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mercoledì 4 luglio 2018

IL PARADOSSO DI FERMI

IL PARADOSSO DI FERMI
Il paradosso è la tensione tra un’affermazione teorica e un’osservazione empirica, in quello di Fermi collidono le stime teoriche sul numero di civiltà aliene presenti nell’universo (parecchie) e quelle osservate (nessuna). La notizia è funesta poiché implicherebbe che le civiltà avanzate tendano a collassare una volta progredite oltre una certa soglia. Tuttavia, puo’ anche darsi che la tensione derivi da un’eccessiva confidenza nella nostra capacità previsionale. Quando si elabora una stima, infatti, si abbinano delle probabilità a dei valori ma non ci si chiede quasi mai qual è la probabilità che quella quantificazione probabilistica sia corretta. Si dice: “la materia è molto incerta”, poi si assegna ugualmente un valore probabilistico e si procede. Il fatto è che il concetto di “probabilità della probabilità quantificata” puo’ essere rilevante quando trattiamo temi come quello della presenza aliena nell’universo, un tema dove la nostra mancanza di conoscenza è radicale. Forse un esempio spiega meglio l'errore di fondo: immaginate che Dio tiri la monetina, se esce testa creerà 10 milioni di civiltà aliene, se esce croce neanche una: la media è 5 milioni, quindi, dice chi cade nell'errore, il fatto che ci sembra di essere soli è paradossale poiché le nostre stime migliori ci indicano la presenza di 5 milioni di civiltà aliene. Ma questo modo di ragionare è senza senso poiché è del tutto spiegabile il fatto che ci sembri di essere soli: semplicemente è uscita croce (50% di probabilità)!
Ma come quantificare questa incertezza a priori in grado di rappresentare meglio la nostra radicale ignoranza su alcuni temi? Un modo consiste nel guardare alle stime concrete prodotte nel tempo dagli studiosi, lo si puo’ fare agevolmente poiché l’equazione di Drake ha formalizzato il problema rendendo i vari sforzi di quantificazione omogenei e confrontabili. Ebbene, la varietà delle stime presenti in letteratura è ampissima, oserei dire che mai i parametri di un’equazione hanno avuto specificazioni tanto differenti!, il che è chiaro indizio di grande incertezza. Ora, se ci si limita a mediare le varie stime il paradosso di Fermi viene confermato, se invece si tiene conto di questa incertezza di fondo per indebolire le varie stime il paradosso di Fermi si “dissolve” (così come si dissolve l’idea di un’apocalisse prossima ventura).

JODRELLBANK.MANCHESTER.AC.UK

martedì 5 dicembre 2017

Arrivano!

Arrivano!

Sono mesi che la NASA registra un’inquietante presenza nello spazio che sembra avvicinarsi a noi con modalità indubitabilmente “intelligenti”.
Non lo si puo’ dire apertamente ma a quanto pareci siamo, sono “loro”, arrivano.
Li abbiamo attesi a lungo e ora non sappiamo come reagire. Che stupidi!
Per noi gli alieni, a parte la loro presenza incombente, restano un mistero.
Come ci comporteranno? Come reagiremo?
La cosa migliore è ascoltare i quattro consiglieripiù stimati sui temi della politica estera.
1. LA PAROLA AL SIGNOR THOMAS
Prudenza innanzitutto.
Se volete la pace preparatevi alla guerra.
Deterrenza, e poi il resto.
Meglio te che me.
Aiutati che dio ti aiuta.
Pensare a se stessi è d’obbligo per un semplice fatto: quando il gioco si farà duro anche gli altri lo faranno. Non lasciatevi sedurre dalle belle parole.
Non fate troppi voli pindarici: la sicurezza è tutto. Poi viene il resto.
E ricordatevi soprattutto che l’unica alleanzapossibile non è quella tra “terrestri”.
Tessere accordi con gli alieni, o anche solo con una parte di loro, potrebbe essere la soluzione migliore per il vostro gruppo.
Non cadete nella trappola di pensare ad un confronto Alieni vs Terrestri. Sareste degli ingenui: le alleanze sono ancora tutte da stipulare, e lo si fa “durante”, non “prima”.
L’arrivo degli alieni puo’ essere per voi un’opportunità da sfruttare per migliorare la vostra posizione sullo scacchiere.
Se sono bellicosi e vogliono sfogarsi, fategli subito capire che è molto meglio lo facciano lontano da qui, laddove gli stati sono più deboli.
Quando la conoscenza degli alieni crescerà, calcolate gli equilibri possibili e spingete per quello che avvantaggia il vostro gruppo, avendo sempre in mente che non conta il guadagno ma il guadagno relativo: è una competizione darwiniana.
2. LA PAROLA AL SIGNOR WOODROW
Se ci separiamo è finita.
I nostri nemici, prima ancora che gli alieni, sono gliopportunisti che sfruttano il lavoro di chi si dà da fare tessendo pazientemente la rete diplomatica.
Per rafforzare la nostra coesione occorre puntare su una maggiore interdipendenza economica e una democrazia più spinta.
La democrazia ci rende meno bellicosi tra noi e più risentiti contro il nemico comune.
Incoraggiamo gli sforzi democratici di chi è rimasto indietro, questo faciliterà la creazione di ungoverno mondiale che parli con una sola voce agli alieni.
Un’azione collettiva è possibile, ma occorronoorganizzazioni internazionali che la facilitino e la coordinino.
3. LA PAROLA AL SIGNOR LEO
La democrazia ci indebolisce e ci rende fragili.
Quindi, diffonderla, è garanzia di pace. La democrazia minimizza i nostri rischi.
Se vuoi la pace, diffondi la democrazia.
Facciamolo al più presto, facciamolo anche presso gli alieni.
Facciamolo anche esportandola con la forza, ma soprattutto non contiamo sulle organizzazioni internazionali, infiacchite come sono da un bizantino metodo democratico a cui concorrono una miriade di democrazie già bolse di loro.
4. LA PAROLA AL SIGNOR SIGMUND
Ricordatevi che il nemico tende ad assumere le sembianze della rappresentazione che voi ne date.
E’ un po’ come vostro figlio: così come lo trattate lui diventa. Se gli dite “cretino” lui diventa un cretino.
Anche voi finirete per coincidere con l’identità che decidete di conferirvi.
Lavorate innanzitutto su questi fattori perplasmare voi stessi e il vostro nemico.
La società umana si costruisce su simboli e tabù: per cercare la coesione lavorate su slogan efficaci e parole d’ordine precise. In questo modo vi riconoscerete e vi distinguerete.
E’ anche il modo migliore per tessere una politica transnazionale.
Un’identità forte vi corazza contro il panico diffuso dalla presenza aliena. E’ una cura per lo sconforto, nonché l’arma più potente per assimilare lo “straniero”.
Dite chi siete, ditelo a tutti e anche a voi stessi, ditelo e ripetetelo a voce alta. Gridatelo. E come per incanto le cose cambieranno in meglio: sarete più coraggiosi, sarete più ammirati, sarete voi stessi.
5. LA PAROLA AL SIGNOR JOHN
Non delegate troppo.
I gruppi a cui appartenete, a partire dagli stati, non sono persone, non ragionano come persone, non hanno una volontà, non hanno intenzioni.
Le pseudo intenzioni degli stati sono in realtà intenzioni della sua burocrazia.
Spesso la burocrazia è in cerca di problemi più che di soluzioni.
Ma non c’è solo il conflitto d’interesse, c’è anche l’incompetenza congenita di chi 1) pensa ad altro, e 2) si trova di fronte a problemi complessi.
Meglio andarci con i piedi di piombo, meglio dividersi, che ognuno faccia il suo tentativo e gli altri imiteranno i vincenti. Meglio organizzarsi come si organizza la natura.
La natura e la scienza siano le vostre maestre.
Volente il “rappresentante unico”? Istituitelo, ma non dategli troppi poteri. I poteri veri, decentrateli sul territorio concedendo generose autonomie.
Al limite consentite agli alieni l’invasione e rintanatevi nei luoghi più impervi per colpire conle armi della guerriglia e del terrorismo.
Tante cellule, tante piccole intelligenze disperseche apprendono per tentativi e imitazioni, valgono più di qualsiasi cervellone.
***
Difficile pesare questi consigli così autorevoli, tutti contengono un nocciolo di verità.
La mia priorità (al momento): 5-1-4-2-3.
Risultati immagini per www.thisiscolossal.com alien

giovedì 30 novembre 2017

Il grande monastero

Il grande monastero

Una parabola sulle sorti dell’umanità.
[… probabilità assegnata: 7%…]
BEPI SCOPRE HF
Bepi va a scuola e quest’anno affronterà l’esame di maturità. Vive in famiglia, è un ragazzo sereno, intelligente e con molti amici: alcuni di loro sono semplici conoscenti, con altri invece c’è una bella intimità.
Oggi Bepi – durante l’intervallo – ha ricevuto da Toni una provetta contenente una polverina: “prendila dopo averla sciolta in acqua, vedrai che bomba. Si chiama HappyFeel ma giù al parco Sempione i negri che la vendono la chiamano HF”.
Bepi se la beve dopo pranzo e passa un pomeriggio da dio.
Il giorno dopo va al parco con Toni per fare scorte, non c’è problema, non ha dovuto procurarsi il contante,  quella “roba” costa quattro soldi.
CAMBIAMENTO
Passano due mesi che per Bepi sono due mesi in paradiso, con HF la sua qualità della vita è schizzata verso l’alto.
Però non studia, passa il tempo a letto a sognare. All’esame viene bocciato e sua mamma si preoccupa.
Il cugino di Bepi, Vasco, frequenta la stessa scuola e ha principi morali solidi: quando ha saputo di HF si è tenuto alla larga dal parchetto. Forse anche per questo all’esame è stato il più brillante e ora si iscrive alla Bocconi.
Nel frattempo Bepi – con grande costernazione della mamma – ha smesso di andare a scuola e nemmeno si cerca un lavoro. E’ un vero bamboccione! Pensa solo ad HF, ha saputo che ne esistono varietà differenti che danno sensazioni differenti.
La famiglia di Bepi è in subbuglio, tutti sono preoccupati. Tutti tranne Bepi.
Bepi non rifugge i suoi genitori, alla sera si presenta a cena sempre in forma e di buon umore. Ha una buona parola per tutti e cerca di tranquillizzare i suoi vecchi, prova un sincero affetto per loro.
DIECI ANNI DOPO
In questi dieci anni Bepi non ha mai frequentato la scuola ed è sempre stato mantenuto dai suoi. Ogni giorno assume HF ed è felice come una pasqua.
Quando l’effetto della droga cessa, resta comunque ottimistae pronto a fare. Solo che non vede cosa diavolo dovrebbe fare!
Mangia poco ma non ne risente poiché, a quanto pare, HF ha anche notevoli effetti nutrizionali e tonificanti: anche per questo si sente tanto in forma!
Ma la sua forma atletica gli serve a ben poco poiché non ha nessuna voglia di fare sport. Anzi, non ha nemmeno voglia di uscire di casa. Non ha nemmeno voglia di uscire dalla sua cameretta, lo fa solo per rassicurare i suoi che stanno invecchiando e sono preoccupati: chi penserà domani a loro figlio?
Più che “non avere voglia di fare le cose”, non ne sente il motivo. In realtà è pieno di energie.
Quando prende la droga Bepi si sdraia sul suo letto, a volte è come se sognasse, altre volte comincia a svolgere delle riflessioni pensando alla sua vita, a Dio, ai suoi amici, al bene e al male. Altre volte ancora sente musica sullo stereo: Bach, Beethoven, i Beatles, Charlie Parker… Oppure legge un libro: Infinite Jest, 2666, Underworld…
Si tratta comunque di momenti in cui si sente veramente bene, di momenti a cui non potrebbe mai rinunciare. Ma oltre al benessere che prova e alla ricchezza interiore che sente crescere, sente anche di ricevere una grande carica per il resto della giornata.
Tuttavia, nel resto della giornata non ha nulla da fare (se non prendere un’altra dose di HF).
La vita di Bepi non è unica: c’è un’intera generazione di giovani che vive come lui.
E qualcuno di questi giovani ha persino “convertito” i genitori all’ HF.
Vasco si è laureato a pieni voti alla Bocconi, è entrato in una multinazionale predestinato alla dirigenza. Ma il mese scorso si è dimesso, ha cominciato ad acquistare HF chiudendosi in camera sua.
Dieci anni di ritardo, peggio per lui pensa Bepi. E comunque: meglio tardi che mai.
Alla tele – perennemente accesa in soggiorno – un sociologo famoso dice: “ci troviamo di fronte ad un nuovo preoccupante fenomeno, tra i nostri giovani circola una droga diversa dalle precedenti. Che fare?”
VENT’ANNI DOPO
I genitori di Bepi muoiono. Chi si prenderà cura di lui?
Non ha studiato, non ha mai lavorato, non ha competenze in nessun campo. Il suo capitale umano è pari a zero.
Bepi non è molto preoccupato di questo fatto, sa che un paio d’ore alla settimana giù da Mc Donald e un paio di corse con Uber basteranno  per garantirsi la dose.
Ma soprattutto sa che una dose di HF al giorno è più che sufficiente per realizzare i suoi sogni.
Certo, la casa andrà in malora, il giardino sarà ricoperto da erbacce, i topi entreranno dalla soffitta, l’acqua penetrerà dagli infissi.
Questi non sono problemi: a Bepi basta HF e una celletta monacale in cui consumarla. Non serve altro.
Bepi non deve mangiare (HF ha proprietà nutrizionali), non deve vestirsi (la tuta HF costa 0.5 euro), non deve avere una casa (la Quechua fornisce cellette auto-montabili a prova di uragano), non deve incontrare amici, non deve viaggiare, non deve lavorare, non deve comprare…
Non deve fare nulla di tutto questo se vuole razionalmente massimizzare il suo benessere e sentirsi realizzato. Oggi una dose di HF costa un centesimo ma il governo ha detto – nel disinteresse generale – che dall’anno prossimo sarà gratuita per tutti. 
Tutti i cinquantenni come Bepi ragionano come lui. E il ragionamento fila.
LA SOCIETA’
In presenza di una droga che:
1) non costa niente.
2) assicura grande benessere psico-fisico e
3) ha solo effetti collaterali positivi,
la società degli uomini si è trasformata.
Il PIL è collassato praticamente a zero e gli indici di soddisfazione sono schizzati in alto.
Nessuno lavora.
Le tasse, fino all’anno scorso erano rimaste invariate, ma il gettito si è azzerato per via del fatto che 1) non esistono più redditi e 2) nessuno paga, d’altronde combattere l’evasione aveva perso ogni senso in assenza di programmi governativi da finanziare.
Anche per questo un politico di cui Bepi non ricorda bene il nome, quest’anno ha simbolicamente abolito tutti i tributi incassando un’ approvazione generale che assomiglia molto ad un riflesso pavloviano.
[… e pensare che – grazie ad un programma spaziale governativo –  ci apprestavamo a contattare una civiltà avanzata simile alla nostra individuata anni fa su Alfa Centauro. Tutto andato a monte, tutto abortito: i neo-monaci non sono molto interessati agli extraterrestri….]
Non esistono praticamente più leggi: non servono.
Non esistono più principi etici: non servono.
Perché mai uno dovrebbe rubare? Perché mai uno dovrebbeuccidere? Perché mai dovrebbe frodare o corrompere?
A ciascuno basta una dose di HF al giorno al modico costo di 0.01 euro.
A dirla tutta esistono ancora delle sacche di umanità tradizionale che vivono alla vecchia maniera: ancora lavorano, ancora possiedono dei principi etici, ancora hanno leggi. Ma sono poverissimi poiché possono sfruttare mercati molto ridotti. Soprattutto, però, sono stravaganti.
Il mondo è ormai un grande monastero pieno solo di monaci dediti all’introspezione.
La demografia dice che l’estinzione è vicina. In assenza di etica, nessuno risulta particolarmente preoccupato.
50 ANNI DOPO
Bepi è un centenario fiero della vita che ha vissuto: forse non ha combinato molto ma ha riflettuto a lungo su dio, sulla bellezza, sulla bontà, ha ascoltato le grandi musiche e letto i grandi libri, ma soprattutto, grazie all’ HF, ha ricavato da tutto questo una grande soddisfazione. Ora si appresta a moriresazio di anni.
Intanto da Alfa Centauro sono sbarcati sulla terra: visto che non siamo andati noi da loro sono venuti loro da noi. Sembrano bellicosi ma non sono poi molto “avanzati”: noi, ai bei tempi, eravamo qualche step tecnologico oltre.
Non a caso questi buzzurri di Alfa non hanno mai scoperto l’equivalente di HF.
E’ bastato farglielo conoscere – sembra che la loro biologia sia simile alla nostra – e i loro bollenti spiriti si sono calmati. Ora non hanno più tanta voglia di scorazzare per l’universo, hanno solo voglia di indossare la tuta HF e infilarsi nella loro celletta convertendosi al neo-monachesimo.
200 ANNI DOPO
L’umanità si estingue per mancanza di figli.
Dopo altri 100 anni anche quelli di Alfa Centauro non ci sono più.
Intanto su Vega-pop – presso una civiltà molto simile alla nostra intorno al XXI secolo dopo Cristo – ci si chiede: perché questo silenzio nell’universo?
Perché le civiltà più avanzate della nostra, visto che probabilmente esistono, non ci contattano?
Xyz, un giovane e curioso cittadino di Vega, ha una teoria: le civiltà avanzate sono destinate a collassare, per questo non si fanno vive.
Pensa ad impatti con asteroidi, a guerre nucleari, ad autodistruzioni di vario tipo.
Non pensa al fatto che una civiltà avanzata è destinata a “spiritualizzarsi”.
Non pensa al fatto che una civiltà avanzata è destinata al monachesimo e all’eutanasia.
Una civiltà del genere non è contrassegnata dal suo collasso: anche se si perpetuasse in eterno non sarebbe comunque interessata ad “uscire dalla cameretta”.
Renewal