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venerdì 10 aprile 2015

Egalitarismo e prioritarismo

Confutazione filosofica dell' egalitarismo e del prioritarismo.
  1. Tre mondi: 1) A: 1milione di persone con utilità 101 ciascuna; 2) A+: 1milione di persone con utilità 102 ciascuna più 1milione di persone con utilitù 1 ciascuna; 3) B: 2milioni di persone con utilità 50 ciascuna.
  2. A+>A in virtù del principio di Pareto e del Principio della livella. Il buon senso ci dice che un mondo dove tutti stanno meglio è un mondo migliore. La constatazione confuta l' egalitarismo ma non il prioritarismo.
  3. A>B in virtù di tutte le teorie etiche costruite per opporsi al principio di ripugnanza. In realtà anche quelle che accettano il principio di ripugnanza concordano in virtù del principio di utilità generale. 
  4. A+>B in virtù della proprietà transitiva. Ma questa relazione confuta il prioritarismo. 
  5. Conclusione: il prioritarista deve rinunciare a Pareto oppure alla proprietà transitiva.  
Continua

mercoledì 28 aprile 2010

Dove scoccare la freccia

"... molto meglio per il liberale non fissarsi nell' opposizione ad ogni redistribuzione che garantisca un "minimo" sociale; se ha davvero a cuore la sua causa, che si dedichi piuttosto a monitorare lo sfondamento dei quel "minimo", visto che prima o poi verrà travolto nell' indifferenza generale. Nulla di più facile che snocciolare esempi: se una legge impone al distributore di servizi telefonici di garantire ovunque una copertura minima, ecco che all' introduzione di nuove e più avanzate tecnologie in quel settore costui presto sarà tenuto a consentirne ovunque l' accesso, cosicchè una diminuzione nei costi produttivi non si traduce mai, guardacaso, in una diminuzione dei sussidi impliciti. Persino inutile a questo proposito avanzare il caso preclaro della Sanità, settore dove presto anche la cura più avanzata deve essere universalizzata..."

Richard Epstein - Priciples for a free society, p.221.

Ottimo punto che fa il paio con l' altro. Ed ecco allora fissata l' agenda liberale.

lunedì 16 novembre 2009

La logica della Zucchina

Vallauri espone la logica della Zucchina, eccola:



Da ascoltare tutto.

Dunque vediamo se ho capito:

1) Giovanni coltiva le zucchine e le vende a Fabio;

2) Fabio le raccoglie dai produttori e le smercia al distributore Antonio;

3) Antonio le smista al ristorante di Giacomo;

4) Giacomo le utilizza per comporre un piatto particolare che serve poi nel suo ristorante di lusso, Franco se lo gusta pagandolo un capitale.

Domanda: perchè i soldi si concentrano su Giacomo e non, per esempio, su Antonio?

Eppure tutti i passaggi sono essenziali per giungere all' esito finale: il ruttino di Franco.

La "logica della zucchina" ha la risposta pronta: perchè Giacomo è il più vicino al pagatore finale mentre Antonio è il più lontano.

La risposta è "pronta", non c' è che dire, ma poco convinvente, direi. Perchè mai i soldi non dovrebbero fluire verso il più lontano? il Sultano del Brunei è lontanissimo dai pagatori ma non se la passa niente male. Invece il mio benzarolo fatica a pagare il mutuo.

Certo, cio' che fa Giovanni è essenziale affinchè Giacomo possa servire il suo piatto. Ma forse non è essenziale Giovanni!

Anche cio' che fa Giacomo è essenziale. Ma in questo caso è essenziale anche Giacomo con il suo locale. Per questo i soldi vanno verso di lui.

Penso che questa logica sia più convincente rispetto a quella delle zucchine.

Invalidando la logica della zucchina vengono invalidati anche i ragionamenti che seguono.

In particolare, Vallauri lamentava uno scarso finanziamento spontaneo alla ricerca di base. La lamentela è fondata, ma per tutt' altre ragioni rispetto a quelle esposte nella "logica della zucchina". In questo settore i benefici degli investimenti non sono, per ora, "appropriabili".

Mi viene un dubbio. Con la logica della zucchina Vallauri lamentava anche i bassi stipendi dei professori. Invalidata la logica della zucchina, tale lamentela risulterebbe infondata.

Come se non bastasse, in questo caso non puo' essere fatta valere nemmeno la logica della "non appropriabilità"!

Forse la "logica della zucchina" serviva per tenere insieme tutto. Mi viene un sospetto: non sarà che Vallauri è un professore?