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mercoledì 22 giugno 2016

Piove. Governo ladro

Ancora oggi il rito è centrale nelle nostre vite: diplomi, compleanni, funerali, matrimoni, nascite, pensionamento… Ci piace celebrare insieme i momenti di passaggio più significativi della nostra vita.
L’energia emozionale si amplifica quando tutti i componenti del gruppo si sincronizzano per focalizzare la propria attenzione su un valore, affermandone così l’importanza.
La sincronia ci rende consapevoli di condividere qualcosa con gli altri e, allo stesso tempo, di conoscere a fondo chi ci vive accanto.
Tutto cio’ è soddisfacente oltre che rassicurante.
Esempio estremo: il coro dei tifosi consente poi, al momento del gol, di abbracciare con sincero affetto un perfetto sconosciuto che sentiamo come un fratello.
Ma anche scambiarsi il buongiorno fa parte di un rito: ci rassicura del fatto che viviamo tra gente che condivide i nostri usi.
La religione garantisce un pacchetto di rituali  che fungono anche da collante comunitario. Seguendo regole arbitrarie che limitano credenze e comportamenti accettabili, il singolo ha modo di segnalare il proprio attaccamento al gruppo di appartenenza. Quanto più le regole sono arbitrarie ed esigenti, tanto più il gruppo è unito. Nel fondamentalismo religioso la coesione è massima.
Senza riti la vita cambia. E’ per questo che le amicizie virtuali non sono proprio come quelle in cui ci si incontra di persona: nel faccia a faccia il ricorso ai rituali per costruire una fiducia reciproca è facilitato. Nello spazio virtuale, invece, si va al sodo più facilmente ma non puo’ mai esserci una fiducia solida dell’impegno altrui, il minimo sindacale è garantito da un terzo (la piattaforma su cui si comunica).
pio
Noi siamo nati per creare attraverso i riti delle convenzioni sociali. I bambini, senza motivo apparente, vogliono che le favole comincino con “c’era una volta”! Ma perché?
I bambini sono particolarmente aggressivi contro chi viola le convenzioni di gruppo che hanno interiorizzato. Denunciano e puniscono il deviante provandone piacere, così come provano piacere anche nell’ubbidire alle norme arbitrarie trasmesse loro da un modello autorevole. La marginalizzazione del diverso è un processo del tutto naturale tra i piccoli. Si socializza essenzialmente marginalizzando il diverso.
Se batti il martello impugnandolo al contrario i bambini ridono di te, ti scherniscono fino ad esprimere disprezzo, poi passano all’ostracismo e in alcuni casi alle spedizioni punitive. Ma l’esempio del martello non è calzante, potremmo infatti pensare che i bambini siano preoccupati dell’inefficacia di un tale uso dello strumento: non è così, sono invece preoccupati che sia stata violata una norma che hanno appreso culturalmente da un modello e che vedono innanzitutto come norma sociale. Se si trattasse solo di “inefficacia” non si capirebbe come possa fare capolino il disprezzo.
I bambini sono molto sensibili ai doveri, al punto da avere grosse difficoltà con la legge di Hume (che distingue l’essere dal dover essere). Capiscono meglio i problemi se posti in termini valoriali piuttosto che descrittivi. Sappiamo tutti che alla sera il sole “tende” a tramontare: da un bambino il concetto è afferrato molto meglio se viene reso con l’espressione impropria per cui il sole “deve” tramontare.
piogg
Ma nell’era moderna abbiamo sostanzialmente ridotto la frequenza dei riti. Come mai?
Forse che qualche lobby malvagia sta tramando alle nostre spalle per sovvertire le sane abitudini ereditate da avi rispettabilissimi?
Forse. Ma forse esistono spiegazioni più in linea col senso comune.
La ricchezza sovrabbondante ha ampliato gli spazi privati, ovvero gli spazi in cui le funzioni del rito sono meno essenziali per la convivenza. Se viviamo i 4/5 della giornata in casa nostra osserveremo meno rituali. Ma un tempo non era pensabile vivere i 4/5 della giornata nel proprio tugurio, ci si stava giusto durante il temporale.
Un altro effetto della ricchezza è un fenomeno come quello della moda, prima non tutti potevano permetterselo. Ma la moda esalta l’eccentricità e l’originalità. Contraddistinguersi diventa più importante che “appartenere”.
Oggi è più pratico segnalare la propria condizione esibendo una varietà di beni ricercati piuttosto che amicizie blasonate. Il possesso sostituisce le relazioni. Girare con una Porsche e abitare nel villone in cima alla collina conta di più che avere l’assessore come testimone di nozze (se poi si circola in Panda e si abita un monolocale dei bassi). Le conseguenze mi sembrano chiare: se avere l’assessore come testimone di nozze conta meno, conteranno meno – dal punto di vista sociale - anche le nozze.
La straripante ricchezza della società contemporanea esalta valori quali la innovazione e tolleranza (promuovono ricchezza e godimento della ricchezza). Si tratta di valori che si oppongono al conformismo.
Così come oggi si esalta l’egalitarismo (un modo per rapinare il ricco inerme), altra condizione incompatibile con il rito – che richiede invece ruoli diversificati e gerarchie precise.
Il bene della fiducia, poi, è assicurato dallo stato, non ha più senso fabbricarlo con dispendiosi rituali clanici. La società dei clan è finita e, di conseguenza, anche l’importanza della famiglia si è attenuata.
pioggia
Finora ho descritto un processo. Mi sembra una descrizione credibile. Mi sembra una descrizione confermata da autori autorevoli. Ma soprattutto è una descrizione che riguarda l’essere più che il dover-essere.
Ammettiamo allora che quella formulata sia un’ipotesi accettabile.
Per molti di noi cattolici le conseguenze non sono proprio piacevoli.
Chi ama le tradizioni trova insulso il fatto che l’innovazione e l’originalità siano diventate un valore con tanto seguito.
Chi ama i sofisticati riti della liturgia rimane indignato da come il frequentatore medio delle chiese sia disposto a “sorvolare” mostrandosi poco sensibile.
Chi ama la famiglia si arrabbia constatando di come il ruolo che questo istituto sia un po’ meno centrale che in passato.
Ma perché “indignarsi” o “arrabbiarsi”?
Se piove non reagiamo “indignandoci” o “arrabbiandoci”. Si prende atto piuttosto che arrabbiarsi. Se qualcuno si arrabbia mostra un temperamento infantile. La pioggia puo’ anche guastare i nostri piani ma difficilmente potremmo mai definirla “insulsa” per questo solo fatto. Chi lo fa mescola i fatti con le trasgressioni.
Prima ho riferito che un bambino capisce meglio cosa succede al tramonto se gli viene detto che il sole “deve” andarsene piuttosto che se gli viene detto che il sole “tende” ad andarsene. In questi termini il sole che tramonta è un sole “buono” che adempie ai suoi doveri. Allo stesso modo alcuni cattolici sembrano avere problemi con la legge di Hume: capiscono la modernità se gli viene spiegata come la trasgressione ad un dovere  piuttosto che un normale processo fattuale. La capiscono solo se la possono interpretare come una storia tra buoni e cattivi anzichè come un semplice accadere di anonimi fatti (senza una trama appassionante).
Mi rendo conto che “piove” non è granché come sceneggiatura ma a volte dice bene quello che accade. Meglio che una storia appassionante come quella di Prometeo che entra nella stanza dei bottoni e fa piovere salvando l’umanità dalla siccità.
I cattolici dovrebbero comprendere i fatti lasciando da parte i doveri. E’ la condizione per formulare una strategia razionale ed evitare le cause perse.
Gli esempi sono abbastanza facili, basta guardare alla sezione precedente: quali sono quei fenomeni che sabotano il rito?
1) La ricchezza e gli spazi privati. E’ un po’ difficile predicare l’impoverimento. Trattasi di guerra persa in partenza.
2) La moda, l’innovazione e l’originalità. Anche qui vedo difficile tornare all’immobilismo, alle divise e all’anonimia dell’individuo, a meno che non si proceda ad impoverirlo. Anche questa è una guerra persa in partenza.
3) Svalutazione delle relazioni. Qui si puo’ intervenire nel rispetto dei processi moderni: una società senza salvagenti rende la società più dinamica e flessibile (quel che vogliono i modernisti) ma allo stesso tempo impreziosisce le reti di sicurezza fondate sulla relazione personale.
4) Spiazzamento nella costruzione della fiducia. Anche qui vedo interventi compatibili con lo spirito moderno: ritirare certe garanzie universali alleggerisce il peso della regolamentazione e allo stesso tempo innesca la costruzione privata della fiducia.
5) Egalitarismo. La battaglia per l'egalitarismo è senz'altro compatibile con la modernità, tanto è vero che Papa Bergoglio ci sta investendo molto. Comunque, per me, se non è una causa persa resta per me una causa sbagliata (avvilisce lo spirito e rende più gretti), ma questo è un altro discorso.
In conclusione, penso che sia “colpevole” difendere le cause perse in partenza (perché incompatibili con i fatti o con la modernità); è inutile strillare “voglio più famiglia” se alcuni fenomeni epocali ne hanno ristretto il ruolo, che evidentemente va recuperato per altra via. La causa persa è tanto più nociva quante più sono le cause con qualche opportunità di vittoria. Ma discernere richiede uno sforzo intellettuale prima ancora che uno sforzo muscolare.
Lasciamo allora perdere le guerre culturali e dedichiamoci alla preghiera e al discernimento.

lunedì 28 settembre 2015

Appunti alla giornata di apertura della fraternità di Comunione e Liberazione - Forum di Assago 26 settembre 2015

Appunti alla giornata di apertura della fraternità di Comunione e Liberazione - Forum di Assago 26 settembre 2015. PROSPERI


  • La fede che nasce dall'amore per la bellezza e per il bene (ovvero da un desiderio autentico, da un'attrazione sincera) ci "ricentra", ci riporta alla figura del Cristo vivente... 
  • E' nostro dovere comunicare a tutti questo nostro desiderio soddisfatto
  • Come essere utili alla chiesa? Vivi x quello che sei scelto
  • Il metodo della scelta è il metodo di Dio. Alcuni esempi: la scelta di Abramo e quella del cieco nato.
  • Ricordiamoci sempre come è nato il movimento: dallo struggimento di un ragazzino x dare un senso alla sua esperienza
  • Dialogo con l'altro: implica la coscienza della mIa identità: senza questa maturità non ci puo' essere autentica apertura.
  • La veritá come base dell'impegno. I pericoli del relativismo
  • La lettera di un ragazzo che dichiara: amo lui attraverso di lei. La bellezza c'innamora e l'amore tra uomini è la metafora migliore dell'amore di e verso Dio.


CARRON

  • Come comunicare la fede? Le circostanze e il contesto sono tutto
  • L' apologo del clown che chiede aiuto tra le risa. Ecco la condizione frequente del credente oggi
  •  Perchè Gesù nn era percepito come un clown?
  • Primo compito dell'evangelizzazione: enfatizzare la pertinenza della fede al contesto e alla vita in genere. Adeguarsi al contesto con adeguate analogie che traducano il messaggio in modo fedele ed espressivo.
  • La realtá ci colpisce disturbando le nostre certezze: abbiamo la forza di resistere? È abbastanza solida la ns identità?
  • Noi siamo una fede e un'etica, spesso oggi la prima viene data per scontata e minimizzata. Al mondo non interessa ma noi dobbiamo renderci interessanti per quella, invece spesso addirittura la occultiamo. Lasciamo invece trasparire la ns appartenenza: è la ns posizione culturale!

  • La mente torna (Mogol Battosto): solo quando mi parli torna il mio io. È il metodo umano. Dare del tu. Da Abramo inizia la fede personale. Inizia la giusta analogia x pensare Dio. Senza essere chiamati nn sapremo chi siamo. Ecco perché senza la fede che sostiene l'opera, l'opera si affloscia.
  • La fede cambia lo sguardo coeteros parobus e lo sguardo rende vita la vita.
  • Come ridestarsi alla bellezza? Abbiamo bisogno di una provocazione adeguata. Di un tu che c'innamori.
  • La verità è bella e la sua bellezza mi fa vivere. E la bellezza può essere solo presenza reale.  La verità s'impone. Come una bella donna.
  • Solo facendo trasparire questa bellezza di cui siamo innamorati cesseremo di essere percepiti come clown. Un innamorato fa a volte cose strane che però non solo vengono giustificate dagli altri ma vengono presto invidiate.
  • Spesso la fede innamorata la troviamo nei convertiti
  • Evangelizzare con la scintilla negli occhi. Solo con la scintilla nn saremo clown. Non c'è un'organizzazione ma in'intensitá nell'opera che ci chiede Dio. La motivazione conta più del metodo...
continua

venerdì 26 settembre 2014

Consigli di prassi

The Logic of Gilensian Activism, Bryan Caplan | EconLog | Library of Economics and Liberty:



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Come convertire?

  1. crescete e moltiplicatevi; avere tanti figli è il miglior modo per evangelizzare il mondo;
  2. rivolgetevi alle élite; sono loro che battono la via che seguirà la massa; tra Centro e Periferia non esitate a privilegiare il primo.
  3. l' esempio è importante, specie se il vostro messaggio è religioso; questo per evitare la classica e fondata obiezione: "dici delle cose che non ti costa niente sostenere".
  4. fate battaglie di libertà e di disobbidienza civile: abbassare i costi di uscita (esempio: obiezione di coscienza) piuttosto che varare leggi ad hoc. Inaugurate forme di disobbedienza civile minima, ovvero quelle contro i "divieti ridicoli", in Italia abbondano (divieto lancio palle di neve, divieto sdraiarsi nei prati, divieto di mangiare il gelato oltre una certa ora...).  La religione diventerà opposizione allo strapotere statale raccogliendo molti simpatizzanti.
  5. Battetevi per una società del rischio economico. All'alternativa "più poveri, più sicuri" (grazie alla solidarietà coercitiva), privilegiate l'alternativa "più ricchi, più a rischio" con la solidarietà volontaria. Il rischio spinge alla fede molto più della povertà, inoltre è compatibile con una società non-violenta.
  6. Battetevi per l'anti-proibizionismo: è una battaglia libertaria e al contempo fa crescere a dismisura il bisogno di "conversione".
  7. Fate la vostra proposta da "innamorati".
  8. Appunti alla giornata di apertura della fraternità di Comunione e Liberazione - Forum di Assago 26 settembre 2015. PROSPERI


    • La fede che nasce dall'amore per la bellezza e per il bene (ovvero da un desiderio autentico, da un'attrazione sincera) ci "ricentra", ci riporta alla figura del Cristo vivente... 
    • E' nostro dovere comunicare a tutti questo nostro desiderio soddisfatto
    • Come essere utili alla chiesa? Vivi x quello che sei scelto
    • Il metodo della scelta è il metodo di Dio. Alcuni esempi: la scelta di Abramo e quella del cieco nato.
    • Ricordiamoci sempre come è nato il movimento: dallo struggimento di un ragazzino x dare un senso alla sua esperienza
    • Dialogo con l'altro: implica la coscienza della mIa identità: senza questa maturità non ci puo' essere autentica apertura.
    • La veritá come base dell'impegno. I pericoli del relativismo
    • La lettera di un ragazzo che dichiara: amo lui attraverso di lei. La bellezza c'innamora e l'amore tra uomini è la metafora migliore dell'amore di e verso Dio.


    CARRON

    • Come comunicare la fede? Le circostanze e il contesto sono tutto
    • L' apologo del clown che chiede aiuto tra le risa. Ecco la condizione frequente del credente oggi
    •  Perchè Gesù nn era percepito come un clown?
    • Primo compito dell'evangelizzazione: enfatizzare la pertinenza della fede al contesto e alla vita in genere. Adeguarsi al contesto con adeguate analogie che traducano il messaggio in modo fedele ed espressivo.
    • La realtá ci colpisce disturbando le nostre certezze: abbiamo la forza di resistere? È abbastanza solida la ns identità?
    • Noi siamo una fede e un'etica, spesso oggi la prima viene data per scontata e minimizzata. Al mondo non interessa ma noi dobbiamo renderci interessanti per quella, invece spesso addirittura la occultiamo. Lasciamo invece trasparire la ns appartenenza: è la ns posizione culturale!

    • La mente torna (Mogol Battosto): solo quando mi parli torna il mio io. È il metodo umano. Dare del tu. Da Abramo inizia la fede personale. Inizia la giusta analogia x pensare Dio. Senza essere chiamati nn sapremo chi siamo. Ecco perché senza la fede che sostiene l'opera, l'opera si affloscia.
    • La fede cambia lo sguardo coeteros parobus e lo sguardo rende vita la vita.
    • Come ridestarsi alla bellezza? Abbiamo bisogno di una provocazione adeguata. Di un tu che c'innamori.
    • La verità è bella e la sua bellezza mi fa vivere. E la bellezza può essere solo presenza reale.  La verità s'impone. Come una bella donna.
    • Solo facendo trasparire questa bellezza di cui siamo innamorati cesseremo di essere percepiti come clown. Un innamorato fa a volte cose strane che però non solo vengono giustificate dagli altri ma vengono presto invidiate.
    • Spesso la fede innamorata la troviamo nei convertiti
    • Evangelizzare con la scintilla negli occhi. Solo con la scintilla nn saremo clown. Non c'è un'organizzazione ma in'intensitá nell'opera che ci chiede Dio. La motivazione conta più del metodo...
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lunedì 15 settembre 2014

The Logic of Gilensian Activism

The Logic of Gilensian Activism, Bryan Caplan | EconLog | Library of Economics and Liberty:



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Meglio adoperarsi per convertire il Centro o la Periferia?

But Gilens doesn't say that American democracy is heavily biased in favor of the interests of the rich; he says that it's heavily biased in favor of the opinions of the rich.  In fact, the opinions of the rich only sporadically differ from the general population's, which is why sophisticated statistics are required to detect the rich's oversize influence.

So contrary to appearances, Gilens' analysis doesn't imply that activism is futile.  The correct inference to draw, rather, is thateffective activism must convert the rich.

sabato 5 luglio 2014

Evangelizzazione o valori? I cattolici tra riduzione etica e silenzio

Evangelizzazione o valori? I cattolici tra riduzione etica e silenzio | Libertà e Persona:



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Il post chiarifica diversi metodi di evangelizzazione al fine di condannarli e ricondurli nell' alveo dell' ortodossia.

La stessa opera di chiarificazione si potrebbe fare, e forse in modo più proficuo, mettendo in evidenza i punti di forza di ciascuna alternativa in modo che la linea ortodossa, la più raccomandabile, si possa rafforzare traendone un sano insegnamento.

Scegliere la prima o la seconda impostazione dipende probabilmente dalla psicologia dell' autore e dalle sue intenzioni: vuol predicare ai convertiti o a tutti?.

Passiamo allora in rassegna le diverse evangelizzazioni così come le propone Guzzo:

La posizione progressista-hegeliana

Nelle parole di Guzzo i progressisti "ritengono necessario mutare radicalmente sia il contenuto della fede che quello della morale, al fine di adeguarsi il più possibile al processo storico-culturale del progresso del mondo in atto in tutta l’umanità". 

Detto così sembrerebbe che i "progressisti hegeliani" vogliano "cambiare tanto per cambiare" al fine di appiattirsi su posizioni moderniste. Naturalmente questo è inaccettabile, tuttavia cio' non toglie che taluni insegnamenti della Chiesa possano e debbano mutare nel tempo, specie se nel frattempo sono confutati dalla scienza. Tutto cio' non è solo logico ma è già stato fatto in molti campi dalle Istituzioni consacrate. Un piccolo esempio per rendere ancora più chiaro il concetto: la Chiesa condannava come usura qualsiasi prestito ad interesse. Oggi che le scienze sociali hanno ampiamente dimostrato come l' intermediazione finanziaria sia indispensabile per la prosperità di un paese e per offrire una chance agli ultimi, la Chiesa ha profondamente rivisto le sue posizioni in materia mutando l' insegnamento.

Probabilmente Guzzo ha in mente altri casi - accenna, per esempio, a come oggi molti "progressisti-hegeliani"  dicano "... basta con l’affermazione della resurrezione reale di Cristo: essa sarebbe solo un simbolo della forza dello Spirito Assoluto che si sviluppa in ogni passaggio storico..." - dopodiché, condanna a tutto campo. Ma risulta problematico estendere la giusta condanna dei casi specifici alla condanna del metodo. Basterebbero dei controesempi per denunciare la fallacia di questa estensione indebita, e i controesempi abbondano.

La linea del silenzio etico

Nelle parole di Guzzo appartiene a questa linea di evangelizzazione chi "... sostiene le verità della fede come fatti oggettivi e come insegnamenti immutabili, ma si pone in modo dialettico-diplomatico sulle questioni morali: esse cioè, pur accettate come un dato permanente e innegabile, vengono mantenute sotto stretto riserbo nella presentazione della fede e dell’esperienza cristiana...".

Secondo Guzzo un simile approccio è fallimentare, e fa il caso dell' aborto: sì è ritenuto che silenziare gli appelli in materia - almeno queli ritenuti più "esagitati" - potesse dare frutti, ma così non è stato.

Nella mia piccola esperienza questa linea presenta molti pregi: i contenuti della fede non possono essere presentati allo scettico tutti insieme, bisogna fare un passo alla volta. Se non si hanno entrambi i piedi ben saldi su un gradino è vano affrontare il successivo.

Mi sgancio un attimo dai temi della morale per fare un esempio più neutro: quello dei miracoli. E' difficile essere convincenti sul tema dei Miracoli, la reazione dello scettico acculturato è da manuale:

I pani e i pesci... ah ah ah.
Il vino di Cana... ih ih ih ih.
La Madonna che piange sangue... uh uh uh.

E via di questo passo. Mi sembra inutile allora insistere con lui e provarci con il classico "Lazzaro, alzati e cammina".

Meglio sarebbe affrontare altre questioni, per esempio quella dualista: la nostra realtà è solo di tipo materiale? Rispondere "no" non suscita certo sarcasmi e apre la via ad una sensata possibilità del miracolo.

Se in questo campo non si procede gradualmente presentando le verità in modo ordinato e solo quando si è pronti al passo successivo, il fallimento è assicurato. Provate a consolare l' afflitto condensando una serie di passaggi per annunciargli trionfali che vive "nel migliore dei mondi possibili"!

Ebbene, molto spesso la dinamica si ripete anche quando dobbiamo giustificare certi obblighi morali.

Senza contare che in tema etico molto spesso la posizione scettica è convincente: "trovo giusto non uccidere il mio fratello e non ho certo bisogno di credere in dio per credere in questo precetto". Come dubitarne, certi precetti sono iscritti nei nostri geni prima ancora che sulle tavole del Sinai. I problemi cominciano quando dobbiamo stabilire se, per esempio, esiste un "dovere di digiunare" o un "dovere di non clonare".

Certi doveri che derivano dalla fede non possono essere sentiti in mancanza di fede. Occorre instillare la fede quindi per stimolarli. Ma l' unico modo con cui possiamo interloquire con lo scettico in tema di fede è presentare gli argomenti ragionevoli a suo sostegno.

Guzzo tende a trascurare questo lato della discussione. Secondo lui non sembrano esistere precetti (omicidio) adottabili a prescindere dalla fede, così come sottovaluta l' esistenza di precetti (digiuno) la cui forza è tratta essenzialmente dalla fede. Questa sottovalutazione fa passare in secondo piano il fatto che evangelizzare sui primi è pressoché inutile poiché sganciati dalla fede, mentre evangelizzare sui secondi è possibile solo facendo un passo alla volta, ovvero presentando in modo ragionevole la fede.



La riduzione etica del cristianesimo

Secondo l' apologeta Guzzo questa posizione è contraria alla precedente e appartiene a colui che "...si interessa ai valori morali cristiani ma appare quasi completamente disinteressata ai contenuti della fede e al loro scopo, che è l’unione dell’uomo con Dio".

Devo ammettere che neanch' io stravedo per l' evangelizzazione moralistica, eppure non posso non constatare i suoi punti di forza.

Qual è del resto l' obiezione più ficcante che l' ateo puo' avanzare verso l' uomo di fede? Semplice: "la tua è solo ideologia, credi quel credi e dici quel che dici perché ti costa poco e non potrai mai essere smentito, se dovessi sacrificare davvero qualcosa alla tua fede ci penseresti due volte e cambieresti idea". Ebbene, il moralista sarà anche pedante ma, almeno all' apparenza, sacrifica molto. Lo sforzo del volontariato missionario, per esempio, è enorme ed è difficile opporre l' "obiezione fondamentale" a colui che per l' immane sua opera dice di trovare la forza nella fede.

***

Guzzo prosegue poi enunciando la prospettiva autentica della Chiesa che consiste nell' inseparabilità della fede dalla morale che sancisce l' unione di "Verità e Amore". Sulla scorta della "prospettiva autentica" 

Si passa poi all' analisi di casi concreti come quello dell' aborto. In questa battaglia in molti hanno scelto la via del silenzio anziché quella del grido, e i risultati sono stati disastrosi.

Puo' darsi anche che vie alternative potessero rivelarsi più produttive, ma sembra quasi che Guzzo veda in queste occasioni mancate delle conversioni mancate.

Torna allora la distinzione che facevamo prima: un conto è la discussione ragionevole sulla liceità dell' aborto, un' altra è la questione dell' evangelizzazione. Guzzo, in questo articolo, sembra abbia a cuore la seconda, senonché finisce per concentrarsi sulla prima al fine di screditare chi contrasta la "prospettiva autentica". Ironia della sorte molti atei sono potenzialmente sensibili alla questione dell' aborto ma rifuggono dal prendere una posizione esplicita proprio per non mescolarsi a chi interviene sul tema con fini di evangelizzazione. E chi interviene sul tema con fini di evangelizzazione? Guzzo, il quale sostiene che le due cose (verità e fede) non possano mai procedere proficuamente disgiunte. 

In conclusione, ammetto che la mia sensibilità fatica su un articolo del genere, per quanto sia chiaro e informato. L' approccio apologetico lo guida ad una rappresentazione caricaturale delle prospettive di evangelizzazione concorrenti a quella "autentica" rendendolo poco credibile sulle conclusioni, almeno agli occhi dei non credenti. Per carità, azioni di questo tipo sono legittime, sopratutto in chi deve rafforzare una fede anemica e non è interessato al dialogo, sebbene il problema dell' evangelizzazione sia essenzialmente un problema di dialogo con l' altro. Peccato che così facendo si perdano per la strada molti insegnamenti che invece un' "interpretazione caritativa" consentirebbe di far fruttare mantenendo comunque ferma una condanna di fondo dell' eresia.


venerdì 30 maggio 2014

Evangelizzazione o valori? I cattolici tra riduzione etica e silenzio http://www.libertaepersona.org/wordpress/2014/05/evangelizzazione-o-valori-i-cattolici-tra-riduzione-etica-e-silenzio/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=evangelizzazione-o-valori-i-cattolici-tra-riduzione-etica-e-silenzio