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mercoledì 25 novembre 2015

L'illusione di Dawkins di Alister McGrath

L'illusione di Dawkins di Alister McGrath
  • Dio nn è morto. Un problema x gli atei
  • Gould: la scienza è compatibile sia con dio che con l ateismo. Quindi: doveroso un reciproco rispetto
  • Nel milieau intellet nn c è un grande rispetto x il lavoro di d. sulla religione
  • D. scrive ai convertiti. Il suo libro nn è serio. Presume malafede nell altro.
  • Cap1 un dio illusorio
  • Tesi di d: ul credente è uno psicotico che inventa le cose.
  • Tommaso: solo una dimostrazione di coerenza interna. D. vuole una prova empirica.
  • Tommaso: x lui la fede è scontata le sue sono dim.zioni a posteriori x valutare la coerenza
  • D.sembra incosciente che dio è x il cristiano razionalista un ipot.ben costruita e nn un fatto provato
  • Teoria del tutto. Gli arg.di d.contro dio potrebbero applicarsi a tdt: chi spiega colui che spiega (regresso infinito)*
  • Critica di d.: dio dovrebbe essere più complesso della sua creazione quindi è improbab.
  • Swinburne: si confonde chi pensa con l idea: idee complesse possono emergere da una mente semplice.
  • La critica di d al dio tappabuchi è appropriata peccato che lo veda ovunque.
  • X d.la scienza ha confutato dio. Per altri ci sono domande che la s.nn potrà mai affrontare in modo diretto
  • Lo scontro nn è tra gould e dawkins: noma vs poma. Gould vs collins
  • Gli scienziati? La maggior parte si rifiuta di negare dio.
  • L attacco di d.a Dyson: traditore! Quando l attacco ad einstein?
  • Gpii appoggia darwin: d.va su tutte le furie: ipocrita!
  • Ruse ateo militante: il dilettantismo di d.ci penalizza
  • Cap3 le origini della religione
  • D.: teiera
  • Feuerbach: consolazione
  • Darwin: religione come accidente... anche la teoria evolutiva allora..
  • Si tratta di spieghe speculative: dov è la scienza?
  • D.: teoria: politeismo poi mont.poi ateismo. E le prove a supporto?
  • Che differenza tra religione e visione del mondo? D neanche se lo chiede
  • D deve e vuole definire la r.così poi da spigarla con darwin che consente di spiegare qlsiasi cosa. Purtroppo r.nn è facile da definire.
  • X le sue definizione d utilizza frazer ovvero l ottocento ovvero la preistoria dell antropologia.
  • I pregiudizi contano nella r come altrove.
  • Siamo psic.mente predispisti a credere? D nn sa rispondere e il suo resoconto è confuso.
  • I meccanismi cerebrali tanto cari a d in realtà presiedono a tutte le ns facoltà quindi spieg.poco nulla
  • Analogia dell amore romantico: il ns cervello è in subbuglio possiamo descriverlo e identificare cosa causa il sentimento ma la causa ultima è l amato. Idem x dio e il senso religioso.
  • Analogia del meme: anch essa applicabile a tutto. Inservibile
  • Cap4 la r è un male?
  • Gesù è più violento di pol pot? No e nemmeno il suo insegnamento
  • D nega il lato oscuro dell ateismo. Compito molto duro e abbastanza patetico.
  • Attacchi suicidi: consueti anche in chi ha motivaz politiche. Robert pape
  • Es dell irlanda. Si tratta di guerra religiosa? Chiaramente no
  • Quando si rifiuta dio ecco comparire altri valori assoluti: la libertá la ragione...
  • D accusa gesù: era settaria ed escludeva lo straniero. La risposta è facile
  • Profeti: mettono in discussione il culto. Tesi: la religione ha in sè i germi x rinnovarsi
  • Il perdono è concetto irrazionale e ingiusto x chi nn ha colpe? In gesù s intende come liberazione dalla schiavitù del peccato
  • Il peccato originale è un offesa alla ragione? Era inteso x parificate ebrei e gentili
  • D: la religione fa male. Kenneth pargament: in realtà la telugione fa benone alla salute
  • Come spigare il fondam.ismo di d? L ipotesi ateista vacilla
conclusione





venerdì 18 settembre 2015

Peccato originale, legno storto, tabula rasa e buon selvaggio

Possiamo approssimare la dottrina del peccato originale a  quella liberale del "legno storto": l'uomo ha delle tare che appartengono alla sua natura originaria. 

Chi vi si puo' oppone? Giusto chi ritiene che l'uomo non abbia affatto una sua propria natura, ma la dottrina della tabula rasa è in declino. 

Oppure i roussuniani, ovvero coloro che credono nel mito del buon selvaggio: l'uomo è originariamente buono ma poi la cultura lo ha traviato. Anche qui, pochi nel XXI secolo arrivano a tanto. 

Possiamo concludere serenamente che la teoria del peccato originale è particolarmente moderna e in linea con le nostre conoscenze.

sabato 20 giugno 2015

Peccato originale e teoria del peccato originale

  1. Peccato originale - Lewis lo considerava il concetto della teologia cristiana che presenta l' evidenza empirica più sontuosa. Puoi interpretarlo così: la tendenza dell'uomo a violare norme che ritiene giuste (predicare bene e razzolare male. C'è poi la teoria del peccato originale che indaga sulle sue origini e le rintraccia nella libertà umana: i nostri padri hanno sbagliato e sono stati giustamente puniti. Penso che la ricostruzione possa quadrare con i valori del nostro buon senso attuale: anche noi ammettiamo come giusto che taluni errori dei padri abbiano conseguenze sui figli: se mio padre sbaglia un investimento, l'eredità che mi spetta sarà probabilmente meno cospicua. Non ha senso gridare all'ingiustizia, è corretto che sia così.

venerdì 12 dicembre 2014

Il Peccato originale dà fastidio?

Molti hanno problemi con la teoria del Peccato Originale. Non penso che si perda granché se lo si pensa come un limite alla nostra natura anziché una punizione per una colpa. E visto da quest' ottica  penso proprio che nessuno possa sollevare obiezioni.

venerdì 15 febbraio 2013

Il problema del male

Eccolo a voi in tutta la sua impertinenza:
… vivendo in questo mondo, c’ imbattiamo di continuo in ogni sorta di male. Se ci fosse veramente un Dio quale lo descrivono i suoi devoti (un Dio buono e di infinito amore), vi pare che dovremmo fronteggiare una realtà tanto orrenda?… se ne ricava che il Dio di cui ci parlano i devoti è un essere immaginario…
Per il credente che vuole giustificare la sua fede non è un problema da poco.
Forse la cosa migliore da fare è chiedere soccorso a Peter Van Inwagen, il filosofo contemporaneo che più di altri lo ha affrontato di petto.
Secondo PVI l’ argomento del male portato dall’ ateo è “fallimentare”, ovvero, non supera un test base:
… il test consiste nell’ ottenere l’ assenso di una platea neutrale e ragionevole disposta ad ascoltare sia l’ esposizione ideale dell’ argomento da parte di un “ateo ideale”, sia la “replica ideale” da parte di un credente… se – concesso un tempo ragionevole – l’ ateo non è in grado di convincere la platea neutrale, allora il suo argomento “fallisce”…
Il dono della Libertà che Dio fa all’ Uomo, secondo PVI, giustifica la presenza del Male nel mondo. Vediamo come.
Dio concede all’ uomo la possibilità di “scatenare i demoni” più terribili. Qualora costui decida liberamente di farlo, quel che succede dopo è facilmente intuibile.
Evidentemente Dio dà un valore maggiore alla libertà rispetto al rischio del male che si puo’ produrre esercitandola. Un rischio che è poi una quasi-certezza.
Insomma, la libertà di Mao vale la vita delle persone che ha sterminato (50m). Lo stesso dicasi per Stalin (20m) o per Hitler (12m). Vi pare cosa da poco?
In questo senso Dio è un libertario, e per chi ritiene tale posizione tutt’ altro che assurda, il Dio dei credenti è un essere dal comportamento tutto sommato ragionevole.
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L’ Ateo obietta: e l’ Onnipotenza di Dio? Se Dio fosse davvero Onnipotente avrebbe comunque il controllo di quel che succede potendo limitare i danni senza conculcare le libertà.
In effetti, una tradizione filosofica illustre – Hobbes, Hume, Mill – ha professato il “compatibilismo”, ovvero il fatto che libero arbitrio e determinismo fossero compatibili.
Oggi gran parte dei filosofi scientisti è “compatibilista”, in questo modo riescono ad accordare scienza e libertà. Ma anche molti teologi, soprattutto nel medioevo, hanno professato il compatibilismo, in modo da accordare libero arbitrio e onnipotenza divina.
Il “compatibilista” sostiene che noi siamo liberi perché “facciamo quel che vogliamo”, tuttavia “non possiamo volere quel che vogliamo”, ovvero, quel che desideriamo non è determinato dalla nostra volontà ma da una forza esterna.
Chiunque comprende che se la libertà fosse davvero quella descritta dai “compatibilisti”, l’ argomento del male sarebbe vincente poiché Dio avrebbe il potere di donare all’ uomo la libertà evitando al contempo tutti i mali a cui assistiamo. Sarebbe un Dio sommamente crudele quello che si astenesse dal porre un freno pur potendolo fare.
… un creatore che volesse che io scelga X anziché Y non dovrebbe far altro che “impiantare” nella mia volontà il desiderio di X e farmi agire poi liberamente…
Al credente che intende giustificare il male, a questo punto non resta che l’ opzione libertaria, ovvero la posizione che nega il compatibilismo. Non a caso PVI è un filosofo specializzato nella difesa della posizione libertaria, ovvero nella difesa dell’ “icompatibilismo”. Tutti i suoi maggiori lavori sono su quell’ argomento.
Per fortuna del credente il “compatibilismo” non sembra una buona teoria della libertà:
… considerate gli strati sociali più umili della società immaginata in “Brave New World”, X e Y. Questa povera gente ha il cervello controllato dai dominatori Alfa. Tutto cio’ che X e Y desiderano è fare cio’ che gli Alfa chiedono loro e questo perché la loro mente è controllata dai dominatori che sono così in grado di produrre un esercito di “schiavi volontari”.  Sinceramente è difficile pensare a individui che rappresentino meglio la mancanza di libero arbitrio, eppure, secondo il compatibilista, X e Y rispondono alla descrizione dell’ uomo perfettamente libero... non ho una teoria vera e propria della libertà ma sono certo che in virtù di conseguenze controintuitive come questa la teoria compatibilista sia sbagliata…
Se la teoria compatibilista è errata, cio’ comporta almeno due conseguenze: 1. l’ argomento della libertà giustifica la presenza del male e 2. la teologia dell’ Onnipotenza divina va precisata se non rivista.
Per quanto riguarda il secondo punto, risulta evidente che Dio, donando la libertà all’ uomo, rinuncia a parte della sua proverbiale potenza.
L’ ateo, a questo punto, potrebbe insistere: anche qualora il tuo Dio sia “depotenziato”, un essere onnisciente avrebbe comunque l’ opportunità di evitare molto del male che ci affligge.
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In effetti, un essere onnisciente sa esattamente come reagirà un uomo libero in certe circostanze, e molti teologi (domenicani, gesuiti, tomisti e anche Alvin Plantinga) non intendono rinunciare alla perfetta onniscienza di Dio.
… supponiamo che se avesse tuonato nell’ esatto momento in cui Eva meditava la sua decisione sulla mela, la nostra antenata, distratta, avrebbe liberamente rinunciato a coglierla… Ebbene, a un Dio onnisciente basterebbe organizzare il contesto in modo tale da evitare la catastrofe senza ledere la libertà di scelta degli uomini…
PVI non vede davvero come un credente possa rispondere a questa obiezione mantenendo fermo l’ attributo dell’ Onniscienza divina.
Secondo lui anche onniscienza e libertà sono incompatibili.
Meglio allora rinunciare ai tremendi sforzi fatti dalla teologia per mettere d’ accordo i due concetti, dobbiamo invece trattare l’ onniscienza proprio come abbiamo trattato l’ onnipotenza:
… Dio puo’ fare tutto il fattibile ma non puo’ fare cio’ che non si puo’ fare (per esempio per ragioni logiche), allo stesso modo Dio conosce tutto il conoscibile ma in un uomo libero albergherà sempre un residuo di mistero inconoscibile in virtù della natura stessa della sua libertà…
***
E la platea agnostica? Ricordiamoci sempre che è l’ ateo a dover provare qualcosa. Riassumiamo:
… l’ ateo sfodera l’ argomento del male per convertire all’ ateismo una platea agnostica ma il credente risponde con l’ argomento della libertà… l’ ateo confuta l’ argomento della libertà postulando una teoria compatibilista, il credente sostiene che una teoria libertaria della libertà è più confacente al buon senso, tocca solo rivedere il concetto di Onnipotenza e di Onniscienza divina, una revisione che non implica però gravi inconvenienti… a questo punto sembrerebbe che il credente abbia più frecce al suo arco e che la platea di agnostici debba consegnargli la palma…
Secondo PVI l’ ateo dovrebbe concedere qualcosa all’ argomento della libertà e ripiegare su altre obiezioni, per esempio:
… ma perché il male è così sovrabbondante?… e perché esiste un male (es. terremoti) che sembra non aver nulla a che fare con la libertà umana?…
PVI non sembra impensierito dalla prima obiezione: noi possiamo immaginare una vita molto più malvagia rispetto a quella che ci è dato vivere.
Come puo’ l’ ateo dimostrare e concludere che sulla terra il male sia tanto sovrabbondante? Dovrebbe provarlo, ma la cosa sembra difficile e quindi l’ obiezione puo’ essere accantonata.
La seconda obiezione è più seria poiché l’ “argomento ristretto” della libertà non sembra in grado di giustificare i terremoti.
Per farlo occorre allora un “argomento esteso della libertà” (teoria del Peccato Originale) che PVI cerca di illustrare con la storia della creazione dell’ uomo riveduta e corretta secondo i dettami della scienza moderna:
… grazie ai processi di selezione naturale, un gruppo di primati nostri antenati formarono una ristretta comunità che arrivò a contare qualche centinaio o qualche migliaio di membri… nella pienezza dei tempi Dio intervenne miracolosamente su questa comunità donando la ragione ai suoi membri… la ragione implicò il linguaggio, il pensiero astratto e il libero arbitrio… questo dono si rivelò necessario poiché solo grazie alla libertà l’ uomo avrebbe potuto amare nel senso pieno del termine… Dio non solo donò la ragione, non solo fece di questi esseri cio’ che noi chiamiamo “uomo” ma li fece anche entrare in una sorta di unione mistica con lui… cio’ consentì ai nostri antenati di vivere insieme in armonia di perfetto amore reciproco: nessuno faceva del male all’ altro e grazie a poteri “preternaturali” erano in grado di proteggersi dalle bestie feroci, dalle malattie e da qualsiasi imprevedibile evento naturale… insomma, il loro mondo non conosceva il male… Eppure, in qualche modo che a noi resta misterioso, essi mostrarono un certo malcontento abusando della loro libertà e perdendo così questa breve condizione paradisiaca… le conseguenze furono orribili poiché la smarrita armonia li costrinse ad affrontare inermi i casuali eventi distruttivi della natura… come se non bastasse, pur mantenendo una sorta di razionalità, perdettero il pieno controllo sulle loro passioni (egoismo, invidia…), cominciando ad aggredirsi l’ uno con l’ altro con una certa frequenza… questa loro nuova natura si perpetuò attraverso i geni alle generazioni future giungendo fino a noi…
L’ “argomento esteso” formulato da PVI giustifica anche la presenza del “male naturale” in termini di abuso della libertà ma questa volta il protagonista è il nostro antenato, colpevole di aver rinunciato volontariamente a vivere in armonia con Dio.
Ma la platea di agnostici potrà mai accettare la storia raccontata da PVI?
Possiamo solo prevedere che non ci saranno obiezioni scientifiche, visto che la storia è coerente con il racconto della scienza.
Ma potrebbero esservi obiezioni filosofiche.
Esempio: di fronte alla “caduta” un Dio immensamente buono si sarebbe chinato verso l’ uomo ripristinandolo nella sua armonia.
Non mi convince: se la caduta deriva da un abuso della libertà, il ripristino puo’ avvenire solo con un esercizio genuino della libertà. Siamo proprio in uno di quei casi in cui l’ Onnipotenza divina è impotente.
PVI usa l’ analogia del malato: Giovanni è malato e puo’ guarire solo grazie a uno sforzo di volontà. Disponiamo di una medicina che allevia le pene ma, allo stesso tempo, disincentiva la volontà necessaria alla guarigione. Che fare? Somministriamo la medicina? E’ plausibile che un medico buono vi rinunci. E’ plausibile dunque che il Dio-buono esista e sia coerente con la realtà che viviamo.
Altra obiezione, altro esempio: è iniquo che il comportamento dei padri si ripercuota sulla sua progenie.
Non mi convince. Tutti i giorni noi accettiamo come equi inconvenienti del genere.
Se il padre perde in borsa, il figlio erediterà meno. Non trovo che cio’ sia particolarmente iniquo. Se il figlio eredita le predisposizioni genetiche del padre, nessuno trova niente di particolarmente iniquo in tutto cio’. Possiamo anche fare un caso estremo: se il padre commette un crimine andrà in carcere e cio’ avrà ripercussioni sui figli ma tutti noi riteniamo che la pena inflitta al padre (e quindi, indirettamente, al figlio) sia equa.
Altra obiezione, altro esempio: e la sofferenza delle bestie? Anche quello è un male e la “storiella” della creazione non sembra giustificarlo.
… scoppia casualmente un incendio nella foresta, Bambi si trova davanti un muro di fuoco e muore orribilmente. In questa morte il Male fa capolino, eppure la storiella non ci spiega perché visto che Bambi, la vittima, non ha ricevuto il dono della razionalità e quindi nemmeno ha potuto abusarne…
L’ obiezione deve essere accolta: né l’ argomento ristretto, né l’ argomento esteso hanno alcun potere giustificatorio in questo caso. La libertà dell’ uomo non spiega alcunché. PVI ripiega su altri argomenti che qui tralascio.
male
C’ è poi il caso del male specifico. Davanti al dolore di una mamma che perde suo figlio investito dall’ auto pirata, cosa dire?
Nulla, la “storiella” non ci dà argomenti, l’ obiezione deve essere accolta.
Possiamo anche speculare che quel male rientra in un ordine comprensibile ma non potremmo mai fornire una giustificazione specifica sul “perché è toccato proprio a te”. Abbiamo (liberamente) turbato l’ “armonia” e ora il male naturale colpisce a casaccio.
***
Il libro di PIV è scaricabile qui al costo di 15 euro.

Riassumendo:

  • il credente afferma che il male esiste come conseguenza del dono della libertà (Dio rinuncia alla sua onnipotenza)
  • l'ateo obbietta: ma Dio non poteva rimanere padrone delle cose senza rinunciare al dono della libertà? Ci sono le teorie compatibiliste che consentono di farlo.
  • credente: le teorie compatibiliste sono insoddisfacenti. L'unica teoria soddisfacente è quella libertaria (in cui Dio rinuncia alla sua onniscienza)
  • obiezione atea: ma c'è troppo male nel mondo!
  • credente: come fai a dirlo? è possibile credere che non sia affatto così.
  • ateo: c'è molto male che non sembra affatto derivare dalla nostra volontà, per esempio i terremoti.
  • credente: il corso dei nostri atti ha conseguenze imprevedibili. IMHO: se Dio non interviene per deviare tale corso è anche per non interferire con le leggi di natura consentendo così che si realizzi appieno nell'uomo un altro dono: quello della ragione e della conoscenza. D'altronde in casi estremi Dio interviene, come nel caso dei miracoli.
  • credente: gli eventi malvagi che non dipendono in alcun modo dalla libertà umana sono da interpretare come banco di prova ad hoc per saggiare al meglio le nostre qualità
  • obiezione dell'ateo: ma un dio misericordioso salva.
  • risposta: la libertà è troppo importante
  • obiezione: che risposta dare alla mamma che perde un figlio e dice perché a me?
  • credente: nessuna. Possiamo avere una teoria generale del male non una teoria specifica.




lunedì 26 marzo 2012

Quarta meditazione sul Credo niceano: espiazione

Oggi vorrei meditare il fatto che il Dio incarnato fu crocifisso per noi. Insomma, pagò con la sua vita per noi.

Un atto del genere ha senso o è pura assurdità?

gru

Prima considerazione:

… What has gone wrong is that we humans have lived bad human lives. A proper offering would be a perfect human life which might well end in a death by execution, which we can offer to God as our reparation. Maybe one human life, however perfect, would not equate in quantity of goodness to the badness of
so many human lives. But it is up to the wronged person to deem when a sufficient reparation has been made; and one truly perfect life would surely be a proper amount of reparation for God to deem that reparation (and penance)
enough had been made…

Seconda considerazione:

… if a wrongdoer has no means to make reparation, a well-wisher may often provide him with the means; the wrongdoer can then choose whether or not to
use that means for that purpose. Suppose that I owe you some service; for example, suppose that I have promised to clean your house and that you have already paid me to do this. Suppose also that I have spent the money but
omitted to clean the house at the promised time, and that I have now had an accident which makes me unable to clean the house. Clearly I owe you repentance and apology; but I must also try to get someone else to clean the house. Even if you don’t badly need the house to be cleaned, you may think it important that I should be involved in getting it cleaned; it matters that I should take responsibility for what I have omitted to do. So you may encourage a third person to offer to me to clean the house on my behalf. If I accept this offer, I am involved in providing the reparation; and when the house is cleared, you can forgive me…

I suggest that the Christian claim that Jesus saved us from our sins may be best understood in that way: God could help us to make atonement for our sins and those of our ancestors. By becoming incarnate and living a perfect human life in Jesus, God provided an act of reparation of which we can avail ourselves. God was both the wronged person (the victim of our wrongdoing) and also the one who, thinking it so important that we should take our wrongdoing seriously, made available the reparation for us to offer back to him…

Ma per qualcuno è già assurdo il concetto di “peccato originale” da cui si parte: perché mai dovremmo pagare per il comportamento del nostro progenitore?

Strana meraviglia visto che lo studio della genetica ci rende familiari dinamiche analoghe che accettiamo senza battere ciglio senza etichettarle come “assurde”:

… for example, if boys smoke a lot before puberty, that affects their genes in such a way that their children tend to be more obese than they would be otherwise. See New Scientist, 7 January 2006. Obesity clearly makes certain good actions harder to do…

Si potrebbe dire che lo accettiamo come fatto senza ritenerlo “giusto”. Che dire allora quando riscontriamo che…

… even the English law requires that before you can claim what you inherit from your dead parents you must pay their debts. To inherit a debt is not to inherit guilt. For we were not the agents of our ancestors’ wrongdoing, but we have inherited a responsibility to make atonement for this debt of ‘original sin’, as far as we can—perhaps by making some reparation…

sabato 5 giugno 2010

Il trisavlo dell' uguaglianza

Non tutti sanno che la nozione di peccato originale è uno sviluppo agostiniano del cristianesimo. Gesù non ne parla.

Già Paolo invece parlò parecchio di "peccato", specie nella sua epistola ai Romani.

Per lui non è rilevante che tutti abbiano PECCATO, quanto che TUTTI abbiano peccato.

Il suo progetto è quello di stabilire un piano di gioco uniforme per Ebrei e Gentili.

La nozione di "peccato originale" prefigura nella storia quella di "eguaglianza" tra gli uomini.