mercoledì 23 marzo 2011
Caro Vlad, lascia stare il "tecnico del nucleare"
per prendere posizione sul nucleare non è necessario essere "tecnici del nucleare", ed è quindi ingiustificato il tuo rammarico per non esserlo; le scelte di fondo non spettano infatti al "tecnico", piuttosto al "politico", all' "economista", al "moralista".
E tutti noi, se vogliamo campare, siamo un po' "politici", un po' "economisti" e un po' "moralisti".
Essendo una scelta che implica valutazione dei rischi bisogna andarci coi piedi di piombo stando attenti alle distorsioni cognitive che in questo ambito abbondano, per fortuna nessuno lo sa meglio di noi.
Un tecnico del nucleare potrà giusto fornirci alcuni elementi utili al calcolo del rischio che fronteggia il cittadino medio di un paese non sismico con centrali nucleari.
Ma potrà dirci poco sui rischi che corriamo guidando a 130 km orari in autostrada, o su quelli associati al fumare un pacchetto di sigarette al giorno, o i rischi connessi alla pratica di certi sport pericolosi, o quelli che decidiamo di fronteggiare prendendo l' aereo, o che derivano dalla mancata installazione di un guard rail su una certa curva, o anche il rischio di contrarre malattie contagiose, o di imbatersi in incidenti come quello dei pozzi petroliferi del Golfo del Messico, o del rischio associato al vivere in città inquinate come Milano o Los Angeles. E ne mancano parecchi in merito ai quali rinvio ad Alesina sul Sole di ieri.
Eppure questa conoscenza è cruciale per decidere! Come potremmo secondo te essere credibili se accantonassimo il nucleare perchè "pericoloso" per dedicarci immediatamente dopo ad un' attività ancor più pericolosa?
lasciamo perdere i "tecnici del nucleare". Piuttosto, per i nostri calcoli, puo' essere utile considerare il passato (non abbiamo molto altro), e allora ecco qui un' interessante tabella che accosta il numero storico delle vittime dirette a ciascuna fonte energetica a parità di TWA.
E le vittime indirette? Qui se ne parla e vengono stimate, per esempio. Cavolo, un anno di CO2 sembra valere 10 Chernobyl.
Quindi, cosa fare? Potremmo pensarci assistiti dal conforto di una puntata di Fahre. Ma ci conto poco, guardando al passato mi pare di capire che la "teoria della scelta razionale" non rientra nella "linea editoriale del programma". Molto meglio risolvere tutto con un bel principio di precauzione e non se ne parli più. E se proprio se ne deve parlare, lasciamo che parli il cuore...
Meditazione libertaria sull' Amaca del 20.3.2011
In effetti sembra proprio che i politici più ne combinano, più rischiano di essere eletti. Ma la fama negativa puo' essere messa a frutto? Cerco di distinguere in merito il mondo della politica dal mondo del lavoro.
A volte la fama negativa di cui godono certi personaggi ha poco a che vedere con il compito che sono chiamati a svolgere, in questi casi solo il "moralista" puo' farsene un cruccio. Usciamo freschi freschi dall' affaire dell' Olgettina e sappiamo come funzionano questi meccanismi. Sul lavoro le cose non vanno molto diversamente. Anzi, il moralismo fa ancora meno presa: se il Sig. Ferrero tradisce la moglie è secondario per me, l' importante è che continui a fare la Nutella buona come l' ha sempre fatta.
Scendiamo ora più nel merito, parliamo di corruzione: è sorprendente come la fama di corrotto non intacchi le fortune del politico italiano. Forse perchè si sa che un certo grado di corruzione puo' far bene, o quantomeno è inevitabile: d' altronde tutti i grandi politici della Storia sono stati dei corrotti. Sul lavoro è diverso, la fama di corrotto ti distrugge: chi comprerebbe più da Bernard Madoff? Chi comprerebbe più creme da Vanna Marchi? Non mi servo dal noto frodatore.
La politica è anche il regno dell' ideologia, la cosa conta: se Tizio ha fama d' incapace ci passo sopra, purchè faccia sventolare alta la bandiera con i miei colori preferiti. I costi della sua incapacità mi toccheranno solo in minima parte. Ma sul lavoro è diverso: i costi dell' incapacità dei miei collaboratori me li sorbisco per intero e l' ideologia diventa in questi frangenti trascurabile.
Noto che in certi reality i personaggi negativi diventano delle star. La cosa è spiegabile, guardare la TV è solo un passatempo: per hobby posso anche essere incuriosito da quella casinista di Loredana Bertè, ma non ci vorrei mai lavorare insieme, non vorrei neanche averla come vicina di pianerottolo! Ecco, noi trattiamo allora la politica come trattiamo gli hobby più marginali. Ma c' è un modo per avvicinare il mondo della politica a quello del lavoro? Probabilmente sì, ma lasciamo perdere.
Naturalmente, dopo aver ammesso che la "politica" è qualcosa a cui non è sensato dare un grande peso, bisogna agire di conseguenza. Ovvero, bisogna pensare ad un paese fondato sul lavoro anzichè sulla politica. Tuttavia le cose per ora non stanno così: la politica resta centrale.
Cosicchè assistiamo continuamente allo spettacolo di chi dà centralità alla politica per poi meravigliarsi di come la "fama negativa" dei politici non nuoccia loro. Questo per dire: non stupiamoci dell' abbondanza di sermoni: la predica moralista è l' ultima arma in mano all' incoerente. E da noi, d' incoerenti, ce n' è a frotte.
Non sempre i ricchi piangono
Ma pochi di loro sono all' altezza del nobile intento. La maggioranza cade già sulla prima parte della prescrizione: "prendere ai ricchi".
Un' impresa eroica - vista la capacità di esercitare pressioni della classe più influente - con pochi e sorprendenti casi di successo: USA, per esempio. Ma anche l' Italia è messa molto bene (cliccare per espandere la tabella).
Falliscono in questo campo paesi come Germania, Francia, Svezia, Svizzera, Norvegia, Islanda. Lì i ricchi non piangono particolarmente.
Particolari: qui... e magari nella prossima puntata di Fahre, ma ci credo poco.
add: http://gregmankiw.blogspot.com/2011/03/what-nation-has-most-progressive-tax.html
L' impurità dell' oro colato
D’altra parte, nei sondaggi Pisa trionfano anche paesi come la Cina, la Corea o Singapore le cui scuole sono diversissime: ipertradizionaliste, improntate a disciplina, rigore e amore per la conoscenza, in cui l’ossessione per i test è sconosciuta e i bambini usano i pallottolieri, altro che “nativi digitali”. Come mai?
http://gisrael.blogspot.com/2010/12/il-sistema-dellistruzione-e-le.html
Altre riserve.
martedì 22 marzo 2011
Libertarianism A-Z: sanità
- La socializzazione della sanità è una misura a cui ormai siamo rassegnati, non dovrebbe essere così. Una volta che la sanità passa come bene da socializzare, passa anche il diritto del governo a prevenire le malattie dei suoi governati. Cio’ sdogana un controllo da grande fratello che non ha nulla da invidiare a quello fiscale.
- Il diritto a essere curati spesso è solo sulla carta, e le file d’ attesa sono un sintomo di molte lacune. Quando i diritti sono di facciata le ingiustizie sono ancora più odiose. A questo punto meglio sarebbe porre dei limiti trasparenti.
- Il diritto alla salute una volta propugnato diventa un dogma e tutto – in teoria – deve essere accessibile a tutti, anche l’ ultimo costosissimo ritrovato. Ma questo comporterebbe spese enormi. Per comprimerle l’ Europa è ricorsa alla proibizione pubblicitaria (se un farmaco esiste ma non si sa non verrà richiesto) al filtro della prescrizione medica: ci sono i soldi? Le maglie del filtro si allargano. Non ci sono? Le maglie si stringono. La collaborazione tra Casta politica e Casta Medica consente di risolvere tutto senza toccare la finzione dei diritti. Gli USA, invece, pagano la loro libertà di accesso con l’ esplosione della spesa.
- L’ ideale sarebbe mantenere una libertà di accesso (modello assicurativo USA) cercando di responsabilizzare l’ utente attraverso alti ticket e franchigie tali che le assicurazioni coprano solo eventi catastrofici.
lunedì 21 marzo 2011
Libertarianism A-Z: legalità
La compliance è un elemento decisivo: solo le leggi facili da far rispettare dovrebbero essere varate.
Nell’ illegalità diffusa la prima politica da considerare consiste nel ritirare le leggi violate di frequente, a partire dai cosiddetti “crimini senza vittime”.
Questo nell’ interesse degli onesti: porre oneri a carico della parte migliore della popolazione è ingiusto e controproducente.
mercoledì 16 marzo 2011
Meditazione libertaria sul Vangelo del 13.3.2011
In quel tempo. Il Signore Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: / “Non di solo pane vivrà l’uomo, / ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”». Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: / “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo / ed essi ti porteranno sulle loro mani / perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: / “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”». Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli rispose: «Vattene, Satana! Sta scritto infatti: / “Il Signore, Dio tuo, adorerai: / a lui solo renderai culto”». Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco, degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.
Gesù resiste a tre tentazioni: la prima e l' ultima riguardano la cupidigia, la seconda invita allo spraco miracolistico.
Resistendo alla prima e all' ultima Gesù ci indica l' esistenza di beni da anteporre a quelli materiali; poichè il valore di questi ultimi deriva dai primi, il gioco delle priorità evangeliche è chiaro.
Detto altrimenti, la risorsa originale (The ultimate resource) risiede nell' uomo, nella sua coscienza, nella sua creatività, nella sua libera valutazione e nel suo libero arbitrio. materie che ieri non "valevano" nulla, oggi, grazie ad un atto umano libero e creativo, diventa "di valore". Un Rabbi profano come Julian Simon faceva sempre l' esempio del petrolio, questa inerte e fastidiosa fanghiglia.
Resistendo alla seconda, Gesù ci insegna il valore della conscenza umana: i miracoli perturbano l' ordine naturale ed un ordine naturale continuamente alterato è impossibile da conoscere. La parsimonia nei miracoli segnala allora una preoccupazione e una cura ben precisa.
Questa domenica il libertario gongola.
Il libertario è felice di sapere che non siamo solo atomi messi in formicolante agitazione da scosse elettriche, è rassicurato nel pensare alla sua libertà come ad un libero arbitrio. Si tratta pur sempre di qualcosa che ha messo al centro del suo sistema.
Il libertario è felice di sapere quanto conti la creatività umana, perchè anche il suo sistema la valorizza.
Il libertario è felice dell' enfasi posta sulla conoscenza, perchè quello è proprio il propellente ideale per far girare a mille il suo sistema.
Il libertario esce quindi felice dal Tempio, anche se piove e tira vento. Tanto c' è il Davide che regge l' ombrello e trasporta in auto una Marghe stranamente silente per tutta la funzione. Meno male, nella chiesetta di Comabbio non c' erano vie di fuga e in caso di emergenza/marghe la mia creatività avrebbe subito un' imbarazzata empasse.
Meditazione libertaria sull' Amaca del 13.3.2011
Michele Serra - L' Amaca -
E cosa rende il potere politico ed economico "imperscrutabile, opaco e fuori controllo"?
Azzardo: il proliferare delle regole e l' abnorme ruolo assegnato alla politica.
E' difficile far confusione se esistono poche e semplici regole.
E' difficile assistere a commistioni se la politica non ha nè grandi dotazioni da barattare, nè grandi favori da elargire.
Ma "poche regole" e "poca politica" spaventano. Lo spettro del Far West si profila all' orizzonte delle menti più suggestionabili. Sono menti facilmente soggette ad un horror vacui della prescrizione, e sono "molte".
Il guaio è che poi giri l' angolo e questi "molti" te li ritrovi affaccendati nella stesura dell' ardente denuncia contro il potere "imperscrutabile, opaco e fuori controllo".
Ma come? Sono ancora loro? Partecipano sia alla Manifestazione che alla Contomanifestazione?
Già,le due "moltitudini" coincidono. Consoliamoci per lo meno pensando allo scampato conflitto.
E poi ti chiedi il perchè della massiccia conversione al moralismo. Costretti a scartare le soluzioni che funzionano non resta che "savonaroleggiare" invocando i Santi.
p.s. 1/ comincio le mie estemporanee "meditazioni" sull' Amaca domenicale. Cercavo un contraltare al Vangelo, un temperamento a me estraneo che concepisse di continuo idee a me estranee. Barbara Spinelli sarebbe stata l' ideale, non c' è nulla di più remoto che io riesca ad avvistare, ma la sua prosa fluviale non si prestava. Nella scrittura di Serra purtroppo c' è un versante che ammiro sinceramente e che offre resistenza alla mia ispirazione (non sarà un caso se ho letto parecchi libri di questo poetastro). Pazienza, i suoi francobolli repubblichini sono talmente confacenti alla bisogna che rinunciarvi è delitto.
p.s. 2/ avviso: me ne vado una settimana al mare prima che il nubifragio in corso porti il mare a me. Raggiungo le mie donnine a Varigotti e scusate se libero l' archivio con un postaggio a valanga. A presto.
martedì 15 marzo 2011
Le dimensioni contano
Dispiace per Draghi ma la risposta è no. Conta la gioventù.
http://politicaleconomy.splinder.com/post/24298997#24298997
John Tierney sulla lagna degli sprechi
...Paradoxically, there could even be more emissions as a result of some improvements in energy efficiency, these economists say...
lunedì 14 marzo 2011
La triste sorte delle donne nei cda norvegesi
"Gonne dorate", ecco il triste e inevitabile epiteto con cui ci si riferisce alle donne reclutate in forza di legge nei cda per fare presenza. E ti garantisco che non è propriamente elogiativo.
Ah, dimenticavo: in Norvegia il 98% degli amministratori delegati (ovvero coloro che decidono) è uomo. Praticamente un record. Siamo messi bene.
http://www.youtube.com/watch?v=pp_VqDB7_Po
Psico-Parlamento
Mi sa che Cimatti unisca concetti diversi come quello di Copyright (oggetto astratto) e quello di proprietà privata (oggetto concreto). La critica al primo istituto si applicherebbe in automatico anche al secondo riaprendo la via al Comunismo. Veramente lui non parla proprio di Copyright ma di Linguaggio: se il linguaggio che usi è anche mio, perchè non dovrebbe esserlo anche la "tua" mano?
Rimanere perplessi è più che lecito in casi simili.
Con questo non volgio dire che naturalismo e ideologia non possano incrociarsi in modo proficuo. Penso alle ficcanti ricerche sui legami tra ideologia e psicologia naturale, specie dopo che agli studiosi hanno comniciato a segnalare la sorprendente flebilità del nesso tra interessi materiali e voto politico.
La suddivisione destra/sinistra sembra limitante, cerchiamo di costruire uno psico-parlamento avvalendoci di questo schemino che collega i Big Five della personalità all' ideologia professata (clicca per espandere):
Il libertario risulterebbe un tipo con molti contatti sociali ma pur sempre concentrato nel suo mondo, poco empatico, scrupoloso ed emotivamente stabile.
Tutta roba da approfondire, comunque, i conti che non quadrano sono ben esposti qui.
p.s. Riuscite ad immaginarlo Marchionne che concede una "serena" intervista alla radio pubblica rappresentata da Felice Cimatti? E Ricci che interloquisce amabilmente con l' imparziale Loredana Lipperini? Conoscendo i retroscena corre un brivido sulla schiena pensando a cosa sia in realtà la "voce di tutti".
Stereotipi sugli stereotipi
... la prima letteratura sostiene che usiamo troppi stereotipi, la seconda (stereotype fallacy) che li usiamo troppo poco lasciando che la nostra razionalità si faccia sviare focalizzandosi su casi singoli ed isolati... in merito gira per esempio la storiella della Volvo... avete appena letto su un affidabile giornale che per ogni 10000 utenti Volvo soddisfatti, solo 1000 si dichiarano delusi... la solidità di quest' auto è uno stereotipo che gira e la notizia sul giornale costituisce un rinforzo tutt' altro che sorprendente... è da tempo che considerate l' acquisto... senonchè, al bar, un vostro amico vi fa un vivido racconto dell' odissea che suo fratello ha passato con la sua Volvo... fermo in autostrada... con la macchina che andava a fuoco... i soccorsi che tardavano... milioni di danni... il figlioletto ferito... una causa lunga e complicata conclusasi senza alcun risarcimento... ecco, il singolo caso subito prende il sopravvento sullo stereotipo e rinunciate all' acquisto... La conclusione è scontata: esiste un problema di sottoutilizzo degli stereotipi..."
David Funder - in AAVV Stereotype accuracy -
***
1. Coltivare stereotipi positivi su di Sè è la via maestra per coltivare stereotipi negativi sull' Altro?
2. Gli stereotipi sono rigidi?
3. Gli stereotipi sono la via verso il razzismo?
Risposte:
1. No, non esiste correlazione.
2. No, in genere mutano per approssimazioni successive.
3. No, sono la via verso qualsiasi tipo di conoscienza.
p.s. la prima domanda potrebbe essere formulata anche così: "l' etnocentrismo è una teoria valida?"
http://jonjayray.tripod.com/stereo.html
venerdì 11 marzo 2011
Omaggio alla sofferenza oscura del microchip
Ma sicuramente, nei fatti, chi ha commesso una mancanza ha ricevuto un premio negato a chi ha sempre obbedito. Così come chi lavora otto ore, secondo la giustizia umana, non merita lo stesso salario di chi fa lo stesso lavoro per un ora.
Certo, vado ad intuito, ma anche l' intuito è prezioso e va preservato finchè si puo' recuperare intatto l' insegnamento. Io penso che per non rendere tortuoso il passo (e la cosa è fondamentale se ti rivolgi all' ateo), vada ammessa la presenza anche di una qualche forma di ingiustizia. In questo sono confortato anche dalla (bella) predica al Santuario di Rho.
Del resto la misericordia è qualcosa che va al di là della giustizia, se coincidesse con quella sarebbe poca cosa.
Il follow up, comunque, era solo un divertimento.
p.s. ieri su tv2000 hanno presentato l' ultimo libro di BXVI, c' era persino Claudio Magris. Poi dice che siamo costretti a guardare Santoro (o le veline).
La Grande Convergenza... che non c' è.
In altri termini: siccome è possibile spiegare tutto mediante le preferenze, allora concludiamo che non sia possibile spiegare niente.
Troppo comodo sostenere che le cose stiano in un certo modo solo perchè i soggetti coinvolti preferiscono che le cose vadano così. Non vale! Così si puo' spiegare tutto. Solo partendo dall' ambiente le scienze sociali forniscono una spiega plausibile.
Corollario: le preferenze di tutti sono bene o male stabili e bene o male omogenee; se così fosse anche l' ambiente, assisteremmo ad una grande convergenza.
Oggi, questa "aurea" assunzione puo' essere lasciata cadere, gli psicologi della personalità hanno dimostrato che le preferenze sono stabili ma tutt' altro che omogenee.
Noi siamo "diversi" - rassegnamoci - e questa diversità non dipende solo dall' ambiente.
Siamo "diversi" perchè possediamo personalità diverse che, per esempio, dipendono da come in noi si rimescolano i big 5:
Apertura/Profondità
Scrupolosità/Spontaneità
Estroversione/Sobrietà
Empatia/Freddezza
Emotività/Stabilità
Ciascuno di noi puo' essere descritto da una ricetta che, a mo' di ingredienti, dosa e mescola in modo differente le polarità di cui sopra. Poi si aggiunge l' intelligenza, e il piatto è servito.
Tutto ciò potrebbe avere una rilevanza concreta in diverse questioni concrete. Alcuni esempi:
ISTRUZIONE: I risultati scolastici, così come il rendimento sul lavoro, sono legati alla diligenza più che all' intelligenza. Se fosse vero il contrario la scuola potrebbe essere sostituita da rapidi e meno dispendiosi test ai quali non è possibile barare. Al contrario, una falsa diligenza è sempre simulabile nei test che la misurano, ecco allora che una scuola selettiva diviene necessaria come garanzia.
CRIMINALITA': Per chi difetta di scrupolosità ed empatia la via del crimine diventa attraente indipendentemente da "quanto paga".
DISCRIMINAZIONE SUL LAVORO: Le donne mostrano maggiore empatia, è dunque normale che privilegino alcuni lavori (insegnamento, nursing...) rispetto ad altri (scienza, management...) anche in assenza di discriminazioni.
ASSICURAZIONI: Gli economisti non hanno mai capito perchè ad assicurarsi sulla vita sia chi rischia meno. Ora possiamo dire che per talune personalità estremamente scrupolose puo' essere ragionevole farlo anche in presenza di bassi rischi.
PATOLOGIE: Ora sappiamo meglio che i disordini psichiatrici sono solo casi estremi della normale distribuzione delle possibili personalità. Gusti eccentrici, insomma, dovuti per lo più ad una forte componente di Emotività. La richiesta di aiuto puo' essere poi interpretata come un modo per incamerare benefici (assistenza finanziaria, non-imputabilità...).
RAZIONALITA': Tenere comportamenti irrazionali puo' essere piacevole per qualcuno. Esempio: un manager dotato di forte empatia puo' essere infastidito dal licenziare dei dipendenti, e vi rinuncia anche se sarebbe per lui ragionevole farlo. Gli economisti rimangono sconcertati e non riescono a capacitarsi di simili comportamenti. E' normale che sia così visto che hanno segretamente giurato di non ricorrere mai a spiegazioni che tirassero in ballo le "preferenze".
TROLLEY PROBLEM: gettare il grassone sotto il treno sarebbe la soluzione etica, me lo dice l' itrospezione; senonchè: essendo un tipo empatico mi ripugna il gesto e pur di soddisfare questa mia esigenza mi "compro l' errore" nella valutazione etica richiesta.
I dettagli qui.
giovedì 10 marzo 2011
Al mercato degli "errori"
E nessuno spiega il lavoro del prof. Allais meglio del prof. Landsburg.
Non mancate allora di sottoporvi al suo leggendario test. Lo ripropongo qui per comodità:
Question 1: Which would you rather have:
A. A million dollars for certain.
B. A lottery ticket that gives you an 89% chance to win a million dollars, a 10% chance to win five million dollars, and a 1% chance to win nothing.
Try taking this seriously. What would you actually do if you faced this choice? Don’t bother trying to figure out the “right” answer, because there is no right answer.
Question 2: Which would you rather have:
A. A lottery ticket that gives you an 11% chance at a million dollars (and an 89% chance of nothing)
B. A lottery ticket that gives you a 10% chance at five million dollars (and a 90% chance of nothing)
Once again, this is a matter of preference. There is no right or wrong answer.
Già, non c' è niente di irrazionale. Peccato che se scegliete A alla prima domanda e B alla seconda siete del tutto inaffidabili nell' esporre le vostre preferenze. Come quel tale che dopo aver schifato il parmigiano se ne ingolla entusiasta una forma senza por tempo in mezzo.
Ma è la stragrande maggioranza delle persone a scegliere combinazioni irrazionali. Non deprimetevi, dunque, lasciate che siano gli economisti a farlo.
Mille considerazioni balzano alla mente: forse la gente non prende sul serio il test, forse le preferenze cambiano anche nel giro di qualche secondo, forse la gente non vuol sapere cosa preferisce, forse fa errori e sceglie quel che ha appena detto di schifare...
La mia spiegazione "preferita" è un' altra: abbandonarsi all' irrazionalità, quando ce lo si puo' permettere, è bello.
Ovvero: penso che molti siano infastiditi dai calcoli e dal ragionamento, per quanto ne riconoscano l' efficacia se messi alle stette. Cosicchè, specie su questioni di poco conto, si affidano all' intuito quando avrebbero in mano di meglio... insomma si "comprano" volentieri gli errori che derivano dalla loro scarsa scrupolosità.
Come si puo' testare una simile congettura?
Forse facendo dei test dove i "milioni di dollari" girino realmente: lì non ha più senso "comprarsi" l' errore.
Conclusione: la verifica è impossibile e devo quindi troncare il post in modo tanto brutale ed insoddisfacente.
Ancora una volta colpa dei tagli alla ricerca, ancora una volta colpa di Berlusconi.
Atomismo
No, l’ energia nucleare non c’ entra.
C’ entra invece un’ accusa che spesso si rivolge alla società contemporanea: l’ eccessiva enfasi sul mercato ci riduce a monadi deprivate di ogni relazione.
Eppure gli USA, patria del liberismo, ai tempi d’ oro sono stati anche la culla dell’ associazionismo più spinto. In merito c’ è persino una ricca silloge di barzellette.
Idem per la Svizzera.
Come se non bastasse il fatto, c’ è pure la spiegazione lineare: più mercato, più rischio, più incentivi a formare reti sociali.
Come la mettiamo?
Caveat: cosa atomizza la società contemporanea? Il mercato o certe garanzie burocratiche?
Per capire la dinamica basti un esempio: se ai Padri garantiamo una pensione, il loro incentivo a mantenere una relazione con i figli scema.
La mia congettura è che non sia la libera economia a minare le relazioni, piuttosto il welfare esteso, burocratizzato e anonimo.
Se la congettura è corretta, la ricetta per curare l’ atomismo delle società capitalistiche viene da sé. Con una boutade: meno welfare e più capitalismo selvaggio.
Perché una SPA è più efficiente di una Coop?
Segui questo nome e troverai le risposte: Heney Hansmman
Berlusconi dilaga in Rai...
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