sabato 23 aprile 2016

A che serve la privacy? SAGGIO

Nella discussione pubblica c’è una presunzione a favore della privacy ma nessun argomento a sostegno di questo diritto.
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Qualcuno ha provato a metter su una difesa facendo notare che la privacy evita conflitti inutili: se io sapessi tutto di te probabilmente non vorrei discutere con te; se tu sapessi tutto di me probabilmente non vorresti discutere con me. Tuttavia, poiché questo sapere è filtrato dalla privacy, noi di fatto discutiamo in modo fruttuoso per entrambi. Il diritto alla riservatezza minimizzerebbe i danni prodotti dagli “scheletri nell’armadio”.
Ma l’argomento non gira: cosa mi ripugna della tua condizione? Cosa ti ripugna della mia? Probabilmente il fatto che hai/ho violato delle norme sociali. Se il problema fosse davvero quello sarebbe semplice da risolvere: evitiamo di indignarci per simili violazioni.
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La teoria più convincente è un’altra: la privacy è utile poiché consente la violazione della legge senza dare pubblicità alla cosa.
In molti casi la violazione di una norma sociale migliora la condizione di tutti:
“… nel corso di un incendio il panico potrebbe fare 100 vittime tra il pubblico, solo i primi a correre guadagnerebbero l’uscita in tempo per mettersi in salvo. Un deflusso ordinato, per contro, limiterebbe le vittime a 10. Purtroppo, se questa realtà dei fatti fosse nota a tutti l’esito inevitabile sarebbe il panico e quindi la strage (tutti comincerebbero a correre). Qualora invece una figura autorevole dicesse: “piano, piano, non c’è pericolo…”, il bilancio delle vittime sarebbe minimizzato. Insomma, bisogna dire una bugia per il bene di tutti. Ma attenzione: bisogna dirla senza apparire bugiardi, altrimenti la necessaria autorevolezza per far fronte all’emergenza – se non a questa a quella successiva - si sgretolerebbe… la cosa migliore sarebbe quella di dire una bugia santificando la virtù della sincerità come norma sociale fondamentale…”
Gli antropologi ci spiegano come si costruisce una società degna di questo nome?: si stabiliscono dapprima delle regole di valore assoluto. Poi, si escogitano dei modi per consentire di aggirarle in modo occulto: le “regole assolute” non esistono, anche se non solo non bisogna dirlo ma occorre proclamare a gran voce il contrario. La regola deve essere elusa mentre se ne santifica l’assolutezza. Privi della giusta ipocrisia non potremmo edificare società complesse e saremmo ancora una banda di cacciatori/raccoglitori.
L’uomo è un animale ipocrita, grazie a questo vizio/virtù ha costruito comunità estremamente sofisticate. Il nostro cervello è tanto grande perché dobbiamo esercitare l’ipocrisia, un’ arte niente affatto semplice, che implica diversi piani  di comunicazione e la capacità di auto-ingannarsi: per essere sinceri basterebbe il cervello di un animale qualsiasi.
Torniamo alla privacy: la privacy non è altro che un’ istituzione sociale che rende possibile questa "santa ipocrisia", uno dei pilastri della nostra convivenza. La privacy consente un coordinamento dietro le quinte affinché si violi la legge in favore di tutti. La privacy ha dunque una sua utilità, un’utilità che tende a crescere quanto più cresce il rapporto leggi sbagliate/leggi giuste. Certo, possiamo anche immaginarci società dove il rapporto citato è talmente basso che il diritto alla privacy diventa dannoso, ma si tratta solo di un’ipotesi teorica, la realtà, specie quella delle nostre società, è ben diversa.
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Chiudo con un esempio. Conoscete il secondo emendamento della Costituzione americana? Quello che sancisce il diritto a portare le armi? Dietro c'è una ratio: poiché gli USA avevano un esercito professionale, con questo emendamento si è ritenuto di facilitare la formazione di milizie private: in caso di attacco dall’esterno avrebbero potuto affiancare l’esercito, in caso di golpe avrebbero potuto combatterlo. Geniale. Ma oggi la disparità di armamenti tra esercito professionale e le milizie private è tale da vanificare questa soluzione. Ecco, il diritto alla privacy si candida a prendere il posto del diritto ad armarsi: in caso di golpe le forze resistenti potrebbero organizzarsi in modo adeguato solo grazie ad un sistema di privacy ben operante e difficile da smantellare. Di fatto la ratio del secondo emendamento è ancora operativa ma riguarda la privacy prima ancora che le armi.

venerdì 22 aprile 2016

What Virtue Privacy? By Robin Hanson

  • On first glance the homo hypocritus hypothesis, that humans had huge heads to subtly evade social norms while pretending to enforce them, seems supported by our love of privacy. The argument “Why oppose transparency unless you have something to hide
  • I pondered Thomas Nagel’s famous ’98 defense of privacy... ………..The point of polite formulae and broad abstentions from expression is to leave a great range of potentially disruptive material unacknowledged and therefore out of play. ... In some cases, perhaps, good manners do their work by making it possible for us to believe that things are not as they are,
  • Critica a Nagel...Nagel says privacy norms function to avoid “conflict”, but it seems to me that the conflicts that privacy avoids come mainly from other social norms! For example, if norms require a cheating victim to end their marriage...  a cheating victim who does not want to end her marriage, but who does want to inform her spouse she knows about the cheating, must be careful to send this message in a way observers can’t see. Hence the clever trick with the broken bowl...In Nagel’s other examples, people also conspire to avoid various acts in order to avoid the strong reactions that common norms would require to such acts. Social norms require people to react strongly to publicly visible acts of strong accusation, sexual leering, exposed adultery, or sexual harrassment. Social norms are also the source of our strong reactions to exposed sex, a problem Nagel says the privacy of intimacy helps to solve...
  • This all raises the question: If social norms serve the interests of all, then why do we have social norms pushing people to induce the conflicts that privacy norms may then help avoid?
  • People were expected to punish norm violators... If such norms had been consistently and fairly enforced, humans wouldn’t have needed huge primate brains. But humans quickly learned how to coordinate behind the scenes to selectively evade social norms,
  • Once enough people knew, the norm would have to be enforced, no matter how it was that folks came to know.
  • hypocrisy –avoiding the application of norms one endorses to oneself, and yet privacy norms may tend to be helpful in preventing enforcement of excessively strong norms.
  • privacy is far –we care about privacy as a high noble social concern, but not as a personal practical matter.
  • Friedman
  • ipotesi dello scudo impenetrabile
  • tesi: il mondo migliore è quello in cui tutti hanno lo scudo
  • rapinare una banca è + facile in un mondo senza scudi che con gli scudi
  • non è vero che il buono non ha niente da nascondere: non mostrare ciò che potrebbe essergli rubato è un esigenza primaria
  • in un mondo libero gli incovenienti della privacy sono controbilanciati dal fatto che l altro può nn credermi e nn chiudere l affare.
  • Privacy rights and cognitive bias By Norman Siebrasse
  • It seems clear that there is a general presumption in favour of privacy,
  • there is a mismatch between the strength of feelings regarding privacy and the strength of the substantive arguments.
  • One good policy argument in favour of privacy rights is procedural: it helps prevent arbitrary enforcement of laws by police.
  • Another common position is the ‘bad laws’argument... The easy response to this is that the presumption of privacy also reduces enforcement of good laws
  • the thinness of the arguments that are most often raised in favour of privacy inclines me to look for an explanation of the privacy presumption based on cognitive biases.
  • We’ve all done something wrong that we would like to keep hidden

Ahi! Ovvero il dio dei nichilisti

Si fa presto a dire “… nichilismo… nichilismo…”, l’uomo contemporaneo un suo dio ce l’ha. Non lo vedi perché non si fa "fotografare", ma il demonio (che è il negativo di quella foto), lui lo vedi eccome. No, non parlo del denaro, parlo del “dolore fisico”.
sorrrrr
Il dolore fisico ci ossessiona. Viviamo nel mondo più sicuro della storia ma non siamo mai stati tanto ansiosi. Viviamo nell’epoca più pacifica della storia ma non siamo mai stati tanto tremebondi. Praticamente uno stuolo di principesse sul pisello che non riescono a prendere sonno.
A volte penso che i terroristi abbiano una segreta soddisfazione nel risvegliare con le loro turpi azioni questo demone che ci perseguita. La loro indifferenza nel farsi a pezzi scandalizza la nostra società effemminata almeno quanto l’offesa che recano alle vittime.
Presto sarà recepito tra i diritti dell’uomo quello di vivere in un ambiente “contact free”, le costituzioni saranno emendate in questo senso. Già molte scuole all’avanguardia offrono garanzie di simile natura ai propri allievi.
Gli antidolorifici sono uno dei pochi campi in cui la medicina dell’ultimo mezzo secolo ha fatto qualche passo in avanti. Evidentemente era al traino di una domanda impetuosa.
Per vedere un incontro di boxe devi sintonizzarti dopo la mezzanotte su stazioni improbabili, l’esecrazione strisciante per questo sport lo ha relegato ai margini.
Il corpicino straziato del Cristo ligneo appeso alla Croce sopra la cattedra infastidisce l’animo sensibile di molti scolaretti genitori di scolaretti, che ne chiedono a gran voce la rimozione.
Crepare ci frega sempre meno, purché la morte sia dolce e ci colga possibilmente nel sonno. A queste condizioni le obiezioni all’eutanasia ci suonano come astrazioni filosofiche.
Le curve ultras con il loro spettacolo violento sono rimaste l’ultima roccaforte dei virili, l’ultimo fight club in attività, tuttavia subiscono l’attacco quotidiano dei media e ben presto saranno solo un ricordo.
boxe
Ma il tabù del dolore fisico è segnalato da un indizio rivelatore ben più solido: la nostra avversione alle punizioni corporali.
Il Papa o i Radicali vogliono svuotare le carceri?  Perché intavolare dibattiti infiniti su amnistia-sì-amnistia-no quando commutando la pena detentiva in una pena corporale troverebbero la collaborazione anche della destra "dura e pura" senza perdere il compatto appoggio dei carcerati stessi?
Ah, orrore, la pena corporale è il residuato di un’epoca barbarica! Eppure molti, se posti di fronte alla scelta, opterebbero per sottoporvisi. Ci vediamo costretti a condannarla pubblicamente e preferirla privatamente.
Sì, preferirla privatamente. Un esempio? Eccolo: in carcere la probabilità di essere violentati sessualmente centuplica rispetto alla media, mentre la semplice molestia sessuale è praticamente certa (per non parlare di quelle di altra natura). Vi meraviglia sapere che personalmente preferirei di gran lunga quattro scudisciate piuttosto che un anno di carcere? Scommetto che lo stesso vale per voi. E poi, se proprio non volete sponsorizzare il ritorno della tortura, offrite almeno ai protagonisti la possibilità di scegliere (i risultati saranno sorprendenti, ma solo fino ad un certo punto).
La punizione corporale è più economica ma, soprattutto, è più trasparente: con quella tutti sanno esattamente qual è il prezzo da pagare per certe malefatte, con il carcere esiste invece un prezzo occulto che non sappiamo e non vogliamo sapere.
La frustata si può graduare meglio del carcere, cosicché sparirebbe l’impunità di certi soggetti con colpe minime per i quali il carcere sarebbe esagerato. Il criminale frustato appaga la sete di giustizia della vittima, in questo senso la funzione retributiva della pena è soddisfatta. Anche la funzione deterrente della pena resta impregiudicata. E la funzione rieducativa? Forse come rieducazione non è il massimo, bisogna ammetterlo, ma nel tirare le somme direi che per lo meno non fa i danni che fa il carcere, vera scuola del crimine. Il carcere ti indurisce - questo puo' farlo anche la pena corporale - ma soprattutto ti consente di entrare in un circuito di relazioni criminali. Entri sbandato, esci inquadrato (nella mala); entri soldato semplice riottoso, esci ufficiale in divisa inappuntabile. Il compito più difficile per chi delinque è la ricerca di complici affidabili, la vita carceraria in questo senso è una benedizione del cielo.
E’ vero, ci sono individui che è semplicemente troppo pericoloso lasciar circolare – pedofili, terroristi, psicopatici, mafiosi – ma sono relativamente pochi. Agli altri la pena corporale consente di tornare subito al lavoro e continuare (o rifarsi) la loro vita senza sprecare anni preziosi.
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Dobbiamo concludere che la nostra civiltà non sembra poi così superiore solo perché bandisce le pene corporali quando una violenza ben maggiore è di fatto autorizzata. E’ infatti come bandire gli omicidi con la mano destra elogiando quelli perpetrati con la sinistra. Che senso ha? Nessuno. L’unica spiegazione sta allora nei nostri tabù, in particolare quello che riguarda il dolore fisico: la punizione corporale lo esibisce, e questo non puo’ essere consentito; la galera in qualche modo lo occulta cosicché diventa una soluzione tollerabile.

Relativismo estetico

Vediamo se questa analogia puo’ servire.

Tizio è ammalato, assume una pillola e guarisce. Ma è veramente guarito?

Per appurarlo Caio si concentra su Tizio, lo visita ripetutamente e lo frequenta. Poiché per Caio la sanità è uno stato oggettivo si puo’ capire se Tizio lo sia veramente. A Caio non interessa la pillola che ha assunto Tizio, c’è chi guarisce con la pillola blu e chi con quella rossa. Rispetto alle pillole Caio è un relativista ma rispetto alla guarigione è oggettivista: non basta che Tizio dica “sono guarito”.

Sempronio invece si concentra sulle pillole: sa che quella giusta è quella blu, se Tizio ha assunto quella allora è guarito, altrimenti no.


Pincopallino invece considera Tizio guarito perché è lui stesso a dirsi guarito, se così stanno le cose studiare le pillole o visitare Tizio è tempo perso: tutto è relativo. Che pillola abbia assunto e che persona sia diventata Tizio dopo quella assunzione è del tutto indifferente visto che lui si sente guarito.

***
Il "sono guarito" equivale al "mi piace". Caio ritiene che se una cosa piace veramente comporti un reale appagamento, un elevazione spirituale in teoria verificabile.

Problema: la posizione di Caio è compatibile con l'autonomia del bello?

Autonomia del bello: possiamo ben dire che l'attentato del 9/11 è bello, anche se i suoi contenuti sono atroci. Possiamo dire che i film della  Leni Riefenstahl sono belli, anche se inneggiavano al nazismo?

Se il bello ti fa diventare nazista puo' dirsi realmente tale?

In un certo senso no se riteniamo che essere nazisti non comporti alcun innalzamento del proprio animo. In questo senso etica ed estetica sono collegate e l'autonomia della seconda diventa problematica.

Ma c'è anche da precisare che il bello nasce nel nostro cuore, cosicché i film di Leni possono essere all'origine di un bello se nasce nel cuore di una persona che li ammira ripudiando l'ideologia nazista.

giovedì 21 aprile 2016

Il bello x tutti cap 3 SUNTO ITALIANO

Quanto vale la bellezza?
Per rispondere ci vorrebbe  un professore di estetica
Ma forse i più qualificati sono i manager di Motorola: quando negli anni novanta hanno colorato per primi la cassa del loro telefonino (un'operazuone che a loro non costava nulla) poterono aumentarne il prezzo senza impatto sulle vendite.
Per molti un atto del genere equivale ad una frode. Pagare di più per una "verniciatina" è da stupidi. È la funzione non la forma che conta.
Per costoro la forma è una presenza demoniaca che ci tenta facendo prevalere gli istinti sulla ragione.
L'enfasi sulla cosmesi, poi, è il marchio distintivo del capitalismo e della sua itteformabilr falsità.
Moda, pubblicitá patinate... una fiera delle illusioni edonisticje con la quale il capitalismo tradisce le sue radici puritane.
La teoria dei persuasori occulti non è falsificabile: quanto più tentiamo di proclamare il valore reale del bello, tanto più siamo "manupolati".
L'ornamento e la decorazione come quintessenza dei falsi desideri.
Persino le presentazioni con Powerpoint sono state messe all'indice: che spreco quando delle normali slides a mano assolvono al compito.
In queste parole fa capolino l'antica polemica contro il lusso e lo spreco: viviamo nella cultura dello scarto.
Anche in molte liturgie della Chiesa c'è chi vede la sostanza sacrficata alla forma
L'accusa: una festa per i sensi, una carestia per il cuore. L'abbellimento depotenzia la verità.
La crociata contro i "trucchi" esalta l'aspetto "acqua e sapone". La retorica dell'autentico prende si mira "i mascheroni". Si diceva: il make up ruba la matita divina.
Naomi Wolf, nel suo inno alla bruttezza, incita le donne a essere come sono, evitando di "pittarsi" come le vorrebbe il patriarcato. La femminista fedele alla causa esibisce con orgoglio la sua sciatteria.
Ma nonostant profeti e ideologhi,  noi restiamo convinti che lo stile conti, che non sia solo asservimento o illusione.
Lo stile conta in molti modi: ci solleva l'anima e ci consente l'espressione sena parole.
Giusicare i vestiti di Tizio è un po' come goudicare la sua mente. Se non sai sistemarti i capelli, quante altre cose non sai fare?
Tra i nemici del "bello diffuso", oltre a profeti ed ideologhi, c'è l'evoluzionista: per lui è tutta una questione di status.
Il lusso è tutta questione d'invidia: lo voglio perchè ce l"ha il mio vicino.
In questo senso noi non ci godiamo il bello bensì la nostra posizione privilegiata.
Il bello non ci interessa: noi non vogliamo quelle scarpe costose, vogliamo esibirle raccogliendo l'ammirazione degli astanti.
In questo senso ci guadagneremmo tutti indossando delle divise e vivendo in un soviet.
Ma il nostro senso comune ci dice davvero questo? No, ci dice piuttosto che la bellezza ha anche un suo valore intrinseco.
Per chi disprezza la "superficie", chi identifica l'autentico con lo statico vede nella "superficie" che cambia senza motivo qualcosa di spregevole. Ecco allora che la moda diventa il nemico assoluto. La moda, ovvero l'obsolescenza calcolata, è l'epitome delli sfruttamento moderno in  azione.
Ma la moda esisteva anche 800 anni fa. Ed esiste anche su cose non commerciali come i nomi di persona. C'è forse pubblicità manipolatoria anche lì?
Meglio ammettere che i gusti individuali sono mutevoli. Noi usiamo la moda per concederci un piacere estetico e darci un'identità personale.
Meglio ammettere che il piacere estetico ha una sua autonomia. In questo senso anche le parate naziste sono belle, anche le immagini dell'attentato alle Torri Gemelle.

La banda dei quattro SAGGIO

Viviamo  un'epoca in cui il "bello" è fuoriuscito dall'arte per infilarsi in ogni aspetto della nostra vita, l'esperienza estetica non è mai stata tanto ipertrofica. In passato non era certo così.

Le condizioni ambientali aiutano: la competizione ha spinto i prezzi dei beni  talmente in basso e la  qualità talmente in alto che la differenza alla fine la fa lo stile.
La ricerca del piacere sensoriale non è mai stata così diffusa. La creazione di un'identità personale attraverso il gusto per le forme è ormai un fenomeno di massa.
Eppure nemmeno oggi non mancano i nemici (più o meno dichiarati) del “bello”, propongo i quattro "tipi" più tenaci:
  1. IL PROFETA: per lui tutto ciò che va oltre la sostanza è "spreco".
  2. L'IDEOLOGO: per lui tutto ciò che va oltre la sostanza è "manipolazione dei poteri forti".
  3. L'EVOLUZIONISTA: per lui tutto ciò che va oltre la sostanza è "lotta per lo status".
  4. IL TOTALITARISTA: per lui tutto ciò che va oltre il suo gusto è "cattivo gusto".
Il primo scambia il "bello" con un lusso, il secondo con un' illusione, il terzo con un segnale, il quarto con una regola. Tutti e quattro sono restii a riconoscerne il valore intrinseco.
Meglio però dare un'incarnazione a queste figure astratte, con tutte le forzature che un'operazione del genere comporta.
PAPA FRANCESCO potrebbe identificarsi col “profeta”: la guerra dichiarata alla “societá dello spreco" lo spinge a propagandare di sè un'immagine sciatta: ventiquattrore, utilitaria e paramenti al minimo. Le bellezze del Vaticano diventano motivo di imbarazzo e occorre prenderne le distanze, magari decentrando la propria residenza. Il sottinteso: meglio sarebbe donare tutto in favore dei poveri!

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NAOMI WOLF potrebbe identificarsi con l' “ideologa”. Nel suo inno  alla bruttezza, incita le donne a "essere come sono", evitando di "pittarsi" come invece le vorrebbe il patriarcato. La femminista fedele alla causa esibisce con orgoglio un look dimesso e senza orpelli. Per lei rivoluzione fa rima con acqua&sapone.

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ROBERT FRANK potrebbe identificarsi con l' “evoluzionista”. Per lui la nostra ricchezza non è indice di prosperità ma il mero effetto collaterale di una gara nociva "tutti contro" ribattezzata con successo  "febbre del lusso".

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VITTORIO SGARBI SALVATORE SETTIS potrebbe identificarsi con il “totalitarista estetico”. La crociata ad alzo zero contro i graffitari, l'appello serrato a piani regolatori più stringenti, l'assalto ai gusti altrui, l'intolleranza per il difforme, la sindrome del sovrintendente alle belle arti in servizio permanente effettivo, la visione museale della società, fanno di lui il direttore in pectore dell'UCES (Ufficio Centrale dell'Estetica di Stato).
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lunedì 18 aprile 2016

A note on falsification By Edward Feser


  • Antony Flew’s famous 1950 article “Theology and Falsification” posed what came to be known as the “falsificationist challenge” to theology.  A claim is falsifiable when it is empirically testable -- that is to say, when it makes predictions about what will be observed under such-and-such circumstances such that, if the predictions don’t pan out, the claim is thereby shown to be false.
  • As Popper himself emphasized, it is simply an error to suppose that all rationally justifiable claims have to be empirically falsifiable.  Popper intended falsificationism merely as a theory about what makes a claim scientific, and not every rationally acceptable claim is or ought to be a scientific claim... For example, the thesis of falsificationism itself is, as Popper realized, not empirically falsifiable.... Claims of mathematics and logic are like this too. ...
  • Now, the fundamental claims and arguments of theology -- for example, the most important arguments for the existence and attributes of God (such as Aquinas’s arguments, or Leibniz’s arguments) -- are a species of metaphysical claim.  Hence it is simply a category mistake to demand of them, as Flew did, that they be empirically falsifiable.
  • There is also the problem that, as philosophers of science had already begun to see at the time Flew wrote, it turns out that even scientific claims are not as crisply falsifiable as Popper initially thought.  Indeed, the problem was known even before Popper’s time, and famously raised by Pierre Duhem.  A scientific theory is always tested in conjunction with various assumptions about background conditions obtaining at the time an experiment is performed, assumptions about the experimental set-up itself, and auxiliary scientific hypotheses about the phenomena being studied.
  • the characteristically Aristotelian argument for God’s existence -- the argument from change to the existence of an unchanging changer of things (or, more precisely, of a purely actual actualizer of things) is grounded in the theory of actuality and potentiality, and thus in what natural science itself must take for granted

cap 5 gli attacchi contro papa francesco Papa Francesco questa economia uccide Giacomo Galeazzi, Andrea Tornielli

Papa Francesco ha ricevuto reazioni piccate dopo le sue critiche al mercato. In genere lo si considera un peronista di fatto impegnato a difendere le classi medie risentite del mondo ricco piuttosto che i poveri del mondo.

cap 5 The Substance of Style Virginia Postrel SUNTO ITALIANO

In quest'epoca dove per la prima volta a tutti è concessa l'esperienza del bello, l'intolleranza estetica è cresciuta. Lo vediamo nei piani regolatori trasformati in liste di divieti che riguardano forme e colori "poco rispettosi". La soluzione: rimpicciolire l'area regolamentata in modo da avere più varietà. Ma soprattutto una considerazione: è proprio questa accresciuta sensibilità che dovrebbe rassicurarci sui potenziali danni estetici.

domenica 17 aprile 2016

Bias Against Torture

Bias Against Torture
  • Suggest adding the whipping post to America’s system of criminal justice and most people recoil in horror. But offer a choice between five years in prison or 10 lashes and almost everybody picks the lash. What does that say about prison? -
  • Not even the most progressive reformer has a plan to reduce the prison population by 85 percent.  I do: Bring back the lash. Give convicts the choice of flogging in lieu of incarceration...
  • Of course some people are simply too dangerous to release — pedophiles, terrorists and the truly psychopathic, for instance. But they’re relatively few in number. … Incarceration destroys families and jobs, exactly what people need to have in order to stay away from crime.
  • 12% of its “detained” kids are sexually abused each year, versus 4% of adult prisoners.  0.3% of US non-prisoners report rape each year, versus a world median of ~0.05%. -
  • I might rather be branded with an iron, or hang in a stockade for a few days, than suffer at large chance of rape.  Branding or stockades seem less cruel than rape in pretty much any book. -
  • Compared to prison, punishments like torture, exile, and execution are not only much cheaper (the US spends $68B/yr on prisons), but they can also be monitored more easily, letting citizens better see just how much punishment is actually being imposed
  • This also seems a sad example of empire bias.  We assume prison rape is the sort of thing a large organization should be able to control, so we presume modest “reform” is sufficient.  It’s not.
  • Stunning stat:... 95 percent of the youth making such [sex abuse] allegations said they were victimized by female staff.
  • Torture has two benefits over imprisonment.  It’s cheaper for the state to impose and it doesn’t prevent the criminal from engaging in useful labors (such as parenting and working at a job) for long periods of time. -
  • The primary disadvantage of torture is that it doesn’t result in the incapacitation of criminals and so leaves them free to strike again....Many convicted criminals, however, don’t pose a risk to society.  Men convicted of securities fraud, for example, are frequently barred from the stock market and so their freedom won’t endanger society.  Because of its far lower cost, the U.S. should torture rather than imprison criminals who don’t need to be removed from society.
  • Imagine a society like ours, but with a moral norm against ever using a right hand to hurt anyone.  They kill, rape, torture, and so on, but always with their left hand, never with their right.  They are proud to live in a civilized society, and are disgusted by barbaric societies where right-handed harm is common.  Their disgust sometimes makes them war against barbarians, to civilize them.  But even in war they are careful to show their moral superiority by only killing with their left hands.   Are these people as moral as they believe? -
continua

sabato 16 aprile 2016

Una critica ad Alex Epstein

Epstein powerfully argues that the total benefits of fossil fuels are enormous.  Most people in our society need to hear this.  But this doesn't imply that the marginal benefits of fossil fuels are enormous, or even positive.  This is textbook environmental economics: Most human beings blithely pollute even when the personal benefit of extra pollution is small and the cost to strangers of extra pollution is high.  The textbook solution, of course, is to raise the price of pollution.  In the long-run, this spurs industry to search for cleaner technologies.  In the short-run, though, it deliberately does something rhetorically uncomfortable for Epstein: discourage energy consumption.

Truth, Lies, and Authenticity in Politics Timur Kuran Paul Starr Sean Trende Bradley J. Birzer

The Authenticity Deficit in Modern Politics By Timur Kuran

In many democracies, established parties have been losing ground to populist, anti-establishment movements on the right or the left. Greece, France, and Austria offer a few examples....Syriza in Greece, the National Front in France, and Austria’s Freedom Party, rests partly on their claims to authenticity.... more honest.

If random individuals were asked to describe the typical politician, they would speak of an elected official who is smooth with words, knows how to please disparate audiences... Succesful politicians manage to give people hope through agendas that they know they cannot achieve... They can disarm skeptics by speaking endlessly without answering questions.

Having multiple narratives in favor of a given program serves to make coalition members

Consider a bill to improve the schools in low-income neighborhoods. It will appeal to some people out of a sense of fairness, to others because the labor force will become more productive, or to still others because crime will fall.

Politicians epitomize deceit because they can put their own interests above those of their constituents while appearing to be motivated only by lofty principles and the common good.

Individual voters cannot always separate truth from fiction, or sincere advocacy from contrived pleading... But they understand the role that money plays in campaigning, the pressures that induce politicians to falsify their knowledge

The frustrations rooted in the dishonesty of politics have fueled the popularity of outsiders...In unprecedented numbers voters have embraced candidates who refuse to play by the established rules of American politics. Insisting that they will not be “bought,”Donald Trump and Bernie Sanders have eschewed donations from corporate lobbies.

Trump voices anti-immigrant sentiments directly and unapologetically...He uses vulgar language, both to distinguish himself from career politicians and to shock the political establishment.

For his part, Sanders blames “Wall Street” for the stagnation of middle-class incomes, vows to break up big banks, and refuses to take contributions from the financial sector.

triumph of authenticity over politics as usual,

Demonizing immigrants, Muslims, Wall Street, the trade partners of the United States, pharmaceutical companies, or the top one percent serves to oversimplify realities and to make intricate problems involving many complex constituencies appear to have easy and widely acceptable solutions.

Trump conceals that expelling 11 million immigrants would harm a subset of his followers who depend on immigrant labor,

Sanders disguises that making college free for everyone would transfer huge resources to the upper middle class, whose children attend college disproportionately.

They speak as though the United States has the power to reset the rules of international engagement unilaterally,

it appears unlikely that either Sanders or Trump will become President. But if one of them does make it to the White House, many of his campaign promises will come to nought. He will undoubtedly attribute any implementation failures to vested interests.

How could Sanders have escaped the corrosiveness of Washington politics in over a quarter-century of service in Congress? How could his legislative service have been free of the sorts of compromises

Trump is a showman whose trademark has been bluster, exaggeration, and egocentrism. Besides, he has already demonstrated a lack of political principles by making campaign donations to candidates all across the American political spectrum.

politicians operate within a society that discourages truthfulness. They are surrounded by innumerable lobbies, each prepared to pulverize any candidate who strays from its orthodoxy.

Americans have long believed in freedom of organization and freedom of speech. By the same token, wide majorities will make exceptions when faced with a clear and present danger. Thus, during the Cold War most Americans were ready to deny suspected communists the right to teach; and today most favor the surveillance, if not the incarceration or expulsion, of Islamists.

Consider any one of the many controversies that divide Americans: abortion, gay marriage, Israel and the Palestinians, social security, taxation, guns, racial inequality, or immigration, to name a few. On each of these issues, there are activists who consider their opponents illegitimate.

To avoid being harassed, treated as immoral or ignorant, and denied opportunities, people with opinions that fall between clashing extremes falsify their preferences, or else stay silent and hope that no one asks. In essence, they give up personal authenticity for the sake of accommodating social pressures. A consequence is that public discourses cease to reflect what people want and know.

The politicians of a society composed of inauthentic individuals are certain to be as inauthentic. They cannot reach the pinnacles of power by being themselves, by sharing freely their reservations about established orthodoxies,

The authenticity deficit in American politics is very real. But it is not a product of politicians alone. It is a social ill whose perpetrators are also its victims, and vice versa. People astonished at why Sanders and Trump have resonated with huge blocs should look in the mirror

venerdì 15 aprile 2016

Cosa deve succedere perché si perda la fede?

Chi ha una fede ortodossa, ispirata ai principi di San Tommaso, difficilmente potrà mai vedere scossi i suoi fondamenti. Appellandosi a verità metafisiche, quanto succede nella realtà non lo tange. la sua fede è per così dire infalsificabile.

Per contro, chi ha una fede che parte dai fatti - per esempio io - ha anche una fede "ostaggio" dei fatti, nel senso che quel che accadrà potrebbe azzerare o esaltare la sua fede.

E andrei oltre: in via di principio qualsiasi cosa succeda al mondo fa aumentare o diminuire la mia fede (se solo avessi tempo di meditare su quell'evento). Alla fine di ogni giornata il termometro della mia fede segna una temperatura differente. Quando sono in vena di reminiscenze bibliche chiamo tutto cio' "la lotta con l'Angelo"

Provo allora a redigere sui due piedi un mio elenchino incompleto degli eventi in grado di incidere sulla mia fede quotidiana.

  1. discutere con un ateo ragionevole indebolisce la mia fede;
  2. il male naturale indebolisce la mia fede;
  3. riscontrare che nell'élite della società ci sono pochi credenti indebolisce la mia fede.
  4. quanto più tarda la fine del mondo, tanto più la mia fede vacilla;
  5. la teoria evoluzionista indebolisce la mia fede;
  6. Papa Francesco indebolisce la mia fede;
  7. la teoria inflazionistica dell'universo indebolisce la mia fede;
  8. la dottrina sociale della Chiesa indebolisce la mia fede;
  9. il potente influsso della genetica indebolisce la mia fede;
  10. constatare quanto sia utile le mia fede, finisce per indebolirla;
  11. la prospettiva di una "droga perfetta" indebolisce la mia fede;
  12. la stasi della scienza indebolisce la mia fede;
  13. alcune scoperte scientifiche (per esempio questa) indeboliscono la mia fede, altre (per esempio questa) la rafforzano;
  14. continua.

Four MEANINGFUL LOOKS - The Substance of Style by Virginia Postrel HIGHLIGHT

Four MEANINGFUL LOOKS - The Substance of Style by Virginia Postrel ---------- ancoraggiobiologicodellestetica ilbellosiamonoi senonsanemmenopettinarsi... personale&sociale attirare&allontanare 
Four MEANINGFUL LOOKSRead more at location 1638
Note: 4@@@@@@@@@@@@ Edit
For the many South Asian immigrants in this high-tech suburb, the clothes convey an added meaning: I am one of us, not one of them. Human beings are not only visual, tactile creatures. We are also social, cognitive creatures,Read more at location 1651
Note: CREATURE SOCIALI Edit
We use form to communicate, and we infer meaning from familiar aesthetic elements.Read more at location 1654
aesthetic pleasure generally operates within a range of responses set by biological universals. Meaning has no such anchor.Read more at location 1661
Note: L ANCORAGGIO BIOLOGICO Edit
To a Christian in the late Middle Ages, blue was the color of the Virgin Mary.Read more at location 1664
Nowadays, the sight of Gothic revival buildings suggests higher education, with no particular reference to medieval ideals.Read more at location 1692
Something similar is happening with the revival and spread of dreadlocks.Read more at location 1698
she seemed either not to know who she was or to be reshaping herself to fit whatever temporary image would suit her husband’s political needs.Read more at location 1780
Note: LA CLINTON SPETTINATA Edit
Identity is the meaning of surface. Before we say anything with words, we declare ourselves through look and feel: Here I am. I’m like this. I’m not like that. I associate with these others. I don’t associate with those.Read more at location 1785
Note: IDENTITÀ Edit
Here I am. I’m like this. I’m not like that. I associate with these others. I don’tRead more at location 1785
Aesthetic identity is both personal and social, an expression both of who we are and with whom we want, or expect, to be grouped.Read more at location 1790
Note: PERSONALE E SOCIALE Edit
you’ll tend to attract the like-minded while alienating those who disagree.Read more at location 1799
Note: ATTIRARE E ALLONTANARE Edit
The job of graphic design “is to make something that distinguishes itself when you see it in context,” says Stephen Doyle,Read more at location 1814
Note: DISTINGUERSI Edit
A graphic identity, says Doyle, “is like a personality.