domenica 23 agosto 2020

meccanica quantistica update

Tre riflessioni dopo una rilettura dei documenti in archivio sul tema della meccanica quantistica.

ONDE CORPI. Nella meccanica classica una simile distinzione non ha senso poi che la funzione d'onda ovvero continua riesci a descrivere tutte le dinamiche. Se individuo una proprietà del rame quella proprietà varrà per tutti i pezzi di rame per cui il concetto stesso di pezzo di rame perderà di senso. O non verrà mai introdotto. Se dico che il rame fonde ad una certa temperatura ciò significherà che qualsiasi pezzo di rame fonderà a quello temperatura introdurre distinzioni tra i pezzi di rame non ha alcun senso punto Al contrario nel mondo subatomico la proprietà individuata per alcune particelle non varrà per altre particelle nonostante siano identiche. E per questo motivo che devo distinguere le particelle una dall'altra e di introdurre quindi concetti discreti abbandonando così la funzione d'onda in favore dei corpi o quanti punto se dico che una particella in certe condizioni andrà a destra ciò non significa che una particella identica alla prima nelle stesse condizioni andrà a destra potrebbe andare a sinistra. Tuttavia, Ciò non significa nemmeno che nel mondo subatomico regni il caos. Si nota infatti che certe regole statistiche vengono rispettate. Per esempio su 100 particelle emesse in certe condizioni 70 andranno a destra e 30 a sinistra Se ripeto l'esperimento otterrò ancora la stessa percentuale di particelle che andrà a destra e a sinistra. Parlando a livello di funzione d'onda quindi potrò descrivere questa proprietà solo in termini probabilistici.

PROBABILITÀ NELLA MECCANICA QUANTISTICA. La probabilità interviene di continuo nelle descrizioni del mondo subatomico taluno non trova nulla di strano poiché il medesimo concetto ovvero il concetto di probabilità e ampliamento usato anche nella nostra vita quotidiana. Ma Costui sbaglia poiché la probabilità che utilizziamo nella vita quotidiana rinvia sempre ad una situazione in cui l'informazione è incompleta. Se dico infatti che la mia possibilità di superare l'esame e del 80% lo dico solo perché mi mancano quelle informazioni che se avessi mi consentirebbero di formulare una previsione valida al 100%. Nella vita quotidiana probabilità e incompletezza di informazione Sono inscindibili nella meccanica quantistica invece convivono probabilità e completezza di informazione si tratta di una situazione anomala è del tutto nuova ci si pone il problema di come interpretarla?

LA NUOVA SCIENZA. A proposito del problema enunciato nel punto precedente Molti hanno ritenuto di interpretare le equazioni di schroedinger Ovvero le equazioni che descrivono lo stato quantistico in termini probabilistici come equazioni riferite al soggetto conoscente piuttosto che ad una realtà fisica. In questo caso si parla di interpretazione epistemica della meccanica quantistica. Al centro dell'interpretazione epistemica ci sta L'Osservatore Ovvero la mente umana è una rivoluzione scientifica, è una vera e propria nuova scienza. Se l'equazione mi dice che lo stato di una certa particella si può affermare con una probabilità del 70% mentre lo Stato complementare si può affermare con una probabilità del 30% io devo intendere questa affermazione come una conoscenza della mente umana in un contesto di informazione completa sarebbe un po' come assumere che la mente umana non può conoscere meglio di così. in questo modo, ovvero mettendo al centro L'Osservatore, si spiega facilmente anche il cosiddetto salto quantico o collasso d'onda. Nel momento in cui mi accerto, ovvero misuro, lo stato della particella questa conoscenza probabile salta istantaneamente al 100% o allo 0% a seconda dello Stato effettivo che osservo relativamente a quella particella. Naturalmente, questa interpretazione che può essere fatta risalire a Copenaghen e a John Von Neumann Oltre che ad Edward Wagner può essere considerato ortodossa. Più recentemente è stata proposta un'interpretazione ontica ovvero oggettiva delle equazioni di schroedinger in questo caso è la realtà stessa ad incorporare le probabilità e a generare il salto quantico si tratta evidentemente di una realtà completamente diversa da quella con cui ha a che fare senso-comune tutti i giorni è per questo che la chiamiamo realtà subatomica oppure realtà quantica.


martedì 18 agosto 2020

PERCHÉ MI SPENDO PER IL NO AL REFERENDUM COSTITUZIONALE

Molti mi hanno chiesto per quale ragione io mi spenda per il no al referendum, quando è già chiaro che stravincerà il sì. A questa domanda penso di poter fornire almeno due risposte.

In primo luogo, non so come si possa dire che vincerà il sì ancora prima di aver fatto un po’ di informazione: molti pensano che tagliare i parlamentari sia una soluzione a molti problemi. È falso, come ho già illustrato in una mia riflessione ferragostana. E se tutti coloro che ne hanno consapevolezza si spendessero per informare i loro vicini e conoscenti, forse la preannunciata vittoria del sì non sarebbe poi così scontata. Credo che difendere il corretto funzionamento della democrazia sia interesse di tutti. 

In secondo luogo, il voto sul referendum costituzionale rappresenta un banco di prova per verificare se esiste un fronte di persone (più che di partiti) che condivide un approccio pragmatico (non ideologico, populistico e qualunquistico) al problema delle riforme. Conosco e stimo militanti del PD e di Forza Italia che, in dissenso con i loro partiti, hanno già coraggiosamente dichiarato pubblicamente che voteranno no al taglio dei parlamentari. 

E va sottolineato che questo non è un no a qualsivoglia riforma costituzionale: la costituzione – nella parte in cui regola il funzionamento dell’ordinamento dello Stato – non è un feticcio intoccabile. Il no vuole essere un monito a varare riforme equilibrate. Moltissimi di noi pensano che le cose non vadano bene così e che molto sia da cambiare. Ma la Costituzione è un organismo delicato, che rischia di essere sfigurato da interventi privi di logica. Dire che il taglio dei parlamentari fa risparmiare è una menzogna: si risparmia riducendo le retribuzioni, i privilegi e gli sprechi, non riducendo la rappresentatività. Dire che tagliare i parlamentari semplificherà la politica è una menzogna: servirà soltanto a concentrare il potere politico nelle mani di un gruppo ancora più ristretto di persone. Ma non muterà nulla, se non in peggio. 

Occorre invece essere compatti nel richiedere una riforma che differenzi le competenze di Camera e Senato, che ristrutturi il regionalismo e che riduca il numero (le retribuzioni e i privilegi) non solo dei parlamentari, ma anche dei consiglieri regionali, in modo funzionale alle nuove competenze dei due rami del Parlamento e delle regioni. 

Se, ad esempio, si immagina un Senato che sia la camera delle regioni e dell’Unione europea, gli si potrà affidare, in via esclusiva, ogni decisione relativa a tali ambiti. E il numero dei suoi membri potrà essere ridotto adeguatamente, non dovendo occuparsi di tutte le vicende politiche o dell’approvazione di tutte le leggi, se non di quelle costituzionali (che manterranno il procedimento di formazione aggravato), della modifica dei trattati europei, della recezione del diritto dell’UE, delle autonomie locali e – in seduta comune con la Camera – delle elezioni del Presidente della Repubblica, dei membri laici del CSM e di un terzo dei membri della Corte costituzionale. Alla sola Camera dei deputati sarà riservato il voto di fiducia e di sfiducia verso il Governo e sarà la sede unica del potere legislativo ordinario. Anche in questo caso si potrà, con le dovute cautele, ridurre il numero complessivo dei deputati. Il tutto, però, dovrà essere equilibrato da una revisione dell’ordinamento regionale, visto che non è pensabile che possano essere mantenute in piedi 20 pletoriche assemblee regionali, 20 giunte e 20 presidenti di regione, perché tutto questo ha un enorme costo, senza portare reali e visibili benefici. Anzi, spesso ha generato solo incertezza e confusione. E, infatti, i malfunzionamenti di questo pseudo-federalismo incompiuto si sono visti durante i mesi drammatici della pandemia e si vedono, da anni, nella gestione del territorio e della sanità. 

Occorre, insomma, snellire con criterio la macchina pubblica a tutti i livelli, ma non serve farlo a colpi di sciabola menati a caso, perché il rischio è solo di autoprocurarsi delle gravi menomazioni.

lunedì 17 agosto 2020

Momento serietà.
È molto grave che con D.M. (decreto ministeriale) fonte di rango secondario, atto di tipo amministrativo e che può riguardare solo materie specifiche del Ministro che lo emana, si sia potuta disporre la chiusura di una tipologia specifica di attività (le discoteche) e si sia potuta imporre la mascherina in certe fasce orarie.
Questo rappresenta un precedente molto pericoloso.

Anche uno studenteculo scapestrato al primo anno della facoltà di Giurisprudenza sa che per limitare le libertà costituzionali è necessaria una Legge (fonte di rango primario).

Avevano detto che, dopo la proroga dello stato di emergenza, si sarebbe sempre convocato il Parlamento per adottare le nuove eventuali regole. Invece ci hanno preso in giro di nuovo, DPCM a profusione e D.M. a gogo.

È veramente paradossale che a violare in modo vergognoso e irrispettoso della Costituzione (su cui tutti i Ministri e il Presidente del Consiglio hanno giurato) sia proprio un Governo guidato da un docente di diritto e Avvvocato. 
Le cose, dunque, sono due: o Mr. Giuseppi è il classico soggetto che supera concorsi per raccomandazione e poi è na cippa, o, è in malafede e il potere gli è piaciuto assai, tanto da voler emulare zio Benito. 
Del resto la storia è ciclica, benvenuti nei nuovi anni ‘20.

mercoledì 29 luglio 2020

IL DIRITTO AL PARCHEGGIO
Supponiamo che domani il ministro Azzolina annunci che le scuole a Settembre non apriranno. C'è da scommettere in una levata i scudi, un'ondata di dissenso e indignazione da parte dei genitori.
Gelata da una simile reazione, poniamo che l'Azzolina rettifichi la posizione governativa: la scuola riaprirà ma solo con lezioni a distanza.
...Altro...
Commenti
  • Riccardo Mariani Riflettevo sul mio libro preferito dell'anno scorso e lo trovavo ingeneroso verso la scuola: non veniva abbastanza messo in evidenza la preziosa funzione di parcheggio di bambini e ragazzi https://www.amazon.it/.../B07T3.../ref=dp-kindle-redirect...
    The Case against Education: Why the Education System Is a Waste of Time and Money (English Edition)
    AMAZON.IT
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venerdì 24 luglio 2020

IMAGINE - BAMBINI PER SEMPRE
John Lennon è un artista naif, tutti gli artisti pop, chi più chi meno, sono tali. Poi, secondo me, è anche un genio. [... il motivo è presto detto, con Paul ha scritto tante belle canzoni. TROPPE per non essere considerato un genio del genere, ancora oggi scopro gioiellini regalati con noncuranza dal duo a qualche oscura formazione americana degli anni sessanta. Il genio lo riconosci anche dalla prodigalità...]
A me, poi, "Imagine" piace, si è incistata nella mia vita grazie a decenni di ascolti casuali, e non posso certo cambiare idea perché un bel mattino leggo sul giornale un'arguta analisi del testo di Marcello Veneziani che la condanna senza appello. Sì ok, posso anche sottoscrivere punto per punto, ma una canzone non si legge, si ascolta. Per anni ho goduto percependo giusto un "... you may say I'm a dreamer..." e devo ammettere che non mi ha inquietato; anzi, anch'io diventavo un po' sognatore e mi facevo cullare dal ritmo strascicato e dalla voce lisergica. Anche dopo, quando ho preso contezza dei "no countries" o della "religion too..." non sono affatto entrato in ansia. Perché? Ma perché parla John Lennon.
John Lennon è un grande artista naif, come tutti i grandi artisti pop. Cio', in buona sostanza, significa che le sue sono le parole di un bambino. I bambini dicono tante banalità ma capita spesso che le dicano in modo talmente creativo da incantarti. Da dove esca questo incanto io non lo so, gente come Lennon sì. Tanto per dire, se mia figlia si rattrista quando i suoi genitori litigano ed è felice quando amoreggiano, io mi compiaccio che sia così, mica mi preoccupo! Anzi, sento una stretta al cuore. E' tutto giusto: a disagio nel conflitto e sulle nuvole con l'amore. Poi avrà tempo per la prosa, avrà tempo di capire che contro i cattivi il conflitto è necessario e che l'amore puo' nascondere infide seduzioni. Un genio pop come Lennon forse era troppo sensibile per questo mondo, si è genialmente costruito una corazza che lo mantenesse bambino e da lì dentro, magari anche con l'aiuto di qualche droga, se ne inventa uno suo in cui è bello anche per noi ogni tanto passare una vacanza.
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Imagine - The Ultimate Collection - the audio box set: http://bit.ly/imagine-ult Imagine John Yoko - the definitive book: http://bit.ly/imaginejohnyoko Imagi...

lunedì 20 luglio 2020

soldi nella sanità, soldi sprecati  https://feedly.com/i/entry/Nkn6RK6HwBgWrvMj84SxHg63I5Wn8O87ZvoPCQT30Mw=_17347dedd0f:9118f9:93f18139

ULTIMISSIMO AGGIORNAMENTO INTERNALISMO ESTERNALISMO. RETTIFICA DEI PRECEDENTI DEFINITIVO

https://feedly.com/i/entry/YOuvNotDOLafnT+infLBJvsnPgoYrAkkYjUfQaF57o8=_1844855b44b:252fb27:53488cc6

TUTTO IL SAPERE E' SOGGETTIVO Se ritieni che un'affermazione sia vera, ti accorgerai presto che la giustificazione della tua credenza è reperibile sempre e solo nel tuo cuore. Non tutti i filosofi sono d'accordo, per alcuni di loro la giustificazione sta da qualche parte fuori dal nostro cuore (e di noi in generale). Si fanno chiamare "esternalisti". Qui bisogna evitare un equivoco diffuso tra noi profani, molti pensano di reperire la giusficazione all'esterno per il semplice fatto di affidarsi, per esempio, al "metodo scientifico", o al "metodo della chiaroveggenza". Occorre però chiedersi come mai ci si affida al "metodo X", e non si potrà che rispondere "perché mi ha convinto", dopodiché sarà chiaro che questa convinzione riguarda il mio cuore, ovvero l'interiorità del soggetto. La posizione "esternalista" è incongrua poiché conduce ad una descrizione delirante degli stati mentali del soggetto. E' compatibile infatti con conclusioni di questo tenore: "l'affermazione A mi sembra più vera dell'affermazione B ma credo a B e non ad A". Solo un pèazzo potrebbe avere un simile stato mentale. L'internalista, al contrario, giudica vero cio' che gli sembra vero. E se sopraggiungono delle prove che gli fanno cambiare idea, cambierà anche il suo stato mentale di conseguenza. Da Jacques Monod in poi la scienza ha un sacro terrore del soggetto, cosicché, i filosofi che intendono apparire come suoi paladini s'ingegnano in modo cervellotico per sostenere ancora l'idea esternalista in una battaglia impossibile se non dando un addio ideologico al senso comune (e anche ai profani che vogliono farsi una semplice idea nel merito di queste questioni). P.S. Il gergo filosofico (internalismo, soggettivismo...) è fastidioso, e qui lo evito, ma ha una sua giustificazione. Ammettiamo che un "soggettivista" nel senso descritto creda anche che le sue facoltà di apprendimento siano affidabili. In un caso del genere nulla lo distingue da un oggettivista nel senso comune del termine. Per non ingenerare equivoci i filosofi moderni - rigorosi ma barbosi - usano il termine "internalismo" anziché "soggettivismo".

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C'è un soggettivismo che si contrappone all'oggettivismo e al realismo e che, volente o nolente, flirta con il relativismo e lo scetticismo. Molti, non a torto, lo ritengono pericoloso, di solito però viene confuso con il cosiddetto internalismo e si finsce per buttare il bambino con l'acqua sporca. Facciamo un po' di chiarezza.

1) Facciamo un ripassino. Le posizioni internaliste riguardano in generale l'epistemologia e quindi, indirettamente l'etica e l'estetica. In esse si assume che la conoscenza è basata sull'introspezione: io so di sapere (coscienza di sapere qualcosa). E' questo il fondamento di tutto. La conclusione di un sillogismo è vera per inferenza dalle premesse ma le premesse iniziali sono vere perché la mia coscienza interiore lo intuisce e me lo rivela. Io ho accesso a queste informazioni. L'apparenza ESTERIORE dell'alluzinazione è la medesima della realtà, ma attraverso l'introspezione INTERIORE io posso distinguere tra l'una e l'altra. Il soggetto, alla fine è al centro di tutto, ma come si puo' ben vedere, cio' non degenera nello scetticismo, anzi, si tratta di una mossa per combattere le scetticismo: la coscienza è fondamento. L'esternalismo nega tutto questo e condiziona la conoscenza ad elementi esteriori, per esempio il fatto di aver seguito una procedura corretta. Per l'esternalismo la conoscenza è sempre inferenziale, per l'internalismo invece deriva da un accesso diretto alla coscienza, almeno in ultima analisi.

2) Se vogliamo respingere lo scetticismo non dobbiamo confondere soggettivismo e internalismo. Esempio: le cascate del Niagara sono uno spettacolo maestoso, potremmo perfino definirle "belle" ma, domanda, questa bellezza permane nel momento in cui non viene in contatto con l'occhio umano? Sembrerebbe di poter rispondere di no. Che senso ha una bellezza a prescindere dal soggetto che l'ammira? Non riesco nemmeno ad immaginarmela. Ma si puo' andare anche oltre con gli esempi, pensate a un suono, che senso ha questo concetto senza un orecchio umano che ascolta? Il suono senza orecchio sembrerebbe inconcepibile, tanto è vero che la scienza ci dice che esistono soltanto le frequenze d'onda, i suoni non sa nemmeno cosa siano, in fondo sono solo una nostra esperienza interiore, ma se noi non ci siamo. Facendo questi esempi voglio solo dire che la presenza del soggetto è indispensabile affinché certi fenomeni si concretizzino. La battaglia al soggettivismo potrebbe buttare via il bambino con l'acqua sporca, ovvero l'internalismo (fondamento soggettivo) con il

3) Affinché l'internalismo non vanifichi la sua battaglia contro lo scetticismo occorre però che si avvalga del concetto di "coscienza retta", ovvero di natura umana. L'errore introspettivo sistematico comporta quindi una nattura difettosa (perversa). Il bello, il buono e il vero esistono in potenza e la nostra mente puo' riconoscerli tramite l'intuizione introspettiva. Esempio: il soggetto trasforma una certa lunghezza d'onda in rosso, ma un soggetto daltonico la trasforma in verde. Qual è qui il soggetto "ben funzionante"? Qual è il soggetto che deve correggersi? Si tratta allora di recuperare Aristotele? Sì, ma la distinzione tra atto e potenza non è altro che il modernissimo "nulla si crea, nulla si distrugge". Ora, si tratta di capire come tarare il linguaggio: una presenza in potenza è un "esserci" a tutti gli effetti? Potremmo rispondere di no per evitare le derive mistiche di certo platonismo, ma rispondendo di no il ruolo del soggetto ritornerebbe centrale. Ecco, questo soggettivismo è quello che definirei "sano".

***

L'internalismo della conoscenza, a sua volta, non va confuso con l'internalismo della mente. Quest'ultimo è una posizione tipica sull'origine dell'intenzione e delle credenze. Se io sto davanti a un albero il fatto di sapere che sto davanti a un albero origina da un fatto esterno a me, ovvero la presenza di un albero di fronte a me. Ma se io desidero qualcosa, dove origina questo desiderio? L'internalista lo considera autentico, ovvero originato nel soggetto. L'esternalista invece dà più importanza alla componente esterna, proprio come nel caso della conoscenza fattuale che abbiamo visto nel caso dell'albero. Chiaramente c'è sia una componente interiore che una componente esteriore, ma qui si tratta di prendere partito per una delle due. In questo caso la posizione internalista è particolarmente adatta a combinarsi con l'individualismo. Detto questo ciascuno vede come una posizione internalista non rischia certo di scadere nel relativismo, anzi, è la posizione esternalista che rischia di sacrificare il libero arbitrio dell'individuo.

giovedì 16 luglio 2020

CATTOLICI LIBERTARI E PRINCIPIO DI NON IDENTITA'.

(trigger warning: post altamente provocatorio che coinvolge bambini, religione, schiavitù e consumismo...).
Prendete questa dichiarazione: se i miei genitori avessero vinto la lotteria prima del mio concepimento, sarei molto più ricco. Una dichiarazione del genere sembra accettabile, ma solo a prima vista. A guardar bene ce n'è una molto più verosimile e incompatibile: se i miei genitori avessero vinto la lotteria prima del mio concepimento, non sarei mai esistito. Non sto dicendo quello che molti a questo punto pensano, ma qualcosa di più estremo. Mi spiego: un fatto come la vincita alla lotteria avrebbe mutato radicalmente il corso degli eventi, ma la cosa più incredibile è che basta veramente poco per annichilire la nostra fragile e miracolosa identità. Invito a considerare che un evento appena diverso nella storia dei nostri genitori potrebbe spostare anche solo di qualche ora il rapporto sessuale da cui siamo nati. Gli spermatozoi del padre, così come l'ovulo della madre, sarebbe stato diverso da quello da cui siamo nati noi, il che significa che non saremmo affatto nati NOI ma qualcun altro. NOI non saremmo mai esistiti. Mi sbaglio? All'apparenza si ma se ripercorro tutti i passaggi del ragionamento non vedo errori.
Embé? Conseguenze morali? Molte. Considerate il caso del bambino schiavo.
In cambio di 50.000 euro, una coppia abbietta stipula un contratto vincolante ed esecutivo con un riccone abbietto secondo il quale concepirà e partorirà un figlio che alla nascita verrà trasferito all'uomo ricco come schiavo. Il bambino nasce e diviene schiavo del riccone per il resto della sua vita. La coppia è condannabile? Lo sarebbe se avesse recato danno a qualcuno, ma è così? Non sembra che rechi molto danno a se stessa, visto che ha liberamente scelto di comportarsi così. Di sicuro non reca danno al riccone. A guardar bene non reca danno neanche al bambino schiavo visto che se la coppia non avesse firmato il contratto lui non sarebbe neppure nato (assumo che la vita vale sempre la pena di essere vissuta anche se è dura, questo è vero soprattutto per un cattolico. D'altronde, assumo anche che lo schiavo abbia momenti di scoramento senza mai pensare al suicidio). Ma la coppia avrebbe potuto far nascere quel bambino e non venderlo al riccone?! E qui viene il bello: dal principio di non-identità ora sappiamo che se le cose fossero andate altrimenti NON sarebbe mai nato QUEL bambino ma un altro. Il bambino schiavo, alla fine, non ha alternative migliori di quelle che gli sono state fornite, diventa difficile allora vedere come ciò che la coppia ha fatto danneggi o faccia male a qualcuno, specialmente, ripeto, se consideriamo sacra la vita.

mercoledì 15 luglio 2020

IL DIO NON NECESSARIO.

Se il mondo è originariamente ben ordinato, allora Dio è necessario per spiegare quell'ordine. Se è incurabilmente disordinato, allora Dio è necessario per salvarci. Solo se la vita è un "legno storto" ma raddrizzabile con lo sforzo umano, Dio non è né un'ipotesi necessaria né un bisogno fondamentale.
IL MASSACRO DI FORT APACHE.
In questo post vorrei sostenere che il movimento politically correct recupera da sinistra pratiche tipicamente di destra ed è il degno erede dell' "esoterismo", una pratica millenaria per cui è bene che certe verità insidiose siano custodite solo da una ristretta élite. Al centro di tutto c'è una visione tragica della vita e la necessità della censura. Cerco di spiegarmi meglio partendo dal famoso film di John Ford che ho appena visto in TV.
Qui l'arrogante comandante Thursday - contro il saggio parere di York - decide scriteriatamente di assalire gli Apache disponibili alla pace, cacciandosi così in una trappola senza via di scampo. La CENSURABILITA' di questa scelta dissennata è manifesta, ma successivamente, con gli opportuni ritocchi, il capitano York – superstite insieme ad un pugno di uomini e promosso al comando del reggimento – ne farà l’apologia di fronte ad amici e cronisti ed esalterà il valore del defunto Thursday facendone un padre della patria. C'è chi ingenuamente ha visto in tutto cio' una contraddizione fordiana ma in realtà la “contraddizione” non è tale, perché Ford intende sottolineare la necessità che la leggenda prevalga sulla realtà e anche la necessità che la nazione abbia degli eroi da ammirare. Insomma, per fare in modo che il Big Country cresca forte e vitaminizzato occorre una "narrazione" che si discosti da quella realtà che York ha visto ma forse ha già rimosso.
Anche il politically correct è uno sforzo affinché la leggenda prevalga sulla realtà, nella mancata armonia tra bene e verità occorre lavorare per il bene. In questa discrasia sta tutta la sua visione tragica. Ma questo era l'atteggiamento comune sia nell'uomo antico che in quello medievale. E'sempre stato così, nulla di nuovo sotto il sole! Sarà l'illuminismo ad introdurre l' "armonia" come grande novità, in questo senso il politically correct rappresenta un tentativo di ripristinare la visione tradizionale che ci ha accompagnato per secoli, quella tipica dell'esoterismo. E quando non si ha la forza morale di ammettere la propria ipocrisia - e l'uomo moderno, condizionato dall'illuminismo, spesso tentenna - si aggiusta il tutto affermando che la verità non esiste proprio, così cessiamo anche di percepirci come falsi o reticenti.
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Sezione Notizie


martedì 14 luglio 2020

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PROBLEMI INFERNALI.

C'è chi non si limita ad affermare che anche il dannato dovrebbe poter sperare, oppure che verrà annichilito e non dovrà quindi soffrire in eterno, ma si è talmente ottimisti da arrivare a dire che nessuno sarà mai dannato in eterno.
Due problemi per l'ottimista: 1) se la dannazione non è eterna, perché mai dovrebbe esserlo la beatitudine? 2) Perché Gesù non ci ha confortato con questa buona novella ma ha piuttosto detto chiaramente il contrario?
Tuttavia, anche gli ortodossi non devono stare tranquilli, la giustificazione agostiniana della pena eterna non convince: il nostro intelletto, una volta slegato dal corpo, non potrebbe mutare idea e quindi nemmeno il suo rifiuto di dio, che diventa eterno e merita una condanna eterna. Francamente, non capisco perché mai una mente slegata dal corpo non possa mutare idea. Boh.
A questo punto mi sembra più promettente pensare all'inferno come a una pena giusta in seguito a una prova fallita. Insomma, poiché il disprezzo della grazia è di fatto un'offesa a Dio dalla gravità infinita, merita una pena infinita, e questo a prescindere dal fatto che il dannato possa pentirsi in seguito.
LICENZIARE IL FIDANZATO.

Licenziare un lavoratore è di solito molto doloroso, a volte è devastante. Ma è moralmente sbagliato?

Anche rompere unilateralmente una relazione romantica è molto doloroso, a volte devastante. Ma è moralmente lecito?

Personalmente, penso che i due dilemmi debbano avere la stessa risposta, anche se non so bene quale sia. So anche che la maggior parte delle persone non la pensa come me, sebbene non abbia mai ascoltato argomenti convincenti a sostegno della posizione mainstream.

sabato 11 luglio 2020

"DEL VIRUS SAPPIAMO ANCORA BEN POCO..."

Quando sentite queste parole le considerate pro o contro lockdown?
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