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lunedì 31 agosto 2015

The Missing Risk Premium: Why Low Volatility Investing Works - Eric Falkenstein - Prefazione


Prefazione
  • Tesi del libro: la teoria accademica cresciuta intorno alla finanza è fondamentalmente fallata così come lo è la nozione di rischio che supporta. Questo errore trova una chiara conferma nei fatti...
  • Uno degli effetti collaterali: oggi un PHD in finanza è poco utile per agire sui mercati: meglio una laurea in fisica o in computer science, per lo meno si puo' costruire un programmino...
  • CAPM conta in borsa quanto Il Capitale di Marx in economia, ovvero qualcosa vicino allo zero. Cosa insegna CAPM: ogni investimento ha un rischio diversificabile che si assume senza premi (se lo puoi azzerare diversificando non ha senso comporare un'assicurazione) e un rischio specifico che si assume dietro pagamento di un premio. Ma i fatti non confermano.
  • Ma la lezione di CAPM conta ben poco x gli investitori (tanto è vero che in borsa il premio di rischio latita). Altri insegnamenti prevalgono e F. li consiglia caldamente: 1) studiare la storia delle crisi 2) considerare gli operatori di borsa come agenti in relazione tra loro e qs relazioni contano molto più delle analisi di rischio, una strizzatina d'occhio della FED vale mille analisi quantitativa 3) pensare sempre che l'investimento rende bene se si ha una conoscenza superiore alla media. Purtroppo noi non abbiamo quasi mai informazioni superiori alla media (anche se su questo punto tendiamo ad ingannarci: quindi, stare coperti...
  • LTCM (il fondo dei Nobel) è il classico esempio di come finanza accademica e finanza pratica collidano. Ma nn tanto x il fallimento del fondo, quanto xchè già da prima si era rinunciato ad applicare gli algoritmi dei Nobel...
  • Nella finanza la matematica ha essenzialmente un ruolo: intimidire l'outsider...
  • "Rischio" ormai è un concetto come "Trinità": usato da gente un pò confusa che crede in buona fede che la sua confusione derivi da comprensione insufficiente dei fatti...
  •  giusto criticare l'ortodossia ma ancora più giusto criticare chi critica l'ortodossia in nome di una presunta irrazionalità del mercato che confuterebbe EMH...
continua

martedì 4 agosto 2015

Falkenstein su Taleb


I due amici/nemici. Due modi diversi di essere eccentrici.
  • La grande idea: a volte l' imprevedibile accade...
  • La godeliana impossibilità di gridare: sono il più umile...
  • C' ha preso sulle crisi e lo sottolinea cadendo così nella trappola che lui stesso denuncia: conferma a campione ridotto...
  • Ma la gente sottovaluta i rischi? In molti casi è vero piuttosto il contrario...
  • Ipotesi alternativa (e in linea coi dati): i rischi sono sottovalutati solo se 1) siamo sulla stessa barca 2) siamo "innamorati"...
  • L' effetto farfalla sui mercati finanziari e i grafici molto pittoreschi della finanza frattale sono un pezzo forte di Mandelbrot. Non di Taleb...
  • Allora meglio Frank Knight: Rschio o incertezza (soggettivismo). Ottimo ma senza nessuna utilità pratica, così come i coefficienti di M che tentano di fare da proxy x l' incertezza..
  • banale ritenere che le analisi sulle serie storiche vadano integrate da un occhio esperto con capacità previsionali intuitive...
  • L'errore di Taleb: poichè esistono eventi imprevedibili nn ha senso predire i prevedibili...
  • Alternativa : Serenity Prayer...
  • Strategia Taleb: xdere costantemente x poi guadagnare sui crash totali...
  • X' mai un popperiano come Taleb nn verifica? Forse x' le verifiche nn cesserebbero. Le assicurazioni in fondo nnn hanno extrautili sistematici, eppure se sottovalutassimo il rischio dovrebbero avrrne...
  • Le asimmetrie tipiche del cigno nero nn è detto che esistano quando sono coinvolti dei prezzi...
  • Ultima strategia di portafoglio: il grosso supersafe e un nucleo limitato di super-rischio. Ma anche qui le verifiche sono fallimentari...
  • Giudizio benevolo: true but unhelpful...
  • La statistica è una frode? No. Occorre tecnica e buon senso ma noi possiamo insegnare solo la prima...
  • Chi è il "cranks"? Taleb lo è?...
  • Taleb è + credibile in quanto trader ricco? Differenza tra trader e speculatore...
  • Maggior difetto del Nostro: contraddittorio. Ma x' nn odia Kahneman anziché amarlo visto che la prospect theory dice il contrario di quel che pensa lui? P.T.: per vendere un biglietto della lotteria devo tenere i prezzi bassi ma x vendere un' assicurazione di pari valore posso xmettermi premi elevati.

venerdì 31 luglio 2015

La paura dell'uomo contemporaneo

Viviamo in un mondo con sempre minori rischi avendo sempre più paura.

I figli sono un vivido esempio di questo singolare fenomeno: temiamo per la loro sorte molto più dei nostri avi che vivevano in un ambiente decisamente più pericoloso.

Bel paradosso. Come spiegarlo?

Un' ipotesi: oggi abbiamo un controllo personale sull'ambiente in cui viviamo molto minore rispetto al passato.

Esprimo il concetto con un'analogia.

Guidare l'auto è molto più rischioso che andare in aereo, eppure le fobie si scatenano nel secondo caso molto più che nel primo. Si tratta del medesimo paradosso.

Oggi siamo rotelline di un ingranaggio complesso, la società è molto complicata, addirittura incomprensibile per la nostra piccola intelligenza. Siamo iper-specializzati e quindi chiamati ad essere competenti di una sezione irrilevante della realtà che ci avvolge (al resto pensano altri). Tutto cio' scatena le nostre paure a prescindere dai rischi oggettivi che corriamo.

Tra le conseguenze più spiacevoli c'è il fatto che cerchiamo protezione. E' anche per questo motivo che gli stati contano ancora così tanto e vengono tollerati nonostante la loro palese inefficienza.


lunedì 7 novembre 2011

Best statistic question ever

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In realtà ce n’ è una ancora più bella: quella con c=0

p.s. per ora non metto il link per non rovinare il divertimento.

mercoledì 19 ottobre 2011

La si spara sempre molto meno grossa di quanto si vorrebbe

C’ è chi odia le generalizzazioni e te ne fa una colpa quando le introduci nella discussione; spesso si tratta di interlocutori che, forse perché molto concentrati su se stessi, cadono facilmente vittime della cosiddetta “subjective validation”.
In altri termini, devono personalizzare tutto, anche quando il discorso ha senso solo se fatto “in generale”.
Non c’ è pensiero rigoroso che non ricorra a generalizzazioni e approssimazioni, e con questo non voglio dire che saper “leggere” una generalizzazione sia facile.
Sì, perché chi rifiuta d’ istinto le “generalizzazioni”, spesso, non sapendo bene cosa siano e come debbano essere trattate, si sente indebitamente offeso quando se le trova di fronte in tutta la loro apparente sgradevolezza.
Sui blog un po’ frettolosi come questo (ovvero compilati a tempo perso nella pausa caffé), capita spesso di fare affermazioni generali dal carattere molto forte.
Le DONNE sono meglio degli UOMINI nel fare X.
I BIANCHI sono meglio dei NERI nel fare Y.
I RICCHI svolgono meglio dei POVERI il compito Z.
E via dicendo.
Ma attenzione nel valutare come scioccanti queste uscite, si tratta pur sempre di classificazioni dalla valenza “statistica”, bisogna intendersi e saperle leggere.
Se dico che i “viola” adempiono al compito X meglio dei “verdi”, ho in mente quasi sempre una relazione del genere:
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[sull’ ascisse misuro la prestazione e sulle ordinate le frequenze]
Ammettiamo adesso che “viola” corrisponda a “uomini” e “verde” a “donne”.
Ammettiamo poi che si misuri l’ attitudine a evitare errori da subjective validation.
Ebbene, in questo caso dire che “gli uomini (statisticamente) eludono meglio delle donne l’ errore da subjective validation” è perfettamente compatibile con l’ affermare che“esistono molte donne che eludono molto meglio di molti uomini l’ errore da subjective validation”.
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P.S. Spero che i chiarimenti forniti siano utili anche ad apprezzare in rilassatezza la fulminante quanto famosa barzelletta: Lui: “voi donne personalizzate sempre tutto!”. Lei: “io no”.

DISCLAIMER RDP: Ragiona in termini di Distribuzione Probabilistica

martedì 6 settembre 2011

Confessioni davanti al dado

Molti non vedono come il Caso possa convivere con il Progetto; secondo questa visione il secondo dovrebbe necessariamente dileguarsi non appena il primo fa capolino. Ma le cose non stanno così, il Caso, infatti, è un’ arma senza la quale molti Progetti sarebbero destinati a fallire. Anche il Dio creatore vi è ricorso per progettare “il migliore dei mondi possibili”
Ma lasciamo perdere il Dio creatore, un argomento dall’ impatto talmente emotivo da instupidire molte intelligenze. Gli esempi migliori per dar conto di questa faccenda sono più minuti e anche meno vaghi.
deviantART user Hallincogenius  piedi in prestito
Avete presente quella massa di interviste destinata successivamente a trasformarsi in statistiche? Ebbene, molto spesso le ricerche condotte su questa base sono inattendibili, specie quando si chiede conto di verità inconfessabili o quantomeno imbarazzanti. Chi non vede i problemi che su questo campo incontra il ricercatore? Eppure, grazie al Caso, nella fattispecie un dado, è possibile progettare le domande in modo da rendere molto più significative le risposte. L’ articolo che suegue mi ha colpito.
 
How to use dice to stop people from lying on surveys
Whenever we turn on the news, we're treated to statistics about things there seem to be no way of verifying. How many people has the average person slept with? How many crimes has the average person committed? The numbers quoted are often the result of surveys. In a survey, there's nothing to keep people honest, especially about things like crimes. Scientists have found that dice can shake the truth out of people.
It's been shown that people lie on surveys. A survey of the number of sexual partners people had — in which participants believed they were hooked up to a lie detector — dramatically shrunk the gap between the numbers of partners usually reported by men and women. One way to keep people from telling a lie is to make them believe that they can't tell anything other than the truth.
Another way to get at the truth is to make people that they sometimes have to tell a lie. A toss of the dice allows people to confess things on surveys that they otherwise wouldn't. When South Africa wanted to conduct a survey about whether or not farmers had killed leopards (an illegal practice), the surveyors brought along a die.
If the farmer tossed the die and got a one, they had to respond "yes" to the surveyor's question. If they got a six, they had to say "no." The rest of the time, they were asked to answer honestly. The die was hidden from the person who was conducting the survey, so they never knew what number the farmer was responding to.
Suddenly, the number of "yes" responses to the leopard question started coming up by more than just one-sixth. This technique — called the randomized response technique — provided a blind that people could use to respond honestly to difficult questions. Depressingly, it was estimated that almost twenty percent of farmers had killed leopards within the last year. The accurate numbers, though, can help the government form more helpful responses, like compensation for livestock lost to leopards, and protect more leopards in the future.






Un altro esempio lo si trae dalla stretta attualità: combattere l' evasione grazie alle lotterie:
Questa estate di passione per i nostri conti pubblici e di affannosa ricerca di misure di risanamento del debito ha riportato al centro dell’attenzione il tema della lotta all’evasione fiscale. È necessario spezzare il circolo vizioso, in cui due elementi si sostengono a vicenda: più è alta l’evasione, più devo fare ricorso a misure dure e invasive e più incrino il rapporto tra fisco e contribuenti, facendo venir meno ogni possibilità di cooperazione tra gli attori del sistema. In effetti, la cosa più fastidiosa per un lavoratore autonomo è essere considerato automaticamente un evasore. E probabilmente non è neanche utile per raccogliere più tasse. Secondo gli economisti, il modo migliore per incentivare il buon comportamento fiscale non sia tanto il controllo e la punizione quanto piuttosto la “compartecipazione ai profitti”… Il programma prevede un ulteriore incentivo che si affianca alla restituzione di parte dell’Iva incassata: la distribuzione di premi sorteggiati mensilmente tra i partecipanti… leggi tutto

mercoledì 23 marzo 2011

Caro Vlad, lascia stare il "tecnico del nucleare"

Caro Vlad,

per prendere posizione sul nucleare non è necessario essere "tecnici del nucleare", ed è quindi ingiustificato il tuo rammarico per non esserlo; le scelte di fondo non spettano infatti al "tecnico", piuttosto al "politico", all' "economista", al "moralista".

E tutti noi, se vogliamo campare, siamo un po' "politici", un po' "economisti" e un po' "moralisti".

Essendo una scelta che implica valutazione dei rischi bisogna andarci coi piedi di piombo stando attenti alle distorsioni cognitive che in questo ambito abbondano, per fortuna nessuno lo sa meglio di noi.

Un tecnico del nucleare potrà giusto fornirci alcuni elementi utili al calcolo del rischio che fronteggia il cittadino medio di un paese non sismico con centrali nucleari.

Ma potrà dirci poco sui rischi che corriamo guidando a 130 km orari in autostrada, o su quelli associati al fumare un pacchetto di sigarette al giorno, o i rischi connessi alla pratica di certi sport pericolosi, o quelli che decidiamo di fronteggiare prendendo l' aereo, o che derivano dalla mancata installazione di un guard rail su una certa curva, o anche il rischio di contrarre malattie contagiose, o di imbatersi in incidenti come quello dei pozzi petroliferi del Golfo del Messico, o del rischio associato al vivere in città inquinate come Milano o Los Angeles. E ne mancano parecchi in merito ai quali rinvio ad Alesina sul Sole di ieri.

Eppure questa conoscenza è cruciale per decidere! Come potremmo secondo te essere credibili se accantonassimo il nucleare perchè "pericoloso" per dedicarci immediatamente dopo ad un' attività ancor più pericolosa?

lasciamo perdere i "tecnici del nucleare". Piuttosto, per i nostri calcoli, puo' essere utile considerare il passato (non abbiamo molto altro), e allora ecco qui un' interessante tabella che accosta il numero storico delle vittime dirette a ciascuna fonte energetica a parità di TWA.

E le vittime indirette? Qui se ne parla e vengono stimate, per esempio. Cavolo, un anno di CO2 sembra valere 10 Chernobyl.

Quindi, cosa fare? Potremmo pensarci assistiti dal conforto di una puntata di Fahre. Ma ci conto poco, guardando al passato mi pare di capire che la "teoria della scelta razionale" non rientra nella "linea editoriale del programma". Molto meglio risolvere tutto con un bel principio di precauzione e non se ne parli più. E se proprio se ne deve parlare, lasciamo che parli il cuore...

mercoledì 22 dicembre 2010

Statistical perils

Viviamo circondati da studi statistici. Cerchiamo di capirli un po' meglio, almeno sull' essenziale.

... When we use a significance level, or alpha, of .05, we are saying that there is a chance of 1 out of 20 that our study will not replicate...

... and what does fail to replicate mean? It does not mean that next time you fail to find a result that is significant at the .05 level. It does not mean that next time you fail to find an effect of X and instead only find an effect of half of X. It means that you fail to find any effect at all! If you find any effect at all, then in the ordinary way these methods are used, you have replicated your original study...


http://econlog.econlib.org/archives/2010/12/statistical_per.html

venerdì 14 maggio 2010

Spazzatura seducente: la prospettiva di Leamer

Rose, diffidi degli economisti? E' un sentimento diffuso e anche in parte giustificato, molti considerano l' economia una "junk science". Eppurre anche la spazzatura puo' sedurre. Io, per conto mio, la considero un po' arte un po' scienza.



Attenzione però a non confondere "economisti" ed "conometrici". Questi ultimi sono economisti che puntano molto (forse troppo) sullo strumento statistico e così facendo pensano di guadagnarsi sul campo i galloni di "scienziati".

Se si hanno in mente questi ultimi e si vuole trasformare il sentimento di diffidenza in una critica rigorosa, allora ecco una lettura obbligatoria.

Il sugo. Gli econometristi sono soggetti a due errori (di Campionamento e di Specificazione) ma parlano volentieri solo del primo visto che piace loro mostrare orgogliosamente come dominino tecniche prodigiose in grado di comprimerlo. Sorvolano bellamente sul secondo, il più rognoso, quello legato all' arbitrio iniziale con cui si fissano le variabili rilevanti e i nessi di causalità: considerare poche variabili libera l' arbitrio, considerarne molte rende le conclusioni inevitabilmente fragili.

Poichè in natura le variabili non sono isolabili, i verdetti della scienza sono effimeri. In economia questo difettuccio si presenta in forma abnorme: molte variabili sempre all' opera e inestricabilmente legate tra loro. Piuttosto che torturare i dati disponibili con tecniche inutilmente sopraffine, cerchiamo piuttosto di ampliare le fonti della conoscenza diversificando gli inevitabili errori delle inferenze.

Dobbiamo rassegnarci: gli a-priori saranno sempre decisivi e la scrematura delle variabili da includere è un apriori.

Tutto diventa allora una questione di prospettiva... la cancellata puo' essere questa...

ma anche questa...



E' un difetto? Certo, tutti noi vorremmo vedere con chiarezza tutto fin da subito. Ma questi limiti, ripeto, affliggono anche la Scienza con la "s" maiuscola, è solo una questione di gradi. Anzichè disprezzare gli pseudo-scienziati forse è più costruttivo non mitizzare la Scienza con la "s" maiuscola cominciando a conoscerla meglio magari proprio grazie ai gravi limiti dei modelli econometrici.

mercoledì 24 marzo 2010

Trappoloni

I tre trappoloni più ricorrenti in cui cade il lettore di statistiche.

1. La "significatività" statistica indica che esiste una probabilità del 5% che la Relazione supposta non esista in presenza dei Dati sperimentali. Il che non significa una probabilità del 95% dell' esistenza di R in presenza di D. Infatti se sposando un non-biondo ho il 5% di possibilità di sposare un uomo intelligente, non significa che sposando un biondo le probabilità di accasarmi con un tipo brillante siano del 95%!**

2. La singola relazione deve essere testata in un modello. Specie nelle scienze sociali i Dati sperimentali sono ballerini e contengono essi stessi numerosi bias. In questo senso la conoscenza è olistica.

3. La lettura dei dati deve essere bayesiana, quasi sempre questo sfugge.

**Consider this simplified example. Suppose a certain dog is known to bark constantly when hungry. But when well-fed, the dog barks less than 5 percent of the time. So if you assume for the null hypothesis that the dog is not hungry, the probability of observing the dog barking (given that hypothesis) is less than 5 percent. If you then actually do observe the dog barking, what is the likelihood that the null hypothesis is incorrect and the dog is in fact hungry?

Answer: That probability cannot be computed with the information given. The dog barks 100 percent of the time when hungry, and less than 5 percent of the time when not hungry. To compute the likelihood of hunger, you need to know how often the dog is fed, information not provided by the mere observation of barking

venerdì 19 marzo 2010

Fuori dalle grinfie

Che peso dare alle statistiche descrittive del comportamento umano? Parlare dell' uomo usando i numeri divide.

Alcuni rifiutano ogni forma di "matematizzazione" dell' umano (gruppo 1 - G1), per altri è l' unico strumento per "sapere": se non "i dati", cosa? (gruppo 2 - G2).

La matematica è una fastidiosa ragnatela da spazzare con la scopa (G1) o, pur piena di buchi, cattura l' insetto e ci fa mangiare?

Pensando a cosa sia la scienza mi dissocio da entrambi i gruppi per privilegiarne un terzo (gruppo bayesiano); e mi spiego con l' esempio di Pierino.

scrittura disegnata (cat+mouse)



Pierino diffida dello "scandalo" sui preti pedofili, ci vede un attacco alla Chiesa. Certo, ci sono dei "casi", ma di "casi" ce ne sono ovunque. Per lui i Preti sono pur sempre persone moralmente superiori alla media e cio' deve valere anche per la pedofilia.

Dogma? No, Pierino non è il tipo; lui è "quasi" sicuro e pensa che la sua ipotesi sia vera... al 98%.

Poi Pierino s' imbatte in un autorevole studio statistico di Princeton che evidenzia una particolare propensione alla pedofilia dei Preti Cattolici.

Se Pierino appartenesse al G1 riterrebbe lo studio irrilevante e lo userebbe per lanciarsi nel suo cavallo di battaglia: la ciarlataneria di chi spara numeri quando si occupa dell' Uomo.

Se Pierino appartenesse al G2 direbbe che prima non aveva in mano nulla e ora ha "qualcosa", per quanto "qualcosa" d' incerto. A questo "qualcosa" è razionale uniformare la propria credenza.

Poniamo invece che Pierino abbia una mentalità bayesiana.

Di fronte allo studio non puo' sminuirlo, non puo' intrupparsi nel G1.

Certo, la materia è complessa, le variabili in campo sono molte, individuare un gruppo di controllo da paragonare ai Preti è difficile. D' altro canto si tratta di professori prestigiosi e dalla tecnica impeccabile, anche il campione è nutrito e scelto con oculatezza, in più le serie storiche si presentano complete.

Che probabilità ci sono che in presenza di uno studio simile i Preti abbiano veramente una propensione alla pedofilia maggiore rispetto a gruppi sociali simili? Pierino risponde: 70%.

D' altra parte Pierino non puo' nemmeno farsi arruolare in G2: non è vero che prima non aveva in mano niente! Aveva in mano quel 98%.

A Pierino non resta che applicare il teorema di Bayes: lo studio impatta sulle credenze e quel 98% passa a 95%. Avete notato che piccola variazione?

Bravo Pierino! Grazie ad alla tua mentalità scientifica sei sfuggito dalle grinfie dei dogmatici evitando di ricadere in quelle dei creduloni. Mi piacerebbe proprio essere un topolino guizzante come te.



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lunedì 8 marzo 2010

L' ha detto la scienza

Nell' anno del Signore 2010 non c' è chi rinuncerebbe ad un avallo tanto impressionante.

A qualsiasi conclusione si giunga, si lascia ad intendere che... "l' ha detto la scienza", che la Scienza conferma. Quindi...

Invece, il più delle volte... "l' ha detto una semplice statistica".

Si accende una lampadina e subito crediamo di essere al cospetto del mitico Lume. Poi ci accorgiamo che quella lampadina ha sotto delle svelte gambine con cui se la svigna altrove. E noi ci ritroviamo al buio.

Delusione? Non poi così tanta visto che non è così immediato percepire la differenza tra Scienza e Statistica, ovvero, non si coglie che la prima pur essendo "fatta" da statistiche non puo' essere ridotta ad una statistica isolata.

Vlad: "... la teoria del Kanazawa dice che gli atei e progressisti sono più intelligenti degli altri..."

Una teoria? Una teoria scientifica? No, è solo una conclusione statistica, una semplice descrizione del reale.

"Descrivere" il reale è più semplice che "teoriazzare" sul reale, ma la conclusione di una descrizione non è una conclusione scientifica: affinchè si abbia scienza la teoria è essenziale.

Altrimenti anche la parodia di Diana e della banda-spaghetti diventerebbe seria: la pirateria e il cambiamento climatico sono fenomeni correlati! A dirlo è la Scienza!

In realtà trattasi solo di "descrizioni del reale", non di conclusioni scientifiche.

Per capirci meglio, facciamo il caso di tre "descrizioni statistiche" della realtà che ricaviamo dopo test somministrati in modo accurato ma con una loro intrinseca affidabilità limitata:

1. gli atei sono più intelligenti (affidabilità 90%);
2. pirateria e cambiamento climatico sono collegati (affidabilità 60%);
3. io ho l' AIDS (affidabilità 99%).

Anche se i test che ho usato sono accuratissimi dal punto di vista scientifico e conosco in modo scientifico il loro grado di affidabilità, la conclusione che segue non puo' ancora dirsi scientifica. Manca la teoria! Manca il modello!

Prendiamo il caso 3 tanto per capirci meglio.

Il test a cui mi sono sottoposto e che registra la mia malattia ha un' affidabilità del 99%. Inserisco questo dato in una "vera teoria scientifica", una teoria che contempla, tra le altre, anche questa ipotesi: l' 1% della popolazione è affetta dall' AIDS.

Di colpo mi accorgo che la probabilità che io abbia l' AIDS è "solo" del 9%! Questa sì è una conclusione scientifica, magari sballata (se la teoria è sballata) ma perlomeno frutto di una teoria.

Notata la leggera differenza tra 9% e 99%? Ebbene, è la differenza che rischia di sfuggire a chi confonde una "conclusione statistica" con una "conclusione scientifica".

Non scambiamo dunque la descrizione statistica (99% di affidabilità dell' affermazione "io ho l' AIDS") con la teoria sceintifica (9% di affidabilità dell' affermazione "io ho l' AIDS").

Entrambe le conclusioni sono corrette ma vanno valutate per quello che sono: una descrive cio' che osservo, l' altra teorizza complessivamente sulla realtà. Entrambe sono rilevanti e interagiscono tra loro restando pur sempre concetti ben differenziati. In altri termini, una teoria scientifica puo' subire importanti revisioni dopo alcuni rilievi statistici ma cio' non significa che la singola statistica si trasformi in "scienza".

Inutile aggiungere che se l' affermazione pastafariana ("pirateria ed effetto serra sono collegati") venisse inserita in una teoria scientifica minimamente credibile, la sua affidabilità collasserebbe praticamente a zero.

Nei modelli economici si postula l' agente razionale, eppure la psicologia sperimentale ci dice ogni giorno quanti e quali bias affliggano il povero decisore. Ma quando questi "difetti" statisticamente tanto appariscenti vengono inseriti nel modello diventano immediatamente trascurabili.

Una probabilità ci informa veramente quando viene fatta reagire con le altre e questo puo' realizzarsi solo se abbiamo una "teoria". In altri termini: quando si ha a che fare con l' incertezza solo l' impostazione bayesiana puo' dirsi razionale e quindi scientifica.



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causa e statistica

mercoledì 16 dicembre 2009

Il fumo uccide. Forse.

Mi ricordo ancora della Signorina Cuorisolitari, una tipa vogliosa di "convolare" al più presto. Ma era anche una persona con la testa sulle spalle, cercava un compagno affidabile e i suoi conti li sapeva fare.

Di solito usciva il Giovedì e il Sabato, in occasione di queste serate incontrava due gruppi di potenziali consorti, i primi frequentavano la palestra, gli altri l' ambiente di lavoro.

Da fonti accurate sapeva che per conoscere un ragazzo intelligente alle feste del Giovedì, doveva approcciare uomini barbuti. Era una semplice questione di probabilità. Per le feste del sabato, invece, era bene puntare sui pelati. Barbuti il Giovedì e pelati il Sabato, gli altri venivano snobbati. Davanti al barbuto del Giovedì era tutta sorrisetti e mossettine, gelo con i glabri. Al Sabato faceva la scema con i pelati rimanendo fredda con i capelloni.

Quando fu lei ad organizzare la festa decise di invitare tutti, sia gli amici del Sabato che quelli del Giovedi. Cercò di capire se era meglio puntare sui barbutio e sui pelati ma da un rapido calcolo si accorse che solo cercando la compagnia di un capellone glabro massimizzava le probabilità di stare con una persona intelligente. Eppure erano sempre le stesse persone! Le probabilità

***

Qualcosa del genere accade ripensando agli esperimenti medici condotti sui fumatori. Quasi tutti segnalano una solida correlazione tra fumo attivo e morte. Poi, quando confrontiamo la speranza di vita dei fumatori con quella dei non-fumatori, le differenze sono irrilevanti.

Forse sui pacchetti di sigarette onestà vorrebbe si stampasse la noiosissima e illeggibile tiritera "Il fumo provoca il cancro ai polmoni", comunque meglio dell' alternativa ben poco dissuadente: "Il fumo uccide. Il non-fumo pure".

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martedì 17 novembre 2009

La scienza messa su un rigo

La scienza non è altro che una grande statistica?

La mia risposta è sì maiuscolo.

I logici del Novecento hanno ridotto Aristotele ad un paio di paginette.

Ma qualcuno, già nel Settecento, aveva ridotto la Scienza, anche quella a venire, ad un solo rigo.

Andare oltre sarebbe infatti un oltaggio alla parsimonia (virtù sommamente scientifica), e allora meglio arrestarsi qui. Tutto quello che c' è da dire in merito è detto su quel rigo.

Il nocciolo della Scienza puo' essere dunque espresso nel teorema del Reverendo Bayes.

La gravitazione di Newton è un caso speciale di quel teorema.

La relatività di Einstein è catturata dal teorema.

La fisica dei quanti non esce dal dominio del teorema.

Ma il teorema non racchiude in sè tutte le teorie scentifiche concepite dall' uomo, ricomprende al meglio anche il suo pensiero sulla scienza.

L' epistemologia di Popper è facilmente riconducibile a quel teorema.

Ma anche i nemici di Popper (i neo-positivisti) finiscono lì dentro. Tutti insieme appassionatamente senza più tante differenze. Quanti mal di testa risparmiati per gli studenti che imparano bene quel rigo!

Chi penetra il teorema, comprende tutto e fa una sintesi hegeliana della dialettica epistemologica novecentesca.

I fortunati a cui tocca tanto spesso confrontarsi con il Reverendo, sono soprattutto gli scienziati sociali. Sono loro a cui è concesso il privilegio di vedere da vicino il cuore battente della Scienza, ne auscultano i soffi e i rombi toccando con mano difetti e meraviglie.

La scienza è fatta solo da statistiche, chi ne puo' dubitare rimanendo serio? Trattasi solo di una grande statistica, andiamo!

Una grande statistica proteiforme di cui la "certezza" è solo una variante tra le altre possibili. L' assenza di errori è un caso particolare; la precisione, una contingenza.

Avvicinarsi tanto spesso alle molteplici forme che puo' assumere quel Mostro, è un privilegio che consente allo scienziato sociale di sopravanzare quello naturale nell' esperienza epistemologica sul campo.

A volte si dice che la statistica individua solo correlazioni. Santa ingenuità! Ma lo stesso fa la scienza! Ed è normale che sia così, una volta appurato che Scienza = Statistica.

Ascoltami, putacaso che si dimostri con certezza la relazione tra fumo e tumori. Ebbene, abbiamo forse dimostrato che c' è un nesso causale tra fumo e cancro? Noooo, abbiamo illustrato solo una correlazione particolarmente forte (cio' che induce il Cancro, per esempio, potrebbe indurre anche a fumare). Il concetto di Causa è metafisico, e nulla ha a che fare con la Scienza.

La spiegazione è solo una conclusione del "buon senso", la scienza è tutt' altra cosa. E' statistica, appunto.

Mi sia concesso di dichiarare seduta stante "privo di mentalità scientifica" chiunque non segua devotamente il Reverendo. Magari trattasi di un tipo pratico, non lo discuto, ma non ha una mentalità scientifica. Punto.

Ma di questo non si preoccupi più di tanto, molti accademici di vaglia gli fanno compagnia (qui e qui).

Vi ho intrattenuto fin troppo a lungo, un cordiale saluto da chi ha visto la Luce.



P.S. Vuoi testare la tua mentalità scientifica? Seguimi. Le vedi quelle tre porte?: 1, 2, 3. Dietro una di esse c' è un dolcetto (di cui sei goloso), dietro le altre due c' è uno scherzetto irritante. Io so come sono posizionate queste sorprese. Ora scegli una porta ma non aprirla. Tra le due rimanenti, avvisandoti delle mie intenzioni, ne apro una io in modo da scoprire lo scherzetto. Ebbene, ora ne hai di fronte solo due; prima della loro apertura hai ancora la possibilità di cambiare la tua scelta iniziale, procedi al cambiamento? Siamo al dunque: solo chi manca di mentalità scientifica non procede. Leggi qui i chiarimenti.

giovedì 10 settembre 2009

Divide et impera

Vuoi pubblicare uno studio "scientifico" sullla socializzazione in famiglia? Niente di più facile: procurati una buona base dati e non preoccuparti se c' è un po' da lavorare con la calcolatrice. Isola cinque elementi familiari e 5 fattori della personalità infantile, potrai abbinarli in 25 modi diversi ottenendo 25 possibili correlazioni. Basandosi puramente sul caso, è possibile che un paio di correlazioni possano essere statisticamente significative. E se non dovessi trovarne nemmeno una? Niente paura, non tutto è perduto, possiamo suddividere i dati e riesaminarli. Separando i maschi dalle femmine si raddoppia immediatamente il numero delle correlazioni: 50 possibilità di successo anzichè 25! Puo' anche valere la pena di considerare separatamente padri e madri. Poi si passa all' età. Procedi nella suddivisione finchè lo ritieni opportuno. Avrai ottenuto di sicuro una paio di correlazioni significative pubblicabili (sono quelle che escono dal computer con l' asterisco di fianco. Mi raccomando di non fare alcuna menzione della tua scoperta più importante: la montagna di dati irrilevante dal punto di vista statistico che avrai prodotto. Una proliferazione di questo tipo, accompagnata dal silenzio sulle relazioni inesistenti, portò due eminenti studiosi dell' età evolutiva a domandarsi "se il numero di correlazioni significative rivelate sia maggiore di quello attribuibile al caso"- Io chiamo il metodo "dividi et impera": funziona come la lotteria, compri più biglietti e raddoppi le probabilità di vittoria.

mercoledì 19 agosto 2009

Rischio omeostatico

La mortalità in montagna rimane nel tempo pressochè la stessa. Eppure una volta l' equipaggiamento era molto più grezzo e la possibilità di ricevere soccorso in caso qualcosa andasse storto praticamente nulla. Perchè?

E' il rischio omeostatico, baby.

Circolare sulle nostre strade è abbastanza rischioso e questa rischiosità non sembra affatto intaccata dai numerosi ritrovati che nel tempo la tecnologia ci ha messo a disposizione per rendersci la vita più sicura, a cominciare dalla cintura di sicurezza. Il bello poi è che, quando qualcosa migliora per gli occupanti delle vetture, peggiora per ciclisti, pedoni e motociclisti. Perchè?

E' il rischio omeostatico, baby.

Sì, ma cos' è il rischio omeostatico?

La parola a Gerald Wilde: tutti noi abbiamo un "risk target" più o meno costante e in relazione a quello aggiustiamo i nostri comportamenti in funzione del contesto in cui ci ritroviamo ad operare.

Sam Peltzman è il maggior teorico del "rischio omeostatico". Nonchè il cervello più lucido nel dimostrare l' inefficienza di gran parte della regolamentazione in cui viviamo.

Il concetto di "rischio omeostatico" mi fa tornare alla mente quanto BXVI diceva su profilattici e AIDS.

P.S. il rischio omeostatico non spiega da solo le strane statistiche di cui sopra, ma concorre insieme al cosiddetto "selective recruitment": se una misura di sicurezza viene imposta, verrà adottata prontamente in primo luogo da chi non ne ha affatto bisogno.

venerdì 10 luglio 2009

Vite di serie B

Tempo fa il Nobel Thomas shelling si era posto la seguente domanda: perchè a volte la società è disposta a spendere milioni per salvare la vita di uno sconosciuto - ad esempio il minatore Thira Abtegiris bloccato in galleria o il piccolo alfredino Rampi - ma rifiuta di spendere molto molto meno per installare un guard rail in autostrada che salverà in media una vita all' anno. Secondo lui cio' accade perchè facciamo una distinzione tra "vita conosciuta" e "vita statistica". Per qualche ragione si suppone che la prima ci stia più a cuore.

Ma la distinzione tra una "vita statistica" e una "vita conosciuta" è illogica, moralmente stupida e impossibile da realizzare.

mercoledì 8 luglio 2009

Problemi con il tutor

La festa è finita, sulla mia autostrada (A8) metteranno un Tutor, non si sgarra più: da casello a casello la velocità media non potrà essere superiore a 130 km orari.

Fortunatamente a metà strada faccio colazione e con questa breve sosta ho calcolato che la mia velocità media nella prima parte è circa di 65 km orari (la metà di quella consentita). Nel resto del tragitto posso anche raddoppiarla.

Solo che non ho capito esattamente a quanto posso andare. Mi sa che posso andare anche alla velocità della luce senza conseguenze.

I misteri delle "medie" non li ho mai capiti a fondo.

lunedì 15 giugno 2009

Economia e Scienza. Russ Roberts has a question

Over the years, I have become increasingly skeptical of the power of statistical techniques to measure causation in complex systems like economics... I realized in a way I hadn’t before, that how we feel about the reliability of statistical results lines up incredibly neatly with our political and ideological biases... name an empirical study that uses sophisticated statistical techniques that was so well done, it ended a controversy and created a consensus--a consensus where former opponents of one viewpoint had to concede they were wrong because of the quality of the empirical work... The pragmatists (Peirce and James) and Hayek understood the dangers of rationality and what is essentially fake science...

Risposta 1... If Not Data, What?

Risposta 2... I will cite a few possible examples...

Risposta 3... we have confirmation bias, so even when we should change our minds we come up with excuses not to believe contrary results...

Risposta 4... What exactly counts as "ending a controversy and creating a consensus"? Does every active researcher in the world have veto power?... I modify Russ's challenge thusly: name a body of empirical work that is so well done, it won over two-thirds of active researchers and induced half of the unconvinced to quietly give up or recant?