sabato 9 febbraio 2008

Etica ambientale

Forse la migliore in circolazione.

Ancora sulla radice cristiana dell' Europa

Introvigne.

I vizi del multiculturalismo

Pratica incompatibile con i valori dell' occidente. Lo dice Searle.

ABC: come affrontare i monopoli naturali

Poichè rappresentano le classiche situazioni in cui il mercato fallisce, ricordo a me stesso le 3 vie con cui affrontare razionalmente queste situazioni spinose.

  1. Attraverso aste che consentano di discriminare la clientela. Via problematica, in parecchi casi queste aste non esistono o sono scarsamente praticabili. La soluzione, comunque, non è indifferente agli sviluppi tecnologici. Lo stesso dicasi per una eventuale via contrattualistica.

  2. Attraverso la privatizzazione dei territori. In questo caso esiste l' incentivo ad urbanizzare efficacemente il territorio privatizzato. L' inconveniente riguarda lo sconfinamento politico da cui l' imprenditore sarebbe tentato. Concedere ampie fette di territorio a singoli soggetti crerebbe tanti piccoli sovrani.

  3. Attraverso la via coasiana: regolare e lasciar competere. La politica fissa degli obiettivi, realizza una competizione sulle proposte e controlla l' attuazione delle stesse. Meglio se gli obiettivi sono generali ed esista anche una competizione anche tra regolatori.

venerdì 8 febbraio 2008

Difesa del preference voting all' Australiana

  1. Attraverso un premio di maggioranza è possibile correggere il difetto tipico dei sistemi uninominali.
  2. Tiene conto del vettore di preferenze.
  3. Elimina la zavorra dell' intermediazione partitica consentendo l' entrata di outsider portatori di novità reali.
  4. Il premio di maggioranza stabilizza la composizione finale dell' organo elettivo.

Le mie uniche riserve riguardano il premio di maggioranza. I partiti continuerebbero ad avere un ruolo preminente. Meglio allora traslare le funzioni di questo espediente nell' elezione diretta e dsgiunta dell' organo governativo assicurando a quest' ultimo forti poteri nel campo dell' inziativa legislativa, sempre ovviamente sotto veto parlamentere. Un mix quindi tra Australia e USA.



Qui per altre controindicazioni.

giovedì 7 febbraio 2008

Globalizzazione e diseguaglianza

Le osservazioni di Becker.

Attenzione a considerare sia la diseguaglianza nei paesi coinvolti che quella tra i Paesi coinvolti.

Attenzione a sceverare la diseguaglianza dovuta all' apertura commerciale da quella dovuta allo spread tecnologico.

Per liberalizzare serve il contentino ai recalcitranti?

Boldrin, contro Giavazzi, dice che non ha senso.

Confutando il nesso causale [+libero mercato]=>[+povertà], si tenta di indebolire le pretese di Giavazzi. In alternativa e con le stesse intenzioni viene preso in considerazione il nesso: [+libero mercato]=>[+diseguaglianza].

A me sembra che il nesso da considerare sia: + libero mercato => + rischio.

Una comunità a lungo evolutasi nelle artificiose rassicurazioni del welfare all' italiana - che, tanto per esemplificare garantiva sia il posto fisso a vita che la disoccupazione a vita - è letteralmente terrorizzata anche solo da un pizzico di rischio in più. Persino la povertà è preferibile ad un rischio minimo di impoverimento relativo. I costi-opportunità sono per noi gravosissimi, se ci propongono due tariffe telefoniche anzichè una non dormiamo la notte per la paura di aver fatto la scelta sbagliata...

Senza contare che le liberalizzazioni avvantaggiano un individuo che oggi è solo "statistico" (sarò forse io? Ho le qualità e la fortuna per essere io?) mentre colpiscono un individuo ben specificato e cosciente (dal lavoratore iper sindacalizzato, ai noti percettori di rendite). Il primo rimuginerà sulle sue sorti con un filino di speranza, il secondo invece farà un baccano d' inferno.

E' per questo che, devo ammetterlo, ho l' impressione che un po' di zucchero occorra per la pillola.

Dato il sadismo e l' invidia connaturata nel genere umano, forse il miglior modo per consolare chi si ritiene a torto colpito da forme di liberalizzazione, consisterebbe nel colpire anche il suo vicino con lo stesso bastone. Mal comune mezzo gaudio: questo principio sì che tiene conto anche del "fattore culturale" senza intaccare il "fattore istituzionale".

Una strana domanda

Inclinata positivamente.

Wine, we know, gets better with age - but now it appears it tastes better the more it costs.
Researchers at the California Institute of Technology have shown that a person's enjoyment of wine can be heightened if they are simply told that it is an expensive one.
Twenty-one volunteers were asked to sample different bottles of Cabernet Sauvignon and rate the ones they preferred.
The only information they were given was the price of the wine - but in a number of cases, they were not told the real price. In one case, the volunteers were given two identical red wines to drink and were told that one cost much less than the other.
Most described the "higher priced" wine as much more enjoyable.
Researchers also managed to pass off a $90 (£46) bottle of Cabernet Sauvignon as a $10 bottle and presented a $5 as one worth $45.


Per l' economista esistono sia il Peccato Originale che la Coscienza

Mica è vero alla lettera..eh? Tuttavia:

"...in general, the results point to a few interesting aspects of human nature. One is that most of us, when tempted, are willing to be a little dishonest, regardless of the risks. Another is that even when we have no chance of getting caught, we still don’t become wild liars-our conscience imposes some limits. Finally (and what I find most disturbing), it’s clear that we have an incredible ability to rationalize our dishonesty and that justifying it becomes substantially easier when cheating is one step removed from cash. Nonmonetary exchanges allow people greater psychological latitude to cheat-leading to crimes that go well beyond pilfered pens to backdated stock options, falsified financial reports, and crony deals. Such latitude is the force behind the Enrons of the world..."


mercoledì 6 febbraio 2008

L' obesità è davvero una minaccia?

Grasso...puo' essere bello.

Leggi di mercato: ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più ricchi

Almeno negli USA.

Selezionare l' organigramma di Fahre - utopie/bussola

Criterio facile facile per selezionare l' organigramma direzionale Rai/Cultura. In particolare il personale di Fahre.

  1. Selezionare come pare a voi 200 nomi "papabili" per assumere ruoli d' indirizzo nelle trasmissioni culturali di Radio Rai.


  2. Selezionare 100 fantomatici Provibiri in grado di coprire tutto lo spettro politico.


  3. A ciascuno dei Provibiri deve essere concesso di eliminare un nominativo. I "papabili" resteranno quindi in 100.


  4. Organizzare un mercato delle scommesse. Ciascun titolo sarà costituito dall' abbinamento di un nome con una Parte Politica.


  5. Alla vigilia delle elezioni la borsa-fahre esprimerà delle quotazioni. I nominativi prescelti saranno quelli che minimizzeranno il differenziale delle quotazioni relative ai titoli dove compare il loro nominativo.


  6. Tutti i papabili esprimeranno pubblicamente il loro voto. A quel punto tutte le scommesse verranno pagate e incassate.


  7. La qualità è garantita dal punto 1.


  8. Il radicalismo è scongiurato dal punto 2


  9. L' imparzialità è garantita dal punto 5. Facciamo l' esempio di un fazioso come potrebbe essere Cimatti o Sinibaldi. Quand' anche superino il punto 2. Avranno quote bassissime sui titoli in cui appaiono abbinati al centro-sinistra e altissime sui rimanenti. Con quei differenziali saranno senz' altro scartati.


  10. L' onestà è garantita dal punto 6. Nessuno scommetterà mai su candidati per cui è elevata la probabilità che tengano comportamenti opportunistici.


Ovviamente ci sono diverse cose da mettere a punto: come raffinare il punto 1? Come raffinare il punto 2? Come definire il concetto di parte-politica di cui al punto 4? Come garantire l' esternazione pubblica di cui al punto 6? Eccetera. In ogni caso comincia ad intravedersi un barlume di democrazia economica.

Consenso climatico in allarme

New schoking data.

Malpensa, la soluzione è liberalizzare

Focus IBL.

A Teatro più spazio ai privati

Mercato e cultura.

Fisco e tangenti

Nessi.

Schioppa risana

Ma qualcuno ne dubita.

Addendum. Tra i dubitatori il più radicali non dimentichiamo il FT.

Addendum.

martedì 5 febbraio 2008

1000 modi per barare parlando di bioetica

In materia di bioetica ci sono mille modi per intorpidare la limpidezza di una discussione. Uno a cui in genere non rinunciano nemmeno persone che giudicheremmo intelletualmente oneste consiste nel porre al cento di tutto il concetto di "libera scelta" per poi pomparlo all' inverosimile in modo da esaurire ogni dibattito con la conta dei pro e i contro. "Libera scelta"...suona tanto bene! Passa subito la voglia di opinare.

Considerandomi un libertario, e quindi spesso disposto ad accettare gli inconvenienti anche gravi che comporta la "libera scelta", ritengo di avere le carte in regola per stigmatizzare una pratica talmente scorretta da sottendere quasi sempre malafede.

Se stasera facessi irruzione a casa vostra con trombette e cotillion, desideroso di festeggiare chiassosamente il carnevale, forse voi avreste qualcosa da obiettare. Che senso avrebbe opporre a queste obiezioni che la mia delibera è stata presa nella più cristallina delle ibertà informate, e che ogni ostacolo alla realizzazione delle mie decisioni sarebbe da interpretare come un tentativo di conculcare questi sacri diritti? Ho paura che questo modo di giustificarmi sarebbe accolto con risatine mal trattenute se non con veri e propri scoppi di ilarità. E' ovvio, non ha senso parlare di "libera scelta" quando "in qualche modo rilevante" coinvolgo altri esseri umani recando loro danno.

Eppure, quella risata spontanea, non si sa come mai, a molti non viene più quando non conviene più che venga, magari in materia di bioetica. Alcuni non si scomporrebbero di fronte a simili incongruenze proprio perchè per loro la "convenienza" è bussola suprema dell' agire etico. Ma per altri, ce ne sono ancora, i principi continuano ad avere una qualche importanza.

Eppure chi negherebbe che la donna non coinvolga "qualcuno" in molte delle situazioni che, secondo i più ingenui e/o bari andrebbero risolte con il metodo della "libera scelta"?

Eppure chi negherebbe che "qualcuno" sarebbe coinvolto in modo assolutamente "rilevante". Essere soppressi mi sembra un coinvolgimento abbastanza "rilevante".

Alla prima domanda si puo' anche rispondere di "no". Ma allora la questione è se quel qualcuno, quell' essere umano, esiste in quanto tale. Se quel "qualcuno" è un "qualcosa" si puo' procedere con il metodo della "libera scelta", in caso contrario la "libera scelta", diventa assolutamente irrilevante. Parola di libertario-libertino.

Una certa rilevanza (indiretta) però continua ad averla. Ci consente per esempio di capire a chi piace barare su questioni tanto delicate, chi vuole chiuderle in fretta perchè le reputa scomode e reputa minaccioso ogni uso della ragione.

Ah, naturalmente a Sinibaldi e a Soriga piace barare alla grande e lo hanno fatto per 20 minuti consecutivi. Lo hanno fatto dall' inizio alla fine, come al solito. Lo hanno fatto in coro, come al solito. D' altronde certe posizioni assurde non possono essere sostenute se non in coro, attraverso slogan martellanti e ininterrotti da far echeggiare in ambienti soporiferi per ogni intelligenza.

Scusate lo sfogo ma, essendo un adoratore semi-acritico della "libera scelta", mi tocca difendere un bene tanto prezioso dai tentativi di imbrattarlo da parte di chi lo tira fuori dalla saccoccia quando gli fa comodo dopo aver passato l' esistenza a rinnegarlo.



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Spero si sia notato come abbia potuto dire tutto quello che ho detto senza che nessuno possa mai inferire alcunchè circa le mie posizioni in materia di aborto, diagnostica pre-impianto eccetera.


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Ed ora, dopo parole che reputo di buon senso, non resisto alla provocazione introducendo la seconda mossa del baro.



Vorrei infatti considerare un altro modo per distorcere le discussioni, ovvero il tentativo di dare grande peso proprio alla parola a chi è portatore di interessi potentemente in gioco nel merito stesso delle questioni. Come puo' giudicare con sereno distacco chi si trova o potrebbe facilmente trovarsi invischiato nella partita che dovrebbe arbitrare? Eppure spesso si sorvola allegramente su questi macroscopici conflitti d' interesse pur di portare acqua al proprio mulino.



Se Tizio argomenta per una certa soluzione che, guardacaso, è anche quella che più gli conviene, le sue considerazioni saranno molto meno credibili. Questa semplice considerazione vale in tutti i campi del dibattito. Ce lo dice la ragione, ce lo dice la psicologia, ce lo dicono tutti. Cio' non toglie ovviamente che gli alle questioni sollevate da Tizio si debba pur rispondere, ma il sospetto è inevitabile e ragionevole. Chi è disposto a dare grande peso all' opinione della casa farmaceutica circa l' utilità delle medicine?



E allora ecco la provocazione, chi merita a priori ascolto più attento sulle questioni abortive? Una donna o un uomo? I soliti noiosi non giocheranno e correranno a mettersi la fetta di salame rispondendo: "entrambi". Ma chi vuol giocare ha da divertirsi. La Donna ha in ballo interessi molto forti. Anche il misogeno, bisogna dire, ma la sua è una posizione molto meno generalizzabile...

Redditi al palo

Quali?



"...I dati relativi al 2006 dell'indagine sui bilanci familiari della Banca d'Italia confermano quanto era prevedibile: gli indici di disuguaglianza e povertà per le famiglie italiane non hanno subito di recente modifiche di rilievo. Con un rischio di povertà molto superiore per i giovani rispetto agli anziani. Tuttavia, è in corso da tempo una ricomposizione interna ai redditi delle classi medie. Crescono i redditi degli indipendenti, mentre sono praticamente fermi quelli dei dipendenti, soprattutto nel settore privato. E l'euro non c'entra..."


Questa dell' euro che non c' enta niente mica l' ho capita tanto. Molto più lineare la spiegazione del Galimberti sul Sole di qualche giorno fa: poichè l' euro ha causato spinte inflazionistiche, cosa possibile per motivazioni psicologiche abbinate alla scarsa concorrenzialità dei nostri mercati, hanno soccombuto i redditi fissi.


Nei commenti che i media hanno dedicato ai dati pubblicati dalla Banca d’Italia, la responsabilità della redistribuzione a favore degli indipendenti è stata attribuita all’euro. Eppure, se prendiamo sul serio i dati della Banca d’Italia, e consideriamo anche il periodo 1995-2000, è evidente che anche ben prima dell’euro le cose sono andate decisamente meglio per le famiglie degli indipendenti. Certo, l’indagine Banca d’Italia può avere problemi a cogliere con precisione i redditi di alcune categorie, però la tendenza di fondo sembra evidente: la redistribuzione è in corso da tempo, e può essere solo in parte attribuita all’introduzione dell’euro.


Non sembra molto indicativo prendere a base di tutto il cuore dei ruggenti anno novanta. Lo sappiamo che lì si stava gonfiando una bolla mica da ridere.

Prove di sorpasso

Spagna a tutta birra.

"...non ha molto senso angosciarsi per il sorpasso spagnolo quando il vero problema è la tendenza di lungo periodo. E questa mostra chiaramente che il reddito italiano pro capite a parità di potere d'acquisto è costantemente calato nell'ultimo decennio. Sicuramente le cause saranno svariate e complesse, ma investire di più e meglio nell'istruzione potrebbe davvero fare la differenza nel prossimo futuro. Anche perché la Grecia partendo dallo stesso livello dell'Italia, ha adesso una popolazione con circa il 30 per cento in più di anni di scolarizzazione..."