lunedì 11 aprile 2011

Non riesco davvero ad accettare le critiche ricevute:

@ Libberini: dicendo a chiare lettere che tendo prima facie a concedere fiducia all' altro, mi sa che sono tra i pochi a salvarsi dall' eventuale critica di "snobismo".

@ Don Cave: come deduci da quanto dico che l' umanità è stata sempre in errore? La perfezione non esiste, ma quando la possibilità di competere (concorrenza) e la libertà di scelta (autonomia contratuale) hanno trovato accoglienza, le cose sono andate abbastanza bene? Guarda caso sono strumenti che giovano anche alla battaglia femminile. Secondo me molto più che censure e proibizionismi vari (quote ecc).

@ Valeria: "... l’ epiteto ‘moralista’ lanciato contro qualcuno..."? Essendo cattolico mi guardo bene dal considerare offensivo un epiteto del genere. Forse sei stata ingannata dagli sforzi fatti per scansarlo. Quanto alla Ballestra, presentata così la sua critica non ha contenuto.

venerdì 8 aprile 2011

Come trattare i problemi insolubili

Sometimes we find it easy to identify a problem and impossible to think of a solution. Obesity is a good example.

    School posters, virally marketed videos, healthy-eating classes, mandatory swimming lessons, minimum school-recess times, celebrity chefs in charge of school-meal recipes, bicycle lanes, junk-food ad bans, calorie-content labels, hectoring physicians, birthday-cake bans, monetary rewards for weight loss—they've all been tried, and they've all largely failed.


Se il problema è troppo complesso non resta che mettere in campo una moltitudine di intelligenze. In altri termini: non resta che la libertà.

    Drawing a direct analogy with the effect of vouchers in the education system... Messrs. Seeman and Luciani suggest "healthy-living vouchers" that could be redeemed from different (certified) places—gyms, diet classes, vegetable sellers and more. Education vouchers, they point out, are generally disliked by rich whites as being bad for poor blacks—and generally liked by poor blacks. A bottom-up solution empowers people better than top-down government fiat...


Neil Seeman/Patrick Luciani - XXL: Obesity and the limits of Shame -

Voi siete qua





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giovedì 7 aprile 2011

Spazzatura

Avete presente quelle foto e quei filmini senza capo nè coda che restano per mesi nel cellulare e non sai più che fartene?

Se un comportamento non viola le regole di convivenza civile posso combatterlo perchè lo ritengo irrazionale, oppure per il fatto di reputarlo ingiusto (immorale). Nel primo caso sono un paternalista, nel secondo un moralista; e poco conta la morale che professo, poco conta, cioè, se la mia condanna si focalizza sui centimetri di pelle scoperta piuttosto che su un immaginario che mi ripugna.

Chiudo citando un terzo motivo per cercare di interferire nelle scelte altrui: l' interesse di bottega. Se un collega mi ruba il cliente, difficilmente sresterò passivo, e a muovermi non sarà nè il paternalismo, nè il senso morale.

Lo scacchista beota

... "Brain Age" della Nintendo è un software creato per migliorare le "prestazioni del vostro cervello" e preservarlo dall' inevitabile "indebolimento" dovuto all' età anagrafica... L' industria del "brain training" fiorisce anno dopo anno... forse perchè è credenza diffusa che le prestazioni del cervello umano possano essere migliorate in modo importante... e in effetti, dopo parecchie partite di Sudoku, faccio un esempio, constaterete che la vostra capacità di risolvere l' ennesimo Sudoku che vi sarà sottoposto, risulterà drammaticamente innalzata... ma la meta del "brain training" è molto più ambiziosa: così come non vi esercitate con i pesi della palestra solo per alzare pesi sempre maggiori, non vi dedicherete ai rompicapo solo per saper risolvere rompicapo sempre più difficili... vorrete piuttosto migliorare la vostra capacità di "pensare" e di "ricordare" in generale... due facoltà che trovano poi largo impiego nella vita di tutti i giorni... purtroppo la sperimentazione scientifica non è in grado di confortare ambizioni del genere: i miglioramenti riscontrati dopo un duro allenamento condotto su taluni rompicapo sono limitati alla risoluzione di quel compito specifico o di altri poco dissimili (narrow transfer)... è quasi impossibile trasferire queste abilità altrove... la facoltà di "pensare" e "memorizzare" non ne esce affatto "migliorata in generale"... Sudoku, video games, scacchi, musica, latino, cruciverba, matematica... sono attività che richiedono un grande impegno cognitivo e mnemonico, sono attività in cui con l' esercizio costante è possibile migliorare molto... fino a perseguire... risultati talvolta sorprendenti in termini di padronanza della materia... tuttavia, qualora il soggetto divenuto "maestro" nel suo campo si ritrovi ad operare in un dominio diverso, sarà nelle condizioni di dover cominciare praticamente tutto daccapo senza particolari vantaggi rispetto al neofita... essere un esperto scacchista non fa di te un ragionatore particolarmente abile in altri campi... cio' non toglie che agli scacchi, probabilmente, si dedicheranno persone con abilità cognitive superiori alla media... ma questo è un altro discorso: sfatata l' "illusione della potenza" cognitiva e del "transfer learning", vediamo di non ricadere nella più comune "illusione della causa" che confonde queste ultime con le semplici correlazioni... eppure, qualche suggerimento a chi vuole migliorare le prestazioni si puo' sempre dare... Se oggi so che domani sarà una giornata impegnativa in cui dovrò affrontare problemi che metteranno alla prova le mie facoltà cognitive, come posso prepararmi al meglio?... qualora non sappia a priori il tipo di sforzo specifico che mi verrà richiesto, il miglior modo per "allenare" il cervello consiste nell' allenarlo fisicamente (corsa, nuoto, marcia...)... mens sana in corpore sano... in fondo lo slogan della Nintento, "Il vostro cervello è un muscolo e va tenuto in allenamento", non è poi così fuorviante, ma, se si vuole perseguire la meta più ambiziosa, va preso alla lettera, essendo un muscolo va allenato come gli altri muscoli: in palestra!...

Chabris/Simons - The Invisible Gorilla - Crown

Il libro dei due psicologi è carino e accessibile a chiunque. Ogni capitolo si concentra su un gruppo di "illusioni" riguardanti l' attenzione, la memoria, la fiducia, la conoscenza, la causa e le potenzialità del cervello. Poca teoria e tanti esempi, la bibliografia scientifica è poi disponibile per chi volesse approfondire. In rete ci sono dei video che introducono al primo capitolo.

L' avvertenza di Chabris e Simons è importante: attenzione alle intuizioni. Ma quella di Caplan è decisiva: attenzione a dimenticare che a nostra disposizione abbiamo solo intuizioni.

Illusione di potenza

... la falsa credenza più diffusa che passiamo in rassegna è quella per cui la presenza di messaggi nascosti nella pubblicità possa indurre all' acquisto di prodotti o comunque a comportamenti non altrimenti voluti... ben il 76% del nostro campione di adulti crede in questo misterioso potere di influenzare le coscienze... i pregiudizi legati al concetto di "persuasione occulta" si basano sulla credenza per cui la gente sia straordinariamente sensibile a segnali anche deboli... e quindi manipolabile attraverso il sapiente uso di quei segnali... c' è chi crede per esempio che incorporare nel commercial un nudo femminile accresca il desiderio per il prodotto reclamizzato... gli scienziati hanno dibattuto a lungo sulla capacità del cervello di processare messaggi verbali o iconici non acquisiti consciamente... arrivando alla conclusione che se anche potessimo in parte farlo, l' interferenza non arriverebbe mai al punto da spingerci a comportamenti altrimenti non desiderati... tuttavia, nonostante la sperimentazione sul campo e l' evidenza scientifica neghi validità al concetto di "persuasione occulta", la gente continua a professare in merito un robusto pregiudizio... il fatto di credere nell' esistenza di segnali recepiti inconsciamente da cui sarebbe difficile difendersi, è un effetto collaterale della "illusione di potenza": noi tendiamo ad attribuire ai nostri cervelli una potenzialità (e quindi anche una sensibilità) ben superiore a quella effettiva... un' illusione che talora genera speranze, talora genera paure... comunque, sempre ingiustificate...

Chabris/Simons - The Invisible Gorilla - Crown

Quando leggo certe analisi semiotiche che scorgono in tutte le pubblicità il contrassegno della pedofilia, mi viene in mente il capitoletto di Chabris/Simons. Chissà se il mio è solo un collegamento gratuito.

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martedì 5 aprile 2011

Lo spirito che aleggia sulle università

Un approccio spirituale agli studi favorisce il rendimento:

Growth in Equanimity enhances students’ grade point average, Leadership skills, Psychological Well-being, self-rated ability to get along with other races and cultures, and Satisfaction with college.

Growth in Ethic of Caring and Ecumenical Worldview enhances students’ interest in postgraduate study, self-rated ability to get along with other races and cultures, and commitment to promoting racial understanding.

Educational experiences and practices that promote spiritual development – especially service learning, interdisciplinary courses, study abroad, self-reflection, and meditation – have uniformly positive effects on traditional college outcomes.


http://www.spirituality.ucla.edu/findings/
ciao bello

Seinfield: la morte come problema secondario

... a quanto pare le distorsioni della memoria non sono confinabili a problemi secondari... lo psicologo australiano Stefanie Sharman condusse un esperimento ispirato all' episodio di Seinfield (*) in cui Kramer deve stilare il suo testamento biologico... venne chiesto ad un campione di popolazione adulta di decidere quale trattamento fine vita ricevere in caso di gravi malattie... per esempio, volevano sottoporsi CPR' Oppure anche ad alimentazione artificiale pluriannuale? e via con domande di questo tenore... l' intervista si ripetè 12 mesi dopo... il 23% degli intervistati mutò opinione riguardo alle procedure a cui sottoporsi e ai limiti da osservare... fin qui nulla di eclatante, cambiare opinione è lecito e spiegabile... sorprende però che il 75% di coloro che mutarono la propria scelta non fosse affatto consapevole di averlo fatto...

Chabris/Simons - The invisible gorilla - Crown

Non fatico a crederci, cio' a cui invece non credo molto è la premessa. Ho come l' impressione che la nostra futura morte (magari tra mezzo secolo) sia un prblema secondario.

(*)

Elaine: ok, va bene se interrompiamo quando si rende necessario l' inserimento del catetere nell' uretra in condizioni di cecità semi-totale?

Kramer: Naaaa... non è nel mio stile...

Elaine: ... che palle...

Hanson a caccia di ipocrisie

E' sempre uno spettacolo. Qui su bambini, lavoro e sindacati:


... Kids work hard at school, housework, sports, practicing music, supporting clubs, etc. and none of this cruelty is prevented by "child labor" laws. Such laws only prevent getting paid to work; they don't even stop kids interning for free. If child labor laws come from our revulsion at miserable kids, why are there no laws preventing tiger moms from making their kids practice music for hours straight without a bathroom break, or against parents who make their older kids work full time taking care of younger kids?... The history of child labor law is closely associated with unions seeking less competition for adult labor... And today self-righteous indication about foreign child labor supports protectionism, to keep out foreign products that compete with local firms... keeping poor kids from working for money not only unfairly biases the work vs. school competition, it needlessly impoverishes poor kids and their families... While we claim to care so so much about kids forced to do hard and tedious tasks, we only actually prevent doing such tasks for money


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Empirical evidence on the weak effect of medicine on health

http://www.cato-unbound.org/2007/09/10/robin-hanson/cut-medicine-in-half/

lunedì 4 aprile 2011

Gli amari frutti del mito Deweyano

... nell' affrontare il mondo contemporaneo la scuola si dimostra disorientata e inadeguata: sta fallendo in molti paesi europei sul piano didattico, sul piano della mobilità sociale, sul piano della crescita produttiva... la modestia dei risultati a fronte delle cospicue risorse investite salta agli occhi... così pure le carenze nella formazione di atteggiamenti socialmente utili e criticamente etici... il rischio è quello di porre la scuola al centro di tutto quando da sola non puo' molto... un rischio a cui è particolarmente esposto chi, dopo il crollo delle ideologie e la scarsa tenuta della famiglia, guarda alla scuola come ultimo presidio capace di promuovere valori comuni... Lo stesso concetto di valore ha per le nuove generazioni, cresciute nella prospettiva di un "pensiero debole", un sapore formale, retorico ed è percepito come privo di fondamenta... è difficile per un ragazzo ricondurre a senso unitario un sapere sempre più frammentato, tanto più quando questo sapere è inservibile professionalmente... un malinteso senso di tolleranza, un limitato concetto di laicità, conducono inevitabilmente ad una "società senza", senza quei fondamenti ideali, culturali, religiosi e pedagogici sui quali i valori della convivenza possono poggiare... questo sterile sbocco lo si deve innanzitutto alla diffusione del mito deweyano della neutralità educativa... che corrisponde ad una visione indiscriminatamente negativa verso cio' che è esterno ... una "scuola contro" il mondo e "contro" la persona intesa come individuo destinato ad entrare nel mondo...

Giacomo Zagardo - La punta di diamante - ISFOL

Illuminante e dettagliata analisi della scuola europea da parte di uno studioso che mette al centro il ruolo chiave delle "motivazioni".

Per "motivare" è necessario affiancare l' "educazione" all' "istruzione". L' educazione rende meno arido l' insegnamento e gli conferisce un senso unitario (Big Ideas).

Ma la scuola di Stato non puo' divenire realmente "educatrice" senza farsi sempre più dottrinaria. Ecco allora la necessità di rompere il pernicioso monopolio.

A "motivare", è facile capirlo, sono innanzitutto "libertà" e "responsabilità"; chiunque constata che se scelgo la mia via sono motivato a percorrerla in modo onesto e senza sotterfugi, il mio fallimento non avrebbe scusanti.

Morale: favoriamo un sistema in cui i genitori possano scegliere la scuola per i figli, un sistema in cui il ventaglio dell' offerta sia variegato, un sistema in cui l' insegnante possa scegliere il piano educativo da privilegiare lavorando a fianco e con coloro che lo condividono.

I migliori hanno già iniziato a muoversi in questo senso, non perdiamo altro tempo.

***

Don Giussani parla spesso di "rischio educativo" riferendosi alla necessità che l' insegnante metta tutto se stesso nello sforzo di trasmissione del sapere. Ma questa esigenza è frustrata da John Dewey che richiama di continuo ad unsegnamento asettico e imparziale.

Sebbene la moderna scienza dell' apprendimento sia più vicina all' impostazione di Giussani, in molti difendono ancora Dewey, non tanto perchè credano nella sua visione, quanto perchè le vedono, e a ragione, come l' unica compatibile con la scuola di stato, come l' unica in gradi di evitare processi di de-scolarizzazione.

Meditazione libertaria su "L' Amaca" del 3.4.2011

Elogio di un truffato. Il truffato è il mio vecchio, caro amico David Riondino, ottimo poeta satirico (suggerisco “Rombi e milonghe”, Feltrinelli), attore, conduttore radiofonico, dicitore di vaglia come i fiorentini migliori. È di quelli che hanno perso il loro gruzzolo affidandolo al Gatto e alla Volpe dei Parioli. Ha rilasciato un´intervista (a Capponi del Corriere) che mi ha fatto inumidire gli occhi per quanto era serena, intelligente e pulita. Dice, in sostanza: sì, mi hanno turlupinato. Sono stato grullo. Ma siccome non ho mai creduto di valere per quello che ho, me ne sono fatto una ragione. Rido di me stesso e guardo avanti. Ho denunciato i miei truffatori, ma li ringrazio perché per una decina d´anni mi hanno fatto credere di essere un benestante. In un Paese che invidia i furbi, e deride gli ingenui, faccio un applauso solitario a David. No, non è un merito perdere quattrini, specie se se ne hanno pochi. Ma è un merito inestimabile sorridere alla sfortuna, allargare le braccia e dire: scusate tanto, ma tra le mie poche virtù la furbizia manca. Poi mi ricordo mio padre: «Guarda che gli onesti, alla lunga, vincono sempre». Purtroppo non è vero. Ma è vero che, anche quando perdono, perdono meglio.

Anch' io, leggendola al bar, mi ero compiaciuto della bella intervista, specie se raffrontata con quella della moglie.

Ma la cosa meraviglia fino ad un certo punto, riesco ancora a distinguere tra una Guzzanti e un Riondino.

Non sorprende neanche il buon Serra che di riffa o di raffa riesce sempre a tirar dentro un vieto stereotipo assunto per lui a categoria ontologica di riferimento: l' "Italia dei furbi". Un concetto sviante almeno quanto il tristemente noto familismo amorale.

Chissà con che piacere il Savonarola di Repubblica avrà letto la prima del Corriere di domenica. Peccato che la versione on line non renda lo spettacolo dell' impaginazione originale: "Fisco: evasione al 38%!... il contribuente italiano, in media, evade 17 euro e 87 centesimi per ogni 100 euro di imposte versate al Fisco...". 38, 17... e vai con i numeri...

Questo modo di scrivere (e titolare) con i piedi, è tollerato perchè molti lettori, essendo coniati con lo stampo del moralista, sorvolano (allegramente). E sorvolano anche quando si parla con faciloneria di "furbi" senza minimamente sospettare che un fenomeno (in contrazione) come quello dell' evasione fiscale, sia da noi storico e non certo dovuto a furbizia ma piuttosto alla tortuosità e alla discrezionalità del sistema, oltre che all' elevata pressione fiscale in abbinata con una spesa quantomeno discutibile. Ma per saperlo bisognerebbe dare la parola a chi studia in modo scientifico (e barboso) queste questioni anzichè ai furbacchioni con secondi fini dell' Agenzia delle Entrate, ovvero a una delle parti in campo.

Da notare poi il fine ragionamento dell' Agenzia: "... le regioni del Nord sono le più virtuose ma poichè sono anche le più ricche è lì che dobbiamo affondare gli artigli...".

Non pensa Serra che anche un soggetto che viene trattato a questa stregua meriti "L' elogio del truffato"? Ma a qualcuno basterebbe meno, basterebbe il diritto a far cessare la truffa ora che è palese.

sabato 2 aprile 2011

Abbiamo imparato più da un disco di tre minuti che da quello che ci hanno insegnato a scuola

Un apparato scolastico gicantesco e centralizzato: ecco la paura di don Sturzo.

E' anche la paura di Obama, che ha rilanciato le charter school.

E' anche la paura di Cameron (e Blair), che vorrebbe i fondi seguano lo studente.

E' la paura di destra e sinistra in Svezia, unite nel sostenere l' esperienza delle Friskolan.

Persino la Francia, "gigantesca e centralizzate" quanto noi, a fronte del tracollo nei ranking, si è decisa ad intervenire.

Giacomo Zagardo in questo libro passa in rassegna i sistemi scolastici europei e conclude che la libertà conta eccome: conta quella dei genitori di scegliere la scuola per i figli e conta quella degli insegnanti di lavorare fianco a fianco con chi condivide il loro progetto educativo.

Giacomo Zagardo - La punta di diamante - ISFOL

P.S. scusate se il titolo del post cita l' inno ufficiale della mia generazione:

Libertarianism A-Z: sport ed eventi

C’ è chi dice che l’ organizzazione pubblica di eventi (fiere, stadi…) sia dovuta: la città (o la Nazione) ci guadagna.

La mole di studi prodotta in merito non ha mai dimostrato questa tesi, nemmeno per eventi di risonanza mondiale come le Olimpiadi.

Si tratta spesso di passerelle che consentono al politico di pavoneggiarsi, non per niente l’ azione di lobbing praticata per ottenerle è molto forte.

L’ esito alla fine è sempre la solita lotta di classe: chiedere a chi non ama certi hobby di finanziare il divertimento di una élite potente.

Il ruzzolone ammortizzato

Johnatan Safran Foer - Molto forte, incredibilmente vicino - Guanda

"Osservate"!

Così il filosofo Bacone nel '600 incitava alla conoscenza attraverso il metodo sperimentale.

"Sì, ma cosa?".

Rispondeva tre secoli dopo il filosofo austriaco Popper.

Popper aveva capito che la scienza richiede un' eredità, una pianta su cui innestarsi, un bagaglio di conoscenze da completare-rettificare-confutare. La scienza, così come ogni conoscenza, richiede una relazione di paternità.

Ma il padre di Oskar Shell non c' è più, si è liquefatto nelle Torri Gemelle in seguito al tristemente noto attentato, cosicchè al figlio non è rimasto altro che l' assurdo comando baconiano.

Oskar Schell ha nove anni e un buco al centro di se stesso. Una volta era ateo, adesso non è che creda in Dio, crede che le cose siano "estremamente complesse". [La cosa più complessa di tutte è sua mamma].

Oskar ha sete di conoscenza - e questo è bene. Ma vuole e deve conoscere tutto - e questo è sommamente male.

il fatto è che la conoscenza di TUTTO è l' unica garanzia per capire i messaggi nella segreteria telefonica lasciati dal papà quando chiamava dal grattacielo in fiamme. Inoltre, sarebbe tanto bello riavvolgere la pellicola e tornare alla sera prima, quella in cui Lui si chinò sul lettino e gli disse "Buonanotte pulce, ti voglio bene". Bello ma difficile, la conoscenza di TUTTO gioverebbe.

Il problema di chi indaga per sapere tutto è che in questi casi tutto costituisce un indizio, il che è scoraggiante perchè più cose trovi meno capisci. Ma Oskar non sembra scoraggiato e inizia con diligenza la sua infinita investigazione: comincia con lo scavare dei buchetti al Central Park, da qualche parte bisogna pur incominciare, chissà che non scopra qualcosa, qualche cosa che lo aiuti a ricostruire il TUTTO. E' venuto alla luce un cucchiaino mezzo arrugginito: mmmmm... come collegarlo ai messaggi della segreteria?

Il cervello di Oskar è sempre in movimento, come uno squalo che se non nuota muore. Lui gli va dietro, lo rincorre, cerca di non perdere mai il passo.

Pensa continuamente, pensa a tante cose, pensa che Stan "non sarà mai il suo papà", pensa di chiedere alle persone (a tutti) se sanno qualcosa che lui dovrebbe sapere, pensa anche alle favole che precedevano il sonno, quando si faceva sotto, fin dentro l' ascella: "quello prima che cominciasse a raccontare era il mio momento preferito"; poi pensa alla carne alla piastra: "non voglio mangiare roba che ha dei genitori"; poi pensa al suo libro preferito - Dal Big bang ai buchi neri - anche se non l' ha mai finito perchè ci mette un' eternità a capire certi concetti matematici e la mamma non è d' aiuto. Pensa alla nonna, che prima di dare un parere deve sempre insultarsi un po' ("... io sono una zuccona, però..."). Pensa che c' è qualcosa d' insicuro nel modo in cui la mamma dice "sicuro!". Pensa se è il caso di farsi un altro livido in attesa che passino i 7 minuti di media necessari per addormentarsi. Nel ricordare il papà a caccia di errori sul giornale, pensa che "era bellissimo avere un papà più intelligente del New York Times"; poi pensa: "non devo comportarmi come il bambino che sono". Pensa di esseri innamorato talmente tante volte che forse quello non è amore. Pensa spesso ai castori: "la gente li ritiene grandi costruttori di dighe ma in realtà devono continuamente rodere alberi solo per limare i denti che crescono in continuazione... altrimenti crescerebbero nel muso e lo trapasserebbero uccidendoli", pensa che anche il suo cervello è un po' come i denti dei castori. Pensa a Stan, pensa se "si monta la mamma". Pensa a quelle parti dell' universo di cui non è sicuro nemmeno Stephen Hawking. Pensa se la mamma pensa ai suoi lividi: "non me li faccio per lei ma sarebbe bello se si ponesse domande allarmate". Pensa a quella casa in cui i pavimenti erano come scacchiere di marmo e i soffitti come torte. Pensa che se non fosse stata la sua vita non c' avrebbe creduto. Pensa a cosa ci sia di così orrendo nell' essere morti. Dopo aver fatto qualcosa senza pensare, pensa: "non c' è niente di male a non capire se stessi". Pensa che nel caffè freddo potrebbe mettere cubetti di caffè ghiacciato in modo che non si allunghi quando si sciolgono. Pensa ai tempi in cui a scuola il prendere da parte uno sfigato e intimargli: "dì che tua mamma è una puttana" costituiva un gran divertimento, pensa a quei tempi con una certa nostalgia (anche se lo sfigato era quasi sempre lui). Guardando la maglietta di un Tizio pensa "ma ami veramente New York?". Pensa: "i gatti che cadono dal ventesimo piano hanno più probabilità di sopravvivere rispetto ai gatti che cadono dall' ottavo piano: devono accorgersi di quel che sta succedendo per prendere la loro caratteristica forma a paracadute". Pensa che quella donna "ha una faccia tipo il contrario di quella della mamma". Pensa all' "investita" dal taxi e alla gente che guardava dai marciapiedi senza intervenire perchè avevano paura di non saper fare bene la respirazione cardiopolmonare. Nell' attesa, dopo aver suonato il campanello, pensa: "ma perchè la nonna non mi aspetta dietro la porta visto che per lei sono l' unica cosa che conta?". Dopo aver trattenuto la nonna al citofono con continue domande, pensa: "ora avrà il dito stanco".

E se proprio vuole smettere di pensare, ripassa le coniugazioni.

Anzichè rompersi le caviglie cercando di fare qualche trucchetto con lo skate, Oskar pensa a tutte queste cose e ad altre ancora. In genere pensa quando cammina per Manhattan, quindi ha molto tempo visto che non prende mai i mezzi ritenendosi un "bersaglio potenziale".

Inventare-ragionare-considerare-elaborare-argomentare-archiviare... ecco lo sterile rosario con cui elabora il suo lutto.

Concepisce invenzioni a raffica, se gli viene in mente qualcosa la dice, se ha davanti a sè qualcosa la guarda, la guarda nei particolari: nessun filtro lo preserva, nessuna selezione lo protegge e lo indirizza. Un' erudizione smisurata e disarticolata s' impossessa di lui e lui la cerca avidamente, non per un desiderio di conoscenza ma per "tirar su la lampo del sacco a pelo di se stesso". In fondo cerca un mondo in cui nessuno incontri nessuno, un mondo fatto di oggetti, ma anche gli oggetti non lo mettono al sicuro: sente addirittura di aver già nostalgia di quel che possiede.

Oskar ha da dire tutto ma non il modo per dirlo, ci passa di fronte lasciandosi dietro una scia di sintomi che sono la gioia del lettore ermeneuta.

venerdì 1 aprile 2011

Precari, precari, precari...

La sindacalizzazione e il problema del dualismo nel mercato del lavoro italiano, hanno dei precedenti?

Certo, e anche di tutto rilievo: il Sudafrica dell' Apartheid.

William Hutt è lo studioso che più è andato a fondo sul tema:




    ... apartheid originated as a labor-union mechanism for artificially restricting the supply of labor and thereby driving up wages for the privileged... nearly all the ensuing legal disabilities for blacks in South Africa stemmed from the problem of labor union political influence...

La crepa nel muro





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