- Il rapporto qualità prezzo delle case è cresciuto nel tempo
- Il prezzo delle case è cresciuto e in questa crescita la regolamentazione urbana incide molto di più rispetto al valore degli spazi
- E i poveri? Due alternative: edilizia popolare o deregolamentazione.
- Le case popolari non creano proprietari interessati alla conservazione
- Le case popolari concentrano la povertà producendo crimini
- Effetto filtro: se deregolamenti costruiranno i più ricchi? Non importa: lasceranno libere le loro vecchie case a favore dei meno ricchi in una catena che beneficerà alla fine i più bisognosi.
- Esistono molte città cresciute senza piano regolatore, vedi Houston.
- Senza piano regolatore non significa senza regole ma con regole uguali per tutti
- La compravendita della cubatura agevola l' ordine spontaneo.
- Le decisioni calate dall' alto spesso creano brutture e degrado, meglio studiare e intervenire sull' ordine spontaneo.
- Città private. India e Cina, due approcci diversi: il caso di Gurgaon, la città spontanea.
- Città private. Come cresce la città spontanea? Si creano isole incorrotte, il problema è chiedersi se poi le isole si unificano. Ci sono difficoltà che vanno al di là dei costi di transazione: si attende un intervento pubblico e non si vogliono sprecare risorse private.
- Città private. Meglio il riccone che sviluppa la sua città (Disney, Tata...) che l' ordine spontaneo.
- Glaeser sulla città: più ricca, più felice, più innovativa. Inno al grattacielo.
- Siamo in troppi? Domanda assurda dopo l'invenzione della città: tutta l'umanità potrebbe stare comodamente in Texas, ogni famiglia col suo comodo e spazioso appartamento. Il problema nn è dunque il numero delle xsone...
- L'innovatore impara x contatto e prossimità prima che x istruzione. Il talento è contagioso. Il talento x esprimersi deve verificare che può farlo, nemmeno lui crede alle sue potenzialità pratiche, da qui l'importanza di vivere dove il ghiaccio è già stato rotto...
- Paradosso: quanto + si è connessi, tanto più conta la prossimità fisica. Perchè? E si torna alla centralità delle idee...
- In città c'è poco spazio x cui si producono quei beni che occupano poco spazio: le idee nn ne occupano nessuno. Le idee fanno incontrare sviluppo e cultura in un mix stimolante...
- O-ring production: la concentrazione dei talenti consente ai migliori di lavorare insieme e quindi di nn sprecare i prodotti del genio con la rottura di anelli deboli...
- Quanto più un paese è "urbanizzato" tanto + è ricco e felice...
- L'arte rinsscimentale sarebbe stata concepibile senza una città come Firenze dove i geni erano a stretto contatto e si insegnavano a vicenda?...
- Torino, Detroit e il declino delle città. Una città rischia se si affida ad un unico progetto e declina con esso. Allo stesso modo nn può essere resuscitata con le grandi opere. È il pluralismo che vivifica una città xchè solo le diversità esaltano le interconnessioni...
- Qual è il marchio della città fallita? avere troppe infrastrutture (rispetto alla domanda) nn troppo poche. I grandi progetti sono rischiosi. Dopo una castrofe meglio dare aiuti alle persone che progettare a tavolino la ricostruzione (vedi Katrina)...
- Una città nn è fatta da case o infrastrutture ma da xsone: nn doniamo case o infrastrutture ma soldi ed education alle xsone più bisognose affinchè spendano indirizzando gli investimenti...
- E la povertà delle xiferie? La City attrae i poveri, nn li crea. Il povero di città è un ricco rispetto al povero di campagna. Contro i crimini e le malattie contagiose il ruolo dello stato è decisivo, nn illudiamoci col libero mercato...
- Le ec. di scala della città favoriscono la cultura: musei, teatri...
- Limitare le costruzioni è la classica politica anti-poveri che alza solo i prezzi, altro che "consumo del territorio". Le mille restrizioni sono anche fonte di corruzione. Ieri Parigi ospitava la bohem, che ha dato lustro alla città, oggi è talmente "preservata" che un fenomeno del genere nn potrà più darsi...
- Un duello inatteso: grattacielo vs auto. Nel primo caso si va a piedi e la città è densa, popolata, viva - vedi Manhattan. Noi abbiamo scelto l'auto e le case basse. Forse era meglio limitare la circolazione piuttosto che l'edificabilità...
- Un' altra tendenza da combattere: la proprietà. È una tendenza che favorisce la villetta rispetto all'appartamento...
- Grattacielo verde. Basta con l'idea che l'ambientalista viva tra gli albrri. Gli abitanti delle grandi città sono i veri ambientalisti: vivere ammasssti fa risparmiare risorse. Vivere nella cintura o in campagna incide molto di + sull' ambiente. Preghiamo che India e Cina optino x grattacieli e città ad alta densità abitativa...
- Vuoi preservare l'ambiente stoppando nuove costruzioni in città?. Bene, stai solo inquinando di più il pianeta incentivando costruzioni in una periferia a distesa.
continua - Brink Lindsey speaks for many economists when he suggests that getting rid of excessive building regulations in cities would raise productivity by allowing more people to move to those cities...
- La città del liberalismo attivo di Stefano Moroni
- Cap.1 stato e mercato
- La città nel 900: pianificata
- I due mercati: neoclassico e austriaco. Retribuzione e segnale.
- Lo stato liberale: 1 prima l individuo 2 bene giusto 3 rule of law: leggi astratte 4 minimo garantito
- Teoria dei beni pubblici: 1 rari 2 temporanei 3 free ride possibile nn obbligato 4 nn eticamente scontati
- Liberalismo attivo: schiva l accusa di atomismo mantenendo un idea lib di stato. Respinge l arg del piano inclinato
- L equivoco dell amministratore: trattare siatemi complessi come fossero organizzazioni. Fallacia costruttivistica.
- Cap3 alternative
- Pianific e giochi: la p come strategia e nn come statica.
- Difesa di p: cementificazione. Ma nessuno auspica assenza di regole
- Seconda difesa: esternalità. Ok ma quali esternalità contano?
- Terza difesa: la terra è un bene particolare.
- Prima critica a p: nn ha info
- Seconda: viola rule of law
- Soluzione: p a due stadi.
- Due reg.: 1 reg proibitive e 2 regole di servizio infrastr.
- 1: le più astratte possibili. Cosa nn fare. Fissazione indice unico di edificabilità e negoziazione cubature
- Passare da regole oggettuali a regole prestazionali (stabilire cosa poter fare con un oggetto e nn come costruirlo)
- Corruzione e potere di valorizzare gli immobili x decreto.
- Restrizioni private e immobili ristretto
- 2: project financing. Pedaggi. Comunità private. Scambio tra xmessi e oneri urb.
- Volontariato e assoc di quartiere
- Le enclave e i xicoli di segregaz: 1 la pianificaz crea ghetti 2 le e.non è limitata a soggetti abbienti 3 si possono introdurre leggi antidiscr anzichè proibire
- Sussidiarietà urbanistica: assoc di residenti
- La città ideale è troppo complessa e variegata: un unica intell nn può dominarla. Problema epistemologico
- La pianificaz alle sue origini: le mani sulla città inglese
- Democrazia diretta in città: rompere il monop.da rousseau ad habermas. Pericolo: politica onnipresente. Limiti dem.amplificati. cittadino ignorante
- L uomo è animale sociale ma nn nec.mente politico
conclusione - cap 5 The Substance of Style Virginia Postrel. In quest'epoca dove per la prima volta a tutti è concessa l'esperienza del bello, l'intolleranza estetica è cresciuta. Lo vediamo nei piani regolatori trasformati in liste di divieti che riguardano forme e colori "poco rispettosi". La soluzione: rimpicciolire l'area regolamentata in modo da avere più varietà. Ma soprattutto una considerazione: è proprio questa accresciuta sensibilità che dovrebbe rassicurarci sui potenziali danni estetici.
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martedì 17 marzo 2015
Com'è grande la città!
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