Visualizzazione post con etichetta fisco. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta fisco. Mostra tutti i post

sabato 6 maggio 2017

Il mito del cuneo fiscale

Domanda: “quali sono le tasse che colpiscono il lavoro?”
Risposta semplificata: “tutte”.
Risposta accurata: “praticamente tutte”.
***
Si sente dire in giro che bisogna abbassare le tasse sul lavoro (cuneo fiscale), tutti sembrano d’ accordo su questa priorità.
Ebbene, qui vorrei mostrare che non esiste cosa più facile al mondo.
mone
Partiamo dalla premessa che mi sembra d’ obbligo, esistono solo due tipi di tasse:
1. Tasse sul lavoro e
2. Tasse sulla natura (o sulla fortuna).
Le tasse sulla natura sono rare, talmente rare che mi sembra non ce ne sia in vigore neanche una.
In teoria è facile concepirle: Esisti? Sì? Ti tasso. Ecco una tassa sulla “natura”: poll tax.
Un’ altra tassa sulla natura è la tassa sull’ altezza del contribuente.
Quando non si tassa la natura, si tassa la ricchezza, e la ricchezza è sempre prodotta grazie al lavoro. Tassare la ricchezza e tassare il lavoro è la stessa cosa. Vuoi incentivare il lavoro? Abbassa le tasse. Una tassa qualsiasi va bene.
Le tasse sulla natura sono le più efficienti perché non producono disincentivi: se ti tasso per il solo fatto di esistere o perché sei più alto di un metro e ottanta, come potresti mai eludere la tassazione che ti impongo?
Le tasse sul lavoro invece si possono eludere facilmente: basta lavorare meno
Una società in cui si lavora poco per paura delle tasse è una società inefficiente.
money
Poiché in teoria esistono solo due tipi di tasse – quelle sul lavoro e quelle sulla natura – e il secondo tipo di tassa non esiste in pratica, non c’ è cosa più semplice che abbassare le tasse sul lavoro: basta abbassare una tassa qualsiasi. 
Compresa la tanto vituperata IMU.
Ma perché allora molti  insistono nel distinguere le tasse sul lavoro da quelle sul patrimonio?
Per mere ragioni politiche.
Immaginatevi questo progetto di vita: Giovanni intende lavorare duro per comprarsi la casa dei suoi sogni. Poi si accorge della tassazione confiscatoria sugli immobili e cambia piani: lavorerà meno rinunciando alla casa.
La storiella è perfettamente coerente con quanto dicevamo: tutte le tasse colpiscono il lavoro e inevitabilmente lo disincentivano. CVD.
Ma in questo caso le decisioni rettificate si sviluppano sul lungo termine ("progetto di vita") mentre il politico ha le sue elezioni - e pretende risultati - per l'anno prossimo.
Il politico scaltro quindi cosa fa? Tassa le case oggi esistenti, ovvero il lavoro passato, qualcosa che non si puo' più "ritirare", ormai è stato svolto. Un comportamento vigliacco ma che i più cinici comprenderanno.
E dei disincentivi al lavoro futuro chi si preoccupa? Non certo il nostro politico "furbone" ma i suoi colleghi politici a venire. Auguri!
Distinguere tra tasse sul lavoro e tasse sul patrimonio ha quindi senso, ma lo ha esclusivamente per i politici "furboni" che coltivano la loro carriera sulla pelle del nostro futuro. 
mon
In realtà anche le tasse sul lavoro si possono dividere in due gruppi:
1. Tasse sul lavoro, e
2. Sovrattasse sul lavoro.
Le seconde rappresentano una “doppia tassazione”.
Le tasse sul capitale o sulle rendite finanziarie, per esempio, non sono altro che “sovrattasse sul lavoro”.
Anche l’ IMU è da classificare come “sovrattassa” sul lavoro.
Poiché le “sovrattasse” sono ancora peggio delle “tasse”, qualsiasi economista consiglia di tenerle particolarmente basse.
C’ è anche un problema etico: perché certi cittadini devono pagare due volte ed altri una volta sola?
moneyy
Cerchiamo di capire meglio il concetto di “sovrattassa”: se Giovanni compra una casa pagherà l’ IMU.
Ma Giovanni comprerà la sua casa con un reddito di lavoro già tassato.
Il fatto che Giovanni metta lì il suo reddito di lavoro già tassato fa sì che Giovanni, sempre su quel reddito, debba scontare un’ altra tassa, il che si traduce in una sovrattassa sul lavoro.
moneyyy
Ma le tasse sul lavoro, diversamente da quelle sulla natura, hanno un grave difetto: producono disincentivi.
Di fronte a tasse e sovrattasse Giovanni lavorerà meno e acquisterà un’ abitazione più modesta, oppure acquisterà case solo a prezzi ridotti.
Una domanda di case più contenuta implicherà delle riduzioni nello stipendio del maguttino Giuseppe. Giovanni è riuscito almeno in parte a trasferire le tasse che gravano (e graveranno) sul suo lavoro  (IRPEF e IMU) su quello del maguttino Giuseppe.
Ai nostri fini non cambia molto: sia Giovanni che Giuseppe sono lavoratori e a noi interessava capire che con IRPEF e IMU si colpisce (e si ricolpisce) il lavoro.
D’ altronde è ovvio che sia così: visto che né IRPEF né IMU sono Tasse sulla Natura, non possono essere che Tasse sul Lavoro.
***
Spesso si dice: “bisogna detassare i lavoratori, non i proprietari di casa”, “bisogna abbattere il cuneo fiscale, non l’ IMU”.
Alla luce di quanto appena detto sembrano assurdità: l’ IMU non solo è una tassa sul lavoro ma è addirittura una sovrattassa sul lavoro!
Eppure un fondo di verità esiste, pensateci bene.
L’ IMU colpisce due tipi di lavoro: quello pregresso di Giovanni, nonché quello attuale di Giuseppe.
Mentre per noi qualsiasi lavoro ha pari dignità, per il tassatore non tutto il lavoro è uguale. Il tassatore anela a colpire il lavoro pregresso, ed è facile capire perché.
Le tasse sul lavoro pregresso sono particolarmente efficienti poiché il lavoro pregresso non puo’ essere disincentivato: Giovanni ha già lavorato e non puo’ certo decidere oggi di lavorare di meno.
Colpendo il lavoro pregresso il tassatore puo’ contare sull’ effetto sorpresa: il lavoro pregresso (quello di Giovanni) puo’ essere colpito a tradimento mentre il lavoro attuale (quello di Giuseppe) puo’ essere colpito solo frontalmente “guardandolo negli occhi”.
Colpire il lavoro pregresso è moralmente odioso (Giovanni a suo tempo fece le sue scelte e oggi qualcuno gli ha cambiato le carte in tavola) ma è anche più efficiente (Giovanni non puo’ tornare indietro ed eludere la tassazione o trasferirla su terzi).
L’ IMU per molti è una tassa odiosa, il motivo è facile da capire: 1. è una tassa che, almeno al momento dell’ introduzione, si basa su un tradimento e 2. non è solo una tassa ma addirittura è una sovrattassa sul lavoro.
Detto questo l’ IMU è una tassa che non disincentiva il lavoro atuale quanto il cuneo fiscale, almeno finché non passa un certo periodo dalla sua introduzione.
L’ IMU piace a chi vuole risultati subito qui ed ora. Tra costoro ci sono anche i politici miopi.
***
Naturalmente, una tassa che colpisce il lavoro pregresso (es. IMU), man mano che passano gli anni vedrà sempre più scemare i vantaggi in termini di efficienza poiché non potrà più contare sull’ “effetto tradimento”.
***
Sintetizziamo allora così: 1. l’ IMU colpisce sia il lavoro attuale che quello pregresso, 2. Il cuneo fiscale si concentra invece sul lavoro attuale 3. Le tasse che colpiscono il lavoro pregresso sono moralmente odiose ma, introdotte di fresco, sono anche particolarmente efficienti visto che il lavoro pregresso non puo’ essere disincentivato 4. Man mano che passano gli anni gli effetti della tassazione IMU e quelli del cuneo fiscale tendono a convergere fino ad essere quasi indistinguibili.

Fisco mix

Steven Landsburg è la persona migliore per spiegarci i segreti del fisco. I suoi argomenti preferiti riguardano il capital gain, la patrimoniale, la successione, la tassazione dei ricchi e la tassazione del lavoro.
Incominciamo con il capital gain, la contestazione è arci-nota:
…The very rich pay at significantly lower rates, because most of their income consists not of compensation for services but of capital gains…
Quello che più raramente si sente dire è che…
… even if capital gains taxes were capped at one percent, income subject to those taxes would be taxed at a higher rate than straight compensation. That’s because capital gains taxes (like all other taxes on capital income) are surtaxes
Chi paga il capital gain paga una doppia tassa, è quindi ozioso confrontare questa aliquota con quella, che ne so, che grava sui redditi di lavoro. Questo perché chi paga le tasse sul capital gain paga ANCHE le tasse sul reddito da lavoro. La prima è solo una tassa AGGIUNTIVA. Non avete capito? L’autore formula un esempio semplice semplice:
… Alice and Bob each work a day and earn a dollar. Alice spends her dollar right away. Bob invests his dollar, waits for it to double, and then spends the resulting two dollars. Let’s see how the tax code affects them. First add a wage tax. Alice and Bob each work a day, earn a dollar, pay 50 cents tax and have 50 cents left over. Alice spends her fifty cents right away. Bob invests his fifty cents, waits for it to double, and then spends the resulting one dollar. What does the wage tax cost Alice? Answer: 50% of her consumption (which is down from a dollar to fifty cents). What does it cost Bob? Answer: 50% of his consumption (which is down from two dollars to one dollar). In the absence of a capital gains tax, Alice and Bob are both being taxed at the same rate…
Fin qui tutto chiaro: per Bob e Alice stesso reddito, stesso carico fiscale. Adesso introduciamo una tassa sul capital gain:
… Now add a 10% capital gains tax. Alice and Bob each work a day, earn a dollar, pay 50 cents tax and have 50 cents left over. Alice spends her fifty cents right away. Bob invests his fifty cents, waits for it to double, pays a 5 cent capital gains tax, and is left with 95 cents to spend. What does the tax code cost Alice? Answer: 50% of her consumption (which is down from a dollar to fifty cents). What does the tax code cost Bob? Answer: 52.5% of his consumption (which is down from two dollars to 95 cents)…
Stesso reddito ma carico fiscale aumentato solo al risparmiatore Bob. Perché?
A chi non capisce bene faccio notare che lo stesso identico risultato lo avremmo avuto senza capital gain: basterebbe tassare il reddito di lavoro di Bob al 52.5% e quello di Alice al 50%. Forse in questo modo l’ingiustizia è più chiara.
Perché molti – praticamente tutti i giornali - non capiscono che le patrimoniali (capital gain compreso) sono sovra-tasse e non tasse?
… They see a guy with a million dollar capital gain on his investment, and they forget that in the absence of wage taxes, he’d have invested twice as much
L’interesse (o il capital gain) è il frutto del risparmio così come il godimento è il frutto del consumo: nessuno tassa il godimento, perché mai bisognerebbe tassare gli interessi (o il capital gain)? Farlo significa trattare diversamente due destinazioni di un reddito a monte che ha già assolto agli obblighi fiscali.
Per questo contestare l’aliquota del capital gain considerandola esigua è a dir poco assurdo assurdo. Un’analogia ci propone un’assurdità simile, questa volta, chissà come mai, visibile a tutti, chissà che non serva a svegliare le coscienze dal loro torpore ideologico:
… Every March 15, women pay 20% of their incomes and men pay nothing. Every April 15th, women pay 10% and men pay 20%… Now someone writes a letter to the New Yorker complaining that the April tax is unfair to men, who pay twice as much as women do. I think it would be fair to dismiss this complaint as silly. Yes, it’s true that if you look at the April tax in isolation, men pay more than women…
Insomma:
… Some people (the savers) are taxed twice— once when they earn their income and again when they withdraw it from their savings accounts. Others (the spenders) are taxed once…
Il passaggio più ostico consiste nel comprendere che le tasse sul lavoro sono di fatto tasse sul capital gain dei lavoratori/risparmiatori:
… A tax on wages is (among other things) a tax on capital gains, because your capital gains are proportional to your savings and a tax on wages reduces your savings. Capital gains, therefore, are taxed in advance…
Il primo proposito del buon tassatore è quello di non distorcere troppo le scelte spontanee dei cittadini. Ebbene, non c’è niente di più distorsivo del capital gain. Un esempio con tre scenari lo chiarisce:
… Scenario 1 (no taxes): You earn two dollars, with which you can buy either two scones today or (after saving and earning interest) four scones tomorrow. Scenario 2 (a 50% tax on wages): You earn two dollars, of which the government takes half. With your remaining dollar, you can buy either one scone today or (after saving and earning interest) two scones tomorrow. Either way, your consumption is cut in half. In effect, current and future scones are both taxed at 50%. Scenario 3 (a 50% tax on both wages and interest): You earn two dollars, of which the government takes half. With your remaining dollar, you can buy either one scone today or (after saving, earning a dollar interest, and paying half that dollar in taxes) one-and-half scones tomorrow. If you spend today, your consumption is cut in half (from two scones to one); if you spend tomorrow, your consumption is cut by 62.5% (from four scones to 1 1/2). In effect, current scones are taxed at 50% and future scones are taxed at 62.5%….
La conclusione è proprio quella attesa:
… First, economics teaches us that everything should be taxed at the same rate to avoid unnecessary distortions. Second, it follows that current and future scones should be taxed at the same rate. Third, therefore there should be no tax on interest
Per questo Landsburg si batte per mantenere la deduzione in dichiarazione degli interessi: meglio sarebbe non tassare quelli attivi ma poiché sono tassati la deduzione di quelli passivi funge da contro-tassa.
Vengo adesso ad un altro corollario di quanto appena detto. Avete presente quel tale che dice: dobbiamo alleggerire la tassazione sul lavoro!
Di solito intende dire in modo surrettizio: dobbiamo aumentare la tassazione sul capitale!
Forse costui non ha ben capito che il capitale non è altro che lavoro pregresso.
Insomma, tassando il lavoro si disincentiva il lavoro ma tassando il capitale si disincentiva sia il lavoro che il risparmio. Complimenti!
… Unlike a tax on labor income, which (unfortunately) discourages work, a tax on capital income discourages both work and saving, and so is doubly destructive. Moreover, it effectively taxes the labor of the young (who earn, save for a while, and then spend)…
E se disincentivare il lavoro è già preoccupante di per sè, non è che disincentivare il risparmio sia da meno (alla faccia di quelli che… “bisogna rilanciare i consumi!!”):
… If you discourage saving, you discourage capital formation, which means you dampen wage growth. (“Capital” here refers to factories, machines, etc., not to financial instruments.) In the long run, the one and only thing that drives wage growth is worker productivity— and the key reason workers become more productive is that they have better equipment to work with…
L’errore commesso giudicando le tasse sul capital gain si ripete in modo scoraggiante valutando gli effetti della tassa di successione:
 Carl, who never worked a day in his life, but inherited five million dollars from his grandmother and therefore never paid any taxes. But Carl’s grandma, who earned ten million dollars, paid five million in taxes upfront. As a result, Carl inherited not ten million but five million, and every single day his income is halved as a result. So Carl is in fact already paying an implicit 50% income tax…
Nonostante la tassa di successione sia zero le tasse sull’eredità pagate da Carl sono ingenti, tanto è vero che in loro assenza avrebbe ereditato il doppio! La cosiddetta “tassa di successione” è solo un’ ulteriore tassa sui beni ereditati.
… Virtually all of the wealth in every large estate has already been taxed at least once. Namely, it was taxed when it was earned…
La capacità di cogliere queste evidenze è andata perduta, ai nostri avi, un paio di secoli fa, era tutto più chiaro:
… the point about double taxation— a point I’ve been harping on lately— was made by John Stuart Mill
Ma vediamo un po’ che funzione vogliamo che svolga la tassa sull’eredità? Forse la sua funzione più nobile è quella di non consentire ai rampolli di buona famiglia di non dormire sugli allori. Ebbene, l’aliquota che svolge al meglio questa funzione è quella pari a ZERO:
… There are lots of ways to spend $250 billion. Trim the deficit, improve education, support the troops, or make sure heiresses like Paris Hilton have the proper attire for trips to St.-Tropez. At this time in our history, which of them seem prudent? What seems prudent is to discourage Paris Hilton from buying a $100 million diamond-studded gown, so that she’ll leave her money in the bank where it can fund mortgages, business expansions…  One way to do that is to remind her that she’s spending her future kids’ inheritance
Con una tassa di successione elevata Paris Hilton non ha tutti i torti a darci dentro con le gioiellerie (perché lasciare al fisco predatorio quello che posso trasformare qui ed ora in un bel diamante per me), con una tassa di successione pari a zero forse – in nome dei nipoti – porrà un freno allo shopping compulsivo.
A proposito di Paris Hilton, veniamo alla questione delle “tasse sui ricchi”. Tutti vorrebbero tassarli, solo che non si puo’.
I super-ricchi come Paris appartengono alla categoria delle persone che non si possono tassare. Meglio prenderne atto e comportarsi di conseguenza senza tanti isterismi.
Per capire questa invulnerabilità rispetto al fisco partiamo da una nozione che tutti comprendono al volo:
… Here’s why it’s impossible: For the government to consume more goods and services, somebody else must consume fewer. But Paris Hilton…  consumes almost no goods or services… as fraction of her wealth… She just pushes cars around all day. His consumption can’t go much lower…
Chiaro? Prestiamo per un attimo la parola all’ingenuo che ha un concetto poco chiaro di cosa sia una tassa: “ma se tartassiamo il conto in banca dell’ereditiera ci portiamo a casa un bel po’ delle sue risorse in questo modo potremo girarle a favore del bene pubblico!” Sbagliato. Sbagliatissimo, il motivo è evidente:
… she thinks that green pieces of paper, or a series of zeroes and ones in a bank computer, can somehow help supply the government’s demand for actual goods and services. It can’t…
Non è che il governo puo’ magicamente creare le risorse da consumare perché un bancario fa una registrazione sul suo computer. E di certo le risorse al governo non le fornisce l’ereditiera multimiliardaria (anche se materialmente vengono prelevate dal suo conto), la quale non cambierà il suo stile di vita per via di questa registrazione di cui nemmeno conosce l’esistenza:
… A bunch of zeros and ones get shifted around on bank computers. Parsi Hilton goes right on pushing his cars around. And nothing else has changed…
Insomma, chi paga?:
… government decides to spend some of that $84 million. Now the government consumes more goods, Parsi Hilton consumes no fewer, so someone else must consume less
casi immaginabili sono molti, eccone alcuni:
… bank makes fewer loans, interest rates rise, and someone cancels a vacations, or postpones a car purchase, or abandons a half-built factory. Who bears the burden of the tax? The people who cancel their vacations and car purchases and factories, that’s who. Not Paris Hilton… You can try to tax her, but any attempt to tax her turns into a tax-in-disguise on somebody else…
Il grande errore dell’ingenuo è di confondere il denaro con le risorse: il riccone paga la nuova spesa governativa in termini di denaro ma sono altri che pagano in termini di risorse.
COMMENTO PERSONALE
Un posto d’onore nei ringraziamenti per il libro spetta ai giornalisti del New York Times e del Washington Post, senza la sequela di strafalcioni e fraintendimenti inanellati da questi prestigiosi media l’autore sarebbe pressoché disoccupato, e invece lavora da anni con un ritmo da esaurimento nervoso. Ecco, diciamo che il fondo di verità in un’ironia del genere è talmente evidente che ci spegne subito il sorriso appena abbozzato.

venerdì 23 settembre 2016

Un confronto con la Germania - Tassati e mazziati (Varia) (Italian Edition) by Giuseppe Bortolussi

Tassati e mazziati (Varia) (Italian Edition) by Giuseppe Bortolussi
You have 22 highlighted passages
You have 20 notes
Last annotated on September 22, 2016
Un confronto con la GermaniaRead more at location 1459
Note: @@@@@@@@@@@@@@@@ Edit
L’Italia presenta, nel periodo 2005-2009, una pressione tributaria superiore di 5,6 punti di PIL rispetto a quella tedesca; anche tenendo conto del fatto che parte delle nostre tasse se ne va per pagare gli interessi sul debito pubblico (2,1 punti in più rispetto alla Germania), la nostra pressione tributaria risulta comunque superiore a quella tedesca di circa 3,5 punti di PIL.Read more at location 1465
Note: PRESSIONE TRIB. CFR CON LA GERMANIA Edit
In altre parole: un cittadino italiano, a parità di reddito, paga più tasse rispetto al contribuente tedesco. E allora che fine fanno i nostri soldi? E perché in Germania le cose funzionano e da noi no? Siamo sicuri che sia colpa, come spesso si dice, solo di chi evade le tasse e non di chi ci amministra o di chi lo ha fatto per anni;Read more at location 1470
Note: COSA NN VA? Edit
Per rendere meglio l’idea possiamo fare l’esempio di due condomini: il Condominio Germania, costituito da sei appartamenti, con i locali sempre in ordine e le scale pulite, e il Condominio Italia, sempre di sei appartamenti di uguale metratura, solo che le scale sono sporche, il riscaldamento funziona male, i vetri sono rotti. L’amministratore del Condominio Italia continua a giustificarsi dicendo in giro che tutte le inefficienze del servizio sono causate dal fatto che gli inquilini dell’ultimo piano non hanno mai pagato le spese condominiali (in sostanza evadono), riducendo così le risorse di cui dispone. Poi, però, si scopre che ogni appartamento del Condominio Germania paga 100 euro all’anno per la gestione comune, mentre il Condominio Italia ne paga 150. Facendo i conti, il Condominio Germania dispone ogni anno di 600 euro, e con quelli riesce a far funzionare bene le cose; il Condominio Italia di euro a disposizione ne ha addirittura 750 all’anno, nonostante gli «evasori» dell’ultimo piano, ma le scale sono sporche e i vetri sono rotti eccetera… Il risultato è deprimente: paghiamo più tasse dei tedeschi per ottenere molto di meno.Read more at location 1478
Note: ANALOGIA Edit
Secondo uno studio della CGIA di Mestre, nel 2008 la spesa per retribuzioni della Pubblica amministrazione italiana era pari al 10,9% del PIL, in sostanziale crescita rispetto a inizio decennio: tolti gli interessi sul debito, un quarto della spesa pubblica nazionale è assorbita dagli stipendi. In Germania, invece, le cose vanno un po’ diversamente: negli ultimi anni il peso del costo del lavoro pubblico sul PIL è diminuito progressivamente fino ad arrivare al 6,9% nel 2008; per questo, la quota di spesa imputabile alle retribuzioni pubbliche è appena il 16,7%, circa nove punti in meno rispetto al nostro Paese.Read more at location 1493
Note: PERSONALE Edit
In Italia vi sono complessivamente circa 3,6 milioni di dipendenti pubblici, ovvero uno ogni 16 abitanti; in Germania, invece, i dipendenti pubblici sono 4,5 milioni, ovvero uno ogni 18 abitanti.Read more at location 1500
In sostanza, in Italia i soldi a disposizione sono comunque di più che in Germania; ma allora perché da noi le cose non funzionano? Il problema in Italia, come ho cercato di spiegarvi, non sta nella mancanza di risorse o nella cattiva gestione delle entrate.Read more at location 1501
Note: CONCLUSIONE Edit
è dal lato della spesa che si manifestano i problemi maggiori.Read more at location 1504
Diventa dunque lecito ripetere che se tutti pagassero quanto dovuto sarebbe una cosa bellissima, anche perché c’è chi di tasse ne paga troppe e potrebbe sperare di vedere finalmente ridotta la pressione fiscale a suo carico. Tuttavia temo, come ho già spiegato, che la storia ci insegni che lo Stato, anziché avere più soldi da gestire, avrebbe più soldi da sprecare, e lo dimostra il fatto che il recupero dell’evasione lo troviamo ogni anno in finanziaria già puntualmente impegnato.Read more at location 1507
Note: PREOCCUPAZIONE Edit