lunedì 11 febbraio 2008

La classifica dei più indebitati

Household debt as a percentage of disposable income:

Denmark 260%
Netherlands 246%
New Zealand 181%
Australia 173%
United Kingdom 159%
Ireland 141%
United States 135%
Sweden 134%
Japan 132%
Canada 126%
Germany 107%
Spain 107%
Finland 89%
France 89%
Italy 59%

Ai libertari non costa granchè arrendersi al paradigma corrente del GW

Lo spiegano bene quelli del Prometheus.



"...the denial of global warming's existence, from the perspective of the free-market advocate, is foolish. If global warming indeed exists, the solution will be the same as the solution to other well-established negative environmental externalities - technological development toward cleaner, more efficient technology. If it doesn't exist, the market would still move in an identical fashion to combat the other (proven) environmental cancers. Technological development will answer the question of how much global warming is controlled by man, not Al Gore and his lame movies..."


"...First of all, we support an income tax cut to accompany the carbon tax, in order to soften its impact on Americans. Second, the carbon tax is required in order to make polluters pay for the true social cost of their CO2 emissions - simply assessing compensation for the best estimate of the damage to their fellow citizens' property. Unlike every other tax, this isn't some arbitrary levy to fund unnecessary bureaucracy. It's about making people pay for the harm they cause everyone else - the Golden Rule in its purest form..."


Riassumendo: oltre alla carbon tax per chi supera certe soglie, verrebbe introdotta una credit carbon tax per chi sta al di sotto sotto. Si potrebbe porre come condizione l' invarianza del gettito. Insomma, in presenza di cartolarizzazione dei crediti fiscali saremmo in presenza di un canonico cape and trade.

add1: una difesa della carbon-tax in rapporto al cape and trade. Quest' ultimo potrebbe limitare in eccesso le emissioni.




add2 anche i liberisti di IBL privilegiano la carbon-tax sul cape-and-trade. L' incertezza è decisiva.

"...i costi di informazione, e con essi quelli di controllo e di enforcement, sono dunque molto elevati. Non solo: definire standard tecnologici o di performance, in questo caso, è molto complicato, in quanto non tutti i processi possono raggiungere gli stessi risultati. In alcuni casi è tecnologicamente ed economicamente possibile perseguire delle riduzioni dei consumi o delle emissioni, o esistono alternative; in altri casi ciò non accade. La mole delle incertezze scientifiche e la proiezione necessariamente di lungo termine delle politiche – che dovrebbero tener conto del progresso tecnologico – moltiplicano i rischi di un fallimento della regolazione. La discrezionalità che sarebbe, in questo caso, indispensabile rappresenta una forte tentazione per i rent seeker e rende pressoché certo il verificarsi di fenomeni di cattura del regolatore..."

"...dal punto di vista istituzionale, la creazione di un mercato delle quote di emissione come l’Ets – destinato a un grado di complessità e inclusivitàcrescente – implica un impegno, cioè una mobilitazione di risorse per la gestione e ilmantenimento delle necessarie infrastrutture amministrative, ben superiore a quello diuna carbon tax..."


add.3. Carbon-tax o cape and trade? Il dibattito prosegue.

Alesina minaccia la civiltà democratica?

La tassa sul "genere" minaccia la nostra civiltà giuridica? Per Gilles Saint-Paul sembrerebbe proprio di sì. Mankiw fa finta di non capire e si chiede come mai.

Voglia di povertà

Quando guadagnare meno conviene.

Causalità statistiche

James Heckman.


"...This paper presents the econometric approach to causal modeling. It is motivated by policy problems. New causal parameters are defined and identified to address specific policy problems. Economists embrace a scientific approach to causality and model the preferences and choices of agents to infer subjective (agent) evaluations as well as objective outcomes. Anticipated and realized subjective and objective outcomes are distinguished. Models for simultaneous causality are developed. The paper contrasts the Neyman–Rubin model of causality with the econometric approach..."

Chi batte tutti nella lotta alla disoccupazione?

Svizzera e Nuova Zelanda.

Chi sono i più poveri d' Europa?

Gli scandinavi.

"...A study by international accounting firm KPMG reported that when disposable income was adjusted for cost of living, Scandinavians were the poorest people in Western Europe..."

L' FMI cambia ricetta

Guido Tabellini Sole 10.02.2008 p.1

"...in passato, quando un Paese in via di sviluppo si indebitava troppo, l' FMI ha sempre predicato austerità e risanamento di bilancio. Ora che è toccato agli Stati Uniti, il medico ha cambiato ricetta..."

Per soppesare le diseguaglianze si guardi al consumo

...e si avranno delle sorprese.

"...the point of this post’s title, though, is that its not incomes that families care about for the most part. Its consumption. You can’t eat, drive or live in your paycheck. Consumption, as it turns out, varies much less over the life-cycle than income3 and this NYT opinion piece by two Fed economist argues consumption, surprisingly, doesn’t vary much between rich and poor..."



addendum Perry sullo stesso tema.

addendum Mankiw sullo stesso tema.



"...if we compare the incomes of the top and bottom fifths, we see a ratio of 15 to 1. If we turn to consumption, the gap declines to around 4 to 1...."

Pillole per dimenticare. Esiste un problema etico?

Studio sul tema.

Memento gun

I prossimi proninciamenti giuridici intorno al diritto di portare armi negli USA, offrono l' occasione di ripassare i punti cruciali di questa questione ripercorrendo le memorie depositate presso la corte.

Finanziare l' arte e la cultura

Un occhio alla storia:

"...il mercato talvolta fallisce nell' individuare gli artisti che meritano, ma un' economia ricca, presa nel suo insieme, compie meno fallimenti rispetto ad un' economia povera nel proferire i suoi giudizi estetici. Un' economia ricca mette a disposizione degli artisti diversi canali attraverso cui finanziarsi. Fondazioni private, Università, fondi familiari e anche il lavoro ordinario. Jane Austen visse traendo i suoi fondi dalle ricchezze di una famiglia benestante, Rliot lavorò presso i Lloyd, James Joyce insegnava lingue, Paul Gauguin accumulo un capitale cospicuo attraverso la sua attività di agente azionario, Vharles Ives fu un amministratore assicurativo, Vincent Van Gogh fu supportato dal fratello commerciante, William Faulkner lavoro presso un impianto di produzione energetica e più tardi come sceneggiatore a Hollywood, Philip Glass conduceva il suo taxi a New York. Williams Carlos Williams lavorava come medico a Rutherford, NJ, e scriveva i suoi poemi tra una visita e l' altra. Wallace Stevens, poeta americano, intraprese una carriera a tempo pieno nel ramo assicurativo. declinò anche l' offerta di una cattedra di poesia ad Harvard pur di non compromettere la sua posizione lavorativa. Ma spostiamoci nella Francia del XIX secolo, molta ricchezza "borghese" finanziò l' arte anti-establishment. i fondi di famiglia, quasi sempre originati da attività commerciali, aiutarono, perlomeno nella prima parte sella loro carriera, personalità come Delacroix, Corot, Courbet, Seurat, Degas, Manet, Monet, Cezanne, Toulouse-Lautrec e Moreau, ma anche Baudlaire, Verlaine, Flaubert. Per non parlare di Proust, che potè segregarsi per curare la sua opera grazie alla ricchezza borghese dei suoi parenti, perlopiù originata dalla borsa di Parigi. Gauguin lasciò la Francia per Thaiti ma non smise mai di autopromuoversi insistentemente e dalle isole monitorava con assiduità il crescente valore delle sue opere a Parigi. I bohemien, le avanguardie e anche i nichilisti sono in gran parte il prodotto della società capitalista, costoro hanno perseguito forme di libertà e creatività concepibili e possibili solo in un mondo ricco come quello moderno. In passato gli artisti non agognavano certo la vita da bohem cercando invece il profitto anche in modo smaccato. L' artista rinascimentale, per esempio, era innanzitutto un uomo d' affari. Produceva per profitto personale, firmava contratti e non esitava a rescindergli qualora non trovava più convenienza nel suo lavoro. benvenuto Cellini affermava che "...lavorerei per chiunque mi pagasse bene...". Bach, Mozart, Haydn e Beethoven erano tutti ossessionati dal guadagno, come si evince dalla lettura della loro corrispondenza. Persino Chaplin alla consegna degli Oscar ebbe a dire: "...cominciai per denaro e alla fine l' arte crebbe da sè..."

TC in PCC p. 17-18.

sabato 9 febbraio 2008

Il divorzio fa male ai bambini?

Tener conto di tutte le variabili prima di rispondere.

Ma rifletta sopratutto chi ama i bambini (in astratto): il divorzio aumenta la disponibilità potenziale degli accoppiamenti, ovvero la potenzialità di procreazione: più divorzi, più bambini.

Troppa felicità fa male

Paradossi ma mica tanto.

"...The push for ever-greater well-being is facing a backlash, fueled by research on the value of sadness..."

Giustificare lo stipendio dei CEO

Nuovo studio.

"...In particular, in the baseline specification of the model’s parameters, the six-fold increase of U.S. CEO pay between 1980 and 2003 can be fully attributed to the six-fold increase in market capitalization of large companies during that period..."

Libertari paralizzati di fronte alle guerre giuste

Scoglio ineludibile.

"...Seriously. American military intervention has been an incredible boon to global liberty. We fought and defeated the Axis powers in WWII, bringing liberty back to conquered Western Europe and giving it to Japan and Germany as well. We helped ensure that liberty would thrive via the Marshall Plan. We fought in the Korean War and have seen from that great natural experiment how valuable our intervention was. Indirectly via the cold war, we contributed to the demise of the Soviet Union and the spread of liberty in Eastern Europe. OK, Vietnam didn't turn out well, but the comparison to Korea shows that maybe we should have tried harder?? Iraq has not gone well either, but it's not over till the fat lady sings right?..."

L' arma della scuola pubblica è sempre pronta a sparare

"...erano gli anni folli ma a loro modo generosi del primo fascismo emiliano. Ogni azione, ogni comportamento venivano giudicati - anche da chi, come mio padre, citava volentieri Orazio e la sua aurea mediocritas - attraverso il rozzo vaglio del patriottismo e del disfattismo. Mandare i propri figli alla scuola pubblica era considerato in genere patriottico. Non mandarceli, disfattistico: e quindi, per tutti coloro che ce li mandavano, in qualche modo offensivo"


Giorgio Bassani - Il Giardino dei Finzi-Contini

Quanto puo' l' aleggiante pregiudizio, e quanto è duro a morire.

Libri Cuore d' Oltreoceano


Qui ci si muove su un terreno minato. Basterebbe una sfumatura diversamente screziata, un' intonazione altrimenti temperata per scivolare nel più becero patriottismo, nella più vanagloriosa dappocaggine, nella più tronfia megalomania.

Eppure, il taglio di questa lunga didascalia filmata, riesce ad innalzare un' esile ma ineludibile barriera che discrimina l' onesta semplicità ripulita e ordinata, dalla desertificante puerilità massificatoria, attestandosi saldamente nel primo territorio.

Un virtuosismo in cui si arriva a gigioneggiare spingendosi anche oltre a quello che oggi giudicheremmo il lecito, fino al punto di concedere al Protagonista uno sguardo in macchina per meglio istruire lo spettatore.

Tutto è inquadrato in un teatro dai colori fondi e gli odori pungenti, vi si recita senza i traumi di Fort Apaches (siamo ben al di sotto di quell' epopea), vi si recita una vasta rappresentazione dell' umanità in divisa. La morte sta a guardare senza far paura a nessuno. Per metterla in fuga bastano le ossessive note di ordinanza della ben nota tromba. Le felicità vengono inutilmente dissimulate dietro la burbanza rituale non ancora assurta a vera forma d' arte come sarà nei film successivi di Ford.

Pellicola dagli equilibri troppo saldi, fallisce e muore circonfusa in un' aurea di lucida dignità professionale.

I cattivi sono inquadrati in campo troppo lungo per turbare l' armonia con cui le generazioni si avvicendano nel Fortino. Ognuno è competente nel suo ruolo, chi acerbo recalcitra, cede poco dopo senza sforzo alle leggi naturali del Protocollo, la divisa dissipa ogni ambiguità, il vizio (del bere) è addomesticato e benvenuto come diversivo necessario. Il whisky va giù come una serpentna di fuoco ed eccoci tutti battezzati e pronti al nostro dovere. Il capriccio femminile adorna le giornate senza turbarle. Ogni struggimento è opportunamente celato ad occhi indiscreti. L' esitazione dei giovani si risolve presto nel giusto verso.

Ad un certo punto Nathan - compiuta l' età in cui la morte, artista lentissima, dà i suoi primi tocchi approfondendo certe rughe - sente l' esigenza di allontanarsi aprendo una breccia, uno spiraglio. Ma viene richiamato subito indietro, è ancora utile e con entusiasmo ricostituisce la compattezza di quella comunità coesa e solidale.

Tutto scorre, e c' è chi veglia mentre ciascuno di noi s' impegna in quello sforzo che costuituisce il suo contributo alla miriade di scambi mirabilmente sicronizzati che la Piazza ospita. Non c' è molto spazio per le sbraitanti e striminzite individualità. La Comunità accoglie, irregimenta e dispone. Cio' nonostante, non si scamperà mai all' accusa di aver inscenato un piccolo e fetente mondo borghese. Un' ideologia che non accontenta nessuno.

Eppure tranquillizza sapere che da qualche parte nel maelstrom vorticoso della cinematografia internazionale esiste ed è reperibile lo scheletro rassicurante di un Canone.

Siti da avere sempre sotto mano

Misurare la diseguaglianza nei vari paesi.

Leggere Tyler Cowen: In Praise of Commercial Culture


  1. Intro. La domanda: il capitalismo favorisce la cultura?

  2. Intro. 5 vie per dire di sì con relativi controesempi.

  3. Intro. Definizione di "Capitalismo".

  4. Intro. Popolari contro elitisti. Wells vs.Bloom. Problemi di estetica.

  5. Intro. L' argomento principale: il mercato garantisce complessità. Non è poco vista la preponderanza dell' elemento soggettivo in materia di estetica.

  6. Pessimisti e Ottimisti culturali: la sfilza dei nomi e delle scuole.

  7. Cap.1. Capitalismo e società ricche come garanti dell' indipendenza artistica: la cascata degli esmpi e la fonte delle risorse (famiglia, mecenati, università, lavoro...).

  8. Cap.1. Creatore, distributore, consumatore. Il mix delle motivazioni per produrre arte.

  9. Cap.1. I soldi come fine (es. Rinascimento, Mozart) e come mezzo.

  10. Cap.1. Teorema di Baumol: la produttività crescente rende l' attività artistica più costosa poichè in quel settore la produttività non cresce. Evidenze a confutazione. I benefici della tecnologia per la produttività artistica.

  11. Cap.1. Specializzazione e diversità. Capitalismo e varietà: esempi.

  12. Habermas contro Tyler: la cultura come Ragionamento (Platonico) contro la cultura come Competizione.

  13. Cap.1. Il mercato garantisce dinamismo e innovazione. Ma l' innovazione è anche una chiave dell' arte. Ruolo degli outsiders e delle minoranze. Esempi (neri, gay, ebrei, impressionisti...).

  14. Cap.1. Cultura di massa: TV e sport. Scarsa concorrenza, scarsa diversità. Con cavo, satellite e digitale la musica cambia.

  15. Cap.1 Il governo, meglio quando agisce come un privato in maschera. Teorema: creare burocrazia (lavori poco impegnativi) sostiene l' attività artistica.

  16. Cap.1. Europa vs. USA. Fondere e diversificare è il compito della modernità.

  17. Cap.2. Lettura e tecnologia: 3 novità epocali.

  18. Cap.2. Letteratura come ferro di lancia per gli ottimisti: il mercato funziona e la diversità si vede (esternalità delle arti visive).

  19. Cap.2. Il complesso dei bolckbuster sbriciolato da internet.

  20. Cap.2. Johnson vs Swift.

  21. Cap.3. Arti visive: tecnologie, ruolo della città e riproducibilità
  22. Cap.3. 4 città considerate come case study.

  23. Cap.3. Firenze, arte e commercio. Il ricco compra, l' artigiano produce (domanda e offerta). Firenze rispetto alla milano degli Sforza o alla Spagna dei filippi.

  24. Cap.3. Benjamini: si perde l' aura dell' opera ma si guadagna in ricchezza dell' offerta e diffusione dell' opera.

  25. Cap. 4. Musica: tecnologia distributiva e facilità di accesso oggi. La pittura si possiede, la musica no: l' indipendenza e la competizione passa dai piedi, avvantaggiato un territorio frammentato come quello tedesco (Haydn, ozart, Beethoven). Il ruolo della Hausmusik. Il rifiuto del mercato: Wagner, Schoenberg, Strawinski, Cage. La radio, dischi e produttività alle stelle. La musica contemporanea: in un mondo ricco si puo' permettersi una nicchia di soli specialisti, cosicchè anche il compositore diviene uno specialista. Rock e capitalismo: il nesso scoperto dai sovietici.

  26. Cap. 4. Contro la tesi Frank/Cook per cui la facile riproducibilità nuoce alla diversificazione.

  27. Cap. 5. 9 motivi per spiegare il pessimismo culturale intorno alla cultura prodotta nella società dei commerci 1) illusione cognitiva 2) funzione dell' anziano 3) competizione culturale 4) lo scandalo dei sensi 5) religione 6) politica della stabilità 7) multiculturalismo e staticità 8) elitismo 9) psicologia pessimista.

  28. Il pessimismo puo' far bene: meglio se preso nelle dosi che produce il mercato.