mercoledì 16 gennaio 2013
lunedì 14 gennaio 2013
In lode del fazioso
… Il disgusto per il partigiano si diffonde rapidamente e ovunque… da più parti la sua è ritenuta una forma “degradata” di cittadinanza… non mancano giudizi aspri che lo vogliono ora ignorante, ora inerte, ora succube dei leader e via dicendo… una persona dedita a sfigurare cio’ che altrimenti sarebbe una comunità politica perfettamente unita… e anche chi non giunge a questi eccessi, ovvero chi accetta di buon grado una consistente dose di pluralismo, considera comunque la partigianeria come un fattore divisivo creatore di conflitti… chi lo demonizza esalta poi la figura dell’ Indipendente mettendone in luce la superiorità etica…
… la continua interrogazione socratica e l’ imparzialità huemaniana sono quanto di più raccomandabile per l’ analista… anche i semplici votanti vengono spinti a fronteggiare i problemi politici con mentalità non-partisan… laddove i giudizi del “fazioso” vengono considerati squilibrati e minati da continue distorsioni percettive, quelli dell’ “imparziale” vengono raffigurati come limpidi, empirici e ragionati…
… ben lungi dall’ essere più attenti, interessati e informati, gli “indipendenti”, come gruppo, tendono ad avere una conoscenza più approssimativa dei problemi politici, un’ immagine infantile delle personalità politiche, il linguaggio della politica spesso è per loro un gergo incomprensibile, il loro interesse al dibattito è inferiore così come inconsistenti sono le loro preoccupazioni sull’ esito di molte vertenze… L’ “indipendente puro” è la figura meno interessata alla politica… il più ignorante in merito… nonché, tra i votanti, il più superficiale… Tutto cio’ è perfettamente plausibile, se ci pensate: il militante spende molto più tempo nell’ approfondimento e ha anche più agganci quando si tratta di reperire informazioni… Il pragmatismo dell’ Indipendente - nascosto dietro la maschera di un generico “interesse civico” - è spesso caotico e sfocia in soluzioni ad hoc quasi sempre dannose per la costruzione di un sistema coerente… come se non bastasse, molte volte la sua posizione “equilibrata” sfrutta opportunisticamente i precedenti e fertili conflitti originati dalle varie fazioni…
… Ignazio Silone aveva ragione nel dire che l’ essenza del giudizio democratico sta nella “scelta dei compagni”… L’ Indipendente non coglie questa essenza quando, geloso della propria originalità, recalcitra allorché è chiamato a “coordinarsi” con il prossimo… si consegna così a un atomismo che, da un lato lo esonera dalle responsabilità del compromesso, ma dall’ altro lo rende, sì puro, ma anche irrilevante…
… con il suo rifiuto della visione altrui pone linee chiare di demarcazione, accettando il conflitto delle idee s’ impegna a regolarlo sempre meglio, mette a fuoco i punti di dissenso ma anche quelli di possibile convergenza… in mancanza di partigiani i benefici della dialettica faticherebbero a emergere soffocati da un magma di visioni indistinte e mai in chiara opposizione l’ una con l’ altra…
… molti di questi difetti si riscontrano anche nell’ Indipendente, si riscontrano in chiunque professi una propria ideologia, e vale la pena qui di ricordare che “essere indipendenti” non significa essere svincolati dall’ ideologia ma piuttosto costruirsene una su misura… del resto il supporto ideologico sembra essenziale alla comprensione del reale, per dirla con le parole di Shumpeter: “l’ ideologia ci nasconde gran parte della realtà ma senza ideologia saremmo del tutto ciechi”… quanto alla presunta “passività” dell’ affiliato, recenti ricerche hanno dimostrato come le organizzazioni politiche siano sensibili alle preferenze latenti dei membri e anche più elastiche di quanto si pensi nel cambiare la posizione ufficiale in conformità con l’ opinione ufficiosa nel frattempo diffusasi tra i militanti…
… No. L’ estremismo deleterio non ha nulla a che vedere con le specifiche posizioni politiche di un partito ma piuttosto con la condotta di una frangia di militanti… l’ estremismo è un epifenomeno che emerge allorché si fa strada la frustrazione di non poter mobilitare dei voti, e questo diventa tanto più probabile quanto più si indeboliscono i partiti… gli estremisti spesso hanno una piattaforma accettabile [molti condividono gran parte dei volantini delle BR]… l’ estremismo è una prassi, non un’ idea…
… Hillygus e Shields, nel loro libro “Chi persuadere?” hanno dimostrato che a cambiare voto sono per lo più ex partigiani delusi prima ancora che gli indipendenti. Come se non bastasse, è qui il caso di affermare che su molte “issue” il partigiano la pensa in difformità con il suo partito [si parla degli USA]…
… su questo punto pesano le contingenze. Al momento attuale vedo l’ apatia come la maggior fonte distorsiva del sistema. Colpisce soprattutto i poveri, sono loro a non votare e, come ha dimostrato uno studioso del calibro di Larry Bartels, la struttura delle preferenze dei poveri è molto differente rispetto a quella degli altri gruppi sociali, cio’ significa che una gran parte della società non è rappresentata nel voto democratico…
… non abbiamo bisogno di più indipendenza ma di una sempre più leale partigianeria con un agone efficiente dove far competere idee contrapposte…
… il luogo comune per cui un sistema democratico intelligente e funzionante richieda ai suoi membri indipendenza di giudizio e spirito non fazioso è palesemente falso… nel mio libro ho intenzione di proporre la “militanza” come primario valore democratico ed etico…
… su un campione di soggetti intervistati, il 19% dei Repubblicani con un’ istruzione superiore credeva che le attività umane fossero la causa del riscaldamento globale, mentre si saliva al 75% tra i democratici, sempre limitandosi a quelli in possesso di laurea o titolo superiore… se invece non consideriamo in alcun modo il grado di istruzione la percentuale dei Repubblicani sale al 31% e quella dei democratici scende al 52%! A prima vista un risultato del genere è parecchio strano: verrebbe naturale pensare che quanto più elevata è l’ istruzione, tanto più si converge sul consenso scientifico, magari i laureati sono più scettici e meno creduloni ma qui tra Rep. e Dem. c’ è un movimento opposto nelle percentuali. Eppure, se guardiamo a questi dati da un’ altra angolazione, tutto prende senso: tra i laureati la percentuale di militanti è molto più elevata che tra i non-laureati e questo è confermato dalle ricerche che riscontrano una maggiore “polarizzazione” politica tra gli “istruiti”. Nel caso di specie, quindi, la forte divergenza sarebbe da attribuire a bias ideologici…
giovedì 10 gennaio 2013
Spesa pubblica: conoscerla per tagliare meglio
http://noisefromamerika.org/articolo/come-dove-ridurre-spesa-pubblica-esercizio-benchmarking
http://www.brunoleonimedia.it/public/Papers/IBL-SR-Spesa_Pubblica.pdf
http://chiarodiluna-karl.blogspot.it/2013/01/la-spesa-pubblica-italiana.html
Perché non si taglia la spesa pubblica?
martedì 8 gennaio 2013
Film visto ieri: La carica dei 101
Menzione speciale alla sigla di testa: grafica optical (le “macchie” si prestano) e musiche schizoidi.
Scatta il ricordo di di Carl Stalling, compositore sottovalutato che John Zorn sdoganò sul finire del secolo scorso. Suoi gli esplosivi commenti musicali ai rapsodici cartoni della Warner.
Il film presenta due civiltà: quella canina e quella bipede, sorprende quanto poco comunichino tra loro. La prima appare comunque superiore.
Tra i cattivi, Crudelia è passata negli annali (il suo clacson fa compagnia a quello di Bruno Cortona), ma io prediligo il segaligno Gaspare (sarà per la voce vellutata di Walter Matthau).
A proposito dell’ inetta coppia Gaspare-Orazio, in almeno due scene (l’ irruzione maldestra in casa altrui e le sedute alienanti davanti alla TV in compagnia dei rapiti) richiamano i villain di Fargo.
Il personaggio di Ronnie, cagnolino obeso che dice sempre “mamma ho fame”, oggi, nella società medicalizzata, non sarebbe praticabile. La sua condizione è da considerare patologica e da esibire solo col filtro di robusti eufemismi.
lunedì 7 gennaio 2013
Perché ci sono così poche donne libertarie?
http://econlog.econlib.org/archives/2013/01/women_liberty_m.html
Tecniche di discussione con chi non la pensa come noi
http://www.arnoldkling.com/blog/it-is-sometimes-appropriate/
sabato 5 gennaio 2013
I benefici dell’ ingiustizia
Nel corso delle feste natalizie ho letto un libro mica male: Una donna di cuore, di Alice Munro.
Qui riserverò la mia attenzione solo al primo racconto della silloge nella speranza di dare un’ idea approssimativa di questa autrice contemporanea in odore di Nobel da parecchi anni.
Una letterata affida il suo messaggio allo stile ed è difficile rendere uno stile a parole, la cosa migliore, in casi del genere, consiste nell’ accumulare citazioni dirette e indirette, ed è proprio quello che farò.
C’ è stata un’ epoca in cui “senso del dovere” e “lealtà alla parola data” erano vissuti alla stregua di gabbie claustrofobiche da cui evadere alla ricerca di esprimere una più autentica “spinta vitale”. Oggi, in tempi di corruzione e volgarità diffusa, la cosa puo’ apparire singolare ma chi viene da una cultura puritana sa bene di cosa parlo. Noi cattolici, per capire meglio, possiamo ricorrere alla buona letteratura, a cominciare da questa prova della Munro.
***
Ma partiamo pure con la storia. Nella prima parte alcuni ragazzini scoprono il cadavere del Sig. Willens in una palude.
La loro è un’ escursione in stile “stand by me” con uno scopo ben preciso:
… poter raccontare di aver nuotato nello Jutland prima ancora che si sciogliesse tutta la neve per terra…
Un nevaio “basso e testardo” rende meno proibitiva l’ impresa.
Ho detto “nuotare”? Diciamo meglio “agitare scompostamente gambe e braccia per fuggire poi frettolosamente a riva”. Tanto l’ importante è:
… il sollievo di sapere vera la propria fanfaronata…
Se nel racconto c’ è un leitmotiv, questi è “la schiavitù che impone il dovere della sincerità”.
Inutile precisare che l’ ambiente non è cattolico ma puritano. Enid, l’ eroina della Munro, sembra uscita da un racconto di Flannery al solo scopo di fiondarsi in un film di Van Triers.
Il gran finale sarà costruito intorno alle capacità catartiche della bugia, o meglio, della reticenza:
… quanti benefici poterono sbocciare dal suo silenzio… era in quel modo che si rendeva abitabile il mondo…
Ma torniamo ai ragazzi, sulla via del ritorno, forse galvanizzati dal segreto che custodiscono, fanno mille progetti sul futuro sognando a occhi aperti:
… nessuno sembrò accennare agli impegni scolastici…
Durante queste gite i nomi propri dei protagonisti sembrano banditi:
… per attirare l’ attenzione reciproca si limitavano a dire “ehi”…
L’ infanzia “campagnola” mi facilita nel capire le risonanze di questo passaggio. Da un lato provo il piacere di cogliere una sfumatura, dall’ altro l’ inquietudine di chi constata che se le allusioni sono tanto sottili, per una che ne intercetti, dieci te ne sfuggono.
Veniamo alla lezione numero uno di una qualsiasi scuola di scrittura creativa: la condizione psicologica dei personaggi deve essere resa solo mediante la descrizione di comportamenti. L’ esempio in corpore vivi qui si sostanzia nei bimbi che tornano in paese latori della ferale notizia:
… sulla via del ritorno camminarono in fretta. Di quando in quando accennavano a un trotto, senza mai rompere in una corsa vera e propria… oppressi dal peso della meta e dal dovere da compiere…
Il paese: bisogna figurarsi i paesi di una volta, quelli in cui la gente si saluta e saluta anche i bambini, forse per rispetto ai genitori:
… replicando i ragazzi non si degnavano mai di alzare lo sguardo oltre la borsetta delle signore e il pomo d’ Adamo degli uomini…
In famiglia. A pranzo. I due criteri da osservare prima di servire in tavola un paio di uova:
… nere di pepe e rugginose sugli smerli…
Abbozzo del tradizionale papà alticcio sempre a caccia di un pretesto per pestare. Mi ha colpito la fenomenologia della sberla: prima ti dice “fai il furbo eh? Meglio se fai attenzione…”:
… dopodiché, se gli restituivi lo sguardo o magari se non glielo restituivi, se posavi la forchetta o magari se proseguivi a mangiare… era facile che lui intonasse il breve ringhio che precede lo scatto del corpo…
Dopo le botte furiose ando-cojo-cojo (mamma compresa) e la casa a soqquadro, qualcuno suona sempre il campanello (di solito un amico del bar). Lui apre inventandosi un’ ilare fesseria che giustifichi sommariamente lo strepito appena cessato:
… non gli importava essere creduto. Diceva così per trasformare in burla tutto quanto accadeva in famiglia…
Poi se ne andava al bar, ma anche quando non era più in casa permaneva sempre il ricordo e la minaccia della sua presenza pazzoide.
Intanto, in quelle stesse case, le mamme dai ricci “lucidi come lumache” andavano perdendo le forze giorno dopo giorno limitandosi a dire: “mi preparo una borsa d’ acqua calda e me ne torno a letto”:
… lo ripeteva praticamente sempre, ma lo annunciava ogni volta come fosse un’ idea improvvisa…
E i bimbi cominciano a scoprire la vita annusando… la mamma…
… quell’ odore invitante e nauseabondo della sua biancheria intima…
Altrove, presso focolari più civili, i genitori mostrano invece “una severità esperta” e soprattutto non modificano il proprio atteggiamento una volta entrati in casa. Oltre a cio’, le mamme non giudicano i comportamenti dei figli solo in base agli effetti sui padri. Ma queste sono case in cui non si allestiscono nemmeno brande in sala da pranzo.
Una parola va spesa per la collocazione temporale della storia. La Munro ama i passati non troppo remoti, l’ ideale per far risuonare la nota melanconica che ha nelle corde. Qui, per esempio, siamo nell’ epoca in cui…
… i Sabati erano ancora un avvenimento…
I ragazzi si decidono a denunciare il loro macabro ritrovamento ma l’ operazione sfuma. E’ Bud, il più ciarliero, a mandare all’ aria tutto quanto. Quando lo sceriffo ancora sonnecchiante si alza in piedi dietro la scrivania, gli viene naturale rettificare l’ esordio preparato sostituendolo con queste parole:
… ha la bottega aperta…
Per poi scappare trattenendo una risata convulsa.
Mi è piaciuto molto anche il passaggio in cui i ragazzi interrompono discretamente il classico “sonnellino sul lavoro” dello sceriffo:
… la sua espressione impiegò un attimo per mettere a fuoco il luogo, l’ ora e le persone. Poi estrasse di tasca un vecchio orologio, come se contasse sul fatto che i ragazzini vogliono sempre sapere che ora è…
***
Nella seconda parte del racconto la badante Enid assiste la Sig.ra Queen (27 anni) fino alla fine dei suoi giorni.
Mi sembra giusto dire fin da subito che Willens fu ucciso da Rupert, il marito della Sig.ra Queen, dopo essere stato sorpreso a fare lo sporcaccione con la moglie. Enid lo apprenderà dalla signora stessa che ricorda molto bene quel giorno:
… l’ odore dei vestiti zuppi di sangue bruciati nel camino dette alla signora un voltastomaco tale da indurla a credere che il suo star male iniziò da lì…
Ma andiamo con ordine: la Sig.ra Queen è una malata impegnativa:
… anche nel corso della conversazione più banale si mostrava enormemente esigente e tesa…
Per quanto nessuno dei due fece mai accenno a questo fatto, Enid ricordava bene Rupert, il marito della malata era stato suo compagno di scuola:
… quello era esattamente il sorriso che sfoderava Rupert al tempo del liceo, per difendersi da possibili prese in giro…
Enid e le sue amiche lo punzecchiavano continuamente; era per loro piacevole…
… guardargli il collo farsi rosso…
Perché allora volevano vederlo umiliato?
… solo perché avevano il potere di farlo…
Lui era al banco proprio di dietro e quando capitava che le appoggiasse un dito sulla spalla per richiamare la sua attenzione e chiedere un suggerimento…
… lei si sentiva… perdonata…
Ora l’ abbronzatura del contadino aveva preso il posto dei rossori.
Alle amiche di scuola è infine riservato il ricordo di un ricordo:
… successivamente ne aveva aiutate alcune a partorire in casa per ritrovarle piegate nella loro sicumera…
I rapporti con la malata. Enid, tanto per allentare la tensione, racconta alla Sig.ra come lei e sua madre se la cavassero benissimo anche senza uomini in casa…
… intendeva buttarla sullo scherzo ma non funzionò…
I malati vanno sempre presi un po’ in giro:
… crede forse che non abbia mai visto un sedere prima d’ ora?…
I malati hanno il vizietto di ripetere a voce alta quel che pensano che gli altri pensino:
… ma quando la farà finita questa qui?… quando potremo finalmente buttarla via come un gattino morto?…
Sapeste quanta energia preziosa sprecano i malati per inveire contro i sani! L’ acrimonia trasfigura la loro fisionomia e ce ne vuole prima che si sistemino sui binari della loro agonia.
… tornavano a galla antiche faide, vecchie rampogne e persino un castigo ingiusto subito settant’ anni prima…
Le tette della malata:
… piccole sacche vuote con due acini d’ uva passa come capezzoli…
***
Qui cade un inciso fondamentale dove si narra di come Enid dovette rinunciare al sogno della sua vita: diventare infermiera professionale. Mentre il padre moriva all’ ospedale di Walley, le disse con tono calmo e razionale (era un agente immobiliare): “non mi piace che tu possa lavorare in un posto come questo”.
… si era messo in testa che il mestiere di infermiera rendesse la donna volgare… la dimestichezza con la nudità maschile modificava una ragazza così come modificava la considerazione che avrebbero avuto gli uomini di lei…
Il Padre chiede dunque a Enid, già avviata in modo promettente a quegli studi, di rinunciare.
Il carattere della madre di Enid è vividamente descritto riportando la sua reazione alla richiesta, non occorre altro:
… Eh dài. Tu promettiglielo. Che differenza vuoi che faccia?…
Enid la ritenne una frase sconvolgente ma non fece commenti, era coerente con il modo che aveva sua madre di vedere un sacco di cose.
Rinunciò agli studi dedicandosi unicamente ai moribondi (quello non poteva essere considerato un lavoro da infermiera):
… e così, senza intoppi di sorta, ancora giovane, scivolava dentro quel ruolo essenziale, socialmente cruciale, ma anche solitario…
E adesso, eccola lì la nostra Enid:
… impegnata a consumare la vita fingendo che non fosse così…
***
Il marito della malata, ovvero l’ assassino, è un contadino, uno che a furia di lavorare non riesce più a levarsi di dosso il sudore invecchiato:
… uno con cui ha senso scambiarsi solo frasi frettolose e esclusivamente di ordine pratico…
Per convivere con tipi del genere è necessaria la conoscenza di certi codici, fortunatamente Enid li domina:
… e lei gli chiedeva se avesse voglia di una tazza di tè… naturalmente lui rispondeva che non era il caso, e lei glielo preparava lo stesso intuendo che quella risposta poteva benissimo coincidere con un sì espresso secondo le buone maniere di campagna…
Guardandolo ora era davvero impossibile immaginarselo sottolineare con la penna rossa “l’ editto di Nantes” mettendoci accanto la nota N.B.
I sogni della protagonista in quel periodo – lei li chiamava “lerciume mentale” - sono squisitamente puritani:
… atti sessuali o tentativi di atti sessuali (talvolta impediti da intrusi o improvvisi cambi di scena) con partner assolutamente proibiti o impensabili. Grassi neonati, o pazienti fasciati da bende, o sua madre…
Si risvegliava restando nel letto come una carcassa vuota. Finché la vera Enid, con tutta la sua vergogna e la sua incredulità, tornava a scorrerle nelle vene…
Per la Sig.ra Queen si avvicina la fine; breve visita (indotta) del rude consorte alla malata:
… Enid pensò di eclissarsi sulla veranda ma faceva troppo fresco, temeva di sentire involontariamente discorsi intimi, magari l’ accenno di una lite…
Due giorni prima della morte, Enid è padrona della situazione:
… una meno esperta di lei l’ avrebbe creduta morta…
Il giorno pima:
… l’ energia tornò a fluire nel corpo della malata in quel modo innaturale e ingannevole… la signora volle sedersi appoggiandosi ai cuscini…
Il giorno della morte.
Una “badante terminale” sa sempre qualche giorno prima quale sarà il giorno della morte, ovvero:
… il giorno in cui verrà offerta dell’ acqua che non sarà più considerata…
Enid fece dormire le due bambine della moribonda di sotto:
… si ricorderanno per sempre di aver dormito quaggiù…
Ci si ricorda sempre di quando da piccoli si è dormito in un posto diverso dal solito. Per Enid era importante fare di quel giorno un giorno speciale.
Tra le immagini allucinate dell’ agonia anche quella del corpo di Willens appena reduce dal pestaggio ricevuto:
… niente tagli né lividi… forse era ancora presto… la roba che gli colava dalla bocca non era nemmeno sangue… era rosa…
Il giorno dopo la morte.
Enid annuncia che se ne andrà nel pomeriggio:
… ora che i parenti, sollevati dall’ imminente partenza di chi stava così saldamente al timone della casa, si sentivano con le mani libere, cominciarono a fioccare i complimenti…
***
Nel finale, Enid, ormai tornata a casa sua deve decidere se mettere Rupert di fronte alla sua colpa. Una decisione travagliata:
… girarsi nel letto e muovere il corpo le scombussolava tutte le informazioni che aveva nella testa… per cui cercava di farlo il meno possibile...
Enid sa benissimo che chi sbaglia deve essere punito ma soprattutto sa a memoria il perché:
… per quanto si sta male altrimenti dentro di sè… se fai una bruttissima cosa e non vieni punito stai peggio, molto peggio che se vieni punito…
Enid si prepara per tornare alla casa del vedovo:
… si puntò i capelli con una treccia e si mise la cipria… le parevano cose tanto superflue, quanto irrinunciabili…
La conversazione di Rupert è, come al solito, afasica:
… a bloccarlo, quella volta, era lo stupore più che l’ ostilità…
Il finale della storia è ambiguo ma prevale la sensazione che per la prima volta in vita sua Enid non abbia “dato corso alla Giustizia”. Il passaggio chiave da cui si evince tutto cio’ l’ ho già citato ma vale la pena di ripeterlo:
… quanti benefici potevano sbocciare dal suo silenzio… era in quel modo che si rendeva abitabile il mondo…
L’ ultima immagine che ci viene data di Enid:
… era scoppiata a piangere. Non per dolore, ma per l’ ondata di sollievo che nemmeno sapeva di aver cercato.
***
Il libro si chiude ma tante domande restano aperte. Qualche esempio.
Enid ha rinunciato definitivamente ad agire contro Rupert?
Penso proprio di sì, anche se il racconto si chiude con i due che ancora discutono.
Enid “rinuncia” a fare giustizia per un senso di colpa che risaliva ai tempi del Liceo? Oppure il suo inatteso “lassismo etico” è una scelta a tutela delle figlie di Rupert?
Penso proprio di no. Enid vuole rompere l’ ossessione per la “schiena dritta” e la “rettitudine inflessibile” che le viene dalla sua cultura puritana: cio’ che ha rovinato la sua esistenza non deve fare ulteriori danni.
Potrei proseguire, ma ce n’ è già a sufficienza per una seconda lettura in cerca di conferme e/o rettifiche sulle ipotesi formulate.
***
Per chiudere due parole sull’ autrice, che poi sono due parole sull’ eterna questione delle genealogie.
C’ è un lato “mostruoso” nelle eroine della Munro, per questo mi è venuto da evocare le stramberie di Flannery e le ossessioni di Lars. Ma sarebbe una genealogia sbagliata poiché dimentica una figura di riferimento come Henry James. L’ omaggio al romanziere americano si sostanzia innanzitutto nella qualità enigmatica dei racconti: li leggi con la sensazione che presto o tardi qualcuno ti metta al corrente di notizie sconcertanti (e per un lettore è una sensazione piacevole). Poi c’ è la nota melanconica della voce narrante che sembra dire a ogni rigo: il tempo che passa lascia di te sempre qualcosa in meno e mai qualcosa in più.
venerdì 4 gennaio 2013
Leoncino
Mi piace tanto vederti, Leoncino Camminando sotto il sole Mi piace tanto vederti Leoncino Per non rattristare il Mio cuore cosi solo Basta trovarti sulla mia strada. Un cucciolo di leone, raggio della mattina Trascini il mio sguardo come una calamita Il mio cuore è un sole padre di tutti i colori Quando ti abbronza la pelle. Mi piace vederti sotto sole, Leoncino E vederti mentre cammino verso il mare La tua pelle, la tua luce, la tua criniera Mi piace restare sotto sole, Leoncino Bagnare la mia criniera Stando con te. |
Una riforma della giustizia
Direte: ma spesso così facendo si finisce per dare un peso alla fortuna.
E allora? La fortuna pesa in qualsiasi attività. Perché l' agricoltore o l' investitore dovrebbero essere soggetti alla fortuna mentre i magistrati dovrebbe esserne esentati?
Definire l' umiltà
On the faculty web page of Asif Ghazanfar [1], a psychologist at Princeton University, Ghazanfar comments, “For primates (including humans), the most salient features of the environment are other status-striving agents.” In other words, the monkeys, chimpanzees, baboons, gorillas and you and I tend to be quite preoccupied with our personal worth and more particularly with our rank or status. We tend to be hyper-aware of how we rank relative to the other “status-striving agents” in our environment. We want to be alpha, if not absolutely, then at least relative to somebody...
Ora, occupandoci della definizione, consideriamone alcune probabilmente errate:
One commentator considered humility to be a kind of effortless mental naturalness or going-with-the-flow that can’t be adopted as action or pursued. To another, ‘humility’ suggests servility or obsequiousness, a kind of groveling bootlicking attitude. Another thought it to be a combination of disregard for social status, contrition for one’s moral shortcomings, and trust in God to bless one with moral improvement. In recent literature, humility is sometimes equated with low self-esteem, to which people sometimes respond by saying that it’s actually accurate self-assessment, rather than low self-assessment. The history of philosophy doesn’t provide much help. David Hume writes of humility as though it is the feeling of shame, while Thomas Aquinas regards it as a brake on immoderate ambition...
E adesso veniamo a una definizione più congegnale:
I propose that it is a lack of regard for social status that comes of caring passionately about some good. Jesus and Socrates are prime exemplars of the virtue. Jesus’ humility consists in not regarding his divine status as “something to be insisted on” or “grasped” because of his great love for the Father and for humanity, and Socrates’ humility consists in his disregard for social approval that comes of caring passionately for truth and for his own integrity. Since the passion that explains Socrates’ lack of regard for social standing is in large part an intellectual passion (the love of truth and the desire to understand), Socrates’ trait is a prime example ofintellectualhumility...
https://www.bigquestionsonline.com/print/135
I compensi di politici e burocrati
Dovremmo pagare i controllori con azioni delle compagnie controllate. I membri delle commissioni di controllo delle linee aeree con azioni delle compagnie aeree. I membri della FDA con azioni delle compagnie farmaceutiche.
E che fare dei politici? Il metro per capire se in un posto si vive bene è il prezzo di case e terreni. Ecco, paghiamoli con proprietà distribuite in tutto il territorio. Tanta più terra possiede il presidente tanti più incentivi avrà a governare con saggezza...
sabato 22 dicembre 2012
Dio, Patria e Famiglia. SAGGIO
giovedì 20 dicembre 2012
Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei
B = HAI ; NON HO
C = NON HAI ; HO
D = NON HAI ; NON HO
2) Invidioso verde: C = D & D > B
3) Geloso: C = D & A > B
4) Malanimo: C > D & C > A
5) Malevolo: C > D & D > A
6) Maligno: C = D & D > A
7) Competitivo: A = D & C > D
8) Pauperista: D > C & B > A
9) Egoista: A = C > B = D
10) Magnanimo: A > D & A > C
11) Mistico: D = B > C = A
2: spinta distruttiva pari a –1 = 0 –1;
3: spinta distruttiva pari a 1 = 0 +1;
4: spinta distruttiva pari a 0 = +1 –1;
5. spinta distruttiva pari a –1 = +1 –2;
6. spinta distruttiva pari a –2 = 0 –2;
7. spinta distruttiva pari a 2 = +1 +1;
8. spinta distruttiva pari a –3 = –1 –2;
9. spinta distruttiva pari a 2 = +1 +1;
10. spinta distruttiva pari a +3 = +2 +1;
11. spinta distruttiva pari a –2 = –1 –1;
… la tragedia vera della mia generazione, dei cosiddetti alfabetizzatori, è che ci siamo confrontati con un popolo straordinario quando era analfabeta e che poi – una volta imparato a leggere e scrivere e messi da parte un po’ di soldi – è diventato un popolo di mostri…
Film visto ieri: L’ imbalsamatore
… mi fa andar via il latte…
mercoledì 19 dicembre 2012
nazionalismo e familismo
- l' istinto per la famiglia ha una radice biologica; quello per la nazione non esiste;
- l' istinto per la famiglia ha effetti benigni; l' amore per la nazione implica disponibilità alla guerra.
http://econlog.econlib.org/archives/2011/12/patria_parenti.html
Una soluzione al trolley problem
Il fascino della schiavitù
lunedì 17 dicembre 2012
L' unico diritto: la proprietà privata.
http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2012-10-03/qual-diritto-preferito-174000.shtml?uuid=AbTFOrnG&fromSearch
Dubbi sulla EMH
Calma, il mecato è un paniere di scommesse. Poco importa se alcune scommesse sono più probabili di altre, cio' che conta è quanto pagano. Puo' ben essere conveniente scommettere con basse probabilità. I macroeconomisti (classici) non sono alla ricerca di squilibri tra posta e vincite ma di scommesse ad alta probabilità di vittoria. Al limite lo squilibrio è ricercato dai comportamentisti.
http://www.arnoldkling.com/blog/emh-and-macroeconomics/
Il deficit aggredito
Gli USA pensano all' Alaska.
http://www.washingtonpost.com/
Choosy
Il suo libro: The redistribution recession.
Articolo di Mingardi sul 24 ore: i costi della protezione sociale. http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2012-12-16/costi-protezione-sociale-081856.shtml?uuid=AbFQNeCH
venerdì 14 dicembre 2012
Il piano per la Santa Crociata
All’ atto del suo insediamento Papa Ratzinger rese subito chiara l’ esigenza di ri-evangelizzare l’ Europa. Miele per le orecchie di molti neo-crociati che si sono subito messi a disposizione.
Senso comune, ovvero il razionalismo intuizionista
Proseguiamo facendo notare che un argomento valido implica due alternative: o si accettano le conclusioni o si rifiutano le premesse.
Concludiamo dicendo che lo scetticismo è irrazionale: accetta conclusione strampalate pur di conservare premesse forse valide ma perlomeno dubbie.
Dando peso all' evidenza, la ragione non si esaurisce in una questione di "argomenti" ma implica "onestà". Che cosa reputo evidente? Per rispondere devo essere accurato e onesto (introspezione). Quando sorgono contraddizioni devo chiedermi dove sta l' evidenza più probabile facendo appello alla mia onestà introspettiva.
Lo scettico ammette di non poter vivere in base ai suoi principi. Ma questa è un' ammissione decisiva che intacca la razionalità della sua dottrina! Adesso capiamo meglio cosa intendere con il termine coerenza: non si tratta solo di logica ma anche di pratica. Tutto attiene alla ragione.
Difendere il senso comune non significa difendere il pragmatismo: la convenienza puo' essere differente per ciascun soggetto, la verità del senso comune, per contro, deve essere la medesima.
http://econfaculty.gmu.edu/bcaplan/commonsense.pdf
giovedì 13 dicembre 2012
Dove alligna lo stereotipo del nemico?
Liberals tended to stereotype conservatives as uncaring, rather than realize that conservatives’ genuine concerns about harm and fairness are tempered by other moral values that have less value to the left, such as loyalty and respect for authority.http://www.psmag.com/blogs/news-blog/political-stereotypes-liberals-conservatives-50420
Distorting the picture further, liberals tend to underestimate the degree to which their fellow liberals take those “conservative” values into account when making moral evaluations. Although conservatives did this to some degree, liberals showed a stronger tendency to stereotype their political soul mates, assuming an exaggerated level of ideological purity.
La famiglia perfetta
L' aratro e la donna
Facciamoci una domanda. Dove la donna partecipa più massicciamente al mondo del lavoro? Risposta: Burundi, non proprio un' isola scampata al patriarcato.
http://www.economics.harvard.edu/faculty/alesina/files/PLOUGH%2BNOV%2B2012%2Bversion.pdf
http://giulianoguzzo.wordpress.com/2012/12/12/uomo-e-donna-il-lavoro-li-creo/#more-1458
State Welfare Spending & Religiosity
What accounts for cross-national variation in religiosity as measured by church attendance and non-religious rates? Examining answers from both secularization theory and the religious economy perspective, we assert that cross-national variation in religious participation is a function of government welfare spending and provide a theory that links macro-sociological outcomes with individual rationality. Churches historically have provided social welfare. As governments gradually assume many of these welfare functions, individuals with elastic preferences for spiritual goods will reduce their level of participation since the desired welfare goods can be obtained from secular sources. Cross-national data on welfare spending and religious participation show a strong negative relationship between these two variables after controlling for other aspects of modernizationhttp://faculty.washington.edu/tgill/Gill%20Lundsgaarde%20Welfare%20Religion.pdf