liquidità”, cosa intenderà con questa espressione esoterica non lo so e non voglio saperlo. Sia come sia è un tipo simpatico, soprattutto sofisticato, ama le cose belle e come me non bada a spese, quando ha quattro soldi da parte subito passa all’azione. Come me odia il risparmio. Ci conosciamo da anni e lui conosce la mia prodigalità, non ho molti mezzi ma possiedo nientemeno che un castello, che posso farci, i castelli sono la mia passione. Nulla di che ma ho investito lì dentro tutti i miei risparmi. Più volte l’ho invitato a soggiornare da me offrendogli vitto, alloggio e non solo. Lui ha sempre bisogno di ambienti tranquilli per elaborare le sue teorie cervellotiche e ha sempre accettato stupendosi della mia generosità, mi ha anche confessato candidamente di considerarmi una cavia per i suoi studi di economia sperimentale. Il mio amico Keynes, infatti, non ha mai amato la teoria astratta e la coerenza fine a se stessa, adora invece l’esperimento in corpore vivi: il mondo è capriccioso e va fronteggiato con pragmatismo, il resto sono “castelli in aria”.
Anche di fronte alla malattia attuale che ha colpito il nostro sistema economico il dott. Keynes sembrerebbe aver distillato una sua medicina. L’ha potuto fare nel mio eremo proprio grazie alle osservazioni sperimentali in cui il sottoscritto svolgeva l’umile ruolo della cavia, tanto è vero che ha deciso di battezzare la formula al cuore della sua taumaturgica ricetta ric-M (che sta per “moltiplicatore riccardiano”, dove Riccardo – con due c – sono io, non il suo celebre predecessore).
Lui ha cercato di spiegarmi l’arcano per filo e per segno ma mi sono perso subito, probabilmente non sono all’altezza, mi viene sempre mal di testa quando i numeri entrano in scena, questo fin dai tempi della ragioneria. Ad ogni modo riporto qui sotto un foglio dei suoi appunti, uno dei tanti lasciati nella sua stanza, magari voi ci capirete qualcosa in più…
Partiamo da una semplice identità: Y = C+G+I. Ovvero: il reddito della nazione (Y) è pari ai consumi (C) più gli investimenti (I) più la spesa pubblica (G). Semplice, no?
Poi notiamo che C=0.8Y. In fondo noi non consumiamo tutto il nostro reddito. Plausibile, no?
Poi facciamo un po’ di aritmetica elementare e sostituiamo nell’identità originale: Y=0.5(G+I); dal che deriva che se aumentiamo G di uno, Y ci aumenta di cinque (sottolineato nell’originale). Grande! facciamolo subito e i disoccupati spariranno.
Ma calma, si puo’ fare di meglio! Posso anche dire che: Y=YR+YA. Ovvero: il reddito totale è pari al reddito di Riccardo (la cavia che sto studiando) più il reddito di tutti gli altri.
Possiamo ben dire che YA è circa il 99.999999% di Y. In formula YA=0.9999999Y; sostituendo nell’identità di partenza ottengo che Y=100000000YR. Ovvero, se consegno un euro a Riccardo il reddito nazionale mi aumenta di un fattore 1000000000. E’ un “moltiplicatore” pazzesco! Facciamolo subito e usciremo all’istante dalla crisi!!!
Sia come sia sembra proprio che il mio amico Keynes goda di molta stima negli ambienti ministeriali dove è stato ricevuto con tutti gli onori e dove si è deciso – in assenza di alternative credibili – di adottare la sua cura nella speranza di uscire da tunnel.
Una cosa è certa: l’implementazione della cura di John mi ha piacevolmente colpito, in buona sostanza consisteva nel consegnare A ME un numero indefinito di miliardi di euro affinché li spendessi. Non so bene dove se li fossero procurati – sembra siano stati fatti dei debiti – ma a me la cosa interessa molto relativamente (non sono affari miei), io devo solo pensare a spenderli in Italia, r-M, dicono loro, avrebbe pensato al resto.
E così ho potuto dar sfogo alla mia vena e coltivare la mia vera passione: i castelli. Ho cominciato a comprare castelli a destra e a manca ma soprattutto a costruirne di nuovi dando lavoro a migliaia di persone che prima incrociavano le braccia (o giravano i pollici) in attesa del sussidio di disoccupazione. Grazie ai miei castelli l’economia è “ripartita” (come dicono loro) e il paese ha tirato un sospiro di sollievo. I 3/4 del nostro sistema produttivo è al mio servizio specializzandosi nella costruzione di castelli medievali. Vista dall’estero la cosa appare strana ma l’importante era il PIL che finalmente galoppava a pieno regime grazie al buon lavoro di r-M. Inutile dire che John vinse il Nobel a mani basse e il nostro paese venisse portato ad esempio ovunque.
Un giorno il Ministro mi convocò nel suo ufficio per comunicarmi che finalmente il Paese poteva dirsi “ufficialmente uscito dalla crisi”, che loro avevano ripagato i debiti fatti e che quindi non aveva più senso trasferire nelle mie tasche tanta ricchezza, il rubinetto veniva chiuso poiché non serviva più azionare l’ r-M. Ci saremmo rivisti nel “momento del bisogno”, disse proprio così nil signor Ministro. Da un giorno all’altro la domanda di castelli si azzerò, la cosa non fu considerata un problema poiché ormai la fiducia aveva ricominciato a circolare e la gente spendeva, la “trappola della liquidità”, diceva John, era solo un ricordo lontano. Sarà stato anche vero che la gente aveva ricominciato a spendere ma poiché conosco bene i miei connazionali so anche che spendono praticamente tutto in gioco d’azzardo e prostituzione mentre la parte produttiva del paese fu presa alla sprovvista poiché si aspettava di dover costruire castelli medievali (quelli con i merletti); occorreva così riconvertire le imprese edili specializzate nella costruzione di castelli medievali in prostitute e biscazzieri, un’impresa non da poco (per usare un eufemismo). E’ così che precipitammo in una nuova recessione ben peggiore della prima. Non dico altro.
Come usciremo da questo nuovo guaio non lo so bene, so solo che quando io e il mio amico Keynes ci presentammo timidamente al Ministero ritenendo che “il momento del bisogno” fosse tornato e vantando le imprese passate dell’ r-M fummo scacciati in malo modo :-(.
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LA COSA PIU’ SORPRENDENTE DEL RISCALDAMENTO TERRESTRE…

LA COSA PIU’ SORPRENDENTE DEL RISCALDAMENTO TERRESTRE…
… è quanto poco ci costi.
L’ IPCC dell’ ONU – non certo una pericolosa associazione negazionista – stima il costo complessivo del riscaldamento globale tra l’ 1% e il 5% del PIL mondiale nel caso in cui la temperatura media si innalzi di 4 gradi centigradi....N.B parametri: i 4 gradi di aumento si misurano sulla media 1980-1999. Il costo si misura nel secolo 2000-2100.
Non sembra molto (rispetto al chiasso che si fa): poiché il PIL mondiale cresce mediamente del 4% all’anno basterebbe dedicare al problema la ricchezza prodotta in un anno qualsiasi. In altri termini: il mondo ritarderà di un anno il raggiungimento della soglia di ricchezza prevista qualora il riscaldamento globale non esistesse. Detto così non sembra un danno particolarmente preoccupante.
Dal che capiamo come il problema del riscaldamento globale riguardi più il coordinamento che la sostanza, ovvero il “chi paga a chi” più che il “quanto si paga”.

IPCC.CH
Impacts of climate change will vary regionally. Aggregated and discounted to the present, they are very likely to impose net annual costs, which…

L’EVOLUZIONISTA

L’EVOLUZIONISTA
Non è mai un tipo simpatico. Infatti, poiché vede ipocrisia ovunque, appare sempre come sprezzante. Per lui le motivazioni delle persone non sono mai trasparenti, gli obbiettivi reali degli altri sono sempre occultati (e soprattutto sono sempre gli stessi: potere, soldi, sesso, status…). L’idealista, al contrario, tende a credere in modo innocente a quanto afferma l’altro.
Qualche esempio. Se indosso un certo vestito il cinico penserà che l’ho fatto per farmi notare, l’idealista perché mi piace. Se vado in vacanza in un certo posto esotico l’idealista penserà che amo i climi caldi, il cinico che intendo ostentare le mie possibilità economiche.
Ma perché l’idealista è idealista? Spiegazione idealista: perché ci crede. Spiegazione cinica: perché intento a coltivare un’immagine che attiri l’ammirazione e la fiducia altrui.
Perché il cinico è cinico? Risposta idealista: poiché l’esperienza e le delusioni della vita lo hanno fatto diventare tale. Risposta cinica: perché è un perdente che per alleviare il suo disagio abbassa la condizione altrui.
Avete notato che il cinico è sempre cinico tranne quando deve spiegare perché è cinico?
MASON.GMU.EDU
Cynical beliefs are either that people have relatively "low" motives, or that people are hypocritical about their motives. (Even when "high" motives dominate conscious thoughts, the cynic can claim that low motives better explain overall behavior patterns.) Similarly a cynical belief about a social....
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martedì 25 settembre 2018

POST Caro Singer, il Terzo Mondo non è un bambino che annega


If we’re going to have an analogy, perhaps the following would be better: the world’s poor are not like children in a pond, and they do not need to be pulled out by nobly motivated Westerners.  They are people, perfectly capable of swimming and rescuing themselves, who are trapped in a pond surrounded by fences keeping them from escaping on their own initiative.  What they need, what they really need, is for those fences to be taken down.  They need the removal of the barriers that keep them in a position where they need help.  Such an analogy would recommend protecting people’s productive rights, improving their access to markets around the world, and freeing their ability to migrate...
What they need is not charity but opportunity...
Singer vs. Horatio Alger, by Bryan Caplan https://www.econlib.org/singer-vs-horatio-alger/

CARO SINGER, IL TERZO MONDO NON E’ UN BAMBINO CHE ANNEGA…
Di analogie ce ne sono di migliori. Il mondo povero non è come un bimbo che annega nello stagno, non è una persona che ha bisogno di protezione, non deve essere salvato da un occidente nobilmente motivato.
I poveri del mondo sono persone perfettamente in grado di nuotare e soccorrere se stessi, però sono come in trappola nelle loro case. Ciò di cui hanno bisogno, ciò di cui hanno veramente bisogno, è che queste barriere vengano abbattute. Hanno bisogno della rimozione delle barriere che li mantengono esclusi. L’analogia della trappola illumina meglio il loro reale bisogno: la possibilità di migrare laddove essere più produttivi. Non serve la carità, serve l’opportunità

HL DA FINIRE 7. THE TURNING POINT TROUBLE WITH STOCKINGS

7. THE TURNING POINT TROUBLE WITH STOCKINGS
Note:7@@@@@@@@@@@@@@@@@@

Yellow highlight | Page: 176
Lee became obsessed with making a machine that would free people from endless hand-knitting.
Note:WILLIAM LEE 1583…LE CUFFIE DI LANA IMPOSTE DALLA REGINA E LA NECESSITÀ DI PRODURNE MOLTE

Yellow highlight | Page: 176
Finally, in 1589, his “stocking frame” knitting machine was ready. He traveled to London with excitement
Note:1589

Yellow highlight | Page: 176
ask her for a patent that would stop other people from copying the design.
Note:LA RICHIESTA DI WILLIAM ALLA REGINA

Yellow highlight | Page: 176
Consider thou what the invention could do to my poor subjects. It would assuredly bring to them ruin by depriving them of employment, thus making them beggars.”
Note:REAZIONE DELLA REGINA....ZERO CONCESSIONI...

Yellow highlight | Page: 177
feared that the mechanization of stocking production would be politically destabilizing. It would throw people out of work,
Note:LA PAURA DEI SOVRANI

Yellow highlight | Page: 177
The fear of creative destruction is the main reason why there was no sustained increase in living standards between the Neolithic and Industrial revolutions.
Note:LA TESI DI QS LIBRO....BEN ILLUSTRATTA DA LEE

Yellow highlight | Page: 177
major innovations such as Lee’s stocking frame machine also threaten to reshape political power.
Note:IL RISCHIO...OLTRE A MINACCIARE I LAVORATORI

Yellow highlight | Page: 177
it is often possible to bypass the resistance of workers such as hand-knitters. But the elite, especially when their political power is threatened, form a more formidable barrier to innovation.
Note:LE DUE RESISTENZE

Yellow highlight | Page: 178
Prior to seventeenth-century England, extractive institutions were the norm throughout history.
Note:LA NORMA

Yellow highlight | Page: 178
The growth they generated was not sustained, and came to an end because of the absence of new innovations, because of political infighting generated by the desire to benefit from extraction,
Note:IL DIFETTO DELLE ISTITUZIONI ESTRATTIVE

Yellow highlight | Page: 178
The life expectancy of a resident of the Natufian village of Abu Hureyra was probably not that much different from that of a citizen of Ancient Rome.
Note:STASI

Yellow highlight | Page: 178
inhabitant
DA FINIRE