martedì 29 ottobre 2019

LI DISPREZZO COME PADRE DELL'ODIO

LI DISPREZZO COME PADRE DELL'ODIO
Papa Francesco in conclusione del Sinodo:
"C’è sempre un gruppo di cristiani, di élite, ai quali piace porre come se fosse universale questo tipo di diagnosi, molto piccola, questo tipo di risoluzioni più disciplinari. No, abbiamo vinto tutti con la diagnosi fatta e noi continuiamo ad andare avanti nelle questioni pastorali e interecclesiastiche”.
Domanda: ma perché il Papa disprezza i suoi critici e si appella a loro come ad un' "élite"? Perché afferma che hanno preoccupazioni molto "piccole"?
I suoi critici fanno altrettanto con lui? Alcuni direi di sì ma molti no. Molti sono animati da serie preoccupazioni.
Con questo atteggiamento il papa si rende odioso. Sembra quasi che lo cerchi, l'odio.

PERCHE’ IL DISCORSO POLITICO SUI SOCIAL E’ UNA RISSA CONTINUA?

PERCHE’ IL DISCORSO POLITICO SUI SOCIAL E’ UNA RISSA CONTINUA?
Nella vulgata comune perché ci sono “gli odiatori”.
Preferisco la tesi alternativa: perché ci sono i “disprezzatori”.
Il “disprezzatore” ha pulsioni moraliste, è perennemente indignato e tende a liquidare chi non la pensa come lui quasi fosse una specie di criminale. Gli piace essere il "migliore" e costringere l’altro non a riflettere ma a vergognarsi.
Trump, Salvini e Renzi mi sembrano essere al momento i politici più “disprezzati” sulla nostra scena. Non saranno delle cime ma meritano più rispetto (rispetto? il “disprezzatore” trova persino ridicolo rispettare, che ne so, un Salvini). Naturalmente i protagonisti non soffrono di questo trattamento, anzi, ne traggono profitto. A soffrire potrebbero sono alcuni dei loro simpatizzanti, che spesso, specie in certi contesti, si vedono costretti all’ auto-censura o alla falsificazione delle preferenze.
Naturalmente, è bello avere una causa sociale in cui credere, ma il “moralista indignato” usa la sua come un bastone da dare in testa all’ avversario o come uno specchio in cui farsi bello e sentirsi superiore. La sua sferza lo rende popolare nel suo gruppo. E’ chiaro che parliamo di un antagonista di natura, di un narcisista di professione intento a pompare la sua reputazione. Quando c’è lui di mezzo si finisce sempre a male parole, è lui la miccia del conflitto, è lui l’innesco dell’odio, è lui che rende tossica ogni discussione.
Questo tizio alberga in ognuno di noi. Sia chiaro.

Informazioni su questo sito web
BLOGS.SCIENTIFICAMERICAN.COM
New research suggests that moral grandstanding may be a major source of conflict in the world today.

L'INCENTIVO SPUNTATO.

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L'INCENTIVO SPUNTATO.
Torno di nuovo sull'articolo di ieri apparso sul NYT a cura dei due neo-Nobel. In esso si fa notare come gli incentivi finanziari possano non essere così efficaci: tasse più alte non fanno lavorare meno i ricchi, un welfare più esteso non impigrisce i poveri, un limite ai compensi non diminuisce l'impegno degli atleti, meno opportunità lavorative in una regione non spinge all'emigrazione. Da queste premesse, il loro consiglio ai politici: tassate i ricchi e date senza porre tante condizioni.
Se non sono i soldi a motivarci cosa svolge questo ruolo? Secondo i due: la ricerca di un riconoscimento, la voglia di dignità e di buone relazioni sociali. Un atleta, per esempio, vuole vincere, vuole essere il migliore, vuole essere ammirato. Lo stesso un top manager.
Ma c'è chi ha espresso riserve a questa tesi. Consideriamo prima la cosa da un punto di vista globale: se non installo l'allarme in casa mia il 99.9999% delle persone continuerà a non svaligiarmi, ma una persona potrebbe anche cambiare il suo comportamento in seguito alla mia scelta, e per me sarebbe la fine. Quindi, attenzione: la tesi per cui "la maggior parte delle persone non risponde agli incentivi finanziari" è compatibile con la tesi per cui "gli incentivi finanziari muovono il mondo".
Altra cosa: l'incentivo finanziario puo' non operare nel breve, ma essere decisivo nel lungo. Pensate alla musica "rubata" su internet. Preso atto che le sanzioni erano inapplicabili, tutti noi abbiamo arraffato a man bassa, eppure continuiamo a considerare orribile rubare un CD in negozio! Allo stesso modo i poveri incassano continuando a cercare lavoro, ma siamo sicuri che una volta preso atto di questa situazione persisteranno nel loro comportamento insensibile agli incentivi? Da noi ci sono intere regioni che sembrano aver fatto scelte più razionali. In Sierra Leone la corruzione riguarda l'85% dei cittadini, in Giappone l'1%. Senz'altro il disonore pesaa ma il Giappone si guarda bene dal togliere le sanzioni contro la corruzione. Come mai? Probabilmente il senso di dignità discende anche dalla presenza di sanzioni certe.
Altra cosa: se il comportamento dei ricchi non è sensibile a tasse più alte, la stessa cosa dovrebbe valere al contrario: perché limitare l'elusione o sanzionare l'evasione dei ricchi vista questa loro insensibilità a tasse e multe?
Altra cosa: se fosse vero che siamo motivati dal riconoscimento sociale, ovvero dal conformismo, allora l'incentivo finanziario sarebbe un buon riequilibratore, premierebbe cioè chi si stacca dai comportamenti socialmente approvati e innova. Una start-up non partirebbe mai per la paura del titolare di apparire "strano".

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NYTIMES.COM
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lunedì 28 ottobre 2019

GODERE DI BUONA STAMPA

GODERE DI BUONA STAMPA
Oggi Draghi lascia tra gli applausi, il suo intervento monetario nel corso della crisi ha salvato l'Europa. Tutti glielo riconoscono e tributano i dovuti onori.
Che strano, altrettanto credibilmente si potrebbe ritenere che abbia agito in ritardo mettendo a repentaglio le sorti dell'Europa.
C'è gente che gode di buona stampa a prescindere. Come fa? Sarà che è parliamo di una persona molto preparata, e la cosa genera pregiudizi. Oppure è la pettinatura.
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PERCHE' IL CILE E' IN RIVOLTA?

PERCHE' IL CILE E' IN RIVOLTA?
Non riesco a capire, probabilmente si tratta del classico "malcontento dei viziati".
Il Cile è il paese più ricco del continente sudamericano.
Non solo, il reddito è cresciuto dal 1990 a ritmi sostenuti e la diseguaglianza è costantemente calata. L'aspettativa di vita è cresciuta stabilmente e la stampa è forse ancora più libera che nei paesi occidentali. La storia del Cile dopo Pinochet è una storia di successi: ricchezza in aumento, diseguaglianze in diminuzione, miglioramenti nella salute e nelle libertà civili. La ricetta neoliberista ha funzionato bene.
Eppure...
Per i dati ho fatto riferimento a un tweet di Noah Smith.






USA-UE

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USA-UE
L'articolo dei due neo-Nobel è riassumibile così: in economia gli USA dovrebbero imitare la UE. Più tasse e più welfare (gli incentivi sono sopravvalutati).
Dubbio: ma l'UE è più povera degli USA. Ha un reddito medio pro-capite pari a quello del Mississippi (uno degli stati più poveri degli USA).
Perché?
La spiegazione degli incentivi gira a meraviglia ma la sinistra non vuole ricorrervi e le alternative che presenta non convincono molto.
NYTIMES.COM
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PUBBLICARE PUBBLICARE PUBBLICARE.

PUBBLICARE PUBBLICARE PUBBLICARE.
Un'enorme quantità di ricerca viene sfornata oggi dall'accademia. Impossibile non pubblicare se ambisci ad una cattedra. Sarebbe interessante sapere l'utilità effettiva di questo sforzo immane, l'impressione è che sia minuscola.
In questo articolo Michael Huemer stima la situazione nel suo campo, quello della filosofia. Seicento lavori scientifici (libri e articoli) vengono prodotti ogni settimana solo in lingua inglese, il che significa oltre 30.000 all'anno. Non male, anche perché la filosofia non è la sola materia che produce ricerca, ce ne sono almeno un'ottantina. In questo caos è impossibile restare aggiornati, nemmeno per un professionista. In più si tratta di lavori iper-specializzati che si concentrano su questioni irrilevanti per il 99% dell'utenza. Nell'articolo di Huemer si fanno esempi esilaranti. E se l'interesse non è abbastanza disincentivato dalla quantità e dai contenuti, ci pensa lo stile oscuro, un vero succedaneo del Benadryl. Conoscete qualche ricercatore accademico che soffra di insonnia? Io no, e adesso so perché. Gli autori accademici dimostrano rigo dopo rigo di non essere interessati alla leggibilità dei loro lavori, probabilmente perché sanno già in anticipo che nessuno si impegnerà in questa impresa.
Ma il ricercatore non desiste, in fondo gode di molti privilegi: grazie alle sue pubblicazioni riceverà una cattedra, godrà di un anno sabbatico da dedicare alla scrittura, riceverà borse di studio, finanziamenti, compensi, premi. Il prestigio accademico dipende poi al 100% dalla ricerca.
Ma per stimare il valore della ricerca occorre compararla con i possibili sforzi alternativi. Queste migliaia di accademici non potrebbero spendersi per una causa più meritevole? Non potrebbero per esempio fare della filantropia? Salvare delle vite umane? In fondo si tratta dei nostri migliori cervelli, i più produttivi in circolazione, sono intelligenti, coscienziosi e gran lavoratori. Non è il caso di farli uscire da quell'isolamento autistico in cui giocano unicamente a misurarsi con i loro pari?
Poi, occorre stimare il valore marginale della ricerca. Si sentiva davvero il bisogno di un lavoro in più da aggiungere alla caterva che già ci sommerge?
L'enfasi su costo opportunità e costo marginale serve per dire che nessuno intende mettere in dubbio il valore della ricerca in sé, spesso è intellettualmente molto rigorosa, ma questo di per sé è irrilevante. I libri non sono come gli altri beni: se produco un'auto in più avremo una persona in più che andrà in auto anziché a piedi. Ma se produco un libro in più? Nei libri non c'è rivalità nel consumo. Prova a stilare la lista dei tuoi 500 libri favoriti. Che probabilità esiste che una ricerca accademica prodotta oggi entri nella tua lista? Direi che è siamo vicini allo zero.
Poi c'è il fatto che gran parte di queste ricerche sono false, basterebbe notare come si contraddicono tra loro. Cio' significa che piuttosto che espandere la conoscenza, la inquinano diffondendo falsità. Anche la maggior parte dei lavori scientifici è tecnicamente falsa, non mi soffermo sui motivi ma rinvio al lavoro John Ioannidis linkato nell'articolo e più volte ripreso su questa bacheca.
Molti lavori non sono falsi ma è come se lo fossero poiché con la loro pedanteria contribuiscono ad occultare i lavori validi e interessanti. Ogni articolo mediocre rende più difficile imbattersi in articoli realmente stimolanti.
Considerazioni del genere fanno pensare che il valore della ricerca prodotta sia piuttosto piccolo. Ma perché siamo in questa situazione? Sì certo, perché i governi finanziano le università (se no perché mai tutta questa massa di persone talentuose dovrebbe dedicarsi a scrivere male una miriade di cose che nessuno leggerà?). Ma la principale ragione è un'altra: il prestigio. Un' università che fa ricerca ad alto livello, per esempio, moltiplica le iscrizioni (e gli incassi). Purtroppo, il prestigio è un bene "posizionale", che induce uno sforzo a somma zero. Detto altrimenti: spreca risorse. In questo caso, una marea di risorse.
FAKENOUS.NET
Here’s the background for the title question. An enormous amount of research is being done by academics (myself included), in all manner of fields. This research is valued by the prestigious …