- BS non sa nemmeno dirci che cosa sia una bolla. La sua definizione: una bolla è il frutto di un capriccio dei mercati. Ma questa è una teoria 8una spiegazione), non una definizione! Lui deve dirci un assetto dei dati tale per cui possiamo parlare di bolla.
- Stato dell' arte: nonostante la borsa nel breve sia un random walk, nel lungo i valori si uniformano ai fondamentali (Fama). BS sembra implicitamente rinnegare queste posizioni raggiunte anche grazie al suo lavoro.
- BS, almeno dal suo discorso per il Nobel, adotta il metodo retorico, chiede implicitamente di rinunciare all' approccio scientifico.
- BS constata che le previsioni dei prezzi sono volatili e conclude che sono impossibili. Strana conclusione.
- BS ci invita a far pesare la psicologia. Ma perché non propone un modello da testare invece di dirci cosa fare? Non si vince un Nobel dicendo cosa fare agli altri!
- Il problema di BS è il problema dell' economia comportamentale: stenta a produrre modelli da far competere con quello legato alla razionalità dei mercati.
mercoledì 25 marzo 2015
John Cochrane contro Bob Shiller
venerdì 31 ottobre 2014
Stanley Fischer: How Far on Financial Reform?
giovedì 14 novembre 2013
Quanto guadagna la finanza?
domenica 26 maggio 2013
Le crisi finanziarie sono imprevedibili
Corollario: la finanza cattiva non esiste.
Conditional Insight, Unconditional Disaster, Bryan Caplan | EconLog | Library of Economics and Liberty:
'via Blog this'
venerdì 24 maggio 2013
giovedì 22 dicembre 2011
Libertarianism A-Z: banca centrale
In via di principio le funzioni stabilizzatrici di contrasto alla deflazione tipiche della Banca Centrale sono assai utili al sistema economico; non solo, si puo’ anche affermare a ragion vedutaa che alcune politiche monetarie siano meglio di altre. Ma c’ è anche da far rilevare che gli USA, fino al 1914, non avevano una Banca centrale, e molti paesi l’ hanno instaurata solo tardi nel corso del XX secolo. Non sembra che la mancanza abbia comportato gravi inconvenienti. Questo perché “stabilizzare” un sistema complesso è impresa ardua e spesso gli inconvenienti sovrastano i benefici. Meglio allora le politiche anti-cicliche del free banking.
lunedì 27 giugno 2011
Libertarianism A-Z: regolamentazione finanziaria
Quando si parla di finanza molti invocano subito più regolamentazione, spesso senza sapere che questo è di gran lunga il settore più regolamentato delle economie moderne.
Non solo, non esiste evidenza seria che dimostri come una finanza regolamentata sia più efficace di una meno regolamentata.
Impedire alle banche di fallire presenta molti inconvenienti.
1. Il numero ideale di fallimenti non è mai zero.
2. Se al settore verranno offerte garanzie ci saranno problemi di moral hazard: le banche prenderanno troppi rischi.
3. La regolamentazione introdotta per arginare il moral hazard di solito è facilmente aggirata mediante innovazioni finanziarie.
4. Il regolatore, quando va bene e si escludono i casi di malafede, è intrinsecamente ignorante, meglio non affidarsi troppo a lui.
5. A volte la cosa migliore è togliere regole, non metterle. A cominciare dalla famosa regola che impedisce di sospendere i rimborsi dei depositi in caso di “panico”.
Basterebbe un’ analisi delle recenti crisi per illustrare in modo vivido le tare a cui ho accennato.
giovedì 12 agosto 2010
Dopo due anni...
L a crisi finanziaria, di cui si compie un triennio, ha avuto una radice comune sia negli Stati Uniti che in Europa: la corruzione della politica. Oltre Atlantico si consentì che Wall Street diventasse il maggior finanziatore delle campagne elettorali americane e così acquisisse il potere di dettare le proprie regole al Congresso. Nel contempo i governi premevano sulle banche perché concedessero mutui a tutti, inclusi molti immigrati recenti. Consentire a queste famiglie di acquistare una casa e realizzare in pochi anni il loro «sogno americano» fu una priorità sia delle amministrazioni di Bill Clinton che di George W. Bush. Poco male se questo incrinava la solidità delle banche: bastava blandire i banchieri consentendo loro di attribuirsi compensi favolosi. In Germania i presidenti dei Länder spingevano le casse di risparmio, di cui sono i maggiori azionisti, a concedere prestiti a condizioni di favore alle aziende della loro regione. Poiché alla fine dell' anno gli stessi politici esigevano anche ricchi dividendi, i banchieri facevano tornare i conti investendo in titoli molto rischiosi: obbligazioni greche e mutui americani. Non è un caso che le poche banche che non hanno superato i test di solidità patrimoniale effettuati dalla Bce sono tutte pubbliche. La proprietà pubblica impedisce l' apertura al mercato e rende difficile rafforzare il patrimonio quando ciò si rende necessario: è la situazione del Monte dei Paschi di Siena, che pur avendo superato il test, rimane pericolosamente vicino alla soglia di capitale minima richiesta. Pensare che la crisi sia stata prodotta da un eccesso di mercato, dalla finanza, o dalla globalizzazione, è una sciocchezza, sostenuta da chi ha interesse a evitare che si sottolineino le responsabilità della politica
Non è che l' unica somiglianza con il 1929 consiste nella mitologia che ha circondato l' evento?
lunedì 9 agosto 2010
Ferie provvidenziali
link
mercoledì 5 maggio 2010
La pernacchia dello speculatore
Alberto Alesina - 24 ore 4.5.10 -
Viene in mente Tremonti, uno che addita costantemente agli speculatori; il Commercialista di Sondrio si tormenta quando vede il mercato risolvere brillantemente un problema che, per la gioia dei suoi colleghi politici, è completamente insolubile alla politica: "chi controlla i controllori?". Ebbene, l' astio del ministro è giustificabile: lui da ministro controlla dall' alto gli italiani, eppure anche lui, - il tapino ne prende atto con stizza - ha un severo controllore. Gli "speculatori" internazionali sono i suoi veri e unici "controllori informati", una mossa falsa e zac, un debito di troppo e kaputt, e con lui il Paese. Non sarà bello vedere gli avvoltoi che volano in circolo sopra di te, ma perlomeno ora sai di essere poco più di una carogna, cosa che rischiava di sfuggirti (ah... la potenza della mente!). C' è finalmente qualcuno che appioppa i voti e scommette sull' operato dei politici, è qualcuno di affidabile visto che dove mette la lingua mette anche i propri soldi, molto meglio persino dei talk show e del giornalismo d' inchiesta; in questi casi l' egoismo rende più affidabile dell' onestà costruita a base di "lingue&penne".
Dipingere la saliva è la vera spcialità Julia Randall
venerdì 23 aprile 2010
mercoledì 24 marzo 2010
Disegnando nuovi incastri famigliari
2. I rischi di diabete gestazionale, ipertensione, anomalie cormosomiche, autismo crescono con l' età della mamma.
3. I figli di mamme anziane riscuotono un maggiore successo socio-economico. Ma se introduciamo variabili quali reddito ed istruzione familiare, il legame con l' età svanisce.
4. La maternità tardiva stronca anche la carriera meglio avviata.
5. Le maternità non volute si concentrano in giovane età. Un figlio indesiderato spesso è causa di povertà.
Se questo è il quadro, come disegnare un piano razionale?
Forse, per avere una nuova ed efficace riforma familiare, qualche tradizione andrebbe rispolverata e qualche innovazione introdotta.
SCHIZZO IPOTETICO: sposarsi e filiare tra i 16-22 anni. Riprendere gli studi successivamente e intraprendere la propria carriera in modo lineare.
Per rendere la proposta concreta basta poco.
STRUMENTO 1: trasferimenti di reddito nella famiglia verticalmente allargata.
STRUMENTO 2: scuole e università in grado di gestire e valorizzare la sospensione degli studi.
Veniamo alle conseguenze dell' incastro parentale proposto.
EFFETTO 1. Figli più sani.
EFFETTO 2. Figli più numerosi.
EFFETTO 3. Figli inattesi meno numerosi: l' età critica coincide con quella in cui i figli si cercano.
EFFETTO 4. Meno bamboccioni: ci si sposa e si esce di casa presto.
EFFETTO 5. Meno asili: genitori, nonni e bisnonni più numerosi ed energici.
EFFETTO 6. Meno pensioni: i vecchi hanno un nugolo di giovani in forze che pensano a loro.
EFFETTO 7. Famiglie più estese, compatte e solidali: nonni e bisnonni sono cruciali nel dare aiuto alimentando l' obbligazione morale di figli e nipoti.
EFFETTO 8. meno ghetti nel ciclo di vita: oggi si "studia" nella giovinezza e poi non si prende più in mano un libro per l' intera vita.
EFFETTO 9. Carriere più lineari e (quindi) reddito famigliare maggiore.
EFFETTO 10. Meno discriminazioni sul lavoro: si assume e si responsabilizza con la certezza che la donna non avrà figli, oggi c' è la certezza contraria.
EFFETTO 11: Meno divorzi? Non saprei dire, non ho dati in merito... ma forse "crescendo insieme"...
mercoledì 9 dicembre 2009
Aiutare sul serio
Il link di cui copra testimonia il fallimento del microcredito, una pratica con la quale si è creduto di combattere la povertà nel mondo. La pratica si espande ma la povertà non si ritira.
Non dico che bisognerebbe ritirare il Nobel per la Pace a Janus, il padre nobile del Microcredito, ma perlomeno prenderne atto e fare una riflessione sull' ennesimo fallimeno nella lotta allo spettro della povertà.
Dubbio: ma questa lotta vogliamo davvero combatterla?
Dubbio legittimo visto che sappiamo già qual è la ricetta che meglio funziona: favorire l' immigrazione.
Dubbio rinforzato quando si scopre che il "donare" migliora la condizione del donatore piuttosto che quella del presunto beneficiario (link).
martedì 10 novembre 2009
mercoledì 28 ottobre 2009
Zingales contro il Glass-Steagall Act
1) alza il costo del credito;
2) la crisi viene dalle banche d' investimento, non da quelle commerciali;
La distinzione che conta non è quella tra banche d' affari e banche commerciali, ma tra banche "too big to fail" e le altre.
(24 ore 20.10.2009 "C' era una volta il senatore Glass)
martedì 20 ottobre 2009
Apologetica dell' IT
link
E allora perchè lo si vieta? Perchè, senza sfavorire la società, sfavorisce la maggioranza dei votanti.
giovedì 3 settembre 2009
Innanzitutto, decidere il nemico
Israel argomenta in modo convincente, ma deve decidersi a quale paura abbandonarsi visto che le due menzionate non possono convivere: EMH è infatti l' antidoto migliore contro la "tecnocrazia".
Sono gli esempi che lui stesso porta a rivelarlo con chiarezza, prendiamo il caso LTCM.
La società d' investimenti mobiliari LTCM è fallita nel 1998. I suoi gestori pensavano di avere tra le mani la formula "scientifica" per arricchirsi sui mercati finanziari. Tutto cio' è il preoccupante sintomo di una mutazione scientista della società? Direi di no: LTCM era solo un operatore del mercato in concorrenza con altri, e il fatto stesso che un mercato continuasse ad esistere costituiva la migliore gatranzia contro pretese tecnocratiche.
Detto cio', è ben difficile capire come la paura dello scientismo si saldi con la paura del mercato visto che il mercato è proprio uno scudo contro lo scientismo.
Altra confusione: come puo' il fallimento di un mercato (la grande crisi) essere interpretato come prova della sua inefficienza? EMH (Efficiency Market Hypotesis) dice qualcosa di ben diverso e non garantisce certo la libera economia da crisi e fallimenti.
Detto questo, qualcuno potrebbe sospettare che EMH non sia falsificabile. Al contrario, è falsificabilissima: basta portare un algoritmo attraverso il quale fare soldi sicuri in borsa (battere il mercato) e l' ipotesi della razionalità crolla.
Ma quarda un po' che caso! E' proprio l' esistenza di una classica "formula" che Israel classificherebbe come "scientista", paura 1, a distruggere l' ipotesi della razionalità dei mercati, paura 2!
Falkenstein esprime in modo superbo questi concetti e le frequenti confusioni che generano. Ancora una volta: attaccare il mercato concorrenziale equivale ad aprire le porte ai tecnocrati e ai loro monopolistici algoritmi. In conclusione, le accuse contro razionalità dei mercati e scientismo possono essere sostenute con buoni argomenti, purchè si eviti accuratamente di formularle insieme!
giovedì 6 agosto 2009
EMH
Il mercato finanziario collassa e per questo semplice fatto qualcuno (qui un' epitome) pensa che EMH riceva una disconferma.
Ma l' efficienza non è perfezione, è quindi più che compatibile con i fallimenti. L' unica cosa con cui non riesce a convivere è un' alternativa più efficiente.
Quale prova bisogna dunque portare per spazzare via EMH?
Semplice, basta scrivere una ricetta sintetica per far soldi in borsa. Ci si puo' limitare anche ad indizi: indicare con il ditino operatori che riescono sistematicamente a guadagnare più della media.
Attendiamo.
Nel frattempo l' equivoco si perpetua tutti i giorni sui giornali.
Ma perchè? Forse qualcuno ha interesse a farlo, è l' ipotesi fatta in questo post da leggere comunque per intero tutto d' un fiato:
I think this distaste for efficient markets comes from two sources. First, many people distrust the “invisible hand.” They do not think markets are fair games that reward virtue and promote social welfare. Secondly, there are critics (stockbrokers, talking heads on CNBC, financial journalists) whose livelihood depends on markets being wrong; otherwise their special insight as to why one should be in telecoms, or bonds, would have no value.
lunedì 27 luglio 2009
L' innovazione fa bene?
financial innovation, on net, was a bad thing
Elegante come assalto al pregiudizio. Ma non regge...
I can understand that particular financial innovations might be bad, but financial innovation overall? Surely this claim was false in years 1200, 1900, and also 1950. (Of course you’ll find very harmful financial explosions between those years and the current day but still on net you’ll take the progress.) If the U.S. economy resumes growing at an average rate of about two percent a year, eventually our economy will look very, very different than it does today. It’s hard for me to see running the economy of 2100 with the banking system of…what is the nostalgic year? 1992? 1957?
E se proprio siete a caccia di pregiudizi da sfatare accontentatevi di aver individuato un caso dove nulla come il mercato si cura del "lungo periodo".