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lunedì 26 novembre 2012

Il mandante dei femminicidi

Ieri era la giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Ma cos' è questo "femminicidio" di cui tanto si parla?

E' l' omicidio di una donna da parte del suo partner. Di solito si verifica quando la vittima sta cercando di abbandonare il suo futuro carnefice.
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Questa violenza estrema sulle donne è un fenomeno recente?

Non saprei dire, non ho ancora messo gli occhi su statistiche ben fatte. Posso supporre che a parità di tutto il resto quanto più è facile "abbandonare" il proprio partner, tanto più frequentemente s’ innescherà la violenza.

Ma la nostra società è particolarmente violenta nei confronti delle donne?

In termini assoluti è piuttosto vero il contrario: per ogni donna che muore in modo violento ci sono sei maschi ammazzati. Lo dico a prescindere dal sesso dell' assassino, che è quasi sempre maschile.
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Già, perché il maschio per sua natura è più violento...

Dal punto di vista psicologico non direi, la violenza femminile è differente, questo sì: si concentra sulle relazioni personali restando refrattaria alle astrazioni (come le violenze di guerra, dove sei chiamato ad uccidere degli sconosciuti, magari premendo un bottone).

Mi sembra di capire comunque che la morte della donna nelle nostre società avvenga in condizioni del tutto particolari: spesso è uccisa proprio in quanto donna. Ovvero, diventano decisivi il ruolo sociale e le aspettative nei suoi confronti legate al suo sesso.
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Questo è senz' altro vero: nel caso del femminicidio, per esempio, la violenza si scatena anche perché la donna adotta un comportamento che non rientra in certi stereotipi.

Bene, ecco allora che abbiamo isolato un punto specifico in grado di far comprendere la particolare pericolosità di queste violenze: sono generate da modelli culturali obsoleti e per mutarli è raccomandabile uno "sforzo speciale".

In realtà non abbiamo compiuto un gran passo in avanti. Prova a riflettere, anche il fatto che da noi vengano uccisi sei uomini ogni donna è il portato di modelli culturali. Siamo sempre vissuti in società dove se affonda una nave le scialuppe sono riservate innanzitutto a "donne e bambini". In altri termini, le nostre società sono fondate su un modello culturale che prevede il sacrificio umano del maschio, in questo senso anche quel rapporto di uno a sei riflette uno stereotipo di genere, ma per mutarlo nessuno chiede "sforzi speciali".
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La conclusione potrebbe allora essere questa: il mandante dei femminicidi è un certo modello culturale? Ok, ma anche il “minotauro” che pretende sei cadaveri maschili contro ogni cadavere femminile è un certo modello culturale. Non si vede perché il primo meriti sempre la prima pagina mentre del secondo passi inosservato. La cosa migliore è considerare in modo equanime i morti per mano di qualsiasi modello culturale e festeggiarli tutti insieme il due novembre.
LETTURE
http://ragionimaschili.blogspot.it/2012/05/il-femminicidio-e-una-scellerata-bugia.html
http://llemgam.wordpress.com/2012/05/10/il-femminicidio-finlandese/
http://www.uominibeta.org/2012/11/22/femminicidio-e-violenza-di-genere-tutto-da-rivedere/

mercoledì 14 novembre 2012

Violenza domestica sugli uomini

http://affaritaliani.libero.it/cronache/uomini-violenza-domestica241012.html

E per completare: http://archerave111.blogspot.it/2012/08/erin-e-le-altre.html

sabato 1 ottobre 2011

Inno dello stupratore

1. L’ inno ufficiale:

… non è pietoso come dicono gli umani, Amore,

ma sordo e crudele quando desidera la preda.

Come un uccello che in pugno serriamo

si dibatte e le ali agita,

così ella s’ oppose tremante;

la lotta (come quella che creò il mondo) generò un mondo altro di gioia ignota.

Inganni ovunque nella sua mente, e a concedersi con astuzia intese.

Non sembrando vinta, vinta ella fu alla fine.

Cristopher Marlowe

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2. Lo stupro come buona notizia:

Using state-level variation in the timing of political reforms, we find that an increase in female representation in local government induces a large and significant rise in documented crimes against women in India.
Our evidence suggests that this increase is good news, driven primarily by greater reporting rather than greater incidence of such crimes.

3. Spiegare lo stupro. C’ è chi ci prova con le analogie:

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Eppure non capisco: o c' è la pistola o c' è l' analogia.

martedì 8 marzo 2011

Wilma si tiene la clava.

Secondo Susan Cross e Laura Madsen le donne sono meglio predisposte verso la "socializzzione"... prendiamo un fenomeno come quello delle aggressioni, secondo le studiose le donne tendono ad evitarle perchè maggiormente impegnate nella salvaguardia dei legami sociali... è una spiegazione all' apparenza plausibile ma che, molto semplicemente, non concorda con i fatti osservati... studiando quel che accade nelle relazioni intime, i ricercatori si sono accorti di quanta inattesa aggressività esprimano le donne... questa loro attitudine sopravanza quella maschile... Non è politicamente corretto dirlo ma questa conclusione è supportata da evidenze consolidate... In altre parole, è più probabile che sia la donna ad attaccare psicologicamente e fisicamente il suo partner - si va dallo schiaffo all' uso di armi mortali... Queste aggressioni non ricevono l' attenzione che i media riservano alle aggressioni maschili per diverse ragioni... 1. l' uomo è meno propenso a denunciare la violenza ricevuta... 2. quando esiste una violenza reciproca la polizia tende a concentrarsi sull' uomo... 3. le donne sembrano più a loro agio nel ruolo di vittime... 4. (di gran lunga la ragione più rilevante) gli uomini sono più grandi e più grossi e, a parità di intenzione violenta, i danni causati sono più ingenti... le donne sono anche responsabili della maggior parte degli abusi infantili, sebbene questo dato sia indebolito dalla considerazione che passano più tempo con i bambini... sta di fatto che, considerando l' evidenza, le donne sono più portate alla violenza qualora l' indagine si limiti alle relazioni intime... per contro, la donna difficilmente colpirà uno sconosciuto... una donna altresì esprimerà resistenza nel premere un bottone per uccidere nemici lontani e sconosciuti, anche se persistono valide ragioni... cosa che invece l' uomo è propenso a fare qualora dai suoi calcoli vi sia una convenienza... le ricerche sul campo ci dicono anche che l' uomo "aiuta" più della donna, ma questo perchè la gran parte delle ricerche si focalizza su situazioni in cui il beneficiato è uno sconosciuto o quasi... in realtà l' attaccamento della donna per i familiari sembra maggiore rispetto a quello espresso dall' uomo... concluderei dicendo che la donna ha maggiori attitudini sociali solo se definiamo "social" equivalente a "one-to-one close intimate relation", nei casi invece in cui sono implicate "broader group connection" l' uomo sembra più sensibile, nel bene e nel male... mi sento in obbligo di aggiungere che dopo l' esposizione documentata dei nostri argomenti, Susan Cross e Laura Masden hanno abbandonato le loro posizioni pregresse per spostarsi via via su interpretazioni che collimano con quella data anche qui... è così che la scienza dovrebbe funzionare..."

Roy Baumeister - Is there anything good about men?


Curiosi anche gli esperimenti condotti sui "bambini in cortile": lasciati a giocare per un' ora, i maschietti, magari superficialmente, interagiscono bene o male tutti tra loro; le femminucce, al contrario, tendono a creare gruppetti che legano molto pur isolandosi. Anche l' introduzione del "terzo" incomodo all' interno della coppia da esiti differenti: i maschietti tendono ad accogliere, le femminucce fanno invece muro. Sono esiti compatibili con il fatto che la bambina è più preoccupata di salvaguardare l' intimità e la qualità del legame, il maschietto ad estenderlo.

FONTI: sulla maggiore predisposizione femminile alla violenza di coppia, il metastudio più comprensivo è quello di J. Archer: Sex differences in aggression betwen heterosexsual partners: a metanalytical review - Psychological Bulletin, 126, 697-702.

lunedì 24 gennaio 2011

Mondi paralleli

Quasi ogni Sabato verso mazzanotte uno dei miei appuntamenti fissi è "Amore criminale" con Camilla Raznovich. Un programma zeppo di maltrattamenti e violenza ai danni delle donne. E' un passatempo solitario visto che Sara è disturbata da questo genere di programmi troppo realistici (poi se li sogna...).

Inoltre i telegiornali e giornali li guardo e li leggo anch' io, so bene di cosa si parla quando si parla di femminicidio. Non è affatto un fenomeno inventato: lui è manesco, lei lo lascia ma lui non sopporta l' affronto e uccide.


Figuratevi il mio stupore nell' imbattermi in questo passaggio contenuto nel saggio introduttivo al libro di Roy Baumeister.

... it turns out that in close relationships, women are plenty aggressive... Women are if anything more likely than men to perpetrate domestic violence against romantic partners, everything from a slap in the face to assault with a deadly weapon... Women also do more child abuse than men, though that’s hard to untangle from the higher amount of time they spend with children... Still, you can’t say that women avoid violence toward intimate partners...

Sono decisamente perplesso. Camilla e i telegiornali mi hanno fatto vivere in un mondo parallelo? Oppure, per quanto sembri chiaro, io non ho capito bene il concetto espresso da Baumeister. Del resto l' autore è affidabile.

Qualcuno, se ne sa di più, puo' levarmi dalle ambasce?

Comunque il libro l' ho ordinato venti giorni fa a prescindere e ormai sarà in arrivo. Forse potrò risalire alle fonti e diradare le ombre contenute in questo "strano" messaggio così distante dallo stereotipo che passano i media tradizionali.

venerdì 3 dicembre 2010

Lidia Ravera considerava l' embrione un assembramento di cellule.

Rimpiangiamo la soavità di questa immagine.

Ci sono infatti femministe che considerano il feto alla stregua di un tumore.

Per esempio la battagliera Florence Thomas.