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mercoledì 26 maggio 2010

Alla ricerca del diritto naturale

Nelle sue recenti uscite Rand Paul, astro nascente della politica americana, ha messo in discussione il venerato Civil Rights Act, baluardo contro la segregazione razziale: si è permesso di definirlo come un provvedimento illiberale.



Difficile dargli del tutto torto, quale liberale non sentirebbe un certo disagio nel leggerlo? Ma non mi interessa tanto entrare nel merito, ricordo solo i 3 punti che definiscono la posizione libertaria ortodossa sull' argomento.

1. La discriminazione del governo dovrebbe essere illegale.

2. La discriminazione dei privati dovrebbe essere legale.

3. La discriminazione dei privati è immorale.

Una posizione del genere si ripete purtroppo in molte materie e crea un dilemma: qualora si assista ad una violazione di legge da parte di un privato, è nostro dovere intervenire e denunciare? Costui ha violato contemporaneamente una legge ingiusta e un comandamento giusto.

In fondo penso di no, e non mi appello all' etica, ma ai diritti del fuori-legge.

Antigone trasgredisce il diritto in nome dell' etica, ma non è l' unica forma di trasgressione giustificabile come in fondo pensa chi ritiene che fuori dalla politica esista solo la morale. Forse esiste anche un diritto pre-politico, un diritto... naturale e il caso di cui sopra in fondo lo dimostra.

C' è una soluzione teorica alternativa: tutto è etica. Ma la soluzione pratica del dilemma non cambia.

lunedì 18 gennaio 2010

Ancora sulla fallacia naturalistica

Ti faccio l' esempio standard.

COMANDO 1: la legge che segue non puo' essere ignorata
COMANDO 2: ogni dovere è tale solo se conosciuto
COMANDO 3: non rubare

Ogni ladro in tribunale dirà che "non sapeva" e varrà assolto. Il corto circuito dei comandi 1 e 2 rende l' ordinamento inapplicabile (vedi Casati/Varzi "Semplicità insormontabili" Laterza p.62).

Come ovviare? "Naturalizzando" il comando 1 (Wittgenstein parlava di trasformare una "norma" in una "forma di vita").

Una volta "naturalizzato" il comando diventa inutile e, in quanto scontato, puo' essere trascurato; non a caso tutti gli ordinamenti giuridici lo tralasciano completamente per quanto fondamentale.

Una norma viene quindi "naturalizzata" per essere resa inutile e tolta di mezzo. Cio' segnala il rischio che il vero contraltare alle norme "contronatura" (quindi perdute) siano le norme "naturalizzate" (quindi inutili).

sabato 16 gennaio 2010

L' applicazione dell' inapplicabile

Una morale che contiene precetti "inapplicabili" viene considerata "perduta"?

Strano, in ambito giuridico il "paradosso della giurisprudenza" spinge a considerare taluni comandi inapplicabili come già applicati.

Esempio, un dovere è tale solo se conosciuto. Del resto "la legge non tollera l' ignoranza". Ma quest' ultimo comando (fondamentale) non viene nemmeno scritto in quanto palesemente inapplicabile. Cionondimeno, essendo irrinunciabile, viene considerato convenzionalmente come già applicato.