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mercoledì 20 giugno 2018

IL ROBOT CHE FIRMA ASSEGNI

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IL ROBOT CHE FIRMA ASSEGNI
Oggi l’Italia spende nel welfare quasi 10.000 euro per abitante (neonati e miliardari compresi). Il visionario pensa che si potrebbe azzerare il sistema e consegnare un assegno equivalente ad ogni codice fiscale indipendentemente dalla sua condizione (basta un robot). Una famiglia con tre figli partirebbe ogni anno con in tasca una dotazione di 50.000 euro (che i più benestanti restituirebbero di fatto pagando le tasse). Sarebbe un sistema con menoburocrazia (basta un software), più efficienza (ognuno spende i suoi soldi), meno parassiti (non bisogna discriminare i bisognosi meritevoli) e meno paternalismo (ognuno spende come vuole).
Questa idea ha un nome, si chiama: “reddito minimo di cittadinanza”, è un’idea liberale come e più della flat tax. Ne hanno parlato in tempi diversi Milton Friedman, Bruce Ackerman, Anne Alstott, Thomas Paine, Henry George, Charles Murray e Matt Zwolinski. Oserei dire che l'ideologia neoliberista si puo' ben riassumere nella formula: "reddito minimo garantito + flat tax".
Da tenere a mente quando Travaglio afferma che l’attuale governo “mette insieme un ircocervo”.
P.S. Naturalmente l’espressione “azzerare il sistema” da che mondo e mondo non ha alcun senso politico, per cui è bene diffidare quando si parla di reddito di cittadinanza in campagna elettorale o nei ministeri poiché si ha in mente qualcosa da aggiungere al marasma attuale per renderlo ulteriormente intricato.


CATO-UNBOUND.ORG
A basic income guarantee isn't libertarian. But it beats the welfare state as we know it, and libertarians should support it, says Matt Zwolinski.

domenica 20 maggio 2018

L'alternativa al reddito minimo

UBI vs. guaranteed jobs vs. wage subsidies, by Scott Sumner http://econlog.econlib.org/archives/2018/05/ubi_vs_guarante.html

giovedì 17 maggio 2018

Reddito minimo e lavoro minimo

Basic Income, Not Basic Jobs: Against Hijacking Utopia http://slatestarcodex.com/2018/05/16/basic-income-not-basic-jobs-against-hijacking-utopia/

giovedì 15 marzo 2018

Chi non lavora fa danni

 era sospettato di "lavorare" era destinato a passare un brutto quarto d'ora. Scattavano spesso delle retate nei boschi per fermare chi tagliava legna, i malcapitati dovevano poi dimostrare di farlo solo a titolo personale. Un altro obiettivo erano i trasportatori di latte che si riteneva venissero pagati in natura trattenendo un secchio ad ogni carico. Chi suonava l'armonica per strada veniva sospettato di ricevere un compenso, lo stesso dicasi per i ballerini alle feste di paese. Persino la posizione di chi arrotondava chiedendo l'elemosina venne vagliata per l'eventuale sospensione dei sussidi. Il terzo Reich era alle porte, la "generosità" dello stato lo invocava a gran voce.
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La parabola di Marienthal

La parabola di Marienthal

A Marienthal si scatenò un’ossessiva “caccia al lavoratore” capeggiata dalle squadracce del commissario governativo Kurz. Le vedevi spuntare dappertutto, nei locali pubblici, nelle case private, persino nei luoghi d’ intrattenimento. Erano sempre indaffarate, motivate ed eccitate come segugi che hanno fiutato la pista.
Il tempo libero è una gran bella cosa ma alla fine anche il tempo libero ti esaurisce, cosicché, a loro rischio e pericolo, alcuni temerari tentavano la rischiosa avventura del lavoro. Ma il commissario Kurz non dava loro tregua, ne sa qualcosa il povero Willehm colto in flagrante a tagliar legna nei boschi. Subito si giustifico goffamente adducendo che l’inverno era alle porte (vero) e che si limitava a fare scorte per sé, ma l’astuto Kurz ebbe l’accortezza di misurare, in presenza dell’imputato, i volumi dei camini presenti nella sua dimora dimostrando “oltre ogni ragionevole dubbio” che un quantitativo di ciocchi pari a quello sequestrato non poteva trovare lì la sua esclusiva destinazione: Willehm stava evidentemente lavorando! Seguì condanna insindacabile.
Quella volpe di Kurz smantellò anche una pericolosa organizzazione di lavoratori dedita al trasporto del latte, aveva notato fin da subito un sospetto via vai dalle stalle al borgo. I lavoratori trasportavano nottetempo il latte per i contadini trattenendo come compenso in natura un secchio ogni dieci che arrivava a destinazione. La “gang del latte”, come fu ribattezzata dai giornali finì sotto processo (il giudice era lo stesso Kurz) e pagò care le conseguenze di questo gesto.
Ma forse la sorte più singolare toccò al povero Hans. Il malcapitato, ben noto da sempre in paese, fu colto da Kurz a suonare l’armonica per strada. Il commissario, astuto come una volpe, non passò subito alle vie di fatto ma si limitò dapprima a spiarlo finché non raccolse sulla sua preda prove schiaccianti: non poche persone si fermavano ad ascoltare la melodia prima di lasciar scivolare distrattamente nel suo cappello un nichelino: ora era chiaro, Hans lavorava a tutti gli effetti! Non che guadagnasse gran che ma lavorava! E quindi doveva pagare dazio…
Il fatto che a Marienthal non si lavorasse più ormai da un anno era reso ben visibile anche da piccoli segni: gli uomini camminavano più lentamente, sostavano molto più a lungo senza una ragione, talvolta sembrava di essere in un villaggio africano più che in Carinzia! Le mogli – ancora indaffarate per via dei lavori di casa – chiamavano per il pranzo ma i mariti si presentavano in ritardo. Sembra strano ma meno cose hai da fare più ritardi accumuli :-). Non solo, meno cose hai da fare e più ti senti stanco! Ed era così anche a Marienthal: la gente aveva preso a camminare strascicando i piedi, tutti lamentavano una stanchezza spossante. Anche il continuo lamento aveva in sé qualcosa di sfibrante.
La nostra biologia ci chiede sempre di progredire ma la cosa risulta piuttosto problematica per il non-lavoratore, sempre impegnato a ciondolare ritrovandosi sempre al punto di partenza. Un neuroscienziato che avesse scannerizzato quei cervelli avrebbe riscontrato una rallentatissima attività delle cellule grigie, premessa ideale  alla depressione e ad altre malattie mentali.
Purtroppo le malattie mentali si trasformano spesso in malattie sociali. La tristezza del non-lavoratore è ben nota, meno noto il fatto che spessoa si traduce in vizio, o ancora più spesso in rabbia, in ricerca di un nemico, in bisogno di odiare. Insomma, ormai si sarà capito, quell’anno a Marienthal i nazisti fecero il pieno di voti!
P.S. Marienthal non è un luogo inventato, era, negli anni trenta, un prospero paesino austriaco con diversi punti d’incontro, una biblioteca, associazioni culturali e un fervente dibattito politico. Almeno lo era finché ospitava un fabbricone tessile che dava lavoro a metà dei suoi cittadini. Poi la fabbrica fallì lasciando a casa i lavoratori. “Fortunatamente” (a questo punto le virgolette sono d’obbligo) lo stato provvide ad erogare una generosa indennità di disoccupazione, rendendo però quanto mai appetibile l’avventura nel “sommerso”. Anche per questo fu necessario inviare Kurz. Poi, dopo Kurz, arrivò Hitler.
P.S.S. Se ti interessa questa parabola probabilmente ti interesserà anche quella sull’indennità disoccupazione nella banlieu parigina. Prossimamente.   
american gothic

mercoledì 14 marzo 2018

Ancora sul reddito di cittadinanza

Riccardo Mariani ha condiviso un post.
10 h
Perché il reddito di cittadinanza è di fatto un sussidio incondizionato
Torniamo sul tema del reddito di cittadinanza perché, come noto, in questo paese si trascorre il tempo accapigliandosi …
PHASTIDIO.NET
Riccardo Mariani
12 h

Il reddito di cittadinanza è una trovata neoliberista per risparmiare sui burocrati sostituendoli con una macchina che stampi assegni di importo fisso per ogni codice fiscale di cittadino maggiorenne. Chi lavora restituirà l'assegno attraverso una tassazione progressiva studiata per non disincentivare troppo l'ingresso nel mondo del lavoro.
In questo modo niente più sanità pubblica (azzeramento spesa sanitaria), niente più scuole pubbliche (azzeramento spesa scolastica), niente più pensioni pubbliche nè assistenza (azzeramento costi INPS). Il reddito di cittadinanza sarà disponibile per acquistare questi servizi sul mercato. Naturalmente questa è una formula radicale per meglio capire di cosa parliamo.
Per i liberali il reddito di cittadinanza ha un altro vantaggio: combatte il paternalismo. Con in mano il proprio assegno ognuno si organizza la vita come crede.
Un sistema del genere non massimizza certo l'occupazione ma i neoliberisti rispondono che il lavoro non è un valore assoluto. Una buona risposta, ma restano comunque almeno tre obiezioni.
Innanzitutto quella di ordine morale: perché io dovrei lavorare per mantenere chi non lavora pur potendolo fare? Sì perché qualcuno che si farà bastare le briciole ci sarà sempre. Come minimo un sentimento avverso di questo tipo procura una stimmate indelebile che non favorisce la convivenza. Pensiamo solo se le risorse destinate al reddito di cittadinanza si concentrino In meridione, oppure nelle mani degli extracomunitari. È difficile che la cosa passi inosservata e senza conseguenze sulla coesione nazionale.
Ci sono poi altri due inconvenienti attinenti alla natura umana: noi abbiamo bisogno di stress lavorativo, non possiamo farne a meno. Se ci manca il giusto stress ci spariamo un colpo in testa. Detta così la cosa è un po' paradossale, diciamo allora meglio che abbiamo bisogno di "gareggiare".
Una società ben organizzata si regge sul fatto che sfrutta in positivo gli effetti collaterali di questa necessità. In genere il mondo del lavoro è il mondo che offre più competizione e gli effetti collaterali positivi ne sono il frutto evidente poiché lavorare significa in definitiva servire il prossimo. Ora, chi non lavorerà avrà comunque bisogno di gareggiare, lo farà per esempio giocando a poker con gli altri fanagottoni, ovvero intraprendendo attività altrettanto stressanti rispetto al lavoro ma sterili per la comunità. E di solito quando non si producono effetti collaterali positivi se ne producono di negativi, basta dare un'occhiata ai mantenuti a vita delle banlieu parigine spesso coinvolti in rivolte o attentati.
C'è infine, sempre legata alla natura umana, un'obiezione di ordine psicologico: alcuni studi ci dicono chiaramente che chi lavora, anche in ambiti molto umili e con paghe minime, è comunque più soddisfatto di chi non lavora e vive a carico dell'assistenza. Il motivo sta probabilmente in quanto dicevamo prima, noi abbiamo bisogno di stress e chi non lavora rischia di non trovare mai una gara in cui inserirsi.
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sabato 17 febbraio 2018

Reddito minimo e divorzi

L'introduzione di un reddito minimo produce molti effetti, ma qual è il principale?
Ora lo sappiamo: l'aumento dei divorzi.
Perché?
E che ne so io! È un fatto, un fatto accertato in modo affidabile con i migliori strumenti a nostra disposizione.
Non vi bastano i fatti? No? Neanche a me, ma è comunque qualcosa. E poi non c'è niente di più facile che costruirci sopra una teoria.
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