venerdì 24 aprile 2015

Cultura e commerci


  1. la fama convive bene col merito
  2. la fama ha un valore segnaletico
  3. la fama crea varietà: cerca la tua nicchia e realizzati. la varietà risolve molti problemi legati all' invidia e allo status
  4. la cultura commerciale si fonda sulla scelta personale e la scelta motiva il consumatore.
  5. la cultura sussidiata ha un problema: chi sceglie cos'è cultura? perchè a te e a me no? questo ovvia obiezione si è spesso trasformata in una polverizzazione infruttuosa dei fondi disponibili. Inoltre il concetto di qualità cambia schizzofrenicamente: ieri era di qualità cio' che rispondeva ai parametri borghesei-umanistici, oggi è cultura cio' che critica e si ribella allo status quo.
  6. cultura e ricchezza: legame assente. più probabile il contrario. la cina si sta arricchendo ma non lo fa perché si è acculturata, probabilmente, invece, a breve sarà leader in campo culturale. anche da noi in europa la cultura è esplosa nei vari paesi ben dopo i vari boom economici.
  7. spesso il bene culturale è solo un fiore all'occhiello per segnalare uno status. vale per i singoli come vale per l' ente pubblico.
  8. spesso la cultura sussidiata è un finanziamento dei poveri ai ricchi
  9. teorema di baumol: la produttività media cresce di più della produttività culturale, di conseguenza il settore è destinato a restare indietro e va finanziato.
  10. obiezione a baumol: la produttività culturale non si misura solo dall' ispirazione degli artisti, oggi assistiamo ad un'esplosione nella diffusione di cultura ben oltre la produttività media.
  11. altro argomento (ue) per i sussidi: promuovere la diversità (obiezione: la promuovi meglio liberando le scelte, vedi metodo usa; se proprio vuoi giustificare i sussidi meglio esaltare il dovere di conservazione).
  12. altro argomento: elevati costi fissi (obiezione: esistono anche in altri settori)
  13. altro argomento: mantenere elevata la qualità (obiezione: spesso la qualità elevata delle culture sussidiate si è trasformata in astrusità, faziosità e musealità)
  14. altro argomento: la cultura crea esternalità? non sembra affatto, almeno in termini di ricchezza.
  15. teorema di alchian: i costi fissi della scelta fanno scegliere meglio. L' australiano consuma vini italiani di qualità media superiore rispetto a quelli che consuma l' italiano. oggi passo più tempo a scegliere ma scelgo qualcosa che mi motiva molto di più
  16. Oggi i problemi sono di abbondanza: la cultura è ovunque, è a un click da noi, ci sommerge, anche quella alta.
  17. nella gestione della cultura vige un approccio anti-democratico: l' offerta creerà la domanda, bisogna imporre una pedagogia e attendere i frutti. Cio' crea tensione valoriale con l' approccio democratico che domina la politica. Come si è rimediato?: sussidiando tutti e dando così un'impresssione di libertà. Da qui il collasso del settore.
  18. la cultura commerciale educa poco? ad educare ci penseranno scuola e famiglia, è tanto strano?
  19. I punti precedenti sono sintetizzati in questo articolo, una difesa della società commerciale.
  20. Il sussidio funziona quando il divario tra élite e massa è molto ampio; oggi, nell' era dell'accesso, questo divario è ai minimi.
  21. Se si adottano i sussidi meglio farli bene: non polverizzare ma concentrare, non aiutare ma consentire la nascita di cio' che non si farebbe. Massima indipendenza ai responsabili: devono poter fallire molte volte senza risentirne (non c'è scoperta senza fallimento).
  22. esempi di cultura privatistica assoluta? l'italia dell'800 (fino al 1920) e la venezia di 6/700. poi, con la concorrenza, le vecchie arti chiedono sussidi per sopravvivere.
  23. il metodo europeo: sussidi diretti; il metodo usa: donazioni a non profit + agevolazioni fiscali. gli usa sussidiano lasciando libera la scelta. forse il metodo europeo si giustifica quando i tesori da conservare sono oggettivi. le fondazioni bancarie sono un modo per andare verso la soluzione usa, vedi orchestra sinfonica di roma. il metodo usa è pur sempre un sussidio, potremmo interpretare quella soluzione come un buon punto intermedio tra la visione dell'economista e quella del purista.
  24. l'economista è tanto odiato perchè tratta l' esperto purista come un consumatore qualunque
  25. come giudicare un periodo di fioritura?. guardare ai picchi o alla varietà dei picchi?
  26. ricordiamoci che l'arte e la cultura fanno anche molti danni. spesso sono dei potenziatori e se potenziano idee sbagliate finiamo nei guai.
  27. l'europa spende più di tutti in cultura ma influisce meno di tutti nel dibattito culturale (dominato da usa e oriente).
  28. le fasi tipiche delle politiche culturali: 1 fase: cultura per tutti (ma la gente respingeva), fase seconda: didattica per tutti (ma la gente respingeva) fase terza: abbassamento della qualità.
  29. in italia il sussidio alla cultura è assorbito quasi del tutto dalla lirica, tipico esempio di redistribuzione dai poveri ai ricchi.
  30. Chi nel dopoguerra spingeva per la "relativizzazione dei valori culturali" coincideva con chi si batteva per sempre maggiori sussidi alle attività culturali, il che creava un paradosso: come distinguere tra cultura e non-cultura? Si è finito per finanziare di tutto e di più, in genere a pioggia, dai trasgressivi centri sociali ai paludati enti lirici. Oramai nel marasma esiste un solo criterio per la cruciale distinzione di cui sopra: la non-cultura è cio' che si finanzia da sé.
  31. Per i governi la politica culturale più importante è quella legata al copyright, qualche considerazione::

    1. il copyright non è mai stato forte e applicato come nell'era pre-internet, ora, con la pirateria, si tornerà agli standard storici del passato
    2. l'indebolimento del copyright è inevitabile poiché l'autore blinda il suo prodotto con una tecnologia data ma il pirata lo sblocca avendo a disposizione tutte le tecnologie offerte dal futuro
    3. difficile teorizzare sul copyright, anche i libertari sono confusi: qual è la situazione naturale, la situazione di partenza? il pragmatismo diventa l'unica via accettabile
    4. la pirateria internet non arrecherà un danno mortale agli autori poiché la merce culturale ha innanzitutto un valore simbolico: guarda quanto vengono letti i libri acquistati e lo capisci subito
    5. altro effetto mitigante: internet, minacciando il copyright, abbatte i ricavi ma abbatte anche i costi: specie quelli pubblicitari e di diffusione
    6. business-plan 1: pubblicità vs musica gratis
    7. business-plan 2: donazioni vs musica gratis
    8. business-plan 3: sottoscrizioni
    9. la cultura al tempo del copyright indebolito: ci si avvia verso una riscoperta dell'aurea, verso l'evento unico, l'evento dal vivo, ci sarà un ritorno al passato, chi lo avrebbe detto (walter benjamin no di sicuro)
    10. la qualità della musica senza copyright: migliorerà, in fondo a perderci saranno le megastar, i geni sentiranno soprattutto i benefici
    11. l'efficienza economica senza copyright: difficile misurarla nella cultura, due i motivi 1) le vendite non sono un buon segnale perché i fan sperimentano fallendo 2) i fan cercano il nuovo (se cercassero solo buona musica non si capirebbe questa fissazione sul recente), vogliono distinguersi dalla massa, ma se è questo che cercano le musiche sono sostituibili tra loro , la stessa musica è sostituibile con altro, se se ne produce meno il danno non è grave.
    12. ipotesi sul mondo ideale. 1) un mondo dove vige il copyright: no; 2) un mondo senza copyright: no; 3) un mondo dove vige il copyright ma è facile evaderlo.
    continua
  32. In Praise of Commercial Fame di Tyler Cowen
    • La celebrità rimpiazza oggi l' eroismo di ieri ma sono in molti a lamentarsi del degrado della cultura che questa dinamica favorisce.
    • Ci si concentra solo sui costi di un simile cambiamento: il degrado. Ma i benefici? A volte l'eroismo o per lo meno la sua ricerca era fonte di guai, di violenza diffusa. meglio competere sul mercato che in guerra
    • Problemi di filtro: la fama ci orienta almeno all inizio. E' una bussola utile anche a chi vuole fuggire certi prodotti. 
    • La fama ci coordina dandoci un comune argomento di discussione
    • Non esiste solo la fama assoluta ma anche quella relativa, cosicché uno puo' lamentarsi della fama assoluta ma puoi trarre i benefici di cui sopra dalla fama relativa
    • Problemi di status: le nicchie della celebrità sono molte. Il libro dei record è un tomo immenso e anche mia nonna puo' trovare una specialità in cui primeggiare e appagare il proprio status. La varietà è incentivata dalla molteplice scala dei valori: se ci fosse un solo record da battere migliaia di recordmen resterebbero a casa frustrati
    • Se merito e fama nn fossero separati nn avremmo varietà e le frustrazioni si moltiplicherebbero... 
    • Le forze commerciali forse non educano ma rintracciano i gusti reali delle persone meglio di molti critici.
    • La celebrità innesca anche un  rito di coordinamento che instaura relazioni (giù i costi di comunicazione)
    • La celebrità offre opportunità di giudizio estetico anche agli esclusi. Spesso la celebrità offre esperienze estetiche anche a chi non ne avrebbe mai avute.
    • La celebrità offre ampie garanzie ai prodotti che sponsorizza: il suo patrimonio reputazionale è immenso
    • Un mondo costruito sulla fama lascia molte vie di fuga ai fan rispetto al mondo costruito sul merito oggettivo. Tutto cio' è consolatorio
    • C'è manipolazione delle menti? Difficile in un mondo dove i medium sono tanti: il medium modella il messaggio ma spesso è il messaggiato che sceglie il medium
    • Con il metodo della sottoscrizione costruisci la tua cultura
    continua
  33. In praise of commercial culture di Tyler Cowen - i tre doni della cultura commerciale


    • smussa le astrusità dell'avanguadia
    • alimenta la diversità (il commercio richiede diversità)
    • alimenta il rinnovamento (il commercio richiede il rinnovamento)



    continua
  34. Il giudizio estetico secondo Tyler Cowen in  Good and Plenty: The Creative Successes of American Arts Funding. Vale di più l'Amleto o Re Lear?

    Quante canzoni di Gershwin ci vogliono per fare una sinfonia di Prokofiev?

    Anche chi professa l' oggettività dei valori estetici deve ammettere che c' è un problema di incomparabilità.

    Forse, se proprio dobbiamo "misurare" ha più senso misurare la qualità di un' epoca storica piuttosto che raffrontare le singole opere.

    Ma come?

    La qualità media in questo ambito ha poco senso, meglio concentrarsi sui picchi.

    Ma anche i picchi isolati possono trarre in inganno.

    Propongo due criteri: 1) qualità estesa (esempio i primi cento picchi) e 2) varietà (picchi per genere).
  35. Perché aboòlire la normativa:





    • First, it’s often the case that buildings of little historical worth are preserved by rules and regulations that are used as a pretext to slow competitors, maintain monopoly rents, and keep neighborhoods in a kind of aesthetic stasis that benefits a small number of people at the expense of many others. 
    •  Second, a confident nation builds so that future people may look back and marvel at their ancestors ingenuity and aesthetic vision. A nation in decline looks to the past in a vain attempt to “preserve” what was once great. Preservation is what you do to dead butterflies. Ironically, if today’s rules for historical preservation had been in place in the past the buildings that some now want to preserve would never have been built at all. The opportunity cost of preservation is future greatness
    •  Third, repealing historic preservation laws does not mean ending historic preservation. There is a very simple way that truly great buildings can be preserved–they can be bought or their preservation rights paid for. The problem with historic preservation laws is not the goal but the methods. Historic preservation laws attempt to foist the cost of preservation on those who want to build (very much including builders of infrastructure such as the government). Attempting to foist costs on others, however, almost inevitably leads to a system full of lawyers, lobbying and rent seeking–and that leads to high transaction costs and delay. Richard Epstein advocated a compensation system for takings because takings violat ethics and constitutional law. But perhaps an even bigger virtue of a compensation system is that it’s quick. A building worth preserving is worth paying to preserve. A compensation system unites builders and those who want to preserve and thus allows for quick decisions about what will be preserved and what will not."



    Creative destruction requires some destruction.
  36. Good and Plenty: The Creative Successes of American Arts Funding Tyler Cowen
    • l arte va finanziata? 2 partiti che nn riescono a capirsi. xchè?
    • meglio sussidi diretti o indiretti? più possibilità di compromesso
    • cultura liberale: il valore della diversità
    • conflitto tra valore ec. e valore estetico: l esperto è un consumatore qlnq?
    • economista deve demistificare il critico x trattarlo come un consumatore qlqn, x qs è tanto odiato
    • giudizio. meglio giudicare un epoca che un opera: guardare alla numerosità e alla varietà dei picchi.
    • specializzazione e qualità spacchettata
    • l economia nn muore mai x' è l unico approccio che consente facili comparazioni
    • l estetico nn considera i costi opportunità l ec. nn considera valori diversi dalle preferenze
    • il dogma della preferenza nn è condiviso da tutti. meglio rassegnarsi
    • preferenze poco definite: punto debole dell economia
    • occorre una teoria etica.. la ricchezza è solo una proxy x altri valori e nn sempre funziona
    • economista: l arte sussidiata crea esternalità?... esteta: l arte sussidiata crea bellezza?
    • ARGOMENTI PRO SUSSIDIO:
    • 1 l argomento dello sviluppo: l arte attira il turismo e bla bla bla... vale x tutte le attività... moltiplicatore e esternalità sono concetti diversi... venezia e il valore della tradizione. argomento cassato
    • 2 l argomento del "ci costa poco": a testa... argomento cassato
    • 3 l argomento della decentralizzazione: il talento è nascosto quanto diffuso conviene si inneschi un processo decentrato x scoprirlo (hayek). i sussidi possono aiutare il mercato a decentrarsi
    • 4 l argomento del prestigio: l orgoglio nazoonale è un esternalità dell arte... i simboli contano
    • 4 sembre l argomento sotteso ai finanziamenti centrali: il pop crea + esternalità ma non viene sussidiato... i musei sono un altro segno... l arte fa anche molti danni
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    • Il giudizio estetico secondo Tyler Cowen in  Good and Plenty: The Creative Successes of American Arts Funding. Vale di più l'Amleto o Re Lear?
      Quante canzoni di Gershwin ci vogliono per fare una sinfonia di Prokofiev?

      Anche chi professa l' oggettività dei valori estetici deve ammettere che c' è un problema di incomparabilità.

      Forse, se proprio dobbiamo "misurare" ha più senso misurare la qualità di un' epoca storica piuttosto che raffrontare le singole opere.

      Ma come?

      La qualità media in questo ambito ha poco senso, meglio concentrarsi sui picchi.

      Ma anche i picchi isolati possono trarre in inganno.

      Propongo due criteri: 1) qualità estesa (esempio i primi cento picchi) e 2) varietà (picchi per genere).
    • la società commerciale specializza. lo spettatore nel suo ambito è molto pià colto del critico d'arte o dell'artista. la specializzazione allontana i punti di vista cosicché lo spettatore guarda l'opera da un'angolazione molto differente rispetto a quella del critico. in questo senso il suo contributo nel giudizio puo' essere prezioso poichè l'opera d'arte per quanto mantenga una sua peculiarità tecnica resta comunque  un discorso sul mondo e sull'uomo mediante analogie generiche, cio' consente di approcciarla su versanti diversi alcuni dei quali particolarmente favorevoli allo spettatore più che al critico. anche questo rilievo mette in crisi il paternalismo classico
    • la critica mantiene una sua autorevolezza per i prodotti dall'accesso difficile. oggi il critico gastronomico conta molto di più di quello cinematografico.
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    • internet e la cultura: varietà e decentralizzazione
    • ma internet minaccia il copyright
    • copy... best=il governo compra (asta o prediction market) e le rende disponibili
    • la legge del copy è necessariamente vaga e discrezionale... neanche i libertari sanno che pesci prendere
    • come evolverà il copy? nella storia mai tanto copy come oggi
    • tecnologia... il copy è facile da aggirare: chi protegge lavora con tecnologie fisse chi decripta col flusso tecnologico che progredisce... oggi la protezione ad oltranza del copy è uno spreco di risose
    • fortunatamente la merce culturale ha un valore simbolico: uno vuole l originale x far parte del gruppo... i fornitori di cultura si concentreranno sul lato simbolico anzichè su quello sostanziale coperto dal copy... i libri esemplificano: gran parte dei libri comprati nn sono letti... comprare libri è un pò come votare... xchè prendersela tanto coi pirati e poco con le biblioteche? entrambe diffondono
    • il mondo simbolico e quello sostanziale saranno sempre più separati: su internet reperiremo la sostanza
    • si andrà verso il nn rubabile: eventi dal vivo esperienze uniche... un ritorno dell aurea a fini di profitto
    • musica: x molti scaricare è difficile e la qualità nn è la stessa... xchè il prezzo del cd sale? ormai i consumatori elastici sono perduti
    • musica: a soffrire saranno le major e quindi i musicisti privati dei loro investimenti: meno investimenti tecnologici ritorno alle radici registrata solo musica innovativa... scouting decentralizzato
    • morale: internet abbatte i ricavi dell artista (copy) ma abbatte anche i costi (produzione pubblicità distribuzione)
    • modello 1: musica gratis vs pubblicità... il business passa dalle major alle corporation
    • modello 2: musica vs donazioni
    • estetica... il copy indebolito sposterà l asse dalla cultura di massa a quella personalizzata (che avrà solo vantaggi visto che già nn vendeva)... anche se l originalità (l incontro tra tipi strani sarà più facile) e lo spontaneismo prevarranno su ciò che richiede preparazione anche scolastica (performance capital-intensive)
    • efficienza economica... in cultura le vendite sono un indicatore povero della soddisfazione al netto dei simboli: il fan sperimenta... difficile ora rifilare fuffa... inoltre le major grazie alla rete ricostruiscono la domanda in modo più affidabile
    • efficienza economica... difficile calcolarla xchè nn sappiamo bene cosa cerca l utente: xchè privilegia la musica recente?... evidentemente vuole vivere il qui ed ora insieme agli altri, vuole sentirsi protagonista... ciò significa che le musiche sono sostituibili tra loro e la musica è sostituibili... se se ne produce meno la cosa nn è un problema... il vecchio nn piace a chi si vuol differenziare ma il nuovo è reperibile ovunque... internet produce nuovo a volontà tagliando i tempi di creazione
    • arte... le copie pirata nn hanno mai abbattuto i prezzi degli originali l aura domina
    • cinema... i teatri si sono trasformati in luoghi di piacere... il dvd mantiene la sua aurea soffrono i noleggi... poichè il download è ancora faticoso bassi prezzi e alta qualità possono ancora sconfiggere i pirati
    • costi del copy: ricordo che è una soluzione subottima poichè realizza un monopolio... la soluzione ideale è impraticabile
    • alternativa al copy: licenze a pagamento x chi trasmette... i ricavi agli autori

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    1. consigli di policy
    2. la bellezza va scoperta o va conservata?
    3. proviamo a farci la stessa domanda pensando alla verità scientifica.
    4. se va scoperta meglio aprire molte fonti e decentralizzare il processo
    5. il sussidio indiretto (per esempio con agevolazione fiscale) è un buon compromesso tra purismo critico e purismo economico
    6. le decisioni culturali + importanti: internet copyright.
    7. il sussidio funziona quando il panorama è opaco e il divario tra èlites e massa è chiaro. in questo caso il paternalismo puo' anche avere un senso ma oggi qs condizioni nn ci sono
    8. concentrare i sussidi diretti: si evita la polverizzazione e si responsabilizza l'ente
    9. sussidiare anche i for profit se meritevoli
    10. sussidi e innovazione? affidati alla discrezionalità di un singolo responsabile
    11. paradosso della trasparenza eccessiva:  nn giova ai funzionari delle belle arti devono agire in modo indipendente liberi da pressioni in una privacy garantita... la trasparenza fa temere i passi falsi e i passi falsi sono necessari nel processo di scoperta.
    continua
  37. In praise of commercial culture - Tyler Cowen
    • tesi: le forze di mercato sono in grado di supportare la produzione artistica esaltando la varietà. tesi ottimistica
    • 1 obiettivo: contrastare la tesi dei pessimisti: conservatori e francoforte...
    • 2 obiettivo: ridefinire alto e basso in modo che la qualità dell arte alta dipenda dalla qualità di quella bassa. nella società contemporanea molti prodotti bassi sono di nicchia anche se seguono il circuito dell'arte bassa. beet. mozart e bach erano di fatto popolari per i loro tempi. l economicità della produzione ha di fatto incentivato l innovazione e sperimentazione...
    • 3 obiettivo: le innovazioni commerciali hanno forgiato le arti. dalla stampa all elettricità...
    • 4 obiettivo: xchè le tesi pessimistiche sono tanto seducenti?
    • artisti capitalisti: beet. michelangelo rembrandt. tesi: pensare al denaro nn degrada necessariamente l opera
    • controesempi alla tesi ottimista: difficoltà x i compositori. bassa qualità nei best sellers. tv spazzatura.
    • il mercato nn va comparato con l ideale (nessuna società eleva la bellezza a principio) ma ad alternative realistiche...
    • la battaglia ottimisti vs pessimisti sarà eterna xchè in arte molte valutazioni sono soggettive.
    • una tattica migliore: descrivere i 4 meccanismi x cui il capitalismo potrebbe sostenere la buona arte.
    • l avaibility bias del nostalgico: cfr i capolavori del passato col picco che si conosce dell oggi...
    • orson wells: il miglior giudice è il consumatore.
    • harold bloom: l arte è elitaria e il meglio è accessibile a pochi...
    • wells o bloom? il mercato può far felici entrambi: la massa (ovviamente) e la nicchia (i nuovi mezzi consentono di raggiungere tutti). l arte capitalista nn guarda in faccia a nessuno. nel senso che accontenta tutti.
    • la moderna tecnologia aiuta anche a custodire il passato...
    • pessimisti: eliot platone agostino rousseau pope shopenhauer nietzsche spengler swift daniel bell irving kristol allan bloom strauss adorno marcuse horkheimer habermas mc luhan
    • ottimisti: castiglione perrault samuel johnson condorcet fukuyama paglia
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    • l artista ha due entrate: ricavi monetari e soddisfazioni psicologiche.
    • 1 il mercato offre molte forme di finanziamento: ricchezza familiare lavori remunerativi contatti mecenateschi mercati capillari x raggiungere i clienti...
    • gli artisti del rinascimento erano businessman. nn si direbbe che il denaro corrompa l arte
    • tesi di baumol: l artista arranca nella corsa alla produttività
    • 2 controtesi: nn si direbbe. specie considerando la distribuzione dell opera.
    • 3 il mercato: specializzazione, diversità e innovazione. vale anche x l arte.
    • 4 mercato cosmopolitismo globalizzazione innovazione. vale anche x l arte
    • la massificazione è più un prodotto dei monopoli che della competizione. l es. della tv.
    • e il governo? meglio che crei lavoro (con cui l artista si finanzia).
    • governo e avanguardia astrusa
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    • la diffusione musicale è cambiata completamente. conseguenze?...
    • x alcuni nasce l economia delle rockstar. ovvero il one take all e la conseguente massificazione:  xchè dovrei comprare chi vale meno se ho tutti a disposizione?
    • x altri nasce la possibilità di raggruppare a largo raggio esaltando le nicchie: i consumatori hanno gusti diversi..
    • storia. polifonia e stampa. è un caso se qs musica si sviluppa nei paesi più capitalisti? ovvero nei paesi fiamminghi?
    • ma la stampa resta estremamente costose e in quel periodo i pittori sono molto più quotati a causa del fatto che i quadri restano più facilmente trasportabili e conservabili. il musicista dipendeva invece da chiese e governi con scarso accesso al mercato, una specie di giardiniere: la sua opera era locale e deperibile. monteverdi, la crema di allora, lasciò mantova da straccione dopo decenni al servizio. solo la mobilità dell artista consentiva di alzare l onorario. la decentralizzazione del potere politico aiutava il musicista.
    • bach sfruttò le molte corti germaniche x migliorare sempre la propria condizione, tuttavia si lamentò sempre per l gnoranza dei musicisti e i molti doveri extramusicali a cui era sottoposto. arrotondava con i concerti for profit e funerali a pagamento. noto x la sua attenzione al denaro accumulò una discreta fortuna x un musicista.
    • teleman: leader della commercializzazine della musica tedesca
    • cpe bach ormai nn aveva più alcun contratto con chiese corti ecc. viveva di concerti for profit spianando la strada a haydn e mozart...
    • da allora comporre x denaro divenne la regola: haydn mozart ma soprattutto handel
    • l opera italiana divenne l epitome della musica commerciale in opposizione alla musica di corte francese doce c'era un unico compositore: lully. risultato: mentre venezia produceva 12 opere la francia intera ne produceva solo 1, e naturalmente di lully.
    • la commercializzazione delle partiture cambia molte cose.
    • mozart e haydn. la commissione privata rimpiazzava il mecenatismo. iniziarono con principi mecenati che tarpavano la loro creatività ritrovata poi grazie alla musica commerciale. haydn la incontra a londra. la povertà di mozart fu largamente esagerata e i suoi lavori migliori erano commissioni private (flauto magico)...
    • musica in famiglia: con la vendita dello spartito stampato e la moda della musica in famiglia si incrementano gli introiti e l autonomia del musicista ma soprattutto si diffonde la musica nelle famiglie. molti grandi hanno cominciato proprio ascoltando musica prodotta in famiglia...
    • notare una costante: la libertà creativa è correlata con l accesso alla musica commerciale. con beet qs legame raggiunge un suo picco.
    • l'idea di arte come la concepiamo noi  non esisteva in passato, possiamo dire che è nata con la crescente commercializzazione dei prodotti artistici che consentivano all artista una crescente autonomia.
    • quando iniziano a divergere musica alta e bassa? con le ultime opere di beet poi wagner per finire con stra e shon. nota: la musica alta comincia con l indipendenza finanziaria dell artista da sempre facilitata dalla commercializzazione della musica...
    • tesi: la musica come arte nasce grazie alla commercializzazione della musica. è l arte bassa che fa nascere quella alta, storicamente nn c è contrapposizione tra le due ma sinergia...
    • la diversità consentì il ripescaggio di musiche del passato cosicchè mendelssohn ripropose bach come vintage...
    • oggi radio e internet diffondono musica ovunque da ogni luogo. i grandi compositori si ispirano un pò a tutto. il capitalismo moltiplica le fonti d'ispirazione...
    • avanguardie astruse e sussidi governativi. un eccesso di artisticità
    continua
  38. The needless complexity of academic writing di Francois Schnell
    • negli usa esiste un onlus: center for plain langueage
    • esiste anche una legge: plain writing act
    • proposta: che i ricercatori presentino i loro lavori su twitter con l'uso di emoji
    • ig nobel: se scrivi semplice sei più intelligente.
    • gli intellettuali di solito non pensano al pubblico ma parlano a tra loro
    • se vivono in un mondo sussidiato come la scuola questo è ancora più vero
    • gli intellettuali vogliono escludere gli outsider
    • gli intellettuali vogliono mostrare i muscoli
    • gli intellettuali vogliono tenere in allenamento il loro cervello rimanendo immersi nella complessità, anche quando è inutile farlo
    • gli intellettuali vogliono tener nascosta la pochezza delle loro idee
    continua
  39. No crac capitolo 4 di Tyler Cowen
    • beni scarsi nella società del benessere: attenzione e tempo. la sensazione di un rilassamento
    • in questi casi l incentivo dobbiamo applicarlo su di noi
    • ti piace l arte ma ti vengono le gambe da museo (specie se passi più tempo a leggere i cartelli) e sei contento quando il concerto finisce
    • l abbondanza ti fa sentire in colpa. costo opportunità.
    • l arte non è mai stata tanto economica cosa c è che non va?
    • due consigli: 1 ammettere cosa scarseggia 2 rassegnarsi a quel che si perde
    • consigli al museo: 1 scegliere il quadro da portarsi a casa per ogni sala 2 saltare netta la prima sala (troppo traffico) 3 stroncare anche i grandi maestri 4 fuori: quali quadri restano in testa?
    • confrontare i quadri e tornarci su a costo di trascurarne altri
    • ammettere: noi non amiamo l arte per l arte ma per l immagine che ci conferisce. esiste un fattore io
    • un museo non è mc donald non sta lì per farti felice, devi lavorarci su altrimenti...
    • i guai della sovraesposizione: gioconda guglielmo tell. forse è anche per questo che la gente non ama il contatto frequente con la grande arte
    • consigli per letture noiose
    • leggere in mezzo stimola l interesse
    • saltare dove la noia raggiunge una soglia x
    • leggere bene l inizio magari più volte
    • leggere tutto a volo d uccello poi riprendere
    • cominciare leggendo il riassunto del libro
    • prendere appunti su nomi ed eventi principali
    • mollare il libro più spesso. robert hall: se non hai mai perso un aereo passi troppo tempo negli aeroporti

    • cambiare l ideologia sottostante al libro. ci fa sembrare più intelligenti dell autore turlupinato
    • la lettura d avanguardia è sovvenzionata. un tempo la condivisione con il lettore era più forte
    • perché compriamo solo dischi recenti? cos è questo irrazionale amore per il nuovo?
    • risposta: la musica ci dà identità. non posso identificarmi col vecchio devo essere originale. più gente detesta un genere più individui vi si identificano
    • quelli a cui piace tutto? quelli che hanno superato il problema identitario. i più esperti.
    • la musica ribelle? un segno del consumismo: non appena i giovani avevano da spendere il mercato li ha studiati
    • una legge: il meglio di qualsiasi genere di solito è di qualità. solo il fattore io ci fa odiare un genere.
    • come avvicinare qualsiasi musica: pensarla come se parlasse di me.
    • com è difficile cambiare idea: se abbiamo pagato per un ricco buffet mangiamo tutto. se abbiamo lottato per qualcosa diamo valore a prescindere.
    • tirannia dello status quo: serve per cementare amore e figli ma in ambito culturale è disastrosa.
    continua
  40. The secret of our success di Joseph Henrich - terzi
    • l'evoluzione ci predispone a dirigere la ns attenzione verso alcune persone
    • great divide: conoscenza personale / conoscenza (da trasmissione) culturale. la seconda vince 
    • effetto collaterale: i progetti della singola intelligenza falliscono
    • soluzione: predisporre un meccanismo che operi tramite variazione e selezione
    • imo: ce l'abbiamo si chiama mercato
    conclusione
  41. The secret of our success di Joseph Henrich - Robin Hanson
    • Tesi: le preferenze variano
    • Peperoncino: piccante x difesa. La reazione dell uomo: ha cambiato gusti facendosi piacere la piccantezza
    • I bambini imparano piano piano ad apprezzarla imitando le xsone che ammirano
    • Idem x il vino: un gusto sgradevole che impariamo ad apprezzare grazie alla cultura
    • Correre è una faticaccia, eppure ai runners piace (sembra incredibile). Perchè? Per cultura. Idem sollevare pesi idem scalare montagne.
    • Virilità. Il duro ha reazioni anche corporee più adeguate alle minacce. La cultura è un arma incredibile
    • Come si diffonde cultura? Copiando i fighi.
    • Uomo: status seekers
    • La cultura internaluzza gli incentivi.
    • Sesso: la plasticità dei valori qui è massima: quel che x qlcn è dolore x altri è piacere
    • Le preferenze cambiano ma è dura cambiarle da soli
    • Conseguenza: nn preoccupiamoci troppo delle generazioni future
    • Conseguenza: nn presumiamo che gli altri siano come noi
    • Avvertenza: la tesi nn nega l esistenza di un limite
    continua
  42. Yes We Can di Tyler Cowen
    • premessa: non siamo razionali, siamo diversi, siamo liberi. quindi? quindi che ognuno crei la sua via
    • cap1 tag e stringhe: l' homo hordo
    • autismo: l era dell'informazione rivaluta certi stili cognitivi (classificare, ordinare...)
    • autismo: mix di debolezze e forze cognitive. forza: capacità organizzativa. erudizione di certi aut. debolezze disorientamento smarrimento manca un quadro generale
    • autismo: casi patologici ma anche persone semplicemente diverse. esiste la diversità!
    • autismo: introversione contatto oculare tono diretto tono impersonale ripetitività insistenza gusti difficili
    • autismo: niente voglia di socializzazione o umorismo o solidarietà? No, solo incapacità a capire
    • autismo: origine genetica. molti bambini e gli adulti? nn li notate: spesso sono persone molto competenti
    • il caso di vernon smith simon baron cohen craig newmark
    • sowell: teme diagnosi fallaci. nn afferra il problema: la diagnosi è corretta. è l autismo che ha anche punti di forza
    • autistico: si sente sopraffatto dal mondo: troppa info da organizzare. la ns esp con la rete
    • organizzare lo smartphone. la sorpresa programmata del shuffle
    • qualità sonora: oggi secondaria. la selezione sulla quantità è primaria
    • l investimento più produttivo: l'organizzazione del pensiero personale. saper produrre tag. saper produrre stringhe
    • cultura: tag e stringhe. ovvero organizzazione mentale. siamo chiamati a diventare tutti un po' più autistici
    • foto: una narrazione emotiva della famiglia
    • imporre coerenza ad una massa di dati
    • homo ordo
    • vi piace ordinare, collezionare, organizzare... potreste avere successo
    • cultura. oggi più disponibile
    • cultura: oggi l' accesso è più autonomo
    • cultura: molti si lamentano di quanto sia scadente
    • oggi viaggiare è facile, tutto è a distanza di un click. conseguenze? la frammentazione: si privilegia la frammentarietà e la leggerezza. non un album ma una canzone.non una sinfonia ma un movimento. bocconcini assaggi da archiviare e riordinare secondo la vs creatività
    • la scossa della novità. se manca vi rivolgete altrove
    • ansia: consumiamo sapendo che a distanza di un clic c'è qualcosa di meglio
    • si adora sia iniziare che finire i libri
    • teorema alchian allen: se a due beni (es di alta e di bassa qualità) viene aggiunta una somma fissa il consumo del bene più qualitativo aumenta.
    • oggi ci nutriamo di playlist ma il loro contenuto è su misura e qualitativamente superiore
    • l accusa: deficit di attenzione: accusa costante: dal romanzo al fumetto al rock.
    • google accorcia i ns archi di attenzione ma qs è una via verso la stupidità? nicholas carr pensa di sì
    • controeffetto1: google amplia i ns archi di attenzione con il contatto con cose più interessanti
    • controeffetto2: google stimola l'attenzione sul quadro generale: posso sempre seguire la storia che mi interessa
    • conclusione: nn esiste sovrainformazione, esiste incapacità di fare ordine
    • l autoassemblaggio: nell'opera del 7/800 c'era tutto: gioia, paura, morte... oggi non ci sono opere con tutto dentro. per avere tutto prendiamo un po' qui un po' lì e assembliamo. non latitano i capolavori perchè il capolavoro è un fai da te
    • importante ieri: conoscere i classici. importante oggi: sapete assemblare il vostro capolavoro?
    • capolavoro contemporaneo: si colloca nell interiorità, per qs molti non lo vedono negandone l'esistenza
    • similitudine. cultura del passato: rapporto con l'amante. cultura del presente: matrimonio.
    • è costoso contattare l'amante, e quando lo fai pretendi che sia un esperienza memorabile. la moglie è sempre intorno a te e quel che conta è stabilire una quotidianità
    • tesi: chi è felicemente sposato ha una vita interiore più ricca ed è mediamente più soddisfatta. ergo: la cultura ti attrae? nascere oggi è una fortuna.
    • cap4 la comunicazione in rete
    • tesi comune: la comunicazione virtuale  manca d'intimità. problema: in sè è oggettivamente più intima e sfumata rispetto a quella diretta.
    • internet parifica: tutti hanno una chance. internet esalta l'interiorità (non è mera astrazione)
    • sms e mail: ci si apre di più
    • costruire la propria immagine, taroccandola anche un po', è importante per essere felici
    • cass sunstein: il web estremizza le posizioni politiche. vero ma la politica nn è un tratto fondamentale per molti
    • cap5 scuola e modernità
    • scopo della scuola: farvi diventare un po' più autistici: più concentrati sul particolare
    • nerd: ama imparare ma non ama la scuola considerando segnalatoria
    • scuola segnalatoria: non s'impara granché ma si segnala il proprio valore. forse esagerano amplificando la propria esperienza personale?
    • perchè non decolla la scuola online? la presenza fisica motiva così come l interazione con gli altri allievi. l istruzione è un po' un teatro. se tenete conto di qs fatto capite meglio l'essenza dell'educazione
    • studiare l'effetto dell'istruzione: le medicine si paragonano ai placebo ma l'istruzione a cosa si paragona? ci vorrebbe una finta università
    • cap6 storie e narrazioni
    • se comprate una scarpa comprate la storia in essa incorporata: thomas schelling
    • qs fatto mette in crisi l economia tradizionale: le motivazioni degli individui sono più complesse. perchè uno stoico vuole soffrire?
    • nuova economia: le persone sono diverse, la cultura e le storie sono tutto (l incentivo complesso)
    • per avere una storia che piace dovete avere un problema da risolvere. nota: nel metodo classico il problema era trovare la soluzione, ora è trovare un problema da risolvere
    • una buona storia ordina la visione creando punti focali. la cultura è una storia condivisa. schelling
    • autistici: non sanno condividere storie ma qs è un inconveniente relativo oggi che con tanta info possiamo parlare analiticamente senza bisogno di punti focali. es un autistico non sa quando l altro ha finito di parlare ma se comunica via social qs nn è un problema
    • problema1: la storia semplifica e molte sorie sono troppo semplici
    • problema2: spesso le storie realizzano unione per confliggere con più potenza
    • problema3: una buona storia puo' ingannarci
    • nozick: la realtà mantiene un suo primato sulle storie: vedi esperim della macchina dell esperienza. ma forse anche la mente è una macchina dei sogni.
    • cap7 eroi autistici
    • holmes
    • cap8 la bellezza
    • i gusti divergono. a volte perchè diverge il modo di pensare
    • gusti diversi? di solito si guarda a cultura, istruzione... perché non guardare nei neuroni?
    • sacks: musicophilia. un tipo colpito dal fulmine che comincia ad appassionarsi di musica
    • musica e autismo sono abbastanza connessi
    • molta musica atonale è apprezzata dai neurologicamente diversi. forse perchè organizzano diversamente i suoni che ascoltano
    • le musiche atonali: una conseguenza dello specialismo. musica di nicchia
    • Cap9 politica
    • Progetto nerd: overcoming bias
    • L aut nn è egocentrino nn ha effetto dotazione. Poù cosmopolita neno status seekers
    • Le guerre spesso nascono da effetti dotaz
    • Ait: etica semplice scheletrica. Astratta. Hayek apprezerebbe
    • Aut: conosce xchè ordina. La mente ha un ruolo attivo. Kant apprezzrrebbe
    • Propensione a considerare vere certe regole asyratte: la chiave del successo di certe nazioni. Russia e sudamerica: menti poco astratte
    • L aut teme la vita sociale: il web una salvezza che lo rilassa
    • Colpo di fortuna: primato dello scritto
    • Altra fortuna: primato dei commerci. Lo scambio trasforma la diversitá in fortuna anzichè iattura. Ognuno ha una nicchia x primeggiare
    • Tour: tokyo (passioni totalizzante) finlandia (nn incrociare gli occhi)
    • Paradosso di fermi: xchè nn si fanno vivi? Perchè le civiltá avanzate vivono nell interiorità
    • +++++++++++La vita culturale di ieri è un po’ come l’adulterio: estemporaneo, rischioso e con grandi picchi emozionali.
    • Oggi assomiglia al matrimonio: stabile e ad intensità costante.
    • Sono dell’idea che chi è sposato abbia una vita interiore più ricca e soddisfacente.
    continua
  43. Kulturinfarkt: Azzerare i fondi pubblici per far rinascere la cultura di Dieter Haselbach, Armin Klein, Pius Knusel, Stephan Opitz
    • Con la crescita economica è giunta l'esplosione dei sussidi alla cultura. Non viceversa...
    • L' espansione è avvenuta senza un progetto e oggi, che l'economia europea registra una frenata decennale, un simile impero nn si sostiene senza ricorso allo sponsor privato...
    • Pensiero sottostante dell approccio mainstream: l offerta genera la domanda. È un pensiero elitario: il produttore nn è al servizio del consumatore ma è il suo educatore...
    • Le avanguardia miravano ad educare l'uomo nuovo ma lo scolaretto nn ha seguito il Maestro, anzi, spesso lo ha ripudiato. Oggi i "maestri" ben lungi dall'ammettere il loro scacco dicono che manca la pedagogia e la piacevolezza dell'opera...
    • Oggi domina la pedagogia e il suo è un modello predemocratico...
    • Una teoria sulla svalutazione della bellezza. Per compensare la contraddizione di chi si dice democratico senza voler rinunciare ai metodi antidemocratici si è deciso di finanziare tutto, qualsiasi tipo di arte. l arte deve essere libera e la bellezza relativa...
    • Il paradosso dell'Europa: oggi l' europa è quella che spende di più in cultura ma che influenza meno e domina meno in ambito culturale
    • Vvvv
    • Il nuovo dogma: poichè il pubblico nn va verso la qualità la qualità andrà verso il pubblico=>sociocultura e didatticismo...
    • il cambio di paradigma: dall arte borghese all'arte rivoluzionaria: la qualità è intollerante e l' arte va resa soggettiva...
    • Paradosso: i protagonisti dello sradicamento sono oggi assessori spendaccioni che devono far rientrare dalla finestra il concetto di qualità per decidere cosa finanziare ma poichè il concetto è irrecuperabile nelle loro scelte finisce x prevalere l'interesse e la relazione col finanziato. E x fortuna xchè l alternativa sono i sussidi a tappeto...
    • Ma la qualità continua ad avere una vita sottotraccia: nn la si menziona ma crea ststus e desideri di secondo ordine (si ascolta dante xchè il canone continua ad imporre soggezione: Benigni è più divertente quando fa altre cose ma è più seguito quando legge Dante). E le politiche culturali fanno leva proprio su queste debolezze: edificare la plebe spingendola all' imitazione delle elite in modo da premiare il loro status
    • Xxx
    • Cosa nn è cultura?  In assenza di alternative spunta un possibile candidato:  l'arte che si finanzia da sè…
    • Paradosso europeo: nn si finanzia la cultura ma la si crea con un fiat grazie al sussidio. Il tutto grazie all'impossibilità di definire cosa sia cultura
    • Bbb
    • Oggi c è troppo e bisogna ridurre ma al politico piace inaugurare nn tagliare. Sfrondare è una politica poco attraente che nn viene fatta da nessuno da qui la convivenza tra vuoto e costipazione culturale.
    • Un tempo si costruivano carriere politiche partendo dall'assessorato alla cultura. Oggi la cosa è impensabile...
    • Soluzione adottata: inserire la cultura in dipartimenti con vincoli di bilancio. Esito: una cultura critica contro il potere oggi è impensabile
    • Vvv
    • Il dibattito recente: i videogiochi sono arte? L'opinione di chi si contendeva i finanziamenti era chiara sin dall'inizio. E si capisce anche xchè un simile dibattito nn avrebbe senso negli USA.
    • Premi al miglior videogioco: il pc batte il design e la bellezza...
    • Il precariato di artisti e musicisti diventa la norma. I tagli si fanno sentire e la decadenza avanza. Si gestisce l'esistente, l'innovazione è una chimera, il sussidio una droga...
    • La foresta pietrifcata di sussidi: mantenere le strutture sacrificando i valori. L'identità si trae dall'eredità e i politici vogliono solo tramandare. Tutto diventa conservazione e "memoria" . Anche a "sinistra" si tende a fissare il passato...
    • Il rinnovarsi x sopravvivere è una prerogativa del privato...
    • L'istituzione culturale può anche essere sussidiata ma la sua sopravvivenza deve cmq dipendere dal mercato: la capacità di adeguarsi alla domanda garantisce il rinnovamento...
    • La dinamica classica (ratchet effect): 1) bolla con pioggia di soldi sulla cultura 2) scoppio della bolla senza rientro dei fondi stanziati...
    • l odio x la cultura commerciale. perchè? semplice: il postmoderno ci ha detto che tutto è arte e tutto deve essere sovvenzionato. l unico criterio di demarcazione è allora tra sovvenzionati e no
    • abolire il sussidio? impossibile è un marchio d identità
    • oggi l arte è disponibile x tutti e nn certo x i sussidi. eppure berlusconi viene rieletto.
    • la musica italiana: estraniata dai sussidi ancora nn si è ripresa
    • proposta baricco: basta soldi alla cultura. diamoli a tv e scuola.
    • il pubblico della cultura:  alta borghesia. fallito il sogno di un coinvolgimento
    • oggi il pubblico collassa come i finanziamenti privati. ovvio un eccesso o un errore nell offerta
    • perdita di status simbol per c.
    • lettori in calo. troppo tempo vitale sprecato
    continua
  44. Parte 2 (a) La disposizione genetica: due miti discutibili e una trappola - Kulturinfarkt: Azzerare i fondi pubblici per far rinascere la cultura di Dieter Haselbach, Pius Knusel, Armin Klein, Stephan Opitz - #laculturacompensa #kulturstadt #trappoladorno #semprecolpadegliusa #cio'chepiacehagiàperso #fasciocapitalismo #lagrandenarrazione #quantificazionedellacultura #innaffiatoiodeltuttoècultura
  45. Avanguardia e pop - cowen tabarrok an economic thery of avantgarde
    • Premessa: l artista è un tipo particolare: produce e consuma il suo lavoro
    • Premessa: per ragionare in termini economici distingui tra arte riproducibile (moltiplicabili a costo zero) e nn ripr
    • Musica e film sono riproducibili e il mercato per loro diventa una tentazione. La pittura è poco riproducibile (costi opportunità bassi) e nn per niente è la regina delle avanguardie
    • Guarda all estensione del mercato. Se il mercato è esteso si creano nicchie che favoriscono le avanguardie poichè favoriscono l incontro tra fornitore e consumatore, specie se l arte è nn riproducibile questo è uno stimolo all'avanguardia come specializzazione. Se è riproducibile le nicchie sono compensate dai costi opportunità di cui sopra.
    • Guarda anche al costo: i film devono coprire un alto costo rispetto alla pittura
    • Guarda alla ricchezza di una società. Le soc ricche producono più avanguardia. L artista ricco pensa più a se stesso. L utente con molto tempo libero approfondisce di più.
    • Convergenza: mozart e beet erano le rockstar dei loro tempi. Boulez e carter sono oggi degli sconosciuti. Perchè? 1 perchè la ricchezza libera l artista 2 perchè i sussidi alla cultura puovono
    continua
  46. Chi sono i veri nemici della scienza di Giogio Israel
    • Cap 5 cultura del divertimento
    • I festival. Dietro il divertimento l ideologia e la messa progressista.
    • Ideologia anche nella scuola: il democraticismo nn tollera i maestri. Meglio il sistema con tanto di macchine che quantificano le valutazioni, meglio se le appiattiscono. Tutti contro la didattica trasmissiva
    • Mai nella storia l esperienza ha preceduto la teoria. La riflessione sulla natura ci ha dato newton. Koyrè: la buona fisica si fa a priori. Questa sentenza la si trae studiando la storia. Il ministero dell istruzione nn si capisce bene cosa abbia studiato.
    • Conclusione la distorsione dei metodi
    • Cos è la scienza? I più rispondono con sicumera elucubrando sui metodi. Ma la scienza è piuttosto un cumulo di conoscenze. La scienza è un contenuto.
    • Thom: il metodo scientifico nn esiste e il metodo sperimentale è fatto solo da tradizioni locali di laboratorio
    • La scienza per i giornali: una tradizione post medievale. Cioè tipo che euclide è nato dopo il medioevo anzichè prima
    • Neuroscienza: nessuno dubita che se penso qualcosa accade nel mio cervello ma da qui a stabilire nessi. La questione è meramente ontologica. Eppure a leggere certi articoli tutto sembra risolto.
    continua
  47. Avoid News Towards a Healthy News Diet By Rolf Dobelli

    • Il problema: We are so well informed and yet we know so little. Why?
    • In the past few decades, the fortunate among us have recognized the hazards of living with an overabundance of food (obesity, diabetes) and have started to shift our diets. But most of us do not yet understand that news is to the mind what sugar is to the body.
    • Un'esperienza personale. I have now gone without news for a year, so I can see, feel and report the effects of this freedom first hand: less disruption, more time, less anxiety, deeper thinking, more insights.
    • No 1 –News misleads us
    • systematically News reports do not represent the real world. Our brains are wired to pay attention to visible, large, scandalous, sensational, shocking,
    • Esempio. Take the following event. A car drives over a bridge, and the bridge collapses. What does the news media focus on? On the car. On the person in the car. Where he came from. Where he planned to go. How he experienced the crash (if he survived). What kind of person he is (was). But –that is all completely irrelevant. What’s relevant? The structural stability of the bridge.
    • Terrorism is overrated. Chronic stress is underrated. •The collapse of Lehman Brothers is overrated. Fiscal irresponsibility is underrated. •Astronauts are overrated. Nurses are underrated. •Britney Spears is overrated. IPCC reports are underrated. •Airplane crashes are overrated. Resistance to antibiotics is underrated.
    • No 2 –News is irrelevant
    • Out of the approximately 10,000 news stories you have read in the last 12 months, name one that –because you consumed it –allowed you to make a better decision
    • At its best, it is entertaining, but it is still irrelevant.
    • Esempio. In 1914, the news story about the assassination in Sarajevo dwarfed all other reports in terms of its global significance.
    • The first Internet browser debuted in 1995. The public birth of this hugely relevant piece of software barely made it into the press despite its vast future impact.
    • No 3 – News limits understanding
    • News organizations pride themselves on correctly reporting the facts, but the facts that they prize are just epiphenomena of deeper causes.
    • Il difetto di ciò che conta. The important stories are non-stories:
    • No evidence exists to indicate that information junkies are better decision makers.
    • No 4 –News is toxic to your body
    • Stress cronico. News constantly triggers the limbic system. Panicky stories spur the release of cascades of glucocordicoid (cortisol). This deregulates your immune system and inhibits the release of growth hormones. 
    • No 5 –News massively increases cognitive errors
    • News feeds the mother of all cognitive errors: confirmation bias. We automatically, systematically filter out evidence that contradicts our preconceptions
    • exacerbates another cognitive error: the story bias. Our brains crave stories that “make sense”– even if they don’t correspond to reality.
    • This reminds me of high school. My history textbook specified seven reasons (not six, not eight) why the French Revolution erupted. The fact is, we don’t know why the French Revolution broke out.
    • No 6 –News inhibits thinking
    • Thinking requires concentration. Concentration requires uninterrupted time. News items are like free-floating radicals that interfere with clear thinking.
    • In a 2001 study1 two scholars in Canada showed that comprehension declines as the number of hyperlinks in a document increase.
    • No 7 –News changes the structure of your brain
    • News works like a drug. As stories develop, we naturally want to know how they continue.
    • The human brain is highly plastic. Nerve cells routinely break old connections and form new ones. When we adapt to a new cultural phenomenon, including the consumption of news, we end up with a different brain. Adaptation to news occurs at a biological level. News reprograms us. Most news consumers –even if they used to be avid book readers –have lost the ability to read and absorb lengthy articles or books.
    • Michael Merzenich (University of California, San Francisco), a pioneer in the field of neuroplasticity: “We are training our brains to pay attention to the crap.”Deep reading is indistinguishable from deep thinking.
    • No 8 – News is costly
    • News taxes productivity three ways:
    • First, count the consumption-time that news demands.
    • Second, tally up the refocusing time – or switching cost.
    • Third, news distracts us even hours after we’ve digested today’s hot items. News stories and images may pop into your mind hours, sometimes days later,
    • No 9 – News sunders the relationship between reputation and achievement
    • Fame is misleading because generally people become famous for reasons that have little relevance to our lives.
    • No 10 – News is produced by journalists
    • My estimate: fewer than 10% of the news stories are original. Less than 1% are truly investigative.
    • No 11 – Reported facts are sometimes wrong,
    • Today, the fact checker is an endangered species at most news companies
    • No 12 – News is manipulative
    • Our evolutionary past has equipped us with a good bullshit detector for face-to-face interactions.
    • Stories are selected or slanted to please advertisers (advertising bias) or the owners of the media (corporate bias), and each media outlet has a tendency to report what everyone else is reporting, and to avoid stories that will offend anyone (mainstream bias).
    • No 13 –News makes us passive
    • News stories are overwhelmingly about things you cannot influence. This sets readers up to have a fatalistic outlook on the world.
    • Una teoria della depressione. Viewed on a timeline, the spread of depression coincides almost perfectly with the growth and maturity of the mass media.
    • 14 –News gives us the illusion of caring
    • “We may want to believe that we are still concerned. We sing “We Are the World”
    • No 15 – News kills creativity
    • Things we already know limit our creativity. This is one reason that mathematicians, novelists, composers and entrepreneurs often produce their most creative works at a young age.
    • Fatti. I don’t know a single truly creative mind who is a news junkie. On the other hand, I know a whole bunch of viciously uncreative minds who consume news like drugs.
    • Policy. What to do instead Go without news. Cut it out completely. Go cold turkey. glance through the summary page of the Economist once a week. Go for magazines that connect the dots
    • Morale. Society needs journalism – but in a different way. Investigative journalism is relevant in any society.



    continua
  48. Conservative vs. Liberal Jobs By Robin Hanson
    • some jobs that lean conservative: soldier, police, doctor, religious worker, insurance broker.
    • These seem to be jobs where there are rare big bad things that can go wrong,
    • other conservative jobs: grader & sorter, electrical contractor, car dealer, trucker, coal miner, construction worker, gas service station worker, non-professor scientist.
    • Conservatives are more focused on fear of bad things, and protecting against them.
    • some jobs that lean liberal: professor, journalist, artist, musician, author.
    • Here you might see these jobs as having rare but big upsides.
    • But consider these other liberal jobs: psychiatrist, lawyer, teacher.
    • Here the focus may just be on people who talk well. And that can also make sense of many of the previous list of liberal jobs.
    continua
  49. The Secret of Our Success: How Culture Is Driving Human Evolution, Domesticating Our Species, and Making Us Smarter by Joseph Henrich CHAPTER 1 A PUZZLING PRIMATE - #giocodelsopravvissuto - #intelligenzachenonspiega @obbedienzarito #ilgrandecumulo @infanziavecchiaia
  50. 6 Cultural Biases - Fair Play: What Your Child Can Teach You About Economics, Values and the Meaning of Life by Steven E. Landsburg - #fedeovunque #furtosingoloedimassa #abortoepenadimorte #schiavitùetassaprogressiva #ilbatteriodellapeste #safesexsafecrime #dirittolavorodirittofidanzate 


Obliqua difesa di Fabio Volo

Dopo i successi riscossi in radio e in televisione quel simpaticone di Fabio Volo ha cominciato a scrivere libri dominando ben presto le classifiche con oltre 5 milioni di copie vendute.
Il dibattito si è subito aperto: per molti la fama letteraria di Fabio Volo è un chiaro sintomo del degrado culturale in cui è precipitata la nostra editoria, d'altronde non poteva che finire altrimenti quando il dio denaro detta legge anche nel sacro tempio della cultura.
volo
E' difficile difendere il ragazzone bergamasco, specie se non hai letto i suoi libri, tuttavia si puo' tentare di farlo in modo obliquo, difendendo quel mondo di cui Fabio Volo rappresenta l' esito obbligato: la cultura commerciale. Nel mondo della cultura commerciale meriti e fama viaggiano separati, è chiaro che in casi del genere ti becchi tonnellate di Fabio Volo e anche di peggio.
Parto subito con un'ammissione: se il vostro obbiettivo è quello di educare il prossimo la cultura commerciale non è lo strumento ideale. Si tratta di un difetto così grave? Non penso: difficile educare un ventenne che entra in libreria, ormai è tardi. Vale la pena di ricordare il motto dei gesuiti: "dateci un bambino di sei anni e ne tireremo fuori un uomo". Per loro è tardi anche a sette anni! Se la cultura educa poco vorrà dire che ci penserà la scuola o qualcos’altro, vi sembra davvero una richiesta tanto bizzarra?
Ecco, molti si fermano qui: se la cultura non educa allora che me ne faccio? La scarsa capacità educativa della cultura commerciale è senz'altro un costo ma in un'analisi costi/benefici bisognerebbe dare un'occhiata anche ai secondi.
La cultura commerciale esalta le scelte del consumatore e se hai delle tare nella testa queste si trasferiscono anche nelle tue scelte. Il lato buono della faccenda è che perlomeno sarai più motivato in quel che fai. La motivazione non è cosa da poco, è la premessa necessaria per fare un'esperienza autentica. Così come molti hanno le loro poche ma reali esperienze estetiche guardando la pubblicità, molti avranno le loro uniche sincere emozioni letterarie impugnando un libro di Volo. Meglio che niente, lo deve ammettere anche chi immagina facilmente standard più elevati.
Tra le virtù della "celebrità" c'è quella di convivere bene col "merito".
La celebrità si limita ad essere celebre, non vuole accollarsi alcun merito, lo lascia volentieri ad altri, anzi, in un mondo complicato le chiare leggi della celebrità ci orientano, e orientano anche chi è ossessionato dai "meriti". Quando il fine letterato entra in libreria sa già dove trovare i libri di Iosif Aleksandrovič Brodskij di cui è sempre in caccia: nell' angolo in fondo a destra (quello con la muffa incipiente), giammai in vetrina o sul bancone centrale, da cui gira debitamente alla larga senza perder tempo. In fondo l' importante non è dove sta il suo tesoretto ma saperlo reperire alla svelta. Nel mondo dei fan di Volo posso leggere Dante in santa pace, ne posso disporre a poco prezzo, in tempo reale e in quantità elefantiache; nel mondo dei fan di Dante (per esempio la scuola obbligatoria) posso leggere Volo solo sottobanco, anzi, sotto il banco. Il paradosso è che in quel mondo scarseggia persino "Dante", è razionato con cura ed elargito dall'alto ad un'élite ristretta.
L'esistenza delle celebrità migliora il mondo anche facilitando le relazioni. Se voglio attaccare bottone con una ragazza posso buttar lì qualcosa su Volo, funziona! Funziona sia con l'analfabeta che con l’ esegeta di Paul Celan. Grazie a Volo non dobbiamo sempre ricorrere al tempo atmosferico, è un  gran passo avanti!
Ma la separazione tra fama e merito ha un pregio che s' impone su tutti: moltiplica la varietà. La varietà ci fa digerire meglio l’ abbondanza.
Nel mondo del merito oggettivo i Sacerdoti vergano  un unico canone letterario con al vertice una ristretta élite: la (ormai) sparuta schiera dei consumatori di libri registra e legge (spesso annoiandosi), quella dei produttori potenziali di libri registra e per una vita si rode  il fegato dall' invidia.
Nel mondo dove fama e merito convivono, invece, ognuno puo' cercare la sua nicchia e lì dentro realizzarsi. Ci sono nicchie ovunque.
Andy Warhol disse che c'è un quarto d'ora di celebrità per tutti. Un quarto d'ora dura poco ma di quarti d'ora ce n'è una caterva.
Avete presente quanto è voluminoso Il libro dei Guinness? Trovate la vostra nicchia e primeggiate se ne avete voglia, così anche in letteratura.
Cercate la vostra specialità! Il mondo è talmente vario che primeggia anche mia nonna: in parrocchia nella gara delle torte di ribes vanta una striscia di successi non indifferente e vive beata nella sua nicchia dove puo' sfoggiare uno status invidiabile, tutti si scappellano quando passa sul sagrato, anche se la gara delle torte ormai si perde indietro nel tempo.
E allora, basta rosicare! Cercate la vostra nicchia e coltivate lì una vostra rispettabilità. Un mondo vario ci salva dalle umiliazioni della “gerarchia unica” dove avrete inevitabilmente un posto infame.
I libri di volo vi offendono? Chiamateli libroidi e continuate a vivere tranquilli leggendo cio' che vi esalta, c'è posto per tutti nel grande mondo della cultura commerciale.
Senza contare che la varietà ha anche un valore sperimentale, a volte fai delle scoperte che neanche un pool di critici super-selezionati avrebbe potuto mai preventivare: alcuni videogame sono vere opere d'arte! Chi l'avrebbe detto? In fondo la cultura USA (una delle più commerciali) non ha prodotto solo schifezze, regge bene il confronto con la cultura sussidiata di stampo europeo, e parlo per eufemismi. Certo, noi abbiamo un grande passato ma spesso dimentichiamo che persino gran parte di quel passato era “cultura commerciale” sponsorizzata da mecenati.
Per tirare le somme mi sembra proprio che i benefici compensino i costi, scelgo allora il mondo della cultura commerciale, scelgo il mondo che scinde fama e meriti, scelgo il mondo della varietà, scelgo il mondo che consacra Fabio Volo. E' il mondo migliore, forse, anche per leggere Dante.

mercoledì 22 aprile 2015

La violazione della legge è immorale

E' immorale violare la legge anti-immigrazione. In generale possiamo fare tre casi:

  1. Chi parte presumendo che violare una legge sia sempre immorale. In questo caso si accetta comunque che in condizioni eccezionali sia lecito violarla e le condizioni di indigenza dell' immigrato sono senza dubbio eccezionali.
  2. Chi ha una presunzione debole. E' una posizione più coerente della prima visto che noi stessi violiamo ripetutamente la legge più volte al giorno senza sentirci colpevoli (semafori rossi, strisce pedonali, limiti di velocità, cinture di sicurezza, sicurezza sul lavoro, ripetizioni...). Naturalmente in questi casi la violazione della legge anti-immigrazione non puo' dirsi immorale.
  3. Chi non vede connessioni tra legge e moralità. In questi casi l' esito dell' analisi è chiaro.
A questo punto la domanda diventa: è moralmente doveroso violare o aiutare ad infrangere una legge ingiusta?

Il saldo

Il paternalismo crea il mercato nero, cosicché il paternalista puo' essere considerato oggettivamente responsabile per i danni collaterali che si creano su un mercato del genere.

Una possibile replica, per esempio del proibizionista in tema di droghe: se io sono oggettivamente responsabile per quei danni tu, liberalizzatore, lo sei per i danni che si creano su un mercato libero, ovvero per i maggiori drogati che implica l' accesso facilitato alle sostanze.

Il ragionamento è valido ma va completato: io mi prendo anche i meriti per la libertà che dò a quelle persone.

Ora, facciamo il saldo, cosa vale una vita senza libertà?

lunedì 20 aprile 2015

Destra e sinistra


  1. L' Uomo di Destra (UD) sembra più interessato al sostentamento, l' Uomo di Sinistra (US) alla prosperità. Scott Alexander.
  2. UD sembra tollerare le diseguaglianze meglio di US. Vedi dibattito Venziani/Bobbio.
  3. In Italia US è particolarmente vanitoso, in effetti si è sempre confrontato con un finto UD, l' UD italiano non è altri che la parte meno colta degli US.
  4. UD enfatizza la diversità di ogni individuo, US è più incline al conformismo.
  5. UD indulge al disprezzo, US giustifica l' invidia.
  6. UD ama la tradizione e ritiene che siamo nani sulle spalle di giganti. US ci invita ad usare la ragione e a fare tabula rasa del passato quando non si riconcilia con essa.
  7. Genealogia storica di US: democrazia ateniese, cesarismo, settarismo eretico, rivoluzione gloriosa, rivoluzione francese.
  8. Mano nella mano: millenarismo, nazionalismo, puritanesimo, egalitarismo socialismo.
  9. In italia spesso si sente dire che "gli estremi si toccano". No, non c' è niente di più distante che gli estremi, quando sentite questa espressione di solito ci si riferisce a realtà contigue, senonchè la sinistra ama chiamare "destra" una certa sinistra nemica.
  10. UD rimpiange il passato, nel tempo storico il passato è la società senza stato, una realtà definitivamente tramontata dopo la rivoluzione francese. UD non riesce ad accettare l' idea di stato e il concetto di "tributo" su cui questa idea si regge. Ora, trovate forse che in Italia cio' che viene chiamato "destra" sia così diffidente dello stato? Al contrario, lo ama e lo mette al centro di tutti i suoi progetti. In Italia la destra è una forma assunta da certa sinistra.
  11. Lo storico De Felice ha dimostrato che il fascismo era un movimento rivoluzionario, ovvero di sinistra.
  12. Un quadro ideologico più chiaro lo fornisce il parlamento quadrato, ovvero il parlamento dove le persone si collocano in un piano delimitato da due assi che rappresentano le questioni sociali e le questioni economiche. Ecco, in un parlamento del genere l' ideologia libertaria scombinerebbe la semplicistica opposizione destra/sinistra.
  13. Spesso il collettivista si ritiene un progressista di sinistra ma le tribù africane di migliaia di anni fa non erano poi così progressiste,
  14. La Chiesa Cattolica è di destra o di sinistra? Sulle questioni sociali tende a destra, su quelle economiche a sinistra. E qui cominciano i suoi guai poiché le élites accademiche hanno esattamente l' orientamento opposto.
  15. UD abbraccia idee di giustizia sostanzialmente riconducibioli al soggettivismo e al just desert, con alcuni che si spingono fino all' utilitarismo. US privilegia il maxmin di Rawls, magari limitato alle pari opportunità e, nei casi più radicali, si spinge fino all' egalitarismo.
  16. UD pensa che 1) gli incentivi contino, 2) le esternalità su cui interferire siano poche e 3) che l' uomo sia essenzialmente razionale. US pensa l' opposto.
  17. Oggi la confusione sotto il sole è massima. Un esempio? E' pià di destra l' Inghilterra o la Danimarca? L' Inghilterra ha tasse più basse ma la Danimarca è molto più liberista (il 100% del suo sistema scolastico è imperniato sui voucher). Forse Hong Kong e Singapore mediano bene per giungere allo stato ideale per la destra.
  18.  Passando in rassegna le professioni di solito favorite da UD si nota che non prevedono grandi diseguaglianze negli outcomes (esempio, meccanico, ragioniere...), mentre quelle di sinistra spesso presentano vertiginose diseguaglianze e una componente elevata di fortuna (es. attore, giornalista, avvocato...).
  19. US ha una certa ossessione per la purezza etica, UD è spesso più realista. Non a caso US si presenta nella storia nelle sette eretiche medioevali e in certo monachesimo rigorista.
  20. Jonathan Haidt ribalta il punto precedente: psicologicamente UD si concentra sulla purezza mentre US sul danno.
  21. Montaner su destra/sinistra: una divisione che in sudamerica ha senso solo in riferimento al ruolo che s'intende dare allo stato.
  22.  My Simplistic Theory of Left and Right Bryan Caplan

    • teorie comuni: uguaglianza-diseguaglianza. tradizione-nuovismo. ricchi-poveri...
    • proposta una distinzione psicologica: l uomo di sinistra -us- è antimercato. l uomo di destra -ud- è antisinistra.
    • spiegato meglio: ud è più pronto ad accettare le leggi di natura - siamo diversi siamo diseguali c è una gerarchia. l'us è più propenso a correggere la natura con l intervento politico incurante della nirvana fallacy...
    • nota: l ud è un impolitico. si occupa di politica solo x opporsi alla sinistra...
    • nota: in un accezione allargata il mercato si identifica con la natura (tanto è vero che si parla di giungla)...
    • tutto ciò nn ricorda thomas mann?
    continua
  23. L'US crede nella statistica. L'UD nella legge di IP, nella legge di Peltzman e in quella di Goodhart. Ovvero, cio' che ci rende sicuri rischia di danneggiarci ancora di più. La sicurezza non fa che accumulare nuovi guai gonfiando bolle che ci condurranno alla catastrofe e che non possono essere rilevate dalla statistica (che guarda solo al passato recente).
  24. Liberal fascism di Jonah Goldberg
    • Come definire il fascismo? Quasi impossibile
    • Griffin: populismo e nazionalismo
    • Eatwell: palingenesi sociale
    • Gentile: rinascita e monopolio del potere
    • Nolte: voglia di opporsi
    • Payne: secular religion
    • Oggi: f sinonimo di eretico. Neghi il gw? Sei come chi nega le camere a gas. Precursore: orwell
    • Fascismo e militarismo: legame nn necessario
    • Liberal e guerra. Guerra al cancro alla droga alle discriminazioni
    • Razzismo. Centrale nel nazismo. Ma anche nell islamismo nell afrocentrismo. Black phanter
    • Fidel castro. Un f da manuale. Cessa di esserlo se f=bad guy.
    • Conclusione: il f nn è solo di ds ma anche di sinistra
    • F e comunismo: competono x gli stessi elettori. Difficili da distinguere in teoria. Le religioni che hanno rimpiazzato il crist.
    • Tesi: molte idee l sono eredità fasciste
    • L olocausto ha annebbiato le idee alzando un nebbione
    • Perchè i fondatori del new deal guardavano ammirati al f.
    • Esperimento. Guardiamo a chi simpatizzava x il f prima della sua dannazione: anni 20/30
    • Du bois roosvelt woodrow wilson
    • Tesi: nel corso I war usa fascisti
    • Dopo: la dannazione di Stalin: i socialisti nn alleati erano fascisti
    • Il primo movimento fascista: la rivoluzione francese totalitario terrorista nazionalista espansionista con dittatore e minoranze illuminate
    • Rousseau: politica come religione guerra al cristianesimo
    • Rivoluzione americana: consevativa
    • Il f difficile da definire. Razzista? Mussolini peoteggeva gli ebrei? Anti cristiano? I rumeni vantavano legioni cristiane. Anticomunista. Le blueshirts cinesi chiedevano il sequestro dei mezzi di produzuone. Guerrafondaio? La spagna stette alla larga da ogni guerra
    • Tesi f = totalitarismo
    • l equivoco arendt. per lei totalitarismo=stato orwelliano. no. meglio mussolini: totalitarismo=cura per tutti per tutto dalla culla alla tomba. nulla ricade fuori dai compiti dello stato. il sesso è politica il cibo è politica lo sport è politica. fiducia nella perfettibilità e nell esperto per creare un mondo migliore
    • Tesi: fascismo = religione dello stato
    • american progressivism: fascismo cristiano. il ruolo della chiesa nella lotta per proibizionismo e diritti civili. slogan criptoreligiosi: "speranza" "yes we can". e poi il vizietto dell eugenetica: margaret sargent un nome un programma
    • la passione linguistica: una passione dei fascismi e della sinistra post moderna. heidegger nietzsche icone di entrambi i movimenti
    • l accusa di nazi fascismo è interdetta perchè implica simpatia per il genocidio. ma il genocidio non è l essenza del nazismo qs simpatia la si chiami hitlerismo!
    • ebrei: sovrarappresentati nel governo fascista italiano. franco si rifiutò di consegnarli a hitler
    • cospirazionismo. l'accusa agli ebrei assomiglia all'accusa alle multinazionali e ai banchieri internazionali. un patrimonio della sinistra
    • amore per i sindacati: fascisti e liberal se lo spartiscono
    • ossessioni per gli animali contro il fumo per il salutismo... fascisti e liberal i più coinvolti
    • Un esempio emblematico di battaglia antifasc?  Battersi x il diritto a nn essere sani
    • Huxley vs orwell. Gioia preconfezionata vs oppressione invisibile. Il fascismo è descritto da h più che da o. Farmaci neuroscienze eugenetica..
    • Liberal fascism: il nazismo illuminato immaginaro da hg wells. A lui si deve qs espressione
    • L espansionismo dei progressisti: esportare il bene
    • Cap1 mussolini
    • Le canzoni di cole porter
    • Oggi è dipinto come se parlando di fdr cominciassimo con l internamento dei giap
    • Simpatizzanri: wallace stevens freud puccini toscanini james columbia univ
    • Ispiratori: lenin trotsky rousseau roberspierre wulliam james
    • Critici: hemingway nock ku klux klan
    • Odio x la religione. Nietzscheano
    • Mussolini bibliomane come hitler
    • Star del socialismo radicale
    • Influenza del pragmatisno: william james tra gli ispiratori. Violenza se necessaria
    • Rousseau: divinizzazione della comunità
    • Roberspierre: il nuovo uomo
    • Interventismo: gli stessi argomenti di wilson dewey
    • Mussolini modernista. Socialusma fino alla morte. Odio x la borghesia
    • Cap 3 hitler
    • Disprezzato dai fascisti xchè rozzo e razzista
    • Culto dell azione. Ideali confusi. Pragmatismo.
    • Manipolato xchè antibolscevico
    • Chi supportò il nazismo? Vecchia versione: la borgh in funzione anticom. Nuova versione: il proletariato
    • I nemici: conservatori e borghesi. Razionalismo.
    • Reazionario? No: pagano e cultore della tabula rasa
    • Ammirazione x stalin derisione x i reazionari
    • L invidia della gioventù. Complesso d inferiorità
    • Meine kampf: nazionalismo senza patriottismo (rispetto istituzione e tradizione)
    • Odio x il comunismo: cospirazione ebraica. Niente a che vedere con la dottrina
    • Comunisti: radek: nazisti fratelli. Trozky: nazisti ultimo singhiozzo del capitalismo
    • Cap successivi
    • Fascismo fonte d ispirazione x wilson roosvelt kennedy johnson
    • Il dio stato la guerra del bene l aiuto ai bisognosi salutismo animali eugenetica purezza aborto politica dell identità fascismo economico sindacalismo corporativismo
    • Un esempio: la ricezione di the bell curve. Murray libertario accusato di razzismo
    • Il pragmatismo della sinistra: clinton la ricostruzione dell uomo
    • La retorica del villaggio. Pensare ai bambini. Appelli ai bambini
    • Fascismo: ha perso ma ha vinto. Le politiche culturali: mai così tanti fondi. Educazioni sessuale ecc.
    • Fascismo verde. E organico
    • Le tentazioni fasciste dei conservatori: esportare la democrazia!
    continua
  25. My Simplistic Theory of Left and Right Bryan Caplan

    1. Leftists care more about equality, rightists care more about efficiency.
    2. Leftists care more about the poor, rightists care more about the rich.
    3. Leftists are more secular, rightists are more religious.

    To my mind, though, all these theories overintellectualize Left and Right.  Neither ideology is a deduction from first principles.  Not even close.  What binds Leftists with fellow Leftists, Rightists with fellow Rightists, is not logic, but psycho-logic.  Feelings, not theories.

    What's my alternative?  This:

    1. Leftists are anti-market.  On an emotional level, they're critical of market outcomes.  No matter how good market outcomes are, they can't bear to say, "Markets have done a great job, who could ask for more?"  

    2. Rightists are anti-leftist.  On an emotional level, they're critical of leftists.  No matter how much they agree with leftists on an issue, they can't bear to say, "The left is totally right, it would be churlish to criticize them.

venerdì 17 aprile 2015

Sostienimi

Il problema della sostenibilità entra nei programmi scolastici, qualche considerazione:
  1. Definizione: una soluzione non è sostenibile se la sua applicazione pregiudica le generazioni future.
  2. Problema: dovremmo conoscere il mondo delle generazioni future per attuare programmi sostenibili, in particolare dovremmo conoscere le preferenze di queste ultime: vogliono un mondo più comodo o più "verde"? O ancora: puo' darsi che le generazioni future non abbiano più acqua potabile che sgorgherà dai loro rubinetti. Ma tutto cio' è irrilevante se quelle generazioni potranno permettersi di acquistare acqua in bottiglia.
  3. Altro problema: se anziché considerare i danni alle generazioni future consideriamo i "danni netti", il tutto si riduce al classico calcolo costi/benefici. 
  4. Il più rilevante indicatore di sostenibilità è la capacità di fare utili senza sussidi.
  5. Chi non concorda col giudizio di mercato probabilmente considera solo i costi visibili, un caso classico è il km0: si guarda ai costi di trasporto ma non ai costi allocativi delle risorse (fare del centro di una grande città un campo di grano è uno spreco bell e buono).
  6. La sostenibilità alternativa al mercato (vedi riciclaggio) richiede una notevole regolamentazione e quindi spreco e corruzione.
  7. il calcolo della sostenibilità è troppo complesso per non essere affidato ai prezzi di mercato.
Continua.

giovedì 16 aprile 2015

Il dualismo difeso

Il dualismo difeso da Swinburne:

  1. Il fatto di continuare a vivere anche dopo la distruzione del nostro corpo è logicamente possibile (immaginiamoci in una stanza, esseri pensanti che ignorano se hanno o meno un corpo)
  2. Un resoconto fisicalista di come si trasferisce l' identità è fallace (vedi i casi del brain split o del teletrasporto), cio' sembrerebbe implicare l' esistenza di una realtà spirituale.
  3. Conclusione: accettare l' ipotesi dell' anima è la via più semplice per affrontare i temi dell' identità.
Continua

Donne cattoliche e donne femministe

Su una cosa la piattaforma delle donne cattoliche e delle femministe si incontra: più asili per tutti (in modo da conciliare meglio lavoro e maternità).

Quello che non capisco: perché più asili e non più flessibilità sul lavoro e sui servizi all' infanzia?

A volte due problemi tendono a mescolarsi: quello della povertà e quello vero e proprio della conciliazione tra lavoro e maternità.

Leviamo di mezzo il primo, quello della povertà e immaginiamo un mondo perfettamente flessibile.

Ebbene, io, mamma lavoratrice, posso tappare tutti i buchi che crea la gestione di un figlio attraverso il baby sitting, in questo modo risolverò ogni problema.

Qualcuno potrebbe obiettare: ma io considero un valore passare più tempo col bambino, voglio tempo per me e per noi due insieme, non mi basta "tappare i buchi".

Risposta: non c' è problema, paghi questo tuo valore rinunciando a parte del tuo stipendio (su un mercato flessibile questa operazione risulta semplice) e acquisti una porzione del tuo "valore" sul mercato.

Conclusione. grazie alla flessibilità è facile conciliare bimbi e lavoro, ognuno puo' farlo restando in linea con i valori che intende professare. Va da sé che alcuni valori saranno più costosi di altri, ma questo non ci sorprende, è sempre così.

I problemi potrebbero nascere una volta che introduciamo l' elemento povertà, ma a questo punto dobbiamo anche segnalare che cessiamo di occuparci di un problema come la "conciliazione bimbi/lavoro" per occuparci invece della "povertà" delle perone nella società contemporanea.

Domanda: se una persona non guadagna a sufficienza per permettersi una baby sitter tappa-buchi, perché mai dovrebbe pagarla in sua vece un' altra persona finanziando la realizzazione di "più asili"?

Se il lavoro della baby sitter vale di più del lavoro della "lavoratrice" allora quest' ultima potrebbe dedicarsi al primo. Farsi pagare da terzi per avere una baby sitter è una mera redistribuzione di reddito  a cui si accede facendo un figlio, nulla ha a che vedere con la conciliazione tra lavoro e figli. E' è un po' come farsi pagare per avere un figlio. Io dico: "voglio fare un figlio, non posso permettermelo perché svolgo un lavoro a basso valore aggiunto e tu mi devi pagare il suo mantenimento".

Non so se sia molto etico farsi pagare per avere un figlio. Puo' darsi di sì, puo' darsi che i figli siano un diritto, che avere figli sia considerato un bene essenziale per il soggetto e che quindi debba essere fatto rientrare nel "reddito minimo" a cui accede ogni cittadino povero. Purché sia chiara una cosa: stiamo parlando di povertà (e quindi di reddito minimo), non di "conciliazione" tra maternità e lavoro, a quella, come chiarito, ci pensa la flessibilità: deregolamentazione dei contratti, deregolamentazione del babysitting, deregolamentazione degli asili...

L' importanza del Patriarcato

Perché le femministe insistono tanto sulla teoria del Patriarcato? Eppure, per molte loro istanze, non sembrerebbe necessario supportare una teoria a prima vista tanto lacunosa!

In genere la "teoria del Patriarcato" serve come argomento a sostegno della politica delle "quote rosa".

A chi obietta che le "quota rosa" siano una discriminazione al contrario si puo' rispondere che, in ogni caso, non è una discriminazione oppressiva. Solo le discriminazioni inserite in un sistema oppressivo che tende a subordinare un gruppo sociale sono condannabili.

La cosa salta agli occhi quando notiamo che in fondo noi discriminiamo ogni giorno i soggetti con cui ci relazioniamo senza commettere alcun obbrobrio morale.

Per le femministe le discriminazioni subite dalle donne in passato, contrariamente alla discriminazione perpetrata attraverso le quote rosa, avevano natura oppressiva ma è chiaro per poter sostenere una cosa del genere è necessario una teoria come quella del Patriarcato.

mercoledì 15 aprile 2015

Leggi di Cowen

Tenere sempre ben presenti le due leggi di Cowen:

  1. In ogni posizione che si sostiene c' è almeno un errore (la coscienza di questo fatto dovrebbe invitarci alla prudenza).
  2. Su ogni argomento c' è una letteratura abbondante, penso a persone che hanno dedicato la vita a sviscerarlo (la coscienza di questo fatto dovrebbe indurci a limitare le "sparate" estemporanee, almeno finché non si domina la letteratura di cui sopra.
Continua.



A chi presentare il conto della discriminazione?

Oggi l' affirmative action concentrerebbe i costi sui maschi in cerca di lavoro anziché su quelli che già lavorano. Ironia della sorte, se esiste una discriminazione, questa è perpetrata dai maschi che già lavorano, bisognerebbe quindi spostare i costi su questa categoria se si vuole evitare una "discriminazione invidiosa" dei maschi in cerca di lavoro. Perché non lo si fa? Forse la logica dell' affirmative action è così debole che non reggerebbe ad un reale attacco portato da una categoria organizzata come quella dei maschi che lavorano.

lunedì 13 aprile 2015

Legge naturale



  1. Nel diritto la legge naturale è una legge dotata di fondamento, la tradizione del giusnaturalismo è legata alla tradizione religiosa e il fondamento è divino, tuttavia potrebbe anche essere di altro tipo.
  2. Il positivismo giuridico si oppone al giusnaturalismo ma quest' ultimo non si oppone al primo, anzi,ne sottoscrive praticamente tutte le tesi (tranne la negazione dei diritti naturali) il che dovrebbe far riflettere sulla relazione particolare tra le due impostazioni.
  3. Il p.g. nega l' esistenza di diritti naturali mentre il giusnaturalismo non nega l' esistenza dei diritti positivi, anzi, li considera di gran lunga prevalenti.
  4. Slogan del giusnaturalismo: le leggi ingiuste non sono leggi. La formulazione più corretta sarebbe meno icastica, ma evita equivoci: "la legge ingiusta è una perversione della legge".
  5. Il positivismo giuridico più che una teoria distinta (e sbagliata) è una teoria incompleta rispetto al giusnaturalismo. Il p.g., per un giusnaturalista, è il naturale proseguimento del giusnaturalismo, tanto è vero che il termine "positivismo giuridico" è stato introdotto da Tommaso come parte della sua teoria giuridica, e non in opposizione ad essa.
  6. Il p.g. è disinteressato alla domanda "quale legge dovremmo avere?"
  7. Il giusnaturalista si occupa della leggittimità, e quindi della giustificazione delle leggi, il positivista della legalità, ovvero del vigore di un sistema sanzionatorio. Per il primo, quindi, il grado di compliance è l' indicatore decisivo.
  8. Trascurare la compliance conduce ad inconvenienti seri: per esempio alla complicazione del diritto. Chi non si occupa della compliance non dà alcun peso nemmeno ad un diritto di fatto inapplicabile senza una forza eccessiva che lo sostenga.
  9. Il giuspositivista ha un problema col linguaggio comune  - il "dovere", per lui, assume sfumature lontane dalla sensibilità etica - e rischia sempre di cadere nel mito della neutralità nascondendo, in realtà, preferenze ben precise.
  10. Per il giusnaturalista un primo fondamento del diritto è costituito dai fatti sociali: legislazione e consuetudini.
  11. Ci si chiede spesso cosa debba intendersi in questi contesti per natura. Risposta: natura = ragione. In genere il processo naturale è non-intenzionale, non riferibile alla volontà di una persona, legato alle procedure più che al contenuto, spesso si parla di "ordine spontaneo".
  12. Alla luce del punto precedente si capisce come il problema della "fallacia naturalistica" sia secondario: se natura è ragione, allora un simile fenomeno non si produce.
  13. kelsen, sulla scorta di weber e del positivismo, voleva separare diritto e morale, la ragione si applica solo al diritto, la morale invece è il regno dell'istinto e dell'irrazionalità. il positivismo giuridico regala una buona fetta della nostra vita all'etica di pancia, quando va bene, o al nichilismo, quando va male. secondo i funzionalisti si puo' ragionare sui mezzi ma non sui fini. ebbene, a 84 anni, prima della morte, kelsen rinnegò questa sua impostazione.
  14. esistono due tipi di giusnaturalismo: 1) quello che considera naturali alcuni meta-diritti, ovvero alcune norme funzionali alla scoperta del diritto specifico (es. proprietà e libertà di contrattazione) e 2) quello che considera naturali taluni diritti specifici tout court (es. la famiglia)
  15. esistono due tipi di giusnaturalismo: 1) chi nega carattere giuridico alla legislazione ingiusta (tomisti) e 2) chi non nega carattere giuridico ma si limita a dichiarare ingiuste certe norme (es. la legge sull'aborto ha carattere giuridico anche se è immorale). tra i secondi ricordiamo il giurista del vecchio che espresse in modo preciso cosa debba intendersi per carattere giuridico: una norma ha valore giuridico nel momento in cui mira a coordinare l'azione di una comunità di persone.
  16. Il giusnaturalismo si oppone anche all' utilitarismo (sebbene molto spesso giunga ad esiti simili). Semplicemente si considera il fatto che nella gran parte delle questioni un calcolo delle conseguenze sia impossibile cosicché ci si debba affidare a dei principi.
  17. Anche se il problema dei diritti naturali è di natura razionale i fatti rivestono una loro importanza poiché sono sempre indizi che risvegliano la nostra coscienza dei principi.
  18. Il giuspositivista puo' anche essere definito un "creazionista giuridico", non crede che il diritto possa prodursi spontaneamente in assenza di un legislatore supportato dalla potenza necessaria per applicare la legislazione che emana.
  19. La rule of law è il perno del giusnaturalismo: le regole precedono l' arbitrio umano e solo nel solco della regola primigenia si forma il diritto corretto.
  20. Per il giusnaturalista vige il primato del diritto e non quello della politica.
  21. Di solito il diritto naturale è di tipo procedurale (metadiritto) anche se di recente, con la moda dei diritti umani si è sviluppato anche un diritto naturale sostanziale.
  22. kelsen insiste sulla separazione di etica e diritto: una norma puo' essere giuridicamente valida ma ingiusta. questa distinzione crea almeno due problemi: 1) esistono norme di diritto naturale che non sembrano avere alcun contenuto etico. per esempio, nella comunità dei balenieri era invalsa la consuetudine di lasciare che la baleniera inseguisse per almeno venti miglia la preda che aveva avvistato per prima, solo dopo sarebbe stato concesso ai concorrenti di intervenire. la norma a) ha una chiara origine naturale, nessun legislatore l'aveva mai promulgata b) era priva di contenuti etici e c) i tribunali la ritenevano valida; 2) separare giustizia e validità crea teorie incomplete dalle quali originano equivoci, non è un caso se oggi circola un'espressione mostruosa come "valore della legalità".  
  23. La teoria della legge naturale è spesso accusata di mischiare etica e diritto pregiudicando cosi il cosiddetto ordinamento ludico tipico dei sistemi liberali. In realtà è ben vero che in queste teorie etica e diritto spesso si sovrappongono, tuttavia molto meno di quel che si potrebbe pensare, spesso, infatti, il ruolo dell' etica nel diritto naturale è "meta". In altri termini, esiste un' etica delle procedure con cui si forma il diritto, anche se l' esito di queste procedure è formale. Esempio: la regola che ci impone di tenere la destra quando viaggiamo non ha un contenuto etico e non puo' essere giudicata sulla base dell' etica, tuttavia, la procedura seguita nel fissare quella regola ha un suo contenuto etico e puo' essere giudicata in base a quello.
  24. Il test di Norimberga. Il diritto naturale ci consente di dire che il caporale SS che si ribella a Hitler non era un fuorilegge, e di giudicarlo di conseguenza. Alcuni sostengono che costui puo' contare su ragioni etiche che prescindono da quelle legali ma ragionando in questi termini si sposta solo il problema della legge naturale. Il giusnaturalismo ammettendo le implicazioni tra etica e diritto prende di petto il problema della legge naturale e della ragione pratica.
  25. Per il giusnaturalista "la legge è al servizio dell' uomo e non viceversa". In sé l' affermazione appare scontata ma non lo è, soprattutto alla luce di quanto dichiara un positivista coerente come Kelsen: "la legge non sa cosa sia l' uomo, conosce solo i soggetti che cita nei suoi testi".
  26. Un principio come quello di eguaglianza fondamentale tra uomini richiede una legge naturale.
  27. Anche il positivismo ha cercato di inglobare l' etica nel diritto ricorrendo alla "coscienza" del giudice nell' emanare una sentenza, tuttavia è difficile sfuggire ad un senso di forzatura.
  28. E' possibile descrivere un sistema giuridico senza giudizi di valore? Difficile, Max Weber stesso, il massimo teorico del giudizio avalutativo, nella sua sistematizzazione dà continui giudizi valutativi intorno al bene comune. Quando parliamo in termini di perseguimento razionale del bene comune i giudizi valutativi diventano inevitabili, il giusnaturalista ha il merito di esporsi chiaramente senza ipocrisie.
  29. Michael Huemer e Ilya Somin sull'obiezione di coscienza.
    • Nullification: rifiuto di applicare la legge da parte della giuria x questioni morali, una specie di obiezione di coscienza. Oggi si tende a contestare esiti del genere ma gli argomenti contro la n. sono molto deboli...
    • Un caso di n.: Zengler criticò aspramente un politico ma, nonostante le accuse fossero vere, venne condannato perchè minava la pubblica fede (reato previsto). La giuria lo assolse adducendo che la norma fosse eticamente scorretta. Nacque così la libertà di stampa...
    • Prima della guerra civile molte giurie e molti giudici si rifiutarono di condannare chi ospitava fuggiaschi di colore. È nato anche così l'antischiavismo...
    • Nell'era proibizionista molti produttori clandestini vennero assolti in barba alle leggi vigenti...
    • Recentemente registriamo assoluzioni in materia di eutanasia e droghe, anche in presenza di leggi proibizioniste...
    • L'opinione giuridica sulla n. è chiara e chiaramente avversa ma qui affrontiamo il tema da un punto di vista etico...
    • Tutti ammettono l'esistenza di leggi ingiuste, ci si chiede se si possa (o si debba) violarle...
    • Lo stato dell'arte: il diritto/dovere dell' obiezione sta diventando la posizione ortodossa. Anche chi postula un dovere di obbedienza lo postula solo prima facie...
    • Caso concreto: passeggi x la strada con un amico drag queen quando t'imbatti in un'inquitante gang di bulli omofobi che ti chiedono se il tuo amico è frocio, dal che capisci le loro intuizioni punitive...
    • Diritto di disobbedire o dovere di disobbedire?: il caso dell'amico gay. Sono a passeggio con un amico gay quando m'imbatto in una banda di bulli omofobi che mi chiede notizie sull'orientamento sessuale del mio amico, so bene come andrà a finire se dico la verità. Non solo è mio diritto mentire ma addirittura mio dovere.

    • Quando si può rompere una promessa?: 1) quando è estorta con la minaccia (esempio rapinatori) 2) x evitare un danno ingiusto a terzi (esempio dell'aeroporto) 3) se scopro che il suo mantenimento è funzionale a scopi malvagi (esempio del prestito della pistola).


    • Argomento dell anarchia (la disubbidienza civile conduce all anarchia): è debole: qui le generalizzazioni non valgono, non si tratta di difendere la plausibilità dell'anarchia: con la storia dell' amico gay abbiamo concluso che mentire può essere giustificato, tuttavia nessuno nega che la menzogna diffusa porti all anarchia.
    • Ognuno di noi viola 3 volte al giorno la legge. Pensa ai limiti di velocità, o al "pericoloso" angolo della scrivania, o alla necessità degli armadi a  combinazione, ma anche alla cintura di sicurezza. E tutte queste violazioni vengono commesse senza sentirsi in colpa.
    • Se legalità e moralità sono disconnesse allora il clandestino probabilmente non potrebbe venir condannato, ma neanche l'evasore.
    • In genere esiste una debole attitudine morale in favore della legge, x qs tolleriamo tante infrazioni ma non osiamo dire che legge e morale viaggiano su binari separati.
    • Ilya Somin: 3 teorie: 1 strong: relazione forte tra morale ed etica. Teoria smentita dai comportamenti concreti: tutti violiamo 3 regole a giorno.
    • Due: weak, relazione debole tra legge ed etica: più coerente coi comportamenti e non rovina tutti i benefici della legge-rito.
    • Tre: nessuna relazione tra morale e leggi: la più coerente filosoficamente
    • Il primo precetto dell''obiezione di coscienza secondo MLK: viola la legge ingiusta ma fatti punire
    • La teoria di MLK regge solo se vista come nobile bugia: la gente pensa ingiustamente che alcune leggi siano ingiuste ma se chiamata a sottoporsi a punizione riflette meglio prima di disubbidire.
    • Due critiche all'ipotesi della "nobile bugia": 1) xchè nn promuovere invece la seria investigazione sulla giustizia?  2) Molti cittadini virtuosi sono anche paurosi in qs modo le ingiustizie xdurano.
    continua
  30. Hayek e i diritti naturali. Una regola giusta deve trattare tutti allo stesso modo oppure casi differenti in modo differente?
    Ci sono regole che uno dà a se stesso: io, per esempio, m’impongo di non calpestare le righe del campo da tennis nel corso degli intervalli, oppure di fare sempre le scale a piedi.
    Qui non ci sono problemi: ognuno si sceglie le sue regole ritagliandosele su misura.
    Ci sono poi le regole contrattuali: anche qui i contraenti selezionano le regole che fanno il caso loro. Sarebbe assurdo imporre a tutti le stesse clausole.
    Poi ci sono le leggi di natura: la legge di gravità non distingue i grassi dai magri, si applica indistintamente a tutti.
    Anche il divertimento ha bisogno di regole. Le “regole del gioco” s’ispirano a quelle di natura: nella pallacanestro, per esempio, i “bassi” non hanno alcun diritto ad avere un canestro più basso: se lo si abbassa, lo si abbassa per tutti.
    E le leggi politiche? Devono ispirarsi ai contratti o alla natura? Al solipsismo o ai giochi? E’ qui che si crea una frattura.
    Chi simpatizza con la natura vorrebbe leggi universali, chi punta sulla ragione dell’uomo pensa ai contratti.
    I primi sono etichettati come “realisti”, i secondi come “anti-realisti”. Il motivo è semplice: un contratto non potrà mai essere stipulato da una moltitudine di contraenti, cosicché non esiste nella realtà e bisogna inventarselo nell’anti-realtà.
    La natura non ha un’etica, esattamente come i giochi. Per questo che i “realisti” sostengono lo “stato ludico” in contrapposizione a quello etico.
    E qui si comprende un altro aspetto dell’ “anti-realismo”: per costoro lo Stato (ovvero un’entità fittizia) assume rango di soggetto etico. Per i realisti solo l’individuo (entità reale) puo’ assumere rango di soggetto etico.
  31. Potere e libertà di Alessandro Passerin d'Entreves
    • intro
    • Perchè e quando obbedire? Il tema dell obbligazione politica rifiutata dal giuspositivismo avalutativo come troppo carica di valori
    • il diritto nn puo' nn avere una base morale. mito dell'avalutatività
    • anche l'utilitarismo è un'etica
    • lo stato nn si regge sulla pura forza. legalità e legittimità
    • l'eredità intellettuale dell allievo miglio
    • cap1 perchè obbedire?
    • giuspos: domanda insensata per un filosofo del diritto
    • giuspos: conta il come nn il xchè. conta l empiria: gli uomini obbediscono, punto. il problema semmai è come farli obbedire.
    • value clarification: depuramento dai valori. contro: il vero chiarimento è chiarire i propri valori
    • il probl del valore è un probl irrazionale: perchè devo obbedire all'arbitro?
    • l attacco del marxismo: problemi di sovrastruttura
    • berlin: l'argomento del linguaggio: diritto, libertà, giustizia saranno sempre termini carichi di valore
    • arg. della tradizione: tutta la tradizione del diritto è priva di senso? dal critone in poi.
    • il giusnat abbassi la mira: non prove ma ragioni.
    • il giudice che applica una legge che non condivide. obbligo morale di secondo grado.
    • argomento della legittimità: bisogna distinguerla dalla legalità
    • la compliance è decisiva.
    • cap2 a chi obbedire?
    • aristotele: allo stato organizz. finale perfetta
    • cristiani: a dio. il quadro alterato.
    • mito dell avalutatività e mito dell'empirismo assoluto
    • il profitto del più forte come norma suprema. realismo:machiavelli mosca pareto
    • autorità potenza: da sempre significato diverso
    • bandito (pura forza9 saggio (pura compliance) poliziotto (intermedio)
    • kelsen: stato e diritto si identificano. guardiamo agli stati che funzionano per capire cosa funziona.
    • giuspos: una norma è valida se emanata con sovranità. ma qs non significa dovere di obbedienza.
    • validità: dal ragionamento morale al mito dell avalutatività
    • lo scrutinio interiore dello stato
    • la filosofia politica nn puo' che essere filosofia morale
    • hobbes, l arcipositivista: è preferibile uno stato allo stato di natura? il ns risponde eccome
    • cap3 legalità e legittimità
    • tiranno: chi esercita un potere infondato
    • tesi: non si puo' separare la legalità dalla legittimità
    • weber: legittimità carismatica tradizionale razionale
    • weber: razionale implica legalità. quindi per lui legittimità e legalità qui si identificano.
    • la legalità è una descrizione. neutralità dei valori
    • continente: la legge come atto deliberato
    • continente: la scienza giuridica è formalismo
    • continente: la giustizia è conformità all ordinamento
    • kelsen: stato=diritto. ma allora ogni stato è uno stato di diritto. forza=giustizia. si giustifica il fatto compiuto
    • ma allora il diritto naturale è la sola forma di legittimità che resta
    • rule of law non è legalità
    • giusnat: il diritto nn è volontà ma un modo di sentire e di agire
    • cap5 libertà politica
    • è possibile definire la libertà politica in modo scientifico?
    • paradosso: nn ha senso discutere in modo avalutativo se la democrazia rende più liberi della dittatura.
    • analiticamente la lib politica si identifica con la lib sociale
    • cap7 manzoni e beccaria
    • condanna della tortura. perchè? perché lede la dignità umana.
    • e i giudici che nei periodi precedenti l'hanno applicata come vanno giudicati? qui manzoni e beccaria si dividono. beccaria vede le conseguenze manzoni il principio. vuole salvare la morale
    • manzoni tortura e colonna infame
    • manzoni: rafforzare l uomo non la legge
    • manzoni: un cristiano non potrà mai addurre a sua difesa che gli è stato ordinato
    • cap8 mosca
    • radici dell antidemocrazia. le ciacie sulla libertà
    • contesto: la delusione post unitaria
    • la salvezza: una buona èlite
    •  cap11 laicità
    • liberalismo e laicità non sono la stessa cosa
    • la laicità non è fenom universale ma det. storicamente e geograficamente: i paesi latini
    • la parola è forgiata dalla chiesa cattolica
    • storia: i molti meriti della laicità (per un liberale)
    • manzoni: il principio di libertà religiosa affonda nei vangeli (la laicità è un orpello)
    • difetti della laicità: stato/dio. una metafisica dello stato
    • croce: due fedi due religioni: una benefica, la laicità, l' altra venefica è sorpassata.
    • lo stato totalitario del 900 smonta le illusioni
    • acton: proprio lo scontro tra laici e religiosi ha regalato molte libertà agli anglosassoni. per qs che la libertà religiosa è preferita alla religione laica
    continua
  32. L'ordinamento occulto - fino a intro
    • Prefazione
    • Dietro la legge italiana c è una seconda legge, perchè. Quando la legge è ambigua o cervellotica si stabiliscono delle consuetudini
    • Ij processo è fisiologico in regime di common law ma patologico da noi dove una legge scritta esiste pur sempre e una sua ripresa che tradisca i precedenti sempre possibile.
    • I guai del pragmatismo: obiettico la pace sociale anzichè la cergezza del diritto
    • Sdoganato il principio x cui la legge nn è uguale x tutti. Come? Facendo credere che si privilegiano i più deboli.
    • Introduzione
    • La pace sociale come nemica dell astrazione del diritto
    • Ordinamento occulto: troppe leggi nessuna legge
    • Visione concertativa: le leggi vengono contrattate coi poteri forti: i sindacati.mimpossibile mantenere astrattezza
    • Mani pulite: l improvvisa applicazione rigorosa. Peggio che andar di notte.
    • Legalità vs diritti individuali. Nel secondo casoni diritti preesistono alla legge, nel primo sono creati dalla legge
    • Negli usa il giudice può disapplicare la legge (controllo diffuso di costituzionalità). In europa invece è il politico che garantisce
    • In europa le costituzioni sono lunghe dettagliate concrete con un rapporto asimmetrico tra pa e privati.
    • Storia:l unificazione richiese una pletora di leggi speciali
    • Esempjo deprimente: la sentenza del 1999: il risarcimento degli abusi pa nn è dovuto se esistono esigenze di spesa.
    • Collusione parlamento pa: leggi provvedimento.
    • La fumosa categoria dell interesse legittimo: un modo per proteggere il cittadino contro la pa ma anche di negargli piena tutela con l interesse soggettivo.
    • Il privato italiano? Solo una toppa sul pubblico.
    • La pri atizzazione senza diritto asimmetrico (autoritario): aumenta un relazionalismo deleterio.
    • Il federalismo? Una ofinanza locale essenzialmente derivata. Un mischione con responsabilità vaghe e ripartitetra i livelli.
    • Pace sociale: nei paesi più avanzati un risultato indiretto delle leggi. Negli altri un risultato diretto delle regole.
    • Se la pace sociale diventa un ossessione a pagare è la certezza del diritto.
    • Cap1
    • Diritto: 1 norme primarie (di comportamento) e 2 secondarie (potestà coercitica. 2: violazione primarie ma anche obiettivi.
    • Cosa giustifica il potere pubblico? 1 contratto sociale (tradizione anglosassone) 2 attribuzione (divina o popolare).
    • Potere applicativo delle regole di comportamento vs potere gestionale x raggiungere dei fini
    • Costituzioni flessibili (continente) vs principi rigidi della common law
    • Costituzione americana: fissa su carta i principi common law.
    • Anglosassoni (contratto): il potere principale è applicativo: giustizia. Continente (attribuzione): il potere principale è gestionale.
    continua
  33. Principles of a free society di Richard Epstein
    • Abstract
    • L individualismo conviene... e se proprio nn convenisse sempre la libertà merita di essere barattata x un pò di verità
    • Progetto: riconciliare utilitarismo e diritti naturali per unirsi nella battaglia contro il giuspositivismo
    • La natura cico segna un individuo egoista, lo stesso che postula l utilitarismo. Darwin ispira sia il giusnaturalista che l utilitarista
    • La natura ci orienta verso l universalismo (diritto romano). Anche l utilitarismo batte quella strada.
    • La famiglia è il luogo dove finisce il nostro egoismo.
    • Socializzazione del talento: utilitarismo e naturalismo vs equità
    • Distinzione tra norme legali e norme sociali. Efficienza solo delle seconde: nn coercitive. Certe e flessibili al contempo.
    • Domanda del naturalista: la norma è conforme alla natura umana?
    • Domanda dell utilitarista: la norma produce benessere?
    • Domanda del positivista: la norma è formalmente corretta?
    • Presupposto del positivista: esistono problemi di coordinamento (dilemma del prigioniero) superabili solo con l istituzione di una sovranità unica. Ma spesso le norme sociali sopperiscono e realizzano autonomamente il coordinamento
    • Contro i positivismo 1 a volte la norma sociale supera il coordinamento 2 c è una chiara relazione tra norma sociale e una buona (che funziona) norma giuridica
    • Austin e hart hanno difeso la distinzione tra legge e consuetudine. Contro di loro: entrambe mirano a superare problemi di coordinamento.
    • Hart: la legge riguarda tecnicismi la cosuetudine la sostanza. Eppure c è un ampia sovrapposizione tra legge e cosuetudine.
    • Hart: la legge nn implica moralismi. Nei fatti la legge contro l omicidio è sentita come una legge morale
    • Hart: la violazione morale merita solo un appello alla coscienza. Sbagliato: verso la divorziata c è ostracismo ecc. Spesso la reazione va ben al di là dell appello alla coscienza.
    • CAP1 offre una difesa conseguenzialista del laissez faire.
    • CAP 2 si occupa dell interazione tra norme legali e norme sociali. Il principio dell associazione volontaria.
    • CAP 3  si occupa del principio del danno distinguendo tra danno da competizione e danno da rapina. Il danno è meglio considerato da un ottica di welfare piuttosto che da un ottica di diritti naturali.
    • CAP4 si occupa di paternalismo, il diritto a ricevere uncompenso se evito che tu ti faccia del male. È un eccezione poichè se ti faccio un dono nn ho diritto a riceverne uno in cambio. Questa tradizione del contratto immaginario scaturisce dalle regole del contratto sociale.
    • CAP5 Si occupa di redistribuzione, il tallone d achille del liberismo. In realtà liberismo e generosità spesso si sposano. Inoltre lo stato può agevolare la generosità privata, magari tramite deduzioni ecc.
    • CAP6. meritorietà dei beneficiari della generosità.
    • CAP7 confini forti e chiari fanno vicini felici
    • CAP8 co tro i diritti multipli che scalfiscono l assolutezza del diritto di proprietà. Contro l abuso di coase che per implementare i diritti finisce x metterli a rischio e stravolge il senso di giustizia
    • CAP9 10 beni pubblici. Quali meritano?
    continua