mercoledì 25 febbraio 2015

Famiglia sentina di tutti i mali

Regolarmente si sente dire che l' x% del delitto xy avviene "in famiglia". Al che noi si dovrebbe tutti restare a bocca aperta stupendo di quanto la famiglia sia sentina di tutti i vizi.

Io mi chiedo invece il contenuto informativo di un simile messaggio. E mi spiego meglio con un paradosso, se uno ci dicesse che il 100% dei delitti che conosciamo avviene sul pianeta terra ci metteremmo a ridere per una sortita tanto sciocca. Ebbene, perchè escludere che l' affermazione sulla famiglia di cui sopra sia solo un po' meno sciocca? In fondo gran parte delle nostre relazioni si sviluppano in famiglia, gran parte delle motivazioni che armano la mano di un assassino possono nascere solo in seguito ad uno stretto rapporto sul genere di quello familiare, e dirò anche che per i delitti passionali non c' è deterrenza che tenga, lo strumento della pena è inefficace come lo è quello della polizia che in certi luoghi non ha accesso. Ebbene, tenuto conto di questo, mi piacerebbe conoscere il contenuto informativo di quell' x%. Qualcuno ne sa qualcosa?

Il tabù dell'antisemitismo discrimina gli arabi?

Il tabù dell'antisemitismo discrimina gli arabi? Una tesi ed un commento per discutere | noiseFromAmeriKa:



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martedì 24 febbraio 2015

Volontà, IQ e coscienza (vedi anche anima e riduzionismo)


  1. cause del successo: intelligenza e volontà. Esperimento del marshmallow
  2. l' intelligenza è rigida mentre la volontà si puo' allenare
  3. il self control - temperanza - è la virtù più sottovalutata, se dobbiamo vantarci scegliamo di parlare d' altro, se vogliamo denigrare pure.
  4. la volontà è un muscolo: ha senso allenarlo ma i benefici sono temporanei. Cio' che fa durare sono le motivazioni che spingono a perdurare negli "allenamenti"
  5. la religione e il self control sono legati a doppio filo, il discorso sulle motivazioni è centrale. Ci si astiene perché ci si distrae non per una pura forza di volontà a se stante. Ma per distrarsi bisogna avere qualcos'altro a cui interessarsi, qualcos' altro che si ritiene importante.
  6. viviamo in anni di tentazioni (la vita in rete è esemplare) e l' importanza del sc cresce e i vittoriani, con il loro self help, si vendicano di oscar wilde
  7. riabilitazione del filisteo: magari ha perso la fede e millanta ma capisce l' importanza di sottoporsi ad una disciplina morale, per quanto formale
  8. la volontà non ha goduto sempre di buona stampa, due motivi: 1) eccessi vittoriani e 2) il senso del dovere in guerra ha creato parecchi guai. Da qui il suo declino.
  9. La volontà è stata sostituita dall' autostima. Eppure gli scolari USA hanno molta più overconfidence di quelli coreani anche se nei test di matematica non si direbbe.
  10. oggi sembra che il self control serva a migliorarci ma nasce con funzioni sociali: attendere che si cibi chi ha status superiore
  11. le scimmie più simili all' uomo possono programmare giusto per 20 minuti: il tempo che ci mette il maschio alfa a sfamarsi.
  12. l' uomo sa che se mangia una fetta di torta non ingrassa ma non la mangia ugualmente perché sa generalizzare e vede gli effetti nocivi a lungo termine, questa è una caratteristica sua propria e spiega come self control e coscienza siano connessi. Vedi Libet e Mele.
  13. perchè alcuni psicologi hanno privilegiato l' inconscio? Perchè suddividendo il tempo in microintervalli si sono limitati ad osservare le cause immediate nei singoli microintervalli, senonché la coscienza è il potere di connettere tutti i segmenti di tempo.
  14. per dar conto della volontà cosciente occorre una teoria della mente che non sia quella classica che equipara la mente a un computer (teoria dell' informazione processata)
  15. alcolisti anonimi: funziona almeno quanto i trattamenti professionali, perché? 1) offre un essere superiore in cui credere 2) parcheggia gli alcolisti in posti sicuri 3) offre un contesto sociale favorevole (dei pari che ti ammirano se smetti anziché se bevi). 4) offre verifiche e costante monitoraggio.
  16. Hive Mind: How Your Nation's IQ Matters So Much More Than Your Own di Garett Jones - greg cochrane
    • tesi: il miglior fattore pervisionale di sviluppo per un paese è l' IQ medio dei suoi abitanti
    • certo contano le risorse naturali, le istituzioni ma l iq resta in testa
    • in un mondo senza comunismo l iq conta ancora di più
    • come si alza? boh
    • i problemi arrivano cpon le policy suggerite: limitare l' immigrazione degli stupidi: lasciamo che gli intelligentoni lavorino tra loro, poi distribuiamo il loro tesoretto. impraticabile, il libro non verrà neanche letto.
    • perché una simile ovvietà non è presa in considerazione: perché non piace
    • eppure è vera. è vera fin dall'età del bronzo: è da allora che gli stessi paesi dominano (vedi jared diamond)
    continua
  17. Hive Mind di  Garett Jones
    • dato empirico: il costo iq pesa poco sul vs reddito, l iq medio della nazione pesa molto di più sul pil
    • perché? alcune ipotesi:
    • 1 gli stupidi copiano gli intelligenti cosicché si comportano da intelligenti
    • 2 l intelligente risparmia di più. più risparmio più capitale, più produttività, anche per gli stupidi
    • 3 gli intelligenti sono più cooperativi, dal che guadagnano anche gli stupidi
    • inconveniente: ma questi benefici dovrebbero riflettersi sul reddito degli intelligenti e degli stupidi. se l'intelligente fa andar meglio la baracca chiede di essere pagato per questo
    • possibili spiegazioni:
    • c' è un fallimento di mercato: le aziende e i club privati non si accorgono di qs benefici e non pagano per averli
    • c'è un fallimento di governo: le esternalità vanno oltre i poteri privatistici e il governo non riesce a compensarle
    • prediligo la seconda ipotesi
    • immigrazione: filtrare solo immigrati ad alto iq
    • obiezione: se il meccanismo di trasmissione dei benefici è la politica basta non dare diritti attivi/passivi agli immigrati.
    • l'iq personale è legato molto alla performance e poco al reddito. perché? due ipotesi: 1) informazione imperfetta 2) mentalità egalitarista
    • iq gap tra razze. non sembra citata l'evidenza più ovvia: adozioni di fratelli separati. non
    • pericolo del libro: fomenta un iq-nimby e restrizioni all immigrazione
    • conseguenza politica: l' iq dei politici è particolarmente importante per le esternalità che crea
    • conseguenza scuola: iq test contro test tradizionali: favorire i primi, sono più credibili
    • un problema statistico: puo' darsi che il paradosso dell' iq sia esagerato dal fatto che i dati siano raggruppati ad hoc. puo' darsi cioè che il ruolo della varianza dell iq sia sottovalutato: un paese con iq medio basso ma grande varianza potrebbe non risentire così tanto della sua media
    • tre spiegazioni: 1) prossimità 2 cultura 3 politica
    • prossimità: 1 capitale per lavoratore 2 o-ring production
    continua
  18. Hive Mind di Garett Jones
    • Intro
    • di cosa nn si parla: di come alzare l iq
    • tesi: l iq xsonale spiega una piccola parte del tuo extra reddito ma l iq medio della nazione spiega gran parte dell extra reddito
    • alto iq più pazienza più risparmi più memoria più cooperat. maggiore capacità a risolvere probl complessi. più alti più reattivi...
    • soluzioni win win e soluzioni grabbing. iq più propenso alle prime
    • alto iq nazionale iqn: meno corruzione più strade più investimenti privati
    • iq europa asia africa...
    • la più importante risorsa naturale di un paese è la mente dei cittadini
    • tesi: la compagnia degli intellis giova più che essere intellos
    • eric hanusheck: la discrepanza tra iqn e iqp segnala che l iq spuega poco dello sviluppo
    • jones: il gap segnala un fattore moltiplicativo dell iq
    • iq predice molto meglio degli anni scolastici.
    • limite: dura standardizzare un test iq. dura calcolare il pil nazionale
    • l iq è il test migliore xchè nn influenzato dalla scuola e dalle conoscenze
    • come isolare e soppesare l import di iq rispetto ad altre var.? regressione a variabile multipla
    • Cap1 il test iq
    • il fatto: le abilità cognitive sono correlate tra loro
    • oggi un test iq ha 12 subtest
    • g è il fattore teorico che garantisce la correlazione. intelligenza generale
    • g: capacitá di risolvere problemi applicando il metodo deduttivo
    • a g si sommano le specifiche abilità in materia
    • ragionare in termini di media: i benefici della semplificazione. pil temperatura corporea
    • il test:
    • 1 domande tipo xchè ci sono le stagioni
    • 2 ripetere una lista di numeri appena sentiti
    • 4 puzzle
    • 5 traduzione transcodifica
    • 6 matrici di raven
    • gli esiti sono correlato x cui a volte basta 6: 1 nn serve un tester x candidati 2 nn sono content specific
    • correlazioni: 1 xfette o quasi 2 robusta 3 modesta 4 debole
    • 1: il vs iq oggi e tra 5 giorni
    • 2 il vs iq oggi e tra 20 anni
    • 3: tra raven e abilità linguistiche
    • 4: tra iq e altezza
    • 3 tra iq e grandezza del cervello
    • iq senza test: brain size. ma domani misureremo solo le aree più pertinenti. importante xchè i test potrebbero essere biased
    • 4: tra iq e riflesso veloce
    • 3: tra iq e tempo d ispezione capire la forma di un immagine flash
    • conclusione: l iq nn sembra una velocità. c è di più.
    • iq prevede se sarai un buon lavoratore?
    • almeno quanti i colloqui più accurati
    • più la misura della qualità è oggettiva più l iq test è buon previsore.
    • iq e salari sono abbastanza connessi. assunto: i salari rispecchiano la produttività. spesso però w riflette il rischio che ci si assume
    • oggi l intelligenza paga di più? no. ha sempre pagato.
    • iq e intelligenza emotiva sono correlati in modo modesto ma reale
    • per il successo xsonale iq conta più di eq (considera che sono connesse)
    • Cap3 effetto flynn
    • come si alza l iq? nessuno lo sa. ci sono solo ipotesi. una cosa è certa: l iq si alza è flessibile
    • flynn: test dell us army
    • lynn: giappone
    • il flynn effect fi è maggiore x i test astratti
    • ipotesi flynn: il contesto conta e noi viviamo in una brain society. facciamo continuamente test similu all iq test
    • origini della scoperta del fe: la voglia di replicare a jensen x il quale iq era rigido. se l argomento iq fosse stato tabu niente scoperta del fe.
    • le cause del gap iq tra paesi. ipotesi
    • 1 dieta e salute
    • la dieta della mamma. evidenze miste
    • più alti più sani più pesanti. in fondo il cervello è un organo fisico
    • carestia olandese: brevi carestie nn incidono
    • esercizi ginnici della mamma
    • allattamento al seno per 9 mesi. giova
    • il ruolo delle proteine
    • lo stress mentale della povertá mullainathan
    • 2 la scuola
    • sembra incidere su alcuni test quelli in cui ci si esercita a scuola. flynn nn sarebbe sorpreso.
    • meglio puntare sui problemi astratti.
    • 3 l iq dei vicini
    • evidenza mista. la stupidità sembra più contagiosa
    • 4 nei test a risposta multipla si osa di più. l errore nn viene penaluzzato
    • 5 allenamento del good test taker
    • 6 più luce più tempo x leggere
    • 7 meno figli più investimento su di loro
    • conclusione sul piombo: la sua presenza nell organismo è correlata con crimine e iq
    conclusione

La fede fa bene dice la scienza

La fede fa bene dice la scienza:



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giovedì 19 febbraio 2015

MMC

Nel MMC la vita è felice. Possiamo ben dire che quello è il mondo ideale.

Ma è un mondo capitalistico. Oibò.

Un mondo capitalistico dove tutti sono generosi.

Se fosse un mondo socialista dietro ogni protagonista dovrebbe esserci una guardia armata che lo costringa a fare il bene che fa spontaneamente e che gli impedisca di fare cio' che non nuoce agli altri.

Se fosse un mondo socialista impediremmo ai nostri bambini di vedere quel cartone.

Religione e salute

http://en.wikipedia.org/wiki/Faith_and_Health:_Psychological_Perspectives

Economic freedom and the size of government, or does paying taxes boost freedom?

Economic freedom and the size of government, or does paying taxes boost freedom?:



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paradossi libertari

Le spiegazione è abbastanza semplice: possiamo permetterci alte tasse solo liberalizzando l' economia. Se questo è vero puo' darsi che in media l' economia di chi ha alte tasse sia più libera.

D' altro canto i paesi con alta spesa pubblica, in particolare quelli scandinavi, hanno potuto mantenere il loro welfare solo grazie alle liberalizzazioni (voucher).

Detto questo faccio una previsione: alte tasse e alta spesa sono in contrasto con la religiosità di un paese.

Augias/Mughini

(2) John Tevis - «Quello di Mughini era un racconto fatto a voce, non...:



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Campagne sanitarie



Le campagne sanitarie contro i ciccioni si moltiplicano, sembra che mangiare correttamente aumenti le nostre aspettative di vita. Eppure, se il problema è la salute, ci sono scelte più raccomandabili, come:

- trasferirsi in campagna

- convertirsi

- sposarsi.

Perchè su queste materie i ministeri non si impegnano con altrettanto zelo? Traslocare, trovare Gesù, trovare un buon partner, mi rendo conto, non è cosa facile ma dimagrire stabilmente, forse, lo è ancora meno. E allora?

L’ antropologa Mary Douglas ha una precisa idea in merito: queste azioni governative non sono dettate dall’ efficienza, non vanno giudicate con quel parametro, sono meramente simboliche e hanno lo scopo di esprimere disapprovazione per il comportamento di talune persone… nella nostra cultura la grassezza è metafora di povertà e scarso controllo su di sè, il che disturba il Puritano che ognuno di noi ha dentro… per contro vivere in città, essere atei o essere single non desta il nostro scandalo e quindi non merita una campagna di disapprovazione.
http://www.theatlantic.com/business/archive/2009/07/americas-moral-panic-over-obesity/22397/

mercoledì 18 febbraio 2015

Fortini critica Pasolini

Tesi: la sua scrittura è poetica, invita all' adesione e non alla visione (chiara). invita all' afflato e non al giudizio

Per una teoria sull' indignazione

Vado via via costruendo una mia teoria sull' indignazione. L' idignato-tipo è colui che pur certo di alcuni valori non riesce a giustificarli, cosicché reagisce a chi li attacca ergendo il muro dell' indignazione. Non ha altro a disposizione (almeno prima di dare una ripassatina).
Nelle società più avanzate diamo scontati valori che in realtà hanno una giustificazione complessa - ieri ho fatto l' esempio della libertà d' espressione - cio' consente all' indignazione di proliferare.

Il fanatico del terzo millennio

Abita presso di noi un genere di fanatico che insegue la sua preda, la bracca, vuole sapere al più presto se "crede nella scienza", vuole sapere "che ne pensa dell' evoluzione" e se rispondendo con il faretto negli occhi sgarra è bandita dalla comunità civile. Mai che voglia sapere che ne pensa circa:

- l'ereditarietà dell'intelligenza
-la distribuzione delle facoltà cognitiva tra i sessi
- la sofferenza fetale
- le centrali nucleari
- il geoengeneering
- gli OGM
- le origini dell'omosessualità
- l'esistenza delle razze
- le differenze tra uomo e animale
- eccetera.

Il suo "test" si ferma all' "evoluzione", oltretutto l'argomento con meno conseguenze pratiche sulle nostre vite (chissà che Renzi non sia un creazionista duro e puro, chi puo' dirlo?). Va da sè, poi, che se la scienza intacca i suoi dogmi è la scienza che deve arretrare. Ne sa qualcosa Larry Summer.
http://www.nationalreview.com/article/398591/all-hail-science-jonah-goldberg/page/0/1

KM0


  1. I trasporti sono più frequenti
  2. il trasporto pesa per un 3-10% sull' impronta biologica
  3. la nostra dieta è varia e se la si vuole coprire con il km0 dobbiamo dedicarci a culture inefficienti e inquinanti
  4. ostacolando i commerci a lunga distanza indeboliamo i paesi poveri
  5. costringiamo i paesi poveri a culture inefficienti, da sussidiare e da irrigare: il modo migliore per esportare acqua a buon mercato è farlo attraverso un pomodoro

martedì 17 febbraio 2015

Un tipo freddo

L' economista passa per un tipo freddo, dedito ai calcoli, poco empatico e insensibile ai valori profondi dell' uomo. Non è così, l' economista in fondo difende la libertà, più in particolare la libertà di scelta dell' individuo. Per capire meglio i suoi valori guardiamo all' assioma fondamentale della teoria del benessere: per lui il benessere aumenta quando aumentano le opportunità di scelta. Si potrà anche non essere d' accordo - per molti più scelte implicano più nevrosi - ma questo, che lo si voglia o no, è un valore bell' e buono. Non si faccia finta di non vederlo, dietro la frigida matematizzazione della materia un valore del genere fa sempre capolino e non smette di fungere da stella polare. Vale la pena di precisare che un simile valore è compatibile con molte politiche anche se la libertà di mercato resta quella più immediatamente associabile. Per approfondire la questione consiglio un autore come Edward Glasear.

Si fa presto a dire "danno"




PREMESSA
La distinzione tra deontologia e virtù resta cruciale in molti ambiti, cerco allora di illustrarla brevemente.

Parto dal mio caso personale, quello che conosco meglio: personalmente trovo che sia una mancanza non andare a Messa la Domenica. Eppure, ammetto che chi si astiene non procura alcun danno al suo prossimo.
Allo stesso modo il Vegano trova che sia eticamente disdicevole mangiare uova. Eppure, chi divora un cereghino non aggredisce certo "suo fratello".
Sia io che il Vegano riteniamo che ci siano comportamenti sbagliati a prescindere dal danno arrecato al prossimo. Perché? Siamo forse dei tipi tanto strani?
Entrambi consideriamo che l' etica abbia a che fare anche con la "purezza". Siamo tutti e due, chi più e chi meno, un po' puritani.
Non violentare il prossimo per noi è il minimo, chi punta alla perfezione e alla purezza è tenuto ad andare oltre, l' uomo virtuoso non coincide con colui che si limita al rispetto pedissequo della regoletta deontologica.
Separare deontologia ed esercizio della virtù è importante anche perché consente di tracciare il confine della laicità: mentre non ha senso imporre agli altri la virtù con la forza, le regolette minimali del vivere civile possono richiedere un' applicazione coercitiva a cura, per esempio, dello stato.
Sia una persona retriva come me che una persona avanzata e à la page come il Vegano condividono quindi una dimensione puritana dell' etica.
Ma lo psicologo Johnatan Haidt va oltre: con i suoi esperimenti ci tiene a sottolineare che la dimensione puritana appartiene un po' a tutti.  Magari nel tempo varia: ieri era più concentrata sul sesso oggi sull'alimentazione, però prima o poi salta fuori in tutti. Diciamo che è una caratteristica umana.
Sembra proprio che io e il Vegano non siamo affatto dei "tipi strani".

Eppure c' è stato un momento in cui la dimensione puritana sembrava ormai espulsa dalla storia, l' unica cosa che contava per il retto vivere era il "danno" arrecato al prossimo.
Fissarsi sul concetto di danno, ecco il rovello dell' uomo moderno.
Lo psicologo Piaget riteneva che una mente evoluta tendesse a ricondurre il fattore etico unicamente alla ferita inflitta al nostro simile mentre il filosofo John Stuart Mill, un padre della modernità, dichiarava che noi siamo liberi finché non danneggiamo l' altro.
Mentre la prima affermazione è stata successivamente revocata in dubbio, quest'ultima appare piuttosto vuota di senso - a me il filosofo John Stuart Mill sembra un po' sopravvalutato - sia perché falsa (la dimensione puritana continua a vivere un po’ in tutti nonostante i tanti proclami) sia perché, anche se fosse vera, non fa che spostare i problemi anziché risolverli.
Quando rileva il danno che infliggiamo all' altro? Quando può dirsi realmente tale? Quando siamo responsabili del danno procurato? Mill tace, e non certo perché la risposta sia scontata.
Poiché professo una meta-etica fondata sul senso comune, il mio modo di procedere sarà il seguente; cercherò di analizzare dei casi di "danneggiamento", cercherò poi di risolverli appellandomi al senso comune, infine tenterò di rendere coerenti le soluzioni ricavandone una regoletta. Da ultimo cercherò di capire quali eccezioni possano convivere felicemente con la regola emersa.

Nella "conclusione" abbandonerò per un attimo l' asfittico mondo delle regolette morali per aprirmi a quello delle virtù.
Negli esempi prefigurati fingerò che esista un' Autorità - per esempio quella statale - deputata a sanzionare il mancato rispetto della regola morale, in questo modo l' analogia apparirà più chiara.
Qualcuno potrebbe opinare che uno stato non dovrebbe mai dedicarsi a sanzionare precetti etici ma visti i limiti che ci siamo dati, vista la distinzione tra deontologia e virtù che abbiamo introdotto, l' obiezione si stempera: parlando unicamente di precetti intesi ad evitare danni a terzi è più che plausibile conferire un ruolo alla coercizione statale.


1. IL LADRO
Giovanni ruba il tablet di Giuseppe.
Cosa ci dice il senso comune? Facile: Giovanni è colpevole e per la sua mancanza merita una sanzione.
Violare platealmente una proprietà reca danno al legittimo proprietario e questo danno va in qualche modo risarcito dal colpevole.
A questo punto dovrei chiedermi il perché, dovrei fornire delle giustificazioni ma per ora prendo questo precetto come ovvio, almeno finché i fatti si presentano preclari come nell' esempio formulato.
Ciò non significa che manchino le eccezioni alla regola: se, per esempio, Giovanni ruba solo temporaneamente il tablet a Giuseppe per inviare una mail salva-vita che non puo' essere posposta per nessun motivo, allora per noi sarà doveroso scagionare il " ladro" pro tempore poiché ricorre un caso di "estrema necessità".
gww
2. L'ORATORE
Giovanni arringa la folla in piazza con discorsi militanti che Giuseppe, un passante, trova stomachevoli.
Senso comune: Giovanni è innocente.
Anche qui il danno esiste ed è ovvio: Giuseppe è fortemente disturbato dalle parole di Giovanni, la sua giornata è rovinata. Non si puo' nemmeno dire che manchi l' intenzionalità: Giuseppe, se non l' ho detto prima lo dico adesso, sa che certamente tra la folla ci saranno anche persone irritate dal suo passionale intervento.
Tuttavia, almeno alle nostre latitudini, esiste quella che chiamiamo "libertà di parola" e si ritiene che Giovanni non sia responsabile di nulla nel momento in cui esprime con franchezza le sue idee.
Ma perché nel primo caso il danno arrecato rende colpevole chi lo infligge mentre nel secondo caso no?
Innanzitutto, nel secondo caso il danno è soggettivo (psicologico).
I danni psicologici, diversamente da quelli oggettivi, sono difficilmente quantificabili. Ogni tentativo rischia di essere arbitrario e per molti opportunisti sarebbe facile fingersi lesi per ottenere un risarcimento. Le parole di Giovanni lusingano alcuni e irritano altri, poiché non esiste un bilancino per pesare costi e benefici si presume un pareggio e si consente all'oratore di tenere il suo comizio.
Ma l' aspetto decisivo è un altro: nel primo caso Giovanni e Giuseppe avrebbero potuto contrattare la compravendita del tablet, qui no: Giuseppe è un passante casuale sulla pubblica piazza e Giovanni, per quanto sia prevedibile che passanti come Giuseppe possano imbattersi nei suoi discorsi estremisti, non avrebbe mai potuto a priori contrattare con loro, e questo proprio perché sono passanti casuali, ovvero  indeterminati a priori.
La possibilità di contrattare è importante poiché consente di quantificare in modo attendibile i valori soggettivi abbattendo l' arbitrio e l' opportunismo che denunciavamo prima. Gli economisti chiamano questo toccasana "preferenza rivelata", qualcosa che vedremo meglio al punto successivo.
Per capire come la possibilità di contrattare sia decisiva, facciamo il caso di un eretico che dà scandalo "esibendosi" di punto in bianco in Chiesa senza aver interpellato nessuno. La Chiesa non è il bar, costui è colpevole poiché prende di mira persone ben circoscritte col chiaro scopo di scandalizzarle e offenderle. Isolare la "preda" è un gioco da ragazzi, circoscrivere l' auditorio più adatto per ottenere l' effetto voluto è facile visto che si raduna in Chiesa per abitudine consolidata. Ma alla stessa maniera, se uno l' avesse voluto, sarebbe stato facile anche contrattare a priori con loro, se l' eretico non l' ha fatto è perché sapeva che avrebbero mandato all' aria il suo progetto non dandogli la parola. L' esistenza della possibilità di contrattazione rende colpevole l' esibizionista, lo trasforma da oratore a provocatore.
gwww
3. MONICA
Giovanni ubriaca Monica e poi la stupra senza nessuna conseguenza fisica di rilievo per la vittima. Per dire come prosegue la storia faccio due ipotesi alternative, nella prima Monica resta ignara di tutto, nella seconda viene accidentalmente a sapere dell' accaduto.
Senso comune: Giovanni è colpevole in entrambe le ipotesi.
Anche se un filosofo utilitarista non vedrebbe nulla di male in tutto cio' ( poiché, almeno nella prima ipotesi, non esiste né un danno fisico né un danno psichico) il senso comune ci impone di condannare in entrambi i casi.
Perché?
Qui non esiste danno, o comunque esiste solo un danno psicologico.
Perché mai dovrei condannare in assenza di un danno?
Perché mai dovrei condannare in presenza di un mero danno psicologico visto che nel caso precedente, quello dell' oratore, dove il danno era parimenti psicologico, assolvevo? Cosa fa la differenza?
Essenzialmente la possibilità di contrattare a priori.
Monica non è nelle condizioni di Giuseppe, Monica non è un passante qualsiasi non identificabile a priori, Monica è lì davanti a me prima che tutto accada, esiste e con lei si puo' parlare chiaramente prima di agire. Se Giovanni non lo fa è lecito presupporre che si attenda un rifiuto, ovvero un mancato scambio, il che rende plausibile l' ipotesi che il danno ricevuto da Monica sia maggiore del godimento di Giovanni.
La prima ipotesi, quella dell' assenza di danno, è molto particolare e per ora la trascurerei ma la seconda per noi è preziosa poiché ci offre un criterio per capire se e quando l' atto con cui infliggiamo un danno psicologico sia condannabile: questo criterio è la “contrattabilità a priori”.
Naturalmente, anche qui esistono eccezioni fioccano. Facciamo il caso che degli squatter occupino il mio cottage di montagna liberandolo il mattino successivo senza arrecare danni materiali. Io ricevo solo un danno psicologico (so che degli estranei sono entrati in casa mia). La situazione è formalmente simile a quella di Monica e dovrebbe scattare la condanna. Ebbene,  qualora l' occupazione sia giustificata da cause di forza maggiore - per esempio: si erano persi nel bosco e la bufera che imperversava li aveva colti alla sprovvista -  gli occupanti sarebbero giustificati.
gwwww
4. IL MIOPE
Giovanni guida la sua auto. Poiché è miope e più spericolato della media impone un rischio agli altri automobilisti, specie dopo il tramonto.
Senso comune: Giovanni è innocente.
Il danno procurato da Giovanni è ovvio ma, per quanto detto prima, una sua responsabilità è da scartare visto che si tratta di un danno soggettivo non "contrattabile" a priori.
In mancanza della "contrattabilità a priori” si è responsabili solo per i danni oggettivi. Ma il danno, in questo caso, diventa oggettivo solo quando si verifica l' incidente.
Le eccezioni alla regola sono costituite da quei casi che impediscono il rilascio o il rinnovo della patente. E' chiaro che un ipovedente o un ubriaco non possano guidare poiché esiste un' incontestabile evidenza della loro pericolosità.
E nel dir questo abbiamo isolato un criterio che rende tollerabile l' eccezione alla regola: l' incontestabile evidenza.
gwwwwww
5. LA FACCIATA
Giovanni guida la sua auto su una via ad alto scorrimento, proprio laddove Giuseppe abita.
Povero Giuseppe, a causa dell' intenso traffico ogni anno deve ripulire la facciata della sua casa dalle polveri inquinanti che si sono nel frattempo depositate.
Senso comune: Giovanni è colpevole.
Qui il danno esiste ed è oggettivo: chi transita per quella via dovrebbe pagare un pedaggio da girare a Giuseppe - e a chi si trova nelle sue condizioni - affinché possa essere risarcito dei costi che è costretto a sopportare.

Detto questo non tutte le "emissioni" che proiettiamo sulla controparte ci rendono colpevoli. Le eccezioni fioccano: anche solo mostrarsi in pubblico comporterebbe un "bombardamento fotonico" sulla retina dei presenti ma il "danno", si ritiene per senso comune, è talmente trascurabile che di solito si tralascia ogni punizione.

6. IL FORNAIO

Giuseppe apre il suo forno di fronte a quello di Giacomo sottraendogli la clientela e cagionando un danno grave al dirimpettaio. Perché mai non dovrebbe essere punito? 

Si sommano due considerazioni: 1) non è lui a cagionare il danno ma quei clienti che anziché rivolgersi a Giacomo ora si rivolgono a Giovanni. 2) Gli ex clienti danneggiano Giovanni NON stipulando con lui il solito contratto, in questo senso, qualora volessimo accusarli, dovremmo accusarli di un' omissione. 

Il buon senso ci dice che sono innocenti, forse perché da un' omissione non puo' derivare un danno punibile. 

Anche qui è facile vedere delle eccezioni: omettere un semplice soccorso che ci costerebbe poco a chi ne riceverebbe un gran beneficio, magari perchè rischia la vita, potrebbe anche ritenersi punibile. Qualora facessi affogare davanti a me un naufrago impedendogli (o non aiutandolo) di salire sul mio catamarano sarei colpevole e punibile. 


LA REGOLA


Dai cinque casi trattati rileviamo la seguente regola: se è possibile una contrattazione a priori chi danneggia a posteriori è sempre responsabile, anche quando il danno procurato è soggettivo. In caso contrario, chi danneggia è responsabile solo per i danni oggettivi (fisici). Detto questo chi danneggia per comportamenti omissivi non è mai punibile (vedi ADD.2).

In altri termini: non si è mai responsabili per i danni soggettivi non contrattabili a priori (vedi il caso dell’ ORATORE).
In presenza di evidenze incontestabili la regola è soggetta ad eccezioni.

CONCLUSIONI

Ho individuato una regola che stabilisce i limiti della nostra libertà, ovvero individua i danni punibili procurati a terzi.

Si pone qui una domanda: la nostra morale si esaurisce in questa regola?

No, questa regola stabilisce una deontologia ma noi siamo chiamati ad andare oltre adottando un comportamento virtuoso fatto di buone maniere. E' sconveniente, per esempio, offendere il proprio uditorio quando non vale la pena farlo. Personalmente, eviterei di esprimere un' opinione originale in contesti in cui potrei  dar scandalo facendolo, a meno che non esistano valide motivazioni per parlare con sincerità.

Insomma, da una parte c' è la deonotologia, ovvero la regoletta minima che siamo chiamati a rispettare, ma dall' altra resta pur sempre la virtù, ovvero quella serie di comportamenti con cui cerchiamo di perfezionare la nostra persona cercando di tendere a quell' ottimo che non raggiungeremo mai.

p.s. Il post è uno stralcio di quello dedicato all' "etica dei cambiamenti climatici". Questo tanto per spiegare le illustrazioni decontestualizzate. Qui è reperibile l' originale con tutti i riferimenti bibliografici e iconografici: https://fahreunblog.wordpress.com/2014/12/22/un-etica-per-il-riscaldamento-globale/

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Cosa distingue un'opinione legittima da un'opinione ingiuriosa?
Non sono un giurista, affronto la questione armato solo di buon senso nella speranza che sia la giurisprudenza a seguire il buon senso e non viceversa.
L'ingiuria e la diffamazione colpiscono l'onore di una persona.
Un tempo l'onore era tutto, serviva a costruire il bene fondamentale della fiducia. Una persona disonorata era una persona condannata ai margini della società.
Oggi è lo stato che si occupa di adempiere a questa funzione, per esempio: è lo stato che si occupa di far adempiere i contratti stipulati, non dobbiamo più affidarci esclusivamente sull'onore della controparte; l'onore personale cessa così di essere  un bene cruciale. Tuttavia, il nostro cervello questo non lo sa, si è formato in quello sterminato periodo storico/preistorico che chiamiamo "era dell'onore" e ce lo dobbiamo tenere così com'è, lui ci fa soffrire quando riceviamo un'ingiuria che ci disonora, anche se poi i danni materiali sono minimi. Chi offende quindi deve pagare, per usare un'analogia: se domani un robot farà quello che oggi  facciamo con le mani, non per questo deve passarla liscia chi contro la nostra volontà ci dovesse amputare la ormai inutile appendice.
L'ingiuria crea un'offesa e quindi un danno psicologico che andrebbe risarcito alla vittima.
Se l'offesa è volontaria la punizione deve scattare senza attenuanti.
Non nego che per gli accertatori isolare l'intenzione sia un'operazione delicata: se ti dico "scemo" è perché voglio offenderti o perché penso che tu sia scemo e intendo esprimere questa mia opinione? l'intenzione è qualcosa di interiore che non si puo' osservare, non ci resta che raccogliere indizi indagando su tono, luogo, tempo, contesto eccetera.
Ma leviamo di mezzo il "caso facile" e concentriamoci sull'offesa come danno collaterale dell' "opinione ingiuriosa". Il dubbio di un dovere al risarcimento persiste, anche qui basta una semplice analogia: se faccio un incidente automobilistico sono chiamato a risarcire anche in assenza di intenzionalità.
I danni psicologici però sono particolari: diversamente da quelli derivanti da un incidente automobilistico riguardano l'intimità di una persona, cosicché quantificarli è ostico. Anche per questo si limitano i casi di risarcimento; la regola generale potrebbe essere questa: solo quando è possibile contrattare in anticipo con le potenziali vittime si è tenuti poi a risarcire per i danni psicologici eventualmente prodotti.
Un esempio vale più di mille parole:
Un tale va in una chiesa cattolica e nell'attesa che entri l'officiante, ad assemblea composta, sale sull'altare brandendo il microfono per dire: "cattolici, vi considero dei bigotti e oltretutto degli ignoranti, siete la causa prima dei ritardi dell'Italia, senza di voi il paese andrebbe 100 volte meglio!". La cosa turba comprensibilmente l'animo di molti. Magari l'autore della piazzata pensa veramente quel che dice e di fatto sta solo esprimendo un'opinione che ha tutto il diritto di coltivare, quel che non si capisce bene è il perché debba prendersi la briga di andare ad espletare questa esigenza in una chiesa, ben sapendo che gente la frequenta, ma anche di scegliere un momento clou del rito in cui si è intrufolato. Se proprio voleva esprimersi in quella sede avrebbe potuto farsi invitare, e in effetti, dietro invito, si deve ritenere che quelle sue parole non producano alcun danno risarcibile, specie se è noto come il Nostro la pensi sui cattolici e sui ritardi dell'Italia.
Ancora sul trattamento giuridico del danno psicologico.
Dopo una serata allegra Joe droga Mary e la violenta in presenza di Jane. Quando Mary rinviene torna a casa con la sua amica e dopo qualche giorno viene resa edotta  da Jane su quanto accaduto quella sera. Ne rimane comprensibilmente sconvolta e chiede a Joe un risarcimento per i danni psicologici subiti (in assenza di danni fisici). Lo ottiene. Motivo: se Joe aveva tanta voglia di farlo con Mary avrebbe potuto anche chiederglielo! C'era cioè la possibilità di un contratto preventivo.
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Ma torniamo alle opinioni che "violentano", quando il contratto preventivo è impossibile o diseconomico?
  1. DISCORSI PUBBLICI. Ogni volta che Gad Lerner apre bocca mi sento violentato dentro, non avrebbe potuto avvisarmi di quanto stava per dire? Bè, mentre la violenza è reale, la possibilità di avvisarmi è improbabile. Se la platea è generica risulta difficile filtrare l'audience potenzialmente vulnerabile, cosicché la libertà di parola diventa la regola anche quando offende alcuni ascoltatori.
  2. DISCORSI ASTRATTI. Se voglio fare la mia tirata anti-cattolica chi devo contrattare per ottenere il nulla osta? Chi rappresenta "i cattolici"? Che numero di telefono devo fare?
  3. DISCORSI DIALETTICI. Ci sono sedi in cui esiste un contratto implicito che ci autorizza ad esprimerci in modo franco. In questi caso l'opinione ingiuriosa è lecita, almeno tra i partecipanti al dibattito.
  4. DISCORSI MINIMI. Io non sono nessuno e le offese che posso arrecare con le mie opinioni sono minime. In queste condizioni un contratto preventivo, con tutti i costi di transazione che comporta, sarebbe diseconomico.
  5. DISCORSI PRIVATI. Nelle conversazioni private l'opinione ingiuriosa ha una circolazione talmente ristretta che il danno procurato è minimo cosicché il contratto preventivo diventa diseconomico.
  6. DISCORSO COMMERCIALE. Chi "vende" le sue opinioni si ritiene che lo faccia al miglior offerente, per cui i danni procurati sono bilanciati dai benefici arrecati (è il principio della concorrenza: i competitori si danneggiano tra loro, chi puo' negarlo, ma il beneficio prodotto eccede questo danno). In questi casi il contratto preventivo è implicito.
  7. DISCORSI SITUAZIONALI. Talune espressioni, specie se pronunciate in certe occasioni, sono diventate tanto stereotipate da non avere più la capacità di offendere, in questi casi il contratto preventivo è diseconomico. Talvolta nei talk si sente dire quando si raggiunge il calor bianco "sei sempre in campagna elettorale", come a voler significare che certi attacchi personali sono implicitamente ammessi solo in certe occasioni come la campagna elettorale.
  8. DISCORSI COMUNI. Posso rievocare con entusiasmo la mangiata di pesce fatta ieri e offendere a morte l'interlocutore vegano, tuttavia non mi sembra che il mio comportamento sia colpevole vista l'eccezionalità della circostanza. C'è sempre qualcosa che offende qualcuno e a volte è giusto considerare che chi offende lo fa senza colpa. In altri termini: l'offesa deve essere prevedibile usando la normale diligenza.
  9. ... spazio a disposizione per chi vuol continuare.
Si noti un' omissione problematica: il DISCORSO OGGETTIVO. In fondo anche quello puo' offendere, ad ogni modo giudicare sulla presenza di un'offesa punibile è più facile che giudicare sull'oggettività di un'opinione.
Così come, al contrario, un'opinione trascurata resta pur sempre un'opinione. Al limite, se offendo un tale esprimendo un'opinione non argomentata, questo fatto sarà rilevante come indizio per poter dire che volevo offendere più che esprimermi.
Esercizi:
  1. L'opinione di David Irving e Robert Faurisson merita di essere condannata per "negazionismo"?
  2. Bossi che in un comizio dice "térun" a Napolitano è condannabile?
  3. Erri De Luca che dice "la TAV va sabotata" è condannabile?
  4. Marine Le Pen, Michel Houellebecq e Oriana Fallaci meritano la condanna per "islamofobia"?
  5. Chi si infiltra nelle manifestazioni di piazza per sabotarle esprimendo un’opinione controcorrente merita una condanna?
  6. Santoro invita Brunetta in studio e nel finale lo espone ad una vignetta cprrosiva di Vauro che lo offende. Condanniamo?
  7. Vauro pubblica sul suo giornale una vignetta offensiva su Brunetta che denuncia. Condannare?
  8. Il prof. di scienze che sa di avere in classe un’ allieva che ha subito violenza sessuale parla dei maniaci come di gente con risposte eccessive a quello che resta un istinto naturale dell’uomo. L’allieva resta offesa e denuncia. Colpevole?
Soluzioni: no-no-no-no-sì-sì-no-no (precisazione: per la condanna necessaria la querela di parte).


Mai più

http://www.josepinera.com/zrespaldo/maipiu.pdf