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martedì 25 settembre 2018

IL PROBLEMA DELL'IMMIGRAZIONE NON RIGUARDA GLI IMMIGRATI...

IL PROBLEMA DELL'IMMIGRAZIONE NON RIGUARDA GLI IMMIGRATI...
... ma i loro figli.
Non conta quanti sono ma quanti figli fanno.
In realtà non conta nemmeno quanti figli fanno ma quanti ne fanno rispetto a noi.
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“A clarion call to everyone who cares about the American nation and every person who calls it home.” —J.D. VANCE, author of Hillbilly ElegyWhy would a son of immigrants call for tighter restrictions on immigration? For too long, liberals have suggested that only cruel, racist, o...

lunedì 24 settembre 2018

IMMIGRAZIONE DOMENICALE

IMMIGRAZIONE DOMENICALE
Pensiamo a due problemi che tengono banco sui giornali in questo periodo: l’immigrazione e l’apertura domenicale dei negozi.
Il primo sembrerebbe per lo meno attenuato qualora gli immigrati svolgessero i lavori che gli italiani non sono disposti a fare, senonché occorre capire quali siano questi lavori.
Per fortuna, la discussione sul secondo problema sembrerebbe illuminarci anche sul secondo: a quanto pare gli italiani non vogliono assolutamente lavorare la Domenica facendo turni o roba del genere (io non ne sono tanto convinto, ma se lo dice Di Maio).
Ergo: che le proibizioni a lavorare la Domenica riguardino solo gli italiani.
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venerdì 21 settembre 2018

UNA QUESTIONE DI SOPRAVVIVENZA

UNA QUESTIONE DI SOPRAVVIVENZA
L’esperto all’uomo comune: sei troppo prudente.
L’uomo comune all’esperto: trascuri il “primum vivere”.
Un esempio in tema di immigrazione.
Esperto: la cultura del libero scambio ci ha reso prosperi e la libera immigrazione non è che il libero scambio applicato al lavoro.
Uomo della strada: la cultura del libero scambio ci ha reso prosperi e l’immigrazione indiscriminata rischia di ucciderla.
Taleb: è un rischio piccolo? E’ un cigno nero? Fa niente, va tenuto nel dovuto conto, cosa che i modelli dell’esperto non fanno e fa il buon senso del “popolo”.
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Cosa pensarono gli europei quando, giunti in Australia, videro dei cigni neri dopo aver creduto per secoli, supportati dall'evidenza, che tutti i cigni fossero bianchi? Un singolo evento è sufficiente a invalidare un convincimento frutto di un'esperienza millenaria. Ci ripetono che il futuro...
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giovedì 20 settembre 2018

LE TRE METAFORE CHE NON CI FANNO CAPIRE COME VA IL MONDO

LE TRE METAFORE CHE NON CI FANNO CAPIRE COME VA IL MONDO
Nella maggior parte dei paesi la maggior parte delle persone è povera, in qualche paese la maggior parte delle persone è ricca. Noi ormai sappiamo perché, ce lo ha spiegato Adam Smith. Imparare la sua lezione è importante poiché discendono una serie di doveri morali verso chi ha meno. Ma in molti sembrano minimizzare questo passaggio e insistono nell’affidarsi a 3 metafore sballate per rappresentarsi la situazione e ricavare i nostri doveri.
Metafora della TORTA. Nonna papera ha cucinato una torta che deve distribuire ai suoi 196 nipotini: ne dà l’80% a 20 di loro e il 20% agli altri 176. Che fare?
Metafora dell’ AFFOGATO. Facendo il bagno nel nostro laghetto preferito ci imbattiamo in un bimbo che sta affogando. Che fare?
Metafora dell’ EREDITA’. Nostro padre ci ha lasciato in eredità un gioiello preziosissimo ma noi veniamo successivamente a sapere che è rubato. Che fare?
Il libro presenta metafore più pertinenti dalle quali discende che non esiste un dovere all’aiuto attivo (andare da "loro") ma ne esiste uno all’aiuto passivo (lasciare che vengano da "noi").
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The topic of global justice has long been a central concern within political philosophy and political theory, and there is no doubt that it will remain significant given the persistence of poverty on a massive scale and soaring global inequality. Yet, virtually every analysis in the vast literatu...

giovedì 6 settembre 2018

SACRIFICIO

SACRIFICIO
La Chiesa ci ha insegnato il culto del sacrificio: dal fioretto al martirio il sacrificio santifica. Ecco, se c'è qualcosa di fuori moda è proprio questa mentalità. Ma è inevitabile che sia così nella società eudemonista che continua a sussurrarci: godi-godi-godi-consuma-consuma-consuma...
E' così o no? No. Il sacrificio è al centro di tutto anche oggi.
Chiedetevi a titolo di esempio: perché la gente non accetta gli immigrati da altri paesi ma accetta invece quelli di altre regioni?
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Perché la gente è riluttante ad accettare gli immigrati da altri paesi ma accetta di buon grado gli immigrati da altre regioni?
Perché si sente “impegnata” nella religione nazionale.
A noi cattolici è stato insegnato che il sacrificio dà senso alla vita, tuttavia oggi che la Chiesa è un’istituzione secondaria e dire “sacrificio” non è più di moda. Ma se il concetto è ancora centrale basta mantenerlo cambiando la parola, cosicché anziché di "sacrificio" parliamo di “impegno”. Noi abbiamo bisogno di essere impegnati (di sacrificarci): l’impegno dà senso alla nostra vita… e favorisce la coesione del gruppo. L'impegno nel progetto nazionale, per esempio, spiega il nostro atteggiamento verso l'immigrazione.
OVERCOMINGBIAS.COM
Consider trying to predict the details of unattached people’s kisses. That is, you might have data on who such people have actually kissed when, where, and how, and data on who they say they would be willing to kiss under what circumstances. From such data you make models that predict both the kis...




In fondo sia i primi che i secondi possono causare danni Ha dei gruppi di cittadini residenti nella regione oggetto di immigrazione
we need something else to explain why people are so reluctant to allow movement between nations, relative to movement within nations. And my best guess here is another sense of commitment: people feel that they have committed to allowing movement within nations, even if that causes problems, and have committed to being suspicious of movement between nations, even if that suspicious makes them lose out on opportunities. That is part of what it means to have committed themselves to a nation
Commitments Explain Gaps http://www.overcomingbias.com/2018/09/commitments-explain-gaps.html

martedì 24 luglio 2018

Dr. Pritchett's Six Bitter Pills

7 COSE CHE SAPPIAMO SULLA POVERTA’ NEL MONDO E CHE NON STA BENE DIRE.
1. L’immigrazione è il programma anti-povertà più efficiente mai escogitato finora.
2. Nello sviluppo dei paesi poveri le non-democrazie fanno meglio delle democrazie.
3. I paesi poveri hanno un gender-gap ridotto rispetto ai paesi ricchi.
4. I ricchi dei paesi poveri sono molto più poveri dei poveri dei paesi ricchi.
5. Gli studenti più brillanti dei paesi poveri fanno peggio dei mediocri nei paesi ricchi.
6. I punti 3-4-5 fanno capire che perdiamo troppo tempo con la diseguaglianza nei paesi poveri anziché occuparci di quella tra paesi poveri e paesi ricchi.
7. Spesso in un paese la povertà puo’ essere ridotta aumentando il numero di poveri.
CGDEV.ORG

martedì 10 luglio 2018

PIU' VISTI CONTRO ACCORDO RIMPATRIO

"Offrire un numero di visti di lavoro legale agli stati africani che accettano un accordo sui rimpatri degli immigrati illegali."
In alternativa a magliette, copertine e reciproche demonizzazioni, una proposta interessante di Mattia Toasco, esperto di Libia e flussi migratori.

venerdì 22 giugno 2018

PADRONI A CASA PROPRIA

PADRONI A CASA PROPRIA
Nel dibattito politico ricorre spesso questa battuta che pare però inappropriata: la nazione non è una casa. Chiudere i confini di una nazione non è come recintare una casa, se per esempio voglio affittare la mia a una certa persona non mi puo’ essere impedito dal comitato di quartiere, anche se nessuno è d’accordo con la mia iniziativa. Attenzione, per i più vari motivi puo’ darsi che sia legittimo chiudere i confini, sto solo affermando che non lo è in base all’analogia tra “casa” e “nazione”. Sarebbe come dire che siccome ho il diritto di non sposarmi con una ragazza africana allora una legge che impedisca i matrimoni misti è ben fondata. La chiusura dei confini assomiglia piuttosto al protezionismo, nessuno in un caso del genere direbbe mai “chiudo alle merci cinesi perché commercio solo con chi voglio io”, lo faccio invece perché non voglio che alcuni miei connazionali non commercino con i cinesi.

BLEEDINGHEARTLIBERTARIANS.COM
Closed border advocates sometimes make the following argument: You aren’t obligated to let poor Haitians live in your house or camp on your lawn. Even though they desperately need your help...