giovedì 26 maggio 2016

INTRO E PREFA - La realtà dell'orco (I Draghi) (Italian Edition) by Silvana De Mari

La realtà dell'orco (I Draghi) (Italian Edition) by Silvana De Mari
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Mohamed Taha ha affermato che il Corano si divide in due parti: le sure della Mecca, che affermano la pace, il rispetto per i non musulmani, l’uguale dignità delle donne rispetto agli uomini, e quelle di Medina, che incitano alla guerra, alla ferocia, all’odio e alla discriminazione. Le seconde furono necessarie per affermare l’islam nella sua epoca, ma ora l’islam deve abbandonarle e seguire le prime,Read more at location 36
Note: MECCA E MEDINA Edit
Le affermazioni di Taha sono contrarie al pensiero islamico prevalente da nove secoli, che considera eterno, quindi senza un prima e senza un dopo, il testo sacro,Read more at location 40
Note: ETERNITÀ DEL CORANO Edit
Inoltre in tutte le interpretazioni correnti del Corano dove ci sia una contraddizione il successivo prevale sul precedente e le sure di Medina, di spaventosa ferocia, sono successive a quelle della Mecca.Read more at location 42
Note: PREVALENZA DI MEDINA Edit
Mohamed Taha riprende la corrente del pensiero islamico dell’intelligenza e della tolleranza – quella di Averroè e Avicenna –, un pensiero che si interrompe per un millennio, ma che ora potrebbe risorgere.Read more at location 43
Note: AVERROÈ AVICENNA Edit
LA REALTÀ DELL'ORCORead more at location 49
Note: PREFA@@@@@@@@@@@ FIABA COME TERAPIA. DISCARICA DOVE METTIAMO L INCOFFESSABILE E RENDIAMO GIUSTIZIA ALLE VITTIME. Edit
Gli orchi esistono. Gli orchi sono coloro che uccidono intenzionalmente i bambini e mostrano fierezza per l’assassinio.Read more at location 49
Note: DEF ORCO Edit
perché gli orchi odiano la vita, la disprezzano, anche la propria.Read more at location 57
Note: ODIO Edit
Gli orchi esistono e devono essere fermati. Devono essere battuti.Read more at location 58
Note: REAZIONE Edit
e gli orchi si fermano solo militarmente. Quando un popolo gioisce dell’uccisione intenzionale di un bambino non ci sono margini di dialogo,Read more at location 60
Note: NO DIALOGO Edit
si devono tirare su mura, come le mura dei castelli che hanno protetto gli inermi negli assedi.Read more at location 63
Note: MURA Edit
Gli orchi esistono e devono essere salvati, perché anche loro sono fratelli. Gli orchi si salvano fermandoli e dicendo loro la verità.Read more at location 65
Note: SALVA L ORCO Edit
la verità è che gli orchi possono e devono diventare uomini.Read more at location 66
Questo è il motivo per cui amiamo il fantasy.Read more at location 68
Note: FANTASY Edit
Introduzione Per favore non saltatelaRead more at location 69
Note: INTRO@@@@@@@@@@@@ Edit
Il nostro cervello ha, rispetto agli animali, un enorme sviluppo della corteccia cerebrale: questo ci dà la possibilità di scegliere, il libero arbitrio, a scapito dell’istinto.Read more at location 71
Note: LIBERO ARBITRIO Edit
Le capacità di sofferenza dell’essere umano sono illimitate. Nessuna creatura vivente ha la capacità che abbiamo noi di provare dolore. Nessuna può immaginare la propria morte, o quella dei suoi figli, così da anticiparne e moltiplicarne il dolore.Read more at location 73
Note: SOFFRIRE Edit
Sono esistite civiltà che non hanno avuto la ruota, ma nessuna civiltà può sopravvivere senza storie, perché le storie sono l’unica strada che abbiamo per stemperare la ferocia, per tollerare l’orrore, per trovare la strada che ci permette di affrontare il dolore, di non esserne travolti.Read more at location 75
Note: FAVOLA ED ESORCISMO Edit
Note: FUNZIONE DELLA FAVOLA Edit
La neurobiologia ha confermato il piacere che traiamo dall’ascoltare storie che non solo non sono mai esistite, ma neanche avrebbero potuto:Read more at location 80
Note: PIACERE Edit
In presenza di un alto tasso di endorfine il sistema immunitario diventa più forte, il dolore scompare, la mente diventa più acuta.Read more at location 82
Note: SALUTE Edit
la narrazione e la musica, altro potentissimo mobilizzatore di neurotrasmettitori, sono quindi le due prime terapie, i due capisaldi della medicina sciamanica,Read more at location 84
Note: SCIAMANI Edit
dove ci sono molte narrazioni compaiono il pensiero filosofico e scientifico.Read more at location 86
mito e la scienza sono le due maniere di conoscere la realtà,Read more at location 88
Note: MITO E SCIENZA Edit
La storia politica e militare è contenuta nel poema epico, la persecuzione del bambino è contenuta nella fiaba.Read more at location 90
Note: EPICA E FIABA Edit
Nascosta nella narrazione fantastica c’è l’atroce sofferenza dell’uomo, ma anche il suo coraggio, la sua potenza, la sua impotenza, la sua crudeltà, la sua compassione.Read more at location 91
Note: FIABA FIALA SOFFERENZA Edit
Quando parliamo di poema epico e di fiaba, di fantascienza e fantasy, di eroi, semidei e supereroi, elfi, fate, streghe, bacchette magiche e gnomi, zombie, vampiri e cybersterminatori, in realtà parliamo del dolore e della forza degli uomini.Read more at location 92
Note: DOLORE E FORZA Edit
quando qualcosa è troppo atroce per poterlo affrontare, allora lo si nasconde nel luogo magico del fantastico,Read more at location 95
Note: TROPPO ATROCE Edit
protetto dall’ambientazione irreale e dal lieto fine,Read more at location 96
il cervello umano è naturalmente feroce.Read more at location 97
Note: NATURALMENTE FEROCI Edit
nel Colosseo e sulle piazze dove si alzavano i roghi ci si godeva il dolore altrui. Ci sono trasmissioni «comiche» fabbricate con video di persone che si fanno male. I quattro ragazzi che cospargono di benzina il barbone e gli danno fuoco per sentirsi forti e potenti davanti alla sua impotenza e al suo dolore, stanno applicando uno schema che era la norma nel Colosseo eRead more at location 102
Note: GODERE DEL DOLORE ALTRUI Edit
la colpa di ogni frustrazione e quindi il senso della propria impotenza vengono addossate a una vittima,Read more at location 106
Note: IL CAPRO Edit
In epoca preistorica e nelle epoche storiche più rozze la ferocia, almeno in teoria, era funzionale, aumentava la sopravvivenza e la discendenza.Read more at location 111
Note: VIOLENZA PREMIO EVOLUTIVO Edit
Con l’aggregazione in gruppi sempre più grandi e complessi, la ferocia è diventata disfunzionale e siamo arrivati a sistemi basati su linee di solidarietà, ma la tentazione è rimasta.Read more at location 113
Note: LA VIOLENZA OGGI Edit
Il piacere nella distruzione di indifesi è la base del genocidio, del terrorismo contro civili,Read more at location 115
Note: TERRORISMO VS CIVILI Edit
In tutto questo la compassione e l’etica dove stanno? Dal punto di vista neurobiologico la compassione sta dentro i neuroni specchio. I neuroni specchio sono la grande scoperta dell’ultimo decennio,Read more at location 117
Note: NEURONI A SPECCHIO Edit
I neuroni specchio ci spingono a imitare chi ci sta di fronte ed è grazie a loro che i bambini imparano in un tempo minimo una lingua, come ci si muove,Read more at location 120
Note: COPIARE Edit
I neuroni specchio sono maggiormente presenti nel cervello femminile: noi dobbiamo diventare madri. Se non fossimo empaticheRead more at location 125
Note: LA MADRE Edit
I maschi sono meno empatici; se lo fossero troppo non potrebbero svolgere i due ruoli che già nelle scimmie antropomorfe sono maschili: il cacciatore e il guerriero.Read more at location 127
Note: MASCHIO CACCIATORE E GUERRIERO Edit
Questa regola conosce miriadi di eccezioni, ma nelle sue grandi linee è rispettata in ogni civiltà umana.Read more at location 128
C’è una precisa motivazione evoluzionistica: se il bambino subisce brutalità, vuol dire che vive in un ambiente aggressivo e violento; se diventa a sua volta feroce aumenta le possibilità di sopravvivere.Read more at location 130
Note: RAGIONE DELLA VIOLENZA SUI BAMBINI. TEORIA DELLE BOTTE Edit
Le donne sono la compassione di un popolo. Dove le bambine sono sistematicamente torturate, come è successo in Cina con i piedini storpiati e come succede con l’infibulazione, l’intero popolo perde la sua possibilità di compassione.Read more at location 132
Note: DONNE TORTURATE Edit
L’empatia è mediata dai neuroni specchio, certo, ma può essere addestrata mediante le narrazioni.Read more at location 136
Note: EMPATIA E NARRAZIONE Edit
Le terre dove i bambini sono sistematicamente brutalizzati e dove ci sono poche narrazioni ospitano popoli che hanno scarse capacità empatiche e scarse capacità di evolvereRead more at location 137
Note: COPIARE ED EVOLVERE Edit
popoli che non massacrano di botte i propri figli, non li torturano e che hanno un alto livello di narrazioni sono più compassionevoli e possiedono un’altissima capacità di produrre idee nuove.Read more at location 138
Note: PRODURRE IDEE NUOVE Edit
Le neuroscienze però non sono la risposta a tutte le domande e, soprattutto, noi siamo le nostre scelte, non la nostra genetica. Quello che ereditiamo è una tendenza, non un destino.Read more at location 140
Note: ETICA E NEUROSCIENZE Edit
Chi nasce in società violente e sadiche dovrà fare più strada, ma avrà sempre l’umana capacità di non conformarsi.Read more at location 143
Dovrà fare più strada però, e molta in salita, quindi l’affermazione che tutte le civiltà e tutte le culture hanno lo stesso valore è falsa,Read more at location 143
Note: CONTRO IL RELATIVISMO CULTURALE Edit
Siamo immersi in una cultura di morte: ilXX secolo è stato il secolo del genocidio, prima questa parola non esisteva. Libri, film, serie televisive: tutto pullula di cultura di morte; se non sono ciberterminatori, sono vampiri, o extraterrestri predatori o virus. Persino i film per bambiniRead more at location 174
Note: ZOMBIE. CULTURA DI MORTE Edit
Terminator, o Predator. Voldemort e i suoi Mangiamorte rubano la scena a Sauron e ai suoi Nazgûl, a Saruman con i suoi sterminati eserciti di orchi.Read more at location 179
Dalle tombe si sono alzati, oltre che gli aristocratici vampiri, ognuno dotato di storia e di nome, eserciti di zombie, la loro versione sottoproletaria e anonima, che film dopo film arrivano con il loro passo claudicante e gli occhi vuoti a mangiare l’anima o più prosaicamente il cervello e le frattaglie dei vivi,Read more at location 180
Note: ZOMBIE E VAMPIRI Edit
È l’angoscia per il nostro presente, il terrore per il nostro futuroRead more at location 186
Note: ANGOSCIA Edit
questo il riassunto estremo della maggioranza delle nostre narrazioni.Read more at location 188
Tutta la nostra narrazione fantastica è immersa in una cultura di morte, perché siamo il secolo del genocidio, certo, e poi perché non siamo certi di avere un futuro.Read more at location 190
Note: CULTURA DELLA MORTE Edit
Sappiamo che il male assoluto esiste e siamo sull’orlo della fine del mondo.Read more at location 192
Note: FUTURO Edit
Non è possibile che una civiltà sopravviva se la natalità è inferiore a 2,3 figli per madre: la nostra si aggira attorno all’1,5.Read more at location 193
Note: NATALITÀ Edit
Claude Lévi-Strauss, fondatore della moderna antropologia, colui che ha creato la base per l’amore tra civiltà diverse e per civiltà diverse, è morto con l’angoscia profonda che la civiltà europea si sia condannata a morte.Read more at location 197
Note: IL DILEMMA DI LEVI STRAUSS Edit
La legge inglese riconosce la shari’a, in una folle negazione di sé e del diritto europeo.Read more at location 204
tanto il demente della facoltà di antropologia che si indignerà per la pretesa occidentale di criticare le leggi altrui salta sempre fuori.Read more at location 206
Grazie all’ottusa idiozia del comunitarismo, della società frantumata in comunità diverse e opposte, ognuna rinchiusa nelle sue leggi, nella sua aggressività, e nel suo ringhioso vittimismo, quelle bambine possono essere stuprate nel silenzio di tutti.Read more at location 208
Note: MULTICULTI Edit
sono avvallati il disprezzo più totale per le donne, la loro schiavizzazione, l’omofobia più totale, l’antisemitismo più mortale.Read more at location 210
si salverà, ma prima deve ritrovare intelligenza e coraggio. E la compassione, la prima compassione, la più alta, che è la verità.Read more at location 216
Note: COME CI SAVEREMO Edit
Ho trovato la risposta leggendo romanzi fantastici e fiabe.Read more at location 217
la letteratura fantastica, quest’ultima sarà, sempre, quella che più ci darà accesso alla verità, perché il linguaggio metaforico nasce dall’emisfero destro, che non è capace di menzogna e che, lui sì, ha la potenza arcaica di resistere all’indottrinamento.Read more at location 223
Note: MENZOGNA Edit
Abbiamo due tipi di comunicazione: una diretta, mediata dall’emisfero di sinistra, che funziona per via logica e analitica e processa un solo pensiero alla volta, e una metaforica, mediata dall’emisfero di destra, che funziona per via analogica e sintetica e ha la capacità di processare molteplici dati contemporaneamente.Read more at location 228
Note: EMISFERI Edit
Il cantastorie narrava di Troia oppure di Ulisse o di re Artù e la conoscenza diventava accessibile e possibile, l’emozione condivisa creava l’affiliazione al gruppo-nazione di individui che non si conoscevano, ma che avevano lo stesso poema epico.Read more at location 233
Note: AFFILIAZINE Edit
L’emozione della vittoria che aumenta il coraggio di chi ascolta, questa è la funzione del poema epico: aumentare il coraggio, e poi l’emozione del dolore, della morte, della perdita, così che la narrazione diventa una possibilità di conoscere il lutto, di contenerlo, così che poi sia forse meno penoso affrontare i propri, meno difficile elaborarli.Read more at location 239
Note: FUNZIONE DELL EPICA Edit
Kafka ha detto che quando la realtà è troppo atroce per essere guardata negli occhi, occorre usare il velo della narrazioneRead more at location 245
Note: LA REALTÀ È TROPPO ATRTOCE Edit
Nell’Italia ottocentesca, poverissima e fondamentalmente analfabeta, il veicolo della conoscenza e dell’emozione, il poema epico, la conoscenza condivisa, che ha permesso anche una prima unificazione di miriadi di dialetti in una lingua comune, è stata l’opera lirica.Read more at location 248
Note: AOPERA Edit
La verità è che apparteniamo a una civiltà straordinaria, unica, preziosa, incredibile. La verità è che abbiamo commesso il più atroce degli omicidi. La verità è che siamo sull’orlo del suicidio: questa sarà l’epoca straordinaria dove o perdiamo il mondo o lo salviamo.Read more at location 254
Note: LE TRE VERITÀ

mercoledì 25 maggio 2016

HAPPY MEAL FALLACY

Some restaurants offer burgers without fries and a drink. These restaurants cater to low-income people who enjoy fries and drinks but can’t always afford them. To rectify this sad situation a presidential candidate proposes The Happy Meal Act. Under the Act, burgers must be sold with fries and a drink. “Burgers by themselves are not a complete, nutritious meal,” the politician argues, concluding with the uplifting campaign slogan, “Everyone deserves a Happy Meal - See more at: http://marginalrevolution.com/marginalrevolution/2015/07/the-happy-meal-fallacy.html#sthash.GvcOt626.dpuf
http://marginalrevolution.com/marginalrevolution/2015/07/the-happy-meal-fallacy.html

Una difesa del darwinismo sociale

La tesi centrale del darwinismo sociale è presto detta: se in una comunità sono i “peggiori” ad essere più fertili, quella comunità andrà in rovina.
Il motto è all’incirca questo questo: “tre generazioni di imbecilli posson bastare”.
Ma chi sono i “peggiori”? Potete metterci chi credete voi: i matti, i meno istruiti, i meno intelligenti, i poveri, i violenti…
Herbert Spencer, il padre della teoria, raccomandava di non aiutare i poveri (tra cui matti, stupidi, violenti e ignoranti abbondano) perché cio’ facilita la loro riproduzione.
Meglio chiarire che Darwin si smarcò da Spencer facendo notare che aiutare il debole è comunque un nostro istinto naturale difficile da reprimere.
Dal darwinismo sociale scaturì poi l’eugenetica: migliorare la razza umana, migliorerà la vita dell’uomo.
Dall’eugenetica si arrivò alla shoah.
Non sorprende che oggi l’epiteto “darwinista sociale” sia un insulto. In un certo senso è facile fare quel paio di passaggi storici ed abbinare la teoria di Spencer ai  lager.
Tuttavia, all’epoca una miriade di luminari e generosi filantropi in buona fede furono coinvolti nel movimento eugenetico, lo stesso Spencer era un intellettuale sopraffino. Le vaccinazioni e la chiusura delle tube meno promettenti procedevano di pari passo: una società avanzata non poteva prescindere da questa profilassi di base. Una gigantesca illusione collettiva?
Quando una mattocca come Carrie Buck fece causa allo stato della Virginia che la voleva sterilizzare, la Suprema Corte sentenziò all’unanimità contro di lei con il civilissimo giudice Holmes a perorare la causa dell’eugenetica come “vaccinazione” essenziale della comunità americana. Solo un bifolco delle praterie avrebbe osato opinare.
Come mai allora tanta intellighenzia schierata a favore?
lombroso
Essenzialmente per un motivo: il darwinismo sociale è una teoria corretta.
E’ l’utilitarismo ad essere una teoria etica essenzialmente scorretta.
Il fatto centrale è che l’intelligenza progressista dei paesi più avanzati non poteva permettersi di non essere utilitarista.
Principi, dogmi, e Verità etiche (con la V maiuscola) erano concetti visti come collegati alle superstizioni del passato: l’uomo moderno è pragmatico, guarda alla convenienza sociale e adatta i suoi comportamenti a quella. Se l’eugenetica ci promette una società migliore noi ci rimettiamo a questo giudizio.
In sintesi, perché non dobbiamo sterilizzare Carrie Buck?
Uno puo’ dire: perché il darwinismo sociale è una teoria sbagliata.
Oppure puo’ dire: perché violentare una persona è semplicemente immorale.
La seconda via era inaccessibile all’ uomo moderno poiché a costui ripugna il  concetto stesso di Principio Etico.
Del resto, la prima via era palesemente irragionevole, poiché è ben difficile confutare il darwinismo sociale sul piano dei fatti.
Difficile essere utilitaristi e darwinisti sociali allo stesso tempo senza optare per l’eugenetica.
Ancora oggi l’utilitarismo viene conservato ai danni del darwinismo sociale. In questo senso viene da dire che sebbene le superstizioni del passato convivano male con la scienza, anche l’etica moderna ha i suoi problemini non da poco. Il politically correct è una spia inquietante.
Ancora oggi, quindi, la retorica ripropone un great divide illusorio: darwinisti sociali vs contrari al darwinismo sociale. Ma tra i contrari ci sono sia i pragmatisti che i sostenitori dei principi morali e la differenza tra questi due tipi è molto spesso più grande di quella che li divide dai darwinisti sociali.
Il darwinismo sociale è una teoria corretta, e quindi destinata ad aumentare la conoscenza umana. Tuttavia, solo chi crede nell’ esistenza di solidi Principi Etici puo’ maneggiarla. L’ utilitarista e il pragmatista, per contro, sono costretti a buttare il bambino con l’acqua sporca e a silenziare la scienza scomoda (per esempio quella che studia il genoma e l'esistenza delle razze umane)

lunedì 23 maggio 2016

Why most regulations are harmful, by Scott Sumner http://econlog.econlib.org/archives/2016/05/why_most_regula.html

Cerca l'intruso

  • 1) Silvana De Mari ha una teoria sulle botte ai bimbi:
“… c’è una precisa motivazione evoluzionistica: se il bambino subisce brutalità, vuol dire che vive in un ambiente aggressivo e violento; se diventa a sua volta feroce aumenta le possibilità di sopravvivere…”

  • 2) Napoleon Chagnon ha una teoria sulla violenza:
“… quello che ho scoperto vivendo con gli Yamonamo per tutti questi anni è l’ubiquità del terrore e dell’ansia… il primitivo non coincide con il “nobile selvaggio” che aveva in mente Rousseau… il primitivo è impegnato in una guerra continua dove la forza  bruta stabilisce vincitori e vinti… e dove la vanteria per i soprusi inflitti al nemico sono l’argomento di discussione predominante nei rari momenti di pace…”
  • 3) Silvana De Mari ha anche una teoria sulla fiaba:
“… l’uomo mette nella fiaba l’inconfessabile e così facendo riconosce indirettamente la vittima, ovvero il bambino maltrattato (Biancaneve è il bambino ammazzato, Cenerentola il bambino torturato, Rapuntzel il bambino venduto, Pelle d’Asino il bambino abusato…) … costui  - che non puo’ rompere i ponti con l’adulto visto che dipende in tutto da lui – gode attraverso la fiaba di un riscatto e di una compensazione terapeutica, finalmente i fari sono puntati sull’adulto e sulle sue malefatte e il bambino si presenta nelle vesti dell’eroe chiamato a rimediare … gli eroi bambini delle fiabe sono spesso dei “resilienti” e insegnano il loro innamoramento alla vita  a chi ne ha bisogno per  reagire di fronte a situazioni senza uscita…”
  • 4) Jeffrey Pfeffer ha una teoria sulla neo-violenza:
“… per far “rendere” la violenza bisogna che sia prodotta al momento giusto, contro la giusta persona e nelle giuste dosi. Per produrla occorre la forza, ma per indirizzarla oculatamente occorre intelligenza e cultura. Nelle società moderne il secondo elemento prevale, cosicché il sapere sovrasta la forza…”.
  • 5) Heirich Joseph ha una teoria sulla cultura:
“… i neuroni specchio – che generano invidia ed empatia - ci spingono a imitare e a superare chi ci sta di fronte fungendo da maestro… è grazie a loro che i bambini imparano in un tempo minimo una lingua, come ci si muove, come ci si comporta… imparano cioè una cultura – la vera arma dell’uomo - che contribuiranno poi a migliorare e a trasmettere a loro volta… “
  • 6) Deirdre McColskey ha una teoria sulla ricchezza:
“… cio’ che ci ha reso così spaventosamente ricchi negli ultimi due secoli non è il furto verso i più poveri, come vuole la vulgata marxista, ma nemmeno il capitale accumulato, come vuole la vulgata capitalista, e nemmeno le buone leggi, la spiegazione prediletta dagli istituzionalisti… questo mix si è presentato spesso nel passato  ma non ha mai sortito effetti così esplosivi… certo, il risparmio e la convivenza ordinata sono elementi necessari ma cio’ che fa fruttare il capitale sono poi le idee… quel che è successo negli ultimi due secoli è che “le idee sono diventate sexy”…”.
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Domanda: queste sei teorie sono compatibili tra loro? E come s’incastrano?
1 e 3 si incastrano bene. E lo credo, sono dello stesso autore.
Ma a anche 1 e 2 si sposano meravigliosamente. E questo ci rassicura poiché mentre Silvana De Mari è una geniale dilettante mentre Napoleon Chagnon è un luminare di sicura fama.
4 è convalidata dal senso comune, inoltre è tutt’altro che incompatibile con le teorie precedenti, si limita a storicizzare gli eventi.
5 poi è la prosecuzione naturale di 4 e come 4 si pone in armonia con 1, 2 e 3.
6 è il compimento naturale di tutte le teorie precedenti, poiché il rispetto e l’ammirazione per chi ha delle idee sono il frutto di una cultura ben specifica.
L’unica nota stonata è 3, ma non tanto perché strida con le altre teorie, quanto perché non si allinea bene in una storicizzazione eventuale così come la pone 4. Se proposta insieme alle altre teorie, implica che le narrazioni favolistiche siano in declino: infatti, se la fiaba è una terapia per il bambino maltrattato ma oggi questo soggetto è in via d’estinzione, almeno nelle civiltà superiori, se ne dedurrà che la fiaba sia a sua volta in declino. Ma così non è (o sbaglio?)!
In alternativa, si potrebbe proporre una teoria della fiaba più banale (3bis): la fiaba ci esercita fin da subito nell’atto in sé naturale dell’identificazione, e poiché l’identificazione è alla base dell’imitazione e quindi dell’inclusione in una cultura specifica, una simile teoria si sposa facilmente con le altre cinque qui esposte. In realtà, implica il trend opposto a quello visto prima: poiché oggi la narrazione di storie è ancora più preziosa, ci sarà un incremento della produzione rispetto a ieri. Ma è davvero così così? Penso di sì.

Violento/a

Gli antropologi ci spiegano che l' uomo ha sempre trovato la violenza un buon metodo per risolvere i suoi conflitti. Da qui la sua popolarità.
E infatti i violenti sopravvivevano mentre i pacifici soccombevano.
Ancora oggi, presso le tribù amazzoniche che vivono sul pianeta in condizioni simili ai nostri antenati, nel tempo libero non si fa altro che parlare e vantarsi di quanti nemici sono stati stroncati con la forza. Si è praticamente incapaci di pensare se non in termini di "guerra al nemico".
Sarà per questo che ancora ai nostri giorni - dove la violenza si esprime in modo più obliquo - sia l' uomo che la donna conservino comunque istinti belluini che tengono faticosamente a freno.
Ci si chiede solo in quali persone allignino meglio, stando sul generale c' è chi opta per l' uomo e chi invece, salomonicamente, li vede equi-distribuiti tra i generi.
Penso di appartenere al primo gruppo e cerco di illustrare le mie ragioni partendo da una considerazione presa a prestito dalla psicologia evolutiva:
  1. la violenza dell' uomo è maggiormente proiettata nell' ambito sociale;
  2. la violenza della donna è maggiormente proiettata nell' ambito personale.
Viviamo tempi in cui si denuncia la "violenza in famiglia" e questo ci fa dimenticare l' ovvio: i nostri nemici stanno soprattutto fuori dalla famiglia.
Ora, poiché i nemici per lo più stanno "là fuori", è normale che il maschio, per quanto detto prima, sia più pronto a ricorrere all' aggressione e a sviluppare nel tempo un istinto aggressivo.
Millenni di guerre e conflitti tribali - per lo più ingaggiati dagli uomini - non passano senza lasciare traccia.
Vengo all' ovvia obiezione: e tutti gli episodi di cronaca in cui "lui" strapazza "lei" all' interno di una relazione di coppia?
Sembrerebbe che la violenza dell' uomo sia preponderante anche nella dimensione più intima.
L' osservazione è imbarazzante, la mia impalcatura è in pericolo.
Vedo solo questa doppia "contromossa" difensiva: non è sempre facile distinguere tra dimensione personale e dimensione sociale. Non è nemmeno sempre facile distinguere tra violenza e violenza.
violence
Distinguere tra pubblico e privato
Faccio un esempio.
Non penso che la disistima del partner sia un vulnus insopportabile per l' uomo, almeno finché questo sentimento non assurga ad una dimensione pubblica, finché cioè non viene in qualche modo ufficializzato e reso noto a tutti, magari attraverso la minaccia di un abbandono, mossa non più occultabile e destinata inevitabilmente a condizionare il giudizio sociale sul soggetto in questione.
A questo punto "lui" reagisce, ma reagisce proprio perché si abbandona la dimensione intima per entrare in una dimensione pubblica che pregiudica il suo status.
In caso contrario, quando la disistima è circoscritta nella sfera privata, quando i panni sporchi saranno lavati in famiglia, lui troverà modo di compensare questa mancanza, per esempio grazie agli amici, o grazie all' amante, oppure anche grazie a un hobby o a qualsiasi interesse da coltivare a latere.
Al contrario, la donna è meno interessata alla sfera pubblica, lei soffre l' ostilità del partner a prescindere e questo puo' solleticare la sua aggressività indipendentemente dalla minaccia di essere lasciata.
Distinguere tra violenza e violenza
C' è poi un' altra considerazione da fare, parto dall' aspetto più generale: noi oggi non siamo meno violenti dei nostri predecessori o dei nostri fratelli dell’ Amazzonia, siamo al limite più temprati dall' esperienza, sappiamo evitare i conflitti inutili anche se la nostra aggressività è tutt'altro che sopita, e lo vediamo bene quando ci viene offerta l' opportunità di assalire un imbelle senza conseguenze per la nostra persona. Pochi si tirano indietro.
Insomma, il violento s' impratichisce e diventa più raffinato ma non si libera del suo istinto. Sarà un paradosso ma in certi ambiti la "brutalità" segnala una scarsa abitudine alla pratica violenta, almeno dal punto di vista evolutivo.
Ora, siccome la donna pratica da sempre la violenza nell' ambito delle relazioni personali, possiede oggi in questo ambito un grado di raffinatezza che l' uomo non ha e spesso capisce meglio dell' uomo quanto la violenza bruta sia controproducente per ottimizzare la sua condizione, meglio dare forme alternative alla propria aggressività.
Riferimenti bibliografici
  1. Sulla violenza come fattore evolutivo: Napoleon Chagnon: Tribù pericolose. La mia vita presso gli Yanomamo.
  2. Sulla tipizzazione della violenza maschile e femminile: Roy Baumeister, Is There Anything Good About Men?: How Cultures Flourish by Exploiting Men.
  3. Su come nel tempo si raffini la violenza: Jeffrey Pfeffer, Power: Why Some People Have It and Others Don't.
Tutto il resto sono mie congetture bisognose di verifica.

sabato 21 maggio 2016

HL How the West (and the Rest) Got Rich

  • Two centuries ago, the average world income per human (in present-day prices) was about $3 a day. It had been so since we lived in caves. Now it is $33 a day—which is Brazil’s current level and the level of the U.S. in 1940. Over the past 200 years, the average real income per person—including even such present-day tragedies as Chad and North Korea—has grown by a factor of 10. It is stunning. In countries that adopted trade and economic betterment wholeheartedly, like Japan, Sweden and the U.S., it is more like a factor of 30—even more stunning. And these figures don’t take into account the radical improvement since 1800 in commonly available goods and services. Today’s concerns over the stagnation of real wages in the U.S. and other developed economies are overblown if put in historical perspective. As the economists Donald Boudreaux and Mark Perry have argued in these pages, the official figures don’t take account of the real benefits of our astonishing material progress.
  • What caused it? The usual explanations follow ideology. On the left, from Marx onward, the key is said to be exploitation. Capitalists after 1800 seized surplus value from their workers and invested it in dark, satanic mills. On the right, from the blessed Adam Smith onward, the trick was thought to be savings. The wild Highlanders could become as rich as the Dutch—“the highest degree of opulence,” as Smith put it in 1776—if they would merely save enough to accumulate capital (and stop stealing cattle from one another).
  • A recent extension of Smith’s claim, put forward by the late economics Nobelist Douglass North (and now embraced as orthodoxy by the World Bank) is that the real elixir is institutions. On this view, if you give a nation’s lawyers fine robes and white wigs, you will get something like English common law. Legislation will follow, corruption will vanish, and the nation will be carried by the accumulation of capital to the highest degree of opulence.
  • What enriched the modern world wasn’t capital stolen from workers or capital virtuously saved, nor was it institutions for routinely accumulating it. Capital and the rule of law were necessary, of course, but so was a labor force and liquid water and the arrow of time. The capital became productive because of ideas for betterment... The Rational Optimist” (2010), what happened over the past two centuries is that “ideas started having sex.”
  • If capital accumulation or the rule of law had been sufficient, the Great Enrichment would have happened in Mesopotamia in 2000 B.C., or Rome in A.D. 100 or Baghdad in 800. Until 1500, and in many ways until 1700, China was the most technologically advanced country. Hundreds of years before the West, the Chinese invented locks on canals to float up and down hills, and the canals themselves were much longer than any in Europe. China’s free-trade area and its rule of law were vastly more extensive than in Europe’s quarrelsome fragments, divided by tariffs and tyrannies. Yet it was not in China but in northwestern Europe that the Industrial Revolution and then the more consequential Great Enrichment first happened.
  • To use another big concept, what came—slowly, imperfectly—was equality. It was not an equality of outcome, which might be labeled “French” in honor of Jean-Jacques Rousseau and Thomas Piketty. It was, so to speak, “Scottish,” in honor of David Hume and Adam Smith: equality before the law and equality of social dignity

venerdì 20 maggio 2016

Caplan su Hitch

Si formino le coppie!

L’egoista pensa solo a sè e ai suoi interessi, è sempre concentrato sulla sua “fettina  di torta”.
L’ egoista gretto la incrementa rosicchiando quella altrui, l' egoista illuminato  espandendo la torta.
Per contro, l’altruista guarda con empatia  al suo prossimo e si angustia quando la fetta di torta  già minuta che costui possiede si assottiglia ulteriormente.
Per rimpinguarla l’ altruista pauperista la incrementa rosicchiando quelle più ampie; l' altruista illuminato segue un’altra via: espande la torta.
Una volta definito il quartetto come assortire al meglio le coppie?
coppia
I primi due soggetti sono entrambi egoisti e insieme convivono bene, così come stanno bene tra loro gli altruisti. Ma anche i rosicchiatori hanno molto in comune: pur avendo sentimenti diversi ragionano allo stesso modo.
Tuttavia, la coppia meglio assortita è quella degli “illuminati”: in fondo fanno la stessa cosa. A volte sono talmente indistinguibili da sembrare gemelli. Forse sono addirittura la stessa persona.