mercoledì 24 maggio 2017

Dodici razionalità

How Do Economists Think About Rationality? Tyler Cowen
Si fa presto a dire “razionalità”, non ne esiste una sola. Ce ne sono almeno una dozzina :-)
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Esiste la razionalità strumentale. In quest’ottica è razionale chi usa adeguatamente i mezzi a disposizione per perseguire i suoi fini.
La razionalità strumentale postula come fine la massimizzazione della propria utilità, per questo qualcuno la chiama razionalità egoistica, anche se nella propria utilità puo' essere ricompresa anche l'utilità di terzi.
Se considerata a livello collettivo la razionalità strumentale diventa utilitarismo.
L'utilitarismo poi esiste in varie versioni a seconda dei postulati che completano la teoria.
C'è quello cardinale che postula utilità soggettive come misurabili e confrontabili.
Per esempio: poiché A apprezza un euro più di B, allora – qualora volessimo massimizzare l’utilità collettiva - B sarebbe tenuto a pagare un euro ad A.
Oppure: l'inquinamento si combatte più razionalmente con le tasse che con le regole, questo perché le regole implicano proibizione mentre le tasse, riflettendo il danno pubblico, autorizzano quei comportamenti che hanno più valore del danno procurato.
C' è poi l’utilitarismo ordinale, più modesto. Esempio: lo scambio migliora sempre la condizione delle parti che lo realizzano. In questo caso i comportamenti mi fanno capire quale risorse produce un’utilità superiore ma non mi fanno capire di guato sia superiore.
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C’è poi la cosiddetta razionalità transitiva.
In questo caso è razionale chi ha preferenze alle quali è possibile applicare la proprietà transitiva. In altri termini: la razionalità prevede preferenze stabili (o coerenti).
Esempio se oggi scelgo il gelato al cioccolato e domani alla vaniglia la mia scelta è irrazionale (almeno se i due gusti sono sempre disponibili e io conosco in anticipo il loro sapore).
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C’è poi la razionalità tautologica.
Per questa visione un individuo è sempre razionale, la variabile dipendente sono i fini.
Per esempio, chi postula questo genere di razionalità tende a rivalutare pratiche del passato che noi riteniamo barbare: per esempio la tortura, o il sacrificio umano, o la schiavitù. L'uomo non era irrazionale, semplicemente agiva nel modo più razionale a sua disposizione in un contesto differente. Si parla anche di razionalità descrittiva poiché le vicende umane vengono raccontate riconducendole ad un paradigma di comportamento razionale.
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Una parente stretta della razionalità tautologica è la razionalità postulata: la si postula a priori allorché non conosciamo la reale natura dei comportamenti osservati.
Per esempio, gli operatori di borsa sanno che non si puo' "battere il mercato" in modo sistematico. E' un dato di fatto ma c'è anche un supporto logico: se qualcuno conosce il modo di farlo le sue strategie verranno imitate cosicché cesseranno di funzionare. Questo stato di cose viene sintetizato dicendo che il mercato è efficiente (EMH: Efficient Market Hipotesys) ovvero razionale. Noi sappiamo che la cosa non è vera ma poiché non possiamo formulare una razionalità superiore accettiamo la cosa come vera
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C’è poi la razionalità bayesiana.
Qui un individuo è razionale se aggiorna le sue credenze ad ogni accadimento. In questo senso la razionalità è sempre soggettiva poiché comporta l'esistenza di un a-priori. Il primo atto della scelta razionale è l'intuizione. Ne abbiamo parlato in abbondanza.
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C’è poi la razionalità evolutiva (o dell’invidia).
Anziché postulare la massimizzazione della propria utilità (razionalità egoistica) mette al centro la propria posizione relativa. Si tratta di un caso particolare della razionalità egoistica ma che di solito viene tralasciato perché la riflessività del sistema complica di brutto i calcoli rendendo inservibili i modelli. la razionalità dell'invidia prevale nei modelli evoluzionistici (in presenza di poche femmine la possibilità di riprodursi del maschio dipende dalla potenza dei suoi mezzi rispetto a quella dei suoi concorrenti e non dalla sua potenza assoluta).
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C’è poi la razionalità di gruppo.
In questo caso un comportamento si presenta come  irrazionale se osservato in isolamento ma diventa razionale se ricondotto ad una logica di gruppo. Prendi l'altruismo, potrebbe essere giudicato  irrazionale se visto alla luce di una selezione naturale individuale ma diventa razionale se osservato in un ambiente dove opera la selezione naturale a livello di gruppo.
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C’è poi la razionalità traslata: un individuo è razionale ma solo per l'ambiente in cui si è formato il suo cervello.
La psicologia evoluzionista si occupa di registrare le discrasie tra contesti. Siamo di fronte ad una razionalità “convertita”.
Più che una razionalità è una teoria degli errori razionale.
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C’è poi la razionalità procedurale: un individuo è razionale se forma i suoi obiettivi in un certo modo e se poi li persegue adeguatamente dati i mezzi a disposizione.
Si noti la differenza con la razionalità strumentale, la quale si disinteressa completamente di come uno forma i suoi obbiettivi.
Per esempio: “la democrazia è un sistema razionale poiché aggrega in modo coerente le preferenze collettive”. Il razionalista strumentale non arriverebbe mai a dire tanto.
In questo senso anche l'adozione di certi valori puo' essere o meno razionale a seconda dei passi fatti per giungere ad adottarli.
Per esempio, se io non so nulla di un certo fenomeno e raccolgo la testimonianza di una persona mediamente credibile l'atteggiamento razionale è quello di credere (principio di credulità).
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C’è poi la razionalità espressiva: un individuo è razionale se si comporta in modo da realizzarsi in modo soddisfacente (rational irrational). In questo senso è razionale anche chi si ritaglia dei momenti di palese irrazionalità.
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C’è poi la razionalità limitata: un individuo è razionale quando arresta i suoi calcoli con l'obbiettivo di perseguire un bene sufficiente. Illuminante il caso dello scacchista: quando smettere di pensare e passare alla mossa? Chi crede che esista una risposta a questo problema postula l'esistenza di una razionalità limitata. Herbert Simon è l’autore che più ha studiato la razionalità limitata cercando di sostituire l’ “ottimizzazione” con la “soddisfazione”.
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C’è poi la razionalità normativa: la soluzione razionale diventa cruciale poiché chi non la persegue è colpevole.
In questo senso l'irrazionalità è considerata immorale. E' la razionalità degli utilitaristi, la razionalità come modello ideale: se non la eserciti sei colpevole poiché le tue facoltà te lo consentirebbero.
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C’è poi la razionalità pragmatica: gli assunti sulla razionalità dell'individuo non sono credibili ma producono i modelli più affidabili.
Per esempio, Milton Friedman riteneva che considerare i giocatori di biliardo dei geometri consentiva di fare previsioni accurate circa le strategie che adotteranno in partita. In poche parole: quel che conta sono le predizioni e non la veridicità delle ipotesi fatte.

Ragazzini in difficoltà in una scuola sempre più femminilizzata

La nostra società si sta trasformando in qualcosa di inospitale per i maschietti, la cosa diventa ancora più palese se guardiamo al sistema scolastico sempre meno tollerante verso il rischio, la competitività, il contatto fisico, gli scherzi e l’aggressività virile tipica dei bambini. Della cosa si occupa Christina Hoff Sommers nel suo The War Against Boys: How Misguided Policies are Harming Our Young Men.
La faccio breve: un tempo si riteneva che bambini e bambine necessitassero di stili educativi differenti per dare il massimo, cosicché le classi erano divise per sesso. La cosa sembrava naturale e a dirla tutta l’idea di fondo era tutt’altro che peregrina, senonché, in epoca recente, nel soppesare i pro e i contro, si è preferito andare verso la classe mista. Purtroppo, la classe era mista nella composizione ma non era affatto “mista” nella didattica: lo stile educativo “femminile” si è imposto facendo nascere una serie di problemi nei maschietti.
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A New York c’è una scuola stranissima: l’ Aviation High School in Queens. Cos’ha di particolare? Scatena l’entusiasmo dei maschietti e innalza il loro profitto.
… This is an institution that is working miracles with students. Schools everywhere struggle to keep teenagers engaged. At Aviation, they are enthralled. On a recent visit to Aviation, I observed a classroom of fourteen- and fifteen-year-olds intently focused on constructing miniaturized, electrically wired airplane wings from mostly raw materials. In another class, the students worked in teams—with a student foreman and crew chief—to take apart a small jet engine and then put it back together in just twenty days… The school’s two thousand pupils—mostly Hispanic, African American, and Asian from homes below the poverty line—have a 95 percent attendance rate and an 88 percent graduation rate, with 80 percent attending college… Aviation High lives up to its motto: “Where Dreams Take Flight.” So what is the secret of its success? “The school is all about structure,” Assistant Principal Ralph Santiago told me… anyone who spends a little time at the school sees its success is not about zero-tolerance and strict sanctions. The students are kept so busy and are so fascinated with what they are doing that they have neither the time nor the desire for antics… Despite its seventy-five-year history of success, and despite possessing what seems to be a winning formula for educating at-risk kids, it suffers from what many education leaders consider to be a fatal flaw: the school is 85 percent male… Principal Deno Charalambous, Assistant Principal Ralph Santiago, and other administrators have made efforts to reach out to all prospective students, male and female, but it is mostly boys who respond…
Per questo è presa di mira da certe associazioni: non si pone in modo altrettanto attraente per le ragazze. Una cosa è certa: per farlo dovrebbe snaturarsi rinunciando ad essere quello che oggi è.
D’alto canto, altrove, esiste il problema opposto:
… At the same time, it is girls who are the overwhelming majority at two other New York City vocational schools: the High School of Fashion Industries and the Clara Barton High School (for health professions) are 92 percent and 77 percent female, respectively…
Il fatto è che sia il “problema” dell’Aviation sia quello opposto è relativamente da poco che sono diventati “problemi”. Prima non erano nulla.
Quarant’anni di lotte ma i “problemi sono ancora” tutti lì (nonostante la neutralizzazione delle desinenze):
… Despite forty years of feminist consciousness-raising and gender-neutral pronouns, boys still outnumber girls in aviation and automotive schools, and girls still outnumber boys in fashion and nursing. The commonsense explanation is that sexes differ in their interests and propensities. But activists in groups such as the American Association of University Women and the National Women’s Law Center beg to differ…
Montare e smontare motori d’aereo all’ Aviation agli ordini di un sergente di ferro non sembra il massimo per la bimbetta media newyorkese, e questo per molti è legato al sessismo delle scuole professionali:
… Marcia Greenberger, along with two activist lawyers, wrote a letter… “The vocational programs offered at these schools correspond with outmoded and impermissible stereotypes on the basis of sex.” The letter noted that “even the names assigned to vocational high schools send strong signals to students that they are appropriate only for one sex or the other.”…
Come si applica l’uguaglianza di opportunità nelle scuole? Alcuni guardano alle possibilità aperte, altri alla partecipazione effettiva. E’ chiaro che i secondi hanno un problema con l’Aviation:
…  The educators at Aviation define equity as “equality of opportunity”—girls are just as welcome as boys. They were frankly baffled by the letters and threats and seemed to think it was just a misunderstanding. But the activists at the National Women’s Law Center, as well as the authors of the Blue School, Pink School report, believe that true equity means equality of participation…
Per molto tempo il femminismo ha insistito su una frode: il sistema scolastico penalizzava le femminucce
… Mary Pipher’s bleak tidings in her bestselling book, Reviving Ophelia: Saving the Selves of Adolescent Girls. According to Pipher, “Something dramatic happens to girls in early adolescence. . . . They crash and burn.”…
Fu condotta una ricerca imponente per supportare un vasto programma di “femminilizzazione” delle scuole e toh, sorpresa: il problema era quello inverso, erano i ragazzini ad arrancare.
Le femminucce sono più attive, più ambiziose, più vogliose di partecipare, più inclini ad andare all’università, più resistenti nel terminare gli studi… senza dire che leggono e scrivono meglio…
Fu uno shock per il mondo femminista che non riusciva a capire: ma i maschietti non hanno punteggi più elevati nei test? Eppure la risposta non era difficile:
… Fewer males than females take the SAT (46 percent of the test takers are male) and far more of the female test takers come from the “at risk” category—girls from lower-income homes or with parents who never graduated from high school or never attended college… There is another factor that skews test results. Nancy Cole, former president of the Educational Testing Service, calls it the “spread” phenomenon. Scores on almost any intelligence or achievement test are more widely distributed for boys than for girls—boys include more prodigies and more students of marginal ability. Or, as the late political scientist James Q. Wilson once put it, “There are more male geniuses and more male idiots.” The boys of marginal ability tend not to take the SAT…
Il “vasto programma” dovette essere abbandonato tra i rimpianti. Purtroppo, per i problemi veri emersi a sorpresa – la disaffezione dei maschietti verso la scuola - non c’era nessun programma e nessuno ne sentiva l’esigenza:
… But what is hard to understand is why the math and science gap launched a massive movement on behalf of girls, and yet a much larger gap in reading, writing, and school engagement created no comparable effort for boys…
Ma che fine fanno i nostri figli maschi? Nelle scuole una brutta fine. Sono le ragazze a comandare.
… College admissions officers were baffled, concerned, and finally panicked over the dearth of male applicants. A new phrase entered the admissions office lexicon: “the tipping point”—the point at which the ratio of women to men reaches 60/40. According to insider lore, if male enrollment falls to 40 percent or below, females begin to flee. Officials at schools at or near the tipping point (American University, Boston University, Brandeis University, New York University, the University of Georgia, and the University of North Carolina, to name only a few) feared their campuses were becoming like retirement villages, with a surfeit of women competing for a tiny handful of surviving men… In the professional schools, once dominated by men, women were earning 57 percent of degrees in law, 62 percent in dentistry, 73 percent in optometry, 77 percent in pharmacy, and 82 percent in veterinary medicine…
Eppure, chi lancia l’allarme è visto come il paladino della reazione. Si ammette che le ragazze hanno migliorato la loro condizione e si teme che “il sistema reagisca” emarginandole di nuovo. La nuova moda è oscurare i successi e concentrarsi su numeri assoluti e lavoro:
… “More men are earning college degrees today in the United States than at any time in history.” Men have not fallen behind; it is simply that females “have made more rapid gains.”… “Perhaps the most compelling evidence against the existence of a boys’ crisis is that men continue to outearn women in the workplace.”
Senonché:
… It is true that in absolute terms more boys were graduating from high school and going to college in 2005 than in the previous forty years. But that is because the population of college-age males was much larger in 2005 than in the previous forty years…
Un altra strategia è quella di spostare il fuoco dal genere alla razza:
… As one AAUW author told the Washington Post, “If there is a crisis, it is with African American and Hispanic students and low-income students, girls and boys.”51 But here the AAUW obscures the fact that the gender gap favors girls across all ethnic, racial, and social lines. Young black women are twice as likely to go to college as black men…
Ma l’argomento non gira:
… The facts are incontrovertible: young women from poor neighborhoods in Boston, Los Angeles, or Washington, DC, do much better than the young men from those same neighborhoods… Kleinfeld found that 34 percent of Hispanic males with college-educated parents scored “below basic,” compared to 19 percent of Hispanic females…
Quello che inquieta la militante femminista è osservare i vertici della società: il maschio predomina tutt’ora:
… When they look at society as a whole, they see males winning all the prizes. Men still prevail in the highest echelons of power. Look at the number of male CEOs, full professors, political leaders. Or consider the wage gap…
Eppure, l’effetto “spread” spiega questa situazione e la rende compatibile con il declino del maschio…
… There are far more men than women at the extremes of success and failure. And failure is more common… More than one million Americans are classified by the Department of Labor as “discouraged workers.” These are workers who have stopped looking for jobs because they feel they have no prospects or lack the requisite skills and education. Nearly 60 percent are men—636,000 men and 433,000 women. Consider also that that more than 1.5 million (1,500,278) men are in prison. For women the figure is 113,462…
L’altra classica lamentela femminista è il wage gap. Ma anche qui gli elementi concreti a supporto sono pochi.
… The 23-cent gender pay gap is simply the difference between the average earnings of all men and women working full-time…  When mainstream economists consider the wage gap, they find that pay disparities are almost entirely the result of women’s different life preferences—what men and women choose to study in school, where they work, and how they balance their home and career… In addition to differences in education and training, the review found that women are more likely than men to leave the workforce to take care of children or older parents… esempio… “Female doctors are more likely to be pediatricians than higher-paid cardiologists. They are more likely to work part time. And even those working full time put in seven percent fewer hours a week than men. They are also much more likely to take extended leaves…And as economists frequently remind us, if it were really true that an employer could get away with paying Jill less than Jack for the same work, clever entrepreneurs would fire all their male employees, replace them with females, and enjoy a huge market advantage…
Poiché simili verità appaiono ormai lampanti non resta che arroccarsi nell’ultima casamatta: lo stereotipo di genere. Le donne scelgono quel che scelgono non guidate dalle loro reali preferenze ma perché sono eterodirette da una cultura maschilista.
Qui si puo’ discutere all’infinito ma andremmo fuori tema. Torniamo a bomba: perché le nostre scuole si sono “femminilizzate” cessando di essere un posto per bambini?
La “pistola fumante” sul punto sembra il differenziale riscontrato tra test e profitto scolastico:
… Boys score slightly better than girls on national math and science tests—yet their grades in those subjects are lower. They perform worse than girls on literacy tests—but their classroom grades are even lower than these test scores predict…
A quanto pare, nella valutazione dell’allievo, gli insegnanti “fattorizzano” la disciplina, un elemento che avvantaggia le bambine:
… Teachers as early as kindergarten factor good behavior into grades—and girls, as a rule, comport themselves far better and are more amenable to classroom routines than boys… “We trace the misalignment of grades and test scores to differences between boys and girls in their non-cognitive development.” Non-cognitive skills include self-control, attentiveness, organization, and the ability to sit still for long periods of time. As most parents know, girls tend to develop these skills earlier… At all stages studied, teachers’ assessments strongly favored the girls. Girls reap large academic benefits from good behavior… The researchers found that boys who possess social skills more commonly found in girls—those who are well-organized, well-behaved, and can sit still—are graded as well or better than girls. But such boys are rare
La conclusione di molti: se i maschietti tendono ad annoiarsi di più a far più casino tanto peggio per loro.
Vero, ma forse, con una scuola differente le cose andrebbero in modo diverson. E qui torniamo al tanto odiato Aviation High School.
… If little boys are restive and unfocused, why not look for ways to help them improve? When we realized that girls, as a group, were languishing behind boys in math and science, we mounted a concerted national effort to give female students more support and encouragement, an effort that has met with significant success…
Così come dobbiamo ammettere che nella società uomini e donne hanno preferenze diverse e carriere diverse, allo stesso modo dobbiamo ammettere che a scuola bambini e bambine hanno esigenze differenti e spesso inconciliabili. Le soluzioni a questa diversità ci sarebbero se solo si volesse porsi il problema della “scuola femminilizzata”.

Perché l'economia vince?

Nei dibattiti è sempre l’”economista” che la spunta, almeno presso il pubblico più istruito (metto il termine economista tra virgolette perché lo intendo in un’accezione lata: “economista” è chi ragiona da economista).
L’economista vince il dibattito perché chi è indeciso si lascia impressionare molto dal fatto che una certa opzione “convenga” a tutti. Nell’incertezza si opta per la felicità.
Difficile che rinunciamo a realizzare qualcosa che conviene a tutti perché “è giusto” fare altrimenti. Solo chi ha convinzioni ferree è disposto a simili sacrifici.
Nel suo saggio “Should Medicine be a Commodity?” David Friedman dedica un’ampia introduzione ad analizzare la forza dell’argomento economico e alle obiezioni più frequenti che a quell’impostazione vengono mosse.
Alla domanda “che fare?” l’uomo privilegia la via più giusta mentre l’economia privilegia la via più efficiente. Non c’è coincidenza tra giustizia ed efficienza, eppure ci sono alcune versioni della giustizia che assomigliano molto all’efficienza, per esempio, Friedman ama i diritti naturali:
… The position in moral philosophy that I find least unsatisfactory is that there exist natural rights, that they can be described in terms of entitlements, and that to be entitled… The rules of original entitlement and transfer that I find plausible correspond fairly closely to the laws of a pure free market society… the "coincidence" reflects some underlying connection between natural rights and utilitarian arguments…
Nella storia, una moralità fondata sui diritti naturali si è sposata quasi sempre con il libero mercato. Il perché è abbastanza semplice: secondo la dottrina Paolo è proprietario del proprio corpo e del frutto del proprio lavoro, ma la proprietà è proprio la base del libero mercato.
Il libero mercato, d’altro canto, è un’ istituzione che per la sua efficienza sta al centro dei pensieri dell’economista. Le alternative al libero mercato sono la famiglia (economia del dono) e la politica (mercato della politica).
L’economista approssima il “giusto” con l’”efficiente”. Ma cos’è l’efficienza?
Una condizione efficiente non comporta sprechi.
[Papa Francesco dovrebbe essere contento: se non vuole sprechi si affidi al pensiero economicista, che ha la sua stessa ossessione :-). Ma naturalmente Papa Francesco, da buon gesuita, non utilizza un linguaggio trasparente, e quando dice “spreco” non intende affatto spreco. Per lui “evitare gli sprechi” è un altro modo per dire che “occorre un trasferimento forzato di risorse dal ricco al povero”. Siccome nel XXI secolo una simile espressione trasparente suona male adotta un linguaggio oscuro per essere retoricamente più efficace].
Ma cos’è l’efficienza? Ne esistono di due tipi che prendono il nome dagli studiosi che le hanno definite per primi.
Efficienza paretiana (da Pareto): una situazione è inefficiente se cambiandola opportunamente possiamo migliorare la condizione di qualcuno senza peggiorare quella degli altri.
Efficienza marshalliana (da Marshall): una situazione è inefficiente se cambiandola opportunamente possiamo fare in modo che qualcuno guadagni una certa quantità di euro superiore a quella che ci rimette chi perde.
… economic efficiency, due to Pareto, is that a Pareto-improvement is a change that benefits someone and injures no one and a situation is efficient if it cannot be Pareto-improved… I therefore prefer to use a slightly different approach, due to Marshall. I define an improvement as a change such that the total benefit to the gainers, measured by the sum of the numbers of dollars each would, if necessary, pay for the benefit, is larger than the total loss to the losers, similarly measured…
In realtà i due concetti sono equivalenti: se consento un “aggiustamento marshalliano” e poi trasferisco parte del guadagno da chi guadagna a chi perde ho sempre anche un “aggiustamento paretiano”:
… Suppose there were a situation that was Pareto efficient (could not be Pareto improved) but not Marshall efficient. There would then be a possible Marshall improvement--a change that would benefit the gainers by more, measured in dollars, than it would injure the losers. A bureaucrat god could make that change and simultaneously transfer from gainers to losers a sum larger than the losses and less than the gains, taxing each gainer…
Diciamo che l’efficienza marshalliana è un concetto che si fa preferire perché più “onesto”:
… pareto’s approach… is a way of making interpersonal utility comparisons while pretending not to; Marshall's approach makes the same comparisons but is honest…
L’assunto delle utilità confrontabili è decisamente problematico ma si puo’ difendere:
… What justification can there be for making interpersonal utility comparisons in a way that, by comparing gains and losses as measured in dollars, implicitly assumes that the utility of a dollar is the same to everyone? Marshall's answer was that for most economic questions it does not much matter how you weight utilities. Most issues involve large and diverse groups of gainers and losers…
Un vantaggio dell’approccio economicista è il fatto di poter ricorrere alle “preferenze rivelate”:
… Utility measured in dollars is observable, since we can observe how much people are willing to pay to achieve their objectives; utility measured in utiles is not…
Abbiamo visto che giustizia ed efficienza sono concetti divergenti, ma neanche efficienza e utilità coincidono sebbene l’utilitarismo sia la filosofia morale più vicina all’economicismo:
… "O1 is more efficient that O2" means "going from O2 to O1 is a Marshall improvement" means "utility is (probably) higher in O1 than in O2."…
Il moralista/economista vince i dibattiti perché anche se l’efficienza non coincide né con la giustizia né con l’utilità, resta comunque una buona approssimazione di entrambe. e poi…
… more is known about economics than about moral philosophy, so we are more likely to reach true conclusions and be able to convince others of them through the former than through the latter… If I am right, then political disagreement is fundamentally a disagreement about the economic question…
Se l’economia comanda allora comanda il libero mercato. ma affinché sia così è necessario che siano rispettati alcuni assunti:
  1. Conoscenza perfetta.
  2. Proprietà privata.
  3. Nessun costo di transazione.
  4. Concorrenza perfetta.
  5. Inesistenza di beni pubblici.
L’economista Ronald Coase ci ha spiegato che l’assunto 3) si mangia gli assunti 4) e 5). Per cui alla fine gli assunti per un mercato efficiente sono 1), 2) e 3).
Quando manca uno dei tre assunti il mercato fallisce. Un mercato che fallisce dovrebbe essere integrato dalla politica (leggi) o dalla famiglia (doni). Senonché non esiste alcuna teoria in grado di garantire che questa integrazione venga fatta.
Al contrario, esistono teorie (public choice) che prevedono il fallimento della politica in questa missione.
Esiste poi l’evidenza sotto forma di una mole di studi notevole sulle distorsioni della regolamentazione politica.
Bisogna anche dire che alcune teorie libertarie (austriache) prevedono l’emersione spontanea di taluni istituti che mettono una toppa al fallimento dei mercato, e questo anche se un soggetto egoista avrebbe convenienza a violarle.
… there is no adequate theory of government behavior that implies that government would choose to do the right… although we do not have an economic theory of the political process as well worked out and broadly accepted as the theory of private markets, we do have enough of such a theory to have some idea of where and why the political market is likely to produce less efficient outcomes than the private market… there exists a large and growing body of empirical studies of the effects of government regulation…
L’economista postula anche la razionalità degli attori, un altro elemento che desta perplessità: chi non ha sentito in TV qualche eminente filosofo (i filosofi sono molto invidiosi del successo degli economisti) scagliarsi contro il cosiddetto “homo economicus”?
Ma la razionalità postulata dall’economista non implica che ci si metta a tavolino a fare i calcoli prima di prendere una decisione. magari la razionalità conviene e la selezione naturale ha provveduto a levare di mezzo i più irrazionali tra noi:
… To take a trivial example, most of our objectives require that we eat occasionally, so as not to die of hunger (exception--if my objective is to be fertilizer). Whether or not people have deduced this fact by logical analysis, those who do not choose to eat are not around to have their behavior analyzed by economists. More generally, evolution may produce people (and other animals) who act rationally…
Oppure, a furia di batterci la testa uno impara:
… The same result may be produced by a process of trial and error. If you walk to work every day you may by experiment find the shortest route, even if you do not know enough geometry to calculate it…
Bisogna anche dire che “essere egoisti” non equivale ad “essere innamorati dei soldi”:
… the idea that economists assume that "all anyone is interested in is money." Put in that way the assertion is wrong; economists usually assume that people desire money only as a means to other objectives. What is true is that although economics can, in principle, take account of the full richness of human objectives, it is necessary for many practical purposes to assume away all save the most obvious--the consumption of goods, leisure, security, and the like…
Visto in questi termini il postulato non è così inaccettabile.
Ma c’è di più: per scacciare una teoria occorre un’altra teoria e noi non abbiamo una buona teoria dell’irrazionalità:
… Suppose we know someone's objective, and also know that half the time he correctly figures out how to achieve it and half the time he acts at random. Since there is usually only one right way of doing things (or perhaps a few) but very many wrong ways, the rational behavior can be predicted but the irrational behavior cannot. If we predict his behavior on the assumption that he is always rational we will be right half the time; if we assume he is irrational we will almost never be right… We are better off assuming he is rational… it takes a theory to beat a theory; until some better alternative is found, rationality is the best we have…
C’è chi propone di sostituire il “buon senso” all’ homo economicus:
… but when it comes to analyzing a market--a complicated interacting system--" common sense" turns out in practice to mean a poorly thought out, inconsistent, and untested theory…
Torniamo ora alla classica obiezione già vista nel definire l’efficienza marshalliana: l’assunto per cui il denaro ha lo stesso valore per ricchi e poveri è troppo forte per essere credibile, meglio assumere che il denaro valga meno per un riccone:
… A second set of objections to the market and the economic approach is based on the claim that neither gives proper consideration to the implications of income inequality… the market--and the criterion of efficiency according to which its outcome is often judged--measures individual values in dollars, not in intensity of feeling… This is equivalent to doing an interpersonal utility comparison on the assumption that the marginal utility of a dollar is the same for everyone…
Qui si puo’ far rilevare che:
… Most of the decisions an economist is interested in affect large and heterogeneous groups of people… differences among individuals can be expected to average out when we consider the effect on the whole group…
L’utilità decrescente del denaro è il classico argomento utilitarista in favore della redistribuzione di risorse tra ricchi e poveri. Ma…
… The standard argument for redistribution begins with the claim that, for a given individual, the marginal utility of income declines as income increases. This seems plausible in terms of introspection… The next step is to claim that, absent information about differences in individual utility functions, we must treat each individual utility function as a random draw from the same population, so declining marginal utility of income applies not only to the same individual with different incomes but (on average) to different individuals… It is quite implausible if differing income is the result of differing effort. An individual who greatly values the things that money buys will be more willing than others to give up other goods, such as leisure, in order to get income, so he will, on average, end up with a higher income…
Insomma, l’argomento implica che Paperino debba versare al suo zione una somma mensile: chi più di Paperon de’ paperoni ama infatti il denaro!
Inoltre, resta fermo quanto dicevamo prima: quand’anche si allentasse questo assunto problematico e si decidesse per una redistribuzione dai ricchi ai poveri, chi dovrebbe realizzarla? La politica? La filantropia? Non esistono teorie che garantiscano il buon esito né nel primo caso né nel secondo. Anzi, nel caso della politica esistono teorie che garantiscono il contrario con tanto di evidenze empiriche a supporto (basta vedere da noi: trasferimenti a favore di tutti tranne che ai più poveri).
Conclusione: l’economia sembra comandare il dibattito, gli incerti di solito optano per la soluzione più conveniente 8anche se non coincide esattamente con quella più giusta) e l’economia, con la sua impostazione, sembra essere in grado di fornirla, almeno a parole. Tutto questo anche se, approfondendo, notiamo che molti suoi assunti sono problematici. Tuttavia, alle critiche è possibile comunque dare una risposta che acquista senso soprattutto per la mancanza di alternative altrettanto valide.

Un avamposto del progresso

E’ un esemplare racconto di Joseph Conrad. Merita una lettura. Dentro ci puoi trovare:
  • Cose rotte che si accumulano misteriosamente attorni a uomini trasandati.
  • Veglie funebri su cui aleggia un fastidioso “te l’avevo detto”.
  • Individui insignificanti trascinati a mete ragguardevoli grazie al solo fatto di stare acquattati dentro una moltitudine incivilita.
  • Nervi civilizzati messi a dura prova dall’esposizione all’insolito che sprigiona il “selvatico”.
  • Il rimpianto per i pensieri senza sforzo di un impiegato governativo.
  • Il rimpianto per il veleno lieve del pettegolezzo malevolo che serpeggia sempre nella vita d’ufficio.
  • Amicizie cameratesche, ovvero uomini che finiscono per volersi bene accumunati dalla loro stupidità e dalla loro pigrizia. Insieme non fanno niente se non godersi la sensazione di scioperataggine per cui vengono pagati.
  • Occhi allarmati sempre in movimento.
  • Foreste immense che celano fatali complicazioni incomprensibili all’uomo bianco.
  • Un fulgido esempio di “integrazione” tra razze diverse:… alle volte Gobila veniva a visitarli. Gobila era il capo dei villaggi vicini. Era un selvaggio dalla testa grigia, magro e nero, con un panno bianco attorno ai lombi e una pelle rognosa di pantera che gli pendeva sulla schiena. Arrivava con lunghe falcate delle sue gambe da scheletro, dondolando un bastone alto quanto lui e, entrando nella stanza comune della stazione commerciale, si accoccolava sui talloni a sinistra della porta. Restava lì seduto, guardando Kayerts, e di quando in quando faceva un discorso che l’altro non comprendeva. Kayerts, senza interrompere la propria occupazione, di tanto in tanto diceva in maniera amichevole: «Come vanno le cose, vecchio idolo?» e si sorridevano l’un l’altro. I due bianchi provavano simpatia per quella creatura vecchia e incomprensibile, e lo chiamavano Papà Gobila. I modi di Gobila erano paterni, e sembrava veramente volere bene a tutti gli uomini bianchi. Gli apparivano tutti molto giovani, tutti uguali senza distinzioni (eccetto per la statura), e sapeva che erano tutti fratelli, e pure immortali. La morte dell’artista, che era il primo uomo bianco che aveva conosciuto da vicino, non aveva incrinato questa fede, perché era fermamente convinto che lo straniero bianco avesse fatto finta di morire e si fosse fatto seppellire per qualche sua misteriosa ragione, sulla quale era inutile indagare. Forse era la sua maniera di tornare a casa al suo paese? In ogni modo, questi erano i suoi fratelli, e lui aveva trasferito il suo affetto assurdo su di loro. E quelli in un certo senso lo ricambiavano. Carlier gli dava pacche sulle spalle, e accendeva fiammiferi sconsideratamente per farlo divertire. Kayerts era sempre disponibile a fargli annusare la bottiglia di ammoniaca. Insomma, si comportavano esattamente come quell’altro bianco che si era nascosto in un buco nel terreno. Gobila li studiava attentamente. Forse quei due e l’altro erano un essere solo – o forse uno dei due lo era. Non riusciva a decidere – a chiarire quel mistero; ma rimaneva sempre molto amichevole…Gesticolava alquanto, e si interrompeva del tutto inaspettatamente. C’era qualcosa nel tono di lui, nel suono delle lunghe frasi che usava, che faceva trasalire i due bianchi. Era come una reminiscenza di qualcosa di non esattamente familiare, e che tuttavia rassomigliava alla parola degli uomini civilizzati. Suonava come uno di quei linguaggi impossibili che a volte si ascoltano in sogno…
  • Immigrati infelici che rimpiangono i festosi incantesimi, le stregonerie, i sacrifici umani della loro terra.
  • Guerrieri ridotti a manovali: se fossero stati di un’altra tribù qualsiasi si sarebbero risolti a morire… e invece persistevano stupidamente a vivere nella malattia e nell’afflizione. Lavoravano molto poco, pigramente, e avevano perso la loro splendida prestanza fisica.
  • Il lavoro dei selvaggi: tagliare l’erba, costruire una staccionata, abbattere alberi, eccetera, eccetera, cose che nessuna forza al mondo poteva indurli ad eseguire con efficienza…
  • La caccia all’ippopotamo: gli spari nel fiume ma se poi non hai la barca per recuperarlo quello affonda e ti saluto.
  • Accessi di rabbia in cui urli a pieni polmoni la necessità di sterminare tutti i negri per poter rendere il paese abitabile.
  • Compagni di cella che colo tempo, giorno dopo giorno, si fanno rauchi, sarcastici e inclini a dire cose spiacevoli chiamando tutto cio’ “essere franco con te”.
  • Gente che vive per mesi di riso bollito senza sale: bisogna aver vissuto di una dieta simile per scoprire che orribile problema possa diventare la necessità di inghiottire il proprio cibo.
  • La paura, ma la paura vera: la mattina non avresti potuto percorrere un metro senza gemere dal dolore. E adesso stai correndo…

Comunione e Liberazione di fronte alla violenza terroristica

CL E IL NODO DELLA VIOLENZA - Cattolici e violenza politica: L'altro album di famiglia del terrorismo italiano by Guido Panvini
Nel 1964 Don Giussani aveva già lasciato la direzione di Gioventù Studentesca, il movimento da lui fondato e visto con un certo sospetto dalle alte gerarchie...
... Gs fu vista con sospetto dalle gerarchie ecclesiastiche che, temendone l’eccessiva indipendenza, imposero al movimento d’integrare le proprie attività in quelle dell’Azione cattolica e della Fuci...
Giussani fu invitato dal vescovo di Milano Giovanni Colombo a trasferirsi negli Stati Uniti.
Ma cosa caratterizzava il movimento di Giussani alla vigilia del 1968?...
... Giussani, con la sua particolare formazione, aveva impresso a Gs un’identità specifica che attingeva a diversi filoni culturali cristiani, dal modernismo al personalismo, dall’esistenzialismo ad alcuni elementi della tradizione ortodossa e protestante... Si trattava di una rottura con la rigida impostazione dell’Azione cattolica degli anni cinquanta, subordinata alle logiche di un intransigente anticomunismo. Giussani puntava, invece, a ridare centralità alla dimensione religiosa e alle esperienze di fede in un contesto giovanile avvertito come sempre più distante dagli insegnamenti della Chiesa 172. Gioventù studentesca si proponeva, così, di formare una nuova generazione di cristiani, in grado di misurarsi con la modernità (Gs, a differenza delle altre strutture dell’Ac, non conosceva la distinzione tra rami maschili e femminili)...
In GS coesistevano idee e anime diverse...
... La critica all’antifascismo, l’attenzione ai problemi della nascente Unione europea, l’anticomunismo inteso come battaglia culturale, la fedeltà alla Chiesa caratterizzarono le prime riflessioni di Gs, in cui coesistevano idee diverse sulla politica, sulla religione e sul mondo dell’educazione...
Il movimento aprì delle comunità in  Brasile...
... Nel progetto di Giussani, la partecipazione alle missioni aveva un ruolo pedagogico fondamentale. I giovani, infatti, avrebbero avuto l’occasione di sperimentare l’«integralità» della «vita cristiana» in tutte le «sue dimensioni e in tutta la sua intensità»...
Tuttavia, GS restava lontano dalla tentazione marxista in cui caddero molte comunità cattoliche di base...
... Sebbene parte di un più generale moto di riflessione critica sul cristianesimo, Gioventù studentesca prese gradualmente le distanze dalle tendenze democratizzanti ed egualitarie provenienti dal dissenso cattolico, proponendo il modello di una comunità fortemente coesa e gerarchica, in nome della difesa della tradizione e dell’autorità della Chiesa...
GS comincia a distinguersi fin dal dibattito sul caso della Zanzara...
... Il dibattito era nato dopo le polemiche suscitate dalle posizioni assunte da Gs in occasione dello scandalo della «Zanzara», il giornalino del liceo Parini di Milano che, com’è noto, fu denunciato per oltraggio al pudore dopo la pubblicazione, nel 1966, di un’inchiesta sul comportamento sessuale degli studenti. Contrariamente a gran parte del mondo studentesco, schieratosi in difesa dei giovani del liceo, Gs prese le distanze dalla «Zanzara»...
C'erano in GS molti elementi che destavano sospetto nella sinistra studentesca di allora...
... A suscitare impressione era l’intransigenza dei giessini nella vita studentesca, la dimensione accentratrice e autoritaria del loro movimento, l’influenza sull’intera organizzazione di Giussani, considerato come un leader carismatico... In effetti, l’insegnamento di Giussani prefigurava un impegno totalizzante, fondato sulla centralità e sull’esclusività della comunità cristiana...
Il ritorno dal Brasile di alcuni elementi radicalizzò parte del movimento...
... il confronto con i missionari e i giovani di ritorno dalle comunità in America Latina radicalizzò le posizioni di alcune sezioni di Gs... le posizioni del cattolicesimo del dissenso fecero breccia in Gs...
La sezione di Parma sbanda...
... Appare significativa, a questo proposito, l’evoluzione del foglio «Il Ponte», una circolare interna al movimento di Parma. Dall’analisi dei problemi studenteschi si arrivò presto all’esigenza di un dialogo con i marxisti...
Gs e la guerra in Vietnam...
... La guerra in Vietnam, infatti, spinse Gs ad abbracciare la linea pacifista, sostenendo l’azione diplomatica della Santa Sede. Quando s’intensificò l’impegno militare degli Stati Uniti e iniziarono i bombardamenti contro le popolazioni civili, tuttavia, affiorarono in Gioventù studentesca, come nelle altre realtà giovanili cattoliche, dubbi sulla capacità dei metodi di lotta non violenti...
Claudio Mutti prende la parola a Parma...
... Sebbene la tematica resistenziale fosse centrale e l’antifascismo un tratto saliente dell’identità dei Protagonisti, sull’omonima rivista erano ospitati interventi di segno opposto. Come nel caso di Claudio Mutti, intellettuale di estrema destra, militante in Giovane Europa... Fu Claudio Mutti a mettere in discussione il pacifismo allora predominante nei Protagonisti...
Fanno capolino posizioni antiamericane e "contro la borghesia opulenta", spesso preludio alla svolta violenta...
... In breve tempo, infatti, si moltiplicarono gli interventi in sostegno dei vietcong e di condanna del ruolo della Nato 189. Di qui, la critica nei confronti della società dei consumi, vista come una delle forme di dominio degli Stati Uniti, e l’esigenza di dar vita a un’autentica rivoluzione, che fosse in grado di riscrivere i rapporti di potere nel paese...
Emergeva, così, il tema della «violenza dei poveri»
Don Pino...
... Scriveva a questo proposito don Pino, un prete vicino a Gs: «Sono cristiano e qualche volta, forse per sete di giustizia, mi sorprendo a fantasticare di correre a raccogliere il mitra di Guevara, per non sentirmi un verme o un vigliacco»... Continuava don Pino: «si può ammazzare un uomo tramite la legalità, con la stessa facilità con cui lo si può ammazzare con un fucile […]. In casi simili nessuno può onestamente dire che si tratti di situazioni di pace, di ordine, di legittimità».. .. Accettare passivamente l’ingiustizia, ce ne fa diventare COMPLICI...
L'ombra di Padre Camillo Torres...
... In queste posizioni era evidente l’influenza delle tesi di padre Camillo Torres, secondo cui la violenza, in determinate circostanze, poteva divenire uno strumento lecito, consentito dalla stessa dottrina cristiana...
Il catalogo Jaca Book come prova della lacerazione in atto...
... Questo sincretismo non era affatto raro e rifletteva, anzi, la lacerazione e il disorientamento prodotti da quell’intensa stagione di cambiamenti culturali e sociali. In Gioventù studentesca un simile tratto era ancora più evidente per la particolare natura del movimento, orientato al confronto e alla contaminazione con le più diverse ideologie e filosofie politiche. Ne sono riprova le pubblicazioni della casa editrice Jaca Book, fondata nel 1966 in ambienti vicini a Gs... Trovarono spazio gli autori del marxismo eretico come Rosa Luxemburg o della sinistra comunista 196; i pensatori dell’anarchismo come Daniel Guérin 197; gli interventi di alcuni esponenti della contestazione studentesca come Luciano Della Mea, Roberto Massari, Hans-Jürgen Krahl 198; i testi della tradizione terzomondista da Carlos Romeo a Fidel Castro, fino ai documenti prodotti dai movimenti di guerriglia in America Latina 199. Trovò posto anche il manuale di guerriglia di Emilio Lussu Teoria dell’insurrezione... Numerosissimi erano poi i volumi di teologia, dove spiccavano i titoli delle opere che avevano formato il dissenso cattolico 200. Non pochi, infine, erano gli studi settoriali, pubblicati assieme ai classici del pensiero rivoluzionario. Tra questi, l’indagine sulle case di rieducazione per minorenni condotta da Giovanni Senzani, futuro dirigente delle Brigate rosse, in quel frangente consulente della Cisl...
***
Più tardi, negli anni settanta, il convegno su Evangelizzazione e promozione umana a cura dei Vescovi rappresentò una mano tesa delle gerarchie verso il cattolicesimo del dissenso...
... la maggioranza dei vescovi, grazie all’iniziativa di monsignor Bartoletti, si espresse in favore della scelta religiosa, facendo propri gli indirizzi decisi dal Vaticano II e dichiarando di voler riaprire il dialogo con la galassia del dissenso cattolico...
La lezione del referendum sul divorzio era stata dura, bisognava cambiar rotta...
... La lezione del referendum sul divorzio era stata chiara: il mondo cattolico e la stessa Chiesa si erano divisi, acuendo la distanza tra il paese e i precetti del magistero ecclesiastico...
Misure adottate...
... maggiori autonomie al laicato e alle strutture periferiche come i consigli diocesani e parrocchiali...
L'analisi: comunismo e capitalismo ci hanno scristianizzato...
... Il processo di secolarizzazione si era tradotto nella scristianizzazione della popolazione, complice uno sviluppo industriale selvaggio, non guidato dalla politica e delegato alla competizione sfrenata delle forze economiche...
L'allarme: manca solidarietà...
... il vuoto etico prodotto dal dilagare dei consumi e dall’abbandono di ogni forma di solidarietà collettiva...
Il bacchettone Berlinguer piace a molti cattolici...
... Berlinguer aveva rielaborato la sua proposta di compromesso storico, enfatizzando l’incontro col mondo cattolico, visto come la risposta al degrado morale del paese. Nel confronto epistolare pubblico iniziato nel luglio 1976 con monsignor Luigi Bettazzi, vescovo di Ivrea, il segretario del Pci indicava come comuni prospettive, tra cattolici e comunisti, il superamento del capitalismo...
L'inevitabile incontro dei due moralisti: Berlinguer e Moro...
... Per altro verso, la strategia di Berlinguer s’incontrava con quella di Moro sul tema della moralizzazione della vita pubblica e dell’austerità di fronte alla crisi del modello di sviluppo consumistico... Una strategia incompiuta, com’è noto, a causa del rapimento e dell’uccisione di Moro da parte delle Br nel 1978...
1977: Azione Cattolica in crisi. Si sente il bisogno di saltare la sua mediazione.
I cattolici del dissenso sognano ingenuamente la rivoluzione restando fedeli al vecchio paradigma marxista quando ormai era rigettato persino dalla sinistra alternativa...
... La crisi dell’Azione cattolica si era fatta sentire... L’area del dissenso e le comunità di base tentarono un collegamento con la protesta... le masse proletarie non avrebbero seguito il Pci nella sua marcia di avvicinamento al potere e sarebbero state disponibili per un’opzione politica estrema. Era un calcolo completamente sbagliato... molte comunità di base s’irrigidirono nella difesa dell’ortodossia marxista, nel tentativo di fondare un’«esegesi materialistica della Bibbia» 178, con l’intento di creare una teoria scientifica della rivoluzione per preparare il militante «nella lotta di classe, nella lotta del proletariato contro il capitalismo, per la costruzione di una società socialista» 179. V’era perfino chi aveva promosso incontri ecumenici con i gruppi di cristiani della Repubblica Democratica Tedesca, presa come modello di socialismo realizzato in cui era possibile armonizzare il marxismo con la religione... I Cristiani per il socialismo parteciparono alla mobilitazione, portando al loro interno istanze e temi espressi dal movimento, come la questione femminista... Franco Rodano, che aveva visto nelle esplosioni di rabbia giovanile una tensione religiosa rivolta verso l’assoluto, un’insofferenza nei confronti del mondo che tradiva il bisogno di valori più alti ...
Nuove aggregazioni nella galassia cattolica, un esempio...
... Si affermarono, infine, nuovi movimenti, per esempio il gruppo Febbraio ’74 (in cui militavano i figli e alcuni giovanissimi amici di Aldo Moro), partecipe delle lotte degli operai, dialogante con la Chiesa e politicamente orientato verso diversi referenti: dalla sinistra democristiana al Pci, dai Cps al movimento studentesco...
La violenza del 77...
... Nel 1977 si registrarono 407 episodi di violenza, 1111 attentati non rivendicati, 287 attentati rivendicati, di cui 46 portarono al ferimento grave o all’uccisione di persone. ..
I cattolici condannano?
Sì... ma la peggior violenza resta per molti quella del profitto...
... Rispetto a questo dibattito, la posizione del mondo giovanile cattolico coinvolto nella protesta fu incerta, anche se si tentò di contrastare la linea militarista sostenuta dagli autonomi con appelli alla pratica della non violenza 196. Troppo diffusa era però la tendenza a proporre diverse gerarchie di violenza, per cui, alla fine, era sempre quella del profitto economico a essere ritenuta più grave...
Un esempio...
... Giovanni Franzoni: «Io non discuto in astratto con gli oppressori se la rivoluzione armata sia o no legittima. Così non si fa un passo. Prima si decide di cambiare l’attuale assetto sociale che opprime, sfrutta ed emargina e poi, con chi questa decisione ha preso, si discute dei metodi di lotta» ..
Parole decisamente ambigue...
... Giovanni Franzoni: Non dobbiamo d’altronde meravigliarci che Gesù opponga violenza a violenza disarmata ma non perciò meno disobbediente, dissacratoria e sovversiva, giacché […] leggiamo nel capitolo decimo di Matteo il rovente discorso di Gesù sul regno in cui parla di persecuzioni ed uccisioni che la sua parola violenta e liberatrice susciterà. E lui stesso afferma: «Non crediate che io sia venuto a portare pace, ma una spada. Sono venuto infatti a separare il figlio dal padre, la figlia dalla madre» (Mt, 10, 34 ss.)...
***
E una certa ambivalenza si insinuava anche in Comunione e Liberazione, il movimento erede di Gioventù Studentesca.
I cattolici di base cercano avidamente una via alternativa al consumismo
… Confronti», foglio delle comunità cristiane di base di Carpi, nell’aprile 1977: L’unico, il vero obiettivo è fermare questa marcia funebre verso l’incognito; invertire la rotta, mortificare le spinte individualistiche per dare corpo alla comunione ecclesiale, alla socialità, al collettivismo. Rifiutare il comodo del profitto, per scoprire la necessità dei consumi sociali, dei bisogni primari, dell’eguaglianza morale, non solo economica. Distruggere il mito degli abbagli del capitalismo…
Il loro nemico:
… l’automazione delle catene di montaggio in fabbrica, i licenziamenti in tronco degli operai, l’accresciuta domanda di beni di consumo…
La medicina del radicalismo contagia anche CL… nonostante Giussani…
… Alcuni interventi individuarono, però, nella costruzione di un impegno radicale la possibilità di uscire dalla crisi mortale in cui versava la cristianità 203. Su posizioni analoghe era giunta la riflessione interna a Comunione e liberazione, il movimento di don Luigi Giussani…
Ma il segno delle conclusioni era spesso opposto…
… Cl, tuttavia, elaborò conclusioni diametralmente opposte a quelle del dissenso cattolico…
Radicali sì… ma nella Chiesa…
… Come nelle comunità di base o nei Cristiani per il socialismo, vi era una forte componente anticapitalista, ma declinata in termini differenti: la liberazione dell’uomo, infatti, sarebbe potuta venire unicamente all’interno della comunità cristiana, non essendoci al di fuori di essa nessuno spazio di autonomia e di eticità…
Potremmo chiamarla “linea Del Noce”…
… Riprendendo una tesi di Del Noce, inoltre, Cl ritenne che il marxismo e i partiti di sinistra fossero organici al neocapitalismo e, anzi, l’eventuale presa del potere da parte del Pci avrebbe portato alle estreme conseguenze la secolarizzazione 206. Ragion per cui, Cl decise di sostenere la Democrazia cristiana…
Anticomunismo e anticapitalismo
… un manifesto programmatico caratterizzato dagli accesi toni anticomunisti e anticapitalistici…
Il movimento presenta alcune ambivalenze se si tenta di ridurlo alle categorie consuete: è di destra o di sinistra? E’ moderno o antimoderno? Anche Paolo VI resta perplesso e tarda a riconoscerlo…
… perplessità nelle gerarchie ecclesiastiche e nello stesso Paolo VI, che impiegarono tempo a riconoscere il carisma della nuova aggregazione…
Scontro con la sinistra extraparlamentare
… Le sue attività divennero oggetto dell’attenzione della sinistra extraparlamentare (e non solo), che avvertì la presenza di un pericoloso concorrente 209. Le comunità di base denunciarono la subordinazione di Cl al magistero ecclesiastico…
Un radicalismo da moderati
… Cl stava colmando il vuoto lasciato dalle strutture tradizionali cattoliche, aggregando attorno a sé gli studenti di orientamento moderato…
Aggressioni da sinistra…
… gli esponenti e le sedi di Cl furono oggetto di aggressioni e perfino di attentati da parte dei gruppi armati. L’11 luglio 1977, per esempio, le Br gambizzavano a Roma il dirigente Mario Perlini. Pochi mesi dopo, a Milano, un commando brigatista feriva Carlo Arienti, militante di Cl e consigliere Dc al comune… Rocco Buttiglione accusò il Partito comunista di essere il mandante e il beneficiario di queste violenze, rivendicando il ruolo di Comunione e liberazione come pacifico difensore delle posizioni dell’episcopato italiano…
Il movimento di Giussani aveva elaborato nei confronti della violenza un rapporto ambiguo, nonostante la condanna ripetutamente espressa dal suo leader carismatico…
… Comunione e liberazione, infatti, aveva ereditato da Gs la componente anticapitalistica e antiborghese
aggressioni anche da destra
… I giovani di Giussani ripresero perfino temi e retoriche dell’antifascismo più combattivo 216. Alcuni suoi iscritti, infatti, erano stati oggetto di aggressioni da parte degli estremisti di destra…
Gli obbiettivi di CL si estendevano ben oltre la giustizia sociale
… il gruppo aspirava a una liberazione totale dell’uomo, ben oltre la soppressione delle ingiustizie nelle strutture sociali…
Nel convegno delle “università per la liberazione” Rocco Buttiglione puntava l’indice sull’economia capitalistica… 
… Nel suo intervento, Rocco Buttiglione denunciò le insufficienze del riformismo, funzionale, nella sua visione, alla fase di espansione imperialistica del capitalismo italiano…
Altro obbiettivo: il neocolonialismo dell’occidente…
… era poi centrale il tema del neocolonialismo nel Terzo Mondo, cui si contrapponevano i modelli di società dove era stata realizzata integralmente la liberazione dell’uomo: la Corea del Nord e il Vietnam… gli studi sulla riscoperta del brigantaggio meridionale, visto come reazione al «colonialismo italiano»…
Silenzio sulla violenza come strumento…
… Il tema della violenza non venne affrontato direttamente. Poco o nulla, infatti, venne detto sulle modalità di contrasto alla minaccia rappresentata dalla società neocapitalista. Un silenzio che caratterizzò a lungo il movimento…
La società ideale era la comunità cristiana
… il sistema democratico era riconosciuto, ma il fulcro della vita pubblica dovevano essere le comunità cristiane, modello di società esemplari. Fu per questo motivo che diversi militanti cattolici partecipi della contestazione studentesca del 1968, attratti dalla radicalità del gruppo, si avvicinarono, sul finire degli anni settanta, al movimento di Giussani…
Alcuni ex terroristi si ritrovarono nella proposta ciellina…
… Cl riuscì ad avvicinare alcuni ex appartenenti dei gruppi armati, tra i quali Marco Barbone, membro della Brigata XXVIII Marzo, responsabile dell’omicidio di Walter Tobagi, ucciso a Milano il 22 maggio 1980 222. Attraverso un processo di sostituzione dell’ideologia con una fede altrettanto totalizzante…