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lunedì 25 febbraio 2008

Avvertenze sulla povertà USA

Da fonte insospettabile.

"...Poverty comparisons across affluent nations typically use a “relative” measure of poverty. For each country the poverty line — the amount of income below which a household is defined as poor — is set at 50% (sometimes 60%) of that country’s median income. In a country with a high median, such as the United States, the poverty line thus will be comparatively high, making a high poverty rate more likely...

Using a relative measure, the U.S. poverty rate is higher than Romania’s and only slightly lower than Mexico’s (see here). Similarly, Mississippi’s relative poverty rate is the same as Connecticut’s..."

Le modalità alternative del dono

Sotti tutela chi è lontano, autonomia per chi è vicino. Perchè?

lunedì 18 febbraio 2008

Quando il welfare sviluppa i suoi tentacoli

Riporto di seguito una cannonata estrapolata da una battaglia forumistica, spero che possa essere comprensibile prescindendo dal contesto.

Valeria, non capisco perchè senti l' ossessionante esigenza di tirarmi in ballo e di offendermi gratuitamente parlando di cose che c' entrano poco o nulla con quanto ho detto, tanto è vero che cerchi in qualche modo di far contatto al costo di storpiare le mie parole. Le lodi del tuo impegno continuamente sbandierato potresti anche tesserle evitando di coinvolgermi mettendo in scena questi tristi numeretti. Da parte mia posso solo sperare che l' impegno di chi si dimostra spesso in confusione mentale e sempre avvelenata dalla forfora al callo, valga quanto quello di una persona serena e lucida.

Poichè sarebbe proprio sterile bruciare un post al solo scopo di tirarti le orecchie, ne approfitto per sviluppare alcuni punti. Fai attenzione adesso a come si puo' parlare evitando di ferire il prossimo, poi, se vuoi proprio rispondere, fallo pure, ma moderando i termini, stando in tema e dopo una mezzoretta di training autogeno. Magari, già che ci sei, vedi pure di evitare il consueto sarcasmo, quello che puzza tanto di ultima spiaggia.



  1. Forse ricordo male ma Ada non si lamentava tanto dell' assenza di aiuti, quanto di come fosse complicato ottenerli (domande da compilare, documentazione da produrre). Nel mio piccolo posso confermare visto che, proprio in questi giorni, sto approntando una pratica per l' acquisto di un' autovettura speciale da parte di un disabile: gli aiuti economici sono molto generosi, l' auto viene via praticamente a costo zero, ma il labirinto burocratico è estremamente contorto e paludoso.

  2. Quando suggerisco di garantire standard minimi di benessere per i più bisognosi, dico forse che i disabili debbano essere abbandonati a se stessi? Al contrario, tra i più bisognosi ci sono proprio loro. Inoltre, evitare di disperdere le risorse in aiuti generosi e universali (la sanità europea ha proprio questa impostazione), consentirebbe di concentrarli proprio sui casi realmente problematici.

  3. Le difficoltà nell' organizzare un welfare non riguardano certo i disabili, i costi di questa categoria sono infinitesimali rispetto a quelli sollevati dalle problematiche relative alla disoccupazione, alla pensione e alla sanità della massa, ovvero di coloro che sono o sono stati per una vita attivi, in salute e perfettamente abili.

  4. Ammettiamo che lo Stato sia chiamato ad addossarsi gli eventuali costi a cui va incontro un disabile. Qualora il genitore sia tentato di liberarsi del fardello, perchè mai la stessa tentazione non dovrebbe sedurre il burocrate qualora sia chiamato a riequilibrare i loro bilanci. Anzi, poichè in questo caso non esiste un legame affettivo tra il finanziatore e il "fardello", sacrificarlo sarà ancor più semplice e indolore. Non sarà un caso se i più generosi in questo senso siano anche considerati dei "paradisi per l' aborto"? No, non è un caso, è qualcosa che invece si spiega facilmente.

  5. Per favorire l' accoglimento della vita, l' elemento culturale resta centrale poichè la sofferenza principale riguarda, non tanto la condizione di indigenza, quanto il peggioramento del proprio status economico. E questo peggioramento persisterebbe per quanti aiuti possano essere concessi.


  6. La "caccia alle streghe" era una pratica ritenuta doverosa e utile, soprattutto dal popolo. La Chiesa, specie nelle alte gerarchie, si mostrò sempre restia a simili intraprese, ma le pressioni popolari (oggi diremmo democratiche) spesso le impedivano di soprassedere spingendola all' azione. Oggi condanniamo la durezza di quelle pene, le condanna risulta inappellabile soprattutto in chi è privo di una prospettiva storica. Ho notato come costoro, ovvero colore che si dimostrano sprovvisti di una tale tale prospettiva, siano anche i più insensibili a come, in un futuro lontano, potrebbero essere giudicate le pratiche abortive, che consistono pur sempre nella soppressione di un essere umano. E' sintomatica questa coincidenza.

  7. Soriga. La puntata in cui esternava sulla bioetica non mi ha soddisfatto. Ha parlato di questi argomenti evitando di affrontarli. Si è concentrato sul tema della libera scelta che è il modo più consueto per scantonare. Forse è eccessivo etichettarlo come "baro". In questi casi si è bari innanzitutto con se stessi. A volte puo' essere anche necessario farlo.

  8. Un welfare generoso conduce a regimi autoritari? Non necessariamente, ma i fatti storici ci dicono che è successo spesso in passato e che raramente non succede. Ho parlato delle pratiche eugenetiche nella democraticissima Svezia, Paese da sempre considerato il Paradiso dell' Aborto. Demandando a terzi la nostra salute costoro si sentiranno in diritto di entrare in ogni nostra scelta, dalla cintura di sicurezza, all' alimentazione, fino alle scelte riproduttive. Le scienze sociali del secolo scorso parlavano in proposito di Via della Schiavitù. Sono dinamiche logiche, riscontrate empiricamente nella storia e da cui stare in guardia ancora oggi avendo imparato la lezione.

  9. Spesso mi chiedo: come mai le pratiche abortive sono state dapprima adottate nei paesi totalitari ( Unione Sovietica post '17, Germania hitleriana) e, successivamente, solo intorno agli anni 70, dalle democrazie occidentali? Veramente le tirannie avevano qualcosa di tanto prezioso da insegnarci a cui non avevamo pensato prima? Forse sì, la cosa non puo' essere esclusa: aborto e treni in orario. Però esiste anche una risposta alternativa: ad un certo punto, anche per le democrazie che andavano allargando i loro welfare, certe soluzioni sono diventate convenienti.

  10. Da un po' di tempo noto che le osservazioni intorno a queste materie che personalmente ritengo più interessanti, possono essere svolte senza dover necessariamente schierarsi pro o contro l' aborto. In fondo è quello che cerco di fare.

sabato 16 febbraio 2008

Il welfare fa bene ai feti?

In una discussione forumistica Diana sembrava elogiare i copiosi benefits di cui puo' usufruire la donna svedese. Questi aiuti sembrano una buona spiegazione delle percentuali di accettazione più elevate di feti malformati o con malattie. Invitavo però Diana a prendere con le molle il caso svedese:


[Su questi argomenti tutto è concesso ma per favore lasciamo perdere la Svezia, ovvero il Paese che la sterilizzazione coercitiva per individui "problematici" e l' eugenetica, ma quella alla Mengele che nessuno ha difficoltà a riconoscere come tale, l' ha praticata più o meno di nascosto fino agli anni ottanta]


La discussione proseguiva con questo intervento.


Vedi Diana, il tuo ragionamento sembra filare: se accudire un figlio malato è costoso e QUALCUNO condivide con me quel costo, io sopporterò meglio la pena di questo compito e sarò più disposto ad assumerlo. Senonchè assumi la "mentalità eugenetica" come una variabile esogena, come qualcosa che appartiene agli svedesi perchè nell' insondabile profondo dei loro cuori si annida un demone perverso. Ma forse non è così, forse esiste una spiegazione. Te ne offro una, la più diretta.

Se mangio tutti i giorni patatine fritte e fumo 100 sigarette al giorno, prima o poi la mia salute ne risentirà. Si ritiene corretto che un sig. QUALCUNO mi aiuti nell' affrontare questi problemini. Ma i problemini diverranno presto problemoni e l' aiuto richesto sarà oneroso, al punto da incidere profondamente sul bilancio del signor QUALCUNO. Chi non vede la via spianata attraverso la quale il sig. QUALCUNO sarà in grado di tamponare i passivi che lo opprimono? Ma è semplice, chiara e anche corretta: QUALCUNO si arrogherà il diritto di prescrivermi una dieta e uno stile di vita. In più, poichè QUALCUNO s' impegna ad occuparsi in futuro anche dei miei figli, farà lo stesso con loro finchè sono piccoli e recuperabili. Ed eccoci armoniosamente approdati alla dieta di Stato, pardon, di QUALCUNO.Questa è in gran parte la via attraverso la quale un Paese democratico (unico caso) come la Svezia è arrivata alle pratiche eugenetiche. Siccome QUALCUNO si era impegnato a fornire il suo appoggio a tutta l' umanità bionda dalla culla alla tomba, costui si è presto ritenuto in diritto di plasmare quell' umanità affinchè l' impresa che si era prefisso risultasse la meno costosa possibile. L' eugenetica non piove quindi dal cielo, è filiazione legittima di questo genere di umanitarismo. Tra il rischio di aborto imposto e quello volontario, preferisco ancora il secondo.

...[ tra parentesi vorrei dire che la stessa dinamica si innescò a proposito del meraviglioso ed efficiente welfare nazista - quello dove nessun (ariano) veniva lasciato indietro. Eugenetica a tutto spiano, e in più dei pagatori supplementari: gli ebrei, prima tassati, poi tartassati, poi espropriati, poi deportati. Infine, affinchè la povertà ariana fosse completamente debellata, si andò alla ricerca di altri popoli da opprimere]...

La mia posizione è questa: in una società è pur necessario garantire un minimo a tutti, una rete che raccolga chi cade sotto una certa soglia. Cio' non toglie che in una società del genere la condizione di molti, per eventi più o meno fortuiti, possa peggiorare anche di molto. Probabilmente, perlomeno da un punto di vista economico, la condizione di chi si trova ad avere un figlio malato peggiorerà e non di poco, e questo nonstante i doverosi aiuti e le garanzie di cui parlavo prima. Si spera che questo peggioramento possa essere compensato dalla capacità di accogliere un imprevisto e dalla gioia di avere un figlio, e nemmeno quella gioia piove dal cielo, la cultura potrebbe c' entrare. E la cultura dello "scatto di anzianità", l' unica in cui veramente siamo immersi tutti dagli anni sessanta in poi, c' entra in negativo.

venerdì 15 febbraio 2008

Quanto rende educarsi?

In attesa di un lavoro pubblicabile che abbia per oggetto le minoranze, su fronti opposti si schierano Caplan e Harfort. Nel frattempo godiamoci il loro ragionamento.

lunedì 11 febbraio 2008

giovedì 7 febbraio 2008

Una strana domanda

Inclinata positivamente.

Wine, we know, gets better with age - but now it appears it tastes better the more it costs.
Researchers at the California Institute of Technology have shown that a person's enjoyment of wine can be heightened if they are simply told that it is an expensive one.
Twenty-one volunteers were asked to sample different bottles of Cabernet Sauvignon and rate the ones they preferred.
The only information they were given was the price of the wine - but in a number of cases, they were not told the real price. In one case, the volunteers were given two identical red wines to drink and were told that one cost much less than the other.
Most described the "higher priced" wine as much more enjoyable.
Researchers also managed to pass off a $90 (£46) bottle of Cabernet Sauvignon as a $10 bottle and presented a $5 as one worth $45.


martedì 5 febbraio 2008

Redditi al palo

Quali?



"...I dati relativi al 2006 dell'indagine sui bilanci familiari della Banca d'Italia confermano quanto era prevedibile: gli indici di disuguaglianza e povertà per le famiglie italiane non hanno subito di recente modifiche di rilievo. Con un rischio di povertà molto superiore per i giovani rispetto agli anziani. Tuttavia, è in corso da tempo una ricomposizione interna ai redditi delle classi medie. Crescono i redditi degli indipendenti, mentre sono praticamente fermi quelli dei dipendenti, soprattutto nel settore privato. E l'euro non c'entra..."


Questa dell' euro che non c' enta niente mica l' ho capita tanto. Molto più lineare la spiegazione del Galimberti sul Sole di qualche giorno fa: poichè l' euro ha causato spinte inflazionistiche, cosa possibile per motivazioni psicologiche abbinate alla scarsa concorrenzialità dei nostri mercati, hanno soccombuto i redditi fissi.


Nei commenti che i media hanno dedicato ai dati pubblicati dalla Banca d’Italia, la responsabilità della redistribuzione a favore degli indipendenti è stata attribuita all’euro. Eppure, se prendiamo sul serio i dati della Banca d’Italia, e consideriamo anche il periodo 1995-2000, è evidente che anche ben prima dell’euro le cose sono andate decisamente meglio per le famiglie degli indipendenti. Certo, l’indagine Banca d’Italia può avere problemi a cogliere con precisione i redditi di alcune categorie, però la tendenza di fondo sembra evidente: la redistribuzione è in corso da tempo, e può essere solo in parte attribuita all’introduzione dell’euro.


Non sembra molto indicativo prendere a base di tutto il cuore dei ruggenti anno novanta. Lo sappiamo che lì si stava gonfiando una bolla mica da ridere.

Prove di sorpasso

Spagna a tutta birra.

"...non ha molto senso angosciarsi per il sorpasso spagnolo quando il vero problema è la tendenza di lungo periodo. E questa mostra chiaramente che il reddito italiano pro capite a parità di potere d'acquisto è costantemente calato nell'ultimo decennio. Sicuramente le cause saranno svariate e complesse, ma investire di più e meglio nell'istruzione potrebbe davvero fare la differenza nel prossimo futuro. Anche perché la Grecia partendo dallo stesso livello dell'Italia, ha adesso una popolazione con circa il 30 per cento in più di anni di scolarizzazione..."

lunedì 28 gennaio 2008

L' invidia non è tutto

Tanta attenzione per le povertà relative...e poi quelle inspiegabili masse che migrano verso le nazioni ricche tentando di assurgere alla tanto agognata condizione di "povero relativo".

sabato 26 gennaio 2008

Immigrazione e welfare sono incompatibili

Era le tesi di Milton Friedman. Lant Pritchett la confuta con gli esempi di Singapore e Kuwait.

"...Milton Friedman is wrong. It’s not incompatible with a welfare state; it’s incompatible with a welfare state that doesn’t differentiate between people within its territory. Singapore manages to maintain an enormously high level of benefits for its citizens with massive mobility. Kuwait has one of the highest immigrant populations in the world, and you can’t ask for a more cradle-to-grave welfare state than what Kuwait gives its citizens. So it’s obviously possible to maintain whatever level of welfare state you want and have whatever level of labor mobility you want, as long as you’re willing to separate the issues..."


addendum

martedì 22 gennaio 2008

L' industria umanitaria

La parola all' antropologo Alberto Salsa ascoltabile qui ( http://podcast.rtsi.ch/ReteDue/Laser/LASERL'Africaafiordipelle114-01-08.mp3 ):

"...l' industria umanitaria è la settima al mondo. Sta sorgendo il dubbio che non si vogliano risolvere i problemi per non mettere in crisi il settore..."