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mercoledì 23 marzo 2011

Meditazione libertaria sull' Amaca del 20.3.2011

La signora Cinzia Cracchi salì agli onori delle cronache per via del suo movimentato fidanzamento con l' ex sindaco di Bologna Delbono;e di alcune vacanzea spese delle casse pubbliche. Ora ha deciso di candidarsi per le elezioni comunali, in una lista civica, a nome delle "donne maltrattate" (?!). Ben al di là della sua vicenda, tutto sommato trascurabile, viene da domandarsi sulla base di quale equivoco una persona già esposta a poco piacevoli vicende intenda replicare la sua faticosa esposizione allo sguardo pubblico. Una campagna elettorale non è davvero il massimo per chi volesse recuperare serenità ed equilibrio, e come si suole dire: farsi dimenticare. La signora non è sola. Incarna, anzi, una diffusa tendenza: quella di chi diventa famoso non per merito o talento o impegno civico, e di questa fama così opaca e discutibile si innamora al punto da volerla mettere a profitto. È come se una foto sul giornale, una ripresa televisiva, insomma il famoso quarto d' ora di celebrità, fosse una droga. Salvarsi sparendo, e dunque riconsegnando a se stessi la propria vita, è evidentemente una via preclusa ai contemporanei. Una volta esposti, non importa se per meriti o demeriti, si cerca di mantenere la scena a tutti i costi. È una sindrome, la fama, che non conosce cura.

In effetti sembra proprio che i politici più ne combinano, più rischiano di essere eletti. Ma la fama negativa puo' essere messa a frutto? Cerco di distinguere in merito il mondo della politica dal mondo del lavoro.

A volte la fama negativa di cui godono certi personaggi ha poco a che vedere con il compito che sono chiamati a svolgere, in questi casi solo il "moralista" puo' farsene un cruccio. Usciamo freschi freschi dall' affaire dell' Olgettina e sappiamo come funzionano questi meccanismi. Sul lavoro le cose non vanno molto diversamente. Anzi, il moralismo fa ancora meno presa: se il Sig. Ferrero tradisce la moglie è secondario per me, l' importante è che continui a fare la Nutella buona come l' ha sempre fatta.

Scendiamo ora più nel merito, parliamo di corruzione: è sorprendente come la fama di corrotto non intacchi le fortune del politico italiano. Forse perchè si sa che un certo grado di corruzione puo' far bene, o quantomeno è inevitabile: d' altronde tutti i grandi politici della Storia sono stati dei corrotti. Sul lavoro è diverso, la fama di corrotto ti distrugge: chi comprerebbe più da Bernard Madoff? Chi comprerebbe più creme da Vanna Marchi? Non mi servo dal noto frodatore.

La politica è anche il regno dell' ideologia, la cosa conta: se Tizio ha fama d' incapace ci passo sopra, purchè faccia sventolare alta la bandiera con i miei colori preferiti. I costi della sua incapacità mi toccheranno solo in minima parte. Ma sul lavoro è diverso: i costi dell' incapacità dei miei collaboratori me li sorbisco per intero e l' ideologia diventa in questi frangenti trascurabile.

Noto che in certi reality i personaggi negativi diventano delle star. La cosa è spiegabile, guardare la TV è solo un passatempo: per hobby posso anche essere incuriosito da quella casinista di Loredana Bertè, ma non ci vorrei mai lavorare insieme, non vorrei neanche averla come vicina di pianerottolo! Ecco, noi trattiamo allora la politica come trattiamo gli hobby più marginali. Ma c' è un modo per avvicinare il mondo della politica a quello del lavoro? Probabilmente sì, ma lasciamo perdere.

Naturalmente, dopo aver ammesso che la "politica" è qualcosa a cui non è sensato dare un grande peso, bisogna agire di conseguenza. Ovvero, bisogna pensare ad un paese fondato sul lavoro anzichè sulla politica. Tuttavia le cose per ora non stanno così: la politica resta centrale.

Cosicchè assistiamo continuamente allo spettacolo di chi dà centralità alla politica per poi meravigliarsi di come la "fama negativa" dei politici non nuoccia loro. Questo per dire: non stupiamoci dell' abbondanza di sermoni: la predica moralista è l' ultima arma in mano all' incoerente. E da noi, d' incoerenti, ce n' è a frotte.

martedì 8 marzo 2011

La lunga giornata del sincero militante

D all' agenda di un affaccendato militante sinceramente democratico. «Scendere in piazza, organizzare corteo e comizio e allestire palco per attori e cantanti a piazza del Popolo in difesa della Costituzione ultimamente sotto attacco. Predisporre coccarde e bandiere tricolori per l' anniversario dell' Unità d' Italia ultimamente sotto attacco: ripassare parole dell' inno di Mameli utilizzando la magistrale lezione a Sanremo (ultimamente sotto attacco per via della vittoria del sinceramente democratico Vecchioni) tenuta da Roberto Benigni. Scendere in piazza e organizzare manifestazioni con slogan creativi e salite sui tetti per protestare contro la riforma Gelmini dell' Università che ha messo sotto attacco i diritti fondamentali degli studenti. Organizzare corteo e catena umana e allestire palco (con turnover) di attori e cantanti a piazza del Popolo per la difesa della legalità ultimamente sotto attacco. In generale fare attenzione ai contenuti delle manifestazioni per non confondersi e portare la bandiera viola dove ci vuole il tricolore, o quella arcobaleno. Tenere quella rossa solo per la manifestazione, con palco allestito per attori e cantanti a piazza del Popolo, a favore della Fiom ultimamente messa sotto attacco. Scendere in piazza, organizzare manifestazione e allestire palco per attrici e cantanti a piazza del Popolo, in difesa della dignità della donna ultimamente sotto attacco. Scendere in piazza, predisporre slogan, cartelli e striscioni per la manifestazione a difesa della libertà di stampa ultimamente sotto attacco. Fare attenzione alle firme di attori, cantanti, intellettuali e artisti in genere per non dare l' impressione di una certa ripetitività. Poi organizzare manifestazione per sostegno allo sciopero generale a difesa dei diritti fondamentali ultimamente sotto attacco. Scendere in piazza e trovare nuovi slogan creativi per la manifestazione, che si concluderà a piazza del Popolo con un palco pieno di attori e cantanti, a difesa della scuola pubblica ultimamente sotto convergente attacco». «Scendere in piazza e organizzare manifestazione di protesta delle celebrazioni ufficiali del 25 aprile, il cui significato è stato ultimamente messo sotto attacco. Trovare attore o cantante che possa dare un contenuto di denuncia al palco del Primo maggio ultimamente messo sotto attacco. Scendere in piazza, riempire cartelli e striscioni, e allestire palco (con turnover) per attori e cantanti, per la manifestazione a difesa della cultura e dello spettacolo ultimamente messi sotto attacco. Rimandare la discesa in piazza per la domenica di maggio in cui ci saranno le elezioni: una noia mortale e del tutto inutile visto che le perderemo ancora una volta per colpa del modello culturale imposto da Drive in. Scendere in piazza contro Drive in»

Pierluigi Battista

Me lo sono sempre chiesto: ma perchè tanto impegno? E' sorprendente.

All' ora di cena molta gente tira su il telefono e chiama trasmissioni radio che parlano di politica: Cruciani, Forbice e Radio Popolare sono i più solerti ad intercettare questo bisogno.

E senza andare tanto lontano, ma perchè sentiamo l' esigenza di dire la nostra su un blog semi-deserto?

Forse perchè professare un' Ideologia ci fa star bene, come professare una Religione. Si tratta di centri-benessere, anche quando la nostra travagliata secrezione è un' indifferente goccia nel mare, anche quando il paradiso è solo una labile entità chimerica.

Vedo un' analisi dell' ideologia imparentata con l' analisi sociologica degli hobby. Professare un' ideologia assomiglia tremendamente ad una gita fuori porta, una scampagnata, un giorno libero. L' ideologia è "tempo libero".

Libero ma mai vuoto: l' importante è stiparlo con cose che possiamo fare trascurando la razionalità.

Disseminare una burocrazia pervasiva ma leggera è vitale, dà sempre un tocco di serietà alle cose, la sensazione di non essere a zonzo. Il sudore incrementa l' autostima, si sa, quand' anche fosse quello di chi scava buchi per poi riempirli.

L' ideologia ha l' enorme pregio di non coniugarsi con le "scommesse": non si vince e non si perde, non c' è competizione, niente resa dei conti, niente responsabilità... finalmente liberi. Liberi di urlare, di cantare, di sottilizzare in un ruminante soliloquio da estendere giusto alla sempre solidale "parrocchietta".

E se poi, a distanza di anni, i nodi venissero al pettine e gli errori diventassero ineludibili, è persino piacevole atteggiarsi a "sconfitti" che si limitavano a sognare un mondo migliore stando romanticamente "dalla parte del torto".

giovedì 28 ottobre 2010

Prima e dopo il Futuro

Il pragmatico affronta i problemi uno alla volta, così facendo gli capita spesso di aggravare i problemi che dovrà affrontare l' indomani.

Tuttavia il metodo pragmatico non puo' dirsi stupido: esiste pur sempre un futuro talmente lontano da invocare il disinteresse della persona ragionevole.

Senonchè, una volta fatte fuori le persone ragionevoli, questo futuro diviene terra di conquista per tutti gli altri, e i profeti ci dan dentro.

Vi dice niente la parolina "sostenibilità"? E' la più usurata dai profeti (di sventura) dell' ecologismo fanfarone.

Il profeta della "sostenibilità" è un disco rotto che nessuno riesce a spegnere, ripete ossessivamente che noi uomini del pianteta terra consumiamo troppe risorse e le risorse non sono infinite. Cosa avrebbe fatto, per esempio, l' uomo della pietra se fossero finite le pietre? Beh, a lui è andata bene, ma a noi? Occorre una "decrescita".

Si puo' cicalare all' infinito sul tema, lanciare allarmi e preconizzare catastrofi. Ma la persona con sale in zucca sa bene di dover osservare sul punto un silenzio annoiato.

Figuriamoci, i profeti della "sostenibilità" vorrebbero tassare chi consuma le risorse della Terra sottraendole alle generazioni future. Il discorso fa il suo effetto se pronunciato in una scenografia pertinente, nonndimeno resta un discorso assurdo: sarebbe come dire che dobbiamo arginare la produzione di musica (magari tassando fortemente i compositori) per fare in modo che anche le generazioni future possano essere "originali" in questo settore.

C' è poi un futuro che è dietro l' angolo e che sembra interessare meno i futurologi presbiti di cui ho appena parlato, un futuro in cui è difficile cullarsi comodamente nella propria ideologia, un futuro che non consente quel cicaleccio dionisiaco che tanto ci fa fremere, un futuro che non è razionale affrontare irrazionalmente.

Eppure sembra altrettanto catastrofico, ma trattandosi di catastrofi serie, non ha molte bocche disposte a parlarne e nemmeno molte orecchie disposte ad ascoltare: in questo caso lo sconcerto e la preoccupazione non sarebbero una "posa".

E' un futuro che interessa solo i lungimiranti.

Faccio un solo esempio prendendo a prestito le parole di Dario Di Vico:

"Ci sono alcune verità che tra gli addetti ai lavori hanno ampia circolazione e costituiscono addirittura la base di discussioni e contraddittori nei convegni o nelle tavole rotonde. Quelle stesse verità alcune volte si ha paura o pudore di farle uscire dal perimetro delle élite,e raccontarle al grande pubblico. In qualche caso chi fa questa scelta agisce in perfetta buona fede, «per non creare allarmismo sociale» si giustifica... Così facendo però la politica finisce per imitare il comportamento degli struzzi e viene meno ai suoi compiti. E allora proviamo a dirla una di queste verità: stiamo creando intere legioni di (futuri) pensionati poveri..."

... continua.

venerdì 1 ottobre 2010

Irrazionalismi perfettamente razionali

Ci sono persone a cui piace essere sempre quadrati e razionali, persino quando un atteggiamento del genere non è strettamente richiesto. In fondo, nelle discussioni da bar ci si potrebbe un po' rilassare e godersela.

Si puo' dire che "gusti" del genere siano ben strani!

Alla maggioranza delle persone che conosco infatti piace esprimere quelle idee che sentono dentro di sè come vere, quelle idee che trovano significative e autentiche. Senza star lì troppo a vedere che tutti gli argomenti siano impeccabili.

Anch' io spesso cedo a questa tentazione. Ma perchè poi vogliamo chiamarla "tentazione"?

All' innamorato non interessa essere coerente: deve urlare le sue passioni costi quel che costi!

All' ideologizzato non interessa essere coerente: deve urlare le sue verità ideologiche costi quel che costi!

Allo scienziato non interessa essere coerente: deve urlare cio' che ha visto costi quel che costi!

Costi quel che costi? Bè, non proprio. A volte il costo è eccessivo e facciamo marcia indietro.

Il bene che ci occorre per alzare al cielo il nostro insopprimibile "ululato" è l' IRRAZIONALITA'. Dobbiamo comprarlo al mercato, ma quanto costa?

Dipende, ogni caso è un caso a sè.

Sicuramente all' "elettore" l' IRRAZIONALITA' costa meno che al venditore/compratore!

In altri termini, in democrazia l' IRRAZIONALITA' costa meno che in economia.

E' il motivo per cui la Democrazia è meno efficiente del mercato! Quando voto mi lascio andare ad istinti ideologici, la cosa è piacevole, compro parecchia IRRAZIONALITA', mi serve e mi costa così poco!

Ma se sono in ballo i miei interessi concreti allora calma, il prezzo dell' IRRAZIONALITA' s' impenna e devo procedere con cautela.

Si badi bene che tutte le strategie di comortamento personale che ho abbozzato sono perfettamente razionali.

E si badi bene anche a non confondere la RAZIONALITA' con l' IGNORANZA.

Prendiamo ancora la politica, tanto per esemplificare e capirsi.

L' ignoranza è una componente insopprimibile in ogni affare umano, ma l' uomo razionale la tratta razionalmente, esempio: i politici "mangiano", io votante razionale lo metto già in preventivo anche se probabilmente non saprò mai dove come e quando "mangeranno" alle mie spalle. Questa razionalità del votante protegge l' efficienza della democrazia.

Purtroppo, come dicevo sopra, al votante democratico l' IRRAZIONALITA' piace e costa talmente poco da irrompere prepotentemente sulla scena e pregiudicare una buona parte delle protezioni garantite dal trattamento razionale dell' ignoranza.

***

Domanda: quanto costa l' IRRAZIONALITA' in ambito religioso?

E in ambito scientifico?

E nelle discussioni in internet?

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