giovedì 13 dicembre 2012

L' aratro e la donna

Ideologia e tecnologia in conflitto continuo.

Facciamoci una domanda. Dove la donna partecipa più massicciamente al mondo del lavoro? Risposta: Burundi, non proprio un' isola scampata al patriarcato.

http://www.economics.harvard.edu/faculty/alesina/files/PLOUGH%2BNOV%2B2012%2Bversion.pdf

http://giulianoguzzo.wordpress.com/2012/12/12/uomo-e-donna-il-lavoro-li-creo/#more-1458

State Welfare Spending & Religiosity

Volete una società più religiosa? Allora meno welfare please!
What accounts for cross-national variation in religiosity as measured by church attendance and non-religious rates? Examining answers from both secularization theory and the religious economy perspective, we assert that cross-national variation in religious participation is a function of government welfare spending and provide a theory that links macro-sociological outcomes with individual rationality. Churches historically have provided social welfare. As governments gradually assume many of these welfare functions, individuals with elastic preferences for spiritual goods will reduce their level of participation since the desired welfare goods can be obtained from secular sources. Cross-national data on welfare spending and religious participation show a strong negative relationship between these two variables after controlling for other aspects of modernization
http://faculty.washington.edu/tgill/Gill%20Lundsgaarde%20Welfare%20Religion.pdf

Il "declino" dell' uomo preoccupa le donne

That’ s because of this simple formula: fewer competent and successful young men equals more single mothers. More single mothers? Well, that means more wage gap... Why do women work fewer hours than men? The answer is obvious: motherhood. Research consistently shows that women’s hours and earnings take a big hit once they have children... What can be done about this? The most obvious answer is that men take equal responsibility for the kids... That said, stably married mothers are in a much better position than their unmarried sisters to get support for longer work hours and more ambitious careers, if that is what they want.... Unless women marry less-educated men, a lot of those who want children will not be able to have them. Many others will become single mothers, who, if for no other reason than the laws of physics, won’t be able to compete on an equal footing with either men or their married peers.


Il gioco delle coppie

Nel gioco delle coppie l' amore conta ma contano anche altre cose:

1. bellezza
2. potenziale ricchezza
3. carattere
4. idee e valori sulla religione, sulla politica e sulla famiglia.

Il gioco delle coppie puo' essere visto come un baratto con tanto di domanda e offerta.

L' evidenza ci dice che tendiamo a scegliere persone con istruzione, religione e hobbies simili ai nostri. Lo stesso vale per le idee politiche, anche se un po' meno. Sui caratteri meglio non pronunciarsi.

L' uomo è poligamo, la donna ipergamica. Ovvero: l' uomo ne vuole tante, la donna lo vuole migliore.

Come suddividere i lavori di casa? E' razionale assegnarli tutti a chi li fa meglio. Oppure a chi guadagna meno sul lavoro.

Se uno non puo' permettersi la babysitter, allora è più efficiente stare in casa (tasse permettendo).

 bambini di solito riducono il valore della donna sul mercato, questo ha comportato minori investimenti in capitale umano.

Ma le cose oggi sono cambiate, e questo essenzialmente per due fattori: mano figli (pillola?) e tecnologia (lavatrice?).

Ora per la donna diventa conveniente entrare nel mercato del lavoro. Anche la natura del lavoro stesso è cambiata.

La storia come la raccontano gli studi di genere è falsa. Per loro il patriarcato degli uomini ha oppresso la donna.

Ma:

1. c' è sempre stata concorrenza, per gli uomini sarebbe stato difficile colludere,
2. i mutamenti tecnologici spiegano molto meglio di fantomatiche (prese di coscienza),
3. tra uomo e donna esistono pur sempre differenze profonde, non dimentichiamolo.

Due parole adesso sulla dimensione della famiglia.

Se i figli costano tanto se ne comprano pochi e i ricchi ne comprano di più. La massima è confermato: laddove la rinuncia al lavoro costa tanto si fanno meno figli (società ricche). Le famiglie molto ricche sono anche più numerose.

Il welfare distorce molti incentivi e spiega perché il tasso di figli illegittimi sia più alto presso le donne povere.

L' effetto reddito non pesa poi così tanto. Perché? Forse perché in tema di figli si enfatizza il trade off qualità/quantità: ne voglio pochi per investire di più su ciascuno di loro. Peccato che gli extra investimenti genitoriali abbiano un rendimento vicino allo zero, almeno se consideriamo una wish list di buon senso e di lungo termine (salute, successo, felicità, reddito, valori, stima). Il genitore influenza superficialmente i valori e puo' determinare i rapporti di riconoscenza del figlio verso di lui. Sul resto incide poco niente, almeno nel mondo ricco, quello in cui si sono studiati gemelli e adottati.

Il mondo è sottopopolato.

Guarda ai prezzi: tutto scende tranne il costo del lavoro. Evidentemente mancano lavoratori.

Hai paura per l' ambiente? Metti una carbon-tax anziché disincentivare la procreazione di bambini.

Il mondo si arricchisce grazie all' innovazione, ovvero alle idee. Ma le idee escono dalle teste: quante più teste, tante più idee. La storia conferma: le idee migliori sono sempre partite laddove le persone concentravano la loro presenza.

Tante teste, tanta varietà. Più varietà, più scelta. In tanti si sta meglio. Per questo le città sono sempre più ricche. Perché i profeti della sovrapopolazione vivono a New York e non nel deserto del Nevada?

http://econfaculty.gmu.edu/bcaplan/e321/lab8.htm

Film visto ieri: C’ è musica e musica – I puntata

Di Luciano Berio, regia Gianfranco Mingozzi, cura Vittoria Ottolenghi.
La Tv anni 70 al suo meglio.
musica
Nella prima puntata: perché la musica?
Una parata di stelle propone una parata di risposte.
Per far pensare il corpo e far sentire il cervello.
Per entrare in contatto con il mondo.
Per muovere i sentimenti.
E perché no?
Per viaggiare più rapidamente verso l’ eternità.
Per glorificare Iddio.
Per superare se stessi andando oltre.
Per divertimento.
Per trovare una collocazione sociale.
Per ascoltare dei suoni qualsiasi.
Per esorcizzare il male.
Perché ci sono germi preesistenti che determinano la vita umana in un certo modo.
Per anticipare la vittoria sulla morte.
Perché ne abbiamo bisogno.
Per far fruttare tristezza e sofferenza.
Per analizzare se stessi.
Per avvicinare le persone tra  loro.
Per lanciare messaggi.
Per cercare la bellezza.
Perché l’ amore?
Per scandagliare i propri sentimenti.
Per simulare l’ uomo e i suoi comportamenti.
Per rimodellare l’ uomo e i suoi comportamenti.
Perché c’ è sempre stata.
Per favorire l’ egemonia della classe operaia.
Per me stesso.
Per ricevere in noi lo spirito dei tempi.
Perché gli uccelli cantano?
Per ritrovare noi stessi e il nostro collegamento con il divino.
Per rispondere al mondo che ci provoca.


http://www.linkiesta.it/blogs/fanfara-frenetica/c-e-musica-e-musica-la-tv-rivoluzionaria-di-luciano-berio

mercoledì 12 dicembre 2012

Ancora sul Trolley

Anche David Friedman si concentra sulla differenza tra azione e inazione giustificandola in modo originale.

L' utilitarismo è impraticabile per i calcoli complessi che impone, così lo semplifichiamo limitandoci alle conseguenze immediate delle nostre azioni. L' inazione ha conseguenze incalcolabili e ripieghiamo sulla non-responsabilità.

In questo senso il problema del trolley inganna poiché postula conseguenze ben precise di una quasi-inazione.

http://daviddfriedman.blogspot.it/2012/12/thoughts-on-trolley-problem.html

martedì 11 dicembre 2012

Quanta confusione sulle esternalità

La dialettica Pigou/Coase ancora mal compresa:

http://www.thebigquestions.com/2012/12/10/a-little-knowledge-is-a-dangerous-thing/

Un po' come non aver capito che dopo Newton c' è stato Einstein e dopo Russell Godel.

I secondi non fanno ombra ai primi per quanto la loro analisi sia superiore.

C' è un modo per coniugare diseguaglianze e stagnazione produttiva?

Sì, basta passare attraverso l' offshoring, ovvero la globalizzazione.

Risparmio sui costi del lavoro e innovazione tecnologica sono concorrenti.

In questi anni la delocalizzazione ha spinto tutti a puntare sul primo elemento.

Questo fatto ha 1. compresso i salari nel primo mondo, 2. spinto i PIL del terzo mondo, 3. alzato i compensi dei managers e 4. fatto ristagnare l' innovazione.

La logica sottostante è abbastanza semplice: 1. globalizzando è possibile spostare quantitativi enormi di ricchezza realizzando grandi profitti. Da qui gli alti compensi dei managers. 2. la globalizzazione giova i paesi del terzo mondo, da qui l' innalzamento del pil 3. la globalizzazione richiede alle economie più avanzate di ricollocarsi, da qui le crisi industriali 4. puntare sull'' offshore consente di non puntare sull' innovazione.

Che facciamo, ci mettiamo le mani nei capelli? No, tutt' altro. Il secondo stadio dei processi di delocalizzazione prevede un riequilibrio. Gli investimenti in tecnologia diverranno presto ancora convenienti e cio' alzerà produttività e salari nel primo mondo.


Daron Acemoglu -  Gino Gancia -  Fabrizio Zilibotti

http://marginalrevolution.com/marginalrevolution/2012/12/offshoring-and-directed-technical-change.html?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+marginalrevolution%2Ffeed+%28Marginal+Revolution%29





Piccola difesa del dualismo

Swinburne è un dualista, trova che questa posizione sia il frutto di una esperienza.

Con questo non mancano gli argomenti per sostenerla, per esempio quello noto del cervello spezzato:


You take my brain out of my skull and you divide it into two, and you put one half
into one otherwise empty skull and the other half into another otherwise empty skull.
And if that’s not enough to produce two conscious persons, you add bits to each of
these brains from my identical clone and then you start these operating and you have
two living persons with conscious lives.  But you do not know which is me – it may
be that number 1 is me and it maybe that number 2 is me and it maybe that neither are
me. But one of these answers must be correct. And that again illustrates the point that
you could know everything that has happened to bodies (what has happened to every
atom of what was previously my brain) and yet no know what has happened to me.
Hence being me must involve something else as well as my body

E' davvero strano che il fisicalismo abbia preso piede in questo modo:


I just don’t think that physicalists have seriously faced
up to what are the data which need explaining. I suppose that they are thinking rather
loosely that since physical science has been very successful in explaining physical
events, all events must be physical events! But obviously that doesn’t follow

Sulla neuroscienza e sui correlati:


the discovery of innumerable causal correlations of this
kind is not the discovery of a scientific theory. For a scientific theory we need more
general laws indicating why certain sorts of brain event give rise to certain sorts of
mental event – why this brain event gives rise to that thought, and the other brain
event gives rise to the other thoughts. I don’t think there can be such a theory

L' internalismo uccide le pretese assurde di certi filosofi ispirati dalla neuroscienza:


There isn’t a quantifiable
difference between a red image and a blue image, although of course there is a
quantifiable difference between their causes. There isn’t a quantifiable difference
between the thought that ‘today is Friday’, and the thought that ‘Russia is a big
country’. Yet to have a scientific  theory you need general functional laws
determining how a certain sort of variation will give rise to another sort of variation

 http://users.ox.ac.uk/~orie0087/framesetpdfs.shtml







Contro Hume e Kant (dici poco?!)

Hume e Kant si opposero alla teologia naturale, la consideravano insensata. Swinburne si sente in dovere di rispondere loro.

Secondo Hume le idee del nostro intelletto sono un prolungamento dei sensi e quelle per cui il prolungamento non è chiaro sono idee sensate. Hume amava l' induttivismo.

M l' approccio di Hume presenta almeno un paio di problemi: 1. fino a che punto si puo' generalizzare l' induttivismo? 2. come è lecito combinare le sensazioni in modo da scartare le idee insensate?

Se l' induttivismo è sufficientemente generalizzabile allora anche l' idea di Dio (oggetto inosservabile) diventa lecita. In secondo luogo, sembra che l' unico modo lecito per combinare le idee sia quello d evitare incoerenze. Ma che idea è l' idea di incoerenza? Di sicuro anch' essa deve derivare da intuizioni sensibili generalizzabili a oltranza. Ma la generalizzazione a oltranza rende lecita l' idea di Dio.

Gli agomenti di Hume non sembrano dunque ostacolare il percorso della teologia naturale.

E nemmeno quelli di Kant, che sono per lo più derivati da Hume.

Kant si focalizzò per lo più nella negazione dell' argomento ontologico: sebbene stia in piedi, si sostenne, basta cambiare le premesse per poterlo rovesciare. Ma un argomento tanto facilmente rovesciabile non è valido. La premessa su cui si concentrò la furia analitica di Kant è noto: l' " esistenza" non è una proprietà dell' ente. Con una premessa del genere Anselmo salta in aria (e anche Godel).

Kant ragionava in termini di conoscenza (deduttiva) e non in termini probabilistici. Guardacaso la teologia naturale si concentra sulle probabilità. L' approccio kantiano è dunque fallato in partenza poichè presuppone che chi argomenta sostenendo l' esistenza divina lo fa sempre a partire dall' argomento ontologico. Un errore fatale per lui e per la schiera di filosofi suoi seguaci.

http://users.ox.ac.uk/~orie0087/pdf_files/General%20untechnical%20papers/Why%20Hume%20and%20Kant%20were%20mistaken%20in%20rejecting%20natural%20theology.rtf


La via più semplice

Esistono due tipi di spiegazione: 1. personale e 2. scientifica.

La prima implica intenzioni, scopi e potenzialità, la seconda proprietà, potenzialità e leggi.

Questa dicotomia è comunemente accettata da chiunque accetti una qualche forma pur debole d dualismo. Restano fuori giusto gli scientisti. Con loro si discuterà precalentemente d free will.

Criteri scientifici per privilegiare una spiegazione sull' altra: 1. fitting (probablismo) e 2. semplicità.

La spiegazione teistica, come teoria del tutto fitta i dati almeno quanto quella scientifica. Soprattutto considerata l' estrema improbabilità di quest' ultima.

Qual è la spiega più semplice?

Criteri per stabilire la semplicità: 1. numero di sostanze implicate 2. numero di proprietà implicate 3. numero di relazioni e leggi implicate. 4. l' incoerenza è la forma più grave di complicazione.

Sulle sostanze: 1. chi postula una legge di natura con certe caratteristiche moltiplica le sostanze. 2. chi accetta l' esistenza di leggi di natura accetta comunque una forme di dualismo 3 chi accetta una forma di dualismo (oggetto/soggetto) accetta almeno due sostanze 4. il monismo scientista è incoerente ovvero estremamente complicato dal punto di vista relazionale.

Detto questo si puo' concludere che il teismo postula come causa del tutto Dio ovvero la causa più semplice.

Dio è semplice perché i suoi attributi sono infiniti. Le alternative postulano come causa elementi finiti ovvero con limiti descrivibili solo tramite algoritmi più o meno complicati. La spiegazione teistica si fa dunque preferire.

Eresia di Swinburne: Dio non è fuori dal tempo ma eterno. La sua eternità implica un tempo infinito e non una atemporalità.




lunedì 10 dicembre 2012

Maledizione!

Il cristiano è noto per porgere l' altra guancia ma questa pratica pacifista non sembra avergli impedito di conquistare un solido potere temporale.

Pensiamo solo alla potenza dello stato Vaticano o al fenomeno del monachesimo nel medioevo. Sono casi e terre in cui la Croce sembra dettare legge senza spada.

L' ingenuo si affanna a sottolineare l' esclusiva della parola.

Lo scettico si affanna a sottolineare le guerre fatte combattere da terzi.

Hanno ragione entrambi: le guerre di cui sopra esistono ma sono poche.

Hanno torto entrambi: i monaci si presentano a noi pacifici ma se guardiamo meglio scorgiamo la loro violenza.

Pur non brandendo la spada non si lesinavano le scomuniche. Una specialità monacense era poi la fabbricazione di anatemi.

Ecco allora gli strumenti di governo della cristianità: né spada nè tantomeno altra guancia ma piuttosto l' uso sapiente delle maledizioni.

Bisogna ragionare tenendo conto che l' efficacia delle maledizioni era credenza diffusa e che il monopolio di questo strumento era riconosciuto agli uomini di Chiesa.

Certo che maledire dicendo "che possano le iene maculate divorarti domani a mezzanotte" è rischioso perché se poi domai a mezzanotte le iene maculate non si fanno vive i potenziali aggressori affileranno le spade.

Come rendere infalsificabile una maledizione?

1. Si puo' ricorrere a facili predizioni da pronunciare con la faccia inquietante di Carlo Lucarelli o coi toni allusivi di Report, in questo caso il classico "possa tu morire miseramente" è perfetto visto che tutti noi prima o poi moriamo e che la morte ha sempre un aspetto miserrimo.

2. Si puo' stare sul vago augurando sofferenza nel sonno e nella veglia; il dentista e/o qualche incubo prima o poi arriva per tutti.

3. Ma la cosa migliore è ricorrere a mondi ultraterreni: "possa tu precipitare agli inferi con tutti li mortacci tua al seguito". In questo caso la verifica è possibile ma solo a cura del monopolista maledicente.

La teoria puo' essere verificata, basta consultare le formule in dotazione a qualsiasi Ministero della Difesa di qualsiasi convento medievale, specie i ricchi e ben pasciuti.

Ecco un prototipo:


... chiunque intenda violare questi possedimenti sia scomunicato e maledetto nonché dannato per sempre in compagnia di Giuda il traditore e del diavolo...

Tono lugubre, vaghezza e mondi soprannaturali: 1, 2 e 3 ben combinati. Con Lucarelli, l' Infermo e i demoni si va sul sicuro.

Nel corso del tardo medioevo i diritti proprietari ecclesiastici trovarono protezione da parte delle neo monarchie e l' arma delle maledizioni fu dismessa. Successivamente lo scisma protestante ruppe il monopolio cosicché l' arma della maledizione risultò spuntata e fu abbandonata per sempre. D'altronde la Bibbia è piena sia di maledizioni che di divieti a maledire, per smettere fu sufficiente dare più peso ai secondi.

LETTURE:

http://www.peterleeson.com/God_Damn.pdf









Dio e la morale

L' esistenza di Dio non è una condizione necessaria affinché esista una morale oggettiva ma rende particolarmente efficiente la morale cosiddetta spererogatoria.

Morale supuerogatoria: non posso accusarti se non ti comporti in un certo modo ma se lo fai posso lodarti.

Per un credente la morale supererogatoria diventa impellente.

Per un credente come per un non credente compiacere il benefattore è obbligatorio ma solo il credente ha un benefattore che gli chiede anche comportamenti supererogatori.

Le finalità dei comportamenti superogatori sono tre:ù

1. elevano e realizzano il credente come uomo;

2. coordinano i credenti e non solo;

3. inculcano abitudini virtuose.

http://users.ox.ac.uk/~orie0087/framesetpdfs.shtml

Bambini e disciplina

Don't use discipline to turn your kid into a good person when he's an adult.  It won't work.  Use discipline to turn your kid into a good roommate when he's a kid.  It won't work miracles, but it's way better than nothing.

Mild discipline, mechanically enforced, deters bad behavior far more effectively than harsh discipline, arbitrarily enforced.  Idle threats, no matter how lurid, ("I'll sell you to the gypsies if you don't eat your dinner" "I'll turn this car to Disneyland right around") do not improve behavior at all.

Expressing anger at your children is counter-productive.  It undermines your authority and gives wayward children hope of besting you.

altri consigli su come crescere un bambino li trovi qui:

http://econlog.econlib.org/archives/2012/12/10_things_i_lea.html

http://econlog.econlib.org/archives/2012/12/10_more_things.html

Fede e probabilità

E' sensato parlare di Dio in termini probabilistici? Ovvero, ha senso impegnarsi nel metodo induttivo?

Seconodo Alvin Plantinga è pericoloso: quanto più la concatenazione degli argomenti è lunga, tanto più le probabilità della tesi si abbassano.

Richard Swinburne mette tre avvertenze:

1. per arrivare alla tesi la concatenazione degli argomenti si puo' combinare in modo diverso. Vanno sommate le probabilità delle varie combinazioni.

2. nulla d nuovo sotto il sole; un' avvertenza del genere vale per qualsiasi argomento scientifico.

3. Le probabilità a priori vanno via via integrate e innalzate sulla base delle conferme storiche, per cui la probabilità finale puo' essere anche più alta di quella iniziale.

http://users.ox.ac.uk/~orie0087/pdf_files/Responses%20to%20Controversies/Response%20to%20Dwindling%20Probabilities.pdf

E' sensato scegliere tra religioni?

Per Richard Swinburne sembrerebbe di sì. Qui sceglie tra Cristianesimo e Buddismo.

http://users.ox.ac.uk/~orie0087/pdf_files/General%20untechnical%20papers/Are%20all%20religions%20equally%20salvific.docx

venerdì 7 dicembre 2012

I vantaggi della scuola privata

si misurano soprattutto sul medio lungo periodo.

Il brevissimo periodo serve - e solo in alcuni casi - come trucchetto ai detrattori.

http://marginalrevolution.com/marginalrevolution/2012/12/how-much-do-charter-schools-really-matter.html?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+marginalrevolution%2Ffeed+%28Marginal+Revolution%29

Film visto ieri: Senza scrittori

Un documentario di Archibugi e Cortelessa sul mondo letterario ed editoriale italiano.
senza sc
PRIMA PARTE. Interviste alla kermesse mondana dello Strega.
In questi casi se la cava sempre meglio chi si rifugia nei pettegolezzi (i motivi triviali dell’ astio di Pasolini verso Fenoglio) o nei tecnicismi (chi raccomanda chi e il giochetto dei retroscena).
Il malcapitato che tenta per un attimo di stare all’ altezza del suo Pensiero intonando elucubrazioni apodittiche, stecca regolarmente.
Ma io sarei magnanimo: al cospetto dell’ Arte ci stai con nonchalance solo creandola o fruendola, due attività solipsistiche. E’ imbarazzante starci invece tutti ammassati, truccati, profumati, illuminati, con la flute in mano distribuendo buongiorno e buonasera a destra e a manca.
Almeno, non so voi, ma io già solo quando si accendono le luci alla fine di una proiezione o di un concerto mi sento come in mutande e con la voglia di parlare d’ altro.
senza scritt
SECONDA PARTE. La letteratura nell’ epoca della società commerciale.
Si sa, la società commerciale procede rapida per distruzioni creative e i “distrutti” la inseguono lamentandosi e invocando che “un altro mondo è possibile”.
Dato che domina meglio la lingua sembra quasi che il “libraio indipendente” abbia più ragioni del fruttivendolo (indipendente?) ma è solo un’ illusione ottica. Il secondo è messo peggio: neanche uno straccio di parlamentare che lotti contro il famigerato sconto sui peperoni dell’ Esselunga.
Il resto sono inconvenienti da crisi di abbondanza. Un genere di crisi che non impressiona moltissimo noi pendolari.
D’ altronde la società commerciale mette al centro il consumatore e l’ unica cosa sensata da chiedersi è se ci sia riuscita. Bè, vediamo, in fondo io sono un consumatore. Dunque, vent’ anni fa avevo una lista lunga da lì a lì di libri introvabili e sul comodino impolverato un libretto in seconda lettura pieno d’ orecchie. Oggi la lista è striminzita (giusto l’ Orcynus Orca di Stefano D’ Arrigo)e quelli che ieri sarebbero stati libri fantasma sono oggi libri in carta e ossa impilati sul comodino. Direi che la mia esperienza è positiva.
Con questo non voglio affermare di essere oggi un lettore più felice. Ma darei la colpa all’ età, non più incline all’ entusiasmo. Oppure all’ ingordigia. Oppure a filtri difettosi e da cambiare o manutenere. Insomma, dovrei lavorare meglio su di me e non tanto su quel sistema che ogni giorno stupisce per la prontezza con cui mi serve.
Penso che questa sia un esperienza comune in grado di condannare alla disoccupazione qualsiasi criticone sociale, almeno in questo campo. Ma è solo un attimo, poi si riprendono in mano i vecchi ferri del mestiere (concetti come “menti manipolabili”, “bisogni indotti”, “falsa coscienza”) e ci si accorge che il lavoro non mancherà mai.

Misteri: perché non si licenzia di più?

http://www.econlib.org/cgi-bin/searchblogs.pl?blog=5&query=%22firing%20aversion%22

Conseguenze dell' avversione: 1. si assume di meno 2. signalling titolo di studio (ci si sente giustificati a giudicare solo in base a quello per non incorrere nell' imbarazzo di dover licenziare) 3. outsourcing (meglio chiudere un contratto con aziende che un contratto di lavoro).

Cause dell' avversione: 1. stress nelle relazioni umane 2. difficoltà ad ammettere un proprio errore nell' assunzione 3. imbarazzo nel mettere in imbarazzo chi ha assunto 4. tribalismo.

Perché si accetta di vedere il contratto di lavoro come particolare?

1. perché c' è uno squilibrio contrattuale.

2. perché c' é asimmetria informativa.

Le ragioni non sono valide:

1. magari una parte ha più da offrire rispetto all' altra.

2. sarebbe vero se dopo la regolamentazione si chiudessero più contratti; in effetti se ne chiudono meno.


mercoledì 5 dicembre 2012

Sindacato e lavoro. la storia standard

Sul libero mercato la disoccupazione è volontaria. Essere senza lavoro è come essere senza fidanzata.

A volte però anche il libero mercato puo' produrre disoccupazione: il datore puo' trovare scorretto tagliare i salari e l' azione dei sindacati, per quanto liberi, produce politiche monopoliste.

Il governo, in questo caso, puo' riassorbire i disoccupati imponendo il taglio dei salari (magari con l' inflazione) e impedendo la formazione di cartelli ovvero di sindacati.

Il governo di solito agisce in senso opposto, per questo la disoccupazione è all' ordine del giorno.

Chi cerca evidenza empirica confronti USA e UE: nel lungo periodo il confronto è impietoso.

Tagliare i salari non deprime la domanda poiché non si tagliano risorse ma si trasferiscono al capitale.

Spesso il governo impone licenze per garntire qualità, peccato che la qualità non sembra alzarsi. Anzi, spesso si abbassa poiché le licenze impediscono l' innovazione. Quando si alza si alzano anche i prezzi e il gioco non vale la candela.

Il mercato garantisce qualità tramite reputazione, garanzie e processi per frode.

La storia standard è questa: prima si lavorava in condizioni pietose poi sono arrivati governo e sindacati risolvendo i problemi.

Nulla di più falso.

Le condizioni del lavoro sono sempre state legate alla produttività. Il miglioramento è dunque dovuto agli innovatori.