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mercoledì 5 settembre 2012

Ore buche

Molti trovano spiacevole pagare la retta universitaria.

Molti si disperano allorché scoprono di ignorare alcune nozioni prima dell’ esame mentre, una volta inserite stabilmente nel mondo del lavoro, non si mostrano preoccupati di averle ormai dimenticate.

Molti studenti in fondo non pensano affatto che “copiare” senza essere beccati sia poi così nocivo a se stessi.

Molti preferirebbero avere in tasca una laurea 110 e lode alla Bocconi avendo studiato spassandosela ad Urbino che avere una laurea risicata ad Urbino avendo studiato con grande impegno alla Bocconi.

Molti provano un senso di gioia all’ annuncio di un’ ora buca.

Molti in presenza di un prof. tollerante e di “manica larga” dedicano meno tempo allo studio della sua materia per concentrarsi sulle altre.

Se i “molti” sono davvero “molti” e se il loro atteggiamento è tutto sommato ragionevole, allora la funzione della scuola e dell’ università è sopravvalutata. Domanda: perché questi beni godono di così “buona stampa”? Quali potenti trucchi pubblicitari sono in campo per difenderne la reputazione?

martedì 12 luglio 2011

Dentifrici e Università

Quando tra vari prodotti in concorrenza esistono solo minime differenze qualitative, la pubblicità diventa decisiva.

Siano dentifrici, detersivi o profumi, la pubblicità fa la differenza: non potendo puntare sulla sostanza si ripiega su altro. In particolare, si abbinano al prodotto degli status che siano appetibili al consumatore.

Sembra proprio che una dinamica simile spieghi la sorte di certi servizi educativi: anche qui le ridotte differenze in termini di qualità richiedono massicci investimenti pubblicitari.

Preciso subito: in questo caso il termine “pubblicità” va virgolettato. Si lavora più che altro sulla “fama”, sul “credito”, sulla “reputazione”.

Potete rendervi conto immediatamente di quanto dico mediante una piccola introspezione personale.

college

Domandatevi: in che condizioni vorrei trovarmi (o vorrei che si trovasse mio figlio)?

Due ipotesi: 1. preparazione università di Macerata e titolo Bocconi o 2. preparazione Bocconi e titolo università di Macerata?

Io non ho dubbi, scelgo il caso 1 perché ritengo che apra le prospettive più promettenti, e questo a conferma di quanto sopra: in ambito educativo l’ abito conta spesso più del monaco.

Ma la guerra non è solo fra università, anche l’ istruzione superiore in sé  investe molto in termini pubblicitari: oggi chi non ha almeno una laurea è malvisto e le stesse aziende esibiscono orgogliose il loro staff di prestigiosi plurilaureati.

Vorrei solo precisare che non depreco quel che in passato è stato chiamato “bisogno indotto”. Punto altrove il mio dito.

Tra il “dentifricio” e l’ “università”, infatti, c’ è una differenza fondamentale: nel primo caso la costruzione dell’ immagine è a carico del produttore. Ma nel secondo caso? Mi sa proprio che è a carico di tutti.

Mi sbaglio?



http://www.overcomingbias.com/2011/07/investing-in-school-signals.html

sabato 18 giugno 2011

Education and signalling

Istruttivo scambio di battute. Ecco un link ai link.

Il problema è complicato: studiare in effetti rende.

Come districare i guadagni garantiti da un diploma dall’ effettiva produttività del diplomato.

Il nodo sono le false lauree. Quanto rendono?

martedì 28 dicembre 2010

Eresie ineludibili

Oggi in treno, ascoltando la rassegna stampa di Prima Pagina, ho assistito alle reazioni piccate, in primis quella del conduttore, che hanno fatto seguito alla lettura di un articolo di Stefano Zecchi.

Di solito agli studenti che manifestano si dice: "andate a studiare". Zecchi ha invece osato dire: "andate a lavorare".

La discussione è aperta. Purchè ci si pongano le domande giuste senza girarsi dall' altra parte stizziti.

Per esempio, per quanto riguarda l' istruzione:

"... have you ever noticed that colleges don’t teach a lot of job skills?...”

Per esempio, per quanto riguarda la qualità dell' istruzione:

"... the best evidence is that it is almost impossible to make a long-term difference in education, then the statistical evidence on teacher quality is bound to be highly unreliable. What appears to be teacher quality is likely to be random variation..."

add: la versione di Rojas (nei commenti):

1. There really are individual teachers who are measurably better than others.

2. Easily measured attributes (e.g., credentials, gender, age, seniority, etc) usually do not correlate with effective teaching (i.e., test score improvement).

... teaching is mainly about coaching and connecting with students...

martedì 28 settembre 2010

Learning how to learn

Teachers of useless information often seek refuge in the "learning how to learn" story. But the facts are not on their side. The psychological literature on "fade out" essentially finds that mental atrophy is the rule. You can temporarily raise IQ, but it "fades out" in a few years. Furthermore, the psychological literature on "transference" of learning from one area to another finds surprisingly weak evidence of it. Since education has a long-run effect on earnings, but only a short-run effect on learning ability, we've got to look elsewhere for answers...

Se la scuola insegna cose perlopiù inservibili, se non puo' insegnare ad imparare, a cosa serve? Forse a lanciare segnali.

Cosa significa "lanciare segnali".

Quando regalo un anello di fidanzamento alla mia morosa non lo faccio perchè ci piacciono i brillanti. Infatti, se per qualsiasi ragione il prezzo dei brillanti dovesse crollare, non sarei più interessato ad un anello del genere.

Detto in altri termini:

"Which would do more for your career: A Princeton education, but a Phoenix diploma, or a Princeton diploma, but a Phoenix education?"