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lunedì 15 febbraio 2016

This is unexpected: a socialist denies that the GENDER GAP

Michael Makovi - This is unexpected: a socialist denies that the...: "This is unexpected: a socialist denies that the gender-wage gap is due to discrimination: Anne Phillips, “Sexual Equality and Socialism” (1997) https://www.dissentmagazine.org/…/what-is-democratic-social…
Like Harvard economist Claudia Goldin, Phillips argues that the gender-wage gap is due more to the types of jobs which women find themselves taking, than to any discrimination by their employer:"



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mercoledì 9 settembre 2015

The War Against Boys: How Misguided Policies are Harming Our Young Men DI Christina Hoff Sommer


 Christina Hoff Sommer su pedagogia e penalizzazione dei ragazzi
  • Fenomeno sotto la lente: i ragazzi a scuola rendono meno delle ragazze e si annoiano di più. Perchè? E' un guaio?
  • Oggi il fenomeno è riconosciuto ma le scuole che tentano di fare qualcosa cadono sotto l' accusa di penalizzare le ragazze
  • Tutto è femminilizzato nelle nostre scuole: prendi il tema dei sentimenti, o della competitività, o dell'atteggiamento verso il rischio, o della relazione con il corpo.
  • Perché preoccuparsi per una simile svolta? Perché sono i nostri ragazzi e perché sono i ragazzi che vivranno con le nostre ragazze e con loro costruiranno il loro futuro. Vogliamo davvero che restino indietro? Vogliamo sprecare le loro potenzialità per ché ragioniamo chiusi in un confronto relativo tra uomini e donne?
  • C'è ormai una montante evidenza relativa alle prestazioni superiori delle ragazze: le matricole donne sono più ambiziose, partecipano di più alle attività extracurriculari, scrivono e leggono meglio, si iscrivono più facilmente all' università, si laureano più spesso.
  • Consideriamo come vengono valutate le ricerche: lo stile oggi pesa molto di più rispetto a ieri, e in questo le ragazze possono prendersi un bel vantaggio.
  • Ma i ragazzi non dominano nei test? Come si conciliano le discrepanze?
  • E' così ma sempre meno ragazzi affrontano il SAT.
  • Esiste poi uno spread ben noto: tra i ragazzi abbondano geni e scarsoni e questi ultimi non ci provano nemmeno col SAT.
  • Dove sono finiti gli uomini?: ormai nelle università sono il 60/40. La loro defaillance non sembra più contestabile.
  • Reazione femminista: nn sono i ragazzi nei guai sono le ragazze che progrediscono sempre di più.
  • Perchè il femminismo non dà il dovuto peso a queste evidenze? Perché è preoccupato dal fatto che l'uomo  continua a  predomina ai vertici della società civile (più politici, più CEO eccetera). Domina anche nei salari. Ma dimentica il fenomeno della polarità: il maschio domina anche nelle carceri o tra gli scoraggiati.
  • Ma sul wage gap la responsabilità non sembra la discriminazione dei datori di lavoro quanto piuttosto le scelte delle donne stesse (i settori prediletti ma anche le poche ore lavorate, i tanti permessi richiesti e così via)
  • Ultimamente le femministe sembrano riconoscere l' evidenza che il gap sui salari non sia da imputarsi a discriminazione, però tornano alla carica: le scelte delle donne sono condizionate dagli stereotipi. Insomma la buttano sul filosifico tanto xchè nulla sia più dimostrabile. Un piccolo vantaggio pedagogico è sentito come dovuto. Tuttavia, pressioni decennali verso impieghi più remunerati non sembrano sortire effetti.
  • I maschi prevalgono nei test di scienza e matematica (laddove pesa di più la competizione)  ma non nei voti (dove pesa di più la pedagogia). In lettura e scrittura, poi, soccombono sempre. E qui forse pesa anche la natura.
  • Cosa spiega il disallineamento test/voti: le abilità nn cognitive (pazienza self control) che le femmine sviluppano prima e che l' impostazione didattica esalta. I bimbi 8e sono soprattutto bimbe) che hanno qs abilità raccolgono i frutti migliori. 
  • E' chiaro, per esempio, che l'enfasi sulla condotta penalizzi i maschietti.
  • Reazione comune: peggio x i maschietti. Ok, ma xchè nn provare una pedagogia altrrnativa? Si ha la netta sensazione che i ragazzi siano puniti in quanto tali.
  • Zero tollerance sulla condotta: vale x l' adulto ma nn x il ragazzo x il quale cresce contando di + sulla vicinanza e sulla pressione
  • I maschietti necessitano struttura più ancora che che femmine. In loro si riscontra un rifiuto della disciplina. Chi non ricorda il Signore delle mosche? La lontananza dell'adulto è per loro ancora più deleteria.

  • Nei ragazzi puo' registrarsi una certa propensione a comportamenti antisociali. Prendiamo lo stupro e vediamo la cause. Si fanno due ipotesi: 1) educazione alla cultura machista e patriarcale oppure 2) mancanza di educazione. Nel primo caso l'educazione dovrà essere ancor più "androgina", nel secondo caso dovrà essere più "adatta a loro".
  • In favore della seconda ipotesi: la propensione allo stupro si abbina con la propensione al vandalismo (molto meno riconducibile a machismo e patriarcato).
  • Nei violenti cresce l'autostima. Anche per questo la disciplina e l' etica devono essere chiari ai maschietti. Loro più delle femminucce sono aggressivi, arrischiati e anticonformisti
  • Il fattore della disciplina è stato letto in passato come un fattore di repressione, cosicché è stato rimosso. A risentirne sono stati soprattutto i maschi.
  • Pedagogia di Aristotele, ovvero pedagogia del buon senso: inculcare i principi morali anche con premi e punizioni affinché ci si formi un carattere a si sia degli adulti autonomi
  • Il rifiuto di Aristotele e l'avvento della value clarification: noi proponiamo il bimbo sceglie. Il bimbo è già autonomo
  • Siccome il value clarification ci consegnava bambini ansiosi e insicuri si è ripiegato sull' autostima: coltiviamo di più quella!
  • La precisazione di Mill: sia chiaro che nn parlo de bimbi quando parlo di libertà... 
  • L' uomo ha un vantaggio sull' animale: non deve reimparare da capo tutto. Cerchiamo di sfruttarlo!
  • Ma l' approccio permissivista non danneggia tutti allo stesso modo: i maschietti sono le vittime designate.
  • Persino il diritto rende difficile educare: sentenze contro insegnanti autoritari
  • Accusa alla tradizione: propone un  lavaggio del cervello. Difesa: solo il cervello delle persone autonoma può essere lavato.
  • Greci, romani, illuministi, vitttoriani, tutti uniti nel metodo pedagogico migliore: inculcare i principi di onestà, lealtà, coraggio, decenza. Con Dewey i contenuti sono diventati più specifici: non dobbiamo formare l'uomo ma il cittadino, inculcargli i valori di cittadinanza (che sono poi i valori progressisti della condivisione). E' dagli anni sessanta che è cambiato tutto.
  • Buon senso e scienza convergono nel supporto ad Aristotele.
  • Columbine? Si fanno molte ipotesi sulle cause: 1) povertà 2) armi 3) divorzio 4) repressi? La risposta più lineare è una: semplice mancanza di valori. Un esito perverso dell'educazione progressista.
  • Non si chiede molto, solo un ritorno ad Aristotele. Magari facoltativo, magari dando l'opportunità di scegliere classi maschili.
continua

venerdì 7 agosto 2015

Gender gap dovuto a stereotipi

Molti studi che lo segnalano sono fallati.

Il tipico errore:


 “Immaginate uno studio costruito con questa metodologia: intervistate un mucchio di persone per capire chi pensano che fumi (il 97% di loro pensa che Bob fumi). Poi, in un follow up dello studio, cercate una correlazione tra i nomi segnalati a suo temo  e chi ha sviluppato forme tumorali maligne: il vostro programma statistico si accenderà come un albero di Natale (correlazione super-forte!). Conclusione: “essere percepiti come fumatori causa il cancro”. Poi non manca che costruire una teoria su come lo “stereotipo del fumatore” deprima le difese immunitarie di chi ne è vittima. Infine,  consegnate tutto fiduciosi ai media che titoleranno: “Non il fumo ma gli stereotipi sul fumo causano il cancro”. Assurdo? Ma questa è la metodologia tipica seguita da chi studia il ruolo degli stereotipi nel gender gap sul lavoro. Non viene neanche preso in considerazione il fatto che “essere giudicati dei fumatori” sia un’approssimazione piuttosto affidabile di “essere dei fumatori”. (Scott Alexander)


. http://slatestarcodex.com/2015/01/24/perceptions-of-required-ability-act-as-a-proxy-for-actual-required-ability-in-explaining-the-gender-gap/

mercoledì 29 luglio 2015

Tabula rasa: Perchè non è vero che gli uomini nascono tutti uguali by Steven Pinker - capitolo sui generi


Pinker su differenza, gender gap sul lavoro, quote rosa e stupro.
  • Odissea 2001. Perchè nn ha previsto il cambiamento della condizione femminile?...
  •  Cause della riv.femminista: 1) le società liberali sono + fluide e sul mercato la convenienza s'impone... 
  • 2) il progresso tecnologico: ha attenuato la necessità di suddividere il lavoro nella coppia... 
  • 3) l'accresciuto valore del cervello rispetto ai muscoli nell'economia.. 
  • 4) la contraccezione: consente di rinviare i figli al momento + opportuno... 
  • 5) il femminismo: ha rivendicato e sensibilizzato... 
  • Purtroppo il femminismo ha dovuto abbracciare la teoria della Tabula rasa: 1) le menti di uomo e donna somo ugualu 2) l'istinto sessuale dell'uomo nn sono sessuali ma culturali... 
  • Eguaglianza: un individuo nn va giudicato sulla base del suo gruppo di appartenenza. Enunciato in qs modo eguaglianza e differenze di gruppo sono compatibili... 
  • Su qs argomenti si ragiona solo in termini di distribuzioni probabilistiche... 
  • Le 2 controversie: 1) gap tra i generi 2) violenza sessuale... 
  • Ci sono due femminismi: 1) f. dell'equità (liberale) 2) f. di genere (marxistà). Quindi prendere certe posizioni nn significa osteggiare il femminismo... 
  • Il f. di genere su è messo in rotta di collisione con la scienza. E a qs impresa scientifica partecipano molte donne... 
  • E il femminismo della differenza? Offre il peggio di entrambi i mondi: differenza e ripudio della scienza. Differenze spesso inventate si sana pianta... 
  • Le differenze tra i generi riguardano: 1) atteggiamento verso il sesso occasionale e anonimo 2) la competizione violenta e la denigrazione 3) manipolazione spaziale degli oggetti 4) ragionamento matematico e test matematici 5) rapporto con le emozioni e l'empatia nel piccolo gruppo 6) rapporto col dolore 7) rapporto col rischio (specie di danno fisico) 8) rapporto coi figli 9) rapporto con la gelosia e con il corteggiamento 10) giochi: lotta e ruoli sociali...
  • Alcune di queste differenze riguardano la media altre la coda. 
  • Perchè prob. qs. differenze sono biologiche?… 
  • 1) perchè esistono in tutte le culture. 2) sono quelle che predice l'evoluzionista 3) si ritrovano anche in altri primati. 4) lo sviluppo fisiologico dei feti è molto diverso tra uomo e donna 5) il cervello di uomo e donna differisce notevolmente 6) il testosterone influenza chiaramente la vita psichica 7) idem x gli estrogeni, tanto è vero che le prestazioni cognitive delle donne variano col ciclo 8) idem x gli androgeni 9) l'esperimento ideale su neonato è stato condotto confermando l'importanza della biologia maschile 10) il trattamento dei figli oggi nn è molto differente ma le canoniche differenze si ripresentano... 
  • E il gender gap sul lavoro? Non è possibile neppure ventilare che esistono preferenze vocazionali, che 1) le donne prediligono la relazione xsonale mentre i maschi amano gli oggetti, la teoria, la ricerca 2) il maschio è più disponibile a mettersi fisicamente in xicolo 3) il maschio tiene di + al suo status legato al guadagno si ferma di più in ufficio fa lavoro + duri 4) la donna è + legata a figli e famiglia... 
  • Anche le capacità incidono: 1)l'uomo eccelle nel ragionamento matematico 2) la donna eccelle nel linguaggio... 
  • Prendi l'Università. È credibile che i matematici ce l'abbiano con le donne e i linguisti con gli uomini?... 
  • La legge della specializzazione (vantaggio comparato) fa sì che il matrimonio enfatizzi le differenze anche quando sono minime (gary becker)... 
  • Il mercato aiuta: le donne senza figli guadagnano quanto gli uomini. Le aziende stupide hanno vita breve... 
  • Quote rosa? 1) rendono la società inefficiente 2) insinuano dubbi sulla capacità femminile 3) si allontanano le xsone dai lavori che + piacciono... 
  • Problema: la natura della violenza carnale. Tesi prevalente: nn ha nulla a che vedere con la sessualità. Lo stupro è un abuso di potere indotto dalla cultura patriarcale... 
  • La teoria distorta nasce sollecitata da problemi reali: lo stupro era preso un pò troppo alla leggera. Ma anche dalla teoria del bupn selvaggio: il sesso è buono siccome lo stupro nn lo è le due cose viaggiano separate... 
  • 2 esperienze comuni 1) ci sno uomini che farebbero di tutto x andare con una donna 2) ci sono uomini che usano la violenza x ottenere ciò che desiderano... 
  • Teoria standard: l' uomo stupra x affermare la supremazia del genere maschile. Non quadra: 1) troppi costi e pochi benefici. Chi stupra è uno sfigato mentre chi beneficia del patriarcato è un tipo di successo 2) agli uomini stanno + a cuore madri e sorelle che gli altri uomini 3) la presunzione d'innocenza nn vale solo x lo stupro 4) xchè fare dello stupro un reato se ci fosse complotto patriarcale?... 
  • Due teorie alternative: 1) stupro opprtunistico: l'emarginato nn ha altri mezzi 2) stupro incontrollato: desiderio + violenza... 
  • Lo stupro ha qualcosa di naturale. Tutti noi siamo potenziali stupratori... 
  • La sofferenza delle vittime è elevata xchè il costo di un figlio è elevatissimo. Qs giustificherebbe pene + severe... 
  • E gli stupratori che prendono di mira le vecchie? che hanno disfunzioni o addirittura usano il preservativo? Risposta: 1) parliamo di casi minioritari 2) sono casi comuni anche nel rapporto consensuale... 
  • E lo stupro della corteggiata? Dobbiamo pensare che l'amore si converta in pochi secondi nella lotta x il patriarcato?... 
  • Stupro e sesso sono intimamente legati. Prove: 1) l'accoppiamento coatto è pratica diffusa in tante specie 2) è presente in tutte le culture 3) in genere lo stupratore nn uccide 4) le vittime sono all'apice della produttività 5) i violentatori sono giovani (da vecchi si liberano dal condizionamento?) 6) in paesi tradizionalisti come il Giappone gli stupri sono meno... 
  • La correlazione imbarazzante va in senso opposto: più la donna è indipendente + gli stupri sono un xicolo... 
  • Consiglio finale: nn andare in giro con la minigonna in posti isolati e malfamati..
continua

sabato 20 settembre 2014

Gender gap

http://www.econlib.org/library/Enc/GenderGap.html

Wage gap

http://freakonomics.com/2010/01/28/superfreakonomics-book-club-goldin-and-katz-on-the-male-female-wage-gap/

mercoledì 17 settembre 2014

Quel vizietto di correggere i comportamenti razionali

Perché in alcune professioni le donne sono meno rappresentate?

Ci sono molte ipotesi ma qui me ne interessa una  una che vedo trattata: assumendo una donna l' imprenditore incorre nel rischio maternità.

Non stereotipi, non pregiudizi ma uno svantaggio oggettivo che penalizzerebbe le donne sul mercato del lavoro.

E chi puo' negare che non sia così?

Faccio solo notare che in un caso del genere tutti gli attori coinvolti si comportano razionalmente, e a farne le spese sono le donne.

Personalmente sono restio a correggere dei comportamenti razionali, eppure, sempre qui sopra, sono state avanzate delle proposte degne di considerazione.

Una spicca tra tutte: rendiamo la paternità obbligatoria, oppure paghiamola di più della maternità in modo che sia più conveniente. I piatti della bilancia si riequilibreranno.

Detta così è un po' contorta. Cerco di ridurla senza intaccare in alcun modo la sostanza: sussidiamo l' assunzione di donne.

In altri termini: le donne sul mercato del lavoro hanno uno svantaggio oggettivo (rischiano di stare a casa in maternità), facciamo gravare questo svantaggio su terzi (il sussidiante) e il problema si attenua.

Certo, l' allocazione lavorativa si sposta in favore delle donne, ma produce anche delle inefficienze non trascurabili. La logica di fondo infatti è piuttosto opinabile: se un soggetto è svantaggiato per compiere un verto lavoro, allora sussidiamone l' assunzione.

La soluzione forse ha una sua correttezza politica ma non è priva di costi. Lo illustro meglio avvalendomi di due analogie.

Immaginiamo che in un lontano futuro il pianeta terra ospiti, oltre ai terrestri, anche una certa popolazione marziana con abilità in tutto simili a quelle dell' uomo, se non che il nostro marziano deve dedicare tre giorni a settimana ad un irrinunciabile riposo. Sul mercato del lavoro i nostri amici marziani riscontrano qualche problema, cosicché si viene loro incontro sussidiando pesantemente le assunzioni. Siccome "ogni umo ha il suo prezzo" si trova una cifra per far lavorare i "dormiglioni".

Bene, e se i giorni di assoluto riposo diventassero 4? Che si fa, si adegua il sussidio o si discrimina?

No! Una volta accettata una certa logica, coerenza vuole che si prosegua su quella strada.

E se diventassero 5? Idem come sopra. E se diventassero 6?

Vabbé, non vado avanti.

Il fatto è che fingere di essere tutti degli svantaggiati per non discriminare lo svantaggiato presenta qualche problema, in effetti.

Ma si potrebbe andare oltre e sfiorare il paradosso.

Ammettiamo che Giovanni, per quanto ce l' abbia messa tutta, abbia conseguito una laurea con voti scadenti mentre Giuseppe, un autentico talento, si sia laureato nella stessa facoltà a pieni voti e a mani basse.

Se un datore di lavoro si mostrasse più interessato ad assumere Giuseppe, Giovanni potrebbe opinare: non è giusto, io sono meno dotato di Giuseppe e quindi parto da una condizione di oggettivo svantaggio.

Qualcuno potrebbe dire: ma qui si tratta di condizioni inerenti alle mere capacità.

Ma c' è davvero differenza tra gli "svantaggi" considerati?

Una cosa è certa: non c' è differenza in termini di produttività, e questi sono gli unici termini che interessano un datore di lavoro razionale.

Con la stessa logica applicata precedentemente noi, per aiutare chi all' università si è sempre impegnato pur conseguendo scarsi risultati, dovremmo procedere a sussidiare la loro assunzione.

Perché discriminare chi nella lotteria dei talenti è stato sfortunato?

Le analogie che ho proposto sono paradossali ma servono forse a capire che la logica di correggere dei comportamenti razionali ha derive perverse.



venerdì 7 giugno 2013

E se il declino del Maschio rafforzasse il Patriarcato

Ipotesi delle “carte in regola”
Parliamo di futuro: il futuro è donna. Scuola e università sostengono questa previsione; i maschietti frequentano meno e producono  prestazioni più scadenti. I laureati ormai sono in prevalenza donne, anche nei campi cruciali, con una disparità che va riflettendosi sempre di più nel mondo del lavoro. La società de-industrializzata non è adatta agli ometti e la società de-matrimonializzata non li motiva  al meglio. E’ la donna, oggi, ad avere le carte in regola per lanciarsi verso il successo.
officee
Ipotesi “sex in the city”
Parliamo di accoppiamenti: l’ uomo sceglie in base alla bellezza, la donna in base allo status. Con il maschio in declino la donna, specie se di status elevato, si astiene schifata da ogni scelta. Fateci caso, ha ragione la tipa di sex in the city: “ma perché superata una certa età l’ uomo solo è uno sfigato mentre la donna sola è un gioiellino?” . Non è poi così difficile rispondere.
offices
Ipotesi “inseminator”
Parliamo di figli: se il mondo sarà quello appena descritto,  la donna che vuole un figlio se lo farà da sé. Le “ragazze madri” aumenteranno. Saranno “ragazze consapevoli” che programmano tutto per filo e per segno, ma saranno pur sempre ragazze-madri. Saranno ragazze attempate, perché se curi la carriera un figlio lo devi fare tardi, ma saranno pur sempre ragazze… pardon, “signore-madri”.
officess
Tesi del doppio gap
Qual è la condizione che ostacola di più una donna protesa verso l’ affermazione sociale come la intendiamo oggi? Da sempre la maternità. La maternità solitaria poi è una ganascia implacabile, altro che soffitto di vetro. Naturalmente la tipa di Park Avenue non è la nera del Bronx ma anche lei, con una simile ancora calata in mare, difficilmente prenderà il largo.
officesss
Conclusione col botto: il gap a monte (“carte in regola”) si allargherà in favore della donna, il gap a valle (“affermazione sociale”) si allargherà in favore dell’ uomo.
Conclusione senza botto (più credibile ma non meno provocatoria): il gap delle “carte in regola” si allargherà in favore della donna senza tradursi in una riduzione apprezzabile del gap sociale.
offfi

Corollario pensando alla “battaglia dei sessi”
Quando il centro studio femminista registrerà la dinamica descritta nelle conclusioni, lancerà immediatamente l’ allarme sessismo (ma come?… siamo più brave e contiamo di meno…).
Se le tre ipotesi di partenza sono almeno in parte vere si tratterà di un falso allarme.
office

***
In margine a Kay S. Hymowitz, Mrriage and Caste in America: Separate and Unequal Families in a Post-Marital Age

martedì 1 marzo 2011

Why present the gender ‘pay gap’ as a moral issue rather than a profit opportunity?

Ipotesi:

1. Campaigners want to seem idealistic and opposed to sexism more than they actually want to solve the ‘problem’.

2. The pay gap is in fact justified by productivity differences, and if the reasoning above were known more widely this would soon become obvious.

3. Campaigners on the issue don’t understand economics.

4. The campaigners care about the issue because they oppose discrimination, and they assume others (should) feel the same way.


Mi piace la prima ipotesi: è la voglia di scampagnate che ingrossa le manifestazioni.

Anche se non sottovaluto la seconda.

mercoledì 10 novembre 2010

Capire il sessismo razionale

Sul mercato del lavoro molti denunciano pratiche di "sessismo" (razionale) che danneggerebbero le donne.

Queste denunce, per quanto plausibili, sono puntualmente reticenti.

Non si spiega, e magari non si comprende nemmeno, cosa sia il "sessismo razionale".

Facciamo un caso specifico: poichè il datore di lavoro sa che la candidata donna al posto potrebbe avere nel prossimo futuro dei bambini, è meno disposto all' assunzione. Come biasimarlo, mica possiamo chiedergli di essere Babbo Natale!

Senonchè la donna media, proprio perchè a conoscenza di queste difficoltà, rinuncia ad impegnarsi a fondo in ambito lavorativo creando un circolo vizioso: tanto più il datore discrimina senza pregiudizi, quanto meno le donne investono nel mondo del lavoro

E' un caso classico di "statistical discrimination" o "sessismo razionale": tutti si comportano in modo razionale ma "le donne" ci lasciano le penne.

Peccato che molti pensino al "sessismo razionale" come a qualcosa che contrappone i due generi sessuali: donne contro uomini. Sbagliato! Il "sessismo razionale" contrappone donne a donne. La battaglia da condurre è limitata all' interno del gruppo discriminato.

Per capirlo ancora meglio vediamo come si sbaragliano gli inconvenienti del "sessismo" nel caso appena profilato.

Semplice, basta prevedere contratti in cui la candidata si impegni a non avere figli (oggi vietati per legge!).

Una soluzione del genere avvantaggia le "donne" in generale? No, avvantaggia solo le donne orientate seriamente a lavorare duro e alla carriera, le altre donne invece non solo non migliorano la loro condizione ma addirittura la peggiorano.

E guardacaso è cio' che dicevamo: le pratiche di "sessismo razionale" fanno in modo che la battaglia reale sia all' interno del gruppo discriminato e non tra gruppo discriminato e gruppo discriminante.

Una battaglia del genere presenterebbe due fronti: nel primo le donne che investono sul lavoro, nel secondo le altre. Chissà perchè chi si interessa di "sessismo" è a dir poco terrorizzato da un simile schieramento. Costui sogna ancora una bella guerra tra "generi", anche laddove una contrapposizione simile avrebbe veramente poco senso.

La flessibilità contrattuale è un ottimo strumento contro ogni genere di "razzismo razionale" (che per me non puo' nemmeno definirsi "razzismo"). Una soluzione quasi sempre omessa nelle analisi che leggerete. In questo campo il vizietto della reticenza per "correttezza politica" imperversa.

mercoledì 8 settembre 2010

Fair Pay Is Not Always Equal Pay

"... Some of the bill's supporters admit that the pay gap is largely explained by women's choices, but they argue that those choices are skewed by sexist stereotypes and social pressures... Universities, for example, typically pay professors in their business schools more than they pay those in the school of social work, citing market forces as the justification. But according to the gender theory that informs this bill, sexist attitudes led society to place a higher value on male-centered fields like business than on female-centered fields like social work... the proposed law overlooks mountains of research showing that discrimination plays little role in pay disparities between men and women, and it threatens to impose onerous requirements on employers to correct gaps over which they have little control... among full-time, full-year workers, women earn just 77 cents for a man's dollar. But the 23-cent shortfall does not take into account differences between men and women, such as experience, education, or job tenure...women tend to value family-friendly workplace policies more than men, and will often accept lower salaries in exchange for more benefits..."


Christina Hoff Sommers - NYT

http://www.nytimes.com/2010/09/22/opinion/22Sommers.html?_r=1