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venerdì 7 giugno 2019

La cultura dello squalo SAGGIO


La cultura dello squalo





Ricordo di aver letto dei tabù della gravidanza nelle isole Figi; alle donne incinte è vietato mangiare carne di squalo. Sembra che in effetti gli squali contengono sostanze chimiche che possono causare difetti al nascituro. Le donne però non sanno perché non mangiano gli squali e quando gli antropologi hanno chiesto loro una ragione, alla fine hanno deciso che era perché i loro bambini sarebbero nati con la pelle di squalo piuttosto che con la pelle umana. Come spiegazione lascia molto a desiderare. Come mai puoi ancora mangiare altri pesci? Una minima familiarità con la biologia dimostra che questo modo di pensare è inaccettabile. Tuttavia, se qualche ragazza Fijiana iconoclasta, intelligente e indipendente intuisse qualcosa del genere, avrebbe magari  infranto il tabù con buone ragioni ma suo figlio sarebbe stato a rischio.
Nel donare la Ragione agli uomini, Dio (o l’evoluzione) ha corso un bel rischio. Deve darcene abbastanza per capire come funziona la tradizione culturale ma non abbastanza da metterla in discussione solo a tempo debito. Non esiste un modo per andare a colpo sicuro. Così, nella sua testa, ogni uomo trasporta una bomba ad orologeria, qualcosa che puo’ consentirgli in ogni momento di avere idee geniali e fatali al contempo.
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La cultura della manioca

La cultura della manioca




Nelle Americhe, dove la manioca è stata coltivata per la prima volta, gli uomini hanno privilegiato le varietà amare per migliaia evitando però ogni forma di avvelenamento cronico da cianuro, un inconveniente che ci attenderemmo conoscendo bene la pianta.
Nell’Amazzonia colombiana, ad esempio, i Tukanoan usano una tecnica di lavorazione multi-fase e assai dispendiosa che comprende il raschiare, il grattugiare e infine il lavare le radici per separare meticolosamente la fibra, l’amido e il liquido. Una volta realizzata la separazione, il liquido viene fatto bollire ottenendo una bevanda, ma la fibra e l’amido devono “riposare” per almeno altri due giorni prima di essere cotti e mangiati. Tali tecniche di lavorazione sono fondamentali per la sopravvivenza di popoli che vivono in posti dove altre colture risultano improduttive.
Tuttavia, nonostante la loro utilità, una persona ragionevole avrebbe difficoltà a capire la tecnica di disintossicazione. Considera la situazione dal punto di vista dei bambini e degli adolescenti che stanno imparando la lavorazione di cui sopra. Parti dall’assunto che non hanno mai visto una persona avvelenata proprio perché la tecnica funziona. E anche qualora il trattamento fosse inefficace, così da generare casi di gozzo o problemi neurologici, sarebbe comunque difficile riconoscere il legame tra questi inconvenienti della salute e il pasto a base di manioca.
Le varietà a basso contenuto di cianuro sono in genere bollite, ma l’ebollizione da sola è insufficiente per prevenire effetti duraturi sulla salute. L’ebollizione, tuttavia, elimina o riduce il gusto amaro e previene i disturbi più visibili (ad es. diarrea, disturbi dello stomaco e vomito). Quindi, se uno ha fatto la cosa apparentemente di buon senso limitandosi a bollire la manioca, il suo compito sembrerebbe finito. Poiché il compito a più fasi dell’elaborazione della manioca è lungo, arduo e noioso, attenersi ad esso è certamente poco intuitivo. Le donne di Tukanoan trascorrono circa un quarto della giornata a trafficare intorno alla manioca, quindi questa è una tecnica decisamente costosa per loro.
Consideriamo ora cosa potrebbe comportare se una madre autodidatta di Tukanoan decidesse di abbandonare qualsiasi passaggio faticoso e apparentemente non necessario. Potrebbe esaminare criticamente la procedura che le è stata trasmessa dalle generazioni precedenti e concludere che l’obiettivo della procedura è rimuovere il gusto amaro. Potrebbe quindi sperimentare procedure alternative riducendo alcuni dei passaggi più laboriosi o lunghi. Avrebbe scoperto che con un processo più breve e molto meno laborioso, poteva rimuovere il sapore amaro e rimuovere gli inconvenienti più visibili. Adottando questo protocollo semplificato, avrebbe avuto più tempo per altre attività, come prendersi cura dei propri figli. Naturalmente, anni o decenni dopo, la sua famiglia avrebbe iniziato a sviluppare i sintomi dell’avvelenamento cronico da cianuro. Pertanto, la riluttanza di questa madre ad accettare per fede le pratiche che le erano state tramandate dalle precedenti generazioni si tradurrebbe in malattia e morte prematura per i membri della sua famiglia. L’apprendimento individuale qui non paga, e le intuizioni personali sono fuorvianti. Il problema è che i passaggi di questa procedura sono opachi: un individuo non può facilmente dedurre le loro funzioni, interrelazioni o importanza. L’opacità causale di molti adattamenti culturali ha avuto un grande impatto sulla nostra psicologia.
All’inizio del diciassettesimo secolo, i portoghesi trasportarono per la prima volta manioca dall’America del Sud all’Africa occidentale. Tuttavia, non hanno trasportato i secolari protocolli di lavorazione indigeni o l’impegno sottostante all’utilizzo di tali tecniche. Poiché è facile da piantare e fornisce alte rese in aree sterili o soggette a siccità, la manioca si diffuse rapidamente in tutta l’Africa e divenne un alimento base per molte popolazioni. Le tecniche di elaborazione, tuttavia, non sono state prontamente rigenerate. Ecco, anche dopo centinaia di anni, l’avvelenamento cronico da cianuro rimane un grave problema di salute in Africa.
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giovedì 6 giugno 2019

CULTURA E CIBI DISGUSTOSI

CULTURA E CIBI DISGUSTOSI

Tra le tante storie raccontate in questo libro, quella del peperoncino resta la mia preferita. Non resisto, devo riproporla.

Tutto comincia con una domanda semplice: perché ci piace speziare il companatico? Nel meditare una risposta tieni a mente che (1) altri animali non aromatizzano i loro cibi, (2) la maggior parte delle spezie contribuisce poco alle nostre diete, e (3) gli ingredienti attivi in molte spezie sono in realtà sostanze chimiche respingenti prodotte dalla pianta per mantenere alla larga insetti, funghi, batteri, mammiferi e altri animali indesiderati (come te).

Ecco allora l'idea di fondo: l'uso di molte spezie rappresenta un adattamento culturale dell’uomo al problema degli agenti patogeni nel cibo, specialmente nella carne.

Questa del cibo avariato è stato un problema molto importante, specie prima che i frigoriferi entrassero in scena. Per esaminare la tesi, due biologi, Jennifer Billing e Paul Sherman, hanno raccolto 4578 ricette da ricettari tradizionali di popolazioni di tutto il mondo. Hanno trovato tre indicazioni chiave. 1. Le spezie più utilizzate sono, infatti, antimicrobiche. Le spezie più comuni al mondo sono anche le più efficaci contro i batteri. Combinazioni tipiche di spezie hanno effetti sinergici, che possono spiegare perché ingredienti come il "chili power" (un mix di peperoncino, cipolla, paprika, aglio, cumino e origano) siano così diffusi. 2. Le persone nei climi più caldi usano più spezie concentrandosi su quelle più efficaci nell’ azione anti-patogena. In India e Indonesia, ad esempio, la maggior parte delle ricette utilizzava molte spezie antimicrobiche, tra cui cipolle, aglio, peperoncino e coriandolo. 3. Le ricette sembrano utilizzare le spezie in modo da aumentarne l’efficacia. Alcune spezie, come cipolle e aglio, il cui potere antimicrobico è corroborato dal riscaldamento, vengono impiegate nel processo di cottura. Altre spezie come il coriandolo, le cui proprietà antimicrobiche potrebbero essere danneggiate dal riscaldamento, sono invece aggiunte fresche nelle ricette. Conclusione: molte ricette e preferenze sembrano essere adattamenti culturali locali che operano in modi sottili e sfumati, non certo compresi da chi si limita ad amare i cibi piccanti. Billing e Sherman ipotizzano che i ricettari dei clan più culturalmente evoluti, più sani, più fertili e di maggior successo siano stati poi importati dai clan meno prestigiosi. Questo è plausibile dato ciò che sappiamo sulla psicologia dell’apprendimento culturale, incluso l'apprendimento culinario.

Tra le spezie, il peperoncino è un caso ideale. I peperoncini erano la spezia principale delle cucine del Nuovo Mondo, prima dell'arrivo degli europei, e ora vengono abitualmente consumati da circa un quarto di tutti gli adulti, a livello globale. I peperoncini hanno sviluppato difese chimiche, basate sulla capsaicina, che li rendono respingenti per i mammiferi e i roditori ma desiderabili per gli uccelli. Nei mammiferi, la capsaicina  attiva direttamente un canale del dolore (TrpV1), che crea una sensazione di bruciore. Queste armi chimiche aiutano le piante di peperoncino nella loro sopravvivenza e riproduzione, poiché gli uccelli forniscono un buon sistema di dispersione per i semi delle piante. Il peperoncino è fortemente respingente per i primati non umani, i bambini e molti adulti umani. La capsaicina è respingente anche verso madri che allattano, le quali sono consigliate di evitare il peperoncino, per timore che i loro bambini rifiutino il loro seno (latte), e alcune società addirittura mettono capsico sul seno della mamma per iniziare lo svezzamento. Tuttavia, gli adulti che vivono in climi caldi incorporano regolarmente peperoncini nelle loro ricette. E quelli che crescono tra le persone che amano mangiare chili peppers non solo mangiano peperoncini ma amano mangiarli.

 Ma come è possibile che si arrivi a farsi piacere una forma di bruciore? La ricerca dello psicologo Paul Rozin mostra che le persone si godono il peperoncino principalmente interpretando i segnali del dolore percepiti come piacere o eccitazione. Basandosi sul lavoro negli altopiani del Messico, ha notato come i bambini elaborino gradualmente questa interpretazione senza essere forzati. I bambini vogliono imparare ad apprezzare i chili peppers per somigliare a chi ammirano. Ciò è coerente con quanto sappiamo: i bambini acquisiscono prontamente le preferenze alimentari dai coetanei più anziani. L'apprendimento culturale puo’ dunque alterare la risposta fisiologica del nostro corpo al dolore. Conclusione la cultura può sopraffare le nostre avversioni innate di mammiferi, quando necessario e senza che noi lo sappiamo. E’ per questo che ci piacciono tanto cibi disgustosi come il peperoncino, il caffè, il vino e molti altri.

mercoledì 5 giugno 2019

Le ragioni del caribù e i pregiudizi della Ragione SAGGIO


Le ragioni del caribù e i pregiudizi della Ragione


Durante la caccia al caribù, i Naskapi del Labrador devono decidere dove andare. Il buonsenso consiglia di andare dove si è già fatta buona caccia, o dove amici e vicini hanno recentemente notato dei caribù. Tuttavia, la situazione in cui si trovano è simile al famoso gioco del “matching pennies”: i caribù non desiderano l’incontro e i cacciatori sì. Se un cacciatore mostra di avere una qualche strategia, tipo tornare dove ha fatto bottino in precedenza, allora per il caribù sarà più facile evitarlo e sopravvivere. In casi come questo la miglior strategia di caccia richiede randomizzazione delle decisioni.
E’ l’evoluzione culturale, non il calcolo, che fa emergere la strategia più efficiente. Tradizionalmente, i cacciatori di Naskapi decidono dove cacciare affidandosi alla cosiddetta “divinazione”: credevano che le ossa della spalla del caribù potessero indicare la via da seguire. Nel loro rituale la scapola veniva riscaldata sui carboni ardenti in un modo che causava la formazione di screpolature e punti bruciati del tutto casuali. Il prodotto finale veniva poi letto come una sorta di mappa con un orientamento  prestabilito. Questi rituali di divinazione possono aver fornito un rozzo dispositivo di randomizzazione che ha aiutato i cacciatori a schivare i loro “pregiudizi razionali”.
Scott Aaronson ha scritto molto su quanto sia facile prevedere le persone che decidono di procedere a casaccio. Poniamo che ti sia chiesto di scegliere più volte “testa o croce”: è molto semplice costruire un programma in grado di prevedere nel 70-80% dei casi cosa sceglierai (in genere il soggetto tende a sottovalutare le ripetizioni tipo testa-testa-testa-testa…). In questi casi, per essere davvero imprevedibili, la cosa migliore è avere una monetina e “delegare” a lei la scelta facendosi sostituire, esempio: se la lancio ed esce testa dirò “testa”. Ecco, i riti legati alla divinizzazione realizzano proprio un appalto del genere.
Mi viene in mente che i romani osservavano il volo degli uccelli per decidere quando e dove attaccare. Questo mi ha sempre colpito: ma davvero i generali rischiavano la vita di migliaia di soldati (nonché la loro reputazione) solo perché avevano notato uno strano uccello spiccare il volo proprio proprio la mattina dell’attacco? Ora posseggo un embrione di risposta: la guerra è un classico esempio in cui la strategia casuale può essere utile. Quando stai decidendo se attaccare il fianco destro o sinistro del nemico, è importante che il nemico non possa predire la tua decisione e inviare lì le sue truppe migliori. Se siete dei tipi prevedibili – e Scott Aaronson ci assicura che lo siete sempre, anche quando decidete di procedere a caso – la cosa migliore è esternalizzare la vostra decisione affidandovi, magari, proprio a quello strano uccello che avete visto stamattina.
CONCLUSIONE
razionalisti si chiedono sempre: come mai le persone non ragionano di più?
Come mai anche se fatti e logica comprovano ripetutamente che qualcosa non puo’ funzionare, la gente continuerà a farla?
L’antropologia culturale ci fornisce una risposta: praticamente per tutta la storia, l’uso della ragione conduce alla morte. Per questo allora la usiamo poco: per sopravvivere!
Una persona ragionevole avrebbe capito molto presto che le ossa sbruciacchiate di un caribù sono un oracolo inefficiente per prevedere il futuro. Avrebbe quindi abbandonato la divinazione, fallito nella caccia e morto di fame.
Risultati immagini per art caribù

giovedì 4 ottobre 2018

LINK La cultura senza il genio non va lontano

https://feedly.com/i/entry/Od/Z0OrlTBzSrJtcae1t5qtueOtvOco3UFNx6gD9Pd4=_1663ee4ff49:a00034:3df421eb


La cultura trasmette in eredità grandi saperi ma spesso blocca anche i miglioramenti. Occorre un genio per superare i blocchi.

lunedì 10 settembre 2018

CHAPTER 3 LOST EUROPEAN EXPLORERS

CHAPTER 3 LOST EUROPEAN EXPLORERS
Note:3@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@

Yellow highlight | Location: 583
Northwest Passage, a sea channel that could energize trade by connecting western Europe to East Asia.
Note:LA MISSIONE APOLLO DEL 1845

Yellow highlight | Location: 584
British raced the Russians for control of the Canadian Arctic
Note:LA VOMPETIZIONE

Yellow highlight | Location: 586
reinforced ice-breaking ships
Note:MEZZI IMPEGATI

Yellow highlight | Location: 587
desalinators,
Note:Ccccc

Yellow highlight | Location: 587
five years of provisions,
Note:Cccccc SCATOLETTE

Yellow highlight | Location: 590
the sea ice inevitably locked them in for the winter around Devon and Beechney Islands, 600 miles north of the Arctic Circle.
Note:10 MESI DI BLOCCO ...PIACEVOLE

Yellow highlight | Location: 593
it soon became clear that the ice was not retreating and that they’d remain imprisoned for another year.
Note:L INVERNO SUCCESSIVO...SORPRESA

Yellow highlight | Location: 595
nineteen months on the ice,
Note:DI FATTO

Yellow highlight | Location: 595
abandon ship and set up camp on King William Island.
Note:DECISIONE DURA

Yellow highlight | Location: 597
everyone gradually died.
Note:L UNICA COSA CHE SAPIAMO DOPO

Yellow highlight | Location: 598
crew fragmented, moved south, and cannibalism ensued.
Note:SFORZO ESTREMO...TESTIMONIANZA INUIT

Yellow highlight | Location: 599
quickly departed when they noticed the crew transporting human limbs.
Note:ESCHIMESI IMPAURITI DOPO L INCONTRO

Yellow highlight | Location: 600
Crozier made it far enough south that he fell in with the Chippewa, where he lived out his days hiding from the shame of sustained and organized cannibalism.
Note:PETTEGOLEZZO....NB I DISPERSI SI SAREBBERO SALVATI ADOTTANDO LO STILE DI VITA DEGLI ESCHIMESI

Yellow highlight | Location: 602
Why couldn’t these men survive, given that some humans do just fine in this environment?
Note:LA DOMANDA CRUCIALE...XCHÈ ZOMBI MORIBONDI TRA TANTI UOMINI ON FORMA? (INUIT)

Yellow highlight | Location: 603
King William Island lies at the heart of Netsilik territory,
Note:INFATTI

Yellow highlight | Location: 604
In the winter, they lived in snow houses and hunted seals using harpoons. In the summer, they lived in tents, hunted caribou,
Note:INVERNO INUIT

Yellow highlight | Location: 607
“lots of fat”
Note:L ISOLA X GLI INUIT

Yellow highlight | Location: 609
Franklin’s men were 105 big-brained and highly motivated
Note:GLI SCONFITTI DALL AMBIENTE OSTILE

Yellow highlight | Location: 609
environment that humans have lived in as foragers for over 30,000 years.
Note:OSTILE X MODO DI DIRE

Yellow highlight | Location: 611
to experience the environment and put those big brains to work.
Note:TRE ANNI DI ALLENAMENTI...VANI

Yellow highlight | Location: 612
highly cohesive group with a shared goal.
Note:MOLTO UNITI SOTTO F

Yellow highlight | Location: 612
the same number of mouths to feed as a large Netsilik encampment,
Note:ESIGENZE DEGLI OCCIDENTALI...NIENTE VECCHI E BAMBINI

Yellow highlight | Location: 613
Yet the crew vanished, defeated by the hostile environment and only remembered in Inuit stories.
Note:EPPURE...

Yellow highlight | Location: 615
humans don’t adapt to novel environments the way other animals do or by using our individual intelligence.
Note:LA RAGIONE DEL FALLIMENTO

Yellow highlight | Location: 616
how to use driftwood,
Note:USARE I DETRIRI X FARE ARCHI?E CACCIARE IL CARIBU…A NESSUNO VENNE IN MENTE

Yellow highlight | Location: 617
lacked the vast body of cultural know-how about building snow houses, creating fresh water, hunting seals, making kayaks,
Note:ALTRE LACUNE

Yellow highlight | Location: 622
To hunt seals, you first have to find their breathing holes in the ice.
Note:TRUCCHI...TRAMANDATI DALLA CULTURA

Yellow highlight | Location: 624
open the hole, smell it to verify that it’s still in use
Note:Cccccc IMPORTANTE CHE IL BUCO SI PRESENTI COPERTO

Yellow highlight | Location: 625
If the seal enters the hole, the indicator moves, and you must blindly plunge your harpoon into the hole using all your weight.
Note:Cccccccccc INDICATORE FATTO CON UN OSSO DELLE RENNE...RAMPONE A PUNTA STACCABILE LEGATO CON I TENDINI DEL CARIBÙ

Yellow highlight | Location: 628
harpoon is made of extra-hard polar bear bone
Note:X FARE L ARPIONE DEVI SAPER UCCIDERE L ORSO QUANDO FA IL SUO SONNELLINO IN TANA

Yellow highlight | Location: 629
you’re then in a wrestling match as you reel him
Note:DOPO AVER FICCATO LA PUNTA COMINCIA LA LOTTA

Yellow highlight | Location: 631
Now you have a seal, but you have to cook it.
Note:COMINCIANO ALTRI PROBLEMI...NN C È LEGNA X CUCINARE

Yellow highlight | Location: 632
To have a reliable fire, you’ll need to carve a lamp from soapstone
Note:PRIMA OP X AVERE UN FUOCO...OCCORRONO ANXHE GRASSO E MUSCHIO

Yellow highlight | Location: 634
You will also need water. The pack ice is frozen salt water,
Note:L ACQUA DEI GHIACCI TI DISIDRATA PRIMA

Yellow highlight | Location: 635
However, old sea ice has lost most of its salt,
Note:MA C È UN GHIACCIO SPECIALE DA RICONOSCERE X COLORE E DENSITÀ

Yellow highlight | Location: 637
These few examples are just the tip of an iceberg of cultural know-how
Note:QS SONO SOLO ESEMPI DELLA CULTURA ARTICA

Yellow highlight | Location: 638
making baskets, fishing weirs, sledges, snow goggles, medicines, or leisters (figure 3.1), not to mention all the knowledge of weather, snow, and ice conditions required for safe travel using a sledge.
Note:LA MATERIA È NFINITA

Yellow highlight | Location: 640
no one could have survived getting stuck in the ice for two years
Note:TUTTAVIA...INUIT A PARTE

Yellow highlight | Location: 641
After all, we are a tropical primate,
Note:D ALTRONDE

Yellow highlight | Location: 642
25°C (−13°F) and −35°C (−31°F),
Note:TEMPERATURA TEMPERATURE NVERNALE SULL ISOLA

Yellow highlight | Location: 642
It happens, however, that two other expeditions have found themselves also stranded on King William Island,
Note:MA ADESSO VIENE IL BELLO....UN PRECEDENTE E UNO DI POCO SUCCESSIVO

Yellow highlight | Location: 644
both crews not only survived but went on to future explorations.
Note:QUALE IL SEGRETO DEL LORO SUCCESSO?

Yellow highlight | Location: 646
John Ross and a crew of twenty-two
Note:50 ANNI PRIMA

Yellow highlight | Location: 647
three years on the island,
Note:DI FATTO

Yellow highlight | Location: 647
The secret of Ross’s success is not surprising; it was the Inuit.
Note:IL SEGRETO DEL SUCCESSO

Yellow highlight | Location: 648
he managed to befriend the locals,
Note:Ccccccc

Yellow highlight | Location: 650
learned about Inuit hunting, sealing, dogs, and traveling by dog sledge.
Note:IMPARARE COME UN BIMBO

Yellow highlight | Location: 654
Ross’s sledge expeditions during this time always included parties of Inuit,
Note:DOPO

Yellow highlight | Location: 657
lightweight sledges, based on Inuit designs,
Note:IMPIEGATE SEMPRE DA ROSS IN POI

Yellow highlight | Location: 658
Roald Amundsen spent two winters on King William Island and three in the Arctic.
Note:50 ANNI DOPO FRANK....QALTRO CASO

Yellow highlight | Location: 659
the first European to successfully traverse the Northwest Passage.
Note:SUCCESSONE

Yellow highlight | Location: 660
Amundsen immediately sought out the Inuit and learned from them
Note:PRIMA MOSSA DOPO LE ESPERIENZE PASSATE

Yellow highlight | Location: 662
beating Robert Scott to the South Pole.
Note:ALTRE DEBITO DI A.VERSO INUIT

Yellow highlight | Location: 663
“Eskimo dress in winter
Note:GRANDE CONQ...GRAZIE INUIT

Yellow highlight | Location: 665
Inuit snow houses
Note:FONDAMENTALE

Yellow highlight | Location: 669
Some hapless group of European or American explorers find themselves lost, cut off, or otherwise stuck in some remote and seemingly inhospitable place. They eventually run out of provisions and increasingly struggle to find food and sometimes water. Their clothing gradually falls apart, and their shelters are typically insufficient. Disease often follows, as their ability to travel deteriorates. Cannibalism frequently occurs, as things get desperate.
Note:PROFILO DELLA TIPICA SPEDIZIONE FALLIMENTARE

Yellow highlight | Location: 674
When some do survive, it’s because they fall in with a local indigenous
Note:LOCALI

Yellow highlight | Location: 677
humans survive neither by our instinctual abilities to find food and shelter, nor by our individual capacities to improvise solutions “on the fly” to local environmental challenges. We can survive because, across generations, the selective processes of cultural evolution
Note:MORALE

Yellow highlight | Location: 684
The Burke and Wills Expedition
Note:Tttttttttt

Yellow highlight | Location: 685
the first European trip across the interior of Australia,
Note:SEDIZIONE BURKE

Yellow highlight | Location: 688
soon had to begin eating their pack animals, which included six camels
Note:DISPERATI

Yellow highlight | Location: 690
died of dysentery.
Note:IL PRIMO

Yellow highlight | Location: 695
both of their two remaining camels died.
Note:ALTRO COLPO....CHI LA PORTA L ACQUA ORA?

Yellow highlight | Location: 699
explorers managed to make peaceful contact with a local aboriginal group, the Yandruwandrha.
Note:LA SALVEZZA

Yellow highlight | Location: 704
copied the Yandruwandrha women whom they had observed preparing the cakes.
Note:COPIARE

Yellow highlight | Location: 706
it finally seemed they had a reliable source of calories.
Note:LA SALVEZZA

Yellow highlight | Location: 709
the bowel movements caused by the nardoo:
Note:ALTRO NCONVENIENTE

Yellow highlight | Location: 714
The stools it causes are enormous,
Note:EFFETTI DEL NARDOO

Yellow highlight | Location: 718
Burke and Wills died
Note:ENTRO UNA SETIMANA

Yellow highlight | Location: 719
King managed to continue by appealing to the Yandruwandrha,
Note:LA SALVEZZA

Yellow highlight | Location: 721
nardoo is indigestible and at least mildly toxic unless properly processed.
Note:COME MOLTE PIANTE DEI CACCIATORI

Yellow highlight | Location: 723
Low levels of thiamine cause the disease beriberi, resulting in extreme fatigue, muscle wasting,
Note:COSA PROCURA L ASSUNZIONE DIRETTA

Yellow highlight | Location: 725
they grind and leach the flour with copious amounts of water, which increases digestibility and decreases concentrations of the vitamin B1-destroying thiaminase.
Note:TRATTAMENTI A CUI SOTTOPORRE IL NARDOO

Yellow highlight | Location: 726
flour is directly exposed to ash during heating, which lowers its pH
Note:SECONDO TRATTAMENTO

Yellow highlight | Location: 727
nardoo gruel is consumed using only mussel shells, which may restrict the thiaminase’s access to an organic substrate that is needed to fully initiate the B1-destroying reaction.
Note:TERZO ANTIDOTO

Yellow highlight | Location: 730
subtle and nuanced detoxification practices
Note:CIÒ CHE GLI OCCIDENTALI IGNORAVANO

Yellow highlight | Location: 733
Their chances of learning from the locals, like Ross and Amundsen did, was diminished by Burke’s flights of anger and impatience with the Yandruwandrha.
Note:COSA COMPROMISE LA SORTE DEI TRE

Yellow highlight | Location: 734
in response to their requests for gifts, he fired a shot over their heads, and they disappeared.
Note:UNA CATTIVA MOSSA

Yellow highlight | Location: 737
The Narváez Expedition
Note:Ttttttttttt

Yellow highlight | Location: 738
In 1528, just north of Tampa Bay (Florida), Pánfilo Narváez made a crucial mistake.
Note:ALTRO CASO

Yellow highlight | Location: 739
in search of the fabled cities of gold
Note:300

Yellow highlight | Location: 740
dealing treacherously with the locals,
Note:L ERRORE

Yellow highlight | Location: 745
The now-scattered Spanish parties starved, sometimes engaging in cannibalism, until they were aided by peaceful Karankawa hunter-gatherers, who had long lived along the Texas coast.
Note:DOPO UN NAUFRAGIO SU BARCHE AUTOCOSTRUITE

Yellow highlight | Location: 747
one of these groups got better at finding food, having learned from the locals to harvest seaweed and oysters.
Note:LA SOLUZIONE È SEMPRE QUELLA

Yellow highlight | Location: 749
particularly tall, robust, and healthy-looking.
Note:COME VENIVANO DESCRITTI I SELVAGGI DI QUELLE TERRE INFELICI

Yellow highlight | Location: 749
a rich and bountiful environment for hunter-gatherers, if you knew what you were doing.
Note:EVIDENTEMENTE

Yellow highlight | Location: 751
Having barely survived to arrive at this point, the remaining adventurers were promptly enslaved by these fiercer Karankawa and may have been forced into female gender roles.
Note:MEGLIO SCHIAVI CHE MORTI...LA FEMMINUCCIA

Yellow highlight | Location: 758
the foursome had managed to survive by adopting a valued social role in these aboriginal American societies.
Note:IL CASO DEI RAPITI E LA LORO ARMA DI SOPRAVVIVENZA

Yellow highlight | Location: 760
The Lone Woman
Note:Ttttttt

Yellow highlight | Location: 762
a lone young woman who found herself stranded for eighteen years in the place she grew up.
Note:IL CFR CON UN ALTRO CASO DI ISOLAMENTO

Yellow highlight | Location: 762
Seventy miles off the coast of Los Angeles,
Note:IL POSTO

Yellow highlight | Location: 763
foggy, barren, and windswept San Nicolas Island was once inhabited by a thriving aboriginal society
Note:SAN NICOLAS

Yellow highlight | Location: 764
the island’s population was dwindling, in part due to a massacre by Kodiak
Note:1830

Yellow highlight | Location: 766
During a rushed evacuation, one young native woman in her mid-twenties dashed off to search for her missing child.
Note:COME SI RITROVÒ SOLA

Yellow highlight | Location: 768
she was largely (but not entirely) forgotten.
Note:SORTE

Yellow highlight | Location: 769
this lone castaway ate seals, shellfish, sea birds, fish, and various roots.
Note:CIBO...PER 18 ANNI

Yellow highlight | Location: 769
She deposited dried meats on different parts of the island for times of sickness or other emergencies.
Note:DEPOSITI

Yellow highlight | Location: 770
bone knives, needles, bone awls, shell fishhooks, and sinew fishing lines.
Note:ATREZZI

Yellow highlight | Location: 770
in whalebone houses
Note:RESIDENZA

Yellow highlight | Location: 772
waterproof tunics by sewing together seagull skins with the feathers
Note:VESTITO

Yellow highlight | Location: 772
sandals woven from grasses.
Note:SCARPE

Yellow highlight | Location: 773
described as being in “fine physical condition”
Note:AL RITROVAMENTO

Yellow highlight | Location: 774
the lone woman promptly offered the search party dinner,
Note:AI SUOI SALVATORI.... MORI POCO DOPO IL RITROVAMENTO ON ISOPLAMENTO...NESSUNO PARLAVA PIÙ LA SUA LINGUA

Yellow highlight | Location: 776
One lone woman equipped with only the cumulative know-how
Note:L IGNORANTE ACCULTURATA

Yellow highlight | Location: 778
These diverse cases testify to the nature of our species’ adaptation.
Note:MORALE DELLE STORIE

Yellow highlight | Location: 782
While our attention, cooperative tendencies, and cognitive abilities have likely been shaped by natural selection to life in our ancestral environments, these genetically evolved psychological adaptations are entirely insufficient
Note:I GRANDI DONI....INSUFFICIENTI

Yellow highlight | Location: 783
Neither our intelligence nor domain-specific psychological abilities fire up to distinguish edible from toxic
Note:QUANTO SIAMO PICCOLI

Yellow highlight | Location: 787
Our species’ uniqueness, and thus our ecological dominance, arises from the manner in which cultural evolution, often operating over centuries or millennia, can assemble cultural adaptations.
Note:IL NS PUNTO DI FORZA

Yellow highlight | Location: 792
our abilities to learn from others,
Note:CENTRALE

Yellow highlight | Location: 795
an enduring culture-gene co-evolutionary duet
L ESITO

venerdì 7 settembre 2018

LA LEZIONE DELL'ESCHIMESE

LA LEZIONE DELL'ESCHIMESE
C’è qualcosa che non quadra nel terribile racconto della spedizione Apollo (1845): 105 inglesi tra i più preparati (big brained!), motivati e attrezzati che nella loro avanzata sui ghiacci dell’isola di Re William muoiono uno a uno esaurendo le provviste fino a mangiarsi a vicenda. E nel frattempo s’imbattono in parecchie bande di eschimesi – gente primitiva ma a quanto pare ben pasciuta che chiama quella terra “L’isola della prosperità” per l’abbondanza di risorse che offre.
E’ un classico caso in cui la cultura batte l’intelligenza: gli esploratori inglesi avevano studiato tutta la vita ma gli eschimesi in quei posti ci avevano vissuto migliaia di vite selezionando generazione dopo generazione un sapere essenziale che si chiama “cultura artica”: ma sapete quante minuzie bisogna conoscere per cacciare una foca? E per selezionare il ghiaccio da bere (colore, consistenza)? E per trovare i muschi adatti da mettere come stoppini alle lampade? E per costruire un igloo? E per fabbricare l’amo adatto ai salmoni? E per ottenere dai detriti l’arco composito con cui abbattere il caribù? E per sorprendere l'orso durante il suo pisolino? E per stanare la renna? E' un sapere così vasto che cessa di essere sapere per farsi cultura.
N.B. I contatti con gli eschimesi furono superficiali poiché, a quanto pare, questi ultimi se la davano a gambe dopo aver notato i resti umani di cui erano cariche le slitte dei cannibali bianchi.
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Questa puntata è dedicata al ritrovamento della nave Erebus. Nel 1845 due navi della Marina Britannica, la Erebus e la Terror, intraprendono una spedizione guidata dal famoso esploratore Sir John Franklin per scoprire il Passaggio a Nord-Ovest. Durante il viaggio le due navi svaniscono nel nulla, s...
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lunedì 25 settembre 2017

Una teoria della coppia

Una teoria della coppia

PREMESSA. Nella lotta evolutiva lo strumento più potente a disposizione dell’uomo è la formazione di gruppi coesi e innovativi. Per ottenere gruppi coesi e innovativi la risorsa fondamentale è la capacità di cumulare, raffinare e trasmettere una cultura.
Ed ora la teoria del matrimonio suddivisa in otto fasi temporali.
FASE BONOBO. Se in un gruppo le differenze tra individui contano poco, ha senso adottare uno stile di vita sessuale promiscuo, oltre che gestire in comune l’accudimento della prole: riconoscere i propri figli non arrecherebbe vantaggi quando il trattamento dei piccoli è di fatto parificato e nessuno ha nulla da offrire in più. Chissà che il nostro antenato non abbia conosciuto una condizione simile, magari nella sua fase semi-arboricola.
FASE GORILLA. Disceso dagli alberi sulla terra, l’uomo è chiamato da subito a difendersi da predatori sempre più temibili e al contempo a cacciare animali di taglia sempre maggiore. Nella divisione dei ruoli il grattacapo è riservato ai maschi. La forza fisica diventa un tratto distintivo, non siamo più tutti uguali. In un gioco “chi-vince-prende-tutto” il maschio dominante scaccia gli altri garantendosi un harem dedicato.
FASE SCIMPANZÉ. La forza del numero minaccia la forza del singolo che media concedendo accesso sporadico al suo harem, magari fissa anche una rudimentale gerarchia. I segregati scoprono il trucchetto e cominciano ad imparare l’arte di fare gruppo.
PRIMA FASE UMANA. Il gruppo si allarga e la strategia della dominanza diventa rischiosa: troppi potenziali nemici da cui guardarsi e troppe femmine da presidiare. La forza viene meglio investita per sedurre la compagna. Si passa dalla violenza allo scambio. Nasce la coppia e s’impone così la vicinanza: il maschio  deve avere garanzie sull’origine dei cuccioli. La parentela diventa più visibile e certificata.
SECONDA FASE UMANA. All’ espandersi ulteriore del gruppo, le competenze sociali (cultura di gruppo) e tecnologiche (costruzione di attrezzi) sovrastano la forza bruta: è con quelle che ora si seduce. Il maschio di successo è quello che segnala la capacità di trasmettere al futuro figlio il bagaglio culturale più notevole.
TERZA FASE UMANA. La convivenza in grandi gruppi richiede di maneggiare una cultura sempre più complessa. Per cultura, sia chiaro, si intende la capacità di stare bene in gruppo  e di garantirsi una buona posizione. La trasmissione della cultura accumulata richiede cervelli sempre più grandi e mammiferi dal cervello dilatato hanno infanzie prolungate. Ora, la coppia e la vicinanza dei coniugi consente di riconoscere una parentela affidabile. Attraverso la parentela allargata 1) la femmina trova un aiuto nel crescere piccoli esigenti dall’infanzia prolungata e 2) il cucciolo dispone di un repertorio più vasto potendo attingere per l’apprendimento a più persone, oltre che ai genitori. La parentela allargata, quindi, supporta e valorizza il “macro-cervello” dei piccoli.
QUARTA FASE UMANA. Il legame di coppia viene recepito nella cultura del gruppo istituendo il matrimonio.
RIEPILOGANDO: ciò che caratterizza e assicura il successo dell’uomo è la capacità di cumulare cultura, nessun altro animale possiede un linguaggio che consenta di fare altrettanto. La cultura sofisticata permette all’ uomo di vivere in gruppi sempre più vasti, coordinati e potenti. Un problema fondamentale è come trasmettere questo bene alle nuove generazioni; la soluzione del matrimonio, della famiglia e della parentela ha brillantemente contribuito ad affrontarlo.
P.S. A questa teoria evoluzionistica del matrimonio puo’ essere fruttuosamente affiancata una lettura economicista.
coppia