mercoledì 14 giugno 2017

Governi open source

Making Liberty Happen By Tom W. Bell

Your next government might thus resemble a city-sized corporation, with you and other residents buying shares, electing the board of directors, and so forth. Think of it as residential co-op, upgraded for the big leagues.
GOVERNO COME IMPRESA
Commercial corporate codes aim at protecting shareholder rights–not residents’ liberties. How can private governments best protect individual rights?
RESTA IL PROBLEMA DEI DIRITTI INDIVIDUALI
In double democracy, owners manage the community on a one share/vote basis while residents enjoy the power to veto select laws or officers on a one person/vote basis. Owners construct; residents correct.
IL RIMEDIO DELLA DOPPIA DEMOCRAZIA
And where will the law of private governments come from? Not from any one flag, but entirely from private, non-governmental sources. Not owned by anyone, but free to all, like GNU/Linux open source computer operating software. Hence Ulex, the open source legal operating system
DA DOVE VIENE L’IDEA DI UN GOVERNO PRIVATO? SEMPLICE, DALL’IDEA DI OPEN SOURCE

Benicomunismo

I beni comuni oltre i luoghi comuni (Policy) (Italian Edition)
Eugenio Somaini
Il tema dei beni comuni è stato portato al centro del dibattito politico e teorico dalla pubblicazione nel 2008 del rapporto della Commissione per la modifica delle norme del codice civile in materia di beni pubblici, nota come Commissione Rodotà... La Commissione portava l’impronta politica di tre figure tra loro profondamente diverse: quella di Prodi, capo del governo che l’aveva istituita, quella di Mastella, ministro della giustizia, cui direttamente faceva capo, e quella di Rodotà, che ne era il presidente.
Note: CHI INAUGURA IL DIBATTITO
il compito assegnato di esaminare in termini sistematici e razionali l’alternativa tra proprietà privata e proprietà pubblica... veniva affrontato e risolto con l’introduzione di una terza e nuova categoria, quella dei beni comuni che superano la logica proprietaria, sia quella privata sia quella pubblica....
Note:TERZA VIA
la piattaforma teorica per la successiva battaglia referendaria sull’acqua e in generale consentiva di fornire una giustificazione teorica di alto tenore a una gamma disparata di rivendicazioni da parte di gruppi desiderosi di ottenere o di conservare privilegi e posizioni di rendita.
Note:BASE TEORICA PER IL REFERENDUM SULL'ACQUA
condizione sufficiente{3} per la qualifica di un bene come comune è l’attitudine a soddisfare bisogni essenziali, definiti in termini assai ampi e indefinitamente estendibili sulla base di generici principi costituzionali come quelli di dignità umana, di sviluppo della personalità, di uguaglianza o di partecipazione democratica.
Note:CONDIZIONE SUFFICIENTE. DIGNITÀ UMANA. SVILUPPO DELLA PERSONALITÀ
beni che per loro natura sono aperti all’uso di una pluralità di soggetti e che sono esposti al rischio di esaurimento o di degrado dovuto a utilizzi o sfruttamenti incontrollati, fenomeno che è noto come tragedy of the commons.
Note:ALTRE CATEGORIA RIENTRANTE TRA I BENI COMUNI
diversi studi, in particolare quelli di Elinor Ostrom, hanno mostrato che le soluzioni classiche della privatizzazione o della nazionalizzazione non sono le sole possibili alla tragedy e che a fianco di esse ve ne sono anche altre che in senso lato possiamo definire comunitarie.
Note:GLI STUDI DELLA OSTROM
i) la qualifica come bisogni essenziali di interessi percepiti da gruppi facilmente organizzabili e mobilitabili; ii) l’effettiva mobilitazione e organizzazione politica degli stessi; iii) il ricorso privilegiato all’azione giudiziaria, in ultima analisi a livello costituzionale, eventualmente passando attraverso il livello della giustizia ordinaria; iv) l’immediata esecutività dei pronunciamenti giudiziari, direttamente nei confronti delle parti interessate, attraverso l’azione amministrativa del governo ed eventualmente anche chiamando il parlamento a tradurre in legislazione positiva la sostanza dei pronunciamenti della magistratura costituzionale.
Note:STRATEGIE BENICOMUNISTE: I GIUDICI PROTAGONISTI
Il contenuto della categoria dei beni comuni, così come viene intesa dagli autori benicomunisti, si presta a determinazioni arbitrarie e ampiamente discrezionali da parte di giudici politicamente motivati.
Note:CATEGORIE VAGHE E MAGISTRATI POLITICIZZATI
È significativo che il carattere in ultima analisi comunista del benicomunismo escluda non solo il ricorso a mezzi coercitivi ma anche qualsiasi forma di collettivizzazione della produzione, circostanze che lo rendono immune dal discredito che ha ormai irrimediabilmente colpito le forme classiche del comunismo...
Note:IMPERATIVO: EVITARE IL DISCREDITO
la nozione che gli autori benicomunisti hanno dei beni comuni non è riconducibile a nessuna delle quattro classi fondamentali e che pertanto la stessa è vuota di contenuto economico
Note:NELLA MATRICE ESCLUSIONE/RIVALITÀ LA CONCEZIONE DI BENE COMUNE NON TROVA POSTO
corrisponde invece semplicemente a una diversa distribuzione di beni che in quanto tali non sono comuni, o comunque qualificabili con un aggettivo che faccia riferimento alla loro libera accessibilità e fruibilità.
Note:SI FINISCE NEL MERO REDISTRIBUZIONISMO
«avanza la tendenza a privatizzare questa risorsa scarsa [l’acqua], trasformata in merce soggetta alla legge del mercato. In realtà l’accesso all’acqua potabile e sicura è un diritto umano essenziale, fondamentale e universale perché determina la sopravvivenza personale, e per questo motivo è condizione per l’esercizio degli altri diritti umani».{8} Questo passo potrebbe essere uscito dalla penna di Rodotà ed essere sintetizzato dalla formula “acqua bene comune” (qualifica facilmente estendibile ad altri casi contemplati dall’Enciclica), e si accompagna a un generale atteggiamento critico nei confronti del sistema della proprietà privata e dei mercati
Note:TIPICO PASSO DELLA LAUDATO SÌ
Secondo il pensiero del Papa, e in generale secondo la dottrina cattolica, il carattere comune dei beni (in primo luogo, ma non solo, di quelli essenziali) deriva dal fatto di appartenere a un ordine, quello del creato, che abbraccia tutte le creature e lo stesso mondo inanimato e deve essere rispettato in quanto voluto e amato da Dio... Da ciò deriva che le prassi richieste per rendere operativo il carattere comune dei beni implicano, secondo l’Enciclica, un generale riorientamento morale degli uomini (di tutti, anche se in primo luogo di quelli investiti di responsabilità e di potere) e non passano attraverso la combinazione di azioni rivendicative e di mobilitazioni...
Note:LA DIFFERENZA TRA IL PAPA E I BENICOMUNISTI
Questioni terminologiche
Note:tttttt
l’approccio economico qualifica (mediante aggettivi) i beni sulla base di due caratteristiche fondamentali: a) la loro accessibilità o escludibilità (e cioè la possibilità per chi li controlla di impedire l’accesso a terzi); b) la rivalità o non-rivalità nell’uso, consistente quest’ultima nel fatto che l’uso discrezionale che un soggetto ne fa non ostacola o limita per gli altri la possibilità di fare altrettanto.
Note:ESCLUDIBILITÀ-RIVALITÀ
La commedia dei beni comuni – di Gustavo Cevolani e Roberto Festa
Secondo la visione convenzionale, ampiamente influenzata dall’ormai classico articolo di Garrett Hardin sulla tragedia dei beni comuni,{96} la gestione di un bene comune affidato alla cooperazione spontanea dei membri di una comunità sarebbe inesorabilmente condannata all’inefficienza così da determinare, in molti casi, la distruzione del bene.
Note:TRAGEDIA ANNUNCIATA
Di solito, la teoria economica descrive un mondo presieduto da un governo (non, guarda caso, da diversi governi) e osserva questo mondo attraverso gli occhi del governo. Suppone così che il governo abbia la responsabilità, la volontà e il potere di ristrutturare la società in modo da massimizzare il benessere sociale; come la cavalleria in un buon film western, il governo è pronto a correre in soccorso ogni volta che il mercato “fallisce” e il compito dell’economista è consigliargli quando e come farlo. Viceversa, la teoria prevede che i singoli individui non siano minimamente in grado di risolvere problemi collettivi interagendo fra di loro. Ciò produce una visione distorta di alcune importanti questioni, sia economiche sia politiche.
Note:ROBERT SUDGEN: NIRVANA FALLACY
La proposta di sottrarre la gestione dei beni comuni al controllo degli individui, per affidarla a quello del governo, è stata decisamente avversata da una minoranza di studiosi che, a partire da Ronald Coase,{98} hanno proposto la privatizzazione integrale
Note:RONALD COASE E LA PRIVATIZZAZIONE
Per quanto ancora ampiamente adottata, la dicotomia “beni privati / beni pubblici” ha sollevato molte perplessità. In particolare si è osservato che essa appare del tutto inadeguata per l’analisi della grande varietà di ordinamenti e istituzioni che regolano la gestione dei beni comuni.
UNA DICOTOMIA CHE NON DESCRIVE LA REALTÀ
Il lavoro di Elinor Ostrom è il più rappresentativo di un intero filone di ricerca che, nel corso degli ultimi decenni, ha affiancato all’analisi teorica della gestione dei beni comuni altre forme di indagine, quali la ricerca storica e sul campo, l’uso sistematico di esperimenti economici in laboratorio e la simulazione computerizzata delle cosiddette società artificiali.

Note:ELINOR OSTROM
Tali teorie si fondano, almeno nella loro versione classica, su quello che Herbert Simon ha chiamato “modello olimpico” della razionalità,{100} per cui la società è popolata da individui dotati di capacità cognitive sovraumane e, per di più, totalmente egoisti.
Note:TEORIA DELLA SCELTA RAZIONALE
L’approccio convenzionale alla gestione dei beni comuni - Cosa sono i beni comuni
Le nozioni di rivalità ed escludibilità sono alla base della tradizionale dicotomia “beni privati / beni pubblici”. Infatti i beni privati – come un panino, un vestito, un posto auto in un parcheggio o un’ora di massaggio – sono rivali ed escludibili.
Note:BENI PRIVATI
Esempi tipici di beni pubblici sono i parchi, l’illuminazione stradale, i servizi di polizia locale e quelli di difesa nazionale.
Note:ESEMPIO BENE NÈ RIVALE NÈ ESCLUDIBILE
il fatto che un bene sia o meno escludibile o rivale è una questione di grado più che di genere: per esempio, una strada può essere non-rivale finché è poco trafficata, ma accresce il suo grado di rivalità man mano che il traffico aumenta.
Note:QUESTIONE DI GRADO
beni “a pedaggio “ (toll o club good),{110} cioè dei beni – come un’autostrada, un campo da golf, la televisione a pagamento o un programma per computer – che possono essere facilmente offerti a diversi individui contemporaneamente (sono a bassa rivalità, come i beni pubblici) escludendo allo stesso tempo chi non è disposto a pagare per usufruirne (sono ad alta escludibilità, come i beni privati).
Note:BENI A PEDAGGIO: ESCLUDIBILI E NON RIVALI
Esempi spesso citati di beni comuni sono i pascoli, le zone di pesca, quelle da foraggio o da legname, le acque, i sistemi di irrigazione, le riserve petrolifere e l’accesso alla “rete”.{111}
Note:BENI RIVALE E NON ESCLUDIBILI. I BENI COMUNI
La tragedia dei beni comuni
Consideriamo, infatti, un gruppo di potenziali utenti di un dato bene comune, per esempio un gruppo di pastori che usufruisce, ognuno col proprio gregge, di un pascolo aperto. Il pascolo può sostenere solo un numero limitato di animali: se viene sfruttato in modo eccessivo, tende a deteriorasi
Note:CASO CLASSICO: PASTORI E PASCOLI
Hardin sottolinea con toni enfatici l’ineluttabilità di questo esito disastroso, che secondo la sua analisi è futile cercare di evitare, se si ammettono alcuni presupposti riguardo al comportamento razionale degli individui.
Note:HARDIN E LA SUA TRAGEDIA
La gestione spontanea dei beni comuni
la reazione più comune alla tragedia dei beni comuni è stata quella di invocare l’intervento dello Stato.
Note:STATALIZZAZIONE
La posizione opposta (e minoritaria) propone invece di risolvere la tragedia privatizzando i beni comuni, cioè affidandone la gestione agli scambi fra individui in una cornice di diritti di proprietà
Note:PRIVATIZZAZIONE
Reputazione, fiducia, reciprocità
cooperazione spontanea dei membri di una determinata comunità nella gestione delle risorse.
Note:TERZA SOLUZIONE: SPONTANEISMO
Quando il gruppo di potenziali utenti di una certa risorsa è “amorfo” – nel senso che gli individui sono anonimi, non si conoscono e non possono comunicare fra loro – non c’è modo di sviluppare una reputazione individuale né un minimo di fiducia reciproca, e nemmeno di stabilire regole condivise e di controllarne l’applicazione... Nei casi di questo genere, la tragedia dei beni comuni è sempre in agguato: in laboratorio gli individui ottengono risultati sistematicamente inferiori a quelli ottimali;...
Note:QUANDO LA SOLUZIONE SPONTANEA FALLISCE… STUDI IN LABORATORIO
È però sufficiente che alcune delle suddette condizioni non valgano perché la trappola venga disinnescata. Nelle comunità i cui membri si conoscono, possono comunicare fra loro, accordarsi su piani a medio o lungo termine e stringere patti vincolanti, è probabile che emergano spontaneamente regole di comportamento e sanzioni che accrescono notevolmente la probabilità di evitare la tragedia dei beni comuni. I fattori cruciali per il successo della gestione spontanea di un bene comune sembrano essere quelli che favoriscono l’emergere della reputazione individuale, della fiducia e di comportamenti basati sulla reciprocità.
Note:CONDIZIONI DI SUCCESSO PER LA SOLUZIONE SPONTANEISTA: FIDUCIA E REPUTAZIONE
la ripetizione e la frequenza dei contatti e delle interazioni fra gli individui della comunità; il livello di conoscenza locale relativa alla disponibilità, allo stato di deterioramento, all’utilizzabilità e ad altri aspetti della risorsa; la facilità con cui le informazioni sull’utilizzo della risorsa e sulle conseguenze del comportamento dei singoli circolano all’interno della comunità; la presenza di regole consuetudinarie, usi e costumi di carattere tacito o locale, spesso ignorati, quando non esplicitamente “denigrati”,{117} dalla teoria tradizionale.
Note:ALTRI FATTORI CHE FAVORISCONO LA GESTIONE SPONTANEA
gli esperimenti hanno messo in luce con particolare chiarezza un fenomeno ben noto anche dagli studi sul campo: la possibilità di comunicare, di analizzare assieme la situazione e le strategie più convenienti, o anche solo di “fare due chiacchiere” per capire che genere di persone sono gli altri membri del gruppo, fa aumentare sensibilmente i livelli di cooperazione e migliora i risultati ottenuti da tutti gli individui coinvolti nell’interazione. La comunicazione faccia a faccia tende infatti ad aumentare la fiducia reciproca e la capacità di collaborare, permettendo di regola agli individui di sfuggire alla trappola della razionalità descritta da Hardin.
Note:CHEAP TALK
Le preferenze degli individui non sono solo autointeressate, ma anche “eterointeressate” (o “sociali”); ciò significa che esse non sono determinate solo dal tornaconto personale ma anche da quello degli altri individui, dal loro tipo umano e, più in generale, dal contesto sociale dell’interazione.
Note:PREFERENZE ETEROINTERESSATE
COMMENTO PERSONALE
La soluzione Ostrom è seducente ma per avere successo richiede una relazione quasi-personale tra i protagonisti, il che è possibile in piccole comunità quali quelle dei villaggi svizzeri di montagna. Ma nelle grandi società anonime della contemporaneità? Difficile rinunciare agli enormi benefici che garantiscono queste ultime.  Ad ogni modo, utile la sintesi della teoria dei beni pubblici: il bene non/escludibile e senza rivalità è bene pubblico puro (esempio difesa). La produzione di un bene non-rivale si espone a rischi di monopolio: lo stato è tenuto a regolare l’infrastruttura (esempio strade). Un bene non escludibile si espone a rischio “tragedia”, lo stato è chiamato a regolare le modalità di utilizzo (esempio pascolo).

martedì 13 giugno 2017

L'angelo del cherosene HL

Tutte le poesie: 1949-2004 (Collezione di poesia Vol. 423) (Italian Edition) by Giovanni Raboni
Giovanni Raboni (Milano, 22 gennaio 1932Fontanellato, 16 settembre 2004) è stato un poeta, scrittore e giornalista italiano appartenente alla "generazione degli anni Trenta", insieme ad alcuni dei più conosciuti nomi della letteratura italiana.
***
Giocavano al pallone, alla guerra, agli indiani. Forse dovrei dire: giocavamo; mi sembra molto probabile di aver partecipato a quei giochi, ma non ne ho nessun ricordo preciso. Quello che ricordo, invece, è di aver guardato altri ragazzi giocare. Erano giochi deliziosi. Quella finestra è, sicuramente, uno dei luoghi, o meglio delle situazioni, che mi hanno spinto a voler essere un poeta, a voler scrivere delle poesie. Per molto tempo ho pensato che una poesia dovesse essere come quella finestra. Mi sembrava che una poesia fosse un vetro attraverso il quale si potevano vedere molte cose – forse, tutte le cose; però un vetro, e il fatto che il vetro fosse trasparente non era piú importante del fatto che il vetro stesse in mezzo, che mi isolasse, mi difendesse. I giochi erano al di là del vetro, mentre io ero al di qua. Credo che non riuscirò mai a far capire la straordinaria delizia di questa situazione.
Note:PERCHÈ SONO UN POETA
un osservatorio difesissimo e trasparente… per guardare la vita – cioè, forse, per non viverla….
Note:LA POESIA PER ME
dilemma fra responsabilità e irresponsabilità della poesia di fronte alla vita
Note:DILEMMA
L’ascensore non c’era. C’era spazio da vendere per pianerottoli e scale.
Note:VECCHIA CASA. CENTRO MILANO.
sogno di felice autoemarginazione
Note:IN BOLLA
Volevamo arrivare io con la mia vista da talpa, tu simulando una zoppaggine lieve e tetra, alla spianata dove suona la banda. Sí, sapevo «soltanto marce militari»
Note:VECCHIE SOLE LA DOMENICA A MILANO
non c’è bisogno d’ombrello quando nevica dicevi togliendo con le dita manciate di neve dal colletto
Note:INVERNO MILANESE
quei nemici cosí facili da perdonare
Note:I RICCHI VISTI DA VICINO IN CENTRO A MILANO
sui loro reciproci regali da quattro soldi sulla squisita avarizia lombarda del loro pranzo del 25/12 per organo e ossi, flauto e digiuno
Note:MEDITAZIONE SUL RICCO LOMBARDO
quando l’angelo del cherosene sbatte lo sportello di mica,
Note:VERSO L'UNA DI NOTTE NELLE CASE VECCHIE DI MILANO
Fu allora (c’è chi ancora se ne pente, chi ci ricama, incosciente, stemmi di catene) che insieme, tremando, cominciammo a dubitare sediziosamente del verbo del questore.
Note:LOTTA CONTINUA
a nessuno venga piú in mente di mettersi a strillare che a bruciare il Reichstag non sono stati i comunisti.
Note:PASSARE ALL'AZIONE. SUBITO!
La tenerezza del guscio d’uovo dolcemente svuotato con la bocca
Note:OGGETTI FRAGILI
Oh fossi morto prima, nel deserto, come muoiono i cammelli che si fidano troppo del proprio gozzo!
Note:LAMENTO DEL BATTISTA
«tutto quello che posso dire della mia religiosità è che sono un non-ateo»
CREDI?
André Gide, ha detto che una delle poche prove, per lui, dell’esistenza di Dio e della divinità, della realtà del divino, stava proprio nella «insuperabile bellezza» del Vangelo, una bellezza che «non si può spiegare in termini umani».
Note:L’ESISTENZA DI DIO DIMOSTRATA: SESTA VIA
andavo a scuola, poi mi ammalavo o fingevo di ammalarmi o credevo di ammalarmi.
Note:UNO STUDENTE IRREGOLARE
Qui, diceva mio padre, conveniva venirci col coltello…
Note:NAVIGLIO PRIMA CHE LO COPRISSERO
Ma quello che hanno fatto, distruggere le case, distruggere quartieri, qui e altrove, a cosa serve? Il male non era lí dentro, nelle scale, nei cortili, nei ballatoi,
Note:MILANO BOMBARDATA
Nasce da un rimuginare mentale perlopiú. A volte è un’immagine che si insegue, a volte è un suono, un fantasma sonoro… la poesia è qualcosa che si impone a noi, non qualcosa che noi imponiamo a noi stessi o alla realtà.
Note:COME NASCE UNA POESIA?
Sparire era piú lento e facile quando tu sei sparita.
Note:IN MORTE DELLA MADRE
le spoglie del futuro
Note:IL TEMA PREFERITO
quando alle mie carezze smetterai di bagnarti,
Note:FINE DI UN AMORE
Un giorno o l’altro ti lascio, un giorno dopo l’altro ti lascio, anima mia.
Note:LUI LA MOLLA
Però sto fermo, intanto, come sta fermo un ramo su cui sta fermo un passero, m’incanto…
Note:INCANTO
Meglio che tu non sappia con che preghiere m’addormento, quali parole borbottando nel quarto muto della gola
Note:SEGRETI
Ti muovi nel sonno. Non girarti, non vedermi vicino e senza luce! Occhio per occhio, parola per parola, sto ripassando la parte della vita.
Note:UN ATTIMO PRIMA DI TORNARE A VIVERE
Un mio grande e intelligentissimo amico, Piergiorgio Bellocchio, ha dato addirittura un’interpretazione sociologica di questa mia insistenza sul tema della morte, dicendo che è il mio modo di mascherare, interpretare la cattiva coscienza della borghesia
Note:LA MORTE
Preghiere per i morti – tutta qui la mia fede? So solo che ogni sera, cosí rispondo, aguzzo la mia povera vista nel buio per scoprire chi piú m’aspetta,
Note:I MORTI
Non piú della perenta pelle in cui vive, da cui sguscerà per vivere la serpe è questo niente che ci separa, aria da foglie, gente che aspetta pallidamente di qua e di là d’una lapide, i non morti ancora dai non ancora risorti10.
Note:ETERNO RIPOSO
anche Piazza Fontana con le sue quattro piante stente e il suo perimetro sfuggente come se ormai nessuna geometria fosse non dico praticabile ma neanche concepibile piú che una piazza vera e propria è il rimpianto o il rimorso d’una piazza
Note:PIAZZA FONTANA OGGI
l’acquazzone tipicamente lombardo-prealpino del pomeriggio di Ferragosto
Note:FESTA DELL'ASSUNTA AL SACRO MONTE
I sei regolamentari barriti della sirena,
Note:ALLARME
una veglia assai piú allegramente insensata che angosciosa.
Note:GIÙ AL RIFUGIO
i gesti furiosamente immobili… piccoli, monumentali teatrini di misericordia…
Note:SCENE DI CAPPELLA
Il viaggio assurdo e rischioso che mio padre affrontava ogni sera e ogni mattina
LA TRATTA VERESE-MILANO FERROVIE NORD 1943

Né stato, né mercato: l'alpeggio svizzero e quello gapponese

COMMUNAL TENURE IN HIGH MOUNTAIN MEADOWS AND FORESTS -- Governing the Commons: The Evolution of Institutions for Collective Action (Canto Classics) by Elinor Ostrom
Törbel, Switzerland
Törbel, Switzerland, a village of about 600 people located in the Vispertal trench of the upper Valais canton,
Note:IL POSTO
For centuries, Törbel peasants have planted their privately owned plots with bread grains, garden vegetables, fruit trees, and hay for winter fodder. Cheese produced by a small group of herdsmen, who tend village cattle pastured on the communally owned alpine meadows during the summer months, has been an important part of the local economy.
Note:ECONOMIA: AGRICOLTURA PRIVATA. ALLEVAMENTO SU PASCOLI COMUNI
five types of communally owned property: the alpine grazing meadows, the forests, the “waste” lands, the irrigation systems, and the paths and roads connecting privately and communally owned properties.
Note:5 TERRENI, 5 DIRITTI
The law specifically forbade a foreigner (Fremde) who bought or otherwise occupied land in Törbel from acquiring any right in the communal alp, common lands, or grazing places, or permission to fell timber. Ownership of a piece of land did not automatically confer any communal right (genossenschaftliches Recht). The inhabitants currently possessing land and water rights reserved the power to decide whether an outsider should be admitted to community membership. (Netting 1976, p. 139)… Access to well-defined common property was strictly limited to citizens, who were specifically extended communal rights.
Note:DOCUMENTI DEL 1400: BANDITO LO STRANIERO
“no citizen could send more cows to the alp than he could feed during the winter” (Netting 1976, p. 139).
Note:QUANTE VACCHE ALL'ALPEGGIO?
Adherence to this “wintering” rule was administered by a local official (Gewalthaber) who was authorized to levy fines on those who exceeded their quotas and to keep one-half of the fines for himself.
Note:INCENTIVI ALL'ESATTORE
This and other forms of cow rights are relatively easy to monitor and enforce.
Note:FACILE APPLICAZIONE
the number of cows each family sends is the basis for determining the amount of cheese the family will receive at the annual distribution.
Note:IL NUMERO DI BESTIE È ANCHE LA BASE PER RIPARTIRE IL FORMAGGIO
The village statutes are voted on by all citizens and provide the general legal authority for an alp association to manage the alp. This association includes all local citizens owning cattle. The association has annual meetings to discuss general rules and policies and elect officials. The officials hire the alp staff, impose fines for misuse of the common property, arrange for distribution of manure on the summer pastures, and organize the annual maintenance work,
Note:L'ASSOCIAZIONE ALLEVATORI
Private rights to land are well developed in Torbel and other Swiss villages. Most of the meadows, gardens, grainfields, and vineyards are owned by various individuals, and complex condominium-type
Note:DIFFUSA ANCHE LA PROPRIETÀ PRIVATA
The inheritance system in Törbel ensures that all legitimate offspring share equally in the division of the private holdings of their parents and consequently in access to the commons, but family property is not divided until surviving siblings are relatively mature (Netting 1972).
Note:EREDITÀ A DILAZIONE
for at least five centuries these Swiss villagers have been intimately familiar with the advantages and disadvantages of both private and communal tenure systems and have carefully matched particular types of land tenure
Note:ISTITUZIONI EMERSE DA UN TRIAL AND ERROR
(1) the value of production per unit of land is low, (2) the frequency or dependability of use or yield is low, (3) the possibility of improvement or intensification is low, (4) a large territory is needed for effective use, and (5) relatively large groups are required for capital-investment activities.
Note:QUANDO È INDICATA LA PROPRIETÀ COMUNE? LE CINQUE CONDIZIONI
Switzerland, farmers use private property for agricultural pursuits and a form of common property for the summer meadows, forests, and stony waste lands near their private holdings. Four-fifths of the alpine territory is owned by some form of common property: by local villages (Gemeinden), by corporations, or by cooperatives. The remaining alpine territory belongs either to the cantons or to private owners or groups of co-owners (Picht 1987, p. 4).
Note:IL SISTEMA TORBEL È ABBASTANZA DIFFUSO… 4/5
(1) the number of animals that can be fed over the winter,5 (2) the amount of meadowland owned by a farmer, (3) the actual amount of hay produced by a farmer, (4) the value of the land owned in the valley, or (5) the number of shares owned in a cooperative. A few villages allow all citizens to send equal numbers of animals to the summer alp (Picht 1987, p. 13).
Note:LA REGOLA PROPORZIONALE SUI DIRITTI
Overuse of alpine meadows is rarely reported.
Note:EVITATA LA TRAGEDIA DEI BENI COMUNI
All of the Swiss institutions used to govern commonly owned alpine meadows have one obvious similarity – the appropriators themselves make all major decisions about the use of the CPR. The users/owners are the main decision making unit.
Note:CHI DECIDE LE REGOLE? CHI USA. NON IL CITTADINO
Many of the rules they use, however, keep their monitoring and other transactions costs relatively low and reduce the potential for conflict.
Note:IMPORTANZA DELLA REGOLA SEMPLICE. NON C'È UNA SORVEGLIANZA PROFESSIONALE
The first step is that the village forester marks the trees ready to be harvested. The second step is that the households eligible to receive timber form work teams and equally divide the work of cutting the trees, hauling the logs, and piling the logs into approximately equal stacks. A lottery is then used to assign particular stacks to the eligible households. No harvesting of trees is authorized at any other time of the year.
Note:LA PROCEDURA PER IL TAGLIO DEGLI ALBERI
Combining work days or days of reckoning (where the summer’s cheese is distributed and assessments are made to cover the costs of the summer’s work) with festivities is another method for reducing some of the costs associated with communal management.
Note:LA FESTA. NEI GIORNI DI DISTRIBUZIONE DEL PRODOTTO, DEI DIRITTI O DI LOTTERIA.
In recent times, the value of labor has risen significantly, thus representing an exogenous change for many Swiss villages. Common-property institutions are also changing to reflect differences in relative factor inputs. Villages that rely on unanimity rules for changing their common-property institutions are not adjusting as rapidly as are those villages that rely on less inclusive rules
Note:CAMBIAMENTI: L'OSTACOLO DELL' UNANIMITÀ
Hirano, Nagaike, and Yamanoka villages in Japan
Margaret A. McKean (1986) estimates that about 12 million hectares of forests and uncultivated mountain meadows were held and managed in common by thousands of rural villages during the Tokugawa period (1600–1867)
Note:QUANTIFICARE LA PROPRIETÀ COMUNE IN GIAPPONE
The villages are established on steep mountains where many microclimates can be distinguished. Peasants cultivate their own private lands, raising rice, garden vegetables, and horses.
Note:I TRE VILLAGGI GIAPPONESI. MOLTO SIMILI A TORBEL
The basis for political rights differed from one village to another. Rights were variously based on cultivation rights in land, taxpaying obligations, or ownership rights in land.
Note:IL PARAMETRO PER DISTRIBUIRE I DIRITTI VARIA
In traditional Japanese villages, the household was the smallest unit of account, but the kumi, composed of several households, was frequently used as an accounting and distributional unit related to the commons….Consequently, households with many members had no advantage, and considerable disadvantages, in their access to the commons. Population growth was extremely low (0.025% for the period 1721–1846),…
Note:FAMIGLIA UNITÀ DI BASE. DISINCENTIVO DEMOGRAFICO
The rules used in these villages, like those in the Swiss villages, were tailored to the specific environment, to the particular economic roles that various forest products played in the local economy, and to the need to minimize the costs of monitoring labor inputs, resource-unit outputs, and compliance with the rules.
Note:CRITERI GUIDA DELLA REGOLAZIONE
A village headman usually was responsible for determining the date when the harvesting of a given product could begin.
Note:FISSARE LA DATA INIZIO LAVORI
... each kumi was assigned a zone according to an annual rotation scheme, and each household had to send one, but only one adult. On the appointed day, each representative reported to the appropriate kumi zone in the winter fodder commons and waited for the temple bell as the signal to begin cutting. However, this grass was cut with large sickles, and since it would be dangerous to have people distributed unevenly around their kumi zone swinging sickles in all directions, the individuals in each kumi lined up together at one end of their zone and advanced to the other end, whacking in step with each other like a great agricultural drill team. The grass was left to dry ... and then two representatives from each house-hold entered the fodder commons to tie the grass up into equal bundles. The haul for each kumi was grouped together and then divided evenly into one cluster per household. Each household was then assigned its cluster by lottery. (McKean 1986, pp. 556–7)
Note:ESEMPIO DI REGOLA PER RACCOGLIERE IL FIENO
There were written rules about the obligation of each household to contribute a share to the collective work to maintain the commons – to conduct the annual burning (which involved cutting nine-foot firebreaks ahead of time, carefully monitoring the blaze, and occasional fire-fighting when the flames jumped the firebreak), to report to harvest on mountain-opening days, or to do a specific cutting of timber or thatch. Accounts were kept about who contributed what to make sure that no household evaded its responsibilities unnoticed. Only illness, family tragedy, or the absence of able-bodied adults whose labor could be spared from routine chores were recognized as excuses for getting out of collective labor.... But, if there was no acceptable excuse, punishment was in order. (McKean 1986, p. 559)
Note:LAVORI COLLETTIVI
Most of the villages hired “detectives” who daily patrolled the commons on horseback in groups of two looking for unauthorized users. In some villages, this position was considered “one of the most prestigious and responsible available to a young man” (McKean 1986, p. 561).
Note:DETECTIVE
One village that did not use formal detectives relied on a form of “citizen’s arrest,” and anyone was authorized to report violations.
Note:CITTADINO PUBBLICO UFFICIALE
“It was considered perfectly appropriate for the detective to demand cash and saké from violators and to use that as their own entertainment cache” (McKean 1986, p. 561). In addition to the fines paid to the detectives, violators were deprived of their contraband harvest, their equipment, and their horses.
Note:SANZIONE
The most serious sanctions that could be and occasionally were imposed involved complete ostracism or ultimately banishment from the village.
Note:PENA DI MORTE... CIVILE
Impatience with waiting for mountain-opening day was one reason.
Note:CAUSA PIÙ COMUNE D'INFRAZIONE
A second reason for rule violation sometimes was genuine disagreement about the management decisions of a village headman.
Note:DISACCORDO SULLE REGOLE
One former detective in Hirano, now a respected village elder, described how he had been patrolling a closed commons one day and came upon not one or two intruders but thirty, including some of the heads of leading households. It was not yet mountain-opening day, but they had entered the commons en masse to cut a particular type of pole used to build trellises to support garden vegetables raised on private plots. If they could not cut the poles soon enough, their entire vegetable crop might be lost, and they believed that the village headman had erred in setting opening day later than these crops required. (McKean 1986, p. 565)
Note:UN ESEMPIO DI VIOLAZIONE MASSIVA
In that instance, fines were imposed, but they involved making a donation to the village school, rather than the usual payment of saké.
SANZIONE PARTICOLARE NEL CASO DI VIOLAZIONI MASSIVE

lunedì 12 giugno 2017

Una difesa dela militanza

The Moral Distinctiveness of ‘Party ID’ By Nancy Rosenblum
***
The canonical history of political thought is a record of relentless opposition to parties as institutions and moral disdain for partisans. Parties do have one classic defender, Edmund Burke.
IL PARTITO: ISTITUZIONE ODIATA
On the Side of the Angels: An Appreciation of Parties and Partisanship
UN LIBRO A DIFESA
one is that parties are “unwholesome parts” that disfigure what should be a perfectly unified political community; another accepts political pluralism but sees parties as fatally divisive, magnifiers or creators of cleavage and conflict.
TASSONOMIA DEGLI ANTI PARTITO
Whether the aspirational perspective is subversive Socratic questioning, Humean impartiality, or a transcendent “view from nowhere,” it is the antithesis of a partisan perspective.
LA FILOSOFIA DA SEMPRE CONTO LA MILITANZA
Proponents of democratic deliberation, for example, favor specially created deliberative polls and citizens’ juries removed from conventional political arenas, with participants chosen to represent “lay citizens and nonpartisans.”
UN' ALTERNATIVA
that parties are convenient mechanisms for “reducing the transaction costs” of democracy while still insisting that voters should be nonpartisan.
QUEL CHE SI CONCEDE AL PARTITO
The Luster of Independence
A “no preference” response on a survey of political attitudes is widespread throughout advanced democracies, but the proud self-designation “independent” is unique to the United States. The positive moral resonance of independence here owes to a civic ideal of self-reliance as a virtue in economic and social life.
LA SUPERIORITÀ MORALE DELL' INDIPENDENZA
In Judith Shklar’s formulation: citizens [must] “be independent persons in both their political and civil roles, who give and withdraw their votes from their representatives and political parties as they see fit.”
JUDITH SHKLAR
To be clear: the core of independence as a political identity today is antipartisanship rather than antipartyism.
PARTITI E PARTIGIANI
“Escape from the Deadly Groove”
Progressives introduced the influential view that where the partisan is seduced or bought, the independent is a free agent. The supporters of party organizations were characterized as ignorant, inert, set in some “deadly groove”
L'ORIGINE PROGRESSISTA DEL VALORE DELL'INDIPENDENZA
“Far from being more attentive, interested, and informed, independents tend as a group to have somewhat poorer knowledge of the issues, their image of the candidates is fainter, their interest in the campaign is less, their concern over the outcome is relatively slight.”… “Pure independents” are the least interested in politics, the most politically ignorant, the lightest voters.
L'EVIDENZA: INDIPENDENZA=INDIFFERENZA
Partisans spend more not less time attending to politics and have more hooks for taking in new information. Unanchored, independents’ considerations are more likely to be chaotic and ad hoc than partisans’. They participate less.
UN CONFRONTO SPIETATO
For one, “escape from the deadly groove” does not make the independent bravely Thoreauian… There is no warrant for casting independents as Humean impartial observers, either…
There is no warrant for casting independents as Humean impartial observers, either
Nor is there warrant for viewing independents as peculiarly sensitive to Mill’s “half-truths” and to the dynamic by which every position derives its utility from the deficiencies of the other, so that truth is “a question of the reconciling and combining of opposites… and it has to be made by the rough process of a struggle between combatants fighting under hostile banners.”
LA FUGA DAI PARTITI NON È SUFFICIENTE
independents are cast as the beneficiaries and carriers of the corrections that emerge from the clash of objections by “persons who actually believe them, who defend them in earnest, and do their utmost for them.”
L' INDIPENDENTE COME PARASSITA DEL MILITANTE
Weightlessness
“We partisans” organize and vote with allies, not alone. If Ignazio Silone is right that the crucial political judgment is “the choice of comrades,” independents do not make it. Independents are as detached from one another as they are from parties. They are not sending a coordinated message… Independents do not assume responsibility for the institutions that organize public discussion… Atomism is an overworked metaphor, but it applies to independents:
GLI INDIPENDENTI NON SI COORDINANO E NON HANNO PESO
Teddy Roosevelt warned against “the deification of independence,” and what he called “mere windy anarchy” is the perennial anxiety of those who imagine independents as the hope for democratic reform.
TEDDY ROOSVELT CONTRO GLI INDIPENDENTI
I’ll give the last word on this point to Edmund Burke, who said it first: “In a connexion, the most inconsiderable man, by adding to the weight of the whole, has his value, and his use; out of it, the greatest talents are wholly unserviceable to the publick.”
BURKE SULL'ARGOMENTO
Inclusiveness
At its most basic, partisanship is identification with Democrats from Florida to California and with political competition at every level of government. No other political identity is shared by so many segments of the population as measured by socioeconomic status or religion, and partisans are not clumped tightly together on an ideological spectrum.
LA MILITANZA TI IDENTIFICA
Comprehensiveness
The second element of an ethic of partisanship and ground for appreciation is attachment to others in a group with responsibility for telling a comprehensive public story about the economic, social, and moral changes of the time, and about national security.
LA MILITANZA TI COORDINA DANDO RILEVANZA AL TUO SFORZO
Inclusiveness and a comprehensive account of what needs to be done are only possible if “we partisans” demonstrate the disposition to compromise. Compromise with fellow partisans acknowledges the larger “we.” We have only to think of political purists to underscore compromisingness as a moral disposition.
LA MILITANZA TI INSEGNA A RINUNCIARE ALLA TUA PUREZZA
The Achievement of Partisanship
drawing the lines of division and shaping the system of conflict that orders democratic deliberation and decision.
IL LAVORO DEL MILITANTE
Creating lines of division is the achievement of partisanship, the heart of introducing “power into the political world.” Politically salient positions are unlikely to be cast as Mill’s “serious conflict of opposing reasons” unless partisans do the work of articulating lines of division and advocating on the side of the angels.
GREAT DIVIDE
“the clash of political beliefs, and of the interests and attitudes that are likely to influence them,” which Rawls and other political philosophers concede is “a normal condition of human life,”
MOLTI TEORICI MINIMIZZANO LA COSTRUZIONE DEL GREAT DIVIDE
parties crystallize, coagulate, synthesize, smooth down, and mold. Creativity in politics is rarely a subject of political theory, and then it is identified with founding moments or constitutional design, higher law-making or transformative social movements, and not with “normal politics.”
MAURICE DUVERGER SU QUESTO PUNTO
The Moral Distinctiveness of ‘Party ID’
While thinking they should speak to everyone, partisans do not imagine they speak for the whole or that their victory is anything but partial and temporary.
IL MILITANTE HA COSCIENZA DI ESSERE PARTE
Skeptics of my appreciation of partisanship can be forgiven today. For several decades, party leaders often appear to want to destroy one another as an effective and legitimate opposition— even to the extent of trying to criminalize political differences.
LA CRIMINALIZZAZIONE DELL’AVVERSARIO POLITICO GIUSTIFICA IL DISPREZZO VERSO I PARTITI
What we need is not independence or bipartisanship or post-partisanship but better partisanship.
DI COSA ABBIAMO BISOGNO
Responses on Political Theory, Idealism, and Extremism - Partisanship and Political Theory
democratic politics cannot be carried on by men and women who take the independent or impartial standpoint democratic theorists typically invoke as most likely to produce good public reasoning and fair outcomes.
DIFENDERE I PARTITI È DIFENDERE LA DEMOCRAZIA. POCHE ALTERNATIVE
the dominant strands: deliberative theory, neo-republicanism, and “epistemic democracy.”… If they allow that parties are a practical necessity for organizing elections and legislatures, partisan citizens are not.
TRE CONCEZIONI CONTEMPORANEE. NESSUNA METTE AL CENTRO IL PARTITO
One of the main thrusts of Angels is the intersection between partisanship and deliberation— an absolutely crucial question in a “mixed regime.” I argue that parties themselves are arenas for deliberation; the internal workings of parties require it… Consider a moderate position that democratic theorists might take. If we understand the value of parties in the Millian sense of shaping lines of political division and staging “trial by discussion” (where does this fit in Fishkin’s typology?), we could assign partisans a modest role….
LA MILITANZA SI SPOSA BENE CON LA DEMOCRAZIA DELIBERATIVA
As Nadia Urbinati emphasizes in an earlier response to Angels, ideally parties are stable institutions that create ongoing connections between partisans and representatives.
I PARTITI FACILITANO LA COMUNICAZIONE
Leave aside my view that all politics is partisan whether or not there is a formal party system. Leave aside my view that wherever we have pluralism we will have partisanship, again, even if we do not have parties.
LA PARTIGIANERIA È INESTIGUIBILE
democratic theory today has little to do with political organization or action. It has little to do with the day-to-day business of building political associations, setting political agendas, choosing comrades, or influencing electoral and policy outcomes.
LE TEORIE CONTEMPORAMEE NON CRITICANO IL PARTITO. LO TRASCURANO
respondents have picked up on my juxtaposition of partisanship and independence. In addition, I create another division: between partisanship and other forms of political association— social movements, interest groups, “public-interest” advocacy groups, and voluntary associations in civil society that episodically enter politics.
A COSA CONTRAPPORRE IL PARTITO?
Partisans take sides on comprehensive matters of national interest. Many partisans are also advocates of particular issues, but as partisans they are more. So zealousness on behalf of a party is different from uncompromising zeal on behalf of guns or consumer protection.
MA IL PARTITO RESTA UNIVERSALISTA
One of the important aspects of parties in comparison with other forms of political association is that they are relatively open and changeable:
IL PARTITO È CONTENDIBILE
Lindsey believes that partisanship has evolved from concrete, personal political loyalty toward an affiliation based on ideology, and he judges this an improvement.
LA DEGENERAZIONE DEI PARTITI E’ INNEGABILE
After all, the origin of important European parties (socialists, Christian Democrats) was quite different; as a generalization, European parties began as ideological parties and are converging increasingly on American-style umbrella parties.
AMERICANIZZAZIONE O EUROPEIZZAZIONE? PARITO PRAGMATICO O IDEOLOGICO?
Good Enough vs. Ideal Citizens and Partisans
he echoes the disparagement of partisans on the basis of bias, ignorance, and inattention to the public interest. I’ll address the question of zeal or extremism in the next section. But how many responses from contributors address partisanship specifically, rather than citizens in general who have run amok and are selfish, inattentive to the public interest, lazy, ignorant, or biased?… It is not hard to build up a discouraging list of negatives, summed up by Larry Bartels as “unenlightened self-interest.”
L'OBIEZIONE DI LINDSAY
The comparative question is whether partisans are better or worse than others on the score of ignorance, bias, and falling off from virtue. Empirical studies suggest that on every dimension they are better than nonpartisans.
LA VERA QUESTIONE… E LA RISPOSTA EMPIRICA
The common thrust is that attitudes do shape party id, and that changing political attitudes alter political orientation. Partisanship is active, alive to the connection between preferences or attitudes and party positions. Revisionists have absolved partisans of the arbitrariness of the claim that “partisans are partisan because they think they are partisan.” Whatever deficiencies political scientists uncover, the appeal of revisionism is to tie party id to reflection on experience and responsiveness to events and therefore to undercut “blind partisanship.”
UNA VERSIONE RIVEDUTA E CORRETTA DEL PARTIGIANO: IL PARTIGIANO È SINCERO E INTERESSATO
Partisans do absorb information and revise opinions and don’t reflexively view party leaders or programs in a positive light. The “biased learning” hypothesis is rejected by Green, Palmquist, and Schickler.
IN FONDO ANCHE UN MILITANTE IMPARA. ANCHE IL MILITANTE, DENTRO DI SE’, SA QUALI SONO I SUOI PUNTI DEBOLI
“we can expect a disjuncture between what voters think of parties and the degree to which they identify with partisan groups.” As some readers will doubtless recognize from their own experience, partisan hearts and minds are not always in sync.
CUORE E TESTA DEL MILITANTE
“I believe there is an inverse relationship today between one’s commitment to both the truth and the public interest and one’s commitment to partisanship.”
OBIEZIONE: IL PARTIGIANO NON È MAI PARTIGIANO DELLA VERITÀ
Understanding Extremism
Lindsey also brings up zealousness— always a simmering element of anti-partisanship.
L'ACCUSA: PARTIGIANI=> ESTREMISTI
We should not allow this concern to trump our concern for the more widespread, enduring, and dangerous phenomenon of apathy and disengagement.
ATTENZIONE: TERZISTI=>APATICI
One example of this mindset is the faith often seen in the ability of random citizens in nonpolitical contexts to arrive at policy decisions in the public interest.
UNA FEDE INGENUA
Extremism, I argue, is a deviation from the three elements of my ethics of partisanship. Specifically, extremism refers to failure to take responsibility for mobilizing voters.
L'ESTREMISMO IN REALTA’ È UNA VIOLAZIONE DELL ETICA MILITANTE
the values or positions that partisan extremists advance are not necessarily outside the mainstream or off-center, as the spatial model would suggest. Extremism is a matter of modality. “Extremism” says that values and programs are advanced in a temper, at a register, and in a mode that is unyielding.
L’ESTREMISMO E’ SOLO UNA MODALITA’. ESISTE ANCHE L’ESTREMISMO QUALUNQUISTA
COMMENTO PERSONALE
Non so se accogliere la contrapposizione proposta “partigiano/indifferente”. Mi sembra più naturale il confronto tra modalità diverse di affrontare la politica, in questo senso chi non partecipa sta fuori. Inoltre, ci sono molti modi di impegnarsi nella vita civile, l’impegno politico è solo uno tra i tanti possibili. Per la gran parte di noi è auspicabile un impegno civile alternativo: per esempio arricchirsi facendo bene il proprio lavoro.  Detto questo, anche “creare un interesse” puo’ essere un valore. Io stesso, se mi guardo indietro, registro il fatto che la passione nasce spesso da una militanza, per quanti errori possa portarsi dietro un atteggiamento fazioso. Esempio: uno si avvicina al calcio grazie al tifo, e poi magari diventa un vero intenditore. Diciamo allora che occorre distinguere tre gradi di relazione con la politica: 1) indifferenza 2) militanza 3) indipendenza. Il terzo grado è il più nobile e – nel mondo ideale – il più diffuso. Ma per giungervi bisogna passare quasi sempre per il secondo.

Strage di Bologna - Parte seconda

La strage alla stazione di Bologna - I nemici della Repubblica: Storia degli anni di piombo (Italian Edition) Vladimiro Satta
***
3. Il problema del movente
Premesso che, storicamente, gli attentati contro impianti ferroviari erano nel repertorio di alcuni gruppi di estrema destra, la sentenza di Cassazione n. 14890/95 ha stabilito che «la strage di Bologna era oggettivamente compatibile con la strategia terroristica che in quel momento una parte della destra eversiva stava attuando
Note:LA STRATEGIA FERROVIARIA
il fallimentare attentato del 1973 al treno Torino-Roma eseguito da Nico Azzi e quelli cosiddetti minori degli anni 1974 e 1975 sulla linea ferroviaria tra Chiusi e Arezzo in ordine ai quali erano stati condannati Luciano Franci e Mario Tuti.
Note:I PRECEDENTI ATTENTATI CON CUI SI STABILIVA UN LEGAME
Le fonti da cui si ricavava la compatibilità tra l’attentato del 2 agosto 1980 e l’attività dell’ultradestra in quel periodo erano: un «manoscritto rinvenuto pochi giorni dopo la strage, in una cabina telefonica di Bologna, nel quale si rivendicava che d’ora in poi lo scopo della lotta allo Stato era quello di causare le massime perdite possibili»;31 l’allarme lanciato a luglio 1980 da un simpatizzante della destra extraparlamentare detenuto, Vettore Presilio, il quale disse di avere appreso che i fascisti progettavano un attentato contro il magistrato trevigiano Giancarlo Stiz e altre azioni clamorose non meglio specificate; le dichiarazioni rese un paio di mesi dopo la strage da Leonardo Giovagnini, direttore dell’emittente locale di estrema destra Radio Mantakas, il quale riferì che nel luglio precedente Roberto Fiore, di Terza posizione, gli aveva confidato che «i militanti erano armati e pronti a compiere azioni terroristiche».
Note:LE FONTI CHE COLLEGAVANO LA STRAGE ALLA DESTRA. POCO PROBANTI
il terrorismo, sia indiscriminato che contro obiettivi ben individuati, […] può essere indicato per scatenare l’offensiva contro le forze del regime contando sull’impressione prodotta sia sul nemico che sulle forze almeno in parte a noi favorevoli. […] È indubbio che si avrà quasi automaticamente un estendersi della lotta armata, favorita anche dalla prevedibile recrudescenza della repressione. […] Il cecchinaggio, pur valido da un punto di vista tattico, non è di per sé sufficiente.
Note:DOCUMENTO RINVENUTO A NUORO. REDATTO FORSE DA TUTI
Tuttavia la pertinenza di questo documento è discutibile, per ragioni soggettive e oggettive. Soggettive, perché gli estensori, pur essendo fascisti, non coincidono né con i condannati per la strage di Bologna né con i Nar…. nel caso della stazione di Bologna, dove sono le rappresaglie, le ritorsioni e gli ultimatum fascisti che secondo il documento avrebbero dovuto permettere di dirottare l’eventuale odio popolare verso le autorità?
Note:DUBBI
L’ennesima riprova della difficoltà di trovare un movente fascista convincente si riscontra nelle riflessioni extragiudiziali del magistrato Vittorio Borraccetti. L’autore, a conclusione di un esame critico dei moventi che teoricamente i fascisti potevano avere, si trova a ripiegare sull’irrazionalismo puro:
GIUDICE BORRACCETTI: L"IRRAZIONALISMO COME UNICO MOVENTE
Il Sismi e l’operazione «Terrore sui treni»
confezionamento di una pista investigativa da parte del capo del Sismi Giuseppe Santovito e di due ufficiali del Servizio, Pietro Musumeci e Giuseppe Belmonte. Costoro inventarono che una «fonte» del Servizio aveva preannunciato l’attuazione di un programma eversivo accompagnato da attentati dinamitardi – denominato «Terrore sui treni» – e poi, con l’aiuto del maresciallo Francesco Sanapo, fecero collocare su un treno della linea Taranto-Milano una valigia contenente materiali altamente indizianti: esplosivo dello stesso tipo di quello usato per la strage di Bologna,
Note:LA FALSA PISTA
la messinscena «Terrore sui treni» fu trattata nell’ambito della presunta costituzione di un «centro di potere arbitrario ed occulto» all’interno del servizio segreto militare, detto «SuperSismi» o «SuperEsse», a opera di appartenenti al Servizio stesso e di estranei, tra cui il cosiddetto «faccendiere» Francesco Pazienza.
Note:SUPERSISMI
Un anno dopo, in appello, gli imputati furono però assolti dall’accusa di associazione a delinquere per insussistenza del fatto, e condannati per peculato e reati minori.
Note:SUPESISMI SMONTATO
È pacifico che il contenuto della valigia del gennaio 1981 e le notizie sul piano «Terrore sui treni» messe in circolazione dagli ufficiali del Sismi erano tali da intrecciarsi strettamente con l’inchiesta sulla strage del 2 agosto 1980 e che l’intervento di Santovito, Musumeci e Belmonte configura una manipolazione, la quale va di gran lunga al di là delle renitenze del Sid a collaborare con l’autorità giudiziaria registratesi nei primi tempi delle indagini su Piazza Fontana,
Note:FATTI GRAVI. PEGGIO CHE LE RETICENZE DEL SID ALL’EPOCA DI PIAZZA FONTANA
C’è da aggiungere che anche Licio Gelli fu condannato per avere interferito nelle indagini. Nella prima decade di settembre 1980 il capo della P2 disse a un funzionario del Sisde, Elio Cioppa, che bisognava guardare all’estero invece che in Italia e secondo i giudici, ivi compresi quelli di Cassazione, i servizi segreti recepirono l’indicazione, essendo asserviti al Gelli.
Note:GELLI INTERFERISCE CONDANNATO.
Poiché della strage del 1980 sono stati dichiarati colpevoli Fioravanti, Mambro e Ciavardini, la definizione di depistaggio usata per la manipolazione effettuata dai tre uomini del Sismi nel 1981 è compatibile con la condivisione delle sentenze a carico dei neofascisti solo nella misura in cui si dimostri che «Terrore sui treni» serviva a stornare i sospetti dai futuri condannati e dal loro ambiente. Tuttavia, già nel 1986 uno fra i sostenitori della matrice fascista della strage di Bologna, il magistrato Borraccetti, notava a proposito di «Terrore sui treni», che per la verità questa creazione di falsa prova sembra almeno in parte avere avuto lo scopo di assecondare l’indirizzo delle indagini, non di smentirlo, se è vero che la collocazione della valigia su di un treno proveniente da Taranto consentiva di collegare il fatto ai soggiorni di Mauro Addis, Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, nonché di altri personaggi della destra, in quella città. […] Certo non si può non riflettere sul fatto che questo intervento dei servizi, se da una parte sembrava voler indicare agli inquirenti una pista straniera, dall’altra rafforzava l’indirizzo delle indagini verso un determinato settore della destra eversiva, quello di Valerio Fioravanti.
Note:BORRACCETTI: TERRORE SUI TRENI SEMBRA AGEVOLARE LA CONDANNA DEI NEOFASCISTI, NON OSTACOLARLA
i biglietti aerei presenti nella valigia rinvenuta il 13 gennaio 1981, pur essendo intestati a due stranieri, avevano a che fare con i Nar. I biglietti risultavano comprati a Bari da un giovane la cui descrizione fisica era associabile a Giorgio Vale, tanto che pochi giorni più tardi Santovito poté comunicare plausibilmente all’autorità giudiziaria che l’acquirente era proprio lui, persona notoriamente in contatto con Cavallini e Fioravanti, al punto che taluni giornali avevano pubblicato insieme le foto dei tre. Per giunta, da un controllo sulle prenotazioni per i voli da Milano verso Francia e Germania partiti nella stessa data dei biglietti aerei della valigia, emersero i nomi «Fiorvanti» e «Bottacin». Lo pseudonimo «Bottacin» era quasi uguale a «Bottagin», il nome recato da un documento falso usato da Cavallini quello stesso inverno e, ovviamente, «Fiorvanti» faceva pensare a Valerio Fioravanti.
Note:ALTRO ELEMENTO PER IPOTIZZARE UN'AZINE DEL SISMI CONTRO I NAR DI FIORAVANTI
Colombo rovescia la valutazione dei giudici e definisce la finzione montata dal Sismi un «impistaggio» anziché un depistaggio,
Note:IMPISTAGGIO
rispose infatti negativamente al giudice istruttore di Bologna il quale gli aveva domandato se fossero compartecipi del piano eversivo «Terrore sui treni» gli imputati della strage di Bologna Sergio Calore, Dario Pedretti, Francesco Furlotti, Aldo Semerari, Paolo Signorelli e «che parte avessero avuto i Nar» nel nuovo progetto: «È stato escluso il legame con i Nar, come è stata esclusa la partecipazione alla strage dei nominativi segnalati» scrisse Santovito all’autorità giudiziaria.
Note:MA SANTOVITO DAL GIUDICE HA SEMPRE NEGATO UN COINVOLGIMENTO DEI NAR
Rimangono inesplicati, o peggio inesplicabili, i motivi per i quali il Sismi avrebbe agito dolosamente in favore dei Nar. Fioravanti, Mambro e Ciavardini non erano Guido Giannettini, ovvero non c’erano tra loro e gli apparati di sicurezza rapporti pregressi da nascondere
Note:NON CHIARI IL MOVENTE DEL SUPERSISMI
lo scopo non era tanto di incastrare questo o quel fascista, quanto di alimentare la generica convinzione che la strage di Bologna fosse «nera». Peraltro, non a fini antifascisti: qualora per la strage di Bologna, come per quella di Peteano, fosse stato possibile instradare l’inchiesta verso gli attivisti di Lotta continua o verso un gruppo di giovani pregiudicati per reati comuni, forse Santovito, Musumeci e Belmonte avrebbero disseminato falsi indizi in direzione di questi ultimi anziché di Fioravanti
Note:OBBIETTIVO: INCASTRARE I FASCISTI. MA PER PROTEGGERE CHI?
Il terrorista tedesco Kram e la pista palestinese
In partenza, si osserva che la presenza di Kram a Bologna la mattina della strage è sicura – a differenza di quella dei neofascisti condannati – e che a lui, in quanto appartenente a un gruppo collegato al terrorismo mediorientale, si può attribuire un movente: la ritorsione, in conseguenza della rottura del patto tra Italia e guerriglieri palestinesi avvenuta con gli arresti di Ortona del 1979, il connesso arresto del giordano Saleh e la celebrazione di un processo su queste vicende davanti al tribunale di Chieti, che in primo grado aveva visto la condanna degli imputati
Note:PRESENZA SICURA E MOVENTE CERTO
Secondo la ricostruzione che prende le mosse da Kram, delineatasi nel corso dei lavori dell’ex Commissione Mitrokhin,52 l’attentato sarebbe stato eseguito dal gruppo di Carlos, formazione nata nella seconda metà degli anni Settanta e parzialmente composta da soggetti che, come il fondatore di Separat, in precedenza avevano militato nei ranghi del Fronte popolare per la liberazione della Palestina (Fplp) sotto la guida di Wadi Haddad, deceduto nel 1978.
Note:CARLOS
Carlos, invero, nega responsabilità sue e dei suoi uomini nella strage di Bologna, ma al tempo stesso dice che alcuni di essi videro Kram, «un insegnante comunista di Bochum» che dunque conoscevano, uscire dalla stazione di Bologna «pochi istanti prima dell’esplosione».56 Se avevano visto Kram, significa che erano lì anche loro.
Note:CARLOS NEGA MA...
La presenza di Kram a Bologna la mattina dell’attentato
Kram ha raccontato alla stampa e nel testo consegnato agli inquirenti che ai primi di agosto 1980 era in vacanza, contava di fermarsi a Milano e a Firenze da amici conosciuti durante suoi precedenti soggiorni in Italia e aveva fatto tappa a Bologna casualmente… Inoltre ha fatto notare che viaggiava con documenti autentici, cosa alquanto strana per uno che è in trasferta al fine di compiere un grave atto terroristico. I magistrati Alfonso e Cieri, però, giudicano incomprensibile il mancato soggiorno di Kram a Milano e la sua immediata ripartenza da lì, hanno accertato che nessuna corriera fece servizio da Bologna a Firenze nel giorno indicato dall’indagato
Note:A BOLOGNA IN VACANZA?
Kram, nel 1980, ancora non era latitante (lo diverrà nel 1987). La polizia della Germania Ovest lo sospettava di essere un fiancheggiatore del gruppo armato Rz e già dal 1979 aveva chiesto a quella italiana di tenere d’occhio l’uomo in occasione dei suoi movimenti nel nostro Paese, come riferì lo stesso Kram a «il manifesto» nel 2007. Ciò significa che egli, tornando in Italia nell’estate 1980, sapeva che poteva capitargli di essere sottoposto a un controllo, come in effetti avvenne il 1° agosto al valico di Chiasso, in ingresso dalla Svizzera.
Note:PERCHÈ VIAGGIAVA CON DOCUMENTI AUTENTICI?
Il movente palestinese
Qualora l’attentato fosse stato effettivamente eseguito da Kram, il movente dei suoi eventuali mandanti sarebbe la punizione dell’Italia per avere sequestrato i missili di Ortona e avere arrestato e condannato Saleh e i suoi complici, in violazione del «lodo Moro».
Note:MOVENTE: VIOLAZIONE DEL LODO MORO
dopo l’arresto degli autonomi e del giordano [Baumgartner, Nieri, Pifano e Saleh] il Giovannone fu veramente preoccupato per le reazioni palestinesi e pervenne a suggerire, dopo che [il 25 gennaio 1980] i predetti furono condannati, di adottare forti riduzioni di pena, […] diversamente sarebbero ripresi gli attentati in Italia, anche senza la loro etichetta.
Note:TESTIMONIANZA DEL DIRETTORE DEL SISMI ALL' EPOCA
al tribunale di Chieti una lettera, messa agli atti il 10 gennaio. La missiva affermava che: i lanciamissili erano di proprietà dello Fplp; non era intenzione di nessuno usarli in Italia, bensì si trattava di un trasporto verso l’estero;
Note:IL FRONTE RIVENDICA I MISSILI
Il 15 gennaio l’Ucigos trasmise alle questure di Roma e di Bologna un appunto, pervenuto da «fonte qualificata», nel quale si parlava di contatti informali tra il fondatore dello Fplp George Habash e «ambienti diplomatici arabi» per «far pressione sul governo italiano al fine di ottenere la liberazione di Saleh» e si avvertiva che il leader palestinese «non escluderebbe il ricatto terroristico» pur di averla vinta.
Note:PRESSIONI
«sulla base di precise direttive del Governo di cui erano al corrente tutti i Ministri prendemmo contatti con i Palestinesi dei vari gruppi e ci accordammo per evitare attentati che coinvolgevano l’Italia; […] in questi accordi era compreso un patto di tolleranza da parte dell’autorità italiana nei confronti di patrioti palestinesi»
Note:LODO MORO
Giovannone suggerì di «adottare forti riduzioni di pena» a beneficio dei condannati, perché altrimenti «sarebbero ripresi gli attentati in Italia». Lo Fplp, continua Di Napoli, «avallò la tesi del Giovannone», avvertì che «sarebbe stato vano, da parte dell’Italia, ogni appello a Fatah» per scongiurarli e «fece richiesta di clemenza».
Note:CHIESTE FORTI RIDUZIONI DI PENA PER SCONGIURARE ATTENTATI
Il 2 agosto, a un mese esatto dall’inizio del processo di secondo grado, ci fu la strage. Dato che dopo il 2 agosto 1980 non ci furono altri gravi attentati esplosivi fino a quello del 1984 (bomba sul treno 904) al quale lo Fplp è comunque totalmente estraneo, è più ragionevole supporre che i palestinesi abbiano provvidenzialmente rinunciato ad attuare le loro documentate minacce, o supporre che la strage di Bologna sia opera loro?
Note:BOLOGNA. UNICO ATTENTATO PAPABILE
Un’amnesia collettiva
La prima discussione in Parlamento sulla strage di Bologna si svolse il pomeriggio del 4 agosto in Senato, dove il presidente del Consiglio Cossiga si sbilanciò in favore di una matrice nazionale di estrema destra.
Note:COSSIGA TRASCURA I PALESTINESI
Fece però eccezione l’intervento del missino Michele Marchio, il quale domandò «a che punto sono le indagini sulle responsabilità che senza dubbio incombono sul cittadino giordano residente a Bologna (che fu arrestato assieme a Pifano) dove esiste un’organizzazione terroristica di cittadini giordani, che si fanno passare per volenterosi studenti»,
Note:L'ECCEZIONE MISSINA
l’unica pista internazionale prospettata fu una pista libica, secondo la quale la bomba di Bologna poteva essere una terribile risposta di Gheddafi alla firma di un trattato tra Italia e Malta, avvenuta proprio il 2 agosto, che ledeva gli interessi libici nell’isola. Nell’ipotesi che il mandante fosse Gheddafi, avanzata dal ministro Antonio Bisaglia e in seguito sostenuta vigorosamente dal sottosegretario Giuseppe Zamberletti, Bologna sarebbe stata una replica di un messaggio inutilmente già lanciato con il disastro aereo di Ustica.
Note:LA PISTA LIBICA
Saleh, Kram e le autorità italiane dopo la strage
Il caso di Saleh, che a livello pubblico sembrava dimenticato, fu riaperto riservatamente nel 1981. Una nota Sismi del 15 luglio affermava che il magistrato della procura di Roma Domenico Sica, durante i primi mesi dell’anno, si era incontrato in Libano con esponenti dello Fplp… E questa volta andò diversamente rispetto agli avvertimenti del 1980: il 14 agosto l’arabo uscì di prigione, sebbene la sua libertà fosse parziale, in quanto per un certo tempo gravò su di lui l’obbligo di firma presso la questura di Bologna.
Note:1981 SI RIAPRE IN GRAN SEGRETO IL CASO SALEH
Il processo di secondo grado a Saleh si concluse il 18 gennaio 1982, con una condanna a cinque anni di reclusione (due meno di quelli inflittigli in primo grado) e nel 1983 l’arabo, il quale avrebbe dovuto scontare una pena residua di un anno e tre mesi, si rese irreperibile.
Note:SALEH CONDANNATO CON SCONTO. POI IRREPERIBILE
Kram non era fascista, al contrario era di estrema sinistra e per giunta, all’epoca, non si avevano indizi idonei a mettere in relazione il tedesco con il terrorismo mediorientale tramite l’organizzazione di Carlos. Non di meno, Kram era pur sempre l’unico personaggio sospetto sicuramente presente nel luogo sbagliato
Note:KRAMM. PERCHÈ NON SI INDAGÒ OLTRE?
Le valutazioni degli inquirenti bolognesi
«l’esistenza del “lodo Moro”» o comunque di un accordo «la cui violazione avrebbe indotto la reazione stragista non ha trovato alcuna conferma precisa nelle indagini della polizia
Note:PERCHÈ LA PISTA PALESTINESE È SATA ACCANTONATA? DUBBI SUL LODO MORO
il coinvolgimento del gruppo Carlos nella ideazione ed esecuzione della strage non hanno trovato alcuna conferma indiziaria
Note:SECONDO MOTIVO
L’ipotesi di coinvolgimento del gruppo Carlos, a ben vedere, passa non solo e non tanto attraverso Saleh, quanto attraverso Kram… La presenza di Kram nel posto sbagliato al momento sbagliato, storicamente accertata e priva di adeguata giustificazione da parte dell’interessato, costituisce appunto un indizio.
Note:MA
La presenza di Kram nel posto sbagliato al momento sbagliato, storicamente accertata e priva di adeguata giustificazione da parte dell’interessato, costituisce appunto un indizio.
INDIZIO CHIARO
L’esistenza di un accordo convenzionalmente chiamato «lodo Moro» e i suoi contenuti sono stati illustrati ampiamente in altre pagine di questo volume e non occorre ripetersi, bensì fare presente che c’è già una cospicua produzione storiografica, pubblicistica e parlamentare al riguardo. Si tratta perciò di una materia per la quale non ha senso rimettersi invece a nuove indagini da parte della polizia giudiziaria, né affidarsi alla memoria di taluni politici o ufficiali del Sismi… Purtroppo, quando Alfonso e Cieri hanno avviato le loro indagini Moro, Giovannone, Pennacchini e i pochi altri che sapevano tutto erano ormai scomparsi e non potevano più rispondere alle domande
Note:IL LODO MORO ESISTE. POCHI DUBBI
L’assenza di una versione scritta del «lodo Moro», con ogni probabilità, era una precauzione originata dalla consapevolezza che l’accordo aveva contenuti incompatibili con l’ordinamento giuridico italiano.
Note:IL LODO NON ERA UNO SCRITTO. OVVIO.
Se poi si accoglie l’idea che la finzione «Terrore sui treni» sia stata un depistaggio sì, ma ai danni di Fioravanti e Mambro invece che a loro beneficio, ecco che la volontà di nascondere la matrice palestinese pur di non provocare un terremoto diplomatico fornisce pure una spiegazione della condotta di Santovito, Musumeci e Belmonte, più credibile del semplice peculato.
Note:NASCONDERE LA MATRICE PALESTINESE
Alfonso e Cieri attribuiscono valenza contraria alla pista palestinese pure al fatto che lo Fplp non rivendicò l’attentato del 2 agosto 1980.
Note:PERCHÈ NESSUNA ROVENDICAZIONE?
Infine, Alfonso e Cieri ritengono che vi sia una «manifesta sproporzione» tra la strage di Bologna e l’arresto di «un dirigente non di primo piano, qual era Abu Anzeh Saleh» unito al sequestro di due missili.
Note:SPROPORZIONALITÀ
il punto in cui si asserisce la sproporzione tra strage di Bologna e arresto di Saleh è l’unico nel quale l’uomo viene definito una figura di secondo piano (pag. 67), mentre altrove egli era indicato come il numero uno dello Fplp in Italia (pagg. 56, 57, 68, 69 e 70).
Note:L'IMPORTANZA DA SALEH
L’altro termine della presunta sproporzione, le vite umane perse a Bologna, è per la nostra sensibilità un valore immenso. Purtroppo, però, non lo è affatto per le organizzazioni terroristiche. La storia pluridecennale del terrorismo mediorientale – e non solo mediorientale – dimostra a iosa che nella mentalità dei suoi protagonisti il fine giustifica qualunque mezzo,
Note:LA VITA UMANA PER UN TERORISTA
Due verità e un paradosso
Come si è visto, sulla strage di Bologna abbiamo finora: una verità definitiva che condanna i neofascisti nonché una richiesta di archiviazione per la pista palestinese, in sede giudiziaria; seri motivi di perplessità sulla responsabilità dei condannati nonché molti elementi in direzione delle organizzazioni palestinesi, sotto il profilo storico.
RIASSUNTINO