venerdì 11 gennaio 2008

Il tempo atmosferico oggi non uccide quasi più

Nell' ultimo secolo Crollo delle vittime dovute ad eventi atmosferici estremi.

"...compared with the peak rate of deaths from weather-related events in the 1920s of nearly 500,000 a year, the death toll during the period 2000-06 averaged 19,900..."

Generosità contro Altruismo

Uno studio che confronta USA e Gran Bretagna.

Generosità (US)
  1. Il dono è relazionato all' egoismo che deriva da un desiderio di approvazione sociale.
  2. Il dono è rilevante per la sfera pubblica prima ancora che per quella sociale.
  3. Il dono esprime sia un' identità personale che un' identità pubblica.
  4. Donare e fare volontariato implicano un coinvolgimento civico.
  5. L' attività caritativa è programmata intenzionalmente misurandone la resa.
  6. Centralità posta su cause specifiche dove il donatore si lascia coinvolgere direttamente.
  7. Caratteristiche: iniziativa individuale e reciprocità.

Altruismo (UK)

  1. Sospetto e rifiuto per il dono fatto con motivazioni ambigue.
  2. Donare è un' attività esclusivamente privata.
  3. Donare è solo marginalmente un' azione con rilevanza pubblica.
  4. Il donare conferisce solo marginalmente un' identità privata o pubblica.
  5. L' attività caritativa è occasionale e non organizzata, la sua efficienza è trascurata. Di solito si articola su uno scambio 8lotterie benefiche...).
  6. Centralità per le cause universali in cui il donatore non è direttamente coinvolto.
  7. Motivazione: dovere sociale.

Disastri rifiuti? Colpa dell' ecologismo nostrano

Parola di ecologista.

Si scommette sulla recessione USA



Difficile che con le previsioni di crescita 2008 l' economia USA subisca un periodo recessivo. In passato, quando recessione c' è stata, la previsione IMF non andava mai oltre il 2.1, ora è al 4.8. In più, oggi, i mercati emergenti tirano un casino.

Della Vedova sulla tassazione delle rendite

10 buone ragioni per lasciarle in pace.

3 scienze, 3 epistemologie

Recenti scambi con amici telematici mi spingono ad isolare 3 impostazioni epistemologiche che a volte vengono a contatto producendo scintille. Un attrito evitabile qualora ciascuna di esse avesse maggiore coscienza di sè.
  1. Epistemologia descrittiva. La realtà è costituita da corpi. Si osservano i fatti nel tentativo di isolare delle regolarità descrivibili da una legge di natura nominale, magari probabilistica. In alternativa si formulano delle ipotesi da testare basandosi sulla precedente tradizione di ricerca.
  2. Epistemologia esplicativa. La realtà è costituita da soggetti e oggetti. Si formulano dei modelli ragionevoli, ovvero dei modelli in cui i soggetti agiscono sulla base di "buone ragioni". Dopodichè si procede alla verifica o alla falsificazione.
  3. Epistemologia aprioristica. La realtà è costituita da soggetti e oggetti. Si individuano gli apriori dell' agire umano. Dopodichè se ne traggono tutte le conseguenze costruendo un modello coerente. I fatti vengono spiegati via via con la specificazione contingente di alcune variabili del modello.

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Direi che l' epistemologia descrittiva è propria delle scienze "dure", specie dopo che gli sviluppi nell' ambito della fisica novecentesca hanno messo in crisi il concetto di "legge di natura".

Resterebbero quindi solo delle semplici leggi statistiche, a meno che non si voglia impegolarsi in un' ontologia un po' troppo lontana dal senso comune, come quella che ha tentato di mettere in piedi il fisico tedesco Werner Karl Heisenberg quando ha voluto trasformarsi in filosofo.

Qualora si accetti l' esistenza di "leggi naturali che governano il moto dei corpi", allora potremmo invece trovarci di fronte ad una variante dell' Epistemologia esplicativa. Esisterebbe infatti un fondamento forte della conoscenza.

Per quanto riguarda le scienze umane, tutte quelle d' impostazione comportamentistica rientrano in E1. Tutte quelle che partono dall' individualismo metodologico richiedendo a posteriori un confronto sui fatti, rientrano in E2. Quindi anche l' "economia mainstream".

E3 la riserverei a certi approcci tipici dell' economia misesiana e della teoria dell' azione umana.

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Da quanto detto trapelano le mie preferenze che qui riassumo in un rigo.

Scienze "dure" in E1, economia in E2, e in E3 ci metto l' etica con tutta la filosofia che si porta appresso.

giovedì 10 gennaio 2008

Tassare chi respira



Non si capisce perchè si debbano tassare le coppie con più di due figli e non le altre. Sempre questa mania dello scalone.

Banche centrali: i rischi dell' interventismo

Uno pensa subito all' inflazione. E l' azzardo morale che produce l' assicurazione di un intervento sistematico dove lo mettiamo?

Anche la sinistra ha la sua curva di Laffer


E la usa per spiegare come il salario minimo possa aumentare l' occupazione.
Per argomenti sull' inutilità del salario minimo cedi qua.

Il mercato giudica la politica

Preziosa tavola in cui ciascun Paese viene giudicato dal mercato azionario.

Proibizionismi falliti

Pocker on line colpito dal bando. E subito si diffonde la pocker-mania.

Ripassino di Coase

Il mercato fallisce, lo dimostra l' esistenza delle imprese.

Guido Rossi discepolo di Hayek

Mingardi anticipa le sue perplessità su come l' insigne giurista faccia suo l' insegnamento hayekiano in materia di antitrust.

Austriaci in borsa

Traggo spunto da un problemino esposto nel blog "La mia Destra..." .


Siamo in borsa. Comprare o vendere? Che dice l' economista austriaco?


Risposta: ognuno faccia come crede. L' importante è che gli scambi siano consensuali e che il consenso si manifesti esplicitamente (e già solo questo aprirebbe diverse questioni).


Lui è interessato molto di più alle regole del gioco (concorrenza), che alle strategie dei singoli partecipanti.


Ritiene che per fissare buone "regole" non occorra lo strumento matematico. Per fissare buone strategie, quello strumento potrebbe essere invece molto utile. Nessuno lo nega. Ma che importa? L' area di interesse dell' economista austriaco non si estende certo fino ad includere anche quelle competenze. Sarebbe come chiedere al neoclassico che "preferenze" dovrebbe avere Tizio. Ha già risposto Becker: i gusti non si discutono.


Da questo punto di vista, l' "austriaco" potrebbe rispondere al "neoclassico": accetterò la tua impostazione solo quando gli economisti come li intendi tu saranno tutti miliardari arricchitisi in borsa.


L' "austriaco" è interessato alla ricchezza di un sistema e non a quella di un operatore.


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Purtroppo per lui un "sistema" puo' anche essere visto come "operatore".


Veniamo quindi ai casi in cui è implicato l' operatore pubblico.


Molti "austriaci" radicalizzano la loro visione ed eliminano il problema strategico sostituendo allo Stato delle regole etiche. Non sarà un caso se tra anarchici e "austriaci" corra buon sangue.


Costoro si trasformano così da economisti in filosofi morali. Non è certo un insulto, in fondo è un ritorno alle origini dell' economia.


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Mises ha introdotto un concetto di preferenza radicalmente soggettivo. Questa discontinuità nei gusti rende le sue funzioni di utilità non trattabili con lo strumento matematico. Purtroppo poi ha preteso di trarre dal suo apparato conclusioni "utilitariste". Cosa impossibile! E non sarà un caso se il suo più importante epigono, Rothbard, farà sempre più prevalere il lato etico che nasconde quell' impostazione. Un' etica molto solida e fortunata, considerato il realismo che offre il fatto di venir spalleggiata in molte occasioni da un solido pensiero economico. Ma questa economia è di stampo molto tradizionale.


Mises, con la sua teoria dell' azione umana, dal punto di vista utilitaristico, è solo in grado di dire che alcuni comportamenti accrescono il benessere della comunità. Ma non è in grado di escludere che altre politiche siano ancora più benefiche. Chiusi in questa trappola come dovremmo scegliere? Lui opta per favorire i comportamenti che ci "garantiscono" maggior benessere. Ma questa opzione non sembra affatto razionale.



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Neoclassici in economia e "austriaci" in filosofia ed etica. Ritengo questa una collaocazione sia plausibile che consigliabile.

P.S. per riconciliare gli austriaci con l' utilitarismo.

Fonti alternative di energia: i pendolari


Dunque il calore generato dai corpi dei pendolari come fonte di energia.

Non ditelo a Pecoraro o partono i sussidi.

mercoledì 9 gennaio 2008