martedì 17 febbraio 2015

Crociate e Jihad

Secondo Bernard Lewis (non proprio uno che passa per strada) c' è una bella differenza tra crociate e jihad: "Le Crociate possono essere più accuratamente considerate come una limitata, ritardate e, in ultima analisi, inefficace risposta alla Jihad... Un tentativo di riconquistare con una guerra santa quel che era andato perduto nel corso della guerra santa islamica che era stata subita... la Jihad musulmana, invece, è percepita come un’azione illimitata, come un obbligo religioso che deve continuare affinché tutto il mondo avrà adottato la fede musulmana,   sottoposta  quindi al dominio islamico… l’obiettivo della jihad è quello di portare il mondo intero sotto la legge islamica..."

La fame nel mondo


  1. Resta il problema principale, altro che obesità.
  2. E' comunque molto diminuita.
  3. La guerra come causa principale, e a volte limite le carestie.
  4. E' un problema di produttività (agricola) e non di distribuzione.
  5. La sovrapopolazione non c' entra: 1) colpite le campagne più che le città 2) la migrazione va verso la città.
  6. Carenza di istituzioni idonee. La democrazia senza capitalismo è zoppa. Ok, la democrazia sensibilizza perché gli affamati votano. Ma poi produce cattive politiche: controllo dei prezzi durante le carestie. Inoltre, sebbene la democrazia tampona l' effetto pernicioso delle carestie non sembra all' altezza di debellare la fame: l' India resta il paese più "affamato" del mondo.
  7. Mancanza di infrastrutture: specie le strade per raggiungere le zone più colpite.
  8. Oggi assistiamo ad un' impennata dei prezzi. Il problema principale, con buona pace dei slow food, è la produttività agricola, dopo la rivoluzione verde di Barlaug le cose si sono fermate.
  9. Cause dell' impennata dei prezzi: 1) la domanda di cibo è cresciuta molto con i nuovi ricchi 2) la follia dell' etanolo.
  10. L' Egitto soffre i prezzi più elevati poiché la sua economia è stagnante ma, ricordiamolo sempre, se soffre tanto è perché altri paesi si sono arricchiti e domandano molto più cibo.
  11. Il cinese va in città: 1) si arricchisce e domanda più cibo 2) non coltiva più la terra e non produce più cibo.
  12. La prima riforma nei paesi poveri: meno sussidi più commercio. I paesi poveri hanno politiche agricole disastrose, pensano sempre alla guerra e all' autonomia produttiva.
  13. I sussidi sostengono culture inefficienti, anche ambientalmente, che richiedono molta irrigazione. Il commercio consente di concentrarsi sulle culture più adatte. per questo che il km0 ostacolando i commerci a lunga distanza rischia di fare più danno che bene: a volte il miglior modo di esportarer acqua a buon mercato è attraverso il pomodoro.
  14. Seconda riforma: largo all' agro-business: più ricchezza e pance più piene.
  15. Terza riforma: chiarezza nei diritti di proprietà e strade più agevoli.
  16. Quarta riforma: OGM. Sono più produttivi, più nutrienti, più economici. paradossale che dagli anno 90 vengano consumati negli USA senza conseguenze dannose e siano banditi nei paesi poveri.
  17. OGM: 1) più nutrienti 2) - pesticidi 3) + produttivi 4) - inquinanti come mangime 5) evidenza ventennale di consumi senza danni
  18. contro OGM: 1) erbacce più resistenti 2) brevetti 3) difficoltà a mantenere tutte le promesse
  19. paura OGM: un' irrazionalità europea
  20. Paga l' africa che non adotta ogm non avendo come sbocco i mercati europei.
  21. l' alternativa invocata dai critici degli OGM? L' elemosino. Vi sembra credibile come piano di sviluppo?
  22. km0: I trasporti sono più frequenti
  23. km0: il trasporto pesa per un 3-10% sull' impronta biologica
  24. km0: la nostra dieta è varia e se la si vuole coprire con il km0 dobbiamo dedicarci a culture inefficienti e inquinanti
  25. km0: ostacolando i commerci a lunga distanza indeboliamo i paesi poveri
  26. km0: costringiamo i paesi poveri a culture inefficienti, da sussidiare e da irrigare: il modo migliore per esportare acqua a buon mercato è farlo attraverso un pomodoro



lunedì 16 febbraio 2015

Istituzioni e crescita





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Cosa conta?  a) human capital is a more basic source of growth than
are the institutions, b) poor countries get out of poverty through good policies, often pursued by
dictators, and c) subsequently improve their political institutions.

La causa

Probability and Causal Density | askblog:



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C' è chi predilige le spiegazioni monocausali e chi invece richiede più cause.



Ci sono vantaggi in entrambi gli approcci: il primo è più semplice ed evita che siano richieste coincidenze straordinaria

Suspence

Ricetta: chi osserva deve essere indotto a mutare le sue previsioni sempre meno velocemente e in modo sempre più drammatico.

Gli studi che si occupano della faccenda hanno per oggetto: "informazione come intrattenimento".

Ely/Frankel/Kamenika studiano l’ economia dei romanzi gialli per estrarne una ricetta di suspense (per chi non la sapesse già: il lettore deve essere indotto a mutare le sue congetture sulla colpevolezza del protagonista in modo sempre meno frequente e sempre più drammatico). Poi la applicano allo sport:

“Il calcio è uno sport che sfrutta decisamente male l' effetto sorpresa… secondo il nostro modello dovrebbe vincere la squadra che segna per ultima… purché le porte si restringano man mano che si va verso il fischio finale…”

https://www.google.it/?gws_rd=cr&ei=U6HhVOXDA9bVaoXLgqAH#q=suspense+and+surprise+ely+frankel

Ancora su etica e virtù

Alcuni dati sperimentali sembrano dirci che la nostra scorta etica è limitata: se facciamo i "bravi" qui faremo i "cattivi" di là.

Nell' eterna battaglia tra virtù e deontologia la cosa sembrerebbe deporre a favore di quest' ultima: puntare troppo in alto rischia di minare i fondamentali.

sabato 14 febbraio 2015

Regole o discrezione?

Dopo la crisi una cosa è chiara: la democrazia pretende che quando s' intacca un rischio sistemico le regole del mercato vengano sospese per consegnare i poteri ad un' autorità che li eserciterà in modo discrezionale. La teoria procede da una considerazione: ci sono soggetti too big to fail. Naturalmente in questo modo i soggetti di mercato metteranno in campo tutti i loro agganci politici per entrare nel novero dei salvati. A questo punto non è meglio una regola di "capital requirement" che limiti la libertà di rischio a priori evitando di affidarsi ad una discrezionalità politica a posteriori? L' autore che più di altri sponsorizza questa alternativa è John Cochrane.

venerdì 13 febbraio 2015

Contro il boicottqaggio

Alcuni inconvenienti:


  1. Quando riesce abbassa i prezzi incentivando la domanda altrove.
  2. Il boicottaggio all' atto della produzione è inefficiente: meglio produrre in modo efficiente e reinvestire gli extraprofitti finanziando i concorrenti dell' impresa malvagia
  3. Il boicottaggio all' atto del consumo rischia di essere inefficiente. Meglio stornare il sacrificio su una extralavoro professionale girando gli utili per sussidiare soluzioni alternative a quella malvagia, i prezzi ribassati di queste soluzioni selezioneranno il più efficiente "boicottaggio naturale".
  4. Le multinazionali boicottate godono già di cattiva reputazione e quindi sono invulnerabili a questa minaccia.
  5. Tipica manovra che predilige il sentirsi bene sul far bene.
  6. C' è anche una speculazione sulla virtù, la cosiddetta speculazione della lavatrice: si investe sui cattivi, si rieducano e si vende subito (la rieducazione crea una breve bolla finanziaria da sfruttare).
  7. For those concerned about corporate social responsibility, it seems potentially counterproductive to engage in these issues by disengaging from owning any of the relevant companies, while the alternative of participating in shareholder activism may be a more productive path. Questo perchè il vizio paga.

mercoledì 11 febbraio 2015

Revolution: Two Minimal Conditions

Revolution: Two Minimal Conditions, Bryan Caplan | EconLog | Library of Economics and Liberty:



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Il bello e il fondato

Riccardo Mariani:



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Bambino scienziato/bambino competente

La nature assumption ha inaugurato la teoria del bambino competente, autonomo, indipendente.

Il bambino è un genietto che impara da solo. Praticamente i genitori sono poco più che spettatori.

C' è chi contesta questo approccio per le sue derive pedagogiche.

L' educatore/facilitatore ragiona così: io ti dò le informazioni, poi decidi tu. Autodeterminati!

Tutto cio' creerebbe ansia, incertezza e rimpianto per la figura genitoriale.

Alcune patologie come bullismo, criminalità, gravidanze precoci, sesso tra minorenni, isolamento eccetera sarebbero il portato di questa pedagogia del genitore/facilitatore.

Diana sembra vedere con approvazione il ruolo appartato del genitore, d' altro canto non tollera la nurture assumption. Come riconciliare le due posizioni?

lunedì 9 febbraio 2015

Pubblicità, il punto


  1. Riassuntino. La giustificazione dei limiti alla pubblicità: la pubblicità manipola il consumatore, dobbiamo proteggerlo. Poca evidenza: prodotti molto pubblicizzati sono stati un flop clamoroso. Esistono informazioni indipendenti. I competitori fanno contro-pubblicità riequilibrando il campo. L' informazione reale della pubblicità è innegabile e andrebbe perduta col bando. Ne risentirebbe la concorrenza: l' innovazione resterebbe poco accessibile. Le forze di mercato puniscono già chi fa pubblicità ingannevole: la cattiva reputazione è un asset primario. La responsabilità civile per il prodotto è una valida alternativa ai limiti posti alla pubblicità. Proibire la pubblicità commerciale significa porre un limite alla libertà d' espressione: la pubblicità commerciale è indistinguibile dalla pubblicità politica. L' eccesso di protezione incoraggia il consumatore ad abbassare la guardia, il che richiama ulteriore protezione in un piano inclinato che porta dritti al paternalismo. 
  2. Impossibile distinguere tra persuasione e informazione
  3. La p. abbassa i prezzi rendendo la competizione più aspra
  4. La p. abbassa i prezzi ampliando i mercati e favorendo le economie di scala
  5. La p. sussidia la stampa e altri media
  6. La p. fabbrica uno status e delle identità, una merce preziosa
  7. Lo status è un' esigenza primaria dell' uomo, se non arriva dalla pubblicità se lo procura attraverso mezzi molto più deleteri, per esempio la guerra
  8. La prodotto tipico della p., ovvero l' aurea di prodotto, non impegna risorse fisiche, è dunque un "prodotto verde"
  9. La p. e il glamour spesso sono belli; per molti è addirittura la più significativa esperienza estetica tra quelle quotidiane.
  10. La p. non è manipolativa in nessun modo significativo al netto dello status che incorpora, vale anche per alcol e tabacco
  11. Attaccare la p. è un attacco alla libertà di espressione
  12. Le campagne pubblicitarie più disoneste sono quelle delle elettorali con cui vengono eletti coloro che proibiranno molte p.
  13. la p. viene additata come lo strumento attraverso cui il capitalismo diffonde l' irrazionalità. Ricordiamo allora che la pubblicità potrebbe anche fomentare comportamenti irrazionali nel consumatore ma rende sempre più razionali i produttori, non a caso le società ipercapitaliste premiano IQ, istruzione e autocontrollo. Vedi recensione di Tabarrok a Heath.
  14. Paradosso: ci immaginiamo immersi in un mondo materialistico/consumistico quando in realtà viviamo in un mondo dove il gratuito e l'immateriale trionfa. L'unica vera innovazione tecnologica che ci coinvolge tutti è internet: passiamo gran parte del nostro tempo sulla rete, costa poco (o nulla) e possiamo accedere a sempre nuove esperienze.
    La vera rivoluzione consiste allora nel passaggio da consumi materiali a consumi immateriali se non spirituali. Oltretutto questi ultimi spiazzano i primi oltre che l'attività produttiva classica. Il materialismo è la vera vittima del nostro tempo.
  15. In Praise of Commercial Fame di Tyler Cowen
    • La celebrità rimpiazza oggi l' eroismo di ieri ma sono in molti a lamentarsi del degrado della cultura che questa dinamica favorisce.
    • Ci si concentra solo sui costi di un simile cambiamento: il degrado. Ma i benefici? A volte l'eroismo o per lo meno la sua ricerca era fonte di guai, di violenza diffusa. meglio competere sul mercato che in guerra
    • Problemi di filtro: la fama ci orienta almeno all inizio. E' una bussola utile anche a chi vuole fuggire certi prodotti. 
    • La fama ci coordina dandoci un comune argomento di discussione
    • Non esiste solo la fama assoluta ma anche quella relativa, cosicché uno puo' lamentarsi della fama assoluta ma puoi trarre i benefici di cui sopra dalla fama relativa
    • Problemi di status: le nicchie della celebrità sono molte. Il libro dei record è un tomo immenso e anche mia nonna puo' trovare una specialità in cui primeggiare e appagare il proprio status. La varietà è incentivata dalla molteplice scala dei valori: se ci fosse un solo record da battere migliaia di recordmen resterebbero a casa frustrati
    • Se merito e fama nn fossero separati nn avremmo varietà e le frustrazioni si moltiplicherebbero... 
    • Le forze commerciali forse non educano ma rintracciano i gusti reali delle persone meglio di molti critici.
    • La celebrità innesca anche un  rito di coordinamento che instaura relazioni (giù i costi di comunicazione)
    • La celebrità offre opportunità di giudizio estetico anche agli esclusi. Spesso la celebrità offre esperienze estetiche anche a chi non ne avrebbe mai avute.
    • La celebrità offre ampie garanzie ai prodotti che sponsorizza: il suo patrimonio reputazionale è immenso
    • Un mondo costruito sulla fama lascia molte vie di fuga ai fan rispetto al mondo costruito sul merito oggettivo. Tutto cio' è consolatorio
    • C'è manipolazione delle menti? Difficile in un mondo dove i medium sono tanti: il medium modella il messaggio ma spesso è il messaggiato che sceglie il medium
    • Con il metodo della sottoscrizione costruisci la tua cultura
    continua
  16. YOU ARE NOT SO SMART di David McRaney - selling out
    • Teoria standard: il capitalismo è sostenuto dalla creazione di bisogni indotti da parte delle multinazionali...
    • Comportamento classico: prendiamo le misure al mondo dove siamo capitati e ci "ribelliamo" ad esso x costruire la ns identità...
    • Il ribelle è la linfa del consumismo: senza stili altrrnativi il magazzino non si rinnova
    • ......
    • THE MISCONCEPTION: Both consumerism and capitalism are sustained by corporations and advertising. THE TRUTH: Both consumerism and capitalism are driven by competition among consumers for status.
    • Il ciclo. you started to realize who was in control, and you rebelled.
    • you sought out something real, something with meaning.
    • Think about an archetypal punk rocker with chains and spikes, gaudy pants and a leather jacket. Yeah, he bought all of those clothes. Someone is making money off of his revolt.
    • Every niche opened by rebellion against the mainstream is immediately filled by entrepreneurs
    • Fight Club, American Beauty, Fast Food Nation, The Corporation, etc. The creators of these works may have had the best intentions, but their work still became a product designed for profit.
    • Michael Moore, Noam Chomsky, Kurt Cobain, Christopher Hitchens— once their output fell into the marketplace, it found its audience, and that audience made them wealthy.
    • Il libro. Joseph Heath and Andrew Potter, The Rebel Sell.
    • Tesi: you can’t rage against the machine through rebellious consumption.
    • La posizione ortodossa: All the interconnected institutions in the marketplace need everyone to conform in order to sell the most products to the most people... you must turn your back and ignore the mainstream culture.
    • The problem, say Heath and Potter, is the system doesn’t give a shit about conformity. In fact, it loves diversity and needs people like hipsters and music snobs so it can thrive.
    • Now people are hired by corporations to go to bars and clubs and observe what the counterculture is into... The counterculture, the indie fans, and the underground stars—they are the driving force behind capitalism.
    • This brings us to the point: Competition among consumers is the turbine of capitalism.
    • You attain status by having better taste in movies and music, by owning more authentic furniture and clothing... 
    • so you reveal your unique character through your consumption habits.
    • your desire for authenticity is what moves these items and artists and services and goods up from the bottom to the top— where they can be mass-consumed.
    • trying to run counter to the culture is what creates the next wave of culture people
    • The value, then, is not intrinsic. The thing itself doesn’t have as much value as the perception of how it was obtained or why it is possessed.
    • Competition for status is built into the human experience at the biological level. Poor people compete with resources. The middle class competes with selection. The wealthy compete with possessions.



    continua
  17. One THE AESTHETIC IMPERATIVE - The Substance of Style by Virginia Postrel - problemidabbondanza ilsecolodellabellezzadiffusa trionfodeisensi riflessioneedespressione emozionefunzione piùsensibilichemai vendereunesperienza saltanolegerarchie artearredamento bellisidiventa medicooestetista? biologiadelpiacereestetico universalidellabellezza lavarietàlatrionferà
  18. harris. storicamente la pubblicità ha favorito la nascita della stampa libera.
  19. harris. la pubblicità ha reso accessibili alla massa beni differenziati, prima erano un privilegio delle classi più agiate
  20. harris. storicamente la pubblicità si è sempre accompagnata con forti abbassamenti nel prezzo. la p. facilita l'entrata sul mercato di nuovi e agguerriti operatori

mercoledì 4 febbraio 2015

Preti pedofili

Riccardo Mariani:



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altro link: https://www.facebook.com/riccardo.mariani.585/posts/10206377912913821?pnref=story

martedì 3 febbraio 2015

Depopulation

*Depopulation: An Investor’s Guide to Value in the Twenty-First Century*:



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Il Regno

Temi:


  1. La rivincita dell' Occulto su una Scienza tracotante.
  2. L' annosa, e divertente, diatriba tra svedesi e danesi.
  3. Nonostante l' autore sia chiaramente schierato con le forze irrazionali non rinuncia mai a conferire ad esse una sfumatura di ridicolo. Verità e demenzialità vanno sempre a braccetto nel suo cinema.
  4. La presenza di donne sensibili e combattive. Un classico per cui ormai è lecito parlare delle "eroine di Von Triers