lunedì 21 novembre 2022

 LA REGINA DELLA STATISTICA SCOLASTICA: L'IPOTESI NULLA

Fuori dal gergo statistico: "ipotesi nulla" significa che nessun "trattamento" sembra avere UN effetto duraturo e scalabile. Nulla funziona. Forse perché il trattamento ha effetto benefico su alcuni studenti e malefico su altri. Siamo diversi (e molti non vogliono neanche sentirlo dire). Per esempio, l'assenza di voti toglie il freno dell'ansia ad alcuni studenti ma anche il motore della competitività ad altri. Non potremmo, in un ambito di libera scelta, differenziare le classi? Tipo maschi e femmine? Sono aperto a discriminare in modo alternativo.

 http://daviddfriedman.blogspot.com/2022/11/inflating-cost-of-carbon.html


ANATOMIA DEL CLASSICO STUDIO SUL GW


Si calcolano i morti da CO2 nei prossimi 300 anni. Trecento anni? Ma qui si mangia la mela dall'albero della conoscenza. Come si puo' fare previsioni da qui a 300 anni!!!??? Problema risolto: non si fa alcuna previsione. Tutto resta come ora (tranne il caldo da CO2). Tecnologia medica? Tutto come oggi. Tecnologia agricola? Tutto come oggi. Tecnologia di raffreddamento? Tutto come oggi... Qui si fa la rivoluzione ogni dieci anni e studi rigorosiiiissssimi assumono immobilità plurisecolare.


E siamo su Nature. Gold standard. Ah ah ah.


P.S. nota che estati più calde aumentano la mortalità mentre inverni più miti la diminuiscono. L'aumento della temperatura dovuto al riscaldamento da effetto serra è maggiore nei periodi e nei luoghi freddi che in quelli caldi. Secondo voi se ne tiene conto?


#eccoperchénonmifido.

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sabato 19 novembre 2022

lunedì 14 novembre 2022

il punto suo computer quantistici

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giovedì 10 novembre 2022

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Desideriamo disperatamente vedere il mondo in modi che si riflettano favorevolmente sul nostro gruppo di appartenenza e che proteggano la nostra reputazione e il nostro status al suo interno. Quando ciò accade, il risultato è quasi sempre una razionalizzazione compulsiva.

sabato 5 novembre 2022

 La rivoluzione statunitense è stata un esempio da manuale di guerra a causa degli interessi delle élite divergenti da quelli della maggior parte dei cittadini.


la terra e la sua fortuna personale erano anche al centro della mente del primo presidente.

George Washington era un consumatore dissoluto. Desiderava le migliori carrozze, vestiti e mobili. Ricco di terra e povero di contanti, finanziò il suo stile di vita lussuoso con enormi prestiti da mercanti britannici.

sarebbe sciocco ignorare l'interesse economico dei padri fondatori,

La maggior parte degli americani all'epoca si oppose a una guerra rivoluzionaria, ma in quei primi anni la maggior parte degli americani non poteva votare.

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mercoledì 2 novembre 2022

https://feedly.com/i/entry/JI6spjyEdTdIvVzx/f6RYP3g/OEs9osHPduRg+bQ/GA=_18429e9a820:13351cf:53488cc6


 I PERVERTITI


La biologia ipotizza che ogni uomo si un animale tra gli altri e che, quindi, il suo fine ultimo sia quello di massimizzare la discendenza. Negli altri animali questo obbiettivo è scoperto; tuttavia, se mi guardo intorno, è difficile rintracciarlo nell'uomo contemporaneo.


Perché? Perché ci siamo pervertiti.


L'obbiettivo ci mette in concorrenza con il nostro prossimo. Siamo degli "intelligentoni" che combattono tra loro, è normale che le strategie siano iper-sofisticate. Talmente sofisticate che perseguirle ci ha fatto dimenticare l'obbiettivo ultimo. Nonostante tutte le alienazioni, è ancora possibile notare che ognuno di noi cerca rispetto, prestigio e ammirazione (magari mostrandosi umile) ma molti sembrano essersi dimenticati che questi sono solo strumenti per massimizzare la discendenza. Chi se lo ricorderà conquisterà ilmondo.


Le generazioni passate, grazie alla strategia religiosa, erano meno alienati di noi. IMO: il futuro sarà di nuovo religioso, penso che coniugherà religione e tecno-ottimismo. I neo-religiosi conquisteranno il mondo. Già oggi i "bianchi-laici-occidentali" sono destinati a sparire nel nulla. Il meglio della loro cultura verrà eraditata dai tecno-religiosi.


POLITICA PERVERSA


E' perversa la politica che devia dall'obbiettivo naturale, che è la riorganizzazione della società secondo le tue linee preferite. Il pervertito politico continua a distogliere lo sguardo dalla meta: si perde in segnali, simboli e feticci. La politica diventa un piacere segreto, o una sorta di ornamento, e alla fine si vincono i referendum solo per "lanciare un segnale".


Il pervertito dalla politica ha unnome ben preciso: POLITICO.


IL PERVERTITO SESSUALE


Il sesso in sé non è così interessante: ci si incontra e ci si accoppia. In 10 minuti è finito tutto.


La cosa interessante è l'elemento perverso del sesso: il corteggiamento, l'innamoramento, l'amore, il romanticismo, le litigate e le riappacificazioni, le schermaglie, la vita di coppia, l'immaginario, i sogni...

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 QUANDO LA SELEZIONE NON SELEZIONA (perché siamo pieni di autistici, schizofrenici, omosessuali...)


Supponiamo di misurare un tratto su una scala da 1 a 10, dove 10 è il punto in cui hai un disturbo mentale debilitante. Se il valore di fitness ottimale per quel tratto è 5, i valori elevati del tratto scompaiono quasi subito dal pool genetico. Ma se il valore di fitness ottimale è 9, in ogni generazione appariranno molti soggetti con valore 10.


https://feedly.com/i/entry/hbTZV+BuJ7BbtHroKVkB1Vs/vLWiE6ouxLIjd5FEv5M=_18432e4f9f3:5eb11e:4fb599db

sabato 29 ottobre 2022

 LA RISERVA DELLE PREOCCUPAZIONI


Le persone evitano di affrontare più eventi negativi contemporaneamente: una catastrofe climatica ci fa pensare meno al problema della "diversità&inclusione", la pandemia ci fa preoccupare meno del cambiamento climatico, la guerra ci fa dimenticare la pandemia...

C'è da preoccuparsi della "riserva limitata di preoccupazioni", oppure quando retrocediamo una preoccupazione la stiamo pensando meglio?

https://feedly.com/i/entry/Od/Z0OrlTBzSrJtcae1t5qtueOtvOco3UFNx6gD9Pd4=_18422448d54:9d872f:4fb599db

venerdì 28 ottobre 2022

 LA STRADA VERSO IL BENE


Perché un Dio perfettamente giusto permetterebbe al male di esistere?


Risposta tipica: Dio non sta cercando di massimizzare una visione utilitaristica del Bene, sta cercando di massimizzare la Sua stessa gloria. Consentire un po' di male aiuta in questo, perché può punirlo giustamente (ed essere giusto è glorioso) o perdonarlo misericordiosamente (ed essere misericordioso è anche glorioso). L'opzione per massimizzare la gloria è dare al diavolo un po' di potere, ma non troppo.


Dubbi: un Dio perfettamente giusto è anche un Dio perfettamente buono. Suona male che una persona perfettamente buona abbia come meta ultima la propria glorificazione. Al limite, potrebbe essere un'esca per condurre le pecorelle alla fede e quindi al bene. Ma non puo' essere nemmeno questo, considerato quanto sia facile da smascherare una simile strategia. Parto dall'assunto che diffiderei di una persona buona che cerca il mio bene inducendomi intenzionalmente ad ammirarla, specie se questa strategia è così scoperta. 


https://feedly.com/i/entry/hp7zdYlKSlGYuA31kyTRqj8gG7wuHeIjPMXwHhRq2yQ=_1841bfcd640:17c11a:53488cc6

diritti dei robot

 https://feedly.com/i/entry/osrPmlDZFInp6SMWQP3mml8q6Kt6TihJNu+iYEXtyCE=_1841ae35538:3b4c02:ef30d9e1


UNA CATASTROFE MORALE


Se la tecnologia continua di questo passo dovremo affrontare una catastrofe morale. Creeremo sistemi di intelligenza artificiale che alcune persone considerano ragionevolmente meritevoli di diritti umani o simili. Ma è praticamente impossibile che ci sia consenso sul tema. 


Cosa risponderemo al robot intelligente quando ci chiederà di non essere abusato, di non essere spento, di non essere obbligato a fare determinate cose? L'entità della catastrofe in vista potrebbe potenzialmente rivaleggiare con quella di una guerra mondiale o di un grande genocidio. I "sensibili" saranno giustificati nell'aggredire gli "insensibili"? I John Brown si moltiplicheranno e al diavolo la dialettica aggressore-aggredito.

martedì 25 ottobre 2022

QUANDO VOLEVO ESSERE UN FASCISTA INTELLIGENTE parole e cose

 QUANDO VOLEVO ESSERE UN FASCISTA INTELLIGENTE

Anni fa notai come i miei post sulla discriminazione fossero tra i pochi a raccogliere qualche reazione, cosicché ho aumentato la loro frequenza interessandomi dell'argomento. Ho subito notato che si discuteva sulle parole più che sui fatti e - forte del mio motto "prima i concetti, poi i suoni per esprimerli" - ho subito pensato che invertire la rotta fosse la prima cosa da fere. Ammetto, ho anche pensato che la bontà dell'operazione fosse di un'evidenza lapalissiana e mi aspettavo grande accoglienza. Tuttavia, la saggia Rita Vergnano, da tempo impegnata a sporcarsi le mani nel fango della contesa, mi ammonì: "guarda che la terminologia è tutt'altro che banale". Allora non capii, la liquidai come persona invischiata in diatribe secondarie che, una volta dentro, tieni a portare a casa con successo. Oggi, al contrario, registro l'importanza della battaglia sulle parole come un fatto e come l'ennesima prova che le persone non sono interessate a cio' che dicono ma a qualcos'altro. Non so come ho fatto ad equivocare, in fondo io stesso denuncio un giorno sì e un giorno no i limiti della democrazia come regime massimamente esposto a "desiderability bias". Occorre immaginarsi - sulla scorta della buonanima di Kripke - le parole come contenitori ancora in buona parte da riempire. Alcune, riempite a metà, hanno già assunto connotazioni altamente positive (suonano bene) e, se fai politica, appropriarsene per terminare ad hoc l'opera di riempimento è decisivo. Difendere la propria causa utilizzando quelle parole e non altre costituisce la conquista di un caposaldo, hai nelle tue mani la potente arma della desiderabilità sociale, unica bussola dei (razionalmente) superficiali. La gente giudica dal "suono" più che dalla sostanza; dai fonemi più che dalle parole. La connotazione vale più della denotazione, direbbe un esperto. Per dimostrare quanto sprezzavo questo atteggiamento superficiale, per un certo periodo mi sono definito "razzista" e "sessista", ero cioè disposto a cedere sui nominalismi purché fosse chiara la mia posizione sostanziale. Mai avrei creduto di essere un razzista, un sessista o un fascista ma, considerato il fatto che non avevo nessuna intenzione di sprecare energie nella "guerra sulle parole", cedevo su certe posizioni puntando a diventare un "razzista intelligente", un "sessista intelligente", un "fascista intelligente". Chi mi conosceva non mi prendeva sul serio, e chi non mi conosceva... nemmeno mi leggeva. Ma se mi avesse letto e giudicato mi avrebbe disprezzato perché per lui, come per tutti, il "suono" era significato. Razzista suona male? Allora suona male anche razzista intelligente (un razzista ancora più infido). Fascista suona male? Allora suona male anche "fascista intelligente" (un fascista ancora più pericoloso). E si noti che, fosse per me, mai mi definirei razzista o fascista, lo facevo solo perché ansioso di terminare la discussione sui termini e iniziare quella sui concetti. Sono anche un fiero anti-femminista, per esempio, almeno da quando il termine "femminismo" è stato derubato da una banda di estremiste. Prendiamo poi l'esempio recente della parola "privilegio". Sono un privilegiato? Mah, usando l'italiano normale direi di no ma usando la neo-lingua lo sono eccome: in fondo sono un maschio, in fondo sono bianco, in fondo sono più alto di mio cugino, in fondo sono più bello di Alvaro Vitali, in fondo non sono rimasto vittima della valanga sull'Adamello del Settembre scorso (anche perché ero al mare)... In fondo, tranne l'uomo più sfigato del pianeta, secondo la neo-lingua siamo tutti dei privilegiati avendo tutti il privilegio di non essere l'uomo più sfigato del pianeta. Purtroppo, la gente non ascolta la verità, la vede, e in me, anche per ingenua ammissione, vede un razzista, fascista, sessista, omofobo, anti-femminista e privilegiato. Quindi inutile ascoltare, meglio deplatformare. La discussione sui concetti che ero tanto ansioso di iniziare non è mai partita, provati ad aprire bocca in queste condizioni di partenza, altro che "sostanza". Avrei dovuto ascoltare la Rita, ma anche Orwell.

mercoledì 6 ottobre 2021

Epistemologia definitivo - cos'è la scienza

 LA SCIENZA SPIEGATA AL POPOLO 


Non dire mai che la scienza si fonda sulla sperimentazione, incorreresti in un'affermazione circolare poiché (si spera) l'esperimento si fonda a sua volta su ipotesi scientifiche. Inoltre, si presta a equivoci (la fede nell'esistenza dell'esperimento cruciale) e il popolo non vede l'ora di equivocare. Dì piuttosto che il pensiero scientifico ha natura probabilistica. Il fatto è che vogliamo sapere cosa spiega un certo fenomeno ma la scienza si limita a fare, esempio, 10 ipotesi e ad attribuire ad ognuna di esse una probabilità. Le probabilità sono fastidiose per tre motivi: 1) hanno sempre un contenuto soggettivo, 2) sono da aggiornare continuamente e 3) ragionare in termini probabilistici è difficile e ci dà poca soddisfazione: il nostro cervello riesce a pensare facilmente che A causa Z ma non riesce a pensare bene che A (prob. 5%) + B (prob. 3%) + C (prob. 1%) eccetera... causano Z. La cosa non si presta nemmeno a formulare quelle affermazioni apodittiche con cui cerchiamo l'ammirazione altrui discutendo nelle varie sedi, dal bar alla TV. Ogni tanto una probabilità svetta sulle altre per cui senti dire "la scienza dice che...". Questa sparata, quando va bene, è una verità pragmatica ma resta comunque semplificazione ascientifica. Questa spiegazione non ha la pretesa di far capire cosa sia la scienza, tuttavia spero si sia capito almeno perché la capiamo così poco, in particolare chi ha la pretesa di spiegare agli altri cosa sia. La cosa non si presta nemmeno a formulare quelle affermazioni apodittiche con cui cerchiamo l'ammirazione altrui discutendo nelle varie sedi, dal bar alla TV. Ogni tanto una probabilità svetta sulle altre per cui senti dire "la scienza dice che...". Questa sparata, quando va bene, è una verità pragmatica ma resta comunque semplificazione ascientifica. Questa spiegazione non ha la pretesa di far capire cosa sia la scienza, tuttavia spero si sia capito almeno perché la capiamo così poco, in particolare chi ha la pretesa di spiegare agli altri cosa sia. La cosa non si presta nemmeno a formulare quelle affermazioni apodittiche con cui cerchiamo l'ammirazione altrui discutendo nelle varie sedi, dal bar alla TV. Ogni tanto una probabilità svetta sulle altre per cui senti dire "la scienza dice che...". Questa sparata, quando va bene, è una verità pragmatica ma resta comunque semplificazione ascientifica. Questa spiegazione non ha la pretesa di far capire cosa sia la scienza, tuttavia spero si sia capito almeno perché la capiamo così poco, in particolare chi ha la pretesa di spiegare agli altri cosa sia. è una verità pragmatica ma resta comunque semplificazione ascientifica. Questa spiegazione non ha la pretesa di far capire cosa sia la scienza, tuttavia spero si sia capito almeno perché la capiamo così poco, in particolare chi ha la pretesa di spiegare agli altri cosa sia. è una verità pragmatica ma resta comunque semplificazione ascientifica. Questa spiegazione non ha la pretesa di far capire cosa sia la scienza, tuttavia spero si sia capito almeno perché la capiamo così poco, in particolare chi ha la pretesa di spiegare agli altri cosa sia.


DEFINIRE LA SCIENZA


Dopo l'epistemologia novecentesca, l'impresa è diventata proibitiva. Si potrebbe rinunciare del tutto (tanto bene o male sappiamo cosa sia la scienza, anche senza definirla). In alternativa, si potrebbe studiare un metodo pratico. Qui ne propongo uno.


Quando entri in una comunità, di solito non contraddici mai pubblicamente il tuo capo o comunque i notabili di quella comunità, a meno che tu non possa contare su "alleati" di livello piuttosto elevato. Sai benissimo che la forza del tuo argomento di solito non è un buon "alleato" per sostenere la sfida, in molti casi nemmeno verrà ascoltato, soprattutto se il tuo rango è basso, magari perché sei un dilettante. Quindi è degno di nota che ci siano almeno alcune comunità che sono insolitamente orientate all'argomento. Queste includono, per esempio, vaste aree della matematica e aree più piccole di filosofia e fisica. E, ahimè, includono aree ancora più piccole della maggior parte delle cosiddette "scienze umane e sociali". Questo "gradiente di sfida" rende alcune discipline standard più "scientifiche" di altre.