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mercoledì 11 aprile 2018

La periferia di Papa Francesco

Negli anni sessanta l’America latina sembrava essere avviata verso processi di secolarizzazione, fino ad allora la Chiesa Cattolica aveva sempre flirtato col potere, e dove si erano registrate rotture – come a metà del XIX secolo, nel periodo della de-colonizzazione – erano venute dalla politica anti-clericale di molti governi del sub-continente. Ma da quel decennio fatidico qualcosa è cambiato, da un lato la Chiesa Cattolica rompe con le élites conservatrici sue tradizionali alleate facendosi addirittura sponsor dell’innovazione sociale, dall’altro subisce l’invasione dei Protestanti nordamericani resa possibile dalle nuove norme sulla libertà religiosa già attive da inizio secolo ma solo ora realmente sfruttate. La competizione religiosa ha portato nella Chiesa cattolica più autonomia: quando c’è poco da proteggere i protettori non servono. Non c’era infatti più nulla da “rendere a Cesare”, non esiste più un diritto alla decima (o all’8 per mille), non c’era più una torta da spartirsi tra Cesare e Dio ora che gli Dei erano tanti.
In passato la Chiesa Cattolica aveva fornito ai conquistatori un’ideologia capace di pacificare gli indigeni, e per questo servizio reso aveva avuto garanzia di monopolio sulle anime. Ma ora le anime vanno strappate una ad una ai pentecostali e senza una buona dose di populismo empatico, senza una critica serrata ai governi in carica e una retorica della povertà (le anime dei poveri sono le uniche disponibili) è difficile farsi sentire dalla gente. Da questa periferia del mondo giunge a noi un tipo singolare come Papa Francesco.
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Nowhere has the relationship between state and church been more volatile in recent decades than in Latin America. Anthony Gill's controversial book not only explains why Catholic leaders in some countries came to oppose dictatorial rule but, equally important, why many did not. Using historical a...

mercoledì 21 febbraio 2018

Una sana e riposante chiusura mentale

Perché Papa Francesco non legge i suoi critici? Risponde lui stesso: "Per salute mentale. Per salute mentale io non leggo i siti internet di questa cosiddetta 'resistenza'. So chi sono, conosco i gruppi, ma non li leggo, semplicemente per mia salute mentale."
Diciamo che anche lui, l'apostolo dell'apertura e dell'ascolto, talvolta sente l'esigenza di una sana chiusura mentale.
Martedì 16 gennaio 2018, alla fine del primo giorno pieno del suo viaggio apostolico in Cile e Perù, papa Francesco ha incontrato, intorno alle 19,00, novanta gesuiti…
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venerdì 27 ottobre 2017

Le 19 piaghe della chiesa cattolica

Le 19 piaghe della chiesa cattolica

Le piaghe della Chiesa Cattolica sono note ad hanno quasi tutte origine nelle scritture.
Da tempo si chiede a gran voce un intervento di riforma, che con la chiesa di Francesco  sembra finalmente possibile.
Una nuova traduzione dei testi sacri è alle viste, sarà in grado di disinnescare i passi più ambigui del Vangelo dandone una versione illuminata? Gli esperti sono al lavoro e voci di corridoio rassicurano che il più è fatto.
Tacerli, infatti, non basta più: occorre espellerli dall’immaginario del futuro credente.
In attesa di buone nuove, per ora mi limito ad elencare le 19 piaghe della chiesa cattolica e le fonti scritturali da cui scaturiscono.
1
E prostrati lo adorarono. Poi aperti i loro scrigni gli offrirono in dono ORO, incenso e mirra (Matteo 2,11).
All’origine della contiguità tra ricchezza e Cristo.
2
Ed avendolo condotto più in alto, gli mostrò tutti I REGNI DELLA TERRA in un solo istante. E il diavolo gli disse: «Io ti darò tutta questa potenza con la loro gloria, perché a me è stata data, e io la do a chi voglio. Se tu dunque ti prostrerai davanti a me, tutto sarà tuo». E Gesù così gli rispose: «Sta scritto: Adorerai il Signore Dio tuo e a Lui solo renderai culto» (Luca 4, 5-8)
All’origine del disinteresse di certa chiesa per le cose terrene, nonché viatico ideale per chi si astiene, non denuncia, non interviene di fronte all’ingiustizia.
3
Al mattino, prima dell’alba, egli si alzò, uscì e se ne andò in un LUOGO SOLITARIO a pregare. Simone andò a cercarlo coi suoi compagni. E avendolo trovato gli dissero: Tutti ti cercano (Marco 1, 35-36).
All’origine della chiesa solipsista. Il Cristo che si rifugia nella solitudine fornisce un insegnamento ambiguo.
4
E subito, abbandonando le loro reti, lo seguirono. E andando avanti vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, anch’essi nella loro barca che stavano riassettando le reti. E subito li chiamò. E LASCIANDO IL LORO PADRE Zebedeo nella barca coi dipendenti, si misero al suo seguito (Marco 1, 17-20).
All’origine del clericalismo, ovvero di quella “casta sacerdotale” che si svincola da ogni legame con la comunità, anche quella più intima della famiglia.
5
In quel tempo andò sulla montagna a pregare e passò tutta la notte a pregare Dio. Poi fattosi giorno, chiamò i suoi discepoli e NE SCELSE dodici, ai quali diede il nome di apostoli (Luca 6, 12-13). E salì sul monte e CHIAMO’ quelli che volle lui. E vennero da lui. E COSTITUI’ i dodici, perché stessero con lui e per mandarli ad annunciare (Marco 3, 13-14).
All’origine dell’autoritarismo. La mistica investitura che viene dall’alto è un concetto fuorviante.
6
VOI SIETE LA LUCE DEL MONDO. Non può essere nascosta una città posta sul monte e né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra un lucerniere, perché faccia luce a tutti quelli di casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli (Matteo 5, 14-16).
All’origine di certo esibizionismo cattolico che offende il prossimo cercando l’ostentazione.
7
Chi non è con me, è CONTRO DI ME (Matteo 12, 30)
All’origine di un malsano atteggiamento divisivo.
8
Avete udito che è stato detto: Non commettere adulterio. Io invece vi dico: CHIUNQUE GUARDA UNA DONNA con desiderio ha già commesso con lei adulterio nel suo cuore (Matteo 5, 27-28).
All’origine di una visione gretta ed angusta dellasessualità.
9
CHI RIMANDA LA PROPRIA MOGLIE E NE SPOSA UN’ALTRA, commette adulterio nei confronti della prima; e se una donna ripudia suo marito e ne sposa un altro, commette adulterio (Marco 10, 11-12).
All’origine della carità marginalizzata. La centralità dell’amore viene rimosso.
10
Il Regno di Dio è simile a un uomo che ha seminato grano nel campo. Dorma o sia levato, di notte o di giorno, il grano germoglia e cresce SENZA CHE EGLI LO SAPPIA. La terra produce SPONTANEAMENTE lo stelo, poi la spiga, poi il grano nella spiga. E quando il frutto è pronto, egli vi mette la falce, perché la messe è matura (Marco 4, 26-29).
All’origine di una chiesa sonnolenta e inattiva di fronte alle ingiustizie.
11
Ogni scriba divenuto discepolo del Regno dei cieli è simile a un padrone che estrae dal suo tesoro cose nuove e COSE VECCHIE (Matteo 13, 52).
All’origine di una chiesa decrepita restia a rinnovarsi.
12
Il Regno dei cieli è simile a un mercante in cerca di perle preziose. Avendone trovata una di gran pregio, va, VENDE TUTTO ciò che possiede e compera quella perla (Matteo 13, 45-46).
All’origine dell’integralismo e della chiesa degli assoluti.
13
Secondo voi, se un uomo possiede cento PECORE e ne perde una, non lascia le altre novantanove al sicuro sui monti per partire alla ricerca della smarrita? E se riesce a ritrovarla, in verità vi dico, ha più gioia per questa che non per le novantanove che non si sono perdute  (Matteo 18,12-13).
All’origine della chiesa conformista e pedante. Le metafore a base di pecore e ovili ci sono sfuggite di mano. L’immagine dell’ovile evoca la recinzione, la chiusura, la segregazione dagli altri.
14
Se IL MONDO VI ODIA, sappiate che ha odiato prima me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe la sua proprietà: ma poiché non siete dal mondo e io vi ho presi dal mondo, per questo il mondo vi odia (Giovanni 15, 18-19).
All’origine di una chiesa che si ostina a giudicare il mondo anziché ad andargli incontro.
15
Se vuoi entrare nella vita, OSSERVA I COMANDAMENTI (Matteo 19, 17).
All’origine di una chiesa prona sul comando oggettivo e ignara della coscienza umana.
16
Disse a uno: Seguimi! Ma quello disse: Signore, consentimi prima di andare a seppellire mio padre. Gli disse: LASCIA CHE I MORTI SEPPELLISCANO I LORO MORTI: tu va e annunzia il Regno di Dio. Gli disse un altro: Ti seguirò, Signore, ma lascia che mi accomiati da quelli di casa mia. Gli disse Gesù: Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volta indietro è adatto al Regno di Dio (Luca 9, 59-62).
All’origine di una chiesa radicale e lontana da ogni empatia.
17
Giuda l’Iscariota, uno dei discepoli che stava per tradirlo, disse: Perché questo PROFUMO non è stato venduto per trecento denari, per darli ai poveri?… Ma Gesù disse: Lasciala stare: doveva conservarlo per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avrete sempre con voi; me invece, non mi avrete sempre (Giovanni 12, 4-8).
All’origine di una chiesa sprofondata nel lusso.
18
Ed entrato nel TEMPIO cacciò tutti i venditori e i compratori che vi si trovavano. Rovesciò i tavoli dei cambiavalute e i banchi dei mercanti di colombe. E disse loro: Sta scritto: La mia casa sarà chiamata casa di preghiera, ma voi ne avete fatto una spelonca di ladri (Matteo 21, 12-13).
All’origine di una chiesa abbarbicata al sacro e alla “non negoziabilità”.
19
Andate e FATEVI DISCEPOLI TUTTI I POPOLI, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo e insegnando loro a osservare tutto ciò che io vi ho prescritto (Matteo 28, 19-20).
All’origine dell’ostinato e fastidioso proselitismo di una chiesa dall’annuncio apodittico che non associa nessuno nella ricerca.
chiesa

martedì 26 settembre 2017

Svolta interiore

Svolta interiore

Non che io ami particolarmente Papa Francesco, sia chiaro.
Non riesco ad amarlo.
Il malcelato narcisismo di certe sue esibizioni pauperistiche è fonte di purissima antipatia.
Rispolverare pari pari il vieto arsenale argomentativo tipico del “perfetto idiota latino-americano” è un’operazione a dir poco nauseabonda.
L’idea di una “Chiesa povera per i poveri” spaventa innanzitutto i poveri. Come il malato non è attratto dai malati ma dai medici, allo stesso modo un pezzente non aspira certo alla vicinanza dei suoi simili, preferisce accompagnarsi con amici ricchi e generosi.
L’operazione-Misericordia è zeppa di falle e da accantonare precipitevolissimevolmente.
Ripeto, non che io ami particolarmente questo papa, non posso amarlo  visto che lo considero responsabile di una perdita secca della mia  fede (15/20%!).
D’altronde, se ho il dovere di ossequiarlo in qualità di vicario di Dio in terra, ho anche il diritto trarre da cio’ che dice indizi circa la verità del  Dio che rappresenta.
Ripeto, non che io ami particolarmente questo papa, eppure, dalle accuse più severe e formali che gli sono state rivolte – i “dubia” e la “corretio filialis” – mi sento di difenderlo.
La difesa che segue si articola su un’analogia che esprimo in 15 punti.
****
UNO. Poniamo di essere nella scuola dove studiano Pier e Margherita.
DUE. Su una scala di profitto da 1 a 10, Pier puo’ dare al massimo 8, ed in effetti è quello che dà.
TRE. Sulla stessa scala di profitto Margherita può dare 10 ma dà solo 9.
QUATTRO. Se il rendimento è di questo tipo che voto dare ai due in pagella?
CINQUE. Chi si basa sulle prestazioni oggettive assegnerà a Margherita un voto superiore.
SEI. Chi si basa sui meriti soggettivi privilegerà invece Pier.
SETTE. L’ “oggettivista” privilegia l’oggetto-prestazione. Il soggettivista privilegia il soggetto-studente.
OTTO. Entrambe le valutazioni sono parimenti rigorose: potrebbe assegnarle lo stesso robot facendo girare due algoritmi differenti. In questo senso non c’è “relativismo”, non dipendono dal valutatore.
NOVE. Tuttavia, il voto del soggettivista richiede di “discernere” la prestazione potenziale da quella effettiva: un compito non facile che si presta ad arbitri.
DIECI. Il voto sul merito riguarda la persona, il voto sulla prestazione riguarda quel che fa la persona.
UNDICI. Il voto sulla prestazione ha una maggiorevalenza sociale. Per esempio, è quello che interessa il potenziale datore di lavoro.
DODICI. Il voto sul merito a una maggiore valenza morale. Assomiglia, per esempio, a quello del buon Dio nel “giorno del giudizio”.
TREDICI. Il giudizio sul merito è più di buon senso: nessuno di noi giudica male chi non fa cio’ che non puo’ fare. Il giudizio sulla prestazione è piùpragmatico: nessuno perde tempo chiedendo a qualcuno di fare cio’ che non puo’ fare.
QUATTORDICI. Poiché la scuola ha un ruolo sociale più che morale è comprensibile che anteponga la prestazione ai meriti. Di solito si dà una pacca sulla spalla a Pier, ma in pagella prevale Margherita.
QUINDICI. Così facendo si creano però fastidiosiparadossi: può darsi infatti che un “bocciato” sia più meritevole di un “promosso”. Se Riccardoproducesse una prestazione da 5 potendo dare al massimo 5 sarebbe bocciato sebbene più meritevole di Margherita, promossa come migliore della classe.
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L’analogia è evidente: la Chiesa è la scuola, i maestri sono i sacerdoti, gli studenti sono i fedeli, i voti sono i giudizi dati in Confessione e Papa Francesco è il preside.
Ora, Papa Francesco vuole trasformare la Chiesain una scuola dove il voto di merito prevalga. E’ una piccola rivoluzione.
Il giudizio si orienterebbe più sul peccatore che sulpeccato (vedi proposizione DIECI).
A me sembra tutto sommato un’operazione di buon senso (vedi proposizione TREDICI).
Oltretutto, la Chiesa ha ormai perso la sua centralità sociale poiché l’ha demandata allo stato. Questo fatto fa cadere molte esigenze un tempo imprescindibili (vedi proposizione UNDICI).
L’operazione non presenta pericoli di relativismo(vedi proposizione OTTO).
Questo anche se il “discernimento” si presta ad arbitri da tenere a bada (vedi proposizione NOVE).
Il soggettivismo (vedi proposizione SETTE) non fa parte della tradizione cattolica più pura, è vero. Tuttavia, la dimensione interiore non è certo estranea a questa tradizione. Si tratta di valorizzarla ulteriormente (da qui le accuse disvolta luterana). 
Difficile nel complesso negare l’esistenza diaspetti eretici: quando chi pecca puo’ essere giudicato più meritevole di chi non pecca (vedi proposizione QUINDICI) qualcosa non quadra con il passato.
Nella “corretio filialis” si stigmatizza questa eresia nella quale il papa rischia di incorrere: “Una persona, mentre obbedisce alla legge divina, può peccare contro Dio in virtù di quella stessa obbedienza”. Forzando un po’ potremmo travasare l’eresia nella nostra analogia: “chi registra una prestazione sufficiente potendo fare molto di più merita l’insufficienza”. In effetti, nella scuola del Preside Bergoglio, questo caso è possibile.
Ebbene, per quanto in chiaro odore di eresia, mi sento di difendere la nuova chiesa di Bergoglio, la ragione e il buon senso mi spingono a farlo.