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sabato 24 ottobre 2015

Liberal Politics and Public Faith: Beyond Separation di Kevin Vallier - intro

Liberal Politics and Public Faith: Beyond Separation di Kevin Vallier - i contorni di una laicità amica della fede
  • polarizzazione: continua guerra culturale: aborto divorzio eutanasia. è inevitabile?
  • cattolici e protestanti: confliggono su temi cruciali, si sono fatti la guerra x secoli ma oggi convivono serenamente. xchè? perchè sono diventati liberali almeno sulla teologia...
  • si cerca di convincere anzichè aggredire. al limite fissando le regole di un dibattito.
  • ma oggi la neutralitá liberale è diventata una vera e propria posizione in campo. una religione
  • l equazione che fanno molti: liberalismo = secolarismo aggressivo. x qs lo respingono. purtroppo molti liberali hanno alimentato il pregiudizio.
  • assunto comune: il lib è avverso all influenza r. nella vita p.
  • il libro difende una forma di lib attraente x i r. che vogliono far pesare il loro credo nell'arena pubblica.
  • il public reason liberalism prl chiede di privatizzare le credenze ma il religioso si sente così violato nella sua integrità.
  • primo emendamento costituzione americana: difesa la libertà di religione come modo dato alla persona per esprimere il suo credo e come modo per limitare il monopolio della politica.
  • tesi: il rigetto della privatizzazione è corretto.
  • convergence liberalism cl: rigetta il doppio standard per cui: la ragione r sarebbe da privatizzare quella di l da rendere pubblica.
  • il futuro sarà costellato da guerre r. il liberalismo le ha dapprima sedate poi alimentate. è tempo che torni alla sua vocazione primigenia...
  • tesi del libro: l. e r. possono andare d accordo.
  • l.: la libertà può essere limitata se ci sono valide ragioni riconosciute da tutti.
  • tesi: limitare la libertá religiosa nn è una valida ragione.
  • ma ciò nn invalida il principio generale dei liberali.
  • l.: la libertá religiosa introduce divisioni nella società.
  • tesi: il l. deve rispettare l integrità dell uomo nn appena qs si accordi con il pluralismo..
  • le restrizioni alla religione devono essere chiare a tutti i cittadini x essere promosse...
  • il pluralismo mal si concilia con il razionalismo unico...
  • imho: quando la lotta di r. riguarda il diritto ad esistere (ad astenersi. vedi lotta x libertà di coscienza in materia di aborto) allora coincide con la lotta liberale. quando riguarda la richiesta di imporsi sulle altre visioni (es. imporre a tutti  il crocifisso nella scuola di stato) allora il connubio diventa impossibile. morale: il discorso r. nn deve essere privatizzato quando riguarda la prima parte dei temi.
  • es. di "liberalismo convergente" applicato alla scuola: choice system
continua

giovedì 1 ottobre 2015

Religion in the Public Sphere Kevin Vallier, Patrick J. Deneen, Maggie Garrett, Michael Shermer

Religion in the Public Sphere Kevin Vallier, Patrick J. Deneen, Maggie Garrett, Michael Shermer
  • La soluzione proposta da KV: 1) nessuna chiesa ufficiale 2) piena partecipazione al discorso pubblico e alla difesa dei propri interessi. Per una Chiesa non è uno scandalo fare lobby
  • Patrick Deneen: oggi il cristiano è sulla difensiva, rivendica semplicemente la sua libertà di esistere attaccata dal laicismo; in qs posizione ci sono elementi per un'alleanza oggettiva con i liberali.
  • Maggie Garrett: i principi democratici e anti discriminatori vanno rispettati anche dalla Chiesa
  • Michael Shemer: la religione dovrebbe ritirarsi dalla politica esattamente come ha fatto dalla scienza

***
  • I libertari spesso confondono politica e stato, vedono l'intervento ecclesiastico in politica come negativo anche quando è di fatto un intervento di difesa che rinsalda i baluardi liberali.
  • I libertari mancano di una teoria della laicità scadendo spesso nel laicismo
  • Rethoric matters: x una cultura della libertà
  • I conservatori vogliono leggi che favoriscano la loro religione, in questo senso aiutano la confusione e si dimostrano scorretti  vs le altre religioni dimenticando che tutte hanno pari dignità
  • D'altro canto per i progressisti il religioso va escluso dal dibattito perché rinuncia di fatto alla ragione.
  • Di fatto il prog sostituisce l' ideologia laicista ad una religione. In Francia il fenomeno è apertamente rivendicato.
  • CL: nella fede c è una ratio che può dialogare con tutti gli uomini
  • Matrimonio omo: sbagliato sia proibirlo che imporlo.
  • Obbligo di finanziare l' aborto: indifendibile
  • la religione ci difende dalla statolatria: è con argomenti religiosi che chiediamo allo stati di nn ocvuparsi di matrimoni... è con argomenti religiosi chiediamo allo stato di nn finanziare l aborto
  • Summa: x un liberale il problema nn è la religione ma la coercizione

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  • KV è chiaro ma non pragmatico. Che fare quindi?
  • Storia: x i liberali classici la società doveva fondarsi sui valori cristiani. Addirittura si chiedeva di nn tollerare gli atei
  • Oggi i conservatori difendono solo il loro diritto ad esistere e a professare una religione sono passati i tempi in cui...
  • Le lotte libertarie del cristiano: obiezione di coscienza sull' aborto, libertà di espressione antigay o contro la copertura santiaria per l'eterologa.
  • Quel che di fatto sfugge a KV: oggi liberale = laicista
  • Oggi le chiese sono di fatto un baluardo contro lo stato. La famiglia stessa lo è sempre stata del resto
  • Ma il maggiore contributo della rel alla pol. nn è la difesa dallo stato quanto il costruire una vita possibile fuori dallo stato
  • La libertà non è un dono dello stato ma precede lo stato
continua

mercoledì 16 settembre 2015

Due tesi sui cattolici in politica

Prima tesi
Che orientamento dovrebbe tenere un cattolico prestato alla politica?
Difficile dirlo. Lo vedo bene “a sinistra”: la lotta contro gli oppressori e in favore dell’eguaglianza è un leitmotiv dei Vangeli.
Ma lo vedo bene anche “a destra”: l’apprezzamento di una solida gerarchia appartiene da sempre alla visione cattolica.
Nemmeno la via liberale è preclusa in partenza: il Dio cattolico – non dimentichiamolo - tollera solo il culto di uomini liberi.
E allora? E allora niente, solo che a questa stregua l’”unità politica dei cattolici” diventa un cappio soffocante.
Lo scettico osserva: molti pronunciamenti ecclesiali hanno però conseguenze politiche, almeno in questi casi un’unità politica dei cattolici sarebbe auspicabile.
Il mio dubbio: si tratta di pronunciamenti con carattere di infallibilità? Ai teologi l’ardua sentenza. Certo che in caso contrario – il caso più probabile - l’”unità” non appare poi così imprescindibile.
Ma allora non c’è davvero nessuna relazione significativa tra cattolicesimo e politica? Se fosse davvero così si realizzerebbe una preoccupante contiguità con l’eresia protestante.
La mia idea è che una relazione ci sia: come ripete Don  Luigi Giussani e dopo di lui il successore  Julián Carrón, l’incontro con Gesù investe ogni dimensione della nostra vita, inclusa quella politica. Cio’ non significa che annulli la nostra particolare sensibilità circa le vie da seguire per l’edificazione di una società migliore, anzi, ci fa capire quanto sia meritevole un obbiettivo siffatto. Un incontro allora che ci  stimola ad operare dandoci una meta ma non sempre ci dice come arrivarci lasciando che coscienza e conoscenza personale colmino questo gap.
Seconda tesi
Secondo alcuni il buon cristiano dovrebbe mettere da parte la sua fede nel momento in cui entra in politica. L' ispirazione di chi aderisce ad Azione Cattolica va proprio in questo senso. Secondo altri, non solo questo è impossibile ma nemmeno auspicabile. Comunione e Liberazione lo predica costantemente. La laicità viene facile ai primi. Mi chiedo se ai secondi sia del tutto preclusa? Forse no. Certo che se il piano politico del credente consistesse nel realizzare la città celeste sulla terra, puo' dire addio ad ogni ambizione di laicità. Ma questa non è l' unica via a cui la sua fede lo richiama. Un altro progetto plausibile potrebbe essere attraente per lui: creare la "città trasparente", ovvero una città che faciliti il giudizio divino sugli uomini che la abitano. Un piccolo passaggio teologico rende più chiaro il ragionamento che sta sotto. Un Dio onnisciente ci ha donato la libertà per giudicarci poi alla fine dei nostri giorni. Evidentemente la sua onniscienza è limitata dalla nostra libertà visto che ci chiama ad affrontare una prova: è questo il senso della vita per un cattolico. Poiché il mondo è il palcoscenico su cui si svolge questa prova e la politica organizza questo palcoscenico, dovremmo chiederci se non sia il caso di organizzarlo conformemente al suo scopo, ovvero di rendere trasparente la nostra opera al fine poi di sottoporla al giudizio divino. In questo caso l' obiettivo sarebbe quello di massimizzare la libertà dei soggetti, anche quando questa libertà diventa un fardello difficile da portare, anche quando diventa appunto una prova gravosa. Obiettivi alternativi (minimizzare la povertà, minimizzare le diseguaglianze...), qualora fossero incompatibili con l' obiettivo principale, dovrebbero cedere il passo a quest' ultimo. Qualcuno potrebbe pensare: un Dio onnisciente non ha bisogno di "facilitazioni" allorché giudica, è ridicolo solo il pensarlo. Ma evidentemente non è così, altrimenti perché mai ci avrebbe reso liberi? Perché mai ci avrebbe donato questa vita così zeppa di insidie e malvagità? Se lui fosse in grado di giudicarci a priori avrebbe poco senso complicare tutta la faccenda predisponendo quell’immenso "banco di prova" che è la vita? Mi viene un parallelo con la teologia sulla funzione della  preghiera: perché pregare se Dio sa già cosa c’è nel mio cuore? La risposta più semplice consiste nel dire che Dio non sa tutto quello che c’è nel mio cuore e che solo una comunicazione particolare lo rende edotto. Alla stessa maniera solo una società particolare lo rende edotto di chi siamo e di cosa meritiamo.  Questi limiti all' onniscienza - che hanno il paio con i limiti che la logica pone all’ onnipotenza - sono ormai sostenuti da una solida teologia alternativa al classico tomismo. In conclusione, una società libera è una società laica, tuttavia la si puo' costruire anche nel nome di una fede religiosa.

giovedì 3 settembre 2015

Libertarianism, from A to Z by Jeffrey A. Miron - Religione e laicità


Jeffrey Miron sulla laicità dello stato
  • Si ritiene comunemente che lo Stato debba essere indipendente rispetto alle pratiche religiose dei cittadini. Questa indipendenza rappresenta un obbiettivo politico.
  • Di fatto alcune politiche sono accusate di essere "pro-religion", es.: considerare gli enti religiosi come no profit. Rendere deducibili i contributi ad organizzazioni religiose, oppure esentare dall'IMU gli immobili posseduti dagli enti religiosi...
  • Misure per rendere più laico lo stato: stop tasse alle imprese commerciali. Per istituirle si rende necessaria l'ambigua distinzione tra profit e non profit, e di conseguenza i privilegi agli enti religiosi. Eliminata qs distinzione nn hanno più senso nemmeno la deducibilità delle donazioni al no profit o l'esenzione IMU...
  • La più grossa ipocrisia laica: spacciare x battaglia contro la teocrazia (una battaglia dovuta secondo tutti gli atei doc) quella che in realtà è una battaglia contro il non profit  (battaglia che renderebbe dubbiosi moltissimi atei).
continua

lunedì 31 agosto 2015

The Long Rise of the Secular Faith BY Peter Berkowitz -


 Peter Berkowitz sulle minacce del laicismo
  • È in corso un ripensamento nei rapporti Stato/Chiesa. Una nuova religione laica cerca di imporsi rivendicando privilegi sulle altre religioni...
  • Il culto laico s'incentra sul dovere d'inclusione e sulla non-discriminazione. Ma "discriminare" significa anche scegliere cosicchè il dogma antidiscriminatorio porta a degenerazioni nelle quali l'uguaglianza sostanziale opprime la libertà e la diversità, in particolare quella religiosa...
  • La religione laica ha abbandonato anche l'educazione tradizionale: insegnare le basi del sapere umanistico e scientifico e istillare un pensiero critico e autonomo. Predilige piuttosto l'educazione democratica: formare un cittadino in grado di condividere correttamente nella comunità democratica, laica e progressista...
  • John Dewey: l'insegnante come profeta della vera religione democratica...
  • Un esempio: l'obbligo imposto ai cristiani americani ed europei di sussidiare l'aborto...
  • Altro esempio, quello del pasticcere punito per non aver realizzato la torta del matrimonio gay. Si punisce così l'adesione ad un precetto religioso...
  • L'attacco alla religione è come sempre un avanguardia che punta a colpire la libertà di espressione in generale: speech code, microaggression, trigger warning, ecco alcuni fenomeni inequivocabili in questo senso...
  • Il lato positivo: qs attacco alla religione offer un' opportunità inattesa di alleanza tra cristiani e libertari...
continua

giovedì 27 novembre 2014

Da dove ci arriva la laicità

Emerge distinguendo l' etica della virtù dalla deontologia. Bisognerebbe coltivarle entrambe.

Solo la prima mette a rischio la laicità.

Solo la seconda ci impoverisce e si rischia la deriva relativista.

venerdì 31 ottobre 2014

Più religione con più laicità

Un monopolista sottoproduce.

E' una conclusione dei modelli ortodossi dell' economia.

Applichiamo il principio alla fornitura di religione: se esiste un unico fornitore ci sarà sotto-produzione in competizione, invece, la produzione sarà più estesa.

Ma andiamo avanti.

Se in campo religioso ci sarà un monopolista questi potrà interloquire e far pesare le sue ragioni con il monopolista politico.

In questo caso la laicità (separazione tra sfera temporale e spirituale) sarà minore.

Se invece ci saranno tanti piccoli soggetti in competizione nessuno di loro potrà porsi alla pari del monopolista politico (la laicità sarà salvaguardata).

Una simile dinamica spiega bene l' eccezionalismo americano: più laicità e più affiliazione religiosa rispetto all' Europa.

Ma il medioevo? Un modello del genere ci porterebbe a dire che la religiosità medioevale era costituita in gran parte da preferenze falsificate.

Con mia sorpresa non sono in pochi a ritenere che la religiosità medioevale dell' uomo medio sia sopravvalutata

http://www.unil.ch/files/live//sites/issrc/files/shared/Iannaccone_Stark.pdf

sabato 15 febbraio 2014

La politica dei buon cristiani

Secondo alcuni il buon cristiano dovrebbe mettere da parte la sua fede nel momento in cui entra in politica. L' ispirazione di chi aderisce ad Azione Cattolica va proprio in questo senso.

Secondo altri, non solo questo è impossibile ma nemmeno auspicabile. Comunione e Liberazione lo predica costantemente.

La laicità viene facile ai primi. Mi chiedo se ai secondi sia del tutto preclusa?

Forse no.

Certo che se il piano politico del credente consistesse nel realizzare la città celeste sulla terra, puo' dire addio ad ogni ambizione di laicità. Ma questa non è l' unica via a cui la sua fede lo richiama. Un altro progetto plausibile potrebbe essere attraente per lui: creare la "città trasparente", ovvero una città che faciliti il giudizio divino sugli uomini che la abitano.

Un piccolo passaggio teologico rende più chiaro il ragionamento che sta sotto.

Un Dio onnisciente ci ha donato la libertà per giudicarci poi alla fine dei nostri giorni. Evidentemente la sua onniscienza è limitata dalla nostra libertà visto che siamo chiamati ad affrontare una prova: in caso contrario la nostra vita - con il male che contiene - avrebbe poco senso. Poiché il mondo è il palcoscenico su cui si svolge questa prova e la politica organizza questo palcoscenico, dovremmo chiederci se non sia il caso di organizzarlo conformemente al suo scopo, ovvero di rendere trasparente la nostra opera al fine di sottoporla al giudizio divino. In questo caso l' obiettivo sarebbe quello di massimizzare lq libertà, anche quando questa libertà diventa un fardello difficile da portare, anche quando diventa appunto una prova gravosa. Obiettivi alternativi (minimizzare la povertà, minimizzare le diseguaglianze...), quand' anche fossero incompatibili con l' obiettivo principale, dovrebbero cedere il passo a quest' ultimo.

Qualcuno potrebbe pensare: un Dio onnisciente non ha bisogno di "facilitazioni" allorché giudica. Ma evidentemente non è così, altrimenti perché mai ci avrebbe reso liberi? Perché mai ci avrebbe donato questa vita così piena di malvagità se lui fosse già in grado di giudicarci senza complicare le cose attraverso dei "banchi di prova"? Questi limiti all' onniscienza - che hanno un parallelo nei limiti che la logica impone alla sua onnipotenza - sono ormai sostenuti da una solida teologia.

In conclusione, una società libera è una società laica, tuttavia la si puo' costruire anche nel nome di una fede religiosa.

domenica 22 maggio 2011

Libertarianism A-Z: laicità

Un Governo laico non deve schierarsi “contro” l religioni, deve essere “neutrale” evitando di concedere privilegi.

Ma deve essere anche ben conscio che non esiste il mito della neutralità se non in forma di ulteriore religione.

Non ha senso, per esempio, richiedere una divisa al cittadino conforme alla neutralità: significherebbe propagandare una religione (laicismo) offrendo ad essa dei privilegi ingiusti.

L’ unica forma di neutralismo accettabile è il non-intervento.

Non trovate tutto cio’ molto semplice?

Di sicuro più semplice rispetto all’ ambigua formula “libera Chiesa in libero Stato”.

lunedì 4 aprile 2011

Gli amari frutti del mito Deweyano

... nell' affrontare il mondo contemporaneo la scuola si dimostra disorientata e inadeguata: sta fallendo in molti paesi europei sul piano didattico, sul piano della mobilità sociale, sul piano della crescita produttiva... la modestia dei risultati a fronte delle cospicue risorse investite salta agli occhi... così pure le carenze nella formazione di atteggiamenti socialmente utili e criticamente etici... il rischio è quello di porre la scuola al centro di tutto quando da sola non puo' molto... un rischio a cui è particolarmente esposto chi, dopo il crollo delle ideologie e la scarsa tenuta della famiglia, guarda alla scuola come ultimo presidio capace di promuovere valori comuni... Lo stesso concetto di valore ha per le nuove generazioni, cresciute nella prospettiva di un "pensiero debole", un sapore formale, retorico ed è percepito come privo di fondamenta... è difficile per un ragazzo ricondurre a senso unitario un sapere sempre più frammentato, tanto più quando questo sapere è inservibile professionalmente... un malinteso senso di tolleranza, un limitato concetto di laicità, conducono inevitabilmente ad una "società senza", senza quei fondamenti ideali, culturali, religiosi e pedagogici sui quali i valori della convivenza possono poggiare... questo sterile sbocco lo si deve innanzitutto alla diffusione del mito deweyano della neutralità educativa... che corrisponde ad una visione indiscriminatamente negativa verso cio' che è esterno ... una "scuola contro" il mondo e "contro" la persona intesa come individuo destinato ad entrare nel mondo...

Giacomo Zagardo - La punta di diamante - ISFOL

Illuminante e dettagliata analisi della scuola europea da parte di uno studioso che mette al centro il ruolo chiave delle "motivazioni".

Per "motivare" è necessario affiancare l' "educazione" all' "istruzione". L' educazione rende meno arido l' insegnamento e gli conferisce un senso unitario (Big Ideas).

Ma la scuola di Stato non puo' divenire realmente "educatrice" senza farsi sempre più dottrinaria. Ecco allora la necessità di rompere il pernicioso monopolio.

A "motivare", è facile capirlo, sono innanzitutto "libertà" e "responsabilità"; chiunque constata che se scelgo la mia via sono motivato a percorrerla in modo onesto e senza sotterfugi, il mio fallimento non avrebbe scusanti.

Morale: favoriamo un sistema in cui i genitori possano scegliere la scuola per i figli, un sistema in cui il ventaglio dell' offerta sia variegato, un sistema in cui l' insegnante possa scegliere il piano educativo da privilegiare lavorando a fianco e con coloro che lo condividono.

I migliori hanno già iniziato a muoversi in questo senso, non perdiamo altro tempo.

***

Don Giussani parla spesso di "rischio educativo" riferendosi alla necessità che l' insegnante metta tutto se stesso nello sforzo di trasmissione del sapere. Ma questa esigenza è frustrata da John Dewey che richiama di continuo ad unsegnamento asettico e imparziale.

Sebbene la moderna scienza dell' apprendimento sia più vicina all' impostazione di Giussani, in molti difendono ancora Dewey, non tanto perchè credano nella sua visione, quanto perchè le vedono, e a ragione, come l' unica compatibile con la scuola di stato, come l' unica in gradi di evitare processi di de-scolarizzazione.

lunedì 28 febbraio 2011

Meditazione libertaria sul Vangelo del 13.2.2011 e del 27.2.2011

Vangelo secondo Giovanni 8, 1-11

In quel tempo. Il Signore Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».

Vangelo secondo Matteo 12, 9b-21

In quel tempo. Il Signore Gesù andò nella sinagoga; ed ecco un uomo che aveva una mano paralizzata. Per accusarlo, i farisei domandarono a Gesù: «È lecito guarire in giorno di sabato?». Ed egli rispose loro: «Chi di voi, se possiede una pecora e questa, in giorno di sabato, cade in un fosso, non l’afferra e la tira fuori? Ora, un uomo vale ben più di una pecora! Perciò è lecito in giorno di sabato fare del bene». E disse all’uomo: «Tendi la tua mano». Egli la tese e quella ritornò sana come l’altra. Allora i farisei uscirono e tennero consiglio contro di lui per farlo morire. Gesù però, avendolo saputo, si allontanò di là. Molti lo seguirono ed egli li guarì tutti e impose loro di non divulgarlo, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: «Ecco il mio servo, che io ho scelto; / il mio amato, nel quale ho posto il mio compiacimento. / Porrò il mio spirito sopra di lui / e annuncerà alle nazioni la giustizia. / Non contesterà né griderà / né si udrà nelle piazze la sua voce. / Non spezzerà una canna già incrinata, / non spegnerà una fiamma smorta, / finché non abbia fatto trionfare la giustizia; / nel suo nome spereranno le nazioni».

Questi due Vangeli esaltano la figura del Cristo desacralizzatore.

La Legge puo' essere trasgredita allorchè non risponde più ai bisogni dell' uomo; questo perchè è la Legge ad essere istituita per l' Uomo e non viceversa. Non esistono e non devono esistere i "servitori della legge" (oggi li chiameremmo i servitori dello Stato), è la legge che deve "servire".

Grande lezione di laicità e pragmatismo che si staglia innazitutto per l' originalità assoluta nel panorama delle maggiori religioni.

Qualche pignolo osserverà prontamente che i Vangeli di oggi portano acqua alla causa utilitarista più che a quella libertaria.

Andrebbe allora precisato che Gesù combatte l' ipertrofia del sacro e non tanto la sua legittimità in senso assoluto.

Aggiungo poi che, d' accordo, utilitarismo e libertarismo non possono essere identificati, purtuttavia, conoscete voi sodali tanto stretti?

giovedì 21 ottobre 2010

Il Cattolico Borghese

"L' idea che il buon funzionamento di un' economia di mercato e di uno stato di diritto si regge anche su precisi presupposti morali è parte integrante di un' antica tradizione del pensiero liberale. Il rispetto per i diritti di proprietà, il mantenimento della parola data e degli impegni presi devono discendere dai valori della persona prima ancora che dagli incentivi a cui è sottoposta. Senza questo presupposto, difficilmente un sistema di libero scambio potrebbe funzionare..."

Guido Tabellini - prefazione a "Il buono dell' economia"

Sincerità e Proprietà sono l' architrave dell' etica borghese.

Ed ecco allora profilarsi la miglior definizione di laicità che un cattolico dovrebbe avere a cuore e sponsorizzare con passione: tutelare attraverso la legge i valori che il cattolico spartisce con il borghese lasciando che tutto il resto della sua morale sia mantenuto a debita distanza dalla politica.

lunedì 19 luglio 2010

Chi proibisce di più?



Per un libertario la tabella qui sopra è in qualche modo indicativa?

Non penso proprio, l' unica cosa che conta è il gradi di laicità che ciascuna religione è disposta a tollerare.

Tenuto conto del parametro fondamentale le cose potrebbero ribaltarsi.